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  • Champions: goleada Real, tonfo Atletico, Immobile e Balotelli in gol

    Champions: goleada Real, tonfo Atletico, Immobile e Balotelli in gol

    La prima serata di Champions League non ha deluso le aspettative, spettacolo, gol (sono state 23 le reti negli otto match disputati) gioia per due italiani all’estero, Immobile e Balotelli protagonisti nei successi dei propri team e anche qualche sorpresa come la caduta dei vicecampioni d’Europa dell’Atletico Madrid ad Atene.

    Detto del successo della Juventus sugli svedesi del Malmoe per due a zero, veniamo al racconto delle altre sette gare di questa prima giornata di Champions League dei gironi A, B, C, e D.

     

    GIRONE A

    JUVENTUS – MALMOE 2-0 (59°, 81° Tevez)

    OLYMPIACOS – ATLETICO MADRID 3-2 (13° Masuaku (O), 31° Afellay (O), 38° Mandzukic (A), 73° Mitroglou (O), 86° Griezmann (A))

    Risultato a sorprese ad Atene, l’Olympiacos di Michel, ex grande calciatore del Real Madrid, surclassa l’Atletico Madrid per 3-2. Partenza a razzo dei padroni di casa che al 13° con una conclusione da fuori di Masuaku trovano il vantaggio. I Colchoneros provano una reazione ma al 31° Afellay sfrutta un’indecisione dei difensori di Simeone e batte Oblak per il 2-0. Al 38 ° ci pensa Mandzukic con un colpo di testa preciso a riaprirla. Nella ripresa l’Atletico ha la chance per il pareggio ma non la sfrutta e così al 73° Kasami piazza un passaggio perfetto per Mitroglou che si gira e segna il 3-1. L’Atletico non vuole perdere e si butta in avanti, al 86° Griezmann è abile ad accorciare le distanze ma non basta a riagguantare almeno un punto, ad Atene festeggiano i padroni di casa.

    CLASSIFICA GIRONE A

    Juventus 3, Olympiacos 3, Atletico Madrid 0, Malmoe 0

     

    Mario Balotelli
    Mario Balotelli

    GIRONE B

    LIVERPOOL – LUDOGORETS 2-1 ( 82° Balotelli (Li), 91° Abalo (Lu), 93° rig. Gerrard (Li))

    Una partita che si è accesa solo nel finale, il primo tempo non racconta grandissime emozioni se non una chance per Sterling ed una potenziale per Lallana. Ad inizio ripresa la prima chance è per Coutinho che però non riesce a centrare la porta. Anche il Ludogorets ha la possibilità di trovare il vantaggio ma Mignolet salva su Bejzak deviando sul palo. Al 83° arriva il primo gol di Mario Balotelli in maglia Reds, SuperMario controlla una palla in area e riesce a liberare un tiro imparabile. Sembra fatta ma al 91° il Ludogorets sfrutta un buco difensivo, Abalo salta Mignolet e deposita in rete il vantaggio gelando Anfield. Ma il popolo Reds esulta subito dopo quando il portiere ospite commette fallo da rigore che Gerrard trasforma per il definitivo 2-1.

     

     

    REAL MADRID – BASILEA 5-1 (14° aut. Suchy (B), 30° Bale (R), 31° Ronaldo (R), 37° Rodriguez (R), 38° Gonzalez (B), 79° Benzema (R))

    Dilaga il Real Madrid che in casa contro il Basilea ci mette solo poco più di mezz’ora per annientare gli svizzeri. Ad aprire le marcature è un autogol di Suchy su tiro di Nacho intorno al quarto d’ora. Al 30° è Bale a raddoppiare con un pallonetto sul portiere, ribadito in gol sulla linea. Un minuto dopo Bale serve a Cr7 la palla perfetta per il 3-0. Al 37° è il turno di James Rodriguez depositare in gol un facile tap-in. Un minuto dopo arriva la reazione d’orgoglio del Basilea che con un gran tiro di Gonzalez dal limite segna il gol della bandiera. Nella ripresa arrotonda Benzema che segna il 5-1 che vale il 1000esimo gol delle Merengues nella coppe europee.

    CLASSIFICA GIRONE B

    Real Madrid 3, Liverpool 3, Ludogorets 0, Basilea 0.

     

    GIRONE C

    BENFICA – ZENIT 0-2 (5° Hulk, 22° Witsel)

    Tutto facile per lo Zenit San Pietroburgo in casa del Benfica. I russi trovano l’immediato vantaggio con Hulk che con il portiere in uscita piazza il tiro che si insacca in rete. Al 18° i portoghesi restano in 10 per l’espulsione diretta del portiere Artur. La gara in sostanza si chiude qualche minuto dopo quando Witsel di testa segna il gol del 2-0

     

    MONACO – BAYER LEVERKUSEN 1-0 (61° Moutinho)

    Il Bayer fa la partita ma i 3 punti li portano a casa i padroni di casa del Monaco. Le Aspirine costruiscono occasioni nel primo tempo  ma non segnano e vengono beffati nella ripresa dall’unico tiro nello specchio della porta del Monaco effettuato da Moutinho al 61°.

    CLASSIFICA GIRONE C 

    Zenit 3, Monaco 3, Bayer Leverkusen 0, Benfica 0

     

    Ciro Immobile
    Ciro Immobile

    GIRONE D

    BORUSSIA DORTMUND – ARSENAL 2-0 (45° Immobile, 48° Aubameyang)

    Quando Klopp lo ha messo in formazione Ciro Immobile ha capito che questa poteva essere la sua sera e così  stato. Dopo un occasione non sfruttata da Aubameyang ed un tiro alto di Immobile è stato proprio l’ex granata a sbloccare la gara sul finire del primo tempo con una cavalcata di 50 metri inseguito da 3 difensori dell’Arsenal e conclusa con un diagonale vincente. Nella ripresa ci pensa subito Aubameyang a chiuderla, scatto in profondità, dribbling sul portiere e gol a porta vuota. Arsenal annullato.

     

     

     

     

    GALATASARAY – ANDERLECHT 1-1 (52° Praet (A), 91° Ylmaz (G))

    Ylmaz nel recupero salva l’esordio di Cesare Prandelli. Il Galatasaray non convince in questa prima uscita in Champions, va sotto per un gran gol di Praet abile a concludere con un rasoterra vincente nell’angolino alle spalle di Muslera, ma riesce a recuperare con Ylmaz che gira in rete al minuto 91° un perfetto assist di Chedjou.

    CLASSIFICA GIRONE D

    Borussia Dortmund 3, Anderlecht 1, Galatasaray 1, Arsenal 0.

  • Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Ci siamo quasi, forse sì, forse no, forse si attende solo l’ufficialità. Antonio Conte verso la panchina della Nazionale Italiana; in questi giorni sono stati fatti passi avanti molto importanti, la trattativa è ben avviata anche se giungono discordanti pareri su quello che sarà l’aspetto economico della trattativa. L’ex tecnico della Juventus vorrebbe ricevere lo stesso trattamento economico che percepiva con il club bianconero ma la Federcalcio, per ragioni di bilancio e non solo quelle, non intende pagarlo più dell’ex Ct Cesare Prandelli. La situazione può essere risolta dallo sponsor tecnico ovvero la Puma che andrebbe, con un investimento, a colmare la differenza. Le cifre in questione sono di quelle importanti, cifre da allenatore di club per intenderci.

    Nel caso di fumata bianca della trattativa, la gestione di Antonio Conte come C.t. della Nazionale sarà strutturata come se fosse un club. Conte vuole poter seguire quotidianamente i giocatori monitorandone la condizione fisica, l’eventuale recupero degli infortuni e acciacchi vari, avendo settimanalmente incontri e colloqui con gli allenatori delle squadre di Serie A.  In pratica chiede di fare il selezionatore a tempo pieno.

    Il tecnico pugliese vuole anche uno staff di fiducia, che possa aiutarlo nella gestione degli allenamenti e nel coordinamento delle selezioni giovanili, è solo partendo dal basso che si può costruire qualcosa di importante.

    Antonio Conte ha dimostrato nei tre anni di gestione Juventus di essere un vincente. Di avere ottime idee e di avere grande fame di vittorie. Ha grinta, energia da vendere, è maniacale negli allenamenti settimanali, un martello come è stato definito dai suoi ex giocatori, un motivatore costante e continuo che è stato per molti il vero valore aggiunto della Juventus dei tre scudetti consecutivi. La sua personalità può far crescere, di parecchio, il movimento della Nazionale Italiana. Per ripartire dopo il disastro brasiliano serve un uomo con la sua personalità, con le sue idee e con la sua fama di vittorie.

    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter
    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter

    L’aspetto negativo di Conte è rappresentato dalla sua scarsa esperienza internazionale: nelle coppe europee non ha mai impressionato. Da persona preparata Antonio lo ha sempre saputo e, nel mese di luglio le divergenze di mercato con i dirigenti bianconeri, per rendere la Juventus competitiva a livello europeo, sono esplosi. Per il suo modo di lavorare è più un allenatore che un selezionatore. Ha bisogno di allenare costantemente e quotidianamente i suoi calciatori, di averli sempre sotto occhio mentre in Nazionale , per ovvie ragioni questo non potrà avvenire, nonostante l’idea degli incontri quotidiani con gli allenatori dei club.

    Ora che la Federcalcio ha un nuovo Presidente urge mettersi al lavoro per ricostruire il calcio italiano che è piombato nell’anonimato dopo anni di insuccessi e fallimenti dovuti a una gestione fallimentare e dirigenziale ancora prima che tecnica. Al neo Presidente Carlo Tavecchio il compito di ripartire e in fretta, il compito di ridare lustro a un sistema che non c’è più.

  • Juventus: Romulo Souza Orestes è bianconero

    Juventus: Romulo Souza Orestes è bianconero

    Romulo Souza Orestes – Juventus, la trattativa si concretizza. L’accordo con il Verona è stato raggiunto con la formula del prestito oneroso fissato a un milione  e il pagamento di altri sette milioni il prossimo anno. E’ il quinto acquisto per la società bianconera dopo quelli di Morata, Evra e Pereyra, Coman.

    Il nuovo centrocampista della Juventus si presenta cosi:

    Ho parlato con Massimiliano Allegri e gli ho detto di essere pronto a giocare un qualsiasi posizione lui mi chieda. Sono cresciuto in una famiglia molto semplice e povera, ma mi hanno insegnato ad avere carattere, ad essere uomo, che ci sono cose che i soldi non possono comprare. Sono molto felice di essere qui e darò tutto per aiutare la Juventus a continuare a vincere. Per lo scudetto ci sono tante squadre forti, sicuramente la Juventus è una di queste e vediamo cosa succederà. Qui ci sono dei bravi giocatori, la società sta rinforzando la rosa e quindi sono sicuro che la Juventus continuerà questo cammino cominciato da tanti anni. Oggi sto realizzando un sogno, perchè da quando ero piccolo sognavo un giorno di essere qua”.

    presentazione romulo
    L’A.D. bianconero Marotta ed il neo acquisto Romulo | Foto Web / Il Pallonaro

    Indosserà la maglia numero 2, Romulo rivela di essersi ispirato a Denilson

    quando ho cominciato a giocare da attaccante, lo ammiravo tantissimo

    Ma c’è un altro brasiliano che prenderà a riferimento per questa sua esperienza alla Juventus, Emerson.

    Ha fatto la storia qui e adesso voglio seguire lo stesso cammino, fare la storia, aiutare la Juventus come hanno fatto lui e tanti altri”.

    Romulo è tornato a parlare della mancata convocazione per il Mondiale.

    Abbiamo parlato io e Cesare Prandelli, mi ha chiesto se stavo bene e siccome i miei genitori mi hanno insegnato a essere sincero, lo sono stato, gli ho risposto che non stavo bene. Prandelli mi ha ringraziato tantissimo e li ho capito che non potevo far parte di quella rosa“.

    Dopo una trattativa andata per le lunghe, il 27enne centrocampista di Pelotas ma naturalizzato italiano può finalmente indossare la maglia della Juventus numero 2.

     

  • Antonio Cassano Show in conferenza stampa, su nazionale, Parma e futuro

    Antonio Cassano Show in conferenza stampa, su nazionale, Parma e futuro

    Un vero e proprio show a tutto tondo quello messo in scena oggi in conferenza stampa da Antonio Cassano a Collecchio. Fantantonio ha parlato di tutto, delle critiche ricevute nell’avventura della nazionale al mondiale brasiliano, dal presente al Parma senza tralasciare alcuni dettagli sul suo futuro ed una piccola stoccata all’allenatore dell’Inter Walter Mazzarri.

    Partiamo con la Nazionale, alcuni giornali parlarono di un Cassano che si era comportato poco bene e che aveva avuto problemi a legare con il gruppo e che sarebbe stato lui uno dei calciatori attaccati da Buffon a caldo nel post eliminazione:

    Antonio Cassano
    Antonio Cassano

    Io maleducato con la cameriera? Per la prima volta nella mia vita non ho fatto casino, vogliono buttare sporcizia su di me ma ho le spalle larghe. Gruppo con Balotelli? Ho fatto gruppo soprattutto con Buffon, mi veniva a cercare anche di notte. Buffon non ha fatto nomi quando ha criticato giovani. E’ un problema creato. Perché quando Gigi ha un problema lo dice in faccia. Hanno voluto gettare fango su entrambi ma non hanno indovinato la giocata. Io Prandelli devo solo ringraziarlo come devono ringraziarlo gli italiani per il lavoro che ha fatto. Non sono stato chiamato per due anni in Nazionale, ma mi sono sempre comportato bene”.

    Poi Cassano ha voluto parlare di Parma, del Parma,della rabbia per l’Europa League sottratta ai ducali e, stuzzicato sulla sorpresa promessa dal neopresidente della Sampdoria Ferrero ai tifosi blucerchiati, ha parlato anche del suo futuro:

    A Parma ho trovato tantissima gente brava.  Noi dobbiamo essere arrabbiati per il torto schifoso che ci hanno fatto per quanto  riguarda l’Europa League. Poi se arriveremo sesti, settimi, ottavi etc non lo so, ma giocheremo molto arrabbiati. La città deve essere grata a Ghirardi. Gli hanno tolto un sogno per errore di altre persone. Spero che possa ritornare sui suoi passi. Ma abbiamo un fenomeno nel mondo del calcio, ed è Leonardi. Ferrero? Chi è quello della Nutella? Io rimarrò al cento per cento a Parma. C’è stato qualche problema a gennaio. Ma rimango al Parma e al 99%  chiuderò la carriera a Parma. Leonardi e Donadoni è stato fondamentale con me ha avuto una pazienza infinita, senza Donadoni non so cosa sarebbe successo.

    Alla fine Fantantonio fa anche il suo pronostico sulla vincitrice dello scudetto, indicando per questioni di tifo l’Inter ma non risparmiando una stoccatina a Walter Mazzarri:

    Per me la favorita è l’Inter per una questione di tifo, ma non per l’allenatore.

  • Lo sfogo di Cesare Prandelli dopo la presentazione al Galatasaray

    Lo sfogo di Cesare Prandelli dopo la presentazione al Galatasaray

    Le sue parole erano attese da giorni, ed oggi dopo la presentazione e la firma con il Galatasaray, l’ex Ct della nazionale italiana Cesare Prandelli ha voluto dire la sua dei fatti relativi al fallimento della spedizione azzurra dei mondiale in Brasile, un vero e proprio sfogo che sicuramente era atteso e non può lasciare indifferenti:

    Cesare Prandelli
    Cesare Prandelli

    Io non sono scappato, nessuno di noi è scappato. Io e la mia famiglia riceviamo lettere di minacce dai tifosi. Potevo chiedere la buonuscita come fanno tutti gli italiani e invece mi sono dimesso con la volontà di non accettare proposte dall’Italia. A due giorni dal ritorno in Italia ho ricevuto la telefonata del Galatasaray. Lì per lì non mi sentivo pronto per nessuna scelta, poi loro hanno insistito e la loro voglia di vincere mi ha convinto.Era l’unico modo per uscire da un momento non facile. In questo momento non so nemmeno se avrei accettato una proposta dall’Italia.

    A questo punto Cesare Prandelli ha proseguito raccontando le sue verità sui fatti accaduti in Brasile e sulle polemiche per un gruppo che al termine dell’avventura è sembrato totalmente spaccato e su certe reazioni di stampa e tifosi che non gli sono piaciute:

    Qualcuno dei miei giocatori è stato tradito dalla paura, ma non è vero che il gruppo era diviso. La presenza delle famiglie nel ritiro è stato un aspetto positivo della nostra spedizione, ma tra le gente che mi accusa c’è qualcuno sporco dentro. Mi ha fatto molto male sentirmi paragonato a Schettino, ma questo è il cinismo del nostro calcio. Le parole di Buffon non mi hanno sorpreso, lui non si riferiva a un giocatore in particolare, ma a una generazione che deve imparare a dare tutto per la maglia della nazionale.

    Il nuovo tecnico del Galatasaray ha voluto anche parlare delle sue scelte e di due calciatori in particolare di cui si è parlato molto prima e dopo la spedizione in Brasile, ovvero Mario Balotelli e Giuseppe Rossi:

    Cassano l’ho convocato per quello che aveva dimostrato durante la stagione e non sono pentito. Giuseppe Rossi? Preferirei non parlarne. Le sue parole mi fanno ancora male. Lui sapeva benissimo, fin dal primo giorno, che non avrebbe fatto parte dei 23. Per me lui è stato una grande delusione dal punto di vista umano. Per quanto riguarda Balotelli, quello che ho letto sullo spogliatoio nell’intervallo con l’Uruguay è vero in parte. Mario era nervoso ma non ha avuto nessuna reazione particolare. Prima di salutarlo con lui sono stato chiaro e gli ho detto. “La nazionale avrà ancora bisogno di te, ma tu devi incominciare a vivere nella realtà e non nel tuo mondo virtuale se vuoi diventare quello che sogni, cioè un campione. Ma un campione sa affrontare ogni situazione. Tu in questo momento sei un giocatore che ha i colpi. Ma un campione è un’altra cosa”.

  • Nell’intervallo di Italia-Uruguay lite tra Bonucci e Balotelli

    Nell’intervallo di Italia-Uruguay lite tra Bonucci e Balotelli

    Il caos scaturito nell’ambiente azzurro all’indomani della pessima figuraccia rimediata ai Mondiali, fa emergere situazioni che ci aiutano a capire il malumore dei “senatori” azzurri della spedizione in Brasile.  Ciò che è emerso oggi è quanto è avvenuto nell’intervallo di Italia-Uruguay e che avrebbe portato ad una lite tra Leonardo Bonucci e Daniele De Rossi uniti contro Mario Balotelli, sempre più isolato nel gruppo azzurro. Anche Cassano avrebbe litigato con Gianluigi Buffon: anche per questo Cesare Prandelli ha deciso di dimettersi.

    Già nel dopo partita si erano manifestati i primi indizi del malumore con le roventi dichiarazioni di Buffon e De Rossi: i due campioni del mondo pur non facendo nessun nome avevano chiaramente fatto intuire che il riferimento fosse a Balotelli.

    bonucci e balotelliLo stesso Prandelli, temendo che il comportamento in campo del suo ex, ormai, pupillo rischiava di danneggiare le sorti dell’intera squadra, aveva esortato l’attaccante a cambiare atteggiamento pena la sostituzione. Sostituzione puntualmente avvenuta a fine tempo e qui si inserisce la reazione di Bonucci.

    Secondo il giornalista Giampiero Timossi del Secolo XIX, infatti  Balotelli sarebbe stato “aggredito” da Bonucci mentre ancora protestava per la sostituzione. “Imbecille, esci da qua e stai zitto“, le presunte parole del difensore juventino appoggiato da De Rossi.

    Un altro atteggiamento che non è piaciuto ai senatori è stato proprio quello di prima donna di Balotelli. Vip, isolato insieme a Fanny e ai suoi amici durante tutto il ritiro, e poi quell’album dei Mondiali alla pagina Italia con 23 Balotelli pubblicato su Istangram. Il gruppo, insomma, non l’avrebbe presa bene.

    Passiamo ad analizzare il caso Cassano. L’attaccante barese, pare essersi lamentato nei giorni scorsi per il poco spazio avuto fino alla sfida con l’Uruguay, lamenti che a Buffon non erano andati molto a genio. Sempre secondo il giornalista del Secolo XIX, il capitano della Nazionale  avrebbe avuto un secondo litigio con Cassano, colpevole di aver sbuffato durante il discorso di Pirlo: “Non volevo chiudere cosi, è colpa di tutti, certo,  ma ai giovani dico che serve più amore per questa maglia e meno protagonismo”. Non pensate che questa maglia sia solo due eliminazione”. Buffon si è scagliato contro l’attaccante, ma è stato fermato all’ultimo.

    Nel frattempo Balotelli era salito sul pullman ignorando Pirlo e il suo saluto. To nel resort, solo, si è sfogato con l’ormai celebre messaggio su Twitter, e anche al suo ritorno in Italia è schizzato via da Malpensa sempre e solo accompagnato da Fanny.

     

  • Tutti contro Mario Balotelli e lui replica su Twitter

    Tutti contro Mario Balotelli e lui replica su Twitter

    Mario Balotelli e’ sempre stato osannato, fin troppo coccolato e messo al centro del progetto azzurro. Doveva rappresentare il futuro del calcio italiano, la stella, parole sue, a livello dei fenomenali Messi e Ronaldo. Crescerà, maturerà, prima o poi farà quel salto di qualità tanto sperato. E invece quel poi sta diventando pian piano un mai.

    Ha ancora una volta deluso tutti. Poteva essere il suo Mondiale: non lo è stato. Anzi, ne esce ridimensionato, isolato, ferito, anche dalle frecciate dei veterani Gianluigi Buffon e Daniele  De Rossi.

    Prandelli chiama alla calma Balotelli
    Prandelli chiama alla calma Balotelli

    A 24 anni c’è l’obbligo di tirare un bilancio. E l’analisi, chiara e lucida, ci dice che Balotelli non è un campione. Vero, sono stati soprattutto i media che lo hanno elevato a simbolo di ridimensionamento del calcio italiano. Ma lui ci ha giocato e grazie alla visibilità che i mezzi di comunicazione gli hanno fornito, si è arricchito ed è diventato un personaggio di fama mondiale. E quindi ora è giusto che si prenda le sue responsabilità e capisca che gli anni buttati cominciano a essere troppi. E che chi ha provato con pazienza ad aspettarlo, ora si è veramente stancato.

    La fotografia che racconta il Mondiale di Mario Balotelli è impietosa: lui solo, seduto in panchina con lo sguardo perso. Ha finito abbandonato da tutti, dal C.t. che lo ha sostituito evitandogli l’espulsione; dai veterani De Rossi e Buffon che, nel post, lo hanno, nemmeno troppo velatamente, massacrato. Abbandonato anche dal suo presunto talento.

    I tifosi, tanti, che hanno sostenuto la Nazionale in queste tre partite hanno individuato due capi espiatori: Cesare Prandelli e Mario Balotelli. A 24 anni doveva essere l’età giusta per spaccare il mondo; e invece il mondo ha spaccato Mario e, con lui, anche l’ormai ex C.t.

    L’etichetta di sbruffone sopravvalutato dovrà levarsela sul campo perchè ora, nessuno lo potrà più difendere. Nemmeno quel C.t. che ci aveva sempre provato.

    Dal suo lato, Supermario, non ha accettato le critiche mosse dai suoi compagni e dai sui canali social scrive:

    Sono Mario Balotelli ho 23 anni e non ho scelto di essere italiano . L ho voluto fortemente perché sono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA. Ci tenevo fortemente a questo mondiale e sono triste arrabbiato deluso con me stesso . Si magari potevo fare gol con la costa rica avete ragione ma poi? Poi qual’è il problema? Forse quello che vorreste dire tutti è questo? La colpa non la faccio scaricare a me solo questa volta perché Mario Balotelli ha dato tutto per la nazionale e non ha sbagliato niente.( a livello caratteriale) quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ” fratello” . MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?

  • Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Il giorno dopo la disfatta, il risveglio è più amaro per Cesare Prandelli, che Giovedì ritornerà in Italia da “ex”. Ex cittì, dimissionario insieme ad Abete, per orgoglio e per dignità dopo una vera e propria debacle sportiva. Un punto di non ritorno, inevitabilmente, assumendosi le proprie responsabilità di fronte a scelte sbagliate e confuse, di fronte ad uno spogliatoio che tanto unito poi non era, basti pensare alle parole di Buffon e De Rossi e al fatto che Balotelli non fosse presente nel momento del discorso d’addio di Pirlo alla maglia Azzurra. Tutto questo non poteva passare in sordina, non poteva non aver conseguenze: errori tecnici e di valutazione del cittì Prandelli, convocazioni non ottimali, necessità di stravolgere le proprie idee ed il modulo sul quale aveva puntato. Il caldo, l’arbitro “Moreno bis” e le energie fisiche ridotte al lumicino hanno completato il quadro nefasto, conducendoci verso un nuovo “anno zero” del calcio italiano, solo quattro anni dopo l’altra eliminazione al primo turno dei Mondiali, nel 2010 in Sudafrica. Allora era il Lippi-bis, reduce dai trionfi di Germania 2006 e richiamato nel post-Donadoni.

    Prandelli addio, in 4 per la successione
    Prandelli addio, in 4 per la successione

     

    Ora, c’è Prandelli che saluta tutti con la sua consueta onestà intellettuale, con il garbo che sempre lo ha contraddistinto, ma anche con la consapevolezza di aver fallito, nonostante il secondo posto agli Europei 2012 e il terzo posto in Confederation’s Cup. C’è un uomo che non ha saputo coniugare insieme le due anime della squadra: senatori e giovani. I primi rivendicano l’impegno profuso, i secondi non hanno saputo reggere alle pressioni e non si sono rivelati all’altezza, con qualche rara eccezione. Resta l’incognita di chi poteva essere e non è stato: Giuseppe Rossi o Destro, ma anche del cambio Balotelli-Parolo o della troppa fiducia in Thiago Motta. E poi resta sempre il discorso dei “campioni con il condizionale” di cui ha parlato capitan Buffon: riferimento a Balotelli, implicito ma non troppo.

    Dalle macerie di questa Nazionale del post-Prandelli si dovrà ripartire in fretta e bisognerà farlo con un nuovo tecnico e, soprattutto, con un nuovo progetto. Non ci si può permettere di lasciar spazio all’improvvisazione e alla concitazione, è necessario ponderare bene. D’altronde, il 9 di Settembre è già in calendario il prossimo impegno del “nuovo corso” contro la Norvegia che dovrà condurre agli Europei 2016 in Francia. Chi siederà sulla panchina azzurra nel post- Prandelli? In lista, per ora, ci sarebbero 4 nomi: Roberto Mancini, Massimiliano Allegri, Alberto Zaccheroni e Luciano Spalletti. A ben vedere, appaiono come candidature profondamente diverse per aspetto tecnico-tattico, per età ed esperienza e anche questo non può che essere un ulteriore sintomo di caos che regna sovrano. Nessuno dei quattro appare “un vincente per antonomasia”, tutti e quattro hanno vinto qualcosa nella loro carriera ma nessuno di loro può vantare trionfi di assoluto prestigio: nessuna Champions League, per intenderci. Alcuni, però, hanno avuto una buona esperienza internazionale e, in questi casi, può risultare un fattore decisivo. Sarebbe corretto, dunque, scartare a priori Allegri e puntare su chi ha dalla sua parte qualche buon risultato e l’esperienza al di fuori dei confini italiani: in pole, dunque, potrebbe esservi Mancini, reduce dall’esperienza con il Manchester City ed il Galatasaray. L’incognita, in tal caso è legata al suo ingaggio, che potrebbe essere eccessivo per le casse della Figc. Zaccheroni, invece, è reduce dall’eliminazione al primo turno del Giappone con il quale, però, aveva vinto la Coppa d’Asia. Infine, Spalletti ormai libero dallo Zenith San Pietroburgo è fautore di un calcio sempre piacevole e spettacolare ma, negli ultimi tempi, ha collezionato qualche delusione anche in Russia.

    Quattro candidati per una panchina che scotta, quattro alternative che appaiono, però, “di ripiego” rispetto a quello che appare come il sogno impossibile: Carlo Ancelotti. La sensazione è che il vincitore della Decima con il Real rimarrà ancora a Madrid ma che, prima o poi, la sua strada si tingerà d’azzurro. Non ora, però: la ricostruzione dalle macerie spetterà a qualcun’altro. Sperando che la scelta sia illuminata.

  • Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Nella terza giornata del gruppo D di Brasile 2014 l’Italia perde 1-0 contro l’Uruguay: decide un colpo di testa di Godin nel finale. Ma nell’eliminazione degli azzurri pesano le folli decisioni arbitrali del messicano Rodriguez Moreno: espulso il centrocampista della Juventus Claudio Marchisio e salvato l’attaccante del Liverpool Luis Suarez che morde Chiellini. Uruguay qualificata agli ottavi di finale da seconda del girone, l’Italia saluta i Mondiali al girone per la seconda volta consecutiva. Un altro Moreno nel destino degli azzurri, Marco Antonio Rodriguez Moreno, messicano, 40 anni. Premesso questo, il direttore di gara messicano non va usato come alibi.

    Chiellini e Suarez
    Chiellini e Suarez

    L’Italia è stata poco brillante, quasi mai pericolosa e atta più a difendere il pareggio che a cercare il vantaggio. Questa sconfitta è un fallimento, perchè dopo la vittoria contro l’Inghilterra, gli azzurri hanno giocato molto male le due gare successive. Traditi da un Balotelli molto nervoso, ammonito come troppo spesso gli capita e sostituito nell’intervallo per non lasciare la squadra in dieci uomini. Le scelte di Cesare Prandelli sono state troppo prudenti; la manovra degli azzurri è stata lenta, compassata e prevedibile.

    L’Italia tra la Costa Rica e l’Uruguay è riuscita a calciare verso la porta avversaria solamente tre volte; nessun giocatore è mai riuscito a saltare l’uomo e la qualità in palleggio dell’ottimo Verratti e di Pirlo, elegante ma un pò appannato, non è bastata.

    Se non si tira in porta le partite non si vincono. Prendere gol da calcio fermo fa male, e conferma i limiti difensivi di un reparto arretrato il quale ha subito tre reti nelle tre sfide del girone, tutti e tre evitabili.

    Lo 0-0 avrebbe portato l’Italia agli ottavi di finale, ma a gioire è stato l‘Uruguay. Brasile amarissimo rialzarsi sarà molto dura. Il C.T. dell’Italia Cesare Prandelli rassegna le dimissioni a fine match; insieme a lui se ne va anche il Presidente della F.I.G.C. Giancarlo Abete. Queste le parole dell’ormai ex C.t.: ” Al termine della partita ho parlato con il Presidente Federale e ho visto che il progetto tecnico è di mia responsabilità e rassegno le dimissioni. Abbiamo camuffato i problemi del calcio italiano, ma dopo il mio rinnovo del contratto ci siamo trovati di fronte a delle agressioni verbali e ci siamo sentite persone che rubavano i soldi ai contribuenti. E questo è un motivo per cui rassegno le dimissioni Non ho mai rubato soldi, vado a casa a testa alta. Pago le tasse, non volevo sentirmi dire che rubo i soldi”. 

    Amareggiato il capitano azzurro, Gigi Buffon, che a fine gara si leva un sassolino dalle scarpe contro coloro che alla vigilia di Brasile 2014 criticavano le scelte di Prandelli sui “vecchi” : “Sempre gli stessi a tirare la carretta. In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà“, il riferimento chiaro era su Balotelli e a fargli eco, ma con parole ancora più esplicite è De Rossi: “Dobbiamo ricordarci bene tutto però e ripartire da uomini veri, non dalle figurine o dai personaggi. Questi non servono alla Nazionale. Le parole di Buffon? Le sottoscrivo in pieno e non perché mi ha messo tra quelli della vecchia guardia. Noi incarniamo lo spirito giusto e noi ci mettiamo sempre la faccia. Chi non ha la stessa passione e lo stesso impegno può restare a casa”

    L’unico guizzo azzurro arriva al 12′ punizione su di Pirlo, ma Muslera alza in calcio d’angolo. Al 59′ Rodriguez vicino al gol: Suarez gli concede un 1-2 e lui con il sinistro da ottima posizione calcia fuori. Al 60′ l’Italia rimane in dieci uomini per l’espulsione di Claudio Marchisio. Al 66′ ci prova Pirlo da fuori area palla alta sopra la traversa. All’81’ vantaggio dell’Uruguay con un colpo di testa di Godin su calcio d’angolo di Ramirez.

    ITALIA-URUGUAY (0-0) 0-1

    Italia (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti (75′ Thiago Motta), Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli (46′ Parolo), Immobile (71′ Cassano)

    Uruguay (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, A. Pereira (63′ Stuani); Lodeiro (46′ Maxi Pereira), Gonzalez, Arevalo Rios, Rodriguez (78′ Ramirez) ; Cavani, Suarez

    AMMONITI: 23′ Balotelli, 47′ Rios, 77′ De Sciglio, Muslera

    ESPULSI: 60′ Marchisio

  • Brasile 2014, Italia così no!

    Brasile 2014, Italia così no!

    Di fronte a quanto si è visto nella seconda sfida della nostra Nazionale, che ci vedeva contrapposti alla Costa Rica, non si può che rimanere alquanto preoccupati ed un poco sorpresi. La seconda emozione l’avevamo provata dopo l’incontro con l’Inghilterra, ma in senso opposto, eravamo sorpresi positivamente. La preoccupazione nasce, invece, da una sensazione di impotenza di fronte ad un avversario, più fresco, più veloce e con una fame devastante nonostante proprio prima della spedizione per Brasil 2014 avevamo rimarcato come uno dei nostri punti di forza maggiori fosse proprio la duttilità tattica della rosa convocata da Prandelli.

    In effetti ci aspettavamo qualche ritocco rispetto al match contro i britannici, proprio in funzione delle caratteristiche più fisiche e meno tecniche dei nostri avversari centroamericani, ma non ci si poteva aspettare di certo un mix di insicurezza da parte del tecnico e di stanchezza fisica dopo una sola gara alle spalle.

    Prandelli ha giocato alcune carte prevedibili, attingendo dalla rosa a disposizione e considerando la Costa Rica, tuttavia è sembrata una Nazionale sempre troppo prudente rispetto ad un avversario che certamente meritava considerazione ma non doveva incutere timore. Morale, pallino del gioco in mano alla Costa Rica e dominio fisico dei centroamericani, anche a centrocampo, dove contro l’Inghilterra abbiamo vinto la partita.

    Se poi ci si poteva legittimamente aspettare dei cambi ad-hoc per rimettere in piedi l’inerzia della partita si è rimasti delusi. Balotelli troppo solo e anche quando viene imbeccato magistralmente da Pirlo riesce a dare un saggio di come si buttano via i palloni d’oro, non quelli di France Football, ma quelli che il campo ed i compagni riescono a darti per fare al meglio quello che sai fare da campione quando vuoi, ovvero il gol.

    Cesare Prandelli / Foto Twitter
    Cesare Prandelli / Foto Twitter

    Thiago Motta sembrava un faro spento in mezzo al mare, piantato lì che nemmeno ad intermittenza si accende, male anche Chiellini che pure da centrale si trova in difficoltà. E poi la nostra arma da utilizzare al meglio, la duttilità tattica dovuta alla possibilità di effettuare dei cambi che possono per caratteristica dare un cambio al modulo, all’intensità ed al volto della squadra. Le carte giocate sono state Cassano, irriconoscibile per la sua imprecisione e la sua impalpabilità, Cerci che è riuscito solo a saltare un paio di volte il suo diretto avversario e nulla più ed infine Insigne per continuare ad aggiungere imprevedibilità, se solo gli interpreti avessero fatto quello che ci si aspettava facessero.

    Insomma inutile negarlo, una disfatta di proporzioni enormi, ma che fa da contro altare alla bellissima prova fornita contro l’Inghilterra e che quindi non può e non deve aprire processi al momento soltanto deleteri e poco costruttivi. C’è ancora un Mondiale da giocare e da finire, quindi è solo il momento di rimboccarsi le maniche e sbagliare il meno possibile, perché poi è questo il segreto per vincere Brasile 2014.

    Prandelli deve comprendere i limiti dei suoi ragazzi e deve farlo in fretta, non si può permettere di lasciare intentate le strade meno ardite per la paura di perdere un equilibrio di squadra quando le cose si stanno mettendo male, deve avere il coraggio di affrontare gli avversari rimarcando la forza del gruppo e la sua capacità camaleontica, altrimenti non ha senso continuare a sventolare certe bandiere e certe capacità se poi non sappiamo come sfruttarle.

    In effetti la sensazione è stata questa, dopo un primo tempo così così e sotto di una rete ci si aspettava la sterzata che non è arrivata, anzi è arrivata l’involuzione definitiva con due tiri in porta nei primissimi minuti della ripresa e poi tanto possesso palla inutile frammentato dalla capacità dei nostri avversari di chiudere gli spazi e guadagnare tempo.

    Siamo passati da un 4-1-4-1 iniziale, con una sola punta a fare da sponda e dandogli due palle gol saltando il loro centrocampo e subendo una rete per poi passare ad un 4-4-1-1 per coprirci ancora di più ma cercando fantasia nei trequartisti ed abbiamo chiuso con un inedito 4-2-3-1 rischiando ancora in contropiede il gol che chiudeva definitivamente la partita nella ripresa e senza mai pungere l’avversario. Considerando il nostro livello nella classifica F.I.F.A. rispetto alla Costa Rica  e su come abbiamo gestito l’incontro c’è molto da riflettere.

    Adesso c’è l’Uruguay, cliente ostico e ci vorrà una partita da Italia vera per andare avanti in Brasile 2014 il tempo delle scommesse e delle incertezze deve essere lasciato alle spalle, si deve solo fare quello che sappiamo fare meglio giocare al nostro livello senza considerare chi abbiamo di fronte, perché come siamo abituati, nella prossima sfida siamo dentro o fuori, a noi le cose facili da girone dominato non piacciono e allora vedremo di pasta siamo fatti.