Tag: catania

  • Cesena – Catania 0-0, le pagelle. Mutu, che succede?

    Cesena – Catania 0-0, le pagelle. Mutu, che succede?

    Il Cesena spreca anche l’ultima occasione che il calendario offriva, pareggiando 0-0 contro un Catania sprecone in avanti. Il rientrante Mutu si è reso protagonista di una prova sconcertante, tanto da costringere lo stesso Beretta ad escluderlo ad inizio secondo tempo. Tra gli ospiti Barrientos ha avuto le migliori chances per segnare, ma la sfortuna e poca lucidità nella finalizzazione hanno fatto sì che l’argentino le fallisse tutte. Nel finale di gara deplorevole la testata di Almiron ai danni di Comotto, ex compagni di squadra alla Fiorentina.

    Cesena Catania 0-0, le pagelle.

    CESENA
    Antonioli 6: ordinaria amministrazione per l’estremo difensore bianconero. Scommettiamo che ancora per un paio di giorni si sognerà l’argentino Barrientos, per tutte le volte che quest’ultimo ha provato a fargli gol.
    Pudil 4,5: l’esterno di sinistra lascia in 10 uomini al 21′ del primo tempo i suoi compagni di squadra in una partita fondamentale, protestando platealmente con l’arbitro Rocchi per l’ammonizione appena subita. Dopo la sua espulsione il Cesena diventa un fantasma in campo.
    Parolo 5: dove è finito il centrocampista che mezza Serie A corteggiava durante la scorsa estate? Allora venne rifiutata un’importante offerta da parte del Cagliari (6 milioni di euro più la metà di Biondini), perché considerata non adeguata al reale valore del calciatore. Difficilmente ora un’altra squadra si presenterà a giugno proponendo un’offerta migliore.

    adrian mutu | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Mutu 4: imbarazzante la sfrontatezza e la superficialità con cui il rumeno scende in campo al Manuzzi. Ad inizio stagione era stato acclamato come il salvatore della patria, ora invece gli viene preferito addirittura un ragazzino di 18 anni (Arrigoni ndr).
    Iaquinta 6: è l’unico a provarci durante tutti i 90′ minuti di gara, non trova però l’assistenza dei propri compagni. Arrivato in prestito dalla Juventus a fine gennaio, l’ex attaccante dell’Udinese si aspettava sicuramente qualcosa di diverso dal disastro in cui è andata incontro la squadra nelle ultime partite.

    CATANIA
    Carrizo 5,5: difronte non ha né Messi né Rooney, una serata tutto sommato tranquilla per il portiere sudamericano. Macchia però la sua partita con un intervento approssimativo sugli sviluppi di un corner, e per poco Rodriguez non ne approfitta.
    Bellusci 6,5: a sorpresa in campo al posto di Legrottaglie, il difensore classe ’89 risulta essere uno dei migliori in campo a fine partita. Montella ha tra le mani un gioiellino niente male, Prandelli dovrebbe farci più di un pensierino.
    Almiron 3: più che della sua prova in campo (nulla di trascendentale), siamo costretti a giudicarlo per la testata che rifila al suo ex compagno di squadra viola Comotto. Come si dice, a volte ritornano (Zidane docet).
    Barrientos 6: sufficienza per la voglia e determinazione con cui cerca la via della rete, trasformandosi in attaccante aggiunto nell’undici etneo. Non è un caso che gli attacchi del Catania abbiano come comune denominatore la fascia destra, dove l’argentino è il padrone assoluto. Montella avrà comunque già pronto un piano di allenamenti specifici per migliorarne la finalizzazione sotto porta.
    Bergessio 5,5: più in ombra rispetto ad altre giornate. Gioca quasi sempre di sponda per i propri compagni, e non trova quasi mai delle buone occasioni di tiro. Il riscatto dell’ex St.Etienne già nella prossima sfida casalinga contro la Fiorentina?

    Tabellino Cesena Catania 0-0
    Cesena (3-5-2):  Antonioli 6, Comotto 5, Rodriguez 5,5, Moras 5,5, Pudil 4, Colucci s.v. (26′ M.Rossi 5,5), Guana 5, Parolo 5, Santana 5,5 (18′ s.t. Martinho 5), Mutu 4 (1’s.t. Arrigoni 5,5), Iaquinta 6.
    A disposizione: Ravaglia, Rennella, Ceccarelli, Martinez. Allenatore: Beretta 4,5.

    Catania (4-3-3): Carrizo 5,5, Motta 6, Bellusci 6,5, Spolli 6, Marchese 6 (10′ s.t. Llama 6), Izco 5,5, Lodi 6, Almiron 3, Gomez 6,5 (20′ s.t. Catellani 6), Bergessio 5,5, Barrientos 6 (30′ s.t. Ricchiuti 5,5)
    A disposizione: Kosicky, Legrottaglie, Capuano, Seymour, Catellani. Allenatore: Montella 6.

  • Cesena – Catania 0-0, Barrientos spreca. Espulsi Pudil e Almiron

    Cesena – Catania 0-0, Barrientos spreca. Espulsi Pudil e Almiron

    Il recupero della 22 giornata fra Cesena Catania termina con uno 0-0 che suona quasi da condanna definitiva per la squadra di casa. Un punto che consente ai romagnoli di raggiungere il Novara a quota 17 punti. La salvezza dista 12 punti, con altrettante gare da disputare da qui alla fine del campionato. L’incontro è stato pesantemente condizionato dall’espulsione nel primo tempo del bianconero Pudil, che viene espulso dall’arbitro Rocchi a seguito delle proteste per aver ricevuto un cartellino giallo ritenuto ingiusto dall’esterno ceco.

    Il Catania ha avuto per larghi tratti il pallino del gioco in mano e soltanto la poca precisione dell’argentino Barrientos non ha consentito agli etnei di ottenere i tre punti, con i quali i rossoblu avrebbero raggiunto l’Inter al settimo posto in classifica. Nel finale espulso anche il centrocampista Almiron, per una testata al difensore Comotto. La squadra di Montella resta all’ottavo posto, a 3 punti dall’Europa League.

    INIZIALE EQUILIBRIO – I primi 10′ minuti dell’incontro vivono su un equilibrio quasi matematico. Niente di trascendentale per entrambe le squadre, conforta però la determinazione mostrata dai padroni di casa che vanno al tiro con il centrocampista Colucci, schierato a sorpresa titolare dal tecnico Beretta. Dopo l’iniziale equilibrio la partita diventa cattiva, con i giocatori del Cesena che sentono la pressione del match da ultima spiaggia.

    ROCCHI SHOW – Al 21° minuto arriva la svolta. L’esterno di sinistra bianconero Pudil insulta l’arbitro Rocchi che non esita un istante ad estrarre il cartellino rosso. Il Manuzzi è in rivolta, e lo stesso allenatore dei padroni di casa inveisce contro il fischietto toscano. Rocchi invita Beretta ad abbandonare la panchina, con quest’ultimo che si avvia verso gli spogliatoi applaudendo ironicamente l’arbitro.

    CATANIA NON PUNGE – Dopo l’espulsione la partita viene controllata abbastanza agevolmente dagli uomini di Montella, sebbene gli etnei non riescano a creare grossi pericoli ad Antonioli. L’estremo difensore bianconero compie solamente una facile parata sul colpo di testa dell’argentino Gomez. L’occasione più ghiotta capita nel finale del primo tempo a Motta, che tutto solo non riesce a girare in rete un bel cross del centrocampista Lodi.

    sergio almiron | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    BARRIENTOS SPRECONE – Nella ripresa il Cesena (senza Mutu, dentro il 18 enne Arrigoni) parte forte nonostante l’inferiorità numerica. Sugli sviluppi di un corner guadagnato da Iaquinta, Carrizo non è perfetto nella presa e per poco Rodriguez non beffa il portiere rossoblu. Quella del difensore bianconero rimane però un episodio isolato e gli etnei riprendono in mano le operazioni dell’incontro. Assoluto protagonista l’esterno destro Barrientos. L’argentino fallisce una buona occasione al 16′, quando conclude centralmente dal dischetto su assist di Gomez. Sempre Barrientos a metà ripresa ha sui piedi la palla del vantaggio etneo ma da pochi metri colpisce il palo esterno della porta difesa da Antonioli.

    ANCHE ALMIRON ESPULSO – I padroni di casa, letteralmente scomparsi nei secondi 45′ minuti di gara, potrebbero capitolare allo scadere, ma Antonioli è bravo a evitare la beffa parando un tiro insidioso dell’onnipresente Barrientos. Nei minuti di recupero Almiron “perde” la testa e colpisce violentemente Comotto, che pochi attimi prima si era rivolto verbalmente al centrocampista argentino. Il risultato non cambia, il Cesena impatta sullo 0-0 contro il Catania e abbandona ogni residua speranza di salvezza.

  • Inter, le lacrime di Cambiasso simbolo della sconfitta

    Inter, le lacrime di Cambiasso simbolo della sconfitta

    La sconfitta non è arrivata, ma quel pareggio riacciuffato in extremis ha di fatto palesato gli evidenti limiti di questa Inter targata Ranieri. Analizzando il match senza guardare il risultato emerge nuovamente come i nerazzurri siano praticamente inesistenti in mezzo al campo, e soprattutto fragili a livelli imbarazzanti in fase difensiva. Ranieri ha nuovamente sconfessato le sue scelte iniziali, dove se nel primo tempo aveva provato ad uscire della crisi utilizzando il più solido 4-4-2, sacrificando il giocatore di più inventiva come Sneijder, schierando Forlan come esterno di centrocampo,  nella ripresa ha di fatto utilizzato un default tattico inserendo l’olandese e rompendo gli schemi iniziali.

    Il pareggio è arrivato solo grazie a uno scatto d’orgoglio, e non al gioco che latita da mesi. L’immagine simbolo della sconfitta subita, nonostante il pari agguantato, sono le lacrime di Cambiasso, giocatore che ha sempre lottato e sentito la maglia nerazzurra come una seconda pelle. Alla sua sostituzione c’è stata un’ovazione, lasciatemi dire, indegna e ingenerosa.

    la disperazione di Cambiasso | ©Claudio Villa/Getty Images

    Ripreso dalle telecamere in panchina, Cuchu Cambiasso ha mostrato la sua sensibilità, cercando di nascondere il volto coperto dalle lacrime. Immagine che segna certamente la fine di un ciclo in casa Inter, ricordando  quasi il tragico pianto di un campione come Ronaldo sulla panchina in occasione dello scudetto sfumato contro la Lazio.

    Il centrocampista argentino è stato uno dei peggiori in campo ieri sera, mostrando come con l’alzarsi della sua età anagrafica non può giocare al top quaranta partite a stagione. Non per questo motivo sono giustificati i fischi e l’ovazione per la sostituzione di uno dei maggiori artefici delle vittorie nerazzurre di questi ultimi anni. L’argentino arrivato dal Real Madrid a parametro zero, è stato uno dei colpi di mercato più azzeccati degli ultimi anni, risultando una colonna portante del centrocampo di Mancini e di Mourinho. Oltre che un campione è sempre stato un giocatore che ha sentito in maniera speciale l’attaccamento ai colori e alla maglia nerazzurra, volendo ricordare come in tutti i festeggiamenti, indossasse la maglia numero tre ,di una bandiera e di un suo personale idolo come Giacinto Facchetti. Ridicoli i fischi e addirittura umiliante un’ovazione che Cambiasso ha sentito davvero come degradante dal punto di vista personale, nei confronti di quei tifosi che lui sentiva sempre al suo fianco.  Andiamoci piano a dare per bolliti dei giocatori che sono saliti sul tetto del mondo solo un anno fa, perché la rifondazione probabilmente investirà molte vecchie pedine, con l’inserimento di forze fresche, ma criticare e umiliare un giocatore come Cambiasso mi sembra davvero autolesionismo allo stato puro. Gli eroi di Madrid avranno com’è giusto che sia sempre il rispetto e la gratitudine dei veri tifosi nerazzurri, perché un’annata storta non cancella di certo un lustro di vittorie che ha portato gli addetti ai lavori a rinominare la Grande Inter quella del Triplete dopo quella di Helenio Herrera. Cambiasso come il suo idolo Giacinto Facchetti saprà nuovamente rialzarsi, senza dover nascondere quelle lacrime amare, di cui non ha nulla da vergognarsi. Esteban Cambiasso è di fatto un pezzo della storia nerazzurra,  e per questo motivo credo che le uniche persone che dovrebbero nascondersi siano quelle che hanno gioito alla sua sostituzione.

     

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    Arbitri nella bufera, quanti errori nella 26 giornata

    Ancora una giornata da dimenticare quella vissuta dagli arbitri nel weekend di partite appena concluso. Dall’anticipo di Torino fra Juventus-Chievo per arrivare al posticipo di ieri sera tra Inter-Catania, passando per Parma dove Valeri non ne combina una giusta. Recrimina anche la Roma. Relativa tranquillità sugli altri campi. Unica nota positiva per la classe arbitrale la corretta valutazione da parte degli assistenti di linea in occasione di due situazioni identiche rispetto al gol-fantasma di Muntari della scorsa giornata verificatesi all’Olimpico e a Via Del Mare.

    JUVENTUS – CHIEVO 1-1 – L’arbitro Gervasoni convalida il gol del momentaneo vantaggio bianconero di De Ceglie (alla prima rete in Serie A), sebbene quest’ultimo si trovi in posizione di fuorigioco al momento del passaggio di testa di Chiellini (il guardalinee è Liberti). Nel secondo tempo il calciatore del Chievo Dramè non riceve la seconda ammonizione, e conseguente cartellino rosso) per un’entrata da dietro su Licthsteiner. Il difensore gialloblu qualche minuto più tardi segnerà il gol del definitivo 1-1.

    ROMA – LAZIO 1-2 – Bergonzi applica alla lettera il regolamento in occasione del rigore biancoceleste con annessa espulsione del portiere Stekelenburg. Il guardalinee Copelli non cade nell’errore del collega Romagnoli e assegna giustamente il gol del pareggio giallorosso di Borini. L’arbitro però macchia la sua gara ammonendo per simulazione il giovane attaccante giallorosso, quando le immagini dimostrano chiaramente che è Biava a commettere fallo. Il difensore laziale, già ammonito, andava espulso. Probabile l’utilizzo della prova tv per il centrocampista della Lazio Matuzalem, che rifila uno schiaffo a Borini, lontano dagli occhi della terna arbitrale.

    Paolo Valeri | © Valerio Pennicino/Getty Images

    PARMA – NAPOLI 1-2 – Prova sconcertante del fischietto Valeri al Tardini. In occasione del rigore concesso al Napoli, Cavani si sgambetta da solo prima di essere colpito dal difensore Musacci. Penalty senz’altro discutibile. Nella ripresa, sul risultato di 1-0 in favore degli azzurri, Valeri non concede un rigore solare alla formazione di casa per fallo di mano di Dossena. Clamorosa poi l’errore sul gol di Lavezzi, in evidente off-side al momento dell’assist di Cavani. L’argentino sul proseguo dell’azione firmerà la rete del 2-1, che consente al Napoli di conquistare la quinta vittoria consecutiva.

    INTER – CATANIA 2-2 – I nerazzurri recriminano giustamente per la concessione del secondo gol agli etnei da parte dell’arbitro Celi. Infatti al momento dell’assist finale a Izco, il terzino Marchese si trova in netto fuorigioco (il guardalinee è Nicoletti). Regolare invece la posizione di Gomez in occasione della prima rete della squadra di Montella, con l’argentino tenuto in gioco dal connazionale Samuel.

    LECCE – GENOA 2-2 – Serse Cosmi espulso per le proteste sul fallo del genoano Kucka alla fine del primo tempo ai danni dell’attaccante Di Michele. Il calciatore di Marino andava ammonito per la seconda volta e quindi espulso.  Da sottolineare la giusta decisione dell’assistente di Russo nel convalidare il gol del vantaggio iniziale di Sculli, con la palla che ha oltrepassato la linea di porta.

  • Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Un’Inter dalla due facce, dove nel primo tempo non trova la via del gol e seguendo la stessa trama delle ultimissime partite si fa trovare sguarnita e impreparata in difesa lasciando quasi per ‘educazione’ l’ingresso libero in area agli attaccanti avversari. One shot one kill è ormai impresso sulla porta difesa da Julio Cesar, poiché alla prima vera occasione utile subita, i nerazzurri puntuali come gli svizzeri passano in svantaggio. Nella ripresa la trasformazione con l’ingresso di Sneijder e la duplice sostituzione di un Palombo inguardabile e un Cambiasso ormai stremato, con l’energia e la freschezza di Poli e Obi ridanno vitalità alla manovra di gioco nerazzurra. Il Catania ha le colpe di essersi giocata l’occasione della vita in maniera superficiale, sprecando malamente le palle gol del 3-0, e calando in maniera eccessiva nella ripresa lasciando il pallino del gioco nelle mani dei nerazzurri. Carrizo ci ha messo del suo riaprendo la partita con una papera evitabile, mentre al resto ci hanno pensato Forlan e Milito. Morale della favola? Il pari nasce più dai demeriti del Catania che dalle pochissime buone cose fatte vedere dai nerazzurri, palesando ancora una volta una sorta di anarchia tattica in mezzo al campo che mostra come Ranieri solo fisicamente sia ancora il tecnico dell’Inter.

    PAGELLE INTER

    Nagatomo 4,5 Male, malissimo. Ha l’attenuante che gioca sulla fascia destra non di sua competenza, ma si fa saltare come un novellino sulla prima sterzata di Gomez, concedendogli il tiro con il suo piede migliore, regalando in questo modo il gol del vantaggio. Partita colma di errori e imprecisioni.

    Palombo 4 Ancora oggi rimane inspiegabile il suo acquisto dopo la cessione di Thiago Motta, quasi a voler colmare una casella vuota nella caselle delle entrate, scegliendo a casaccio. Sbaglia moltissimi palloni e non trova mai la posizione utile ad aiutare la retroguardia.

    Forlan 6,5 Torna a segnare dopo un’eternità, e si prende dopo le vagonate di fischi i suoi primi applausi dal pubblico di San Siro. Partita a due fasi, dove nel primo tempo si intestardisce fin troppo calciando da ogni posizione, e nella ripresa complice la fortuna e l’orrore di Carrizo trova la rete del 2-1. Non bastasse pennella l’assist per Milito.

    Milito 6 Non brilla, cercando di trovare lo spunto che gli manca dal match contro il Palermo, ma di palloni giocabili davanti non se ne vedono. Poi Forlan gli serve l’assist vincente e lui spacca la porta con un gol rabbioso.

    Pazzini 3 Involuzione totale dell’attaccante che solo poco tempo fa era in grado di risolvere le partite segnando quei gol da rapace d’area. Anche per lui davanti non si vedono palloni giocabili, ma in maniera quasi irritante continua a chiedere falli che non ci sono, e nel finale sbaglia un gol impossibile calciando centrale da due passi solo davanti a Carrizo.

    Sergio Almiron © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    PAGELLE CATANIA

    Carrizo 4,5 Paperaccia dell’argentino ex Lazio, che dopo essere rimasto inoperoso per tutto il match regala il gol che riapre la partita su una conclusione forte di Forlan tutt’altro che imparabile. Sul secondo gol non può nulla.

    Izco 6,5 Recupera dall’infortunio e torna da protagonista, segnando la rete del 2-0, ma soprattutto diventando una vera spina del fianco per tutti i giocatori nerazzurri.

    Almiron 7,5 Assoluto protagonista in positivo della sfida. Recupera un milione di palloni e serve con assist calibrati i compagni di squadra, dettando i tempi della manovra e delle ripartenze alla perfezione. Uno come lui servirebbe come il pane ai nerazzurri.

    Gomez 7 Papu Gomez non perdona. Ranieri si affida alla velocità di Nagatomo per evitare le sue accelerazioni, ma l’attaccante del Catania è inarrestabile e con una sterzata secca prima manda fuori tempo il terzino nipponico e poi mette la sua firma sul tabellino dei marcatori con un destro a giro imprendibile per Julio Cesar.

    HIGHLIGHTS INTER – CATANIA 2-2

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  • Inter – Catania 2-2, Forlan e Milito evitano un altro ko

    Inter – Catania 2-2, Forlan e Milito evitano un altro ko

    Si intravede la luce dal tunnel in cui è finita l’Inter. Gli uomini di Ranieri portano a casa un punto sofferto e strappato con le unghie e con i denti, dopo aver recuperato un passivo di due gol nella ripresa. Difficile capire se Ranieri sarà ancora il tecnico dell’Inter, ma una cosa è certa ancora una volta nel secondo tempo il tecnico romano ha di fatto sconfessato le solite scelte iniziali come accade puntualmente negli ultimi match, palesando una confusione tattica imbarazzante. Splendido Catania nei primi 45 minuti di gioco, con Montella che aveva avvertito i suoi cercando di tenere alti i ritmi di gioco, mentre nella ripresa, complice l’imprecisione sottoporta degli attaccanti argentini, e una papera di Carrizo, i nerazzurri hanno ritrovato la via del gol, riuscendo a strappare un pari davvero inaspettato.

    Manca Maicon ai nerazzurri, che accusa un leggero dolore muscolare e rimane in tribuna. Ranieri schiera Zanetti al suo posto inserendo Faraoni sull’esterno in mediana. Tutto confermato davanti con la coppia Pazzini Milito e Forlan largo sulla fascia. Per il Catania confermate le previsioni iniziali con Izco che recupera e torna disponibile a centrocampo.

    PRIMO TEMPO – Match che parte con ritmi molto bassi, i nerazzurri cercano di far girare la palla mentre il Catania si difende con ordine. Forlan prova più volte la conclusione dalla distanza, quasi a voler riprendere il feeling smarrito con lo specchio della porta. È proprio l’uruguaiano ad avere un’ottima occasione al 15’: cross di Milito, Forlan è solo in area e prova la conclusione al volo, colpendo bene ma la conclusione è troppo centrale, e Carrizo che respinge senza problemi. Solito copione delle ultime  partite nerazzurre, dove nel miglior momento dell’Inter, è il Catania a passare in vantaggio. Gomez al 20’ complice un mancato allineamento della difesa interista, sfugge alle maglie del fuorigioco, prende in velocità Nagatomo, lo salta e buca sul palo opposto Julio Cesar con un diagonale imprendibile. Deja vu.

    Il problema più evidente è che manca la reazione dell’Inter, e anzi il contraccolpo psicologico del gol dello svantaggio è accusato in maniera pesante dai nerazzurri che sembrano quasi spaesati in mezzo al campo. Occasione letteralmente divorata da Barrientos al 37’, servito in area  da una splendida imbucata di Almiron, liscia il pallone facendosi anticipare in seguito dall’uscita di Julio Cesar. È solo il preludio al raddoppio che arriva al 38’: Marchese  pescato in posizione di fuorigioco (non ravvisato), va sul fondo e serve l’assist a Izco, che a porta vuota deve solo toccare per il tap in vincente e portare i suoi sul 2-0. Silenzio agghiacciante a San Siro.

    Diego Milito © Claudio Villa/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Nella ripresa cambio per Ranieri che toglie Faraoni e schiera il grande escluso Sneijder, cercando di ribaltare il risultato. Ancora nessuna reazione degna di nota nei primi minuti, con un’Inter senza idee e troppa confusione in campo mentre il Catania avrebbe prima con Gomez e poi con Barrentios, due chiare occasioni per aumentare ulteriormente il passivo. Corre moltissimi rischi l’Inter lasciando vere e proprie voragini in difesa che vanno a nozze con le accelerazioni del reparto avanzato del Catania. Ranieri al 16’ continua a mescolare le carte togliendo entrambi i centrali di centrocampo: via Palombo e Cambiasso per Obi e Poli. Montella vede il suo Catania più stanco e sostituisce Bergessio con Ebagua.

    Lampo di Forlan al 25’ che dribbla Motta va sul fondo e calcia forte in porta trovando una ‘papera’ di Carrizo che di fatto regala il 2-1 all’Inter. I nerazzurri si svegliano, il Catania abbassa i ritmi e al 34’ Milito,torna a gonfiare la rete con un gol rabbioso su splendido assist di Forlan, trovando un diagonale alto che buca Carrizo e riapre la partita con la rete del 2-2. Finale pirotecnico, con Seymour solissimo in area che al 39’ si divora un gol incredibile calciando sulle mani di Julio Cesar. Al 45’ incredibile match point mancato da Pazzini che praticamente da solo davanti a Carrizo stoppa e calcia sui piedi del portiere argentino, sbagliando un gol impossibile. Nel finale ancora qualche emozione ma il risultato non cambia e l’Inter almeno salva il salvabile agguantando un pareggio con un punto d’oro visto il periodo di magra.

  • Inter – Catania, Ranieri fa fuori Sneijder. Forlan esterno

    Inter – Catania, Ranieri fa fuori Sneijder. Forlan esterno

    Il giorno della verità in casa Inter è arrivato. La sfida di stasera contro il Catania, dirà moltissimo sul futuro in bilico del tecnico Claudio Ranieri. Un’ulteriore sconfitta, che allungherebbe la striscia negativa dei record non sarebbe tollerata dal presidente Massimo Moratti. Nonostante il tecnico romano, abbia parlato di fiducia totale da parte della società, lo stesso Ranieri ha cercato si spronare i suoi a giocare questa partita come fosse l’ultima in cui siederà il loro tecnico. Dall’altra parte c’è un avversario ostico che proprio contro le grandi, offre le partite più belle dal punto di vista del gioco: il Catania spregiudicato guidato da Montella lanciato a quota 33 punti (solo 3 in meno rispetto ai nerazzurri).

    INTER – Ranieri dopo il tourbillon di moduli schierati in questi ultimi match, torna al passato e forse anche un po’ per scaramanzia opta per il famoso 4-4-2 che gli consentì le sette vittorie consecutive, terminate a Napoli. Rimangono fuori della lista dei convocati Castaignos, che deve scontare altri due turni di stop per la squalifica, e gli acciaccati Alvarez, Ranocchia, Chivu e Guarin. Fa scalpore l’assenza di Stankovic rimasto fuori per scelta tecnica, con Ranieri a minimizzare l’accaduto, mentre i rumors parlano di malumore dopo la sostituzione di Napoli, con il serbo scontento e amareggiato per la situazione e il tecnico che in questo modo l’avrebbe punito.

    Wesley Sneijder © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Le previsioni per l’undici iniziale vedono tra i pali Julio Cesar, con in difesa Lucio e Samuel al centro, il rientro del recuperato Maicon a destra e Nagatomo sulla corsia opposta. In mediana Ranieri si affida all’esperienza di Cambiasso affiancato da Palombo che si gioca in questo match le sue carte. Più larghi sulle corsie laterali agiranno capitan Zanetti, supportato sul versante opposto da Forlan in un inedito ruolo di esterno di centrocampo. Davanti rimangono pochi dubbi con l’utilizzo della coppia Pazzini Milito, chiudendo in questo caso ogni spazio per Sneijder, destinato a partire dalla panchina.

    CATANIA – Montella non ha detto molto in conferenza stampa, restando in qualche modo abbottonato, ma sotto sotto, l’aeroplanino ex giallorosso sa che stasera vista la pessima situazione nerazzurra il suo Catania potrebbe sbancare San Siro e tentare l’operazione aggancio. La squadra siciliana vorrà ricalcare il copione delle sue ultime partite, condite da un mix di accelerazioni e ripartenze letali per qualsiasi avversario. Montella dovendo fare a meno di Campagnolo, Potenza e Biagianti non rinuncia a giocarsi il match a viso aperto schierando un 4-3-3 che non lascia spazio a velleità difensive: Carrizo tra i pali, con Legrottaglie, Spolli, Motta e Marchese a completare la linea difensiva. In mediana spazio a l’ex rossoblu Seymour affiancato dall’uomo del momento Francesco Lodi e Almiron, che vede nell’Inter una delle sue vittime preferite. Davanti il terzetto offensivo è composto da Bergessio, Gomez e Barrientos.

    PROBABILI FORMAZIONI INTER  CATANIA

    INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Palombo, Cambiasso, Forlan; Milito, Pazzini. 
    A disp.:
    Castellazzi, Cordoba, Faraoni, Poli, Obi, Sneijder, Zarate. All.: Ranieri

    CATANIA (4-3-3): Carrizo; Motta, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Seymour, Lodi, Almiron; Gomez, Bergessio, Barrientos. 
    A disp.:
    Kosicky, Bellusci, Izco, Llama, Ricchiuti, Catellani, Ebagua. All.: Montella

  • Ranieri rinuncia a Sneijder e Forlan con il Catania

    Ranieri rinuncia a Sneijder e Forlan con il Catania

    Ranieri pur di evitare un’altra caduta in campionato (che allungherebbe la striscia negativa battendo ogni record nerazzurro) è pronto alle scelte impopolari, rinunciando a Sneijder per tornare al 4-4-2 in grado di fornire più garanzie. Proprio durante le assenze di due campioni assoluti come Sneijder e Forlan il tecnico romano aveva saputo fare virtù di due privazioni così pesanti. Ranieri aveva puntato forte sul nuovo 4-4-2 con gli esterni alti e l’accoppiata di due prime punte come Pazzini e Milito, nonostante molti gli avessero definiti incompatibili. Dal nuovo modulo coincisa con buone prove di Alvarez e il ritrovato feeling con il gol di Milito erano arrivate le sette vittorie consecutive e la vittoria anche un po’ inaspettata nel derby con i cugini rossoneri.

    EQUILIBRI MANCANTI – L’inserimento dei due giocatori ha di fatto in qualche modo intaccato quegli equilibri che si erano venuti a creare, rendendo la difesa nerazzurra, apparsa granitica prima di quel momento, più simile a un colabrodo, come era evidente nell’inizio di stagione Gasperiniano. Sneijder nella sua più classica posizione da trequartista ha di fatto privato il centrocampo nerazzurro di un uomo in mediana, in grado di ripiegare sulle ripartenze avversarie. Complice anche l’importante addio di uno come Thiago Motta che riusciva benissimo a fare il suo mestiere, gestendo praticamente le chiavi del gioco e del centrocampo nerazzurro, si sono rotti quegli equilibri che portavano i nerazzurri a rimanere compatti, subire poco ed essere anche cinici quando si arrivava sotto porta. In questo caso l’aiuto di uno come Forlan sarebbe dovuto risultare decisivo e invece il bomber uruguaiano è di fatto risultato essere un fantasma nel reparto avanzato nerazzurro. Utilizzato molto più lontano della sua abituale posizione, è parso evidente come non possa svolgere lo stesso lavoro che faceva Eto’o nelle passate stagioni, prendendosi palla sulla fascia dei terzini per poi risultate lucidissimo anche sotto porta.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    CATANIA – A questo punto giocandosi tutto il suo futuro immediato nella sfida contro il Catania di Montella, Ranieri dovrebbe optare per un modulo più conservativo come il suo vecchio 4-4-2, lasciando in panchina sia Sneijder che Forlan, utilizzando un centrocampo più fisico dove dovrebbe esserci spazio per Poli, e Obi, o Palombo finora utilizzato pochissimo. Davanti potrebbe tornare la coppia Milito Pazzini, dopo le pessime prestazioni di Forlan. Squadra operaia in campo, quindi, sacrificata la fantasia, in nome della concretezza, con un undici in campo  che cercherà di strappare con il coltello tra i denti, i tre punti ai siciliani, portandosi a casa una vittoria che manca da un mese.

    FUTURO SNEIJDER – Rimane da vedere se le ipotesi saranno confermate, come la prenderà Sneijder per questa eccellente esclusione, considerando come il suo rapporto con il tecnico non sia certamente dei migliori. Il segnale del forte avvicinamento dell’Inter a Lucas Moura, potrebbe essere un primo segnale forte e chiaro dei titoli di coda tra il numero dieci olandese e i colori nerazzurri. Se davvero Mourinho dovesse lasciare il Real per trasferirsi nuovamente nella Premier League, le sirene inglesi tornerebbero a suonare in maniera forte per Sneijder, con l’Inter di certo meno preoccupata di un suo eventuale addio.

  • Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Alla fine dopo il trambusto e le voci che si rincorrevano sul possibile esonero in casa Inter, sembra aver prevalso il buon senso, e per le stesse parole di Massimo Moratti, Ranieri dovrebbe ancora sedere sulla panchina nerazzurra. Attenzione la chiamata risolutiva tra il presidente e l’allenatore ancora non c’è stata, ma il numero uno interista ha di fatto lasciato intendere come per ora ancora non sia il momento di dirsi addio:“Non ho ancora sentito Ranieri, non ci sono riuscito, avevo altre cose da fare, c’era Consiglio Saras e non ho potuto proprio. Lo farò adesso, magari più tardi”, ha precisato il presidente, e alla domanda sulla possibile presenza di Ranieri nel prossimo turno con il Catania, Moratti ha lanciato un segnale chiaro a favore del tecnico: “Penso proprio che ci sarà”.

    Scelta molto saggia e perché no azzeccata, considerando come qualsiasi cambio nell’immediato forse non avrebbe cambiato il vento in casa Inter. C’è da considerare come le colpe del tecnico romano in questo periodo di crisi nera siano davvero limitate, e come le alternative rimaste su piazza non siano all’altezza della situazione. La soluzione interna non convince nessuno, con Beppe Baresi e Luis Figo in pole per sostituire Ranieri, considerando come il portoghese sia  totalmente a digiuno di un’esperienza sulla panchina, più che un’ipotesi sembra un suicidio calcistico.

    Claudio Ranieri | ©ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

    L’altra scelta, quella che porta al nome  di Zenga, farebbe felici moltissimi tifosi nerazzurri, ma è difficilmente percorribile poiché il tecnico in forza all’Al-Nasr di Dubai non lascerebbe la sua squadra (qualificata per la Champions Asiatica) per rimanere sulla panchina nerazzurra solo fino a giugno, lasciando poi il posto a uno come Guardiola o gli altri big di cui tanto si parla.

    Ranieri rimane dunque, ma forse, solo per mancanza di valide alternative, e in attesa di tornare a vedere l’Inter vincere contro un Catania che sta disputando, grazie al suo tecnico Montella un campionato spettacolare. Oltre alla sfida contro gli etnei in campionato rimane uno snodo fondamentale per il proseguo della stagione nerazzurra, il match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Olympique Marsiglia. Proprio in quella sfida, sempre che non saluti prima, Ranieri potrà giocarsi le sue ultime carte, avendo l’occasione di ribaltare il risultato dell’andata e portate ai quarti la truppa nerazzurra, guadagnandosi una permanenza più lunga sulla panchina interista.

  • Siena Catania, ultime e probabili formazioni

    Siena Catania, ultime e probabili formazioni

    Dopo Bologna – Fiorentina di ieri, si recupera oggi un altro match rimasto vittima della neve, alle 18:30 allo stadio Artemio Franchi si gioca Siena – Catania. La partita era stata rinviata lo scorso 1 febbraio per l’inagibilità dell’impianto toscano causa le abbondanti nevicate delle scorse settimane che hanno paralizzato soprattutto il centro-nord Italia.

    Siena e Catania sono reduci da una sconfitta, i bianconeri, dopo aver battuto nella semifinale di andata di Coppa Italia il Napoli e mandato ko la Roma di Luis Enrique, sono andati incontro ad una batosta nella trasferta di Lecce resa ancora più amara dal fatto che si trattava di un vero e proprio scontro diretto per la salvezza. I salentini, terzultimi in classifica, si sono avvicinati pericolosamente al Siena anche se con una vittoria oggi la squadra di Sannino potrebbe mettere tra sè e i giallorossi ben 5 punti di vantaggio. Gli etnei, dopo il poker rifilato al Genoa, sono stati sconfitti allo Juventus Stadium dai bianconeri nell’ultimo turno di campionato. I rossoazzurri si trovano quintultimi, davanti proprio al Siena, con 27 punti all’attivo ma, oltre a questa, la squadra di Montella può contare sul recupero della gara contro il Cesena per mettere in cascina altri punti importanti per conquistare il prima possibile la salvezza.

    Vincenzo Montella | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Per quanto riguarda le formazioni che scenderanno in campo, i due tecnici non rinunciano agli schemi utilizzati finora, Sannino si affida al solito 4-4-2 che prevede le due ali offensive, Brienza a sinistra e Giorgi a destra che dovrebbe essere preferito a Mannini; in mezzo al campo gli inamovibili Gazzi e D’Agostino con quest’ultimo che cercherà di innescare le due punte Destro e Calaiò. In difesa, davanti a Pegolo, Terzi e Rossettini comporranno la coppia centrale con Vitiello e Rossi sulle fasce; Montella conferma il 3-5-2 con Gomez a sostegno di Bergessio in avanti, centrocampo folto che prevede da destra verso sinistra Izco, Almiron, Lodi, Biagianti e Marchese mentre Legrottaglie guiderà il reparto arretrato con Spolli e Bellusci. In porta fiducia ancora a Kosicky nonostante gli errori gravi di sabato sera che hanno agevolato la rimonta della Juve.

    PROBABILI FORMAZIONI SIENA CATANIA

    SIENA (4-4-2): Pegolo; Vitiello, Terzi, Rossettini, Rossi; Giorgi, D’Agostino, Gazzi, Brienza; Destro, Calaiò.
    Panchina: Farelli, Pesoli, Angelo, Parravicini, Vergassola, Mannini, Bogdani.
    Allenatore: Sannino.

    CATANIA (3-5-2): Kosicky; Bellusci, Legrottaglie, Spolli; Izco, Lodi, Almiron, Biagianti, Marchese; Gomez, Bergessio.
    Panchina: Carrizo, Lanzafame, Seymour, Llama, Ricchiuti, Catellani, Ebagua.
    Allenatore: Montella.