Il figliol prodigo torna a casa, Ron Artest per tutti oggi Metta World Peace, giocherà la prossima stagione con i New York Knicks raggiungendo il mago Andrea Bargnani nella grande Mela. Ritorno finalmente a casa per il newyorkese purosangue deciso più che mai a scrivere la storia di una delle franchigie più controverse di tutto il panorama professionistico americano. Metta World Peace giocherà quindi non solo con il nostro Andrea Bargnani ma anche, e soprattutto con Carmelo Anthony puntando decisamente al titolo senza nascondersi e con la spavalderia che ha sempre contraddistinto l’ex giocatore dei Los Angeles Lakers che nella sua carriera non ha sempre fatto parlare di sè per le sue gesta in campo dimostrandosi una testa decisamente calda.
Appunto i Los Angeles Lakers che avevano deciso di amnistiare il suo contratto per avere il più ampio spazio salariale possibile durante la prossima estate dove ci saranno tanti free agent illustri, a cominciare dal re di MiamiLebron James. Niente football americano per Metta che avrebbe tutti i requisiti per giocare nella massima lega americana ma il richiamo della sua New York è stato troppo forte anche se i newyorkesi non hanno mai avuto fortuna nel vestire la casacca di casa. Sempre sul fronte Knicks purtroppo c’e’ da registrare il brutto infortunio per il miglior sesto uomo della passata stagione, J.R. Smith dovrà infatti operarsi per la rottura del legamento crociato del ginocchio e starà fuori per almeno quattro mesi.
Sugli altri fronti intanto è arrivata la firma a Detroit del quarto italiano che nel prossimo anno giocherà oltreoceano, Gigi Datome ha infatti firmato il suo biennale con la franchigia dei Pistons ed è pronto più che mai ad iniziare la prossima stagione da protagonista in una squadra che non avrà velleità di titolo e forse anche di Playoofs ma che gli potrà garantire sicuramente tanti minuti in campo.
Nba Playoff – Dopo la morte di Jerry Bass Kobe Bryant aveva promesso ai suoi tifosi che la post season sarebbe stata raggiunta e la promessa, anche senza il “Mamba”, viene mantenuta con i Los Angeles Lakers a conquistare addirittura il settimo posto a Ovest grazie alla vittoria spareggio contro Houston. Evitato quindi lo spauracchio rappresentato da Kevin Durant e compagni per i giallo viola che al primo turno avranno davanti i San Antonio Spurs, un avversario sicuramente insidioso ma crediamo assolutamente alla portata di Los Angeles anche senza Kobe Bryant, fuori per tutta la stagione e forse anche per l’anno prossimo a causa della rottura del tendine d’Achille rimediata la scorsa settimana. A Est era tutto già scritto con la sfida più interessante rappresentata dalla scontro fra i New York Knicks di Carmelo Anthony e gli immortali Boston Celtics di Paul Pierce e Kevin Garnett.
Ultima giornata di Regular Season al cardiopalma quindi per la compagine giallo viola che allo Staples center ha superato dopo un supplementare gli Houston Rockets del “Barba” James Harden. Senza Steve Nash sono Gasol e Howard a trascinare Los Angeles alla vittoria con un contributo preziosissimo, anche in ottica Playoff, di James Blake autore di 24 punti. L’ultima giornata ha visto anche il record di triple segnate in un stagione grazie alla guardia dei Warriors Stephen Curry che con 272 bombe supera il precedente record di Ray Allen di 269.
Il pronostico dovrebbe dire una ripetizione della finale dello scorso anno fra Miami e i Thunder e la rivincita di Durant nei confronti del suo amico Lebron James ma occhio a questo punto ai Lakers che, se dovessero superare l’ostacolo San Antonio, diventerebbe una mina vagante decisamente scomoda da affrontare mentre a Est la possibile sorpresa per una finale può essere regalata da Carmelo Anthony e la sua New York.
Ecco tutti gli accoppiamenti della postseason. Eastern Conference: Miami-Milwaukee, New York-Boston, Indiana-Atlanta, Brooklyn-Chicago. Western Conference: Oklahoma City-Houston, San Antonio-Lakers, Denver-Golden State, Clippers-Memphis. Serie al meglio delle 7 partite, prima sfida New York-Boston sabato alle 21 ora italiana.
In nottata è stato completato il roster dell’All Star Game 2013 con le riserve delle due squadre. Poche le sorprese al momento dell’annuncio ufficiale, con i nomi delle 14 riserve (sette per ciascun quintetto) ampiamente pronosticati alla vigilia. Tra questi non figura il nome di nessuno dei nostri italiani. Lascia sinceramente l’amaro in bocca non vedere nella Western Conference il nostro Danilo Gallinari, che dopo un’ottima prima parte di stagione avrebbe forse meritato una considerazione maggiore da parte del pubblico statunitense. Ricordiamo che la grande sfida tra i giocatori migliori della Eastern e Western Conference si terrà il prossimo 17 febbraio allo Toyota Center di Houston, in Texas, sede dell’All Star Game di quest’anno. Conosciamo i nomi dei protagonisti.
All Star Game 2013, the starters
EASTERN CONFERENCE – Immancabili i due diamanti di Miami, LeBron James e Dwyane Wade, anche in questa stagione trascinatori degli Heat, attualmente al primo posto in classifica ad Est. Ci sono anche Rajon Rondo e Kevin Garnett per Boston. Insieme a loro infine Carmelo Anthony, leader incontrastato dei New York Knicks, seconda forza della Conference.
WESTERN CONFERENCE – Dall’altra parte della costa americana la California offre Kobe Bryant (insieme a KG e Timmy il veterano della manifestazione) e Dwight Howard per i Lakers, Chris Paul e Blake Griffin per i Clippers. Come ciliegina sulla torta l’immancabile Kevin Durant, il miglior realizzatore dell’intera lega, protagonista insieme ai Thunder di una stagione fin qui assolutamente da incorniciare.
EASTERN CONFERENCE – C’è Chris Bosh, e non poteva essere altrimenti, che va così ad unirsi ai big two di Miami. I Bulls piazzano invece Luol Deng e Joakim Noah, alla sua prima partecipazione all’All Star Game. Ma c’è anche Tyson Chandler dei Knicks e Jrue Holiday dei Sixers. Infine menzione particolare per Paul George dei Pacers e sopratutto Kyrie Irving dei Cavaliers, miglior rookie del 2011 e anche quest’anno spettacolare nonostante Cleveland faccia enorme fatica.
WESTERN CONFERENCE – Ovest mette invece in mostra Tony Parker e Tim Duncan dei Spurs, Russell Westbrook dei Thunder, James Gillette Harden, chiamato a fare gli onori di casa, LaMarcus Aldridge dei Portland Blazers (dispiace per l’assenza di Lillard), David Lee della sorpresa Warriors e Zac Randolph dei Memphis Grizzlies.
All Star Game 2013: il roster definitivo
Eastern Conference titolari
Dwyane Wade (Heat): 9^ partecipazione
Rajon Rondo (Celtics): 4^ partecipazione
LeBron James (Heat): 9^ partecipazione
Carmelo Anthony (Knicks): 6^ partecipazione
Kevin Garnett (Celtics): 15^ partecipazione
Western Conference titolari
Kobe Bryant (Lakers): 15^ partecipazione
Chris Paul (Clippers): 6^ partecipazione
Kevin Durant (Thunder): 4^ partecipazione
Dwight Howard (Lakers): 7^ partecipazione
Blake Griffin (Clippers): 3^ partecipazione
Eastern Conference reserve
Chris Bosh (Heat): 8^ partecipazione
Luol Deng (Bulls): 2^ partecipazione
Jrue Holiday (76 ers): 1^ partecipazione
Tyson Chandler (Knicks): 1^ partecipazione
Kyrie Irving (Cavaliers): 1^ partecipazione
Joakim Noah (Bulls): 1^partecipazione
Paul George (Pacers): 1^ partecipazione
Western Conference riserve
Tim Duncan (Spurs): 14^ partecipazione
Tony Parker (Spurs): 5^ partecipazione
Russell Westbrook (Thunder): 3^ partecipazione
LaMarcus Aldridge (Blazers): 2^ partecipazione
David Lee (Warriors): 2^ partecipazione
Zach Randolph (Grizzlies): 2^ partecipazione
James Harden (Rockets): 1^ partecipazione
Soltanto tre le partite Nba giocate nella notte italiana. C’era grande attesa al TD Garden dove andava in scena il remake della sfida tra Garnett ed Anthony. Stavolta è Melo a vincere in casa di KG e compagni, nonostante la prestazione da urlo di Rajon Rondo, votato come il migliore della serata per la sua tripla doppia, la terza stagionale. All’Amway Center di Orlando i padroni di casa hanno perso proprio sulla sirena per mano di DeMar DeRozan, il cui canestro ha regalato una sacrosanta vittoria ai Raptors, che confermano così il loro buon momento di forma. Ma la vera grande sorpresa c’è stata in Arizona, dove i Suns hanno clamorosamente battuto i Clippers, alla loro terza sconfitta consecutiva e sempre orfani del loro uomo guida, Chris Paul, che ha saltato cinque delle ultime sette partite.
La rivincita va a Carmelo Anthony. Al TD Garden di Boston i Knicks superano i padroni di casa grazie ai 28 punti del loro numero 7, grande protagonista della serata. Melo ha raggiunto le ventisette partite consecutive con almeno 20 punti a referto, diventando il terzo di sempre nella franchigia newyorchese in questa speciale classifica alle spalle di Richie Guerin (29) e Patrick Ewing (28). La partita è stata molto equilibrata, come dimostra il primo tempo terminato con New York avanti di due (48-50). Al rientro dagli spogliatoi i Knicks hanno preso definitivamente in mano le operazioni di gioco, spingendosi fino al più 8 (74-82) a meno di sei minuti dal termine della gara. I Celtics si sono rifatti sotto grazie al contributo fondamentale di Rajon Rondo, che ha chiuso la serata con la terza tripla stagionale (23 punti, 10 rimbalzi e 11 assist, oltre a tre palle recuperate). E così, quando il cronometro segnava 70 secondi al termine dell’incontro, il risultato vedeva ancora Boston vicinissima a New York (84-86). A spegnere definitivamente le speranze dei verdi però ci ha pensato J.R. Smith con una bomba decisiva per il provvisorio e quasi finale 84-89. Da segnalare il grande fair-play in campo tra Kevin Garnett e Carmelo Anthony, con quest’ultimo che ha anche aiutato l’avversario a rialzarsi da terra. Pace fatta quindi tra i due giocatori, che insieme saranno protagonisti nel quintetto titolare dell’All Star Game.
Orlando Magic – Toronto Raptors 95-97
La tradizione e il momento favorevole attraversato da Jose Calderon e compagni hanno alla fine fatto la differenza nel match dell’Amway Center di Orlando, dove i padroni di casa hanno subito la loro quarta sconfitta consecutiva. Toronto ha avuto quasi sempre il controllo della partita, e a nulla è servita la rimonta nel finale dei Magic, arrivati fino al 93-pari quando mancavano 53 secondi al termine dell’incontro grazie ad un gioco da quattro punti di J.J. Redick. Il match-winner della sfida è stato DeMar DeRozan, che sulla sirena ha infilato un tiro pazzesco proprio davanti la panchina di Orlando per il 95-97 finale con cui i Raptors conquistano la sedicesima vittoria stagionale. Tra gli ospiti bene anche Amir Johnson, autore di 21 punti e 10 rimbalzi. Il miglior realizzatore di Orlando invece è Nikola Vucevic, che mette a referto l’immancabile doppia doppia con 19 punti e 14 rimbalzi.
Phoenix Suns – Los Angeles Clippers 94-88
La fine del mondo è arrivata. Come preventivato ieri nei nostri consueti pronostici, se i Suns avessero battuto questa notte i Clippers sarebbe davvero accaduto qualcosa di imponderabile. E il segno più impossibile della serata è uscito davvero. I Clippers sono incappati nel loro terzo ko consecutivo, pagando così a caro prezzo l’assenza dal parquet di Chris Paul, anche oggi a bordocampo in giacca e cravatta. Grande serata per Phoenix, che dopo la vittoria della scorsa notte contro i Cavaliers ottengono così il secondo successo di fila sotto la gestione di coach Lindsey Hunter. Goran Dragic protagonista assoluto nel primo tempo con 19 punti (sui 24 totali), a cui si aggiungono i 15 di Marcin Gortat. Nei Clippers non brilla Blake Griffin, fermo a 12 punti, poca cosa rispetto ai 21 punti segnati da Jamal Crawford dalla panchina.
Dopo avervi fatto emozionare con gliultimi pronostici Nba (otto prese su 11, tra cui la “sorpresa” Warriors), e raccontato l’ennesima serata al top di Gallinari e Belinelli, andiamo a scavare curiosità, statistiche e sensazioni riguardo le uniche tre partite della serata di oggi. Al TD Garden di Boston va in scena il remake del duello tutto fisico e lingua tra il padrone di casa Kevin Garnett e l’ospite Carmelo Anthony, che qualche settimana fa finirono sulle prime pagine di tutti i giornali non per i punti segnati ma per il clamoroso scontro prolungato sia dentro e fuori dal parquet, costato un turno di squalifica al povero Melo. Le altre due partite in programma vedono i Magic ospitare i Toronto Raptors e i Clippers fare visita ai Phoenix Suns.
Io ve l’ho detto, fate i bravi, perché anche se giocate ad un’ora in cui i bambini dovrebbero essere a letto rimane comunque Youtube a disposizione la mattina dopo. Melo, KG, ve lo dico alla Costanzo: boni. Non stupitevi, la premessa era doverosa. Tornando alla partita di oggi, pronostichiamo i Celtics (20-21) vincenti. Perché? Punto primo: quando le magliette verdi si arrabbiano possono ancora fare male a tanti, anche se il sudore inizia ad essere più pesante rispetto a quello di altri giocatori. E motivi per essere un po’ girati i nonni di Boston ne hanno eccome, essendo reduci da quattro schiaffoni consecutivi. Punto secondo: i Knicks (25-14), così come i Celtics, non attraversano un periodo di forma brillante. L’ultimo derby perso contro Brooklyn potrebbe aver lasciato lacerazioni pesanti a livello mentale, strappi che inducono a immaginare un’altra serata storta al tiro di Anthony, che nelle ultime cinque partite ha tirato con percentuali inferiori al 37%. E quando c’è Garnett a marcarti e il TD Garden a fischiarti, il 37% può anche sembrare una percentuale accettabile. Pronostico: 1
Orlando Magic – Toronto Raptors, lavori in corso
Al Amway Center la sensazione è che vincerà chi riuscirà a togliere dal proprio cantiere il cartello lavori in corso. Coach Vaughn non smette di ripetere a fine partita che i suoi ragazzi continuano a lavorare, ma intanto il tabellone vede sempre i Magic qualche punto sotto rispetto agli avversari. Toronto invece, sopratutto nell’ultimo periodo, ha offerto prestazioni via via più convincenti, anche se l’unica vittoria è stata quella contro i Lakers quattro giorni fa. Dovendo comunque indicare un nome tra i Magic e i Raptors, diamo fiducia a quest’ultimi, che in stagione hanno sempre battuto (3-0) Orlando, l’ultima volta quasi di 40 punti (88-123) la notte prima di capodanno. Pronostico: 2
Phoenix Suns – Los Angeles Clippers, sorpresa?
Ma anche no. Non stiamo ora a menarcela, i Clippers (32-11) sono più forti, punto. E se anche i Suns (14-28) dovessero vincere stasera significherebbe che la fine del mondo è davvero vicina. Ok, mi potete dire che non c’è Chris Paul, d’accordo. Ma anche se manca Cp3 non è che i rosso-blu diventino la squadra più scarsa della lega, come invece lo sono (o quasi) i Suns. Non giocare due oggi ai Clippers equivarrebbe a girare la faccia di fronte a Yolanthe Cabau, tanto per dirne una. Pronostico: 2
Una notte davvero ricca di sorprese ha messo in grave crisi i nostri pronostici Nba. Una delle poche partite prese è stata quella dello United Center dove un fantastico Marco Belinelli ha recitato un ruolo fondamentale nella vittoria dei Chicago Bulls sui Lakers. Per il resto invece tanti rovesciamenti di fronte, spesso nell’ultimo quarto, hanno portato a dei risultati inaspettati, come il ko interno di Portland contro i Wizards, oppure la vittoria dei Warriors sui Clippers. Nel derby di New YorkBrooklyn ha la meglio sui Knicks di Melo Anthony. Tutto secondo copione invece tra Spurs e 76ers, con Tim Duncan ancora una volta eccezionale nella vittoria di San Antonio, e Houston, che torna al successo contro i mediocri Bobcats. Vittorie casalinghe anche per Hornets e Hawks.
Belinelli incanta, Chicago Bulls – Los Angeles Lakers 95-83
Marco Belinelli (15) ricorderà a lungo la sfida di stanotte contro i Lakers (17-24). Dopo un incontro tutto sommato equilibrato tra le due squadre, i Tori rossi piazzano un parziale devastante di 18-4 nell’ultimo quarto, quando il tabellone indicava 75-75. Come già detto nell’anteprima, fondamentale il contributo del Beli proprio in questo parziale con 8 punti e sopratutto una tripla a 2’30” dal termine che ha dato il +10 ai propri compagni di squadra e affossato le speranze ai giallo-viola. Doveva essere il match della tanto agognata svolta, ma come 24 ore prima in Canada è invece arrivata la sconfitta, la sesta consecutiva in trasferta. Una notte da dimenticare sotto molti aspetti per Mike D’Antoni ed il suo team, con Kobe Bryant (16) e Dwight Howard (8) mai in partita. A trascinare i californiani fino alla parità di inizio quarto quarto è stato Nash, top scorer dei suoi con 18 punti, ma nel finale anche lui ha mollato la presa. Nei padroni di casa grande prova di Kirk Hinrich, miglior marcatore con 22 punti, mentre Carlos Boozer si ferma a 14 punti.
Fattore P.J., New York Knicks – Brooklyn Nets 85-88
Chi è il numero 7 più forte di New York? Per una notte Joe Johnson, che regala un successo alla vigilia inaspettato a Brooklyn (25-16). La squadra di coach P.J. Carlesimo non si ferma davvero più e colleziona l’ennesima vittoria stagionale, portandosi ormai a ridosso degli stessi Knicks, attualmente al secondo posto della Eastern Conference. E’ stato proprio un canestro da due di Joe a 22″ dal termine, con il punteggio di 85-84 per i Knicks, ad indirizzare il match nella direzione di Brooklyn. Joe Johnson chiude la serata con 25 punti, quattro in meno del gemello Anthony, ma con una vittoria in più in tasca. Ancora positivo l’apporto di Deron Williams (14 punti, 12 assist) e quello di Brook Lopez con i suoi 14 punti. Dopo due sconfitte consecutive nei precedenti scontri diretti, i Nets tornano così a battere i rivali, portando il bilancio stagionale in parità (2-2).
Timmy in doppia doppia, 76 ers – San Antonio Spurs 85-90
Prosegue senza intoppi la marcia degli Spurs (33-11) che al Wells Fargo Center di Philadelphia conquistano la 14^ vittoria nelle ultime 17 partite disputate. Nonostante gli sforzi dei padroni di casa, riusciti a recuperare nei primi minuti del quarto periodo lo svantaggio accumulato nei precedenti tre quarti, Tim Duncan (24) e Tony Parker (20) hanno nuovamente dato una sterzata all’incontro, consentendo così a San Antonio di aggiungere un altro successo al suo record stagionale. Per Duncan la doppia doppia di stanotte (24 punti e 17 rimbalzi) è la quinta di quest’anno.
Golden State Warriors – Los Angeles Clippers 106-99
Serata di grazia per Stephen Curry (28) e i Warriors (25-15), che riescono a battere per la seconda volta consecutiva alla Oracle Arena i Clippers (32-10). A decidere le sorti della partita le quattro triple realizzate da Curry nell’ultimo periodo, alle quali Blake Griffin (26) e Chris Paul (4 punti, 1/7 al tiro) non sono riusciti a porre rimedio. Continua dunque per i Clippers la maledizione Warriors.
Gli altri risultati della notte
Un giallo in tutti i sensi il successo di Indiana (26-16) contro i Grizzlies al FedExForum di Memphis. A 3″ secondi dalla fine sul punteggio di 81-81 George Hill si presenta alla lunetta dove sbaglia il primo ma non il secondo. C’è ancora tempo però per i padroni di casa di vincerla questa partita e Memphis in teoria l’avrebbe anche fatto se non fosse che il canestro di Rudy Gay sia entrato fuori tempo massimo.
A New Orleans invece i padroni di casa battono i Kings (16-26) di DeMarcus Cousins (29) grazie ai 27 punti dalla panchina di Ryan Anderson, che fa dunque passare in secondo piano l’infortunio occorso ad Anthony Davis nel primo tempo.
James Harden (29) ha deciso di porre fine alle 7 sconfitte consecutive dei Rockets (22-21) con un quarto quarto da urlo, rendendo del tutto inutili i 35 punti di Kemba Walker per Charlotte.
Minnesota (17-21) getta al vento la vittoria alla Philips Arena di Atlanta dopo aver condotto per 3/4 di gara le operazioni. Miglior realizzatore dei padroni di casa Al Horford con 28 punti (season-high).
Infine Portland (20-21) perde l’ennesima occasione per rialzare la china e cede al Rose Garden di fronte i Wizards, che vincono 98-95 grazie alla tripla sulla sirena di Jordan Crawford.
E’ costata cara a Carmelo Anthony la partita contro i Celtics disputatasi al Madison Square Garden due notti fa, match perso malamente dai Knicks, travolti dalla foga agonistica dei terribili vecchietti che continuano a fare il bello e il cattivo tempo nella Lega nonostante l’età non sia più quella di un tempo. Contro Boston Melo oltre a non essere stato incisivo come al suo solito, mostrando un mediocre feeling a canestro, ha dovuto scontrarsi con quel genio di Kevin Garnett, che quando si tratta di stuzzicare il diretto avversario è un maestro. Il leader dei Knicks è caduto nella trappola del sempreverde (in tutti i sensi in questo caso) trash-talking, di cui appunto KG è uno dei massimi esponenti, e non manca occasione in cui lo sfrutti a suo favore, come sottolineato dallo stesso Garnett nell’immediato post-partita, quando ha ribadito che sul parquet cerchi di aiutare la propria squadra a raggiungere con ogni mezzo la vittoria, così come Carmelo Anthony. Stavolta però, a fare la figura di una banale matricola è stato proprio il giocatore di New York, che non è più ormai un ragazzino.
Dopo aver battibeccato per tutta la partita con il suo diretto oppositore, Melo ha dapprima imboccato l’entrata degli spogliatoi di Boston, anziché seguire i suoi compagni, in gesto di aperta sfida nei confronti di Garnett. Non contento, Carmelo ha poi aspettato all’uscita dell’impianto l’arrivo dei Celtics al loro pullman, che li avrebbe riaccompagnati a casa. Al suo fianco anche il coach di New York, Mike Woodson, oltre ad alcuni poliziotti, donde evitare che la situazione degenerasse e i due giocatori venissero alle mani. Tutto poi è rientrato nella normalità, ma il comportamento di Carmelo Anthony non è passato inosservato.
Di oggi infatti la decisione da parte della Lega di squalificarlo per un turno, punizione che verrà scontata nel prossimo match in trasferta dei Knicks contro i Pacers a Indianapolis. Avrà imparato la lezione?
NBA, CARMELO ANTHONY VS KEVIN GARNETT AL MADISON
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NBA, CARMELO ANTHONY ASPETTA KEVIN GARNETT FUORI DAGLI SPOGLIATOI
Torna a brillare la stella di Danilo Gallinari, protagonista nella vittoria casalinga di Denver contro i Jazz (110-91), l’ottava consecutiva al Pepsi Center. Priva di Mo Williams, Utah non ha saputo opporre nulla di particolare alla furia dei padroni di casa, che trovano nel Gallo il top scorer della serata con 26 punti. Per il nostro Danilo anche 5 rimbalzi, 3 assist, una palla recuperata e ottime percentuali al tiro (7/11 da due, 11/12 a cronometro fermo). Solita prova difensiva da incorniciare per Koufos (13 rimbalzi, oltre a 15 punti) e in zona assist (6) per Andre Miller. I Nuggets con un record di 19-16 restano in zona play-off, mantenendo un leggero margine di vantaggio sui Timberwolves, sconfitti questa notte a domicilio da Portland. In attesa dei rientri di Lakers e Mavericks, Gallinari può continuare a sperare nella play-off, sopratutto se Denver riuscirà a stare davanti a Portland e Houston.
MAVERICKS – HORNETS 96-99 (OT): Dopo 27 partite Dirk Nowitzki rientrava nel quintetto titolare, come annunciato alla vigilia da coach Rick Carlisle. Il tedesco è rimasto sul parquet 34 minuti totalizzando 20 punti, offrendo così il suo massimo contribuito dopo l’infortunio. Nonostante ciò, i Mavericks sono riusciti a perdere anche contro gli Hornets, di certo non la squadra più attrezzata della lega. L’eroe della serata per New Orleans è senza dubbio Eric Gordon, che con un gioco da tre punti a 4.7 dalla sirena del primo overtime ha regalato il successo ai suoi compagni. Grande partita tra gli Hornets anche di Greivis Vasquez, top scorer con 25 punti, di cui 15 nell’ultimo quarto.
HAWKS – CELTICS 81-89: Pazzesca Boston. Arrivata ad essere a meno 19 dagli Hawks in avvio di terzo quarto, la squadra di coach Rivers annienta letteralmente una delle migliori squadre ad Est con un secondo tempo da urlo. Paul Pierce protagonista con 17 dei suoi 26 punti proprio nel terzo quarto, chiuso da Boston con un parziale di 33-9. L’altra star della notte è Rajon Rondo con una tripla doppia da record (14 punti, 11 rimbalzi e 10 assist). Agli Hawks non bastano i 28 punti di Lou Williams, spentosi insieme al resto della squadra dopo il primo tempo chiuso a quota 21 punti.
MAGIC – KNICKS 106-114: Quarto quarto da suicidio per i Magic (17-33), sconfitti in casa dai Knicks 106-114. Prima di oggi Orlando aveva perso le ultime 7 partite. Nonostante il buon rientro di Jameer Nelson quindi (29 punti e 8 assist), sorridono i Knicks di Melo Anthony, ancora mostruoso con i suoi 40 punti, 6 rimbalzi e 6 assist. Contributo importante anche se in campo soltanto 16 minuti da parte di Stoudemire (11 punti e 4 rimbalzi), alla sua prima trasferta in stagione dopo l’infortunio. Nei Magic grandi prove di Afflalo, che come Nelson chiude a 29 punti), e Vucevic con i suoi 18 rimbalzi e 11 punti.
NETS – KINGS 113-93: La sfida tra due dei migliori centri della lega, Brook Lopez (18.9) e DeMarcus Cousins (17.1), si risolve a favore dei Nets. Decisivo per Brooklyn l’apporto dalla panchina, con MarShon Brooks, Blatche (15 punti ciascuno) e Teletovic (career-best con 14 punti) fondamentali nel successo di stanotte. A Sacramento non basta l’ennesima doppia doppia stagionale di Cousins (28 puntie 11 rimbalzi) per evitare la prima sconfitta dopo due successi di fila.
CLIPPERS – WARRIORS 115-89: Otto solo sconfitte stagionali per Cp3 e compagni, due contro Golden State, l’ultima tre giorni fa. Era un po’ questo il riassunto alla vigilia della partita, che in realtà storia non ne ha mai avuto, con i Clippers che salutano gli Warriors già alla fine del primo quarto infliggendogli un parziale di 35-12. Dopo la vittoria nel derby, i Clippers hanno asfaltato Klay Thompson e compagni con un vantaggio che a tratti ha superato i 40 punti, salvo poi prendersi una meritata boccata d’ossigeno e chiudere l’incontro a +26. Chris Paul è restato sul parquet 28 minuti, quanto basta per mettere a referto 27 punti e 9 assist, a cui si aggiungono i 20 punti di Blake Griffin. L’Nba ha i suoi nuovi padroni?
SPURS – 76ERS 109-86: Reduce dal ko contro New York, San Antonio si riprende subito e centra la decima vittoria casalinga consecutiva. Vittima designata sono i 76ers, incapaci di fermare il collettivo degli avversari. Top scorer Parker con 20 punnti, a cui si aggiungono i 19 di Manu Ginobili e i 16 di Tim Duncan. Per Philadelphia il migliore in campo è Spencer Hawes, che mette a referto 22 punti e 6 rimbalzi.
PACERS – BUCKS 95-80: Difficoltà zero per i Pacers che di fronte al proprio pubblico sconfiggono nettamente i Bucks per la prima volta in questa regular season (due ko, sempre in trasferta, nei precedenti confronti). A decidere le sorti della partita l’ottima prestazione di Roy Hibbert, che mette a referto 20 punti e 15 rimbalzi, oltre a 5 stoppate. Periodo no per i Bucks, alla loro terza sconfitta consecutiva.
CAVALIERS – ROCKETS 104-112: Un favoloso James Harden (29 punti, 7 palle recuperate) consente ai Rockets di violare il parquet di Clevaland, con un quarto quarto da 16 punti. Alla prova di Harden va sommata poi quella di Jeremy Lin, autore di 20 punti e 5 assist. Tra i Cavaliers il migliore è Kyrie Irving con 30 punti.
TIMBERWOLVES – BLAZERS 97-102: Alla fine stava per sciupare tutto Portland, avanti di 22 punti nel terzo quarto, facendosi raggiungere sul meno 1 da Minnesota a 1.19 dalla sirena lunga. Non è bastato però ai padroni di casa lo sforzo disumano di Derrick Williams (18 punti nell’ultimo quarto), per raggiungere i Blazers guidati da un inesauribile Nicolas Batum, top scorer dei suoi con 26 punti. Ancora assente per infortunio tra i Timberwolves lo spagnolo Ricky Rubio.
Soltanto due le partite giocate nella notte Nba. Una di queste vedeva il nostro Danilo Gallinari ospitare al Pepsi Center Minnesota. Ci si attendeva una vittoria dai padroni di casa, e invece i Timberwolves hanno sorpreso tutti andando a battere Denver 101-97, grazie ad un ultimo quarto da urlo, sopratutto per J.J. Barea, autore di 12 dei 17 punti totali messi a referto proprio nell’ultimo periodo.
Per assurdo, Minnesota ha giocato meglio dopo l’uscita di Kevin Love, infortunatosi al dito di una mano durante il terzo periodo, nonostante avesse già segnato 12 punti e catturato 17 rimbalzi in meno di 25 minuti. Sedutosi in panchina Love, i Timberwolves hanno trovato ritmo e velocità, cambiando di fatto l’incontro, che aveva visto Denver condurre le operazioni con relativa tranquillità.
Il vero episodio decisivo della partita si è registrato a 2.43 dal termine, quando Luke Ridnour con un tiro da tre punti consegnava il vantaggio agli ospiti. Tripla subito replicata da J.J. Barea, canestro che si rivelerà un colpo mortale alle ambizioni di vittoria dei Nuggets. Protagonista assoluto dell’ultimo periodo, J.J. Barea a fine partita dichiara tutta la propria gioia per la vittoria, che consegna a Minnesota l’ottavo posto nella Western Conference, proprio alle spalle di Denver, con un record di 15-14.
E’ tanta la delusione tra i tifosi presenti questa sera al The Can, i quali si aspettavano qualcosa in più dallo stesso quintetto che due notti prima aveva posto fine all’epica striscia di vittorie consecutive dei Clippers. Partita in chiaroscuro per Danilo Gallinari, che con 12 punti (3 triple, una schiacciata, 1/2 dai liberi) non vive di certo una serata indimenticabile. Top scorer della serata per i Nuggets Kosta Koufos, che chiude con 16 punti.
Prestigioso traguardo infine per Andre Miller. Il playmaker (11 punti e 10 assist), ha abbattuto la soglia dei 15 mila punti, ed è l’ottavo giocatore di sempre ad aver siglato contemporaneamente anche 7500 assist. Roba da Magic Johnson e John Stockton per intenderci.
Al Madison Square Garden San Antonio perde la sua imbattibilità che durava ormai da sette partite. Duncan e compagni hanno pagato a caro prezzo la loro quarta partita consecutiva nelle ultime cinque notti, mostrando preoccupanti segnali di stanchezza che nel quarto periodo hanno consentito ai padroni di casa di allungare le mani verso la vittoria.
Ai Knicks è sufficiente un Carmelo Anthony a mezzo servizio (si fa per dire), che chiude con 23 punti, 8 rimbalzi e 3 assist, per avere la meglio sugli ospiti per 100-83. Melo, andando sopra i 20 punti anche questa sera, diventa il sesto giocatore nella storia dei Knicks a timbrare almeno 20 punti in 20 partite consecutive, in compagnia di Richie Guerin, Patrick Ewing, Stoudemire, Bernard King e Wal Frazier. Non male per l’ex Denver, sbarcato a New York la scorsa stagione nell’ambito della maxi operazione che ha portato Gallinari al the Can.
Tornando alla partita di questa notte, il momento decisivo dell’incontro si è registrato ad inizio quarto quarto, quando i Knicks avanti di 7 punti (67-60), hanno segnato i primi 10 punti del periodo, guadagnando così un vantaggio incolmabile per gli Spurs di 17 punti.
Coach Gregg Popovich ha visto le streghe da subito, quando Stephen Jackson appena entrato dalla panchina ha dovuto abbandonare il match per uno stupido infortunio alla caviglia destra causato da una waitress a bordo campo, proprio davanti agli occhi del sindaco di New York Michael Bloomberg.
Quando infine J.R. Smith si è reso protagonista della giocata più bella dell’intera serata Nba, con una meravigliosa schiacciata all’indietro ricevendo l’assist di Prigioni avendo già abbandonato la sicurezza del parquet preferendo a quest’ultimo la leggerezza dell’aria. Oltre a Carmelo Anthony, New York vola con i 20 punti di J.R. Smith, i 15 di Novak e il contributo sempre importante di Chandler (10 punti e 14 rimbalzi).
In classifica i Knicks si confermano seconda forza ad Est, dietro solo Miami, con un record di 22-10. Dall’altra parte, sconfitta indolore per San Antonio, che resta al terzo posto nella Western Conference alle spalle di Thunder e Clippers.
I Los Angeles Lakers di Mike D’Antoni, per la prima volta sedutosi in panchina da quando ha assunto l’incarico di head coach della franchigia californiana dopo l’operazione al ginocchio, trovano contro i Brooklyn Nets la terza vittoria consecutiva dopo l’avvio di stagione disastroso che ha portato al licenziamento di Mike Brown. 95-90 per i gialloviola che hanno portato 4 giocatori in doppia cifra: 25 punti, 5 assist e 4 rimbalzi per Kobe Bryant, 23 punti e 15 rimbalzi per colui che in estate sarebbe dovuto andare ai Nets Dwight Howard, 17 punti, 11 rimbalzi e 7 assist per Pau Gasol e 17 punti e 8 rimbalzi per Metta World Peace. I Lakers vanno in record positivo (6-5). Ai Brooklyn Nets non bastano Deron Williams (22 punti e 10 assist), Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi) e Joe Johnson (14 punti e 6 assist).
Non c’è storia tra New Orleans e New York (80-102): dopo un primo tempo equilibrato i Knicks dominano la seconda metà di gara spegnendo le speranze di successo della franchigia della Louisiana ancora orfana di Anthony Davis e Eric Gordon. New York trascinata dal solito Carmelo Anthony (29 punti, 6 rimbalzi e 4 assist) tocca quota 8 successi (e una sola sconfitta), miglior record della Lega. Da segnalare anche le belle giocate di Raymond Felton e di J.R. Smith.
Non bastano i 22 punti di Andrea Bargnani ad evitare ai suoi Toronto Raptors l’ottava sconfitta stagionale: la franchigia canadese cade sul parquet dei Philadelphia 76ers per 106-98. Per il Mago anche 7 rimbalzi, bene anche DeRozan (24 punti) e Calderon (13+12 assist). Protagonisti per i padroni di casa il trio Thaddeus Young, Jason Richardson e Jrue Holiday che hanno messo a referto rispettivamente 23, 21 e 19 con l’ultimo citato che ha anche condito la sua prestazione con 12 assist. Philadelphia con questo successo raggiunge il quinto posto nella Eastern Conference prenotando un posto nei playoff.
RISULTATI NBA 20 NOV 2012
Philadelphia 76ers – Toronto Raptors 106-98 Phi: Young 23, Richardson 21, Holiday 19 Tor: DeRozan 24, Bargnani 22, Calderon 13, Lowry 13
New Orleans Hornets – New York Knicks 80-102 NO: Anderson 15, Rivers 14, Roberts 13 NY: Anthony 29, Felton 15, Smith 15
Los Angeles Lakers – Brooklyn Nets 95-90 Lak: Bryant 25, Howard 23, Gasol 17, World Peace 17 Bro: Lopez 23, Williams 22, Johnson 14