Tag: carlo tavecchio

  • Entella-Ascoli riecco la Serie B

    Entella-Ascoli riecco la Serie B

    Entella-Ascoli sono le ultime squadre che parteciperanno al prossimo campionato di Serie B 2015/16; a seguito delle decisioni degli organi di Giustizia Sportiva, il Consiglio Federale, svoltosi oggi all’Expo di Milano, ha deliberato la sostituzione del Catania con la Virtus Entella e del Teramo con l’Ascoli. In Lega Pro al posto della Torres e Vigor Lamezia, entrano Pro Patria e Messina, mentre il Monopoli prende il posto del Castiglione che non si è iscritto.

    Antonio Gozzi, presidente dell'Entella ripescato in B con l'Ascoli
    Antonio Gozzi, presidente dell’Entella ripescato in B con l’Ascoli

    La Virtus Entella disputerà cosi il suo secondo campionato consecutivo, nonostante la retrocessione avvenuta sul campo dopo lo spareggio perso contro il Modena. Il mister Alfredo Aglietti ha dichiarato:

    “Siamo molto felici, la riammissione porterà ancora più carica per fare bene. Vogliamo dimostrare che l’anno scorso meritavamo di più e abbiamo una seconda opportunità e la dobbiamo sfruttare al meglio. 

    Da parte sua il Presidente Antonio Gozzi ha dichiarato :

    La concessione di poter operare per altri 20 giorni sul mercato è un risarcimento al danno che abbiamo subito”.

    Dopo una notte di festeggiamenti cosi ha parlato il direttore generale dell’Ascoli Gianni Picchio Lovato:

    Non giudico gli altri, ma nessuno può obiettare che la Serie B dell’Ascoli sia la Serie B degli onesti, siamo qui per una doverosa chiusura del cerchio di una storia iniziata un anno e mezzo fa dopo il fallimento della vecchia Ascoli calcio 1898 e finita con la promozione in Serie B nel primo esame che abbiamo affrontato, il passato campionato di Lega Pro. Ma con una proprietà come questa di successi ne arriveranno altri“.

    “Il Consiglio Federale di oggi è importante nella misura in cui ha assestato l’inizio dei campionati. Siamo pronti ad aprire la stagione”.

    Ha commentato il Presidente della Federazione Carlo Tavecchio che poi continua:

    “Devono ringraziare gli organi federali e i giudici sportivi di primo e secondo grado. In un momento cosi importante assolvere questi problemi nell’arco di 28 giorni è stato un record. Dal punto di vista organizzativo i campionati partiranno regolarmente. Per noi la Lega pro partirà a 54 squadre, salvo decisioni extracalcistiche che però sarebbero contro il buon senso. Saremmo in difficoltà a reperire ulteriori integrazioni senza garanzie”.

    Tutte le squadre coinvolte avranno una finestra di mercato suppletiva di 20 giorni.

  • Lega Pro: quando la confusione regna sovrana

    Lega Pro: quando la confusione regna sovrana

    In Lega Pro le speranze non muoiono mai, corrono dietro a regole mai definite, con i dirigenti della Lega e delle squadre che si divertono a cambiare, stracciare delle regole di continuo.

    Oggi è il giorno della composizione dei gironi, è il giorno in cui si dovrebbe conoscere il destino di molte squadre ansiose di sapere quali saranno i propri avversari da qui a maggio; c’è un solo posto disponibile nel lotto delle squadre partecipanti e il regolamento parla chiaro: il posto di una società ripescata sarà preso dalla prima nella lista stilata dalla Lega Dilettanti dopo i playoff di giugno; quella società sarebbe dovuta essere il Sestri Levante  che quei playoff li ha vinti, ma la società si è chiamata fuori per motivi economici. C’è il Monopoli che si fregia del secondo posto e che, a suo tempo, aveva presentato domanda di ripescaggio, qualche tempo fa.

    Il pallone della Lega Pro | Foto Web
    Il pallone della Lega Pro | Foto Web

    Nel Consiglio Federale dello scorso 4 agosto, il Presidente Carlo Tavecchio disse senza tema di smentita che la Lega Pro sarebbe stata a 54 squadre, con tre gironi da 18 squadre eludendo di fatto la norma delle Noif che fissava il format della Lega Pro a 60 squadre: era stato proprio il Consiglio Federale del 24 febbraio 2015 a stabilire che nel campionato 2015/16 non ci sarebbe potuta essere alcuna riduzione di organico. Su questa norma si stanno aggrappando molte società: Fondi, Viterbese, Seregno,Taranto, Grosseto e Sambenedettese; in effetti molti si aggrappano alla sentenza che dodici mesi fa diede ragione al Novara.

    La squadra piemontese aveva come obiettivo il ripescaggio in B, ma la Lega di Serie B non voleva prenderla in considerazione, pensando di poter ridurre il numero delle squadre nel campionato. L’Alta Corte di Giustizia del Coni invece diede ragione alla società di De Salvo e la Lega di B fu costretta a ripristinare il campionato a 22 squadre. Poi ad trarne beneficio da questa situazione fu il Vicenza, ripescato al posto del Novara.

    La situazione è molto ingarbugliata e complicata, con un campionato che deve cominciare al 5/6 settembre; si prospetta un altro finale di agosto caldissimo per la terza serie nazionale, l’ennesimo nel quale il caos regna sovrano.

  • Fabio Capello liberato dalla Russia, insidia per Conte?

    Fabio Capello liberato dalla Russia, insidia per Conte?

    La notizia circolava nell’aria da tempo, i rapporti tra Fabio Capello e la Federcalcio russa non erano più idilliaci da un bel po’. Tuttavia c’erano, a saldare un rapporto logoro, degli accordi remunerativi che, come spesso capita nel calcio, blindano entrambe le parti a tentennare prima di ufficializzare il divorzio.

    Fabio Capello era entrato nel calcio sovietico con un progetto importante, quello di traghettare l’emergente Russia verso i Campionati del Mondo che si terranno proprio lì nel 2018 con l’obbiettivo di alzare ulteriormente il livello già discreto messo in mostra a Brasil 2014. Tuttavia durante questo percorso una serie di eventi, sia legati al calcio che non hanno rovinato e minato la possibilità per l’ex tecnico di Milan, Real Madrid, Juventus e Roma di compiere l’ambiziosa missione.

    Fabio Capello | Foto Twitter
    Fabio Capello | Foto Twitter

    La Federcalcio russa con un comunicato ufficiale ha dichiarato di aver rescisso in modo consensuale il rapporto di lavoro con il C. T. a più di tre anni dalla sua scadenza naturale del contratto. Cosa può comportare il rientro o la semplice rimessa in gioco di Fabio Capello nel panorama del calcio internazionale?

    Il tecnico friulano ha molti estimatori, nonostante le ultime apparizioni poco convincenti della Russia, soprattutto in Premier League dove però i posti più appetibili sono tutti assegnati, seppur con qualche scricchiolio, e poi c’è quella parentesi alla guida della Nazionale inglese che non ha riscosso grandi consensi tra il pubblico d’oltre manica.

    La base su cui si può trattare a livello economico per l’ingaggio è alta, quindi PSG e Monaco a parte e con i posti da tecnico assegnati non c’è possibilità in Ligue 1. La Spagna è una roccaforte sicura, Capello ha allenato e vinto con il Real Madrid e si è trovato benissimo tuttavia blancos e blaugrana sono a posto, ci può essere qualche idea bizzarra in qualche club di seconda fascia che sta emergendo ma anche in questi casi ci sarebbe da aspettare il fallimento di qualche collega e nessuna garanzia tecnica. Capello in squadre di club difficilmente prenderebbe un cavallo in corsa se non per qualcosa di veramente appetibile.

    E allora ecco che il pensiero non può non essere rivolto ad una Nazionale, si ma quale? Perché per convincerlo ci vuole un ingaggio alto e un progetto ambizioso. Ecco che allora viene automatico pensare alla Nazionale azzurra, che vive un momento più di bassi che di alti. Come aveva previsto qualcuno, noi per esempio, l’effetto Antonio Conte aveva la possibilità, dopo le prime due brillanti prestazioni del nuovo corso, di evaporare per due motivi. Il primo legato alla scarsa collaborazione dei club per gli stage azzurri, il secondo, legato al primo, perché il tecnico pugliese ha sempre fatto della “presa” sulle sue squadre il suo punto di forza, tanto che da molti è stato definito un “martello continuo“, ed era ovvio che senza stage e in una Nazionale questo inevitabilmente veniva meno.

    Antonio Conte e Carlo Tavecchio | Foto Twitter
    Antonio Conte e Carlo Tavecchio | Foto Twitter

    Oltre a questi fattori il rapporto tra Conte e la F.I.G.C. si è incrinato con le recenti rivelazioni dell’inchiesta riaperta per il calcioscommesse, per ora Tavecchio e Lotito hanno difeso il C.T., tuttavia anno fra le mani un boomerang che scotta e che mina la già pericolante credibilità del sistema calcio. In pratica è già da qualche mese che se ne parla, le strade di Antonio Conte e della Nazionale potrebbero separarsi per malumori reciproci.

    Finora Conte si è dovuto difendere, sui nomi che sono stati accostati alla panchina azzurra, da o tecnici che dovevano essere liberati dai rispettivi contratti o da tecnici con un’esperienza ed un palmares più scarso confronto al suo, con Fabio Capello però tutto cambia.

    Ecco che quindi l’humus per una crisi interna all’entourage azzurro è fertile e lo si è visto dalle recenti dichiarazioni delle parti in causa, impegnate sempre a tranquillizzare l’ambiente ed ecco che ora c’è anche un nome sul quale Carlo Tavecchio e Claudio Lotito possono lavorare sottotraccia per togliersi le castagne dal fuoco, almeno su quel fronte. Staremo a vedere.

  • Serie A: riforme, dominio europeo e dramma Parma

    Serie A: riforme, dominio europeo e dramma Parma

    Quello che sta vivendo il nostro calcio e la Serie A in particolare, ma non solo, non è che lo spaccato di un paese che vive di eccellenze e di incredibili paradossi, dopo anni di “snobbismo” nei confronti dell’Europa League finalmente sembra che le nostre compagini abbiano preso in seria considerazione questa competizione, tentando un rilancio europeo tanto auspicato per anni quanto rimasto deluso e spesso con rabbia mancato.

    E’ lo specchio dell’Italia di oggi, capace di straordinarie imprese nel piccolo o nel grande quotidiano ma cancellate dall’incredibile difficoltà quotidiana di realizzare e raddrizzare le questioni più semplici. La Serie A ha riscoperto il gusto di vincere in Europa, sei squadre sono in piena bagarre, cinque oggi conosceranno i futuri avversari nel cammino in Europa League e la Juventus con realistico ottimismo vede il ritorno in Germania contro il Borussia Dortmund per andare ai quarti di Champions League.

    Se un amante della Serie A si soffermasse a questo penserebbe di essere tornato agli anni ’90, quando tutte le nostre squadre facevano cammini sontuosi in Europa e spesso una o più compagini si trovavano in finale, ma la realtà che si ha di fronte guardando il dramma del Parma e l’acqua sotto i ponti passata in questi ultimi anni dice a chiare lettere che, è ottimo il risultato storico di questo turno di coppe europee ma è incredibilmente deludente vedere che nei nostri confini si vivono ancora drammi come quelli del Parma e di tante altre squadre che sono state cancellate dal calcio italiano in questi anni.

    Carlo Tavecchio e Claudio Lotito | Foto Twitter
    Carlo Tavecchio e Claudio Lotito | Foto Twitter

    Con l’avvento di Tavecchio alla guida della Federcalcio ci si aspettava delle riforme importanti, a partire dai diritti televisivi che oggi sono la maggior fonte di introito per le squadre di calcio, ebbene finora tale argomento ha portato solo un intermediario che si frappone tra le parti in causa per spillare più soldi alle pay-tv ma di fatto alle provinciali della Serie A arriva sempre una miseria in confronto a quanto percepiscono le grandi. Detto questo servirebbe un capitolo a parte per analizzare le ragioni delle une e delle altre e arrivare ad una conclusione, ma è proprio il governo del calcio che ci dovrebbe arrivare sistemando la questione tenendo anche conto dei bacini d’utenza.

    Di fatto abbiamo avuto tormentoni arbitrali, polemiche a sfondo razzista, incidenti negli stadi, litigi tra presidenti, guai giudiziari per tesserati sotto inchiesta e oggi buchi finanziari delle società fino alla scorsa stagione difese ad oltranza dalle istituzioni del calcio nostrano quando la U.E.F.A. è intervenuta dicendo appunto che qualcosa non andava. Insomma sempre le stesse cose che si perpetrano da anni, ma alle quali anche il governo Tavecchio, come i precedenti, interviene e a parole pone freni dopo che sono accaduti i fatti. Generalmente le riforme si fanno proprio per evitare che si verifichino falle e che si migliorino le cose, tutto disatteso. Per non parlare poi dello sconquasso accaduto in Lega Pro e in Serie B dopo l’intercettazione telefonica “abusiva” nei confronti di Claudio Lotito, braccio destro di Tavecchio che ci ha riportato indietro al 2006, quando altre intercettazioni telefoniche “abusive” spaccarono il mondo del calcio.

    Insomma con argomentazioni diverse e con un’importanza ben diversa le stesse cose che accadono nella gestione e nell’amministrazione del paese.

    In questo momento il nostro calcio esprime un ottimo risultato e lo fa contro squadre appartenenti a campionati qualitativamente sopra il nostro, Athletic Bilbao, Tottenham, Borussia Dortmund. Tutto questo fa ben sperare nella ripresa perché negli anni scorsi l’Europa League soprattutto è stata il trampolino di rilancio per il calcio di altri paesi che oggi assediano l’Italia nel ranking, come il Portogallo.

    Roberto Donadoni, allenatore del Parma | Foto Twitter
    Roberto Donadoni, allenatore del Parma | Foto Twitter

    Di contro abbiamo ancora da scoprire quanto il nostro calcio è marcio, perché ancora nel 2015 mentre un cittadino normale ha difficoltà a fare una richiesta di mutuo per comprare una casa e deve portare mille garanzie all’Istituto di credito, una società di calcio si scopre che con un debito di un centinaio di migliaia di Euro tranquillamente gestisce il mercato, si iscrive ai campionati ed esercita tranquillamente finché il coperchio della pentola a pressione non scoppia e rimane solo da pagare il disastro fatto che va a carico sempre di chi è ignaro di tutto. L’eccellenza morale di Donadoni e dei ragazzi del Parma, con Lucarelli in primis è cancellata dall’inettitudine gestionale e da un sistema che continua a dare segnali di crollo su se stesso.

    In parole povere, il calcio italiano per prestazioni sportive e qualità degli interpreti sul campo da gioco fa di tutto per risalire la china, così come i cittadini nella vita comune, ma rimane sempre da attendere le cosiddette riforme che sembrano sempre più una chimera.

  • La UEFA sanziona Tavecchio con sei mesi d’inibizione

    La UEFA sanziona Tavecchio con sei mesi d’inibizione

    Costa cara la frase pronunciata da Carlo Tavecchio, attuale presidente della Figc, il 25 luglio, durante l’assemblea straordinaria elettiva della Lega Nazionale Dilettanti, definita da molti razzista:

    Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che ‘Opti Pobà è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così”

    Carlo Tavecchio
    Carlo Tavecchio

    La Uefa infatti oggi ha deciso di punire Tavecchio con sei mesi d’inibizione. In sostanza il presidente della Figc potrà presenziare alle gare delle nazionali azzurre e rappresentare la Federazione in campo internazionale.

    In sostanza Tavecchio, come riportato sul sito della Figc, dovrà astenersi dal partecipare al Congresso della UEFA programmato per il 24 marzo 2015 ed in questi sei mesi non potrà essere eletto o candidarsi per alcuna carica di dirigente UEFA.
    Tavecchio dovrà inoltre “organizzare un evento speciale in Italia volto ad aumentare la consapevolezza e il rispetto dei principi della risoluzione Uefa contro il razzismo” ma come riporta la nota della Figc, il presidente aveva annunciato, l’idea di un evento simile, già in occasione della presentazione del suo programma.

     

    La decisione presa dal massimo organismo calcistico europeo è immediatamente esecutiva e la Figc, sempre nella nota, ha fatto sapere che non ci sarà ricorso in quanto “ha deciso di accettarla al fine di evitare il protrarsi di un contenzioso che avrebbe visto contrapposte la UEFA e la FIGC per un lungo periodo e che si sarebbe potuto risolvere solo davanti al TAS per stabilire se la UEFA fosse competente ad intervenire su questa materia”.

    Si attendeva anche l’immediato commento del diretto interessato che non si è fatta certo attendere, poco fa infatti Carlo Tavecchio si è così espresso sulla decisione presa dall’UEFA:

    Le decisioni non si commentano, si eseguono e si rispettano. Ma non cambia nulla riguardo la mia posizione in Figc.

    Non dello stesso parere i deputati del Pd Laura Coccia e Khalid Chaouki, come si legge dalle dichiarazioni riportate dall’agenzia Adnkronos:

    Dopo la decisione della Uefa di squalificare Tavecchio per sei mesi non possiamo che commentare: noi l’avevamo detto. Ma questa volta le parole non bastano. Crediamo sia arrivato il momento per il presidente della Figc di fare un passo indietro.

  • Nazionale, è il Conte-day: “Emozionato e orgoglioso”

    Nazionale, è il Conte-day: “Emozionato e orgoglioso”

    E’ arrivato il giorno, il suo giorno; quel giorno che tanti allenatori nell’arco della loro carriera sognano di vivere. E’ il giorno di Antonio Conte presentato a Roma come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. L’ex allenatore bianconero, al fianco del Presidente della Figc Carlo Tavecchio, ha firmato in diretta il contratto che lo legherà alla federazione per le prossime due stagioni.

    Sono emozionato perchè al mio posto vorrebbero esserci tutti gli allenatori di questo Mondo. E’ la Nazionale più importante insieme al Brasile. Sono orgoglioso del fatto che il Presidente abbia pensato a me”. E aggiunge ancora: “Non pensavo di rientrare in pista dopo 35 giorni. Volevo fare un aggiornamento tattico in giro per l’Europa e aspettare un top club europeo. Facendo le dovute riflessioni, capendo l’entusiasmo di Tavecchio lui ha capito di aver fatto breccia nel mio cuore. Sapete che anche a me piacciono le sfide”. 

    Parlando della parola vittoria Conte ha dichiarato: “La vittoria è una dolce condanna, io vivo per la vittoria. Sapete benissimo quale è la differenza tra vincere e perdere. E’ come vivere o morire. Io voglio portare qui la mia mentalità, cercare di fare capire la differenza tra vincere e perdere, o vincere e pareggiare”.

    conte e tavecchio

    Sul rapporto con i club l’ex allenatore della Juventus ha dichiarato: “Vorrei essere un C.t. che si rapporta con club e allenatori,  se vogliamo crescere è giusto che l’allenatore della Nazionale vada incontro all’allenatore del club. Bisogna parlare dei tipi di allenamenti, sulle condizioni di un giocatore. Penso che facendo cosi i rapporti possano crescere e si possa costruire qualcosa di importante”.

    Sull’aspetto tecnico queste le parole del neo C.t.: “I giocatori arrivano dall’esperienza non positiva, ma abbiamo buoni giocatori che vanno fatti diventare una squadra. In questo modo il gap tecnico rispetto agli altri può essere colmato. Mi piacciono le sfide ardue, come quando arrivi in Serie A con la Juventus. Anche oggi arrivo in un periodo non semplice, abbiamo bisogno di risollevarci”.

    Sulla fine del rapporto con la Juventus ha detto: “In ogni rapporto stai insieme quando partecipi su tutto. Quando si consumano i rapporti bisogna dire la forza di dire basta per il bene di tutti.  Servono anche gli attributi per capire queste cose”.

    E ancora sul suo futuro staff: “ Oggi la cosa più importante è dare certezza alla squadra, c’è poco tempo per inventarsi le cose. Ho in mente di ripercorrere quanto fatto alla Juventus. La base sarà quella di ripartire dalle certezze. Sono convinto che sarà una grande dote per la Nazionale. A me, giovani o non giovani, serve gente che corre e faccia quello che chiedo. Lo staff è al completo, valuteremo solo la figura del preparatore dei portieri in questi giorni”.

    Sulla panchina azzurra è arrivato un condottiero con tanta fame di vittoria, con tanta grinta e un non conoscitore della parola sconfitta. Ora al C.t. il compito, non facile, di inculcare nella testa di chi indosserà la maglia della nazionale la voglia, la determinazione, il saper essere parte integrante del progetto. Due eliminazioni nella fase ai gironi dei Mondiali non sono più ripetibili.

     

     

  • “Discriminazione Territoriale”, niente più squalifica

    “Discriminazione Territoriale”, niente più squalifica

    Nel primo Consiglio Federale dell’era Tavecchio,  c’è stata subito una decisione che farà discutere.

    La Figc riunitasi in consiglio ha deciso di togliere la squalifica in caso di “Discriminazione Territoriale”.

    Un successo per i club che da tempo richiedevano modifiche su questa norma e che non avranno più la tagliola della responsabilità oggettiva in caso di offese di discriminazione territoriale, al contrario di quanto accaduto nella scorsa stagione con diverse curve chiuse dal Giudice Sportivo.

    In sostanza il Consiglio Federale è andato ad intervenire sull’Art.11 e sull’Art.12 del Codice di Giustizia Sportiva non facendo più parte dell’Art.11  l’offesa di denigrazione per origine territoriale od etnica ed essendo stata cancellata dall’Art.12 (l’Articolo apposito per la prevenzione dei fatti violenti) come responsabilità oggettiva delle società.

    La Curva dell'Olimpico chiusa lo scorso anno
    La Curva dell’Olimpico chiusa lo scorso anno

    Insultare i tifosi o i calciatori della squadra avversaria facendo attraverso la propria origine o provenienza territoriale non sarà comunque concesso, la sanzione però sarà decisamente più leggera in quanto si parla di multe economiche che, in caso di club di Serie A, può raggiungere un massimo di 50mila euro.

    Ovviamente ci sono le eccezioni alla regola: nei casi più gravi, dove si presentasse anche la recidività della sanzione, si potrebbe passare da una multa a pene ben più gravi con la chiusura di curve e settori colpevoli ma anche con il rischio della chiusura dell’intero impianto sino ad un massimo di due anni.

    Il neo presidente Tavecchio è stato chiaro nell’indicare che questa modifica servirà ad evitare interventi drastici volendo favorire interventi più ponderati.

    Una norma quella della “Discriminazione Territoriale” che nella scorsa stagione ha fatto molto discutere, tutto era nato da una scelta della Figc nell’agosto scorso di voler dare un segnale forte su questa problematica con chiusure di settori e curve che avevano portato le società a lamentarsi di rischiare di finire in una posizione di possibile “ricatto” da parte degli Ultras. Nel corso dell’anno la regola ha subito diverse modifiche con l’inserimento della condizionale (la prima pena veniva sospesa per un anno ed eventualmente riattivata al momento della seconda violazione in tale periodo), con la possibilità di intervenire solo con chiara percezione del coro e per il numero di persone colpevoli di tale atteggiamento.

    Adesso questi problemi sono stati spazzati via con un colpo di spugna e si tornerà a punire i club economicamente.

    Scelta giusta, scelta sbagliata? Lo scopriremo solo durante l’arco del campionato.

  • Conte Ct della nazionale, arriva l’annuncio ufficiale di Tavecchio

    Conte Ct della nazionale, arriva l’annuncio ufficiale di Tavecchio

    La notizia si è rincorsa per tutta la giornata in un crescendo di notizie, con l’ufficialità che non arrivava ma che minuto dopo minuto sembrava essere ad un passo, ebbene adesso lo possiamo dire in maniera ufficiale: Antonio Conte sarà il nuovo Ct della nazionale italiana.

    Antonio Conte
    Antonio Conte

    A dare la conferma tanto attesa ci ha pensato il neopresidente della Figc Carlo Tavecchio che  in serata ha rilasciato questa dichiarazione all’Ansa:

    Abbiamo raggiunto l’accordo: Conte è il nuovo c.t. azzurro.

    La conferma è arrivata dopo che nel pomeriggio lo sponsor tecnico della nazionale, la Puma, aveva confermato l’appoggio alla Federazione con un comunicato che così recitava:

    Sosterremo la Figc. Il nostro obiettivo è avere successo insieme.

    Dunque da questo 14 agosto 2014 inizia la nuova era della nazionale italiana con l’ex allenatore della Juventus che andrà a sedersi su quella panchina lasciata vuota da Cesare Prandelli la sera della sconfitta con l’Uruguay che costò l’eliminazione agli azzurri dal mondiale di Brasile 2014.

    La presentazione del nuovo commissario tecnico avverrà martedì 19 agosto alle 11.30 presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma.

    Come riporta il comunicato emesso dal sito della Figc, Conte e Tavecchio si sarebbero sentiti nella mattinata di oggi telefonicamente ed il tecnico salentino avrebbe approvato in pieno l’idea del progetto per rilanciare la nazionale attraverso la formazione dei calciatori in appositi centri federali. Antonio Conte andrà anche a ricoprire il ruolo di coordinatore dei settori giovanili, figura che fino a poco tempo fa era stata ricoperta da Arrigo Sacchi.

    Per quanto riguarda il contratto si parla di un biennale, fino al 31 luglio 2016, ovvero dopo i campionati europei di Francia, con un compenso, che non viene nominato dal comunicato della federazione ma che, secondo i rumors circolati, dovrebbe aggirarsi sui 3,5-3,6 milioni di euro annuali 1,6 dei quali pagato dalla FIGC ed il restante dagli sponsor, principalmente la Puma. La Federazione infatti ha stipulato nuovi accordi di partecipazione con gli sponsor che prevedono anche l’utilizzo dell’immagine del nuovo CT come testimonial, rendendo così possibile la conclusione con buon esito dell’operazione.

    Antonio Conte, dimessosi all’inizio di questa nuova stagione sportiva dalla Juventus con la quale aveva vinto 3 scudetti consecutivi con lo straordinario risultato dei 102 punti ottenuti nella stagione appena conclusasi, ricomincia dalla nazionale dove molti confidano che la sua grinta, la sua voglia di cercare sempre il successo, possa permettere alla nazionale di rialzarsi dopo un mondiale disastroso come quello del Brasile.

  • Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Ci siamo quasi, forse sì, forse no, forse si attende solo l’ufficialità. Antonio Conte verso la panchina della Nazionale Italiana; in questi giorni sono stati fatti passi avanti molto importanti, la trattativa è ben avviata anche se giungono discordanti pareri su quello che sarà l’aspetto economico della trattativa. L’ex tecnico della Juventus vorrebbe ricevere lo stesso trattamento economico che percepiva con il club bianconero ma la Federcalcio, per ragioni di bilancio e non solo quelle, non intende pagarlo più dell’ex Ct Cesare Prandelli. La situazione può essere risolta dallo sponsor tecnico ovvero la Puma che andrebbe, con un investimento, a colmare la differenza. Le cifre in questione sono di quelle importanti, cifre da allenatore di club per intenderci.

    Nel caso di fumata bianca della trattativa, la gestione di Antonio Conte come C.t. della Nazionale sarà strutturata come se fosse un club. Conte vuole poter seguire quotidianamente i giocatori monitorandone la condizione fisica, l’eventuale recupero degli infortuni e acciacchi vari, avendo settimanalmente incontri e colloqui con gli allenatori delle squadre di Serie A.  In pratica chiede di fare il selezionatore a tempo pieno.

    Il tecnico pugliese vuole anche uno staff di fiducia, che possa aiutarlo nella gestione degli allenamenti e nel coordinamento delle selezioni giovanili, è solo partendo dal basso che si può costruire qualcosa di importante.

    Antonio Conte ha dimostrato nei tre anni di gestione Juventus di essere un vincente. Di avere ottime idee e di avere grande fame di vittorie. Ha grinta, energia da vendere, è maniacale negli allenamenti settimanali, un martello come è stato definito dai suoi ex giocatori, un motivatore costante e continuo che è stato per molti il vero valore aggiunto della Juventus dei tre scudetti consecutivi. La sua personalità può far crescere, di parecchio, il movimento della Nazionale Italiana. Per ripartire dopo il disastro brasiliano serve un uomo con la sua personalità, con le sue idee e con la sua fama di vittorie.

    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter
    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter

    L’aspetto negativo di Conte è rappresentato dalla sua scarsa esperienza internazionale: nelle coppe europee non ha mai impressionato. Da persona preparata Antonio lo ha sempre saputo e, nel mese di luglio le divergenze di mercato con i dirigenti bianconeri, per rendere la Juventus competitiva a livello europeo, sono esplosi. Per il suo modo di lavorare è più un allenatore che un selezionatore. Ha bisogno di allenare costantemente e quotidianamente i suoi calciatori, di averli sempre sotto occhio mentre in Nazionale , per ovvie ragioni questo non potrà avvenire, nonostante l’idea degli incontri quotidiani con gli allenatori dei club.

    Ora che la Federcalcio ha un nuovo Presidente urge mettersi al lavoro per ricostruire il calcio italiano che è piombato nell’anonimato dopo anni di insuccessi e fallimenti dovuti a una gestione fallimentare e dirigenziale ancora prima che tecnica. Al neo Presidente Carlo Tavecchio il compito di ripartire e in fretta, il compito di ridare lustro a un sistema che non c’è più.

  • Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Finalmente siamo, almeno momentaneamente, usciti da una situazione alquanto ridicola. Non era possibile vivere ancora di polemiche stantie su frasi e “vecchie massime” del candidato principale alla presidenza federale. Era l’ora di fare o un salto oltre la barricata o tentare la via della condivisione attraverso un Presidente voluto da tutti che avesse una linea guida condivisibile da tutte le Leghe del calcio.

    Come spesso accade in questo paese, dalla politica ad una semplice riunione di condominio, non viene mai scelta la strada della soluzione, ma semplicemente la scelta del “minor male, ed ecco allora che subentrano gli interessi personali, l’attaccamento alle poltrone ed il poco senso del dovere partorendo una via talmente difficile da percorrere che ad oggi, dopo l’elezione in terza battuta di Carlo Tavecchio, appare impossibile.

    Non sono serviti nemmeno gli interventi del presidente del CONI Malagò e del vice UEFA Gianni Infantino per illuminare i membri elettivi e gli stessi candidati che a più riprese erano stati invitati a ritirarsi per trovare una via comune e condivisibile.

    L’ingovernabilità del calcio non è evidente  per colpa del suo nuovo Presidente Federale, ma è evidente per quanto uscito fuori in queste settimane. Abbiamo di fatto un Carlo Tavecchio che dopo la prima conferenza stampa e le successive dichiarazioni è invitato dai suoi stessi elettori a non esprimersi più se non per parlare del programma. Programma che si conosce solo a bozze, infatti è solo un minimo elenco di problematiche da risolvere e che nonostante lui stesso abbia ricoperto la carica di Presidente della Lega Nazionale Dilettanti nella sua stessa Lega tali problematiche esistono tuttora.

    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare
    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare

    Vince un candidato, come sarebbe stato il caso di Albertini, caldeggiato da un’asse di “grandi elettori” (Lotito-Galliani-Preziosi) che nessuno comprende quale possa essere il reale interesse da parte loro per la sua vittoria visto che tutti navigano in “cattive acque“, per motivi diversi, nelle rispettive piazze e dovrebbero prima risolvere i problemi dalle loro parti.

    Nel programma elettorale di Tavecchio, che non si conosce ma dalle sue parole si intuisce,  si parla di riportare il pubblico negli stadi e la Curva Nord della Lazio conta ad oggi 258 abbonati, si parla di giovani calciatori italiani e del  loro futuro quando il Genoa è una delle prime società a vendere i propri gioiellini per comprare tanti giocatori stranieri in una sorta di girandola di mercato annuale e si parla di gestione manageriale o governance quando l’Amministratore Delegato del Milan vive la sua carica da separato in casa e non riesce a fare calciomercato perché é “bloccato” dai contratti onerosi con i suoi giocatori che lui stesso ha sottoscritto anni prima, ma non solo loro la Lega Pro, che appoggia in pieno Carlo Tavecchio, negli ultimi anni si è vista assottigliare le proprie squadre iscritte quasi del 50% proprio per una gestione fallimentare delle società. Per non parlare poi degli scandali succeduti in sequenza negli ultimi dieci anni di calcio, dove a guidare il vapore c’erano sempre gli stessi personaggi tra cui Abete, Tavecchio, Macalli e C. a cui non si può attribuire alcuna colpa, tuttavia si deve considerare la loro scarsa vigilanza nei rispettivi ruoli.

    Se l’elezione doveva dare una manifestazione di forza democratica del nostro calcio non si può rimanere contenti di fronte al fatto che l’elezione di un Presidente di una Federazione Sportiva (qualunque essa sia) debba essere determinata da Presidenti che ci mettono e ci guadagnano un sacco di soldi sfruttando lo sport più amato. Insomma se la Lega deve rappresentare i poteri la Federazione dovrebbe rappresentare il sano sport. Ma da quello che si evince è che gli interessi hanno eletto un Presidente e quindi se si devono fare delle scelte impopolari per il bene dello sport, queste scelte non verranno fatte perché chi ha consegnato il potere a Carlo Tavecchio può avere in qualsiasi momento la tentazione di ricattare e battere cassa nei confronti del Presidente. E’ un po’ come se la Confindustria senza ascoltare il popolo eleggesse il Presidente del Consiglio e lo facesse alla “luce del sole” verrebbe ad ogni cittadino il dubbio che c’è un conflitto d’interessi e soprattutto che la democrazia possa essere finita.

    Inoltre da quest’elezione, che ha appassionato i tifosi, viene fuori in modo netto che la Lega di Serie A è spaccata in due tra vecchie e nuove generazioni, tra vecchi e nuovi modi di vedere il calcio. Con liti furbonde e continui strali tra le parti che proseguiranno ad ogni decisione che la FIGC farà, a cominciare dalla scelta del nuovo Commissario Tecnico della Nazionale.

    L’indomani delle elezioni FIGC appare molto nebuloso, forse più di quanto già si pensava dopo le celebri uscite su Optì Poba, sulle donne “handicappate” o sull’omicidio di Kennedy e rimane addirittura cupo dopo il discorso fatto da Carlo Tavecchio dopo la terza e trionfale votazione.

    La sfida che si pone dopo le elezioni FIGC è quella di preparare la “squadra di governo” e la nomina del C.T. della Nazionale i nomi caldi per tutti i tifosi sono quelli di Mancini o Conte ma bisogna già fare alcune considerazioni. Essendoci l’ombra lunga di Claudio Lotito viene difficile pensare a Roberto mancini, ex tecnico Lazio, che ha tenuto in piedi una causa civile per anni con il suo vecchio Presidente ed al tempo stesso non si può pensare ad Antonio Conte, che se non avrà carta bianca e libero coordinamento su tutte le Nazionali, difficilmente accetterà l’incarico vista la sua giovane età lavorativa e le prospettive di carriera che fare il C.T.  può sbarrargli per almeno quattro anni. Ci sono poi le soluzioni tecniche e più facilmente percorribili Guidolin, Zaccheroni e l’ultimo papabile Cabrini. Ma anche quì, il neo Presidente Federale scivola su una “buccia di banana“, perché dopo la sua nomina, nel discorso davanti all’assemblea dice di non aver avuto ancora alcun contatto con qualcuno per il futuro della Nazionale e dire che di tempo ne ha avuto e che tra tre settimane la Nazionale dovrebbe scendere in campo.

    Proprio quì, all’inizio del suo mandato Tavecchio si gioca il suo futuro e lo fa in partenza già su un campo minato vedremo se le scelte saranno per una rivoluzione vera o, come si presuppone, per il “minor male” con la compiacenza dei “soliti noti“.