L’ombra del calcioscommesse ci accompagna oramai dal lontano 1980. Nulla è cambiato, esiste ancora del marcio che gira intorno allo sport più amato del mondo, rovinandone così il prestigio e il suo intramontabile fascino. Dopo l’arresto di Masiello, si son fatti diversi nomi per quel che riguarda gli implicati con “le tangenti”. Sono saltati alla ribalta i nomi di Conte, Pepe e Bonucci. Per quel che riguarda il primo, il primo a parlare è stato il presidente AndreaAgnelli che ha preso le difese del suo allenatore, definendolo grande uomo di sport, leale e rispettoso del panorama calcistico, definendo per tanto la notizia totalmente inventata a cui non dare credito. Ha espresso il suo parere anche il diretto interessato AntonioConte, durante la conferenza stampa pre Palermo-Juventus: “Come faccio a difendermi da qualcosa che non esiste? Come posso rispondere a delle domande che riguardano il nulla? Qui stiamo parlando del nulla, di una non notizia, mi viene da sorridere guardate, ma io non rispondo ad una domanda dove mi si chiede di parlare del nulla ripeto, è una bufala“. Chiaro diretto e determinato, con il sostegno della società, il tecnico salentino ha preferito dunque deviare così l’argomento.
La tempesta del calcioscommesse si abbatte su Antonio Conte. L’attuale tecnico della Juventus è finito nelle prime pagine dei quotidiani sportivi di questa mattina per un presunto sms ricevuto durante la scorsa stagione qualche giorno prima della partita di Serie B Siena Sassuolo, quest’ultima già tristemente famosa nell’ambiente della Procura Federale. Ricordiamo che nel 2010-2011 Conte era alla guida della squadra toscana, che al termine del campionato cadetto raggiunse la promozione nella massima serie. Che cosa c’era scritto in quel messaggio? E chi era il mittente? La procura di Bari sta cercando di fare chiarezza su ogni lato oscuro della vicenda. Nel frattempo, in mattinata, sono arrivate le dichiarazioni di ferma condanna da parte del presidente bianconero Andrea Agnelli e dello stesso tecnico pugliese.
SMS – Dietro il messaggio recapitato al cellulare di Conte ci sarebbe l’ex centrocampista del Bari Antonio Bellavista, uno dei primi calciatori indagati dalla procura di Cremona all’alba dello scandalo scommesse. Bellavista avrebbe consigliato a un certo Raimondo di provare a mandare un messaggio ad Antonio Conte per chiedergli se fosse “contattabile” in relazione a Siena Sassuolo, match della 33^ giornata di Serie B disputatosi il 23 marzo 2011. Ciò è quanto sostenuto da un anonimo che avrebbe consegnato il materiale su Conte al procuratore di Bari Antonio Laudati, come afferma oggi il sito de La Gazzetta dello Sport.
“CONTATTABILE” – Perché Bellavista usò questo aggettivo? Con ogni probabilità il gruppo di scommettitori di cui Bellavista faceva parte, voleva ottenere la conferma definitiva sulle voci che giravano da giorni intorno alla partita Siena Sassuolo, considerata da più parti una gara “sicura” in quanto si credeva che la stessa dirigenza senese avesse comprato la gara, conclusasi poi con la vittoria dei padroni di casa per 4-0. Proprio Siena Sassuolo fu uno degli incontri per il quale il procuratore federale Palazzi emise le prime condanne definitive nella scorsa estate. L’ex calciatore della Fiorentina Bettarini patteggiò 14 mesi, mentre l’allora centrocampista del Sassuolo Quadrini venne condannato ad un anno per aver omesso la combine, senza dimenticare il “club” storico costituito da Erodiani, il portiere Paoloni e Bellavista, i quali furono giudicati colpevoli di aver truccato la partita in questione.
Qualora venisse accertato che Conte sia stato raggiunto effettivamente da un messaggio di tal genere, il tecnico bianconero rischierebbe la stessa condanna dell’ex calciatore del Sassuolo Quadrini, per aver omesso agli inquirenti il contenuto del sms.
AGNELLI E CONTE – Il presidente bianconero e Conte hanno risposto con forza alle accuse piovute sull’ambiente juventino nelle ultime ore. Durante la conferenza stampa indetta questa mattina dallo stesso numero uno della Juventus per annunciare l’accordo con il nuovo sponsor Jeep, Agnelli ha espresso la sua totale fiducia nei confronti del mister, definendolo una persona integra e leale, rigettando qualsiasi accusa sul suo conto. Il tecnico invece ha affermato di non essere né sorpreso né arrabbiato, sottolineando come non esista alcuna telefonata né messaggio, e che la notizia uscita in queste ore sia in realtà una non notizia, etichettandola come “bufala”. Infine ha ricordato che la stessa notizia fosse stata pubblicata otto mesi fa dal quotidiano Repubblica, e anche in quell’occasione tutto si risolse in una bolla di sapone.
Il calcioscommesse bussa alle porte della Sampdoria. Nella giornata di ieri tutti i maggiori quotidiani sportivi hanno riportato la notizia dell’incontro nella stagione passata fra l’allora difensore del BariAndrea Masiello e l’ex giocatore doriano Stefano Guberti, ora in forza al Torino di Ventura, prima della sfida di campionato che vedeva affrontarsi i due club, valevole per la 34^ giornata di Serie A. Guberti avrebbe offerto 400 mila euro a Masiello per truccare la partita in questione, chiedendo al capitano biancorosso di perdere la gara. Quest’ultima terminò con la vittoria dei blucerchiati per 1-0, grazie al penalty realizzato da Pozzi nel corso del secondo tempo.
Bari Sampdoria era un match chiave in ottica salvezza, sopratutto per gli ospiti allenati da Alberto Cavasin, mentre la situazione dei pugliesi era ormai definitivamente compromessa. I doriani avevano l’assoluta necessità di conquistare i tre punti per continuare a sperare nella permanenza in Serie A. Nonostante il successo ottenuto al San Nicola, la Samp non fu in grado di scongiurare il pericolo retrocessione, giunta fra l’altro dopo aver perso il derby della Lanterna contro gli odiati cugini del Genoa alla terzultima giornata.
Una conferma indiretta relativamente a quanto successo è già arrivata durante i primi interrogatori degli inquirenti all’ex difensore del BariMarco Rossi, il quale ha rivelato come Masiello avesse raccontato ai suoi compagni di squadra la possibilità di guadagnare 400 mila euro qualora avessero perso la partita contro la Sampdoria. Marco Rossi rispose negativamente alla pressione del proprio capitano, dichiarando agli inquirenti che al termine della gara di quei 400 mila euro non se ne seppe più nulla.
Gli ultimi sviluppi, oltre a peggiorare la situazione in cui si trova coinvolto Andrea Masiello, potrebbe aprire scenari fino ad oggi imprevisti per la Sampdoria. Il nome del club ligure non è si è mai trovato così vicino a quello famigerato del calcioscommesse, e nei prossimi giorni sono attesi ulteriori colpi di scena.
Gli sviluppi sulla vicenda calcioscommesse erano già nell’aria e, così, nella notte fra domenica e lunedì su ordine della procura di Bari sono stati eseguiti diversi arresti, fra cui quello di Andrea Masiello, ex difensore del Bari ed attualmente in forza all’Atalanta (ma sospeso, ndr) ed, oltre a lui, i due scommettitori Carella e Giacobbe, poichè ritenuti complici nelle combine delle partite monitorate: il capo d’accusa, naturalmente, è l’associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva ed, insieme a Masiello, risultano indagati dalla procura di Bari anche Daniele Portanova del Bologna, Alessandro Parisi del Torino, Simone Bentivoglio, Marco Rossi, Ghezzal, Marco Esposito, Antonio Bellavista, Nicola Belmonte. In particolare, Andrea Masiello – ritenuto uno dei “capi carismatici dell’organizzazione”, sfruttando le sue conoscenze nel mondo del calcio, cercava di indirizzare le scommesse su determinati risultati, condizionando, poi le prestazioni dei compagni di squadra.
Nell’interrogatorio di ieri, Masiello ha ammesso il suo diretto coinvolgimento nella vicenda, con riferimento al derby di campionato del 15 Maggio scorso fra Bari e Lecce, terminato 2 a 0 per i salentini, nel quale lui stesso si rese autore di un autogol, che permise di fissare il punteggio sul 2 a 0 e che gli “fruttò” ben 50 mila euro, e per il quale i due scommettitori amici di Masiello, Carella e Giacobbe, guadagnarono ben 180 mila euro, ricevuti direttamente da un faccendiere del Lecce, non ancora identificato, ma sul quale la procura Barese sta indagando. Una circostanza, questa, che mostra ancora una volta come il coinvolgimento dei calciatori sia stato un elemento imprescindibile per la conduzione di tali operazioni perchè, senza la collaborazione di coloro che “scendevano materialmente in campo” gli esiti delle scommesse non potevano essere assicurati con certezza.
L’autogol Masiello in Bari Lecce è solo degli episodi, poi, i riflettori sono puntati anche sulla partita del 22 Maggio fra Bologna Bari, terminata con una pesante sconfitta per 4 a 0 per i rossoblu emiliani, nella quale ci sarebbe stato l’intervento diretto del duo di scommettitori amici di calcioscommesse Masiello, che andarono a Bologna per incontrare Daniele Portanova e definire gli estremi dell’accordo. Da quanto trapelato, risulta che Portanova avesse opposto un secco rifiuto a truccare la partita, riferendo ai due “scommettitori” un messaggio indirizzato ad Andrea Masiello, con un inequivocabile “non è possibile”.
In un simile contesto, dunque, appare rilevante comprendere quale sia effettivamente la posizione delle società coinvolte, direttamente o indirettamente, nella vicenda. Il Bari, in primis, che per mezzo del direttore generale Claudio Garzelli ha ribadito ancora una volta di essere “parte offesa nella vicenda”, avendo chiesto anche l’autorizzazione alla federcalcio di poter denunciare per truffa alcuni calciatori e coloro che – a diverso titolo – gravitavano nella loro orbita per provare a realizzare le combine. Il Bologna, invece, in merito al coinvolgimento non del tutto accertato da parte di Daniele Portanova, si schiera dalla parte del suo difensore, come sostiene il dg Zanzi, con la società rossoblu che ha fornito “tutto l’appoggio morale al giocatore”. Nel caso dell’Atalanta, già colpita dalla penalità in classifica nella presente stagione a causa del coinvolgimento del suo ex capitano Doni, il d.g. Pierpaolo Marino commenta in maniera decisa la presa di distanze della società nei confronti del suo tesserato Andrea Masiello, che – come rivela Marino – è già stato sospeso; in tal senso, dunque, la società tende a sottolineare come il proprio coinvolgimento “sia solo di rimbalzo”.
Intanto, il filone dell’inchiesta condotta dalla procura di Cremona si sta concentrando in queste ore su Lecce Lazio, partita terminata 2 a 4, in merito alla quale ci sarebbero da valutare le dichiarazioni rilasciate da Hovrat, calciatore ungherese coinvolto già nel suo paese in uno scandalo di combine, che avrebbe definito tale incontro “truccato“. Presto, dunque, si attendono ulteriori sviluppi.
Video calcioscommesse Masiello autogol Bari Lecce del 15 Maggio 2011
Preannunciati con largo anticipo da oltre un mese, sono puntualmente arrivati. Nuovo terremoto nello scandalo calcioscommesse, arresti eseguiti questa notte per ordine della Procura di Bari. Fra questi anche quello dell’ex calciatore del Bari Andrea Masiello, ora all’Atalanta. Restano indagati altri nove giocatori. Eccetto Daniele Portanova (difensore centrale del Bologna ndr), sono tutti ex biancorossi: Alessandro Parisi (Torino), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Marco Rossi (Cesena), Marco Esposito (Pisa), Abdelkader Ghezzal (Levante, in prestito dal Bari), Nicola Belmonte (Siena), Antonio Bellavista (ritiratosi nel 2009).
Gli inquirenti indagano sugli ultimi nove match del Bari della scorsa stagione (2010-2011), che ha visto la squadra pugliese retrocedere in Serie B. In particolare le partite finite sotto la lente d’ingrandimento sono Palermo Bari (quella del famoso rigore di Miccoli che fece saltare la scommessa), Bologna Bari (conclusasi con una sorprendente vittoria degli ospiti per 4-0), Bari Chievo, Bari Sampdoria e sopratutto Bari Lecce. Quest’ultima gara infatti permise agli uomini dell’ex allenatore giallorosso De Canio di centrare la permanenza in Serie A, vincendo il derby di Puglia per 2-0 al San Nicola di Bari. Infine nel registro degli inquirenti è finita anche una partita della stagione 2009-2010, Udinese Bari del 9 maggio terminata con uno scoppiettante 3-3.
Oltre ad Andrea Masiello, già arrestato, e agli altri ex giocatori del Bari, la Procura del capoluogo pugliese sta stringendo il cerchio sui restanti 20 indagati. Tra questi spicca il nome di Andrea Iacovelli, l’infermiere barese che secondo gli inquirenti faceva da tramite fra gli stessi giocatori del Bari e l’organizzazione mafiosa che scommetteva illegalmente. Risultano indagati anche tre ristoratori della zona (Nico de Tullio, Onofrio De Benedictis, Francesco De Napoli), e amici degli ex calciatori biancorossi (Arianna Pinto, Fabio Giacobbe, Giovanni Carella, Armand Caca e Victor Kondic).
Ulteriori informazioni verranno rilasciate in tarda mattinata da Antonio Laudati, procuratore capo della Repubblica barese, durante la conferenza stampa fissata per le ore 12.
Il Tribunale Nazionale di arbitrato dello Sport, in breve Tnas, ha confermato quest’oggi la decisione di mantenere la penalità di sei punti per il campionato in corso ai danni dell’Atalanta, per le note vicende legate allo scandalo scommesse, sulle quali – come noto – indaga la procura di Cremona.
In particolare, la società atalantina aveva presentato ricorso per la penalizzazione inflitta in classifica, che da inizio stagione ha costretto i bergamaschi ad un vero e proprio tour de force per lottare per la conquista della salvezza con la zavorra della penalità, ma il collegio arbitrale – presieduto da Bartolomeo Manna – ha respinto l’istanza promossa dal club, confermando in sostanza la decisione della Corte di Giustizia Federale. Resta, pertanto, confermata la responsabilità oggettiva per l’Atalanta, legata al coinvolgimento diretto nella vicenda del capitano della squadra, Cristiano Doni, già squalificato per tre anni e mezzo in seguito alle combine legate ad Atalanta-Piacenza del 19 Marzo 2011, e di Thomas Manfredini, che poi è stato prosciolto in secondo grado.
La conferma della penalità, dunque, ha i suoi risvolti sulla classifica di serie A, considerando che la squadra di mister Colantuono si trova, attualmente, in nona posizione, con un buon margine “di sicurezza” rispetto alla zona calda e che, se non avesse avuto la penalità, avrebbe occupato la settima posizione, in piena lotta Europa League insieme a Roma, Catania ed Inter.
Lo scandalo calcioscommesse, dunque, avrà ancora i suoi strascichi sul campionato di serie A, in un clima di attesa e di incertezza per i prossimi sviluppi della vicenda, anche alla luce di quanto annunciato da Enrico Mentana nel suo Tg de La 7 (come riportato ieri dal Pallonaro, ndr) che ha parlato di una “nuova ondata di arresti”, in particolare legati alla squadra del Bari, in cui molti giocatori si sarebbero direttamente attivati per mettere a punto delle combine nelle ultime nove partite del campionato 2010-2011.
Una situazione destinata ad evolversi nelle prossime 24-48 ore, e che potrebbe minare ancor di più la credibilità del mondo del calcio di casa nostra.
Nuova puntata della telenovela calcioscommesse. Durante l’edizione serale del Tg di La7, Enrico Mentana ha annunciato una nuova ondata di arresti per le prossime 24/48 ore dei calciatori coinvolti nell’inchiesta partita l’estate scorsa dalla procura di Cremona per poi proseguire parallelamente a Bari. Alcuni nomi eccellenti hanno già conosciuto le patrie galere, come ad esempio il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e l’ex difensore del Bari Carlo Gervasoni. Nei giorni scorsi due uomini facenti parte del gruppo degli “zingari” si sono consegnati spontaneamente alla polizia. Una vera svolta è quindi attesa nelle prossime ore, quando la Procura del capoluogo pugliese potrebbe accendere i fuochi d’artificio.
Notizia shock quella testimoniata dal direttore Enrico Mentana, il quale ha parlato di un’imminente ondata di nuovi arresti nel mondo del calcio. Tali dichiarazioni fanno seguito a quelle rilasciate dal capo della Polizia Manganelli, che un mese fa durante un convegno sullo sport a Roma aveva preannunciato la scure dello Stato sullo scandalo scommesse. Pare dunque essere giunta l’ora x, quella che potrebbe portare il calcio sull’orlo del baratro sportivo. Dopo Calciopoli il gioco più amato dagli italiani è pronto a subire l’ennesimo schiaffo morale. I più ottimisti vedono in scommessopoli grandi analogie con il precedente scandalo del 2006. Allora arrivò la vittoria nella Coppa del Mondo. Quest’anno gli Europei?
Secondo le indiscrezioni coloro che al momento rischiano di più sono proprio i calciatori del Bari, in quanto gli inquirenti avrebbero in mano prove schiaccianti che dimostrerebbero le combine delle ultime nove partite dei biancorossi durante la stagione 2010-2011, quando i galletti retrocessero in Serie B. Dall’edizione di stamani del Messaggero si apprende che i calciatori indagati presso la Procura di Bari sarebbero Nicola Belmonte, Antonio Bellavista, Marco Esposito, Ghezzal, Marco Rossi, Andrea Masiello, Simone Bentivoglio, Alessandro Parisi, Daniele Portanova. Oltre agli stessi giocatori, pesanti sospetti ricadrebbero anche sul famoso infermiere Angelo Iacovelli (colui che avrebbe fatto da tramite fra squadra e organizzazione criminale), e alcuni ristoratori complici dei calciatori.
Altra puntata del calcioscommesse, stavolta particolarmente inquietante. Nei giorni scorsi Repubblica ha raggiunto in Macedonia Ilievski, che insieme a Gegic fa parte del cosiddetto gruppo degli zingari. Sconcertanti le dichiarazioni del latitante numero uno dello scandalo scommesse, che fra gli altri tira in ballo il calciatore del Genoa Sculli e Beppe Signori. Ilievski stravolge ciò che si era pensato fino ad oggi, addossando ogni colpa agli stessi calciatori di Serie A e B. Le procure di Cremona e Bari avranno senz’altro letto quanto sostenuto dallo “Zingaro” e le indagini potrebbero avere una svolta clamorosa nei prossimi giorni.
NOI? NO, I CALCIATORI – Ilievski è come una trota che risale il fiume controcorrente. A chi gli dice che con la sua organizzazione combinava le partite in Italia, risponde che in realtà sono gli stessi calciatori fra di loro a truccarle, per poi vendere le informazioni a chi come lui cerca delle “dritte” sicure per investire grosse somme di denaro. Durante l’intervista chiarisce come ci siano 30 calciatori realmente affidabili, di cui il 90% gioca in Serie B, ed il restante 10% nella massima serie. Oltre alle percentuali tira in ballo anche i nomi di alcuni di questi ed elenca nel dettaglio le squadre.
SCULLI – E’ Giuseppe Sculli il primo nome tirato in ballo da Ilievski, durante l’intervista rilasciata a Repubblica presso la cittadina di Skopje. In relazione alla partita Lazio-Genoa (conclusasi con il risultato di 4-2), lo Zingaro spiega come a truccare la partita sia stato lo stesso ex giocatore biancoceleste “insieme ad altri suoi amici di Genova”. Secondo quanto affermato da Ilievski, non sarebbe quindi coinvolto il vice-capitano della Lazio Mauri, come sospettato dagli stessi inquirenti.
RISPOSTA LAZIO – Ferma la condanna della società laziale in merito alle affermazioni dello Zingaro, con il direttore sportivo Tare che si dice assolutamente sereno e tranquillo, riponendo grande fiducia nelle decisioni che da qui a poco verranno prese dalle procure di Cremona e Bari.
SIGNORI – E’ poi il turno di Beppe Signori, al quale viene affibbiato l’appellativo di boss del calcioscommesse in Italia. Dichiarazioni che vanno prese con le pinze, trattandosi di semplici confidenze rilasciate ad un giornalista e non di atti processuali. Lo stesso legale dell’ex attaccante biancoceleste ha tenuto a precisare che il proprio assistito non ha mai incontrato né parlato con Ilievski, rimanendo a completa disposizione della magistratura affinché venga dimostrata la sua totale estraneità ai fatti. L’avvocato di Signori ha poi minacciato di querelare qualsiasi testata che avesse accostato il nome della bandiera del Bologna allo scandalo scommesse.
SEI SQUADRE “AFFIDABILI” – Infine Ilievski ha dichiarato di aver scommesso sulle partite di alcune squadre in particolare, grazie alle quali (citando testualmente) avrebbe fatto “un mucchio si soldi”. Queste squadre sono Sampdoria, Cagliari, Siena, Chievo, Lecce, Bari. Anche in questo caso dichiarazioni da prendere con le molle, e smentite che non si sono fatte attendere. In particolare si registra l’amarezza con cui il presidente sardo Cellino ha appreso l’intervista di Repubblica, ricordando come anche in passato Ilievski avesse fatto il nome della società rossoblu, con le indagini della procura che già allora avevano dato un esito completamente negativo.
Spetterà ora agli inquirenti se credere o meno alle parole che giungano da Skopje. In caso venissero confermate, per la Serie A si tratterebbe forse del punto più basso mai raggiunto nella sua storia.
Lo scandalo del calcioscommesse è pronto ad andare nuovamente in onda con una trama difficilmente immaginabile fino all’estate scorsa. A darne l’annuncio è nientemeno che il capo della Polizia Manganelli, il quale ha anche rigettato qualsiasi ipotesi di amnistia ventilata nei giorni scorsi. Lo spettacolo non riguarderà soltanto i giocatori di seconda e terza fascia, gli attori principali saranno gli stessi calciatori della Serie A, tra cui alcuni nomi eccellenti. Non ci resta che aspettare la presentazione del casting, che con tutta probabilità avverrà nei prossimi giorni.
PUGNO DURO – Manganelli ha voluto lanciare un chiaro segnale a tutto il mondo del calcio, quando ieri mattina ha parlato dell’inchiesta sul calcioscommesse durante il primo seminario sulla legalità nello sport, tenutosi all’interno della Scuola di formazione della Polizia di Stato a Roma. Ha esplicitamente affermato che presto ci saranno importanti novità, chiarendo come le indagini siano giunte ad un momento cruciale. Riguardo l’amnistia paventata dallo stesso pm di Cremona Roberto Di Martino la scorsa settimana, Manganelli ha dichiarato che non ci sarà alcun provvedimento in questa direzione, rilanciando con forza il concetto di fermezza.
SERIE A COINVOLTA – Fino ad oggi il calciatore più famoso finito in manette è stato Cristiano Doni. Entro breve però il centrocampista dell’Atalanta potrebbe essere in buona compagnia. I nomi che circolano in queste ultime ore stanno facendo tremare il campionato di Serie A. La prossima stagione i tifosi italiani rischiano di fare i conti con una raffica di asterischi affianco ciascuna squadra della massima serie. Secondo il sito di Sportmediaset, rischiano grosso le tifoserie di Lazio, Chievo e Bologna. Sarebbero infatti finiti nel mirino degli investigatori il vice-capitano biancoceleste Stefano Mauri, il leader gialloblu Pellissier e il difensore degli emiliani Portanova. In oltre gli stessi Bonucci e Almiron, per la loro precedente esperienza a Bari, sarebbero coinvolti nell’inchiesta soprannominata Last Bet.
PORTANOVA SI TIRA FUORI – Il centrale difensivo del Bologna si è presentato ieri presso la procura di Bari volontariamente per dichiarare la sua estraneità all’intera vicenda. Secondo il quotidiano Il resto del Carlino, Portanova avrebbe confermato agli inquirenti di aver ricevuto tre giorni prima del match Bologna Bari (ultima partita del campionato scorso, conclusosi con il risultato di 4-0 in favore dei pugliesi) la telefonata di Andrea Masiello (ora in forza all’Atalanta), specificando però come sia normale per ex compagni di squadra telefonarsi alla vigilia di una gara che li vede avversari. Ha inoltre dichiarato di aver ricevuto la visita di alcuni parenti dell’ex difensore del Bari, verosimilmente per convincerlo ad attuare la combine, chiarendo di averli mandati via senza che neanche potessero finire il discorso.
IACOVELLI – Il nome di Portanova era stato riferito agli inquirenti da Angelo Iacovelli, l’infermiere che avrebbe fatto da mediatore tra i giocatori del Bari e i clan locali, il cui scopo era quello di servirsi delle scommesse per riciclare denaro. Durante il suo interrogatorio, Iacovelli affermò di aver avuto rassicurazioni da Masiello riguardo Bologna Bari, per via dell’accordo raggiunto con il difensore del Bologna.
E’ stato un lungo interrogatorio, durato circa tre ore, quello cui è stato sottoposto questa mattina Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta, davanti ai rappresentanti della procura federale della Figc, nello studio milanese di Via Montenero del suo legale, l’Avvocato Salvatore Pino, in merito all’ormai nota inchiesta della procura di Cremona sul Calcioscommesse, denominata “Last bet”, che ha coinvolto – tra gli altri – l’ex centrocampista nerazzurro, in particolare per alcuni match della scorsa stagione, come Atalanta-Piacenza, Atalanta-Ascoli e Padova-Atalanta.
In merito all’interrogatorio odierno, pare non ci sia “nulla di nuovo da segnalare”, considerando che – secondo quanto emerso – Doni avrebbe confermato ciò che aveva già sostenuto durante l’interrogatorio reso alla procura di Cremona, ed in particolare nei confronti dell’autorità giudiziaria della città lombarda.
In particolare, secondo quanto è emerso, questa mattina il calciatore non avrebbe rivelato alcun elemento che possa condurre al coinvolgimento di altri soggetti al di fuori di quelli già segnalati, anche se avrebbe riferito alcuni particolari ed alcuni dettagli particolarmente interessanti per la giustizia sportiva.
Il legale di Doni, inoltre, al termine dell’interrogatorio non ha voluto confermare che si sia discusso della partita tra Atalanta e Pistoiese, di oltre dodici anni fa, dell’agosto 2000, che secondo lo stesso Doni sarebbe stata oggetto di “combine”. Il legale Salvatore Pino, però, si è semplicemente limitato a sottolienare che, in riferimento a tale partita, si tratterebbe comunque di “un episodio già prescritto”.
Al termine dell’interrogatorio, durato appunto tre ore circa, l’ex capitano dell’Atalanta ha comunque preferito non sottoporsi alle domande dei cronisti, andando via subito in taxi: dopo la decisione comunicata dal presidente del Coni Gianni Petrucci – presa di comune accordo con il presidente della Figc Giancarlo Abete – in merito alla necessità di non prendere assolutamente in considerazione l’ipotesi amnistia, probabilmente l’umore di Doni e degli (ormai ex) giocatori coinvolti non sarà affatto dei migliori.