Tag: calcioscommesse

  • Calcioscommesse inizia il processo sportivo, Atalanta e Doni patteggiano

    Calcioscommesse inizia il processo sportivo, Atalanta e Doni patteggiano

    Era prevista per questa stamattina, presso l’ex Ostello della Gioventù al Foro Italico di Roma, l’apertura del processo sportivo inerente al primo filone del Calcioscommesse per il quale il procuratore federale Stefano Palazzi aveva deferito alla Disciplinare 61 tesserati e 22 società, fra queste 3 di Serie A (Atalanta, Novara e Siena) e 10 di Serie B, per 33 gare sospette e finite sotto inchiesta. La Commissione disciplinare, presieduta dal presidente Sergio Artico, da Claudio Franchini, Riccardo Andriani, Valentino Fedeli e Andrea Morsillo, era chiamata a valutare le richieste di stralcio dei calciatori in carcere e di patteggiamento. Accettate come parti terze interessate Cesena, Nocerina, Trapani e Vicenza, esclusi il Barletta perché non potrebbe ricevere vantaggi dall’esito del procedimento, Codacons e Federsupporter.

    La notizia principale è il patteggiamento richiesto dall’Atalanta (che ha trovato l’opposizione del Cesena) e da Cristiano Doni, quest’ultimo rinuncerà al ricorso presentato al Tnas, e accettato da Palazzi: la squadra orobica, dopo l’handicap del -6 della stagione appena conclusa, ha chiesto 2 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato mentre per l’ex fantasista la richiesta è di 2 anni di squalifica (a fronte dei 3 anni e mezzo chiesti dal procuratore federale). In totale le richieste di patteggiamento accettate sono 20 ora tutte al vaglio della Commissione Disciplinare. Nel dettaglio si tratta di:

    • Atalanta: 2 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie A e 25 mila euro di multa;
    • Ascoli: 1 punto di penalizzazione e 20 mila euro di ammenda;
    • Grosseto: 6 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie B e 40 mila euro di multa;
    • Livorno: 15 mila euro di multa;
    • Modena: 2 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie B;
    • Cremonese: 1 punto di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Lega Pro Prima Divisione e 30 mila euro di multa;
    • Frosinone: 1 punto di penalizzazione
    • Cristiano Doni: 2 anni di squalifica;
    • Carlo Gervasoni: 1 anno e 8 mesi di squalifica;
    • Filippo Carobbio: 1 anno e 8 mesi di squalifica;
    • Kewullay Conteh: 1 anno e 8 mesi di squalifica;
    • Alessandro Pederzoli: 1 anno e 4 mesi di squalifica;
    • Mirco Poloni: 1 anno di squalifica;
    • Francesco Ruopolo: 1 anno e 4 mesi di squalifica;
    • Antonio Narciso: 1 anno e 3 mesi di squalifica;
    • Dario Passoni: 1 anno e 2 mesi di squalifica;
    • Juri Tamburini: 10 mesi di squalifica;
    • Andrea De Falco: 6 mesi di squalifica;
    • Alfonso De Lucia: 5 mesi di squalifica;
    • Vittorio Micolucci: 4 mesi di squalifica;
    • Marco Cellini: 4 mesi di squalifica;
    • Nicola Mora: 4 mesi di squalifica;
    • Gianfranco Parlato: 2 mesi di squalifica
    Stefano Palazzi © Valerio Pennicino/Getty Images

    Empoli e Vicenza, attraverso i propri legali, hanno contestato i 6 punti di patteggiamento richiesti dal Grosseto considerando questa come una pena troppo lieve. Il giudice per le indagini preliminari Salvini ha accettato le richieste di scarcerazione per Acerbis e Turati disponendo per loro l’obbligo di firma mentre restano in carcere sia Stefano Mauri e Omar Milanetto.

    Questo l’elenco dei tesserati coinvolti nel calcioscommesse deferiti dal procuratore federale Palazzi alla Disciplinare:

    Paolo Domenico Acerbis, Andrea Alberti, Mirko Bellodi, Cristian Bertani, Davide Caremi, Filippo Carobbio, Mario Cassano, Edoardo Catinali, Marco Cellini, Roberto Colacone, Alberto Comazzi, Luigi Consonni, Kewullay Conteh, Achille Coser, Federico Cossato, Filippo Cristante, Andrea De Falco, Franco De Falco, Alfonso De Lucia, Cristiano Doni, Nicola Ferrari, Riccardo Fissore, Luca Fiuzzi, Alberto Maria Fontana, Ruben Garlini, Carlo Gervasoni, Andrea Iaconi, Vincenzo Iacopino, Vincenzo Italiano, Thomas Hervé Job, Inacio José Joelson, Tomas Locatelli, Giuseppe Magalini, Salvatore Mastronunzio, Vittorio Micolucci, Nicola Mora, Antonio Narciso, Maurizio Nassi, Gianluca Nicco, Marco Paoloni, Gianfranco Parlato, Dario Passoni, Alex Pederzoli, Alessandro Pellicori, Mirco Poloni, Cesare Gianfranco Rickler, Gianni Rosati, Francesco Ruopolo, Nicola Santoni, Vincenzo Santoruvo, Maurizio Sarri, Luigi Sartor, Alessandro Sbaffo, Mattia Serafini, Rijat Shala, Mirko Stefani, Juri Tamburini, Marco Turati, Daniele Vantaggiato, Nicola Ventola, Alessandro Zamperini.

    Questo invece l’elenco delle società:

    Albinoleffe, Ancona, Ascoli, Atalanta, Avesa, Cremonese, Pescara, Empoli, Frosinone, Grosseto, Livorno, Modena, Monza, Novara, Padova, Piacenza, Ravenna, Reggina, Rimini, Sampdoria, Siena, Spezia.

  • Sfogo Buffon “Vergogna, stampa sapeva dei blitz”. Di Martino “Non lo convoco”

    Sfogo Buffon “Vergogna, stampa sapeva dei blitz”. Di Martino “Non lo convoco”

    Gigi Buffon dice sempre quel che pensa dimostrando, in più di un’occasione, di non conoscere il significato della parola ipocrisia. Proprio per la sua sincerità il portiere e capitano della Nazionale aveva ricevuto una pioggia di critiche da più fronti con una gran parte di addetti ai lavori, tifosi e semplici appassionati di questo sport che hanno condannato fermamente le sue ultime uscite (non quelle da portiere, ndr) addirittura chiedendo al ct Cesare Prandelli di toglierli la fascia di capitano, in particolare sull’ammissione pubblica che non avrebbe aiutato l’arbitro segnalando la regolarità dell’ormai famoso gol di Muntari in Milan – Juve neanche se se ne fosse accorto e le esternazioni, più recenti, «Meglio due feriti che un morto» riferendosi ai “biscotti” tra due squadre le quali indirizzano le gare, senza combinarla illegalmente, verso un determinato risultato che stia bene ad entrambe.

    Dichiarazioni queste ultime che hanno fatto drizzare le orecchie anche ai pm della Procura di Cremona che stanno indagando sul male che attualmente sta travolgendo il calcio italiano, lo scandalo del calcioscommesse, e che proprio in questi giorni hanno effettuato diversi blitz che hanno portato all’arresto del capitano della Lazio Stefano Mauri e del centrocampista del Padova ex Genoa Omar Milanetto, inviando avvisi di garanzia, tra gli altri, a Mimmo Criscito, raggiunto dalle forze dell’ordine nel ritiro della Nazionale poco prima che il ct Cesare Prandelli diramasse la sua lista definitiva per Euro 2012, Antonio Conte, Sergio Pellissier, Giuseppe Sculli, Christian Vieri e Leonardo Bonucci per il quale però ancora non è stata resa formale, al punto in cui il pubblico ministero Roberto Di Martino aveva espresso la volontà di convocare Buffon per interrogarlo come persona informata sui fatti.

    Un fiume in piena ieri il numero 1 dell’Italia e della Juventus che ha parlato in conferenza stampa a Coverciano, senza peli sulla lingua, molto infastidito dalla stampa che sa sempre tutto e prima dei diretti interessati su vicende delicate come queste e dal modus operandi di chi all’interno della Procura fa filtrare parte del contenuto delle deposizioni dei vari interrogati immediatamente dopo gli interrogatori. A chi gli chiede se pensa che i magistrato lo chiameranno a deporre replica seccamente: «Ditemelo voi – riferendosi alla stampa – Tanto lo sapete sempre prima degli interessati. Quella è una vergogna. Non è normale che dopo 10 minuti si sappia cosa si è detto a un pm o che notizie sulle inchieste escano 3 o 4 mesi prima del dovuto. La notte del “blitz”, le tv stavano fuori da Coverciano alle 6 di mattina. Strano. Ma sia ben chiaro che nessuno voleva spettacolarizzare. Stavo dormendo, conoscendo Mimmo (Criscito, ndr) per lui non è stata una bellissima sveglia, credo che non la si debba augurare a nessuno. Non credo che la Federazione fosse a conoscenza di qualcosa».

    Lo sfogo di Gigi Buffon © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Per le dichiarazioni che hanno irritato i benpensanti: «Mi prendo, come sempre, le mie responsabilità tuttavia ho avuto la conferma che una persona perbene, con la coscienza a posto e senza scheletri nell’armadio, non può dire quello che pensa. Non era il caso di dirlo in pieno scandalo scommesse? Me lo dovete dire voi quando è il caso? Quando tocchi certi argomenti non c’è mai il momento giusto ma che gente che segue il calcio da millenni mi abbia fatto la paternale è il massimo. Nel caos non si è capita la mia distinzione tra i comportamenti discutibili, ma solo antisportivi, e quelli truffaldini con alle spalle le organizzazioni criminali che lucrano sulle scommesse. Esempio. Semifinale di Champions: Bayern e Real giocano 90 minuti alla morte poi nei supplementari non prendono rischi e aspettano i rigori. È un illecito? Vogliamo chiamare la magistratura per questo? E se due squadre cui serve un punto lo ottengono si grida al pareggio annunciato ma se una perde e retrocede chi glielo spiega ai 300 tifosi che l’aspettano? Il biscotto di Danimarca – Svezia all’Europeo? Non ero arrabbiato, solo stupito».

    «Se ci sarà giustizia? Ho piena fiducia anche perché non ci sarebbe niente di peggio che speculare sulle vite altrui. Dopo l’errore con il Lecce un giornalista mi disse che sul web pensano che l’abbia fatto apposta per scommettere. Se qualcuno è così tarato da crederlo possibile, la cosa mi offende e mi disarma. E’ uno scandalo peggiore del 2006? Allora al 95 per cento si incentrava su una società, qui in effetti è coinvolto tutto il nostro movimento. Sono sorpreso che si sia arrivati a questo punto».

    Infine chiusura sull’auspicio, più che proposta, lanciata da Monti durante il vertice italo-polacco dell’altro ieri: «È il presidente del Consiglio, dunque sarà una persona intelligente e di buon senso. La risposta giusta l’ha data Abete: in quel modo punirebbe l’80-85 per cento dei calciatori onesti che perderebbero il lavoro. Io forse troverei un posto all’estero ma tanti altri resterebbero, senza colpa, a casa».

    Intanto il pm Di Martino ha annunciato che non convocherà Buffon in Procura «perchè non esistono i presupposti» ma lo invita indirettamente a presentarsi davanti ai magistrati di sua spontanea volontà qualora si sentisse in dovere di dire qualcosa.

  • Calcioscommesse, Mauri e Milanetto negano accuse

    Calcioscommesse, Mauri e Milanetto negano accuse

    Due ore di interrogatorio nella serata di ieri e “nessuna ammissione” per Stefano Mauri, centrocampista della Lazio arrestato lunedì scorso con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla frode sportiva a margine del nuovo filone di inchiesta New Last Bet. Il gip di Cremona Guido Salvini ha ascoltato il calciatore biancoceleste, giunto in procura con il volto coperto dal cappuccio di una felpa nera, con particolare riferimento alle combine legate alle gare Lazio-Genoa e Lecce-Lazio ma, a tal proposito, non c’è stata alcuna rivelazione. I legali del calciatore hanno, poi, precisato che il loro assistito ha fornito “una versione assolutamente plausibile“, precisando di non aver mai avuto alcun rapporto con l’ormai famigerato gruppo degli zingari.

    Tuttavia, Stefano Mauri non ha negato i contatti con Zamperini, il calciatore arrestato che lo ha direttamente chiamato in causa in riferimento alle combine sulle due partite sopracitate: in tal senso, però, secondo i legali di Mauri i rapporti fra i due sarebbero stati di semplice amicizia e, pertanto, i contatti frequenti sarebbero da ricondurre esclusivamente a questo perchè “Mauri non sapeva nulla dell’attività di Zamperini legata alle scommesse”. Infine, a proposito della scheda telefonica intestata a Samanta Romano ma utilizzata da Mauri per le telefonate inerenti le combine, non sono ancora emersi elementi utili a capire meglio in che modo tale elemento possa essere considerato dal gip: l’avvocato Matteo Melandri, a tal proposito, si è limitato a commentare che“Mauri ha chiarito e dato spiegazioni che saranno ora oggetto di verifiche”.

    Stefano Mauri | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Oltre a Mauri, il gip di Cremona ha sentito anche Omar Milanetto, ex capitano del Genoa ed attualmente in forza al Padova ed, in tal caso, è emerso qualche elemento di maggiore interesse, anche se il calciatore ha negato ogni suo presunto coinvolgimento nelle combine: secondo quanto sostenuto nell’interrogatorio di garanzia, però, pare che “ci siano altre partite” da porre sotto la lente di ingrandimento ed, a tal proposito, Milanetto potrebbe essere risentito nei prossimi giorni.

    Al termine delle due ore di interrogatorio, il suo avvocato Mattia Grassani ha precisato che il suo assistito ha chiarito ogni questione inerente la sua posizione, ed in particolare quella relativa alla conoscenza di Sergio Altic (bosniaco attualmente detenuto, ndr) e della riunione a Modena nell’hotel in cui avrebbe incontrato Stefano Mauri, fornendo una documentazione di ben 79 pagine e smentendo, inoltre, la sua presenza presso l’hotel “Una Tocq” di Milano lo scorso 15 Maggio 2011 insieme agli autori delle combine di Lazio-Genoa perchè “la data e l’ora sarebbero incompatibili”. Il legale, inoltre, ha precisato che nella giornata odierna sarà presentata richiesta di scarcerazione,  mostrando un cauto ottimismo proprio in riferimento alla revoca della misura cautelare, ritenuta un provvedimento “ingiusto e pesante”.

    Al contrario di quanto sostenuto dalla difesa, secondo il pm Roberto Di Martino la deposizione di Omar Milanetto non avrebbe convinto in pieno e non sarebbe stata “particolarmente brillante” perchè non è stata caratterizzata da alcuna ammissione e, dunque, ciò potrebbe condurre ad un nuovo interrogatorio in quanto “c’è un aspetto particolare che non è stato ancora possibile inquadrare ed è su questo che intento risentirlo”.

  • “Meglio due feriti che un morto” Buffon da Di Martino

    “Meglio due feriti che un morto” Buffon da Di Martino

    La schiettezza ed il parlare senza peli sulla lingua, a volte, può non essere riconosciuto come un pregio ma, al contrario, avere delle conseguenze affatto positive. In particolare, nell’attualità calcistica di questi giorni concitati, considerando il clima di grande tensione nell’intero ambiente, fra perquisizioni, interrogatori, arresti, illazioni ed, ultima in ordine di tempo, la provocazione del presidente del consiglio Mario Monti, che ha proposto “2-3 anni di sospensione del calcio” per far pulizia su tali fenomeni indegni.

    Le parole pronunciate spontaneamente da Gigi Buffon, ancor prima che l’ondata di blitz ed arresti prendesse il via, potrebbero costargli, infatti, una convocazione dalla Procura di Cremona da parte del pm Roberto Di Martino per essere ascoltato come persona “informata sui fatti”, quindi come semplice testimone senza la necessaria presenza degli avvocati ed, in particolare, riguardo alla posizione del mister juventino Antonio Conte iscritto nel registro degli indagati in riferimento alla sua guida del Siena nel campionato 2011.

    L’ipotesi di una possibile convocazione in procura del capitano della spedizione Azzurra prima della partenza per gli Europei – secondo quanto trapela in queste ore – si riferirebbe, dunque, alla necessità di render conto della sua frase “E’ chiaro che le partite si giocano per essere vinte, ma in alcuni casi meglio due feriti che un morto”, riferita agli scenari delle gare di fine campionato, in cui in alcuni casi, le squadre in campo tenderebbero a non farsi male a vicenda, facendo gli opportuni calcoli finalizzati ad “un patto di non belligeranza” nel caso in cui, ad esempio, il pareggio fosse un risultato che accontenti entrambe: una circostanza che, secondo Buffon, sarebbe una pratica consolidata nel calcio, ma ben lungi dalle combine-scommesse e dal coinvolgimento della malavita organizzata.

    La frase in questione, però, secondo gli uomini della Procura di Cremona potrebbe essere letta anche come una sorta di difesa d’ufficio nei confronti di Antonio Conte e, per tal motivo, potrebbe essere chiesto a Buffon di renderne conto, così come lo stesso pm Di Martino ha accennato nella giornata di ieri: “Non ci ho ancora pensato ma non lo escludo”.  

    Gigi Buffon | © ALBERTO LINGRIA/AFP/GettyImages

    A tal proposito appare chiaro come l’approccio del procuratore alle dichiarazioni di Buffon sia mutato, considerando che – fino a due giorni fa – Di Martino aveva preferito non commentare le parole del portiere, sostenendo che “ognuno può dire quello che vuole” anche se, tra le righe, era parso che non le avesse affatto gradite.

    Resta da capire, dunque, quali siano le effettive motivazioni alla base del cambio di impostazione da parte della Procura, anche se – secondo i rumors – potrebbe essere finalizzata a comprendere il reale significato delle parole di Gigi, per appurare se siano state “mosse” da una sua eventuale conoscenza dei fatti legati all’indagine oppure dalla semplice volontà di esprimere un suo punto di vista sincero su un argomento di estrema attualità e che coinvolge direttamente persone a lui vicine, come Leonardo Bonucci ed Antonio Conte.

    Al momento, in attesa dell’eventuale convocazione a Cremona, Gigi Buffon appare tranquillo e sereno nel ritiro della Nazionale Azzurra, al punto da scherzare e sdrammatizzare sul campo di allenamento, insieme a Balotelli e Cassano, proprio sull’argomento scommesse. Nel primo pomeriggio di oggi, inoltre, il portiere Azzurro parlerà in conferenza stampa e, probabilmente, lancerà altri spunti interessanti sulla questione.

  • Inter Stramaccioni fino al 2015. Moratti “Calciopoli scandalo peggiore”

    Inter Stramaccioni fino al 2015. Moratti “Calciopoli scandalo peggiore”

    Mancava solo la firma e l’ufficialità: Inter Stramaccioni per altri tre anni. Oggi il giovane tecnico ha firmato il rinnovo del contratto che lo lega alla società nerazzurra sino al 2015 con un triennale. Il giovanissimo tecnico romano ha saputo conquistarsi questa conferma nelle otto partite alla guida dell’Inter, stregando il presidente Massimo Moratti e ricevendo moltissimi attestati di stima anche da parte dei colleghi più esperti. Con questo rinnovo parte ufficialmente il tanto decantato progetto di rifondazione e ringiovanimento dell’Inter futura. È lo stesso presidente Massimo Moratti a comunicare ai giornalisti presenti sotto la sede dei suoi uffici della Saras la conferma dell’avvenuto rinnovo contrattuale: “Stramaccioni? Non ero presente in sede, c’era lui. E’ tutto già fatto, il contratto è stato rinnovato per 3 anni”.

    Inter Stramaccioni e po LAVEZZI E LUCAS?– Il numero uno nerazzurro non si nasconde alle domande dei cronisti sportivi, aggiungendo parole importanti sui due prossimi possibili colpi di mercato estivi: il talento brasiliano Lucas e il Pocho Lavezzi. Sul primo, Moratti scherzando spiega come il continuo accostamento del giocatore ai colori nerazzurri sia quasi una fantasia: “Lucas? Si dicono sempre tante cose. E’ un anno in cui bisogna fare attenzione sotto tutti i punti di vista”. Rimane ancora un pizzico di speranza per l’ipotesi Lavezzi, con una piccola apertura di Moratti nelle seguenti parole: “Lavezzi? Dovevamo sentirci con De Laurentiis, ma non ci siamo sentiti, non abbiamo avuto il tempo di vederci, né io né lui”.

    Andrea Stramaccioni © Claudio Villa Getty Images Sport

    L’affare è complicato, con i francesi in netto vantaggio, ma la trattativa sembra andare per le lunghe, con l’elemento discriminante rappresentato, come il più delle volte accade, dalla volontà del giocatore. Dovesse essere realmente così, l’Inter a parità di offerte e rilanci, avrebbe il suo asso da potersi giocare per vincere la partita.

    CALCIO SCOMMESE –  Interrogato anche sullo scandalo del calcioscommesse, in riferimento alle parole di Daniele De Rossi che ha definito questo episodio addirittura peggiore di quello del 2006, Moratti ha voluto aggiungere: Questo caso peggio di quello del 2006? Dipende dai punti di vista, in quel caso erano implicati alti dirigenti importanti quindi era più grave, comunque sono entrambe due vicende brutte”.

    Chiusura dell’intervista nel finale con un secco ‘No Comment’ all’ipotesi palesata dal Premier Monti sulla possibilità di fermare il calcio per 2 o 3 anni, in cerca di una credibilità che sembra essere smarrita.

  • Convocati Italia, ecco perchè Bonucci si e Criscito no

    Convocati Italia, ecco perchè Bonucci si e Criscito no

    Leonardo Bonucci è tra i convocati Italia di Prandelli e pronto a partire per gli Europei di Polonia ed Ucraina, Mimmo Criscito invece è tornato a casa. In molti si sono chiesti il perché di questa disparità di trattamento tra il giocatore juventino e quello dello Zenit San Pietroburgo, escluso ieri dal tecnico della Nazionale Cesare Prandelli dopo l’avviso di garanzia della Procura di Cremona giunto direttamente a Coverciano intorno alle sei e trenta di ieri mattina. Il motivo è presto detto: all’esterno di difesa, come detto, è stato notificato l’avviso di garanzia e dunque si ha certezza di un’indagine che lo riguarda, mentre quelle uscite su Bonucci sono ancora delle indiscrezioni e nei suoi confronti, probabilmente, l’avviso di garanzia potrebbe scattare in un secondo momento, anche perché il Pm è ancora alle prese con le indagini preliminari dell’inchiesta.

    Sta dunque qui la motivazione della disparità di trattamento tra i due. Al momento dunque Bonucci non è ufficialmente indagato, tanto che Prandelli lo ha incluso nei 23 che faranno parte della spedizione di Polonia e Ucraina, ritenendo allo stesso tempo che l’ex giocatore del Bari abbia quella tranquillità che invece mancava a Criscito, colpito direttamente e in maniera certa nella vicenda. E’ probabile anche che i vertici della Figc non abbiano voluto rischiare nulla, poiché presentarsi con un giocatore ufficialmente indagato ad una competizione come l’Europeo di certo non avrebbe dato una bella immagina alla Nazionale azzurra, specie viste le pesanti accuse rivolte a Criscito, ovvero associazione per delinquere finalizzata alla truffa sportiva. Per quanto riguarda Bonucci invece è stato proprio il ct Prandelli a smorzare ogni polemica sul nascere ieri.

    Leonardo Bonucci © Maurizio Lagana/Getty images

    «A noi non risulta assolutamente nulla di quelle cose che stanno uscendo sui siti, siamo assolutamente tranquilli. Trenta secondi fa ho parlato con lui, ha fatto la sua deposizione e non possiamo parlare dei se e dei ma» ha dichiarato. E il difensore della Juventus su Facebook ha commentato così. «In partenza per Parma con un pò di tristezza per quello che è accaduto stamani, ma purtroppo si deve guardare avanti. Consci che la verità verrà a galla e chi non ha colpe ne uscirà più forte di prima». Al momento dunque Bonucci resta con il gruppo. In caso di ulteriori sviluppi nelle prossime ore, non sarebbe da escludere una sostituzione in extremis con Ranocchia.

    Euro 2012 I convocati Italia di Prandelli
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  • Calcioscommesse: tremano Lazio, Genoa e Siena

    Calcioscommesse: tremano Lazio, Genoa e Siena

    Il sistema del calcio italiano è sotto shock dopo la giornata di ieri. Arresti di calciatori eccellenti, cellule ungheresi, perquisizioni, vacanze bruscamente interrotte, polizia dentro il centro tecnico federale di Coverciano. Insomma, se ne sono viste di tutti i colori. A questo punto bisogna anche capire che cosa rischiano i calciatori arrestati e le squadre coinvolte nello scandalo calcioscommesse. Non è assolutamente fantascienza pensare a una classifica di Serie A letteralmente stravolta nei prossimi giorni. Il processo inizierà il 31 maggio, salvo ulteriori colpi di scena, per poi concludersi agli inizi di luglio, in tempo per presentare all’Uefa la lista ufficiale delle squadre che parteciperanno al prossimo campionato di Serie A. Dopo sei anni la lezione in Italia non è stata ancora imparata.

    LAZIO – Il club biancoceleste è quello che potrebbe subire il danno maggiore. L’arresto di Mauri per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva conduce la società di Claudio Lotito fuori dall’Europa. Se dovesse essere accertata la posizione di colpevolezza del centrocampista, la Lazio non parteciperà alla prossima Europa League e contemporaneamente inizierà la stagione 2012-2013 con una forte penalizzazione in campionato. Si parla di un handicap di 7 punti, grosso modo sulla falsa riga dell’Atalanta di quest’anno (Cristiano Doni docet).

    omar-milanetto | © Roberto Serra/Getty Images

    GENOA – Il Grifone è forse la squadra più coinvolta, se prendiamo in esame il numero dei calciatori finiti sul registro degli indagati della Procura di Cremona. Ad oggi l’unico arrestato è Omar Milanetto (quest’anno in forza al Padova), ma anche sul capo di Giuseppe Sculli e Domenico Criscito veglia una scure pronta ad abbattersi da un momento all’altro, incastrati dalle foto che li ritraggono insieme a esponenti della cellula ungherese arrestati all’alba di ieri. Al momento però la società di Enrico Preziosi non pare rischiare la retrocessione in Serie B. Più probabile invece una semplice penalizzazione da scontare la prossima stagione.

    SIENA – Il club bianconero, insieme al Lecce, è quello maggiormente invischiato a livello dirigenziale. Infatti sul registro degli indagati figurano gli stessi presidenti (Mezzaroma per i toscani e l’ex Semeraro per i salentini). A questo punto è inevitabile che la giustizia sportiva contempli nelle sue decisioni la responsabilità oggettiva nei confronti dei due club, che verrebbero retrocessi dalle rispettivi divisioni. Il Siena scenderebbe in Serie B, nonostante la salvezza ottenuta quest’anno con il tecnico Sannino, mentre per il Lecce, già retrocesso in Serie B, si aprirebbero le porte della Lega Pro.

    CALCIATORI E ALLENATORI – Nel via vai generale, il prossimo processo sportivo ormai alle porte vedrà come assoluti protagonisti i calciatori arrestati. Senza fare i catastrofisti, è certo che qualora le prove dimostrassero la colpevolezza di Stefano Mauri e Omar Milanetto, questi ultimi andrebbero incontro alla radiazione, subendo quindi lo stesso trattamento riservato sei anni fa al direttore generale della Juventus Luciano Moggi. Rimanendo nell’ambiente bianconero, rischia tanto anche Antonio Conte, che ieri ha professato la propria innocenza al fianco del presidente Andrea Agnelli. Per Conte si va da un minimo di 6 mesi qualora venga accerta l’omessa denuncia, fino ad un massimo di 6 anni.

    VIDEO LAZIO GENOA 4-2
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    VIDEO NOVARA SIENA 2-2
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  • Conte si difende “Estraneo ai fatti”, Juve e Agnelli schierati con il tecnico

    Conte si difende “Estraneo ai fatti”, Juve e Agnelli schierati con il tecnico

    C’era molta attesa per la conferenza stampa convocata nel pomeriggio dalla Juventus in seguito al provvedimento emesso questa mattina dalla Procura di Cremona ai danni di Antonio Conte, iscritto sul registro degli indagati per la triste vicenda legata al calcioscommesse che sta sconvolgendo e squassando il nostro calcio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il tecnico bianconero è stato tirato in ballo da uno dei pentiti coinvolti nell’inchiesta, Filippo Carobbio, suo giocatore ai tempi in cui Conte allenava Siena in riferimento alla gara del campionato cadetto che i toscani hanno giocato a Novara lo scorso 30 aprile 2011 terminata poi 2-2, accusandolo di essere a conoscenza della combine tra piemontesi e bianconeri.

    Ad aprire la conferenza, abbastanza breve ma chiara, il presidente Andrea Agnelli che ha difeso a spada tratta il suo tecnico sul quale non ha nessun dubbio circa la sua innocenza, rinnovandogli totale fiducia e confermandolo alla guida della Juve, spendendo inoltre anche un pensiero nei confronti di Leonardo Bonucci, che al momento si trova in ritiro con la Nazionale, al quale è stato notificato nel pomeriggio (non ancora in maniera formale nel momento in cui scriviamo, ndr) un avviso di garanzia da un’altra Procura, quella di Bari, i cui magistrati stanno conducendo inchieste parallele con le Procure di Cremona e di Napoli:

    Tutti quanti noi seguiamo i fatti di cronaca giudiziaria sportiva. Non posso nascondere che il quadro che si sta delineando sia un quadro estremamente preoccupante per il mondo del calcio. E un quadro che tutti noi seguiamo con apprensione e amarezza. Ad oggi non risulta che Antonio Conte faccia parte di questo quadro. Dico ciò per tre motivi: in primis il suo ruolo sarebbe vicino all’insignificante. Poi la società che rappresento e io in particolare lo conosciamo da venti anni e conosciamo le sue qualità umane. E’ giusto però a questo punto esprimere agli organi inquirenti il nostro rispetto per il loro lavoro però è giusto anche esprimere rispetto per le persone che si ritrovano coinvolte in queste questioni. La Juve società e io personalmente siamo a fianco di Antonio e di Bonucci. Leonardo sa reggere perfettamente le pressioni e spero che giochi uno splendido europeo. Antonio è e sarà il nostro allenatore. Dovremo affrontare la Champions, ci guiderà lui“.

    Antonio Conte © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    La parola poi è passata al diretto interessato Antonio Conte che, visibilmente provato ma allo stesso tempo determinato, ha confermato la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Cremona:

    Inizio col dire che la mia storia calcistica è sotto gli occhi di tutti. Ho sempre dimostrato intergrità morale e onestà. Lo si può chiedere anche agli avversari chi è Antonio Conte. Voglio sempre vincere, ma sempre con certi valori. Voglio ricordare che io ho subito un’aggressione con bastoni davanti a mia moglie e a mia figlia, per la mia integrità. Col Siena abbiamo vinto il campionato con tre giornate di anticipo, con grande sacrificio e grande soddisfazione. Ribadisco la mia assoluta estraneità a qualsiasi fatto, mia e dei miei calciatori. Niente e nessuno rovinerà quella annata. Oggi mi è arrivato un avviso: sono stato indagato per associazione a delinquere. Ho avuto una perquisizione. Ho letto il provvedimento e ho visto le poche parole scritte. La prima domanda che mi sono posto è stata: come mai non sono stato chiamato dal pm prima di diventare un indagato? Mi sarei aspettato questo. Penso di aver detto tutto. Buone vacanze a tutti, perchè le mie saranno buone“.

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  • Criscito le immagini lo incastrano, Prandelli lo esclude

    Criscito le immagini lo incastrano, Prandelli lo esclude

    E’ probabilmente il giorno più brutto della sua carriera. Lo ricorderà a lungo questo 28 maggio Mimmo Criscito , che stamani all’alba, nel ritiro della Nazionale a Coverciano, ha ricevuto la visita della Polizia, arrivata per notificargli un avviso di garanzia della Procura di Cremona riguardo alla vicende delle scommesse che sta travolgendo il mondo del calcio. Lo hanno svegliato all’improvviso e sino alle 9:15 è rimasto a colloquio con gli agenti.  Un colpo durissimo per il giocatore dello Zenit San Pietroburgo, punto fermo della Nazionale di Cesare Prandelli il quale, dopo un confronto con la Figc, ha invece deciso di escludere l’ex giocatore del Genoa dalla lista dei ventitre che si giocheranno il titolo europeo in Polonia e Ucraina nel mese di giugno.

    Una scelta, quella del commissario tecnico, legata più che altro al fatto di voler garantire massa tranquillità ad un gruppo che stamani si allenato al completo eccezion fatta proprio per Criscito, il quale è rimasto in camera al fine di evitare un evidente imbarazzo. “Voglio essere sentito al più presto dai pm di Cremona, anche domani, per chiarire tutto“. Vuole chiarire subito la propria posizione l’esterno di difesa che di colpo si è trovato catapultato in una sorta di vortice inimmaginabile. I fatti risalgono a due stagioni fa, quando Criscito militava ancora nel Genoa.

    A coinvolgere nel calcioscommesse Criscito alcuni scatti della Polizia che lo ritraggono, il 10 maggio del 2011 ovvero pochi giorni prima della partita contro la Lazio, insieme a Giuseppe Sculli e ad altri soggetti fuori dal ristorante genovese “Osteria del Coccio”. Davanti alle serrande abbassate del locale insieme ai due calciatori e ai proprietari della stessa attività, ovvero Luca e Stefano Pollicino, ci sono anche il pregiudicato bosniaco Safet Altic, attualmente in carcere e seguito già allora dalla Polizia, Massimo Leopizzi, esponente di spicco della tifoseria genoana, Fabrizio Fileni, anch’esso supporter dei rossoblu e Kujtim Qoshi, soggetto albanese legato al già citato Altic, il quale all’epoca viveva a Genova e secondo quanto riferito dalla Polizia aveva dei contatti con alcuni giocatori genoani.

    In quell’occasione, secondo quanto affermato dalla stessa Polizia, gli otto stavano parlando della sfida tra Genoa e Lazio che si sarebbe tenuta di lì a qualche giorno. Intanto sulla questione è intervenuto anche l’agente di Mimmo Criscito, ovvero Andrea D’Amico, il quale a Tgcom24 ha affermato l’assoluta estraneità del proprio assistito ai fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Cremona. “Ho sentito Mimmo questa mattina ed è assolutamente tranquillo. E’ caduto dalle nuvole perché è totalmente estraneo a qualsiasi vicenda – ha dichiarato D’Amico –. Mimmo auspica di essere sentito al più presto perché è prontissimo a spiegare qualsiasi cosa che possa avere gettato la lente di ingrandimento su di lui. I legali – conclude il procuratore del giocatore – stanno lavorando affinché la magistratura possa ascoltarlo al più presto perché, non dimentichiamoci, che il nostro è un sistema garantista e sarebbe veramente un peccato se dovesse rinunciare agli Europei e poi magari, fra quindici venti giorni, tutto si risolvesse in una bolla di sapone. Il nostro auspicio e’ che possa essere chiarito tutto velocemente“.

    Calcioscommesse Criscito a colloquio con “gli zingari”

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  • Calcioscommesse, Antonio Conte indagato nell’inchiesta Last Bet

    Calcioscommesse, Antonio Conte indagato nell’inchiesta Last Bet

    Le prime luci dell’alba di questa mattina non hanno portato con sè un buon risveglio in molte case o, perlomeno, in quelle di diversi protagonisti del nostro calcio: sono giunti, così, diciannove provvedimenti restrittivi da parte della polizia di Cremona, tra cui gli arresti del centrocampista laziale Stefano Mauri e di Omar Milanetto, ex del Genoa ed attualmente in forza al Padova, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva, riscontrata nell’almbito della nuova tranche dell’inchiesta “Last Bet”, quella che, per intenderci, ha già condotto agli arresti 16 persone negli scorsi mesi, tra cui l’ex bomber Beppe Signori.

    Un nuovo ciclone, dunque, si abbatte sul nostro calcio, a distanza esatta di sei anni dallo scandalo calciopoli, che esplose proprio alla vigilia dei Mondiali 2006: questa volta, gli inquirenti sono giunti anche nel ritiro Azzurro di Coverciano, in relazione all’avviso di garanzia consegnato a Mimmo Criscito, difensore dello Zenit ed ex Genoano, ma l’aspetto maggiormente clamoroso nell’operazione condotta quest’oggi, appare la perquisizione nell’abitazione di Antonio Conte, tecnico della Juventus campione d’Italia, indagato in riferimento al periodo in cui allenava il Siena in Serie B. Il coinvolgimento, in particolare, sarebbe in riferimento alla presunta combine nella gara contro il Novara dello scorso 30 Aprile 2011, cui si riferiscono le accuse del “pentito” Filippo Carobbio, che rivelò l’esistenza di un accordo per terminare la gara in parità, di cui Conte era a conoscenza al punto da rassicurare i suoi durante la riunione tecnica pre-gara “perchè l’accordo con il Novara per il pareggio era già stato raggiunto”. 

    Il blitz della Polizia, così come ha spiegato il procuratore di Cremona Di Martino anche nel caso delle altre perquisizioni effettuate, sarebbe stato finalizzato all’individuazione di eventuali elementi di rilievo nell’abitazione del tecnico e nei supporti informatici, sottoposti a backup, in considerazione delle accuse rivoltegli. Il mister bianconero, al momento della perquisizione era fuori città ed i poliziotti sono stati accolti da suo fratello ma, secondo quanto riportato dal suo legale, l’avvocato Antonio De Rencis, Antonio Conte “ha reagito come fanno le persone completamente estranee a certe vicende, ed è fortemente determinato a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati”.

    I fatti in questione, come detto, si riferiscono al campionato 2011 e se le accuse a Conte dovessero essere confermate sarebbe il Siena a rispondere per responsabilità oggettiva, in virtù del fatto che le partite “sospette” dei toscani sarebbero ben 8 e che, pertanto, è stato indagato anche il presidente Massimo Mezzaroma: la Juventus non rischia nulla ma, in tal caso, avrebbe comunque un ingente danno considerando l’eventuale squalifica del tecnico, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2015.

    Antonio Conte | © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    I possibili scenari sono i seguenti: in caso di condanna per omessa denuncia la squalifica sarebbe pari ad 8 mesi, che può ridursi a 3-4 mesi in caso di patteggiamento; se, invece, venisse contestato l’illecito, la squalifica oscillerebbe dai tre anni sino alla radiazione. C’è da dire, però, che la posizione di Antonio Conte, così come quelle degli altri “perquisiti” è ancora da verificare e, pertanto, così come ha raccomandato lo stesso procuratore Di Martino in conferenza stampa, è opportuno adoperare la giusta prudenza ed accortezza nelle valutazioni, “perchè un avviso di garanzia non equivale alla colpevolezza”: in tal senso, infatti, è opportuno registrare anche le dichiarazioni di Christian Bertani, ex attaccante del Novara arrestato questa notte, secondo il quale “la gara fra Siena e Novara sarebbe stata disputata in maniera leale e, dunque, Conte può stare tranquillo”.

    La “palla” passerà ora a Stefano Palazzi, procuratore federale, che sembra aver atteso gli sviluppi dell’inchiesta di Cremona prima di interrogare il mister juventino ed altri calciatori coinvolti: si preannuncia, così, un calendario denso di nuovi interrogatori finalizzati a “stringere i tempi” dell’inchiesta entro la fine di giugno, per garantire lo svolgimento dei processi a Luglio, in tempi utili con la definizione delle liste Uefa per la partecipazione delle squadre italiane alle coppe europee.

    Sei anni dopo si preannuncia una nuova estate caldissima.