Altra giornata frenetica in casa Juventus. Ovviamente non ci riferiamo né a partite né ad allenamenti, bensì alla situazione del calcioscommesse. Con i deferimenti alle porte ecco che la tensione sale e le notizie vengono fuori una dietro l’altra, spesso clamorose. Come quella girata nel pomeriggio di oggi che parlava di una clamorosa rottura tra Antonio Conte e la Juventus. Qualcuno parlava di dimissioni, qualche altro di divorzio consensuale. Una notizia ripresa soprattutto dai media esteri che stanno seguendo più vicino di quanto si pensi l’intera vicenda. Si era addirittura parlato di Cesare Prandelli come nuovo tecnico della Juventus.
Ci ha pensato Beppe Marotta, amministratore delegato della società torinese, a gettare acqua sul fuoco, ma i dubbi permangono. Ciò a causa degli ormai noti dissapori tra il tecnico pugliese e i legali della Juventus. Si era detto di una possibile rottura tra le parti, mentre ora si parla solo della diminuzione da due a uno del numero di avvocati bianconeri chiamati a difendere lo stesso Conte, con Chiappero pronto ad uscire per fare spazio a Giulia Bongiorno.
Notizia che non ha trovato la conferma della Juventus che dal canto suo ieri ha dovuto prendere atto delle dimissioni di Cristian Stellini, assistente di campo di Conte il quale ha perso cosi uno dei suoi uomini. Insomma situazione difficile, e sembra che tutto possa accadere, specie dopo la decisione della Disciplinare attesa nel giro di pochissimi giorni. Proprio in tal senso si parla di una squalifica di dieci mesi per Conte, il quale proporrebbe poi ricorso al fine di ottenere, come minimo, un ulteriore sconto di circa quattro mesi, prima di andare al Tnas ed eventualmente puntare su un’ulteriore riduzione. Ipotesi e progetti futuri dunque, ma i dieci mesi di squalifica, almeno inizialmente, sembrano inevitabili. Nel giro di poche ore, comunque, tutto verrà a galla.
Mentre la squadra già in Cina per la Supercoppa continuano i colpi di scena in casa Juventus con riguardo al calcioscommesse. Il lunedì bianconero è stato condito da due notizie: una ufficiale, l’altra venuta fuori ma subito smentita dai diretti interessati. Partiamo dalla prima: Cristian Stellini, assistente di campo di Antonio Conte, si è dimesso dallo staff tecnico bianconero. Lo stesso infatti ha optato per il patteggiamento di due anni e sei mesi riguardo all’inchiesta che coinvolge anche Conte per i fatti risalenti a quando i due lavoravano a Siena. Dimissioni, quelle di Stellini, giunta attraverso una lettera inviata dallo stesso ad Andrea Agnelli, nella quale l’ex giocatore di Bari e Como ha espresso tutto il suo stato d’animo, turbato, per quanto gli sta accadendo.
La scelta di Stellini, come scritto dallo stesso, è nata dalla volontà di chiarire una volta per tutte la situazione in cui è stato coinvolto ma anche di togliere alla Juve un ulteriore fardello visti quelli già riguardanti Conte, Alessio, Pepe e Bonucci. In risposta a ciò Agnelli ha parlato di grande senso di responsabilità da parte di Stellini nei confronti della Juve. Smentita invece l’altra notizia venuta fuori nel pomeriggio di oggi, ovvero quella relativa ad una presunta rottura tra i legali della Juventus, Luigi Chiappero e Michele Briamonte, ed Antonio Conte.
Si era parlato anche di Giulia Bongiorno come legale che avrebbe affiancato Antonio De Renzis, avvocato del trainer bianconero, ma subito dopo la società piemontese ha smentito tutto attraverso un comunicato aggiungendo anche che eventuali integrazioni al collegio già operante saranno prese in considerazione solo nel caso le renda necessario. Insomma nemmeno i primi impegni ufficiali stanno distogliendo l’attenzione su quanto accade relativamente al calcioscommesse e con la decisione della Disciplinare ormai imminente la tensione, inevitabilmente, continua a salire giorno dopo giorno.
Oggi la quarta e ultima giornata del processo calcioscommesse. Protagonisti i due calciatori della Juventus Leonardo Bonucci e Simone Pepe, indagati rispettivamente per illecito sportivo e omessa denuncia riguardo il match di campionato tra Udinese e Bari. Secondo le indiscrezioni che provengono direttamente dall’ex Ostello della gioventù del Foro Italico, entrambi i calciatori avevano formula una richiesta di patteggiamento a Palazzi. Il Procuratore federale però al suo rientro in aula ha parlato di “complicanze” in merito alle richieste dei bianconeri, i quali andranno così a giudizio. Ricordiamo che per Bonucci sono stati chiesti 3 anni e 6 mesi di squalifica, mentre per Pepe un anno. Da sottolineare come accanto ai due bianconeri era presente in aula lo stesso Beppe Marotta, dando così un segnale di grande vicinanza della società.
In aula, oltre a Bonucci e Pepe, erano presenti anche l’ex capitano del Bologna Marco Di Vaio (ora al Montreal Impact) e il difensore rossoblu Daniele Portanova, sui quali pende rispettivamente la condanna di un anno per omessa denuncia (un anno) e di illecito (tre anni) in relazione al match Bologna-Bari del maggio 2011. Di Vaio, visibilmente emozionato, ha professato la propria innocenza, chiedendo certezze, quella certezza che fino ad oggi Stefano Palazzi non è riuscito a dargli (come dichiarato dallo stesso attaccante).
Nel frattempo la Commissione Disciplinare ha accettato la richiesta di patteggiamento formulata da Simone Bentivoglio (ex Bari, ora in forza al Chievo), il quale ha concordato con il Procuratore federale 13 mesi di stop e un’ammenda di 50 mila euro (per il quale in precedenza erano stati chiesti 3 anni e 6 mesi di squalifica).
Da segnalare anche l’accorato appello di Daniele Padelli (attualmente in forza alla Sampdoria), accusato di illecito per il match del campionato 2010-2011 tra Palermo-Bari (quello del famoso rigore di Miccoli parato dallo stesso Padelli, allora estremo difensore dei Galletti).
Continua a lavorare su più fronti la dirigenza della Juventus, il cui primo pensiero in questi giorni è legato ai casi di Antonio Conte, Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Il rischio squalifica dell’attuale trainer è alto, specie dopo il nulla di fatto con il patteggiamento. Scartata l’ipotesi di un nuovo allenatore esterno, come ad esempio venuto fuori dopo la candidatura di Fabio Cannavaro, la società piemontese si è guardata all’interno individuando Massimo Carrera come possibile allenatore della prima squadra.
Una promozione importante dunque per l’ex difensore di Juventus e Atalanta, che da collaboratore di campo passerebbe a trainer della squadra campione d’Italia in caso di squalifica, ormai certa, di Antonio Conte. Carrera dunque avrebbe superato nelle preferenze l’allenatore della Primavera bianconera Marco Baroni, e l’indizio a tutto ciò è rappresentato dal fatto che Carrera partirà in Cina per la Supercoppa a differenza di Baroni che invece rimarrà a Torino. In caso di squalifica già dalla gara di Pechino in panchina siederebbero sia Carrera che Claudio Filippi, allenatore dei portieri bianconeri.
Una soluzione interna obbligata anche dalla squalifica di Angelo Alessio, secondo di Conte, anch’esso colpito dal calcioscommesse. Se da un lato dunque la formazione bianconera sta cercando in tutti i modi di tutelare i propri tesserati, dall’altro si sta anche cautelando al fine di non rischiare di dover ricorrere a soluzioni d’urgenza in caso di squalifica, eventualità questa che sembra essere molto concreta. Un po’ come accaduto in difesa, dove la Juve è alla ricerca di un giocatore che vada a rimpiazzare Bonucci. Si cerca di difendere in ogni modo i propri gioielli dunque, ma la cautela sembra non essere mai troppa in un estate che doveva essere quella della grande attesa per la Champions League ritrovata e che invece si è trasformata in quella di Procure e tribunali.
Antonio Conte ha monopolizzato la scena durante le prime due giornate del processo calcioscommesse, con la Disciplinare che ha deciso prima di rigettare il patteggiamento di 3 mesi proposto dal Procuratore federale Palazzi, per poi chiedere una condanna di 15 mesi. Il tecnico della Juventus però è in buona compagnia. Oltre a lui infatti la Commissione Disciplinare della giustizia sportiva ha deliberato in merito alle richieste di patteggiamento e condanne avanzate dallo stesso Stefano Palazzi. La società più colpita è il Siena. Alla società toscana infatti non è stato riconosciuto il patteggiamento di 5 punti di penalizzazione (oltre a 40 mila euro di ammenda), decisione che pone quindi il club di Mezzaroma sulla graticola e che include anche Angelo Alessio, vice di Conte. I bianconeri dovranno scontare 6 punti di penalità. Sempre per quanto riguarda il capitolo Siena, Cristian Stellini (attuale collaboratore tecnico della Juventus) è stato squalificato per 2 anni e 6 mesi.
Sospiro di sollievo invece per Torino e Varese dopo che i loro patteggiamenti concordati con Palazzi sono stati accolti dalla Disciplinare. Per effetto di tale decisione i granata e i lombardi inizieranno la nuova stagione 2012-2013 con l’handicap di 1 punto di penalizzazione in classifica. Non si registrano ulteriori dichiarazioni del presidente Cairo, il quale si era detto piuttosto sorpreso per il deferimento dello storico club torinese.
Si allungano ulteriormente i tempi di squalifica per Gervasoni e Carobbio(23 mesi l’uno, 24 mesi l’altro). Più morbide invece le condanne nei confronti di Marcelo Larrondo (di proprietà del Siena ndr) e di Da Costa Junior (Sampdoria), entrambi appiedati per 3 mesi.
Nella giornata di oggi si discuterà invece del cosiddetto filone di Bari. La società pugliese ha patteggiato 5 punti di penalizzazione, mentre si conoscono già le prime condanne della Disciplinare dirette agli ex calciatori biancorossi: Andrea Masiello e Parisi sono stati condannati a 2 anni di stop (un anno invece per Marco Rossi).
Giorno importantissimo anche per Leonardo Bonucci e Pepe, i due bianconeri indagati per la presunta combine del match Udinese-Bari. Entrambi i calciatori hanno deciso di non patteggiare. Senza dubbio è il difensore centrale a rischiare di più, dal momento che su di lui pende la condanna di illecito sportivo.
Nel frattempo a Lecce iniziano a fare gli scongiuri, dal momento che il club salentino rischia seriamente di retrocedere in Lega Pro. Attese le sentenze anche per Udinese, Bologna (per il difensore centrale Portanova e l’ex capitano Marco Di Vaio) e Sampdoria (che ha patteggiato 1 punto di penalizzazione e 30 mila euro d’ammenda).
E’ guerra aperta ormai tra gli organi federali e l’accoppiata Juventus-Antonio Conte. Dopo che ieri pomeriggio la Commissione Disciplinare della Figc chiamata a giudicare i deferiti del secondo filone dell’inchiesta sul calcioscommesse ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dal procuratore federale Stefano Palazzi, il quale ha accolto la richiesta dei legali difensori del tecnico bianconero, oggi, nel secondo giorno del processo sportivo presso l’ex ostello della Gioventù del Foro Italico, c’era molta attesa per conoscere la nuova linea difensiva di Conte. Il tecnico campione d’Italia ha ritirato il patteggiamento e Palazzi ha avanzato le sue richieste di pena iniziali: 1 anno e 3 mesi di squalifica per lui e per il suo vice Angelo Alessio, allenatore in seconda anche al Siena all’epoca dei fatti contestati, per le omesse denunce di combine in Novara-Siena e Albinoleffe-Siena.
Ma andiamo con ordine: ieri la Disciplinare ha ritenuto “non congrua” la richiesta di Palazzi dopo l’accordo di patteggiamento a 3 mesi di squalifica e un’ammenda pecuniaria di 200 mila euro facendo andare su tutte le furie gli avvocati di Conte Luigi Chiappero e Antonio De Rensis e quello della Juventus Michele Briamonte. Va specificato che il patteggiamento è avvenuto secondo l’art. 23, che non prevede l’ammissione di colpa, e non secondo l’art. 24, nel quale invece prevede “la confessione”. In pratica la strategia della Juventus era quella di prendere una scorciatoia legale per evitare il processo al suo tecnico limitando i danni da una possibile e probabile lunga squalifica, innocente o colpevole che fosse stato l’allenatore accusato dal “pentito” Filippo Carobbio di essere a conoscenza delle combine. Così facendo il tecnico, che avrebbe potuto continuare ad allenare la squadra, sarebbe tornato in panchina ai primi di novembre nella sfida contro l’Inter. Va ricordato inoltre come al momento a sostegno dell’innocenza di Conte ci siano 15 testimonianze firmate che scagionano il tecnico, dell’assoluta mancanza di prove se non la parola di Carobbio contro quella di tante altre, dei non deferimenti per i giocatori del Siena presenti alla celeberrima e incriminata riunione tecnica pre-Novara che quindi si sarebbero macchiati della stessa colpa di Conte, l’omessa denuncia, e l’inattendibilità (secondo lo stesso Palazzi ndr) dello stesso Carobbio sulle accuse mosse al presidente del Siena Mezzaroma che invece è stati prosciolto da ogni imputazione.
La Juventus ha richiesto immediatamente la ricusazione dei giudici perchè, secondo il club bianconero, rifiutando l’accordo tra difesa e accusa avrebbero espresso già la loro sentenza, quella di comminare a Conte una pena più severa (7 mesi ndr), (“Respingendo il patteggiamento avete gia deciso. La Corte Costituzionale nel 1992 ha detto con estrema chiarezza che non può giudicare un giudice che ha rigettato la richiesta di pena concordata” ha dichiarato l’avvocato Luigi Chiappero) istanza però dichiarata inammissibile, trincerandosi poi dietro ad un silenzio stampa. Dura la reazione odierna del presidente Andrea Agnelli che ha definito il sistema della giustizia sportiva “dittatoriale”.
Questa l’arringa finale dell’avvocato De Rensis per convincere i giudici dell’innocenza del suo assistito: “Non abbiamo riscontri. C’è la parola di una persona, non c’è de relato, non c’è passaggio di soldi, non c’e’ una telefonata, non c’e’ niente. Mi rivolgo a voi guardandovi negli occhi: per perdere la dignita’ c’è un modo principe: non essere onesti intellettualmente. Io però sono sicuro che la vostra riconosciuta onestà vi accompagnerà in camera di consiglio, ma poi anche quando ne uscirete con il proscioglimento del signor Antonio Conte“.
Ora non resta che attendere la sentenza della Commissione Disciplinare che dovrebbe pronunciarsi tra l’8 e il 9 agosto.
Oggi è il giorno del debutto ufficiale dell’Inter di Stramaccioni impegnata nel terzo turno preliminare di Europa League. Andrea Ranocchia era tra i convocati per la trasferta in Croazia, ma non è partito alla volta di Spalato e non sarà quindi della partita. La sua partita il difensore ex Genoa e Bari la giocherà in Procura perchè anche lui risulta invischiato nel filone calcioscommesse dopo che ieri ha ricevuto un invito a comparire dalla Procura di Bari in riferimento alla partita Salernitana- Bari 3-2 del 23 maggio 2009. L’ex difensore del Bari dovrà rispondere all’accusa di frode sportiva che incombe sulla sua testa e il suo coinvolgimento è emerso dopo le ultime rivelazioni fatte da Vittorio Micolucci e Andrea Masiello, entrambi ex compagni di squadra di Ranocchia al Bari. L’Inter aveva giustificato l’assenza in Croazia del proprio difensore per motivi personali e in effetti la piaga del calcioscommesse vedrà protagonista anche Ranocchia.
Il difensore nerazzurro domani sarà interrogato dalla Procura di Bari, dove gli investigatori baresi ascolteranno la versione di Ranocchia in merito al suo coinvolgimento nella combine di Salernitana-Bari del 23 maggio 2009, partita risalente all’ultima giornata del campionato di Serie B 2008/2009 vinto proprio dal Bari di Antonio Conte. Nella partita incriminata i baresi persero 3-2 a Salerno, con i padroni di casa che si guadagnarono proprio con la vittoria sui biancorossi la permanenza nella serie cadetta. Nella stessa partita Ranocchia andò anche in gol siglando il 2-3 finale e in difesa accanto a lui giocava Andrea Masiello.
Proprio le ultime confessioni di Masiello aggravano la posizione del difensore azzurro, reo secondo il pentito di aver partecipato alla combine di quella gara, per la quale era stata concordata la vittoria della Salernitana e l’over, ovvero la realizzazione di almeno 3 gol. Il risultato sul campo ha premiato l’associazione a delinquere ma potrebbe adesso arrecare gravi danni alla carriera di Andrea Ranocchia, ennesimo nome illustre del nostro calcio finito nel vortice squallido delle calcioscommesse.
La Commissione Disciplinare ha respinto la richiesta di patteggiamento dei legali di Antonio Conte che prevedeva una pena di 3 mesi e 200 mila euro di ammenda da scontare per le due omesse denuncie di combine in Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. La Disciplinare ha ritenuto “non congrua” la richiesta del procuratore federale della Figc Palazzi e i legali della Juventus, Briamonte e Chiappero, hanno subito chiesto la ricusazione (sostituzione di un giudice per presunta imparzialità) appellandosi ad un richiamo della Corte Costituzionale del 1992 nella quale si evince l’impossibilità di un giudice che abbia già rigettato una richiesta di pena di giudicare nuovamente.
Rigettate anche le richieste degli altri tesserati, nell’ordine Giorgio D’Urbano (preparatore atletico Siena), Marco Savorani (preparatore dei portieri del Siena), Mirko Poloni , Angelo Alessio e Dario Passoni, per le quali successivamente i legali avevano chiesto lo stralcio. Accolti invece i patteggiamenti di Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni, i super-pentiti di questo filone dell’inchiesta sul Calcioscommesse: il primo dovrà scontare 4 mesi di squalifica mentre l’ex Cremonese avrà una pena di 3 mesi. Per il Torino e il Varese confermato il punto di penalizzazioneche le due squadre dovranno scontare nei rispettivi campionati, mentre per il Siena stessa sorte del suo ex allenatore (respinto il -5 in classifica e i 40 mila euro d’ammenda).
La richiesta di ricusazione da parte dei legali della Juventus è stata bocciata per cui si attende la riformulazione di nuove istanze di patteggiamento da parte di Palazzi da proporre alla Disciplinare. Si parla di 4 mesi e 100 mila euro di ammenda per Conte, 6 punti di penalizzazione e 20 mila euro di multa al Siena più altri 80 mila euro per l’inoltrarsi del procedimento, -1 all’AlbinoLeffe e 30 mila euro d’ammenda, 6 mesi per Poloni, 6 mesi e 15 giorni per Passoni, 5 mesi e 10 giorni per Savorani così come per D’Urbano. Oltre a quelli di Carobbio e Gervasoni, sono stati accolti i patteggiamenti di Da Costa (3 mesi e 30 mila euro), Faggiano (4 mesi inibizione), Larrondo (mesi 3 e 20 giorni 30mila euro), Sala (2 anni), Stellini (2 anni e 50mila euro). La Commissione proprio in questi minuti si è ritirata in camera di consiglio per valutare le nuove proposte del procuratore federale Stefano Palazzi, ma non sembra esserci al momento un accordo per un nuovo patteggiamento per Conte e il suo vice Angelo Alessio.
Un brutto episodio avrebbe caratterizzato le vacanze estive di Stefano Palazzi, procuratore federale della FIGC, il quale avrebbe subito una sorta di aggressione da parte di un gruppo di tifosi juventini. I fatti sarebbero accaduti a Maiori, in Costiera Amalfitana, dove Palazzi starebbe trascorrendo delle mini vacanze in compagnia della famiglia in attesa che riprenda il processo sportivo legato allo scandalo del Calcioscommesse.
Secondo una ricostruzione fornita da un giornale locale il Procuratore federale si intratteneva comodamente in un bar con amici quando la conversazione sarebbe finita sul polverone calcioscommesse. Alla domanda sulla situazione di Conte nel processo e i rischi a cui andava incontro l’allenatore della Juventus, Palazzi avrebbe risposto ironicamente ai suoi amici che il tecnico avrebbe preso almeno sei mesi di squalifica. Il comportamento poco professionale e i toni spiritosi e ironici tenuti da Palazzi avrebbero fatto esplodere la rabbia di alcuni tifosi bianconeri che erano presenti e hanno assistito alla scena, accusando pesantemente il Procuratore di accanirsi “in nome e per conto di terzi” verso la Juve colpendo l’allenatore della rinascita bianconera, sulla base delle contraddittorie dichiarazioni del pentito Filippo Carobbio.
Le contestazioni, secondo i racconti, sarebbero quasi sfociati in vera e propria rissa tanto che è dovuta intervenire la Polizia scortando Palazzi fino alla sua residenza privata, e a questo punto i contestatori si sarebbero radunati e spostati per continuare a lanciare insulti all’indirizzo del malcapitato sotto la sua abitazione, la contestazione è proseguita per un paio di ore prima che gli animi si calmassero.
Tuttavia, dopo che la notizia si era largamente diffusa sul web, la Figc ha precisato l’infondetezza dei fatti riportati. Così come è del tutto non vero il riferimento all’intervento di forze dell’ordine chiamate per scortare il Procuratore, così come smentito ufficialmente da parte del comando dei Carabinieri di Maiori.
Proprio mentre si discute della questione patteggiamento un altro caso sospetto coinvolge Antonio Conte. Il trainer juventino, il quale avrebbe deciso di patteggiare per tre mesi in seguito alle omesse denunce relative alle gare Siena – Albinoleffe e Siena – Novara, è stato tirato in ballo dall’ex giocatore del Bari Vittorio Micolucci, il quale avrebbe inviato un fax al procuratore federale Stefano Palazzi aggiungendo alcuni particolari con riguardo al periodo in cui vestiva la maglia dei biancorossi guidati proprio da Conte.
“Nella stagione della promozione con Perinetti e Conte è stata fatta Piacenza – Bari con un pareggio e Salernitana – Bari con una sconfitta nostra” avrebbe scritto nel documento, redatto completamente a mano e formato da due pagine, subito acquisito dalle Procure di Cremona e Bari che a breve dovrebbero sentire il 29enne difensore di Giulianova nelle ultime stagioni all’Ascoli. Micolucci era stato coinvolto nel primissimo filone di inchieste, quello del giugno 2011 che coinvolse anche Beppe Signori e Cristiano Doni.
In quell’occasione venne fermato dalla squadra mobile di Cremona e successivamente Palazzi richiese 14 mesi di squalifica per lui. Micolucci però ammise le proprie colpe e decise di patteggiare con la squalifica che venne ridotta dalla Commissione Disciplinare ad appena 4 mesi. Sembrava tutto finito, specie dopo che lo stesso aveva ammesso le proprie colpe ed invece ecco il colpo di scena di questo fax con l’ex barese che fa nuove rivelazione tirando in ballo la squadra allora allenata da Conte il quale dal canto suo già pensava al patteggiamento.
Chissà se adesso ci saranno ulteriori conseguenze, ma certo è che si tratta di un momento piuttosto delicato per l’allenatore campione d’Italia e per i tifosi bianconeri che dopo i fatti che hanno coinvolto anche Bonucci e Pepe si sentono bersagliati per le nuove questioni legate alla posizione del loro allenatore e sollevate da Vittorio Micolucci.