Tag: calcioscommesse

  • Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

    Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

    Ulteriori importanti sviluppi e nuovi scenari nell’inchiesta calcioscommesse che acquista, così, dimensioni internazionali estendendo i suoi confini fino alla Svizzera, dove sarebbe “conservata” una cospicua somma alimentata dai flussi di giocate e combine. La Procura di Berna, in tal senso, ha avviato accertamenti per individuare l’eventuale coinvolgimento della criminalità organizzata in tali operazioni transnazionali finalizzate al riciclaggio di tali somme depositate su diversi conti segreti elvetici. Inoltre, a rendere ulteriormente intricata la vicenda vi sarebbe il diretto coinvolgimento di un calciatore “importante”, così come definito dalle fonti investigative , che non sarebbe “nuovo” a coinvolgimenti di tal specie, essendo già indagato dalla Procura di Cremona con il reato di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. Il nome in questione, in un primo momento non era ancora stato reso noto in maniera ufficiale inducendo a formulare svariate ipotesi sull’identità del giocatore coinvolto ma, nella giornata di oggi, il “mister X” ha assunto finalmente un nome e cognome: Stefano Mauri, centrocampista della Lazio. 

    Stefano Mauri sarà interrogato Venerdì a Cremona | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Il calciatore biancoceleste, già arrestato a margine della seconda parte dell’ inchiesta condotta dalla Procura di Cremona – ma attualmente tornato regolarmente in campo – sarà ascoltato Venerdì  21 Settembre a Cremona dal gip Guido Salvini alla presenza del procuratore Roberto Di Martino, dopo che il calciatore ha richiesto uno slittamento dell’interrogatorio (fissato inizialmente per Giovedì, ndr) a causa del match di Europa League della Lazio, a Londra contro il Tottenham.

    L’importanza dell’interrogatorio di Mauri, dunque, diventa più che cruciale considerando che la stessa procura della capitale Svizzera ha già richiesto una rogatoria internazionale per acquisire gli atti dell’inchiesta italiana e far luce sugli eventuali (ed a questo punto più che probabili, ndr) contatti fra le due inchieste. Se tale ipotesi fosse confermata, dunque, potrebbe essere chiarito definitivamente il meccanismo a doppio canale che per lega l’Italia e la Svizzera: dal nostro Paese, infatti, partirebbero gli input connessi alla possibilità di combinare i risultati indirizzandoli su quanto scommesso, con la complicità di calciatori tanto corruttibili quanto indispensabile per garantire il “buon esito” delle operazioni, ed in Svizzera finirebbero, poi, i flussi di denaro, segregati in conti ad hoc e, poi, riciclati con la diretta partecipazione della criminalità organizzata.

    Nella specifica fattispecie che coinvolge il “giocatore importante tuttora in attività”, il conto svizzero – non cifrato – sarebbe stato intestato ai genitori di Stefano Mauri, in veste di “prestanome” ma conterrebbe proprio le ingenti somme (centomila euro, ndr) derivanti dall’ incasso di un bonifico a seguito delle combine. Il passo successivo, quello del “riciclaggio”, resta da accertare e, per tal motivo, si è resa necessaria la rogatoria e la richiesta di interrogatorio del calciatore, anche perchè la Procura di Cremona mira ad individuare ulteriori somme “sospette” nei conti correnti elvetici.

    Da Venerdì, dunque, dopo l’interrogatorio di Stefano Mauri, la sua posizione potrebbe ulteriormente essere aggravata, anche se il suo legale Matteo Melandri ha mostrato sdegno ed indignazione per le notizie circolate in questi giorni circa il suo assistito, precisando che “la nostra difesa è in fase di organizzazione” e che la convocazione in procura del suo assistito è soltanto in veste di “persona informata sui fatti”, in qualità di testimone per conto dell’autorità giudiziaria svizzera.

  • Antonio Conte interrogatorio “top secret” dalla procura di Bari

    Antonio Conte interrogatorio “top secret” dalla procura di Bari

    I guai sembrano non finire più per Antonio Conte che, durante la scorsa settimana, nella mattinata di giovedì, è stato interrogato in gran segreto dalla Procura di Bari presso la caserma dei carabinieri di Monopoli. L’allenatore della Juventus, che sta ancora scontando i 10 mesi èper l’ormai famosa squalifica per le presunte combine del Siena, si è infatti recato in Puglia con un suo legale ma, quest’ultimo, non ha partecipato all’interrogatorio: Conte sarebbe infatti stato ascoltato solamente come persona informata sui fatti e, per ora, non come indagato. Di certo se il tecnico è stato chiamato a rispondere alle domande del procuratore Laudati un motivo valido ci sarà e, anche se solamente come persona che sapeva di cosa è successo potrebbe inciampare in un altro casino con conseguente squalifica.

    Il caso del momento ha infatti colpito il Bari, società con cui Antonio Conte ha lavorato come allenatore dalla fine della stagione 2008/2009: raccolte le redini della squadra pugliese, l’attuale tecnico bianconero, aveva deciso di continuare a seguire i galletti anche nel campionato successivo dove è riuscito a compiere una grande impresa riportando il Bari in Serie A. Proprio in questo anno e mezzo sarebbero state indicate due partite compromesse e precisamente Bari-Treviso, gara conclusasi con la vittoria dei trevigiani con un 0-1 ancora durante il finale della prima stagione, e Salernitana-Bari del 2009/2010, finita 3-2.

    Antonio Conte © Paolo Bruno/Getty Images

    In merito a questi due match è infatti stata aperta un’indagine approfondita in quanto sono arrivate dichiarazioni proprio da calciatori del posto che avrebbero spiegato anche la modalità di consegna del denaro. La sconfitta subita dalla Salernitana non sarebbe stata quindi un caso in quanto alla fine del match, sarebbe apparso il denaro direttamente in spogliatoio dove è avvenuta poi la divisione della cifra stipulata dalle due squadre. Se quanto raccontato dai giocatori, tra cui spunta anche fosse però gli indagati sarebbero più di uno: già nel mirino della Procura di Bari vi è Davide Lanzafame, ora giocatore del Grosseto, e soprattutto Andrea Ranocchia, difensore dell’Inter, che è stato chiamato in causa dai propri ex compagni di squadra Vittorio Micolucci e Andrea Masiello proprio per la partita con la squadra campana.

    Ovviamente Antonio Conte ha dichiarato di non essere a conoscenza di quanto accaduto e di quanto raccontato dai giocatori del Bari, cercando di togliersi anche questo problema, mentre aspetta con ansia il verdetto del Tnas. Poche ore fa è stato anche annunciato che l’udienza si terrà entro il 20 settembre: la Juventus spera che la richiesta della difesa di Conte, e quindi il proscioglimento, sia accolto, ma ci sono molti dubbi che tengono in piedi tutto il resto. In ogni caso se venisse respinta sarebbe accettato lo sconto della pena fino a tre mesi, cosa già decisa durante la sentenza di primo grado.

  • Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    La dura conferenza stampa di Antonio Conte e dei suoi legali il giorno dopo la sentenza della Corte d’Appello continua a far parlare scomodando chi per professione e attinenze è spesso apparentemente lontano dal “ludico” mondo del calcio. I toni perentori, la rabbia del mister della Juventus per molti è comprensibile se paragonata all’ingiustizia scritta nelle 13 pagine della sentenza. Per altri nonostante Antonio Conte avesse ragione da vendere i toni e le parole usate in conferenza stampa non sono state ritenute adeguate al blasone del club che lo ospitava e che ha deciso di appoggiarlo. Un ultima parte, a dir la verità più esigua, difende l’operato dei giudici criticando Andrea Agnelli e Antonio Conte per l’ennesima protesta.

    Di questa ultima frangia fa parte Marco Travaglio che questa mattina ha deciso di dedicare l’editoriale de Il Fatto Quotidiano proprio ad Andrea Agnelli ed Antonio Conte scrivendo una fantomatica lettera a John Elkann dicendosi vergognato, da juventino, del teatrino orchestrato dall’attuale società. Di seguito vi riportiamo qualche stralcio del lungo editoriale:

    Marco Travaglio critica Antonio Conte e Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    “Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino – il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli – ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa.

    Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello – fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea – è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “t i fo s i ” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?).”

  • Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Le motivazioni della sentenza sullo scandalo scommesse della Corte Federale d’Appello in merito alla squalifica di Antonio Conte ha riportato in auge l’ultima partita del campionato 2010/2011 Albinoleffe-Siena vinta dai bergamaschi allora allenati da Emiliano Mondonico e per gli inquirenti combinata con l’intento di favorire i padroni di casa. Mossi dalla curiosità e con la voglia di farci una nostra idea abbiamo iniziato il nostro cammino a ritroso cercando di ricostruire la vicenda iniziando con le immagini della partita (che vi proporremo a fine articolo), contestualizzandola poi nel campionato e aggiungendoci poi le motivazioni della sentenza, le confessioni di Filippo Carobbio, di Salvatore Mastronunzio e infine valutando la posizione di Antonio Conte.

    Cosa c’è scritto nella sentenza della Corte Federale d’Appello?

    Leggendo e rileggendo le tredici pagine della sentenza di appello la prima cosa che salta all’occhio è l’unicità dell’argomento: Antonio Conte. Una Corte Federale non può seguire la volontà popolare ma deve esser più completa possibile per sostenere la propria indipendenza e imparzialità. Nella sentenza invece si parla solo e soltanto del caso Conte omettendo ad esempio le motivazioni che hanno portato a rigettare il ricorso di Palazzi all’assoluzione di Pepe, Bonucci e Di Vaio. Andando avanti comunque cerchiamo di capire il perché dei 10 mesi di squalifica al tecnico della Juventus nonostante l’assoluzione per la partita Novara-Siena. Secondo i giudici Carobbio non è credibile per la partita Novara-Siena ma lo è per Albinoleffe-Siena e ad inchiodare Antonio Conte (“che non poteva non sapere”) ci sarebbero le posizioni di Stellini (suo collaboratore) e di Salvatore Mastronunzio.

    Filippo Carobbio: Si legge sulla sentenza “La teoria, elaborata dalla difesa del Conte, secondo la quale Carobbio sarebbe un soggetto che avrebbe, in modo quasi scientifico e peraltro a freddo, costruito un vero e proprio castello di menzogne al fine di causare un gravissimo pregiudizio alla società del Siena e al sig. Conte, non convince affatto. Non si vede per quale ragione la versione dei fatti, fornita da Carobbio e fatta propria dalla Disciplinare, sarebbe inattendibile, in quanto il predetto soggetto non avrebbe parlato di Conte quando si trovava in carcere o agli arresti domiciliari ma, più tardi, quando era stato rimesso in libertà. Di solito si sospetta della veridicità delle versioni, fornite da un soggetto quando si trovi in stato di restrizione della libertà personale in quanto si pensa che, al fine di ottenere la rimessione in libertà, un individuo sarebbe disposto a tutto, anche a mentire per compiacere, per così dire, la pubblica accusa”.

    Salvatore Mastronunzio per i giudici si rifiutò di combinare Albinoleffe-Siena | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Stellini più di Carobbio La posizione di Stellini oltre ad avvalorare la tesi di Carobbio dimostra, sempre secondo i giudici, che Conte “non poteva non sapere”. Stellini in quanto collaboratore e uomo di fiducia di Antonio Conte confessò di aver mandato proprio Carobbio e Terzi al termine della gara di andata a parlare con Bombardini e Garlini per tener buoni i rapporti in vista della gara di ritorno.

    La “vipera” Mastronunzio Ultimo cardine è la posizione di Salvatore Mastronunzio messo a detta dei giudici fuori rosa per essersi rifiutato di combinare la partita contro l’Albinoleffe per non aver ottenuto lo stesso trattamento per la partita contro l’Ascoli (nonostante la lunga militanza nell’Ancona) squadra sfavorita dalla vittoria dei bergamaschi.

    Video Albinoleffe-Siena 1-0 28 maggio 2011

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  • Gianni Petrucci: “Rispetto per la giustizia sportiva”

    Gianni Petrucci: “Rispetto per la giustizia sportiva”

    Dopo la conferma della squalifica per 10 mesi, Antonio Conte ha voluto dare la propria spiegazione dei fatti, andando anche a richiamare quanto esposto dal sito della FIGC, la quale ha voluto mettere in prima pagina tutti i motivi per cui la decisione è stata approvata. A richiedere la conferenza stampa è stato proprio il club di Torino, dando così a Conte il modo di rompere il silenzio dopo un lungo periodo nel quale ha preferito lasciare che ognuno compiesse il proprio lavoro: arrivato ad oggi però l’ex allenatore bianconero si è presentato ai giornalisti con tanti sassi da togliersi dalle scarpe. In particolare il tecnico si è voluto soffermare su Sandulli e su Carobbio, ma soprattutto ha ribadito di non aver mai scommesso in vita sua.

    Le dichiarazioni di Conte non sono passate di certo indifferenti a tutti coloro che vivono nel mondo del calcio ma soprattutto sembrano aver toccato nel profondo il presidente del Coni Gianni Petrucci, il quale ha voluto rispondere a tono ai continui dibattiti che da mesi fanno da protagonisti nei casi del calcioscommesse:

    Il presidente del Coni Gianni Petrucci | ©Getty Images

    “Ora è arrivato il momento di dire basta a questi continui attacchi ai giudici e alla giustizia sportiva, in queste settimane ho assistito a esibizioni muscolari che mostrano il lato peggiore di uno sport che non merita mortificazioni. Sembra che l’unico colpevole sia Palazzi e non chi ha commesso illeciti, così non si può andare avanti: non si può vivere senza regole o in spregio di quelle esistenti approfittando di casse di risonanza mediatiche superiori a quelle degli altri sport che invece rispettano le regole e i verdetti anche nei settori professionistici. Bisogna cominciare a rispettare i giudici, gli arbitri e quanti sono preposti al rispetto delle regole, altrimenti sarà solo caos e questo il Coni non può consentirlo”.

    Uno sfogo apparentemente senza destinatario quello del presidente del Coni, ma che tutti hanno inteso come una chiara risposta alla conferenza stampa della Juventus dove Antonio Conte ha messo a nudo molte problematiche passando punto su punto tutte le motivazioni che la FIGC ha elencato nel documento riguardante le motivazioni della squalifica.

  • L’ira funesta di Conte “Carobbio aggiustatore di presunta giustizia”

    L’ira funesta di Conte “Carobbio aggiustatore di presunta giustizia”

    E’ un fiume in piena Antonio Conte nella conferenza stampa che ha seguito la conferma in appello dei dieci mesi di squalifica decretati dalla commissione disciplinare. Decisione questa che come prevedibile ha mandato su tutte le furie il tecnico della Juventus, il quale è subito passato all’attacco nei confronti del suo grande accusatore, quel Filippo Carobbio che grazie alle sue dichiarazioni, ma senza alcuna prova tangibile, ha di fatto portato alla condanna il trainer bianconero.

    Io, più che un collaboratore di giustizia, lo considero un aggiustatore di presunta giustizia – ha affermato Conte –. Mi sono sempre comportato in maniera corretta, nonostante il dolore e la consapevolezza di aver subito grandissime ingiustizie e di aver subito accuse infamanti per fare di me lo spot di uno scandalo calcioscommesse. Ma io non ho mai scommesso in vita mia. E sono più credibile di chi come Carobbio si vendeva le partite, se stesso e la sua famiglia da tre anni. E’ una vergogna“. Parole durissime dunque quelle di Conte nei confronti del centrocampista, il quale negli ultimi giorni oltre che dell’ex allenatore del Siena è finito nel mirino anche di qualche suo collega, come ad esempio Pesoli, condannato a tre anni.

    Antonio Conte © ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Proprio quest’ultimo, come Conte, ricorreranno al Tnas, ultima strada per ottenere l’assoluzione. E proprio a proposito di quest’ultima si è espresso anche Conte, ritornando cosi al famoso patteggiamento, definendolo una vergogna, un ricatto. Ha voluto esternare tutta la sua rabbia Conte, sottolineando di non aver mai scommesso, e facendolo soprattutto verso quei tifosi juventini che tanto lo stanno sostenendo in questi giorni. Poi un monito ai colleghi, ai quali l’allenatore bianconero dice di stare attenti perché un domani, all’improvviso, potrebbero essere coinvolti in situazioni simili alla sua. Infine un attacco diretto ad un componente della commissione giudicante.

    Sono rimasto allibito – spiega Conte – dall’intervento di un componente della commissione che mi ha giudicato, qualcosa di grave e mai visto. Reputo questo comportamento improprio e fuori dalle regole. Dovrebbe far rispettare le regole, invece fa dichiarazioni quantomeno inopportune. Non so se parla da tifoso. Sono dichiarazioni inopportune che mi fanno pensare che forse c’è qualcosa di personale nei miei confronti“.

    Video conferenza stampa Antonio Conte
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  • Conte “Pentito per il patteggiamento, ma ho fiducia dei giudici”

    Conte “Pentito per il patteggiamento, ma ho fiducia dei giudici”

    Alla vigilia della decisione della Corte di Giustizia Federale dopo l’appello proposto a seguito dei dieci mesi di squalifica decretati dalla Commissione Disciplinare, Antonio Conte parla di quanto accaduto sin qui e delle amarezze cui a dovuto far fronte in tutti questi mesi. E lo fa in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, la quale si apre con il tecnico bianconero che si dice pentito di aver accettato, anche se controvoglia, quel patteggiamento poi respinto per via di una pena non congrua. Ammette che sono stati i legali ad averglielo consigliato dunque, ma tornando indietro non lo rifarebbe, considerandolo così come un errore.

    Si dice fiducioso, Conte, dei giudici, augurandosi allo stesso tempo che riescano a leggere per bene tutte le carte presentate dalla difesa, ma allo stesso tempo sottolineando quella che è una delle pecche più grosse della giustizia sportiva, ovvero la mancanza di possibilità di potersi difendere in maniera ottimale vista la ristrettezza delle tempistiche dovute all’inizio dei campionati. “Il fenomeno del calcioscommesse va stroncato – afferma l’allenatore della Juventus – , ma non si può squalificare una persona in questo modo. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque. Per questo quando le Procure avranno finito le indagini, penso che la Federcalcio debba chiedersi se le regole attuali del processo sportivo siano rispettose della difesa di un tesserato e delle società quotate in Borsa“.

    Antonio Conte © Claudio Villa/Getty Images

    Conte spazia su tutto, raccontando anche alcuni dettagli della perquisizione fatta a casa sua quando però lo stesso era assente visto che in quel momento nella residenza del tecnico bianconero si trovavano solo suocera e figlia, affermando che è stato quello il tratto più amareggiante di tutta la vicenda. L’ex tecnico del Siena ha poi ringraziato la società bianconera per la fiducia che ha avuto sempre nei suoi confronti, e lui stesso non avrebbe mai pensato all’ipotesi delle dimissioni, e non mancano nemmeno le frecciatine a quegli avversari, Mazzarri e Zeman in particolar modo, che si augura di incontrare presto sui campi e non di vedere dalla tribuna. Corte di Giustizia Federale e Palazzi permettendo.

  • Calcioscommesse, Antonio Conte punta al proscioglimento

    Calcioscommesse, Antonio Conte punta al proscioglimento

    Inizia oggi il processo d’appello del secondo processo sul calcioscommesse che vede come protagonista ed imputato d’eccezione, l’allenatore della Juventus Antonio Conte. Chiamati a difendersi anche il vice di Antonio Conte, Angelo Alessio nonché i giocatori della Juventus, Simone Pepe e Leonardo Bonucci, quest’ultimi assolti in primo grado dalla Commissione Disciplinare ma richiamati in causa dall’Appello presentato da Stefano Palazzi.

    Sarà un appello velocissimo, il tutto si dovrà concludere necessariamente prima dell’inizio del Campionato e le difese avranno oggi, cinque o al massimo dieci minuti di tempo per tentare di ammorbidire le sentenze di primo grado.

    Ovviamente la difesa più attesa sarà quella di Antonio Conte che più che difendersi vuole assolutamente giocare in attacco puntando addirittura al proscioglimento. L’allenatore della Juventusè fermamente deciso ad andare fino in fondo dopo la rottura con gli avvocati juventini che hanno puntato sin da subito ad un patteggiamento.

    Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images

    L’allenatore bianconero non vuole pagare per colpe, secondo lui, non sue e non vuole, ovviamente pagare in quanto sopratutto allenatore della Juventus. Gli avvocati della Vecchia Signora hanno attuato sino ad ora la stessa strategia usata durante lo scandalo Calciopoli che ha finito poi per essere una tattica suicida considerate le intercettazioni uscite anni dopo.  Adesso l’avvocato di punta per Antonio Conte sarà Giulia Bongiorno, esperta di diritto penale che tenterà di trovare la via giusta per ottenere l’assoluzione dell’allenatore leccese puntando in primis sulle numerose contraddizioni del pentito Filippo Carobbio nelle sue dichiarazioni. Anche l’accusa non starà certo a guardare, il procuratore federale Stefano Palazzi è fermamente deciso a dare un senso alle sue attività avendo in proprio possesso, dei nuovi elementi a sostegno delle tesi dell’accusa.

    Oggi quindi spazio alle difese con Antonio Conte in aula, mentre le sentenze d’appello dovrebbero arrivare tra due giorni in tempo per l’inizio del Campionato di serie A che avverrà sabato 25 agosto.

  • Palazzi crede a Masiello, impugnate le sentenze della Disciplinare

    Palazzi crede a Masiello, impugnate le sentenze della Disciplinare

    Ci avevano creduto. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha aspettato gli ultimi cinque minuti utili per impugnare le sentenze della Corte Disciplinare presieduta da Sergio Artico costringendo così gli avvocati di Ferdinando Coppola, Roberto Vitiello, Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Nicola Belmonte, Salvatore Masiello, Daniele Portanova, Marco Di Vaio, Giuseppe Vives ad un ferragosto di lavoro. Il procuratore a differenza da quanto sostenuto dalla Disciplinare ritiene attendibile le confessioni (spontanee e non) di Andrea Masiello sullo scandalo calcioscommesse e di conseguenza alle prove di combine delle partite AlbinoLeffe-Siena (del filone di Cremona), Udinese-Bari, Bologna-Bari e Bari-Lecce (del filone di Bari). L’appuntamento per tutti è all’ex Ostello della Gioventù dove lunedì inizierà il processo d’appello dinanzi alla Corte di Giustizia federale presieduta da Gerardo Mastrandrea.

    Stefano Palazzi riapre il processo calcioscommesse
    Bonucci e Pepe ancora nell’occhio del ciclone Non c’è nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria della Supercoppa Italiana che per Leonardo Bonucci e Simone Pepe torna l’incubo della squalifica. Come detto in precedenza Stefano Palazzi crede fedelmente alle dichiarazioni di Andrea Masiello rimettendo al vaglio la partita Udinese-Bari e chiedendo quindi la squalifica dei tesserati. Cadono a questo punto le indiscrezioni sulla tesi difensiva dell’avvocato Giulia Buongiorno per la difesa di Antonio Conte. Nella giornata di ieri infatti, sui social network e forum bianconeri si era sparsa la voce della volontà di utilizzare i proscioglimenti di Pepe e Bonucci per evidenziare la disparità di trattamento con mister Conte. I 10 mesi di squalifica secondo il collegio difensivo (ma anche per molti opinionisti) sono eccessivi rispetto al capo d’imputazione a carico dell’allenatore bianconero che ricordiamo è solo per omessa denuncia e non per illecito sportivo.

    Dall’attendibilità di Andrea Masiello passerà anche il futuro di Marco Di Vaio e Daniele Portanova tirati in ballo per la presunta combine durante la partita Bologna-Bari. Palazzi poi, chiede di rivalutare, anche il coinvolgimento di Vives ritenuto determinante nella combine nel derby Bari-Lecce e di conseguenza la società salentina rischia un ulteriore coinvolgimento per responsabilità oggettiva

  • Antonio Conte “contraddittorio” nella sentenza della Disciplinare

    Antonio Conte “contraddittorio” nella sentenza della Disciplinare

    Nonostante l’assoluzione di Bonucci e Pepe sono letteralmente infuriati i tifosi della Juventus per via dei dieci mesi di squalifica inflitti dalla Disciplinare ad Antonio Conte. In molti si sono chiesti il perché di tale pena, dovuta lo ricordiamo ad una doppia omessa denuncia ai tempi del Siena. E a chiarire il tutto ci sono le motivazioni della sentenza. Motivazioni che parlando di un Conte a tratti contraddittorio con se stesso, specie quando si parla di Carobbio.

    E quest’ultimo invece considerato attendibile. Forse proprio a causa di ciò la Commissione Disciplinare ha respinto il patteggiamento di tre mesi con annessa multa di 200mila euro proposto diversi giorni fa. Alla fine è arrivato solo uno sconto su quanto richiesto da Stefano Palazzi, ovvero quindici mesi, ed ora toccherà ai legali del tecnico e della Juventus, con la new entry Giulia Bongiorno in testa, provare ad ottenere quantomeno una riduzione davanti alla Corte di Giustizia Federale prima e al Tnas poi.

    Per ciò che riguarda quanto riportato nelle motivazioni, Carobbio come detto viene considerato attendibile, non avendo, secondo quanto scritto nella sentenza, “un qualunque motivo di risentimento o convenienza che possa averlo spinto a coinvolgere altri soggetti”. Il silenzio degli altri tesserati del Siena all’epoca dei fatti viene invece considerato come frutto del timore di essere coinvolti nell’inchiesta per omessa denuncia, con il Sestu che avrebbe parlato con riferimento al match con il Novara. Secondo la Commissione disciplinare peraltro, non esisterebbero motivi di rancore da parte di Carobbio nei confronti di Conte.

    Quest’ultimo, nella sua tesi difensiva, aveva accusato il giocatore di averlo tirato in ballo solo per un permesso negato per assistere la moglie incinta. Ma per la Commissione disciplinare tale circostanza sarebbe “assolutamente incoerente”, causa anche la dichiarazione di Ficagna il quale aveva negato dissapori da parte di Carobbio con gli altri tesserati del Siena. La partita su cui si è concentrata più di tutte l’attenzione della Commissione disciplinare è quella tra Albinoleffe e Siena dove ci sarebbero stati degli accordi che avrebbero coinvolto i componenti dello staff tecnico delle squadre oltre ad alcuni giocatori.

    Antonio Conte| © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Tra i nomi citati nelle motivazioni della sentenza quelli di Garlini, Terzi, Bombardini, Poloni, Sala, Passoni, Coppola, Vitiello e Stellini, quest’ultimo assistente di Conte e pochi giorni fa dimessosi dalla Juventus, che avrebbe confermato di aver avvicinato Carobbio al termine della gara di andata riferendo ai giocatori bergamaschi che “se avessero raggiunto i loro obiettivi stagionali avrebbero potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità“.

    Per Stellini si era trattato di un’iniziativa presa dallo stesso, ma la Commissione la pensa diversamente tanto da considerare Conte come punto cardine della società senese all’epoca e in grado dunque di conoscere tutta la circostanza venutasi a creare. Altra accusa per Conte quella relativa alla contraddizione sul caso Mastronunzio, giocatore messo fuori rosa sul finire della stagione. Dapprima il tecnico bianconero avrebbe dichiarato che la decisione era stata frutto di un infortunio, poi di scarso spirito di gruppo. Motivazione considerata poco credibile dalla Commissione. L’immagine di Conte che ne viene fuori, dunque, è quella di un soggetto non attendibile. Cosa che, ovviamente, la difesa del tecnico juventino cercherà di smentire.