Tag: calcioscommesse

  • Napoli -2, la Disciplinare sconfessa Palazzi

    Napoli -2, la Disciplinare sconfessa Palazzi

    Il filone napoletano del processo sul calcioscommesse ha mostrato, nella giornata di ieri, le richieste di squalifica del procuratore federale Stafano Palazzi di fronte alla commissione Disciplinare e che hanno riguardato sia la società azzurra, coinvolta per responsabilità oggettiva, quanto i calciatori Paolo Cannavaro e Gianluca Grava coinvolti per omessa denuncia in merito alla tentata combine da parte di Matteo Gianello, ex portiere di riserva del Napoli, nella gara di campionato Sampdoria-Napoli del Maggio 2010, nonostante la volontà di Gianello di alterare il risultato del match non abbia sortito effetti proprio grazie al fermo rifiuto dei due calciatori azzurri.

    Napoli, la Disciplinare sconfessa Palazzi e chiede 2 punti penalità
    Napoli, la Disciplinare sconfessa Palazzi e chiede 2 punti penalità | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    Stefano Palazzi  ha chiesto, così, un punto di penalità al Napoli con l’aggiunta di un’ammenda da centomila euro oltre che nove mesi di squalifica per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava mentre per Gianello – dopo che la commissione disciplinare ha rifiutato la sua richiesta di patteggiamento (con cui la squalifica si sarebbe ridotta a 16 mesi, ndr) – sono stati confermati, per ora, i tre anni e tre mesi di stop. Tuttavia, pare che la commissione disciplinare abbia colto con “imbarazzo” le richieste del procuratore Palazzi alla luce del fatto che sono state giudicate troppo morbide, soprattutto nei confronti della responsabilità oggettiva del Napoli. Pertanto, la disciplinare sembra intenzionata a chiedere almeno due punti di penalità in classifica per la società partenopea sulla base di quello che prevede il regolamento.

    Si tratta, per ora, di attendere il prossimo  fine settimana quando la decisione del tribunale sarà formalizzata e resa nota, anche se – da quanto trapela – appare probabile che la richiesta preveda due punti di penalità per la società.  Se tale scenario dovesse essere confermato, il Napoli deciderà di certo di ricorrere al terzo gradi di giudizio, l’ormai noto Tnas , al fine di provare ad ottenere uno “sconto” sulla penalizzazione, per provare a ridurre almeno ad un solo punto la “zavorra” nella classifica dell’attuale campionato, ed eliminare l’ammenda pecuniaria.

  • Matteo Gianello credibile perchè scagiona Quagliarella

    Matteo Gianello credibile perchè scagiona Quagliarella

    La figura di Matteo Gianello, ex portiere di riserva del Napoli, è una delle pedine chiave nel filone napoletano dell’inchiesta calcioscommesse e proprio il suo ruolo può essere considerato una sorta di ago della bilancia in prospettiva delle penalizzazioni finali che potrebbero riguardare anche la situazione di classifica del Napoli.

    Il procuratore federale Stefano Palazzi, infatti, ha chiesto un punto di penalizzazione per il Napoli, mentre per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava ha chiesto nove mesi di squalifica per omessa denuncia della combine tentata, ma non riuscita, per iniziativa dello stesso Gianello prima di Sampdoria-Napoli del 2010.

    Ma, come detto, è la posizione di Gianello a essere decisiva per la posizione del Napoli: inizialmente, la  difesa dell’ex portiere aveva chiesto il patteggiamento per provare ad ottenere uno sconto di squalifica, da 3 anni e 3 mesi a sedici mesi, ma poi la Disciplinare ha rifiutato tale accordo e, dunque, la strategia difensiva del portiere è radicalmente cambiata evitando di chiedere un altro patteggiamento ma preferendo la derubricazione da illecito a slealtà sportiva. In ogni caso, l’aspetto su cui la difesa del Napoli punta per provare a evitare la penalità in classifica è il fatto che Gianello non sia mai sceso in campo in quella stagione e che, dunque, rivestiva un ruolo marginale in squadra e, soprattutto, che il portiere non sarebbe attendibile, definendo le sue dichiarazioni “da manuale di soggetto inattendibile”.

    Matteo Gianello credibile perchè scagiona Quagliarella secondo Palazzi
    Matteo Gianello credibile perchè scagiona Quagliarella secondo Palazzi | foto da web

    Tale questione sembra assumere un ruolo molto importante in riferimento al fatto che, invece, secondo il procuratore federale Stefano Palazzi, Matteo Gianello sarebbe attendibile, motivando tale considerazione con riferimento alla posizione di Fabio Quagliarella nella vicenda.

    Matteo Gianello, infatti, con le sue parole ha scagionato Quagliarella – ai tempi del 2010 in forza al Napoli – da ogni tipo di coinvolgimento da quella combine, ma non ha fatto lo stesso nei confronti di Paolo Cannavaro e di Grava: alla luce di ciò, secondo Palazzi, Gianello è attendibile e Cannavaro e Grava meritano la squalifica di nove mesi per omessa denuncia, e Palazzi puntualizza con un quesito la sua idea: “Perché avrebbe scagionato Quagliarella e non Grava e Cannavaro?”.

    Secondo la difesa dei due calciatori del Napoli, invece, le parole di Gianello sarebbero incongruenti e nel processo mancherebbe proprio la figura di Fabio Quagliarella, ma per comprendere il perchè di tale osservazione, è necessario far riferimento alle dichiarazioni del poliziotto-amico dello stesso Gianello al quale il portiere avrebbe confidato il suo tentativo di combine prima di Sampdoria-Napoli.

    Secondo quanto riferito dal poliziotto, infatti, Matteo Gianello avrebbe proposto di alterare il risultato di quel match tanto a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava quanto a  Fabio Quagliarella, ricevendo da tutti e tre un secco rifiuto. Le parole del poliziotto, dunque, non spiegherebbero perchè Gianello possa essere ritenuto credibile nello scagionare Quagliarella e nel confermare le accuse solo per i due giocatori del Napoli su cui, come detto, incombe l’omessa denuncia che non riguarda, invece, l’attuale attaccante della Juventus.

    Per tale ragione, i legali di Cannavaro e Grava, gli avvocati Ruggiero Malagnini e Luisa Delle Donne, hanno sottolineato che “o mente Gianello o mente il poliziotto” facendo leva proprio sull’incongruenza delle due versioni dei fatti rilasciate dai due.

  • Calcioscommesse, Palazzi -1 al Napoli e 9 mesi a Cannavaro

    Calcioscommesse, Palazzi -1 al Napoli e 9 mesi a Cannavaro

    Il procuratore federale Stafano Palazzi ha espresso le sue richieste di penalizzazione per quanto riguarda il filone napoletano dell’inchiesta sul calcioscommesse ed, ora, la commissione disciplinare dovrà valutare se accoglierle o meno. A proposito della vicenda di combine che coinvolse Matteo Gianello, ex portiere del Napoli che provò a concordare il risultato di Sampdoria-Napoli del Maggio 2010 chiedendo, ma non ottenendo, la collaborazione di Grava e Paolo Cannavaro, il procuratore Stefano Palazzi chiede un punto di penalità per il Napoli per responsabilità oggettiva, sommati a centomila euro di multa, mentre per il capitano degli azzurri Cannavaro e per Grava chiede nove mesi di squalifica per omessa denuncia. Nel caso di Matteo Gianello, reo confesso, la squalifica richiesta è invece naturalmente più lunga, tre anni e tre mesi, in linea con altre comminate in altri filoni dell’inchiesta calcioscommesse.

    Calcioscommesse, Palazzi chiede -1 per il Napoli e 9 mesi per Cannavaro e Grava
    Calcioscommesse, Palazzi chiede -1 per il Napoli e 9 mesi per Cannavaro e Grava | ©Ed Jones/AFP/GettyImages

    Il primo aspetto da sottolineare nella lunga ed intensa giornata di ieri, è stato poi il tentativo della difesa del portiere Gianello di chiedere il patteggiamento, al fine di provare a ridurre  i mesi di squalifica, una cirostanza già nota nell’inchiesta calcioscommesse: in un primo momento, Palazzi aveva accordato, così, una condanna a sedici mesi, riducendo sensibilmente quanto deciso in precedenza, ma poi la Disciplinare ha deciso di respingere tale accordo evidenziando che, in realtà, da parte di Gianello non vi è stato alcun tipo di collaborazione con l’indagine e, dunque, mancavano i presupposti per un accodo definito “poco congruo”.

    Inoltre, nella proposta di Stefano Palazzi di chiedere un solo punto di penalità per la società Napoli, si legge chiaramente la volontà di ammorbidire il concetto di responsabilità oggettiva, considerando quello che era il ruolo di Gianello nello spogliatoio, ossia un calciatore mai sceso in campo, un portiere di riserva, intendendo sottolineare in questo modo che un giocatore con questa posizione “conta molto poco nell’influenzare un risultato”.

    Di contro, il Napoli non ci sta a subire la penalità anche perchè, a conti fatti, in un campionato equilibrato per la corsa Champions League anche un punto potrebbe rivelarsi decisivo a fine stagione, soprattutto alla luce del fatto che – in tali circostanze – una società non può che considerarsi come “parte lesa” proprio perchè viene coinvolta di riflesso ma non può avere strumenti adeguati “per incidere in queste vicende”, come ha sottolineato doverosamente il legale del Napoli, l’avvocato Chiavelli, ed inoltre l’altro legale del club, Grassani, focalizza l’attenzione sulla non attendibilità delle parole di Gianello, altro punto già utilizzato.

    E si giunge, così, al vero e proprio colpo di scena della giornata del processo su calcioscommesse di ieri, ossia il cambio repentino di strategia difensiva da parte dei legali di Gianello, dopo aver visto rifiutata la richiesta di patteggiamento: così, l’avvocato Eduardo Chiacchio ha optato per una richiesta di derubricazione dal reato di illecito a quello di slealtà sportiva. Uno scenario ben diverso che inciderebbe, naturalmente, anche sulle sorti del Napoli perchè se si attenuasse il capo d’accusa per il suo ex portiere, la società non dovrebbe più scontare la penalità in classifica ma potrebbe cavarsela soltanto con un’ammenda, seppur molto salata: in tal caso, però, il presidente partenopeo De Laurentiis sarebbe molto lieto di pagare la multa piuttosto che privarsi anche di un solo punto in classifica.

  • Difesa Conte dopo parole Gegic: “Pagate colpe non sue”

    Difesa Conte dopo parole Gegic: “Pagate colpe non sue”

    Dopo l’uragano delle parole di Almir Gegic, il “capo degli zingari” latitante dal giugno 2011 e costituitosi lunedì sera a Milano Malpensa, l’inchiesta sul calcioscommesse dovrà necessariamente subire un profondo scossone, soprattutto alla luce delle stesse parole pronunciate dall’ex latitante che hanno riguardato anche Antonio Conte: secondo quanto rivelato dallo stesso Gegic ad un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, infatti, una televisione gli avrebbe offerto cinque mila euro per parlare di Antonio Conte al fine di coinvolgerlo maggiormente nella vicenda scommesse, in un’intervista dai toni denigratori, in cui Gegic avrebbe dovuto definire lo stesso Conte come uno dei suoi “stretti conoscenti” anche se, per ammissione del serbo, lui ed il tecnico della Juventus non si conoscono affatto: “mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo”. Gegic, per questo, ha rifiutato l’offerta non avendo nulla da dire su di lui, evitando di peggiorare in maniera infondata la posizione dello stesso tecnico bianconero, sia dal punto di vista della giustizia che dal punto di vista dell’opinione pubblica: per la serie, anche i latitanti hanno una loro morale.

    In ogni caso, le rivelazioni di Gegic appaiono come parole assolutamente pesanti che feriscono in prima persona proprio il mister salentino che ancora sta scontando la sua squalifica per omessa denuncia, un tunnel buio e doloroso che terminerà il prossimo 9 Dicembre. In tal senso, si è espresso il legale del tecnico bianconero l’avvocato Antonio De Rensis che sottolinea il disagio ed il fastidio per il suo assistito nel leggere quelle parole di Gegic che, secondo l’avvocato, “devono far riflettere in ogni caso, e siamo sicuri che la magistratura andrà fino in fondo a questa vicenda”.

    Conte, la difesa reagisce dopo parole di Gegic
    Conte, la difesa reagisce dopo parole di Gegic | © Maurizio Lagana/Getty Images

    La difesa di Conte e lo stesso allenatore dopo le parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport, attendono ora l’interrogatorio di Almir Gegic in modo da acquisirlo e verificarne il contenuto al fine di decidere il da farsi per salvaguardare la posizione di Antonio Conte: il mister, infatti, nonostante tale intricata vicenda si stia rivelando ben lontana da quanto ipotizzava chi intendeva attribuirgli diverse responsabilità, ha sofferto molto per i giudizi affrettati rivolti nei suoi confronti e la sua persona, le sue emozioni ora devono essere tutelate anche perchè “mettendosi nei suoi panni non ci si sente affatto bene in una simile situazione”.  

    Oltre alle parole del legale del mister, anche il direttore generale della Juventus Beppe Marotta ha commentato la vicenda, soffermandosi proprio sulla posizione di Conte e sulle implicazioni che tale questione ha avuto sul mister bianconero, che ha pagato “per colpe non sue” ed ha sofferto nell’esser coinvolto in una vicenda dai tratti “kafkiani” assolutamente lontana dalla sua morale e dal suo modo di essere allenatore, in una situazione in cui la sua difesa ha dovuto piegarsi alle dichiarazioni di un pentito. Una questione che dovrebbe essere, secondo Beppe Marotta, uno spunto di riflessione al fine di riformare un sistema di giustizia sportiva, al fine di consentire di potersi difendere da attacchi pretestuosi, riferendosi, in maniera indiretta ma ben chiara, proprio al “grande accusatore” di Antonio Conte, l’ex calciatore del Siena Filippo – detto Pippo – Carobbio.

  • Antonio Conte e l’ingiustizia chiamata Filippo “Pippo” Carobbio

    Antonio Conte e l’ingiustizia chiamata Filippo “Pippo” Carobbio

    Che gli organi di giustizia sportiva abbiano in questi anni fornito delle “prestazioni” giuridiche alquanto discutibili è oramai evidente a tutti, ma quello che sta succedendo in merito alla ben nota vicenda del calcio scommesse in cui si vede come protagonista principale ed accusatore l’ex giocatore del Siena Filippo Carobbio, è veramente incredibile.

    I più importanti media nazionali hanno dato ovviamente risalto alla ben nota sentenza del Tnas con cui veniva ribadita la “colpevolezza” di Antonio Conte in merito alla presunta combine di Albinoleffe – Siena dove il tecnico della Juventus, allora allenatore dei senesi, non avrebbe denunciato la presunta combine.

    Sappiamo anche tutti come nessuno dei giocatori del Siena sia stato perseguito in questi mesi per omessa denuncia mentre uno solo, il pentito più famoso del calcio italiano, Filippo per la procura federale confidenzialmente “Pippo” Carobbio, abbia collaborato con l’accusa che ha sempre ritenuto le sue dichiarazioni altamente vicine alla realtà rasentando una credibilità che nemmeno il Tommaso Buscetta dei bei tempi era riuscito a tanto.

    Antonio Conte
    Antonio Conte © Filippo Alfero/Getty Images

    Ebbene, giorno dopo giorno sembra che questa credibilità del pentito Filippo “Pippo” Carobbio venga notevolmente ridimensionata anche a seguito della recente pronuncia del Tnas che ha scagionato l’ex giocatore del Novara Mavino Gheller dall’accusa di combine della partita Novara – Siena. Ma la nostra attenzione si pone ultima frase della sentenza  del Tnas su Gheller: “Secondo consolidata giurisprudenza della stessa Corte federale, quando non emerge un quadro sufficientemente definito di riscontro in ordine alle dichiarazioni di incolpazione, il prevenuto va prosciolto (così – e proprio in riferimento alla partita Novara-Siena dell’1 maggio 2011 – è, ad esempio, il c.u. n. 029/CGF del 20 agosto 2012, che contiene sia la decisione relativa al ricorso Conte, sia la decisione relativa al ricorso Alessio)”.

    Ed allora ci chiediamo, come mai la stessa condotta interpretativa che ha portato all’assoluzione di Gheller non ha funzionato con Antonio Conte? Come mai tutti hanno parlato della condanna di Conte e nessuno, se non in pochi, ha parlato dell’assoluzione di Gheller? E soprattutto, è possibile che la credibilità di un pentito in merito a dichiarazioni analoghe possa valere in alcune situazioni ed in altre no?

    Ovviamente avremo poche risposte a queste domande che chiedono semplicemente se su Antonio Conte sia stata fatta giustizia o meno, noi abbiamo una nostra opinione e voi cari lettori, fatevene una vostra.

  • Calcioscommesse, Erodiani inguaia Lotito per Lazio-Albinoleffe

    Calcioscommesse, Erodiani inguaia Lotito per Lazio-Albinoleffe

    Arrivano le conferme delle accuse fatte nel luglio del 2011 verso l’ex presidente della Lazio Claudio Lotito da parte di Massimo Erodiani, collaboratore dell’inchiesta sul calcioscommesse e specificatamente sulla partita di Coppa Italia 2010 tra Lazio e Albinoleffe, il quale davanti a Roberto Di Martino, procuratore capo di Cremona, ha voluto mettere benzina sul fuoco aggiungendo particolari alle sue precedenti dichiarazioni. L’interrogatorio a cui è stato sottoposto il tabaccaio di Guadiagrele è durato ben 7 ore e si svilupperà anche nella giornata del 16 novembre: Massimo Erodiani secondo gli inquirenti sarebbe infatti la mente di tutte le combine su cui stanno indagando.

    “In merito all’incontro di Coppa Italia del 2010 tra Lazio e Albinoleffe, il signor Claudio Lotito non era semplicemente a conoscenza della presunta combine ma l’avrebbe anche gestita”.

    Sono queste le parole chiavi dell’intero interrogatorio anche se con il proseguire dei minuti il tabaccaio pescarese ha spiegato anche che tutto questo gli è stato solamente riferito: altro indagato che è stato nominato è stato infatti il medico Mario Pirani il quale sembra aver interloquito proprio con Erodiani sulla gestione della combine da parte di Lotito. Il tutto verrà quindi ripreso al prossimo interrogatorio sperando di arrivare poi ad un punto finale.

    Claudio Lotito AC Chievo Verona v S.S. Lazio - Serie A
    Claudio Lotito © Dino Panato/Getty Images

    Non bastasse nelle dichiarazioni fatte da Massimo Erodiani è uscito anche il nome di Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese che sembra esser finito anche nel caso Inter-Lecce del 2011: a detta del tabaccaio l’estremo difensore avrebbe garantito che il match sarebbe finito con un over. Nel 2011 si parlò infatti di un incontro tra i giocatori del Lecce Corvia, Vives e Rosati per poter decidere su come combinare il match ma poi è stato dichiarato che tutto questo fu solamente una farsa in quanto i presenti all’incontro non erano i giocatori sopracitati ma solamente degli amici di Paoloni che facevano la parte dei calciatori per far si che l’ex portiere incassasse i 200 mila euro.

  • Napoli deferito per illecito, ecco cosa rischia

    Napoli deferito per illecito, ecco cosa rischia

    La settimana terribile del Napoli. Come se non bastassero i due ko di fila contro la Juventus in campionato e il Dnipro in Europa League, i partenopei devono fare i conti con alcuni grattacapi di natura diversa. Quello decisamente più serio arriva dal filone napoletano del calcioscommesse con riferimento alla ormai famosa partita tra la Sampdoria e gli azzurri della stagione 2009/2010, allorquando il portiere Matteo Gianello insieme all’allenatore di base Gianluca Giusti, proposero a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, secondo quanto affermato dagli inquirenti, di alterare il risultato dell’incontro a favore della Sampdoria al fine di effettuare scommesse sicure, e offrendo per questo del denaro ai due compagni che però avrebbero rifiutato la proposta.

    Per questi motivi la Procura Federale ha deferito alla disciplinare Cannavaro e Grava per omessa denuncia mentre per Gianello e Giusti le accuse sono di illecito sportivo. Deferito allo stesso tempo anche il Napoli per responsabilità oggettiva. “Sono tranquillo perché quando c’è una persona che ha commesso un illecito, la giustizia sportiva per prassi deve deferire le parti. Si arriverà al dibattimento. Il Napoli è stato deferito per responsabilità oggettiva ma anche in questo caso è la prassi, sarà il dibattimento a definire la linea difensiva.

    E’ come quando devi fare un’operazione, prima si devono fare tutti gli esami del caso. La responsabilità sportiva è un caposaldo che c’è sempre stato, non si può eliminare ma si deve modificare” ” ha dichiarato in diretta radiofonica all’emittente Crc Enrico Fedele, procuratore sia di Cannavaro che di Grava, a Radio Crc. Per quanto riguarda le eventuali pene, qualora venisse accertata la sussistenza delle accuse nei confronti di Cannavaro, Grava, Gianello e Giusti le stesse sarebbero diverse a seconda dei casi. Cannavaro e Grava infatti rischierebbero uno stop di alcuni mesi, mentre più serie sono le posizioni di Gianello e Giusti i cui stop potrebbero essere ben più lunghi.

    Paolo Cannavaro
    Paolo Cannavaro © Ed Jones/AFP/GettyImages

    La società invece rischia un’ammenda con riferimento alle posizioni di Cannavaro e Grava ma anche qualche punto di penalizzazione per l’illecito tentato, ma che non si è concretizzato, riguardo alle posizioni di Gianello e Giusti. Ma i guai per i partenopei non finiscono qui: proprio oggi infatti la commissione disciplinare della Uefa ha multato per 150 mila euro la società campana minacciando allo stesso tempo la chiusura dello stadio San Paolo sino a che non verranno effettuati i lavori richiesti.

    La Uefa, a scopo precauzionale, aveva già avvisato il Napoli di queste problematiche tanto che per la prossima gara di Europa League in programma l’8 novembre contro il Dnipro è stata proibita la vendita dei tagliandi in alcuni settori dello stadio San Paolo, più precisamente 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11, 12, 17, 18, 23 e 24, e il settore riservato ai disabili, sul lato nord fra tribuna Posillipo e curva. Nel caso in cui non ci saranno i lavori di adeguamento richiesti, che dovranno essere certificati con delle fotografie, l’Uefa potrebbe procedere con la chiusura dello stadio San Paolo nelle gare europee che dunque dovrebbero svolgersi o in campo neutro o a porte chiuse. E il tempo tra l’altro stringe, visto che la Uefa ha indicato come data ultima il 6 novembre: non c’è pace dunque per il Napoli.

  • Kutuzov accusa Conte “sapeva della combine Salernitana-Bari”

    Kutuzov accusa Conte “sapeva della combine Salernitana-Bari”

    Il calcioscommesse acquista Kutuzov e conferma Conte. Vecchie storie aggiungono paragrafi interessanti all’inchiesta Last Bet degli ultimi mesi. La bufera Kutuzov arriva direttamente da Bari, dove la Procura continua ad indagare da mesi ormai sulla squadra dei Galletti, dal cui filone ci si aspettano le novità più clamorose profetizzate in tempi non sospetti dal capo della Polizia Manganelli. L’attaccante bielorusso ammette che l’incontro Salernitana-Bari (23 maggio 2009, conclusosi con la vittoria dei padroni di casa per 3-2), valido per la penultima giornata del Campionato di Serie B, era stato deciso a tavolino dai giocatori di entrambe le squadre.

    GEMELLAGGIO– Il Bari aveva appena conquistato la promozione diretta in Serie A (primo titolo come allenatore per Antonio Conte), mentre la Salernitana aveva assoluto bisogno dei tre punti per non retrocedere nella serie inferiore. La tifoseria del Bari (gemellata con quella della Salernitana) non avrebbe mai accettato uno “sgarbo” da parte dei propri giocatori agli avversari “amici”, e ciò spinse buona parte dello spogliatoio barese ad accettare la proposta dell’ex giocatore biancorosso Ganci, quest’ultimo in forza alla Salernitana.

    A.C. Milan's midfielder Gennaro Ivan Gat
    Kutuzov, dopo Carobbio arriva l’ex Bari ad accusare Conte | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    TUTTI SAPEVANO – Kutuzov conferma sostanzialmente quanto raccontato da Andrea Masiello in estate, ovvero che tutti quanti, giocatori e allenatore, sapevano della combine. Sempre Kutuzov ha precisato come Antonio Conte non sapesse però del denaro che i calciatori ricevettero in seguito, e come anche lui non abbia mai guadagnato nessuna somma di denaro, al contrario di chi partecipò effettivamente alla combine, fra cui lo stesso capitano Gillet (che però non disputò quella partita). Oltre a Gillet anche Gazzi (entrambi ora al Torino ndr) recitò un ruolo di primo piano in Salernitana-Bari.

    COSA RISCHIA CONTE – Al momento Antonio Conte non rischia nulla in quanto il suo nome non risulta nel registro degli indagati della Procura di Bari, dalla quale era stata ascoltato semplicemente come persona informata dei fatti un mese e mezzo fa. I tifosi della Juve però non possono dormire sogni tranquilli quando le due “C” di calcioscommesse e Conte sono nello stesso paragrafo.

  • Caso Mauri, settimana chiave per riciclaggio in Svizzera e calcioscommesse

    Caso Mauri, settimana chiave per riciclaggio in Svizzera e calcioscommesse

    Si decideranno questa settimana le sorti di Stefano Mauri, indagato per riciclaggio in Svizzera e nell’ambito dell’inchiesta calcioscommesse.

    Martedì mattina il giocatore laziale sarà infatti a Berna, in Svizzera, accompagnato dalla madre per essere ascoltato come testimone e chiarire la propria posizione alle autorità elvetiche; venerdì invece sarà la volta del consulto Di Martino-Palazzi, relativamente all’inchiesta di Cremona.

    In primis il giocatore dovrà spiegare alle autorità elvetiche le motivazioni del conto aperto in una banca svizzera e soprattutto da dove siano provenuti i soldi fatti transitare e ivi depositati: ascoltato come testimone, Mauri dovrà sostenere un interrogatorio orale e svolgere un test scritto, in cui dovrà emergere in pratica la propria versione dei fatti relativamente alla vicenda del presunto riciclaggio, e fornire argomentazioni sufficienti a fugare ogni dubbio circa un suo coinvolgimento in eventuali traffici.

    Stefano Mauri
    Stefano Mauri © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Berna infatti ha avuto accesso agli atti della Procura di Cremona, mettendo inizialmente in relazione la vicenda del conto corrente bancario con la pista italiana del calcioscommesse, pur arenandosi su delle incongruenze di tipo temporale (le partite della Lazio finite sotto l’osservatorio degli inquirenti sono successive alla data dell’ultimo accredito di denaro sul conto svizzero in questione): i riferimenti sono oramai gli “storici “ match Lazio – Genoa e Lecce – Lazio, giocatesi nel maggio del 2011 , mentre l’ultimo deposito sul conto risalirebbe addirittura all’anno precedente, il 2010.

    E’ al vaglio degli inquirenti svizzeri quindi un’altra possibilità, vale a dire che il conto bancario in questione possa fungere da “polmone” di raccolta di capitali in “nero”, operando di fatto come un centro di riciclaggio.

    Venerdì sarà invece la volta dell’inchiesta calcioscommesse: il pm Di Martino riceverà il procuratore Figc Palazzi per ricevere il materiale raccolto in sede penale: possibile il deferimento per Stefano Mauri, che a riguardo dell’inchiesta “italiana” ha da sempre dichiarato e sostenuto la propria estraneità ai fatti.

  • Manganelli: “Il calcioscommesse non è finito”. Da Gegic al Napoli

    Manganelli: “Il calcioscommesse non è finito”. Da Gegic al Napoli

    La questione calcioscommesse torna in primo piano dopo le recenti dichiarazioni rilasciate dal capo della Polizia Antonio Manganelli. “Risposte ancora più clamorose”, così Manganelli ha voluto definire i prossimi sviluppi inerenti allo scandalo che ha travolto il calcio italiano quest’estate. Le parole del capo della Polizia suonano come un avviso forte ai naviganti. L’ultima volta infatti che Manganelli recitò simili parole, l’inchiesta sul calcioscommesse subì un’esplosione disarmanti in seno alle società coinvolte. A questo punto è facile immaginare nuove ondata di arresti, titoli apocalittici su carta stampata, telecamere e microfoni sempre accesi, aule di tribunale stracolme, interrogatori fiume, tutto ciò a cui siamo stati nostro malgrado abituati nei mesi caldi delle ultime due estati (da Doni a Conte). Sempre il solito film quindi, visto e rivisto in tutte le salse. Un film che dopo aver destabilizzato le coscienze di giocatori (vedi Criscito) e tifosi, si è poi rivelato un buco nell’acqua (vedi Mauri et similia). Sarà così anche per l’ennesimo sequel?

    GEGIC – E’ atteso in Italia come una sorta di nuova Messia. Almir Gegic, al secolo capo degli zingari, è attualmente in Albania, in una sorta di limbo dorato. In questi mesi di latitanza Gegic non ha però fatto mancare la sua voce. Diverse le interviste rilasciate tra una cena e l’altra ai vari colleghi della carta stampata, autentici Sherlock Holmes dei nostri tempi. In tempi non sospetti Gegic affermò che se avesse parlato lui, tutto sarebbe diventato ancora più difficile, ancora più caotico nel campionato italiano, riferendosi in particolar modo ai giocatori dei club più importanti. Ora sembra pronto a costituirsi davanti la giustizia italiana, lasciando così l’Albania per far ritorno nella Penisola.

    SSC Napoli v Udinese Calcio - Serie A
    L’acquisto di Lavezzi finito nel mirino della Guardia di Finanza | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    TRA BARI E NAPOLI – Oltre a Gegic ci sono altri due calderoni pronti ad esplodere. Il primo è a Bari, dove la procura da tempo indaga sulla squadra biancorossa (da capo a coda), con il caso Ranocchia sempre d’attualità. Il secondo riguarda invece il Napoli. Non è passata inosservata infatti la full-immersion della Guardia di Finanza negli uffici della Figc di Napoli e Roma, senza dimenticare quelli della Filmauro, società a cui fa capo Aurelio De Laurentiis. Manganelli forse si stava riferendo alle voci che vogliono il club partenopeo indagato per irregolarità riguardo i contratti di calciatori come Lavezzi e Datolo?