Tre giocatori del Napoli sarebbero stati intercettati dalla Procura del capoluogo partenopeo nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo “reati da stadio” legata a quella condotta dalla Procura di Cremona sul calcioscommesse che ha portato all’arresto di diversi calciatori, tra quelli in attività ed ex, e non: si tratta del capitano Paolo Cannavaro, dell’attaccante Giuseppe Mascara e dell’ex portiere, ora al Sarego, Matteo Gianello.
Le utenze telefoniche dei tre giocatori azzurri sarebbero state tenute sotto stretto controllo per tutto il corso della scorsa estate da parte degli inquirenti per accertare se vi fossero conversazioni che potessero far risalire all’anomalo volume di giocate su una delle gare sospette. A rivelarlo, in esclusiva, il settimanale Panorama.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura infatti, oltre alle tre gare della squadra di De Laurentiis già al vaglio degli inquirenti, Napoli – Parma 2-3 del 10 aprile 2010, Napoli – Sampdoria 4-0 del 31 gennaio 2010 e Lecce – Napoli 2-1 dell’8 maggio 2011, se ne sono aggiunte altre tutte per presunti inquinamenti mafiosi, in particolare sui presunti rapporti tra i clan della camorra e alcune agenzie di scommesse. Tra queste anche Milan – Napoli 3-0 dello scorso 28 febbraio 2011 di cui sono stati visionati diversi filmati. Sono poche comunque le indiscrezioni filtrate per avere un quadro completo della situazione, nulla si sa dei personaggi coinvolti e sui presunti illeciti dal momento che c’è grande riservatezza intorno al lavoro dei magistrati.
Per quanto riguarda i tre giocatori intercettati, Gianello, l’unico ad essere indagato per frode sportiva, è stato ascoltato a giugno, Mascara ha reagito con sorpresa alle domande di Panorama affermando di non aver ricevuto nessun avviso giudiziario e nessuna convocazione in Procura evidentemente perchè gli inquirenti non hanno trovato nulla di rilevante e nessun riscontro ai loro sospetti mentre il capitano Cannavaro, che non risulta essere indagato, sarebbe stato intercettato solo per capire come lo spogliatoio reagisse alle proposte esterne di combine.
Calcio scommesse , Gervasoni fa i nomi dei calciatori di Serie A coinvolti nello scandalo scommesse. Nella deposizione rilasciata agli inquirenti e al procurato capo di Cremona Roberto Di Martino, l’ex difensore del Bari tira in ballo Lazio, Lecce, Chievo e Genoa. Oltre alle squadre e le relative partite truccate, Gervasoni parla anche dei giocatori corrotti che venivano contattatidagli slavi e il capo degli zingari Gegic.
Tutti dentro signori e signore, va in scena il più grande scandalo del calcio italiano, difronte al quale anche lo stesso Moggi e la presunta cupola si tolgono il cappello e fanno chapeau. Aveva ragione Di Martino quando nelle giornate precedenti sosteneva come lo scandalo scommesse fosse soltanto al primo stadio. Se la maggior parte degli addetti ai lavori sospettava che le leghe minori fossero oggetto delle attenzioni privilegiate da parte di vere e proprie associazioni a delinquere finalizzate alle scommesse illegale, in pochi potevano immaginare che lo scandalo si sarebbe allargato anche alla Serie A, mietendo vittime illustri. Di ieri la notizia del coinvolgimento del centrocampista biancoceleste Mauri e il capitano del ChievoPellissier. Oggi la mannaia mediatica cade su Milanetto del Genoa e alcuni importanti giocatori di Lecce e Bari.
Il nome di Omar Milanetto è stato fatto da Gervasoni in merito alla partita Lazio-Genoa del 14 maggio scorso, terminata 4-2 per i padroni di casa. Nella deposizione, tratta dal “Messaggero“, Gervasoni spiega : “Ho appreso da Gegic che gli slavi si incontrarono lo stesso giorno della partita con Zamperini, che poi li mise in contatto con Mauri della Lazio. Gli slavi si incontrarono anche con Milanetto del Genoa, che a sua volta incontrò altri giocatori della sua squadra”. Milanetto attualmente milita nel Padova, dopo essersi trasferito quest’estate dal club rossoblu.
Oltre al centrocampista ex Genoa, Gervasoni tira in ballo anche gli ex giocatori del Lecce Rosati e Benussi. Oggi Rosati è al Napoli, come vice De Sanctis, mentre Benussi difende i pali del Palermo. I due portieri sarebbero coinvolti nella combine di Lecce-Lazio, ultima partita della stagione 2010-2011, conclusasi con il punteggio di 2-4 in favori degli ospiti biancocelesti. Gervasoni afferma: “Gegic mi disse che tramite Zamperini, lui e gli slavi si misero di nuovo in contatto con Mauri della Lazio per manipolare la suddetta partita. Successivamente, avuto questo contatto con Mauri, furono corrotti 6 o 7 giocatori del Lecce tra i quali ricordo solo Benussi e Rosati”.
Finisce nel mirino degli investigatori Palermo-Bari disputata nel maggio scorso e che aveva visto la vittoria dei rosanero per 2-1 contro i biancorossi già condannati alla Serie B. Secondo Gervasoni sarebbero stati numerosi i calciatori del Bari coinvolti nella combine: il portiere Padelli, i difensori Parisi, Rossi, Masiello e il centrocampista Bentivoglio. Di seguito le dichiarazioni dell’ex Bari rilasciate agli investigatori riguardo questo match di campionato: “La prima partita di A combinata di cui parlai è Palermo-Bari del 7 maggio 2011, finita 2-1: il risultato concordato era di un over con la sconfitta del Bari, con almeno due gol di scarto: si tratta di notizie che mi ha riferito Gegic nell’immediatezza della partita, in quanto ho scommesso sulla medesima. Ricordo che sempre secondo quanto lui mi riferì, era stato Carobbio a mettersi in contatto con i giocatori del Bari o con qualcuno che gli stesse vicino. Gegic mi riferì che erano stati corrotti i seguenti giocatori del Bari: Padelli, Bentivoglio, Parisi, Andrea Masiello e Rossi”. Miccoli mandò all’aria il piano involontariamente, sbagliando il rigore che avrebbe consegnato l’over agli scommettitori.
Altra partita nell’occhio del ciclone è Chievo-Novara, sfida valevole per i sedicesimi di Coppa Italia (edizione 2010-2011), terminata con il punteggio di 3-0 in favore dei clivensi. Tra i giocatori corrotti Gervasoni cita Pellissier e Luciano, oltre all’attaccante del Novara Nicola Ventola (ora ritiratosi dal calcio professionistico), Fontana e l’ex Bertani. Ecco la deposizione di Gervasoni su Chievo-Novara: “Quando mi contattarono i fratelli Cossato in prossimità della partita Atalanta-Piacenza mi rappresentarono di avere dei contatti nel Chievo, in particolare Pellissier ed Eriberto. I due predetti consentivano ai fratelli Cossato di manipolare le partite del Chievo qualora se ne presentasse l’occasione. Tra i loro referenti c’era anche Italiano. Quanto alla partita Chievo-Novara di coppa Italia anno 2010 ho appreso da Gegic che gli slavi offrirono 150.000 euro ai giocatori del Novara perché perdessero con il Chievo con un over. Ricordo di avere appreso che gli slavi si incontrarono con Ventola nell’albergo e consegnarono a un albanese che giocava nel Novara (dovrebbe trattarsi di Shala) circa 150.000 euro che gli stessi divisero anche con altri giocatori, tra i quali il portiere Fontana. Bertani fece da tramite in quanto non partecipò attivamente alla trasferta”.
Il calcioscommesse sta assumendo forme inimmaginabili prima d’ora, mettendo a serio rischio la credibilità del calcio nostrano.
Sergio Pellissier, capitano del Chievo alla ricerca del centesimo gol in maglia gialloblu, non ha motivi per esultare in questi ultimi giorni dell’anno, segnati dalla seconda fase dello scandalo scommesse del calcio italiano.
Il punto rilevante della questione riguarda il peso che si vorrà attribuire a tali parole, anche se la telefonata in questione è comunque stata considerata “rilevante”, poichè Pellissier è ritenuto coinvolto come compartecipe della manipolazione delle partite in cui è impegnata la squadra.
In ogni caso, la società gialloblu, ed in particolare il presidente Luca Campedelli, si sono schierati dalla parte del giocatore, pur imponendogli ed imponendosi la linea del “no comment”, almeno finchè le cose saranno chiarite, anche se il presidente Campedelli ha comunque voluto precisare che “si butterebbe nel fuoco credendo all’estraneità di Pellissier ai fatti in questione”, riservandosi comunque di agire nelle opportune sedi per difendere la reputazione del Chievo Verona e dei suoi tesserati.
Il legale dell’attaccante valdostano, l’avvocato Malagnini, inoltre, ha precisato quanto emerso già dal mese di giugno, all’avvio dell’inchiesta da parte della procura di Cremona, ossia che non sussiste la volontà di indagare il giocatore e che, pertanto, il polverone solleavato da tale intercettazione può essere racchiuso in un’ unica parola: “Millanterie”.
Quel che realmente è stato, e quel che dovrà essere, lo si potrà scoprire soltanto quando la giustizia sportiva deciderà come pronunciarsi in merito, e sarà necessario attendere comunque almeno la fine di gennaio.
Calcioscommesse, altra puntata dello scandalo made in Italy che sta facendo il giro del mondo. Durante il suo interrogatorio l’ex difensore del Bari Gervasoni avrebbe fatto il nome di Stefano Mauri, in merito alle due partite incriminate della Lazio nella scorsa stagione, Lazio – Genoae Lecce – Lazio.
Le parole di Gervasoni sono un fiume in piena che attraversa Roma prendendo la freccia per Formello, la sede operativa dei biancocelesti allenati da Edi Reja. I tifosi della Lazio confidano che l’ex Bari stia sparando gli ultimi botti prima del nuovo anno, escludendo che possa continuare anche dopo Capodanno. E’ ormai certo però che l’artificiere Gervasoni sappia muoversi piuttosto bene nello sganciare autentiche bombe contro i calciatori italiani della massima serie, e dopo aver incendiato la credibilità ormai logora del capitano bergamasco Doni è pronto ad infiammare il Colosseo, emulando un illustre antenato, Nerone. Riuscirà “Cesare” Lotito a spegnere l’incendio prima che sia troppo tardi?
In queste ore Stefano Mauri sta assistendo impotente allo spettacolo dei fuochi d’artificio orchestrato da Gervasoni. Gli inquirenti possono annoverare sul proprio taccuino un nuovo nome che è destinato a suscitare scalpore nell’Italia calcistica. Non dimentichiamo che il centrocampista laziale rappresenta una delle bandiere del club e attualmente ne è il vice-capitano dopo Rocchi. Quando la punta ex Empoli siede in panchina, è proprio Mauri a vestire la fascia di capitano della Lazio, attualmente impegnata nei sedicesimi della Europa League. Il nome del calciatore biancoceleste ha sicuramente maggiore peso rispetto a quello dell’atalantino Doni. Ad aggravare la situazione è la consapevolezza che non si tratta di un nome fatto a caso.
Ancora oggi non si sono spente le risate che hanno accompagnato le dichiarazioni di Santoni riguardo la presunta colpevolezza di Buffon, Gattuso e Cannavaro, i tre azzurri “mondiali” che, secondo l’ex preparatore del Ravenna, avrebbero ripetutamente scommesso cifre altissime, oltre centomila euro al mese. Nel pomeriggio è arrivata la risposta netta da parte del pm Di Martino, il quale ha chiarito come i nomi dei tre calciatori azzurri non siano mai stati rilevati nelle intercettazioni, e che scommettere su partite non coinvolte nello scandalo non abbia alcuna rilevanza penale. Dopo le parole del procuratore capo di Cremona, lo stesso Santoni ha spiegato come i nomi di Buffon, Gattuso e Cannavaro fossero stati fatti a caso, senza alcuna logica.
Gervasoni ha spiegato agli investigatori come il nome di Mauri gli sia stato fatto dallo stesso capo dei zingari Almir Gegic, per le partite Lazio – Genoa e Lecce – Lazio, finite entrambe con roboanti 4-2 in favore dei biancocelesti, nelle quali l’azzurro ha realizzato due doppiette. Inoltre “Il Messaggero” nella figura del giornalista Massimo Martinellispiega come ad inchiodare l’attiva illecita del centrocampista “ci sarebbero anche riscontri tecnici, come li chiamano in gergo. Cioè tracciati Gps registrati dai localizzatori nascosti nelle automobili. Oppure spostamenti ottenuti seguendo le tracce dei telefonini impresse sui ripetitori di segnale“.
In mattinata sono arrivate le dichiarazioni ufficiali dell’agente di Mauri, Tiziano Gonzaga, che in una nota all’Ansa afferma l’assoluta estraneità ai fatti del proprio assistito: “In riferimento a notizie di stampa circa le indagini sul calcio scommesse condotte dalla Procura della Repubblica di Cremona, Tiziano Gonzaga, agente del calciatore Stefano Mauri, fa presente che il calciatore è totalmente estraneo ai fatti per i quali si procede e si tutetelera’ contro chi lo associa a illeciti“.
Non dorme sogni tranquilli. oltre Stefano Bettarini (diventata ormai un cult l’intercettazioneche lo vede protagonista con la segretaria della Lega Calcio), anche l’attaccante del ChievoSergio Pellissier, al quale viene contestata una clamorosa intercettazione con un oscuro interlocutore. Ecco uno stralcio di quest’ultima:
Pellissier: “Si può sapere quanto mi fai prendere da queste cose?”
Interlocutore: “Dai 250 ai 400”.
Pellissier ride.
Interlocutore: “Ho esagerato?”
Pellissier: “No..anche un po’ di meno”.
La bomba del calcioscommesse è pronta a scoppiare, riuscirà a rompere il giocattolo preferito degli italiani?
Palermo Bari si gioca il 7 maggio con i galletti oramai retrocessi in serie B e i rosanero alla ricerca di un posto in Europa League. La vittoria dei siciliani era praticamente scontata anche se un rigore goffo di Miccoli e il gol di Bovo lasciano adito a qualche sospetto.
Palermo Bari. Il video del rigore sbagliato da Miccoli
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Lazio Genoa
Il match del maggio 2011 è apparentemente privo di motivi di dubbio. Le aquile in corsa con l’Udinese per un posto in Champions League rispettano le attese superando il Genoa con un perentorio 4-2. Dopo l’1-1 di metà gara nella ripresa i padroni di casa prendono il largo portandosi in vantaggio con capitan Rocchi e mettendo al sicuro i tre punti con Hernanes. A destare sospetti è però la rilevazione del cellulare di un componente della banda a Formello nelle ore precedenti alla partita.
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Lecce Lazio 2-4
Partita spettacolare e ricca di gol decisa dopo il 2-2 della prima parte di gara nella ripresa da un rigore di Zarate e da una autorete di Vives. Ad alimentare il sospetto oltre alle dichiarazioni di Gervasoni ci sono le indagini degli inquirenti che hanno rivelato la presenza nell’albergo dei salentini sia del macedone Hristyan Ilievsky, un altro esponente di spicco del gruppo degli “zingari” e di Zamperini uomo incaricato di corrompere i giocatori per le combine.
Calcioscommesse, Bettarini finisce nel mirino degli inquirenti dopo un’intercettazione con una segretaria della Lega Calcio. Nel frattempo Gervasoni vuota il sacco e fa i nomi di altri giocatori di Serie A coinvolti nello scandalo scommesse.
Il calcio italiano non ha pace. Dopo l’arresto di Doni, le dichiarazioni bomba dell’investigatore di Calciopoli, i tifosi si risvegliano con il calcioscommesse in prima pagina su tutti i giornali e i principali mass media. Ci si chiede quando tutto questo finirà e verrà messa la parola fine sulla vicenda che ha scosso l’intero ambiente del pallone nel giugno scorso. I tanti commenti che si leggono sui forum in questi giorni indicano lo stato d’animo in cui versano migliaia di supporter del calcio, delusi da ciò che sono costretti a vedere con i propri occhi.
La novità di oggi è l’intercettazione che vede coinvolto Bettarini. Se fosse vera, e lo è, rappresenterebbe uno degli snodi cruciali dello scandalo. La parte interessante della vicenda non è tanto la presenza del nome Stefano Bettarini, quanto l’interlocutore. L’ex calciatore di Sampdoria e Fiorentina, nonché della Nazionale azzurra, intratteneva conversazioni con una segretaria della Lega Calcio, riguardanti le scommesse effettuate dal calciatore. Il fatto è grave e nulla lascia pensare che si risolvi anche stavolta in una bolla di sapone. Ricordiamo che Bettarini hapatteggiato una squalifica di 14 mesi durante il processo sportivo di questa estate. La segretaria, dopo l’interrogatorio del giocatore toscano, lo avrebbe chiamato dicendogli:
“Non possono farti niente: se non giocavi, non hai mai scommesso sul Chievo, cioè non c’entri un c… Non possono darti la squalifica perché tu non stavi più giocando”
Quando sembravano rimarginarsi le ferite post Calciopoli, mitigate grazie al mondiale vinto dagli uomini di Lippi, cinque anni dopo lo sport italiano si ritrova nuovamente ad un bivio. E’ giusto credere nelle partite della domenica? Davvero ciò che vediamo è reale e non una sporca combine studiata a tavolino da qualche personaggio di bassa statura morale da cui ricavare cospicuo denaro? Domande alle quali gli organi competenti dovranno rispondere, altrimenti si rischia un esodo di massa dagli stadi e saloni di casa di proporzioni bibliche.
Ecco il contenuto dell’intercettazione
Bettarini: “… sono andato, dall’avvocato di quello … di giù, che è messo malissimo, e hai già… capito no?”
Donna: “Sì”
B: “Una volta che ho letto le intercettazioni che io non ho …”
D: “Sì … sì”
B: “Ho capito che nascondere che io scommettessi era una cagata micidiale …”
D: “Esatto!”
B: “Va bene? allora, quando io ho letto queste cose, loro mi hanno chiesto: “Ma lei scommette ogni tanto?”. E io gli ho detto: “Certo! ogni tanto scommettevo” …”
D: “Beh è ovvio!”
B: “Però io non volevo …”
D: “Quindi li hai spiazzati…”
B: “E li ho spiazzati, però, quello che ti voglio dire …”
D: “Eh …”
B: “E’ che loro … io volevo evitare di dirlo, perché‚ per andare incontro alla sanzione capito? Che però, secondo me, se capiscono che io non ero un atleta tesserato, ma solo tesserato per pubblicità…, ehh …”
D: “No, sei fuori! Comunque, ma …”
B: “Sono fuori no?”
D: “Ma sicuramente, ma non possono farti niente, se non giocavi, non hai mai scommesso sul Chievo, cioè non c’entri un c… col Chievo, quindi, ma non possono neanche … ma di che cosa ti accusano?”
B: “No no sono d’accordo…”
D: “… non possono darti la squalifica per per te che non giocavi più, capito? Perch‚ tu non stavi più giocando …”
B: “No, a me più che la squalifica, mi preoccupava la.. la …”
D: “I soldi?”
B: “… la multa … esatto, brava!”
D: “Beh chiaro … ma no, secondo me tu … ma no non ti daranno neanche la multa vedrai …”
B: “Speriamo …”
D: “No sono sicura … no sono sicura …”
La difesa di Bettarini all’Ansa “Ancora una volta vengo sbattuto in prima pagina per una vicenda nella quale ho avuto un ruolo assolutamente marginale. Ho subito ammesso sia alla stampa sia in tv a Matrix di essere uno scommettitore e l’ho confermato mesi dopo ai Procuratori Federali quando mi hanno interrogato – le parole dell’ex difensore – Al processo sportivo ho patteggiato la pena subendo una squalifica perche’ pur non giocando e non frequentando uno spogliatoio da oltre cinque anni, risultavo ancora tesserato per una societa’ di calcio per soli motivi di immagine. Ora si scopre che parlavo con una segretaria della Lega Calcio della mia vicenda sportiva commentando, come si fa con una buona amica, quello che mi stava accadendo e si afferma che avrei addirittura spiazzato i Procuratori Federali con ammissioni che, invece, avevo gia’ reso pubbliche immediatamente dopo aver appreso dalla stampa e sottolineo solo dalla stampa, di essere indagato a Cremona. Il testo della intercettazione con la signora e’ chiaro – prosegue Bettarini – ma, cio’ nonostante, il tono allusivo dato da chi commenta la notizia, vuole come sempre, farmi sembrare piu’ coinvolto di quanto lo sia davvero, nei reati all’esame dei Giudici di Cremona. La realta’ e’ e sara’ sempre quella che ho confessato dal primo giorno e cioe’ – conclude – che scommettevo naturalmente sperando di azzeccare le scommesse senza neppure troppo fidarmi dei mille millantatori che bazzicano quell’ambiente.”
Si espande a macchia d’olio l’inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse denominata “Last Bet”. Dopo la confessione dell’ex fantasista dell’Atalanta Cristiano Doni, attualmente agli arresti domiciliari, alla vigilia di Natale che sì ha ammesso il suo coinvolgimento nelle combine in Atalanta – Piacenza e Ascoli – Atalanta ma dichiarando di essere estraneo al gruppo degli zingari e di aver agito per conto proprio e, come si apprende dall’interrogatorio di oggi, per il bene della squadra orobica “ho aderito all’iniziativa illecita delle scommesse solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all’obiettivo di quella stagione“, oggi a vuotare il sacco è stato Carlo Gervasoni, uno degli indagati chiave dell’intera inchiesta.
L’ex difensore di Piacenza e Mantova, “torchiato” dal pm Di Martino per circa 6 ore, ha collaborato indicando alla magistratura altre 10 partite truccate tra cui 3 di Serie A (due di queste andate a buon fine) in cui, secondo le prime indiscrezioni, figurerebbe anche Lazio – Genoa, finita 4-2, del 14 maggio scorso. Gervasoni inoltre avrebbe fatto i nomi di 20 calciatori, squadre e addetti ai lavori che avrebbero partecipato alle diverse combine a conferma di come il malcostume di truccare gli esiti finali della partite era abbastanza diffuso.
Importanti novità si attendono anche dall’interrogatorio – subito dopo quello di Gervasoni – di Alessandro Zamperini, il giocatore che avvicinò il difensore del Gubbio Simone Farina nel tentativo di corromperlo, vanamente, promettendogli 200 mila euro in cambio dell’aiuto nel falsare il match di Coppa Italia tra la squadra umbra e il Cesena, tentativo di corruzione immediatamente denunciato da Farina. Ma le sorprese dell’inchiesta non sono finite qua perchè spunterebbe anche una talpa all’interno della Lega (forse una segretaria) che avrebbe informato e tenuto al corrente sugli sviluppi della prima tranche dell’indagine Cristiano Doni e Stefano Bettarini.
Senza lo scandalo del calcio scommesse probabilmente Simone Farina non avrebbe mai avuto questa popolarità. Difensore quasi trentenne che pur senza esser un fenomeno fa il calciatore probabilmente per passione e con i 90 mila euro a stagione tira a campare un po meglio della maggior parte delle famiglie italiane ma senza lo sfarzo e l’extra lusso di cui spesso sentiamo parlare del mondo del calcio. Simone Farina è un uomo con la schiena dritta, uno che la sera quando si mette a letto non ha paura di chiudere gli occhi, uno con la coscienza pulita che quando avvicinato e allettato da guadagni facili ed immediati non ha pensato nemmeno per un secondo al cambio di vita denunciando l’accaduto e diventando appunto un eroe.
Simone Farina convocato da Prandelli | foto dal web Nel momento in cui bandiere ultra milionarie come Cristiano Doni e Beppe Signori vengono ammainate per coinvolgimenti pesanti e diretti, Simone Farina, che non è un eroe, voglio pensare che l’Italia non sia combinata male, ma una ragazzo di sani e reali principi diventa per l’opinione pubblica e per i tifosi un esempio da esportare. I gruppi a suo nome su Facebook e altri social network si moltiplicano di giorno in giorno attirando l’interesse di tantissime persone e sponsorizzando la convocazione del difensore del Gubbio in Nazionale.
Prandelli, che qualche tempo fa, raccolse l’invito di Don Ciotti portando gli azzurri a Rizziconi, in Calabria, per dar un calcio alla ‘ndrangheta, ha deciso di replicare raccogliendo questa volta la volontà del popolo italiano e di tutti quelle persone che da qualche tempo si sentono rappresentati più da Simone Farina che dalle stelle azzurre dei nostri tempi. Il ct ha comunicato quest’oggi, facendo forse il più bel regalo di Natale a Simone Farina, di voler convocare il ragazzo per l’amichevole degli azzurri in programma a febbraio “Mi è piaciuto quello che ha fatto Simone perché ha dimostrato un grande coraggio e una forza interiore straordinaria. Adesso sta a noi non abbandonarlo. Il calcio ha bisogno di esempi e anche l’Italia”
A titolo di cronaca ricordiamo perché Simone Farina ha conquistato i consensi dell’opinione pubblica e di conseguenza un posto in azzurro. Il difensore qualche mese fa fu contattato da, Alessandro Zamperini, un ex compagno di squadra ai tempi delle giovanili della Roma, anche lui poco noto al grande pubblico ma che ha deciso di approcciarsi al calcio decisamente in modo diverso e poco lecito facendo da mediatore per il gruppo indonesiano che in questi anni si è arricchito combinando partite di calcio. Zamperini contatta Simone Farina per offrirgli 200 mila euro per la partita di Coppa Italia Cesena Gubbio. Partita senza tante telecamere addosso e che quindi più facile da “sistemare” anche perché l’organizzazione non vuol un risultato esatto bensì un gran numero di gol e la strategia più facile per riuscirci è proprio quella di corrompere i difensori del Gubbio. Farina non solo rifiuta ma denuncia tutto confermando il lavoro della Procura di Cremona che da qualche tempo ha scoperchiato questo nuovo scandalo tutto italiano
E’ un vero e proprio terremoto. Lo scandalo calcio scommesse nel suo terzo filone inizia a coinvolgere pesantemente anche incontri della serie A lasciando presagire una nuova estate turbolenta con la giustizia sportiva costretta a stravolgere le classifiche del campo con punizioni per responsabilità dirette o oggettive. Molte indiscrezioni vogliono che le nuove rivelazioni che coinvolgono ben 22 incontri del massimo campionato siano ancora parziale proprio per il tentativo di non stravolgere il normale corso del campionato rimandando all’estate il tormentone ma allo stato attuale a fregiarsi di esser pulite ed estranee sono solo Milan, Inter, Juventus e Palermo. Quattro squadre su venti che compongono il campionato di serie A è davvero un fallimento del sistema e se le accuse dovessero esser confermate ci troveremmo di fronte al più grande scandalo della nostra storia, più grande di Calciopoli.
Per il pool di Cremona le partite sospette al momento sono Napoli Sampdoria, Brescia Lecce e Brescia Bari ma ce sono altre 19 attenzionate per il flusso anomalo di scommesse. Ad aver il record di coinvolgimenti è il Chievo Verona che “vanta” ben sei match sospetti, seguito a ruota da un bel gruppetto che vanta quattro coinvolgimenti (Bari, Bologna, Brescia, Genoa, Lecce) tre match per la Roma, due per Sampdoria, Lazio, Napoli, Cagliari e Catania e una partita per cesena e Udinese.
E’ un vero e proprio terremoto. I 17 arresti compiuti dalla procura di Cremona due giorni fa hanno allargato lo scandalo sul calcioscommesse e sul grandissimo giro di combine che gravitavano intorno al nostro calcio. Il terzo capitolo dell’inchiesta Last Bet non sono aggrava la posizione di Beppe Signori e Cristiano Doni ma fa entrare in causa altri personaggi più o meno conosciuti nel mondo del calcio ma che rivestivano un ruolo centrale nell’organizzazione con sede centrale a Singapore ma con varie cellule in Italia e nell’est Europeo.
Cristiano Doni nonostante la condanna a tre anni e sei mesi era, fino a qualche giorno fa, ritenuto innocente dall’Atalanta e difeso senza mezzi termini dai suoi tifosi. Il capitano per molti era stato inserito erroneamente in questo scandalo o come in molti pensavano “ad hoc” per non far perder d’interesse l’inchiesta. L’arresto dell’altro giorno con tentativo di fuga (video) annesso ha però iniziato a far incrinare il rapporto tra Cristiano Doni e i tifosi della Dea che adesso vogliono iniziare a vederci chiaro.
L’Atalanta intanto inizia a prender le distanze dal proprio capitano e prima Pierpaolo Marino e adesso il presidente Percassi invitano i tifosi a legarsi alla squadra “dimenticando” Doni “Il presidente Antonio Percassi-recita il comunicato – invita la propria tifoseria a stringersi intorno alla squadra, ai suoi ragazzi e ai colori nerazzurri in questo momento così difficile, nella consapevolezza che l’Atalanta sarà in grado di superare questa ulteriore prova con quella dignità e onorabilità che hanno sempre contraddistinto la sua lunga e gloriosa storia”.
La posizione dell’Atalanta si aggrava però per la presenza di una intercettazione tra Cristiano Doni (dalla scheda rumena) e un’utenza appartenente alla MDF Italia, società presieduta da Isidoro Fratus, consigliere d’amministrazione del club orobico. Per gli inquirenti questa sarebbe la conferma della consapevolezza della società bergamasca agli illeciti di Cristiano Doni.