Tag: calcioscommesse

  • Calcioscommesse, Iacovelli contro Andrea Masiello

    Calcioscommesse, Iacovelli contro Andrea Masiello

    Nella giornata di ieri si è svolto l’interrogatorio di Angelo Iacovelli, assistente-infermiere vicino all’ambiente del Bari calcio, da domenica scorsa in carcere dopo l’arresto scattato in concomitanza con quello di Mario Cassano, il portiere del Piacenza che fin qui ha negato ogni accusa rivoltagli da Cristiano Doni e l’ex compagno di squadra Carlo Gervasoni. Iacovelli avrebbe ammesso il suo ruolo di “tuttofare”, ed inoltre con le sue dichiarazioni avrebbe aggravato pesantemente la posizione di Andrea Masiello, l’ex difensore del Bari ora in forza all’Atalanta già ascoltato dagli inquirenti alcune settimana fa.

    L’assistente-infermiere ha ribaltato le affermazioni di Masiello rilasciate a gennaio, secondo le quali era lui stesso a fare pressioni sui giocatori della squadra pugliese per truccare le partite. Iacovelli ha dichiarato come in realtà fossero gli stessi calciatori del Bari, tra i quali la figura di spicco sembrerebbe essere proprio quella di Andrea Masiello, reputato da Iacovelli come il “direttore dell’orchestra” (a conferma fra l’altro delle motivazioni espresse dal gip Guido Salvini al momento dell’ordinanza cautelare, secondo le quali il ruolo del difensore bergamasco fosse molto più importante rispetto a quanto dichiarato da Masiello durante l’interrogatorio).

     

    Iacovelli ha confermato di essere lui la persona che passava il denaro degli “zingari” ai giocatori del Bari e che oltre alle combine tentate in Milan-Bari, Roma-Bari, Palermo-Bari, ci fossero anche quelle relative alle gare Bologna-Bari e Bari-Chievo, sostenendo di non aver ricevuto alcun premio extra dal gruppo degli “zingari” per i tentativi di combine che andavano in porto, eccetto nell’occasione di Palermo-Bari.

    La procura di Bari come quella di Cremona considerano Iacovelli un uomo-chiave per l’intero scandalo del calcioscommesse, e da ieri il nome dell’infermiere vedrà crescere la propria notorietà tra i mass media e gli appassionati di calcio, mentre è probabile che su Andrea Masiello si scatenerà la stampa locale e nazionale dopo le dichiarazioni di Iacovelli nella giornata appena trascorsa.

  • Calcioscommesse, Mario Cassano interrogato nega tutto

    Calcioscommesse, Mario Cassano interrogato nega tutto

    Durante l’interrogatorio di ieri, Mario Cassano ha smentito categoricamente il suo coinvolgimento nello scandalo scommesse.  Il portiere del Piacenza si tira indietro dopo le accuse rivoltegli da Cristiano Doni e Carlo Gervasoni. Il giudice Guido Salvini non “incassa” alcuna confessione circa la combine di Atalanta-Piacenza, Siena-Piacenza e Mantova-Piacenza.  Con tutta probabilità Cassano verrà ascoltato insieme a Doni e Gervasoni per un confronto davanti al magistrato che potrebbe rivelarsi decisivo ai fini delle indagini, prima con l’ex capitano della squadra bergamasca e successivamente con l’ex difensore di Bari e Mantova.

    Il portiere del Piacenza ha affermato di non conoscere il centrocampista dell’Atalanta, che invece lo accusa per l’incontro di Serie B Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011. Nel precedente interrogatorio Doni aveva dichiarato che Cassano, in occasione del calcio di rigore poi trasformato dallo stesso calciatore  nerazzurro, gli avesse detto di calciare al centro e lui si sarebbe tuffato sulla sua destra (affermazione poi corrispondente all’esatta dinamica del rigore). Il portiere si difende dicendo che inizialmente non si mosse dalla posizione centrale e aveva cercato in ogni modo di parare il tiro, replicando la parata di cui si era reso protagonista un mese prima in un altro match del campionato cadetto.

     

    Rigettate anche le accuse di Carlo Gervasoni. L’ex difensore biancorosso ed ex compagno di squadra di Cassano, dichiarò di aver ricevuto un compenso di 20 mila euro come il portiere per la combine di Siena-Piacenza del 19 febbraio scorso e anche per il match Mantova-Piacenza, nel quale lo stesso portiere non era in campo perché squalificato.

    Una delle accuse più gravi che vengono mosse all’estremo difensore del Piacenza è quella di un presunto accordo con i bolognesi per ricevere 10 mila euro in cambio di ciascun gol subito volontariamente.

    Nel frattempo anche il centrocampista dell’Ascoli Alex Pederzoli nega le accuse che gravano sul proprio conto, dopo essere finito sul registro degli indagati.

  • Arrestato Mario Cassano consigliò a Doni dove batter il rigore. Video

    Arrestato Mario Cassano consigliò a Doni dove batter il rigore. Video

    L’indagine calcioscommesse continua nel suo corso e, questa mattina, è stata emanata un’ ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Mario Cassano, portiere del Piacenza, oltre che Angelo Iacovello, componente dello staff medico del Bari, utilizzato come “portadenaro” dai clan malavitosi. Le due ordinanze sono il culmine della terza fase dell’indagine denominata “Last Bet”, l’ultima scommessa, naturale prosecuzione delle fasi precedenenti, che fra giugno e dicembre hanno portato in carcere ben 33 persone, fra cui uomini di spicco del calcio fra cui l’ex bomber del Bologna e della Lazio Beppe Signori, Paoloni, Gervasoni, l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, solo per citare quelli più noti.

    Il portiere del Piacenza Mario Cassano, arrestato quest’oggi, è accusato di aver avuto un ruolo attivo nell’indirizzare gli esiti di alcuni match nella stagione di serie B 2008-2009 e 2010-2011. Secondo le indagini, le partite in questione sarebbero le seguenti: Piacenza-Albinoleffe, Siena-Piacenza, Piacenza-Mantova ed Atalanta-Piacenza, la gara in cui il portiere degli emiliani “consigliò” al capitano nerazzurro Cristiano Doni dove calciare il rigore, almeno stando alle dichiarazioni del capitano bergamasco.

    Mario Cassano arrestato scandalo calcioscommesse | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    In tal senso, la procura di Cremona ha ormai concluso che il portiere del Piacenza sia stato coinvolto dall’organizzazione criminale che scommetteva e falsava gli incontri, ricevendo in cambio ingenti somme. Un reato, quello di frode sportiva, che coinvolge un portiere che nella sua carriera giovanile aveva ricevuto anche alcune convocazioni dall’Under 20, con 12 chiamate, ed anche dall’Under 21, senza però mai debuttare in campo. Nel 2002, inoltre, debutta in serie A in Parma-Fiorentina, disputando poi due partite in maglia Viola a causa delle assenze del portiere titolare Manninger.

    Mario Cassano, classe 1983, cresciuto nelle formazioni giovanili del Monza, padre di una bambina – Bianca – nata nel 2009 e sposato con Martina, finisce, così, in carcere soprattutto a seguito del filone di dicembre dell’inchiesta, quando l’ex compagno di squadra ed amico di Mario Cassano, Carlo Gervasoni, lo chiamò direttamente in causa per il suo coinvolgimento nelle combine delle quattro partite del Piacenza sopracitate.

    Mario Cassano vs Cristiano Doni il rigore di Atalanta Piacenza
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  • Calcioscommesse arrestato Cassano. Bufera Dainelli

    Calcioscommesse arrestato Cassano. Bufera Dainelli

    Il ciclone calcioscommesse continua a regalare sorprese facendo saltare fuori nuovi e clamorosi coinvolgimenti che mettono a serio dubbio la credibilità dell’intero sistema. Dopo i pesanti coinvolgimenti di due istituzioni come Beppe Signori e Cristiano Doni un’altra bandiera da ieri è finita nel mirino della giustizia sportiva: Dario Dainelli bandiera ed istituzione del Genoa spedito nell’ultimo giorno di mercato al Chievo. Il difensore del Grifone insieme ad Omar Milanetto, altro illustre nome spedito anzitempo fuori dal calcio che conta, secondo le ricostruzioni della Procura avrebbero avuto un ruolo centrale nella combine di Lazio Genoa. Secondo la Procura di Cremona i due avrebbero avuto contatti diretti con gli emissari degli “zingari” dai quali oltretutto avrebbero compensi economici dopo il “successo” nel match. Dario Dainelli ieri in lacrime ha smentito ogni illecito dicendosi stupito dal coinvolgimento non conoscendo oltretutto nessuno dei personaggi coinvolti nell’inchiesta.

    Mario Cassano arrestato scandalo calcioscommesse | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    A difesa di Dainelli si schierano anche il patron del Genoa Enrico Preziosi che spiega il trasferimento come una conseguenza di una lite tra il giocatore e la curva nord “Sono mesi che si parla di questa partita. Non ci credo, qualora dovessero emergere prove ne prenderemo atto. Erano lì per un addio al celibato, in una discoteca dove vanno tutti i giocatori.” In rete invece inizia a passare la teoria di addii al Genoa proprio per il coinvolgimento diretto nel vortice calcioscommesse e la conseguente rottura con l’ambiente del Grifone.

    Questa mattina poi il calcioscommesse ha “regalato” nuovi sviluppi con gli arresti di Mario Cassano, portiere del Piacenza accusato di aver preso parte all’alterazione di almeno 3 incontri nel campionato di serie B 2010/201 (Piacenza-Albinoleffe, Atalanta-Piacenza, Siena-Piacenza) e del match Piacenza-Mantova nel 2008/2009. Cassano è stato oltretutto tirato in causa da Cristiano Doni per il match Atalanta Piacenza confessando di aver concordato come battere il rigore. Finisce in carcere anche Angelo Iacovelli, 44 anni, vicino agli ambienti sportivi del Bari e accusato di esser l’anello di congiunzione tra Ilievski e Gegic (capi della banda degli zingari) e i giocatori del Bari mediando agli accordi economici per l’alterazione delle partite.

  • Cristiano Doni alla Gazzetta dello Sport “sono uno stupido”

    Cristiano Doni alla Gazzetta dello Sport “sono uno stupido”

    Cristiano Doni si sfoga durante l’intervista alla Gazzetta dello Sport e ammette le sue colpe nello scandalo calcioscommesse, rivolgendosi a chi ancora non ha il coraggio di parlare e rivelare ciò che è realmente accaduto. Un Doni a 360° gradi quello che si racconta alle pagine della Rosea, e le sue dichiarazioni raggiungeranno gran parte della penisola.

    “SONO UNO STUPIDO” – Si definisce così Doni, auto-condannandosi per i suoi errori che l’hanno trascinato davanti alla gogna mediatica e portato dietro le sbarre di un carcere. Proprio quest’ultima esperienza ha segnato profondamente lo stato d’animo dell’ormai ex capitano dell’Atalanta. Il calciatore si ripeteva più volte durante la giornata di quanto fosse stato stupido e non si capacitava di come avesse potuto tradire la fiducia di migliaia di fan bergamaschi.

    Cristiano Doni | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    LA FERITA PIU’ GRANDE –  Proprio il male inferto alla sua squadra e ai tifosi della Dea rappresenta uno degli incubi rincorrenti del giocatore. Doni parla di una ferita che difficilmente verrà ricomposta, non cerca il perdono, ma si augura soltanto che i fan possano ricordare le tante gioie che in campo il giocatore Doni gli aveva regalato. Ha spiegato inoltre che non è intenzionato a lasciare la propria città, e nonostante tutte le difficoltà che potrà incontrare da qui in avanti, rimarrà a Bergamo, alla quale con tutta probabilità restituirà il premio di cittadino onorario conferitogli in passato.

    BASTA OMERTA’ – E’ il messaggio che Cristiano Doni lancia a coloro che ancora non hanno rilasciato dichiarazioni spontanee agli investigatori riguardo lo scandalo scommesse, giocatori e persone che sanno ma hanno paura di parlare per eventuali ripercussioni successive. Esalta Masiello come simbolo da seguire, e si dice ancora shoccato dopo aver appreso che il suo ex allenatore ai tempi dell’avventura in Spagna, Hector Cuper, il quale è indagato da Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) avendo ricevuto 200 mila euro in maniera sospetta, con gli investigatori che accusano l’ex allenatore dell’Inter di aver venduto 4 partite (due del campionato spagnolo e le altre due di quello argentino).

  • Masiello “minacciato dalla mafia”. Anche Almiron nello scandalo scommesse

    Masiello “minacciato dalla mafia”. Anche Almiron nello scandalo scommesse

    Andrea Masiello nella giornata di ieri è stato ascoltato dal procuratore di Bari Laudati nell’ambito dell’inchiesta del calcioscommesse. L’ex difensore del Bari ha rivelato come lui e altri suoi compagni di squadra abbiano subito pressioni da parte della criminilità organizzata locale per truccare alcune partite di Serie A della scorsa stagione, durante la quale i “Galletti” retrocessero nel campionato cadetto.

    Il calciatore ha ammesso di aver ricevuto 80 mila euro da parte di alcuni personaggi legati al clan Parisi, e anche al gruppo degli Zingari, per convincerlo a vendere la partita Palermo-Bari. Gli stessi uomini si recavano personalmente presso il campo di allenamento della squadra oppure avvicinavano i giocatori sotto i loro appartamenti, offrendo una montagna di soldi per truccare determinate partite. Andrea Masiello avrebbe dichiarato di non aver mai accettato il ricatto, sebbene altri suoi compagni di squadra abbiano invece accettato il denaro e di conseguenza agito affinché venisse ottenuto il risultato concordato in precedenza.

    andrea masiello | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Oltre al match del Barbera, il terzino ora in forza all’Atalanta ha affermato la combine di altri tre incontri, Chievo Bari, Bari Roma, Bari Sampdoria, entrambi persi dalla formazione biancorossa quando ormai la stagione aveva decretato la retrocessione in Serie B. Inoltre ha anche riconosciuto in una foto Ilievsky. Lo slavo è un elemento importante dell’inchiesta in quanto è stato avvistato a Formello in occasione della vigilia di Lazio Genoa, gara che attualmente è finita all’interno dell’inchiesta. Sempre Masiello ha fatto il nome di Sergio Almiron, il centrocampista centrale che nella scorsa stagione militava tra le fila della squadra pugliese. Il difensore avrebbe raccontato agli inquirenti di come il calciatore argentino fosse stato tra i più attivi riguardo la combine di un’altra partita, il derby Bari Lecce, l’ultima partita dello scorso anno, che vide i “Galletti” battere i rivali per 1-0.

    Il Bari si conferma la squadra centrale dell’intero filone d’indagine, in quanto sono già quattro calciatori ormai, compreso Andrea Masiello, ad aver confessato l’avvenuta combine, tra cui Carlo Gervasoni, forse una delle persone più importante di tutta la vicenda.
    La prossima settimana è previsto l’incontro fra Masiello e il procuratore federale Stefano Palazzi, al quale spetterà il compito di prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei giocatori coinvolti, con la concreta possibilità di pene esemplari anche verso le società, qualora venisse riconosciuta la colpa oggettiva di quest’ultime.

  • Calcioscommesse, Andrea Masiello choc, 9 partite del Bari truccate

    Calcioscommesse, Andrea Masiello choc, 9 partite del Bari truccate

    Nella giornata di ieri Andrea Masiello è stato ascoltato per due ore dal procuratore di Cremona De Martino, che gestisce l’inchiesta dello scandalo scommesse. Il verbale dell’interrogatorio dell’ex difensore del Bari, ora in forza all’Atalanta, è stato secretato. Nonostante ciò, i quotidiani in edicola questa mattina hanno scritto riguardo il possibile allargamento dell’inchiesto a 9 incontri che la squadra pugliese lo scorso anno affrontò nell’ultimo scorcio di campionato, quando la retrocessione del club in Serie B era ormai praticamente certa. Mercoledì prossimo il giocatore è atteso dal procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, capo di un secondo filone d’indagine nel capoluogo pugliese.

    andrea masiello | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Sono sei le partite della società biancorossa sulle quali il pm De Martino avrebbe accertato l’avvenuta combine: Bologna-Bari 0-4, Bari-Chievo 1-2, Parma-Bari 1-2, Cesena-Bari 1-0, Bari-Sampdoria 0-1, e l’ormai famosa Palermo-Bari conclusasi per 2-1 (come dichiarato dall’ex difensore dei galletti Carlo Gervasoni, dove la combine fallì in quanto non venne raggiunto l’over con due gol di scarto da parte dei padroni di casa, a causa dell’errore dal dischetto del rigore del capitano rosanero Miccoli, dopo aver tentato il cucchiaio, il quale però era all’oscuro di tutto). Numerosi dubbi anche su altri tre match del campionato di Serie A dello scorso anno: Bari-Catania 1-1, Bari-Roma 2-3, Bari-Lecce 0-2.

    Inquietante il filone d’inchiesta seguito da Antonio Laudati, secondo il quale ci sarebbe lo zampino del clan Parisi nell’ambito del calcioscommesse, con riferimento specifico alla società pugliese. Il clan, avendo sotto controllo un’agenzia di scommesse a Londra, sarebbe riuscita attraverso le puntate illegali a riciclare denaro proveniente dal traffico di sostanze stupefacenti. Inoltre ricadrebbero numerosi indizi di colpevolezza sul gruppo degli Zingari, i quali avrebbero fatto da tramite fra i calciatori e lo stesso clan Parisi. Oltre ad Andrea Masiello, Carlo Gervasoni durante l’interrogatorio del 27 dicembre scorso aveva fatto il nome di altri cinque giocatori del Bari: Alessandro Parisi (Torino), Nicola Belmonte (Siena), Marco Rossi (Cesena), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Daniele Padelli (Udinese).

  • Calcioscommesse, Andrea Masiello confessa, Bari nei guai

    Calcioscommesse, Andrea Masiello confessa, Bari nei guai

    Guai in vista per il Bari. L’ex difensore biancorosso Andrea Masiello ha deciso di vuotare il sacco, dopo esser stato trascinato nella gogna mediatica da Carlo Gervasoni riguardo lo scandalo del calcio scommesse. Il suo legale, Salvatore Pino, ha dichiarato che questo pomeriggio il suo assistito si presenterà alle ore 15 dal procuratore capo di Cremona, Di Martino. Mercoledì prossimo invece il giocatore si recherà a Bari dove il procuratore Antonio Laudati e il pm Ciro Angelillis stanno seguendo un altro filone dell’inchiesta che ha colpito il calcio italiano, facendo vittime illustri, come il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni. La società pugliese rischia una penalizzazione dai 3 ai 5 punti in campionato, ma rischia la retrocessione se accertata la colpa oggettiva del club.

    andrea masiello | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    80 MILA EURO PER PALERMO-BARI – Secondo quanto dichiarato dai difensori del calciatore agli investigatori, Andrea Masiello racconterà di come la scorsa stagione la partita di campionato Palermo Bari venne venduta da lui stesso e altri compagni di squadra che militavano nella società biancorossa. Ottantamila euro, questa la cifra che l’organizzazione degli “zingari” ha assegnato ai giocatori del Bari per truccare la partita. Una combine che non andò però a buon fine, in quanto il risultato preventivato era l‘over  in favore del Palermo con almeno due gol di scarto nei confronti degli avversari, mentre il match giocato al Barbera si concluse con il punteggio di 2-1 in favore dei padroni di casa, con il capitano rosanero Fabrizio Miccoli che sbagliò un calcio di rigore, volutamente procurato dalla difesa dei galletti. calciando con il cucchiaio. Lo stesso giocatore del Palermo, come testimoniato da Gervasoni, non era assolutamente a conoscenza della combine, e quindi non è mai entrato a far parte del registro degli indagati.

    NON SOLO MASIELLO – Oltre ad Andrea Masiello, Gervasoni durante la dichiarazione dello scorso 27 dicembre agli investigatori, fece il nome di altri cinque giocatori del Bari, i quali risultano attualmente indagati: Nicola Belmonte (Siena), Daniele Padelli (Udinese), Marco Rossi (Cesena), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Alessandro Parisi (Torino).

  • Cuper nei guai, 200 mila euro dalla Camorra per 4 combine

    Cuper nei guai, 200 mila euro dalla Camorra per 4 combine

    Hector Cuper è finito in guai seri. Come riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico di Inter e Parma avrebbe ricevuto dalla camorra una somma di 200 mila euro, portati in Spagna da alcuni affiliati e nascosti, come riporta la rosea, nei calzini e persino nelle mutande, per delle dritte sui risultati di alcune gare combinate. Questa volta però il campionato italiano non centra nulla perchè a finire sotto la lente d’ingrandimento della Dda di Napoli, che sta indagando su un filone dell’inchiesta riguardante il calcioscommesse e i clan affiliati alla camorra, sono due partite del campionato spagnolo e altrettante del campionato argentino.

    Hector Cuper | © MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images

    L’Hombre vertical, l’uomo tutto d’un pezzo come viene soprannominato, si sarebbe piegato dinanzi alle mazzette vendendosi alla camorra, accecato dalla bramosia del vil denaro. Ad inchiodare il tecnico, al quale viene contestato anche il reato di riciclaggio di denaro, una conversazione telefonica tra due presunti camorristi che se la prendevano con il tecnico reo di avergli “passato” dritte fasulle, una di queste quattro gare infatti non era terminata come aveva assicurato l’allenatore argentino.

    Cuper, interrogato sulla faccenda, avrebbe fornito delle spiegazioni vaghe e astruse cercando di giustificarsi affermando in un primo momento che quei soldi erano un prestito della suocera destinati al restauro di una casa salvo poi ammettere, incalzato dalle domande degli inquirenti, di aver incontrato realmente quegli uomini: “Questo tizio mi accusava, ma non sapevo perché. Io pensavo alla gara che dovevamo giocare e lui continuava a parlare. Perché non l’ho cacciato? Non so che cosa dirvi”.

    A questo punto gli inquirenti si aspettano che da un momento all’altro l’ex tecnico dell’Inter, uno dei protagonisti della celeberrima debacle nerazzurra del “5 maggio” all’Olimpico di Roma contro la Lazio che consegnò lo scudetto 2001-2002 alla Juventus, vuoti completamente il sacco e confessi così da poter allargare l’inchiesta e far luce su più aspetti possibili della vicenda e dell’intera inchiesta sul calcioscommesse, una pratica questa, come sta emergendo dai vari filoni, seguita da molti uomini dello sport apparentemente insospettabili, che si vendono per qualche migliaia di euro perdendo così l’onore e la rispettabilità, e denunciata, purtroppo, da pochi.

  • Calcioscommesse, Gervasoni inguaia Bari e Lecce, 9 giocatori indagati

    Calcioscommesse, Gervasoni inguaia Bari e Lecce, 9 giocatori indagati

    Lo scandalo calcioscommesse vive oggi una nuova puntata. Secondo quanto emerso dall’ultimo interrogatorio del “pentito” Carlo Gervasoni, risulterebbero sul registro degli indagati nove calciatori che l’anno scorso militavano in Serie A con le maglie di Bari e Lecce. Le carte sono state indirizzate al procuratore di Bari e alla Figc. Le due squadre rischiano fino a una penalizzazione di 8 punti, ma non è da escludere anche una retrocessione da parte dei due club.

    carlo gervasoni | © Dino Panato/Getty Images

    L’ex difensore del Bari Gervasoni nell’interrogatorio effettuato il 27 dicembre scorso ha rilasciato pesanti dichiarazioni contro la sua ex squadra e il Lecce. Le parole del “pentito” hanno trovato riscontro in alcuni accertamenti della Procura di Cremona, che ha deciso quindi di iscrivere nelle carte degli indagati i nomi dei calciatori fatti da Gervasoni. Sono sei i giocatori che militavano nello scorso campionato tra le fila del Bari su cui è finita la scure degli investigatori: i difensori Andrea Masiello, Nicola Belmonte, Marco Rossi, Alessandro Parisi, il centrocampista Simone Bentivoglio e l’estremo difensore Daniele Padelli. Le partite tirate in ballo da Gervasoni, riguardo le quali sarebbero anche arrivati i primi riscontri da parte della Procura di Cremona, sono Palermo-Bari, Bari-Chievo e Bari-Sampdoria, ma anche le trasferte a Parma e Bologna.

    A Lecce la situazione non è migliore. I match sotto osservazione sono Genoa-Lecce, Lecce-Lazio e Inter-Lecce. I calciatori iscritti nel registro degli indagati sono l’attaccante Corvia, accusato di aver intrattenuto rapporti con Paoloni e il gruppo degli zingari, e i portieri Benussi e Rosati. Resta da chiarire anche la posizione del difensore giallorosso Ferrario, il quale si sarebbe rifiutato di partecipare alla combine ma non ha denunciato il fatto come il suo collega Simone Farina.

    Sarà il procuratore della Figc Stefano Palazzi a decidere quali azioni intraprendere nei confronti dei singoli giocatori e delle due squadre coinvolte. Qualora fosse appurata la responsabilità oggettiva di Bari e Lecce, quest’ultime rischierebbero una forte penalizzazione in classifica (fino a 8 punti), o addirittura la retrocessione in una serie inferiore rispetto a quella dove attualmente i due club stanno giocando.