Tag: calcioscommesse

  • Da Dirty Soccer a turbativa d’asta, Lotito c’è

    Da Dirty Soccer a turbativa d’asta, Lotito c’è

    Non bastava Dirty Soccer, il nuovo scandalo legato al calcio scommesse, legato a quest’ultimo c’è anche un’inchiesta legata alla turbativa d’asta per l’acquisizione del F.C. Bari ed in entrambi i casi c’è l’ombra di Claudio Lotito.

    Come ricorderete il Bari venne acquistato da una cordata capeggiata dall’ex arbitro Gianluca Paparesta, attuale presidente del club pugliese, quello che rimase tuttavia avvolto nel mistero fu proprio chi ci fosse dietro l’acquisizione in senso reale, non solo figurato. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo e fatto recuperare dalla Guardia di Finanza le carte inerenti proprio l’acquisizione della società, dal momento che l’ex arbitro non sembra avere mai avuto in proprio le capacità finanziarie per acquisire una squadra di calcio. Allora si paventava la possibilità di immissione di capitali derivanti da cordate straniere, russe o turche, di cui non si hanno mai avuto prove e si sono perse le tracce.

    Gianluca Paparesta | Foto Twitter
    Gianluca Paparesta | Foto Twitter

    Cosa c’entrano Dirty Soccer e Lotito con tutto questo? Nell’ambito dell’inchiesta legata alle partite truccate uno degli arrestati recentemente in un’intercettazione telefonica si domanda se Lotitoè proprietario di Lazio, Salernitana, Brescia e Bari” ed ecco che quindi per gli inquirenti le cose potrebbero essere legate, vediamo perché.

    Premesso che come detto Gianluca Paparesta non sembra aver mai posseduto i capitali necessari per acquisire una società di calcio come il Bari ricordiamo che nelle casse della società pugliese vennero immessi cospicui versamenti di denaro, il cui grosso derivava dalla vendita anticipata dei diritti televisivi alla Infront società di consulenza del Milan e molto vicina a Claudio Lotito. Grazie a tutto ciò Paparesta investe poco e accumula un tesoretto niente male per il Bari.

    Andiamo con ordine:

    Il 14 maggio del 2014 Gianluca Paparesta chiude il contratto con la NSA, società laziale che si occupa dell’allestimento della cartellonistica negli stadi, dopo sei giorni versa 150 mila euro presso un conto della Banca Popolare del Mezzogiorno. Nello stesso momento il F.C. Bari trova l’accordo con la HD Power Light, ditta romana che si occupa di facchinaggio e attrezzature cinematografiche, anche questa verserà 200 mila euro. Il 20 maggio Paparesta firma l’accordo per i diritti commerciali con la MP Silva, ente irlandese riconosciuto dalla Lega Calcio per la vendita dei diritti TV all’estero, lo stesso giorno da Dublino arriva un bonifico di 2 milioni e mezzo di euro, il giorno successivo è la volta della Infront Italy che nel giro di tre giorni verserà bonifici per un totale di 3 milioni e 355 mila euro. Poi le carte raccontano di altri tre bonifici della Best Union S.p.a. per la vendita di biglietti per altri 800 mila euro dal 23 al 25 giugno. Il totale combacia con i soldi che sono stati necessari per l’acquisizione della società F.C. Bari.

    Secondo il Registro delle Imprese il F.C. Bari oggi è per il 95% di proprietà di Gianluca Paparesta e per il restante 5% del papà Romeo ed il capitale sociale versato è il minimo di legge (25%).

    Carlo Tavecchio e Claudio Lotito | Foto Twitter
    Carlo Tavecchio e Claudio Lotito | Foto Twitter

    Partendo dal presupposto che al momento non ci sono né indagati né c’è un’ipotesi di reato divulgato dalla Procura ma c’è un’inchiesta diventano fondamentali le date di tutte le operazioni. Il 20 maggio Paparesta si aggiudica per 4,8 milioni il titolo sportivo del club all’asta fallimentare per 4,8 milioni di euro, ha in cassa abbastanza soldi per depositare la cauzione di un milione ma non ha abbastanza fondi per saldare l’operazione. Il 23 maggio dinanzi al Notaio deposita l’assegno di 3 milioni e 800 mila euro per saldare e s’impegna, senza averli in mano, di saldare il debito sportivo del club con la Lega Calcio di circa 3 milioni di euro.

    Questi i dati legati alla società pugliese ed al suo percorso di acquisizione, va da sé che la magistratura farà la considerazione che viene ovvia a chiunque, ovvero nella battaglia per la poltrona della Federcalcio tutte le società legate ad Infront si sono schierate per l’elezione del candidato promosso dal duo Galliani-Lotito. Questo non vuol dire necessariamente che Lotito sia dentro il Bari, potrebbe voler dire che Lotito ha aiutato il Bari per poi avere il suo appoggio in occasione delle elezioni federali. Tuttavia tutto questo rientra nell’intercettazione telefonica ad uno degli arrestati nell’inchiesta Dirty Soccer.

    A far luce in tutto questo è Vittorio Galigani, colui che stava dall’altra parte del telefono con Ercole Di Nicola (D.S. dell’Aquila indagato dalla Procura calabrese) in una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno.

    Di Nicola nell’intercettazione chiede a Galigani “Lui (Lotito) è proprietario di Lazio, Salernitana, Bari e Brescia? la risposta dell’interlocutore è chiara “Lui, con Infront, insieme a Galliani ha preso anche il Brescia. Di Nicola chiude ribadendo “Quindi Lazio, Salernitana, Bari e Brescia“.

    Nell’intervista Galigani, ex dirigente di Taranto e Foggia, chiarisce il suo pensiero legato al coinvolgimento di Lotito nell’affaire Bari:

    “Non è un mistero che spesso si sia collegata la figura di Lotito al Bari. Il presidente della Lazio, nella celebre conversazione con Pino Iodice (dirigente dell’Ischia, nota intercettazione legata ai successi in B di Carpi e Frosinone), afferma di essere riuscito, attraverso Infront, a mettere d’accordo Sky e Mediaset sui diritti televisivi ed è acclarato che Infront sia tra i principali partner commerciali del Bari. Peraltro, pur smentendo un intervento finanziario a supporto dell’acquisizione del club, lo stesso Gianluca Paparesta ha ammesso di chiamare Lotito che, a sua volta ha confermato di essere contattato dal presidente del Bari. La Lazio, inoltre, ha prestato tre giocatori al club biancorosso. In tutto ciò non c’è nulla di illegale, ma ne scaturisce quantomeno uno stretto rapporto tra le società. Si tratta di un’opinione personale, magari sbagliata. Tuttavia, una maggiore chiarezza di comunicazione sull’operazione legata al Bari avrebbe evitato qualsiasi illazione”.

    Si tratta di una vicenda alquanto spinosa che richiama inevitabilmente alla memoria, seppur con motivazioni diverse, l’inchiesta che coinvolse la GEA con Calciopoli, che ci sia un conflitto d’interessi è evidente e la magistratura dovrà far luce proprio all’aspetto legato all’influenza che hanno avuto nella vita societaria la attuale leadership della Federcalcio. Considerando poi il fatto che lo scandalo Dirty Soccer, oltre che coinvolgere la Salernitana (club di Lotito), si lega a tutto ciò con un filo conduttore, la cattiva situazione economica dei club coinvolti.

     

  • Calcioscommesse, scoppia Dirty Soccer

    Calcioscommesse, scoppia Dirty Soccer

    Ci risiamo, si era parlato di rifondazione, di repulisti del calcio ed invece, come ormai siamo abituati a vedere ad ogni fine stagione, ecco nuovamente il caso calcioscommesse a sconquassare l’estate pallonara, questa volta il caos inizia in Lega Pro e in Serie D.

    Sono più di 70 le persone indagate e una cinquantina sono n stato di fermo per una nuova cellula scovata dalla magistratura di Catanzaro nell’inchiesta denominata “Dirty Soccer“. In queste ore le forze dell’ordine stanno effettuando controlli e perquisizioni a tappeto in diverse regioni italiane: Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Liguria, Toscana, Lombardia e Veneto. Una vera e propria colonna vertebrale del calcioscommesse che attraversa tutto lo stivale.

    Nuova indagine calcioscommesse | Foto Web
    Nuova indagine calcioscommesse | Foto Web

    In pratica il filone delle indagini segue due grosse organizzazioni criminali che attraverso la combine delle partite e quindi dei risultati truccati di Lega Pro e della Lega Nazionale Dilettanti avrebbero investito sulle scommesse sia in Italia che all’estero.

    L’inchiesta della Procura di Catanzaro avrebbe individuato una rete capillare di protagonisti, tra allenatori, calciatori, presidenti e dirigenti sportivi, che risultano essere direttamente coinvolti e più di una trentina le società tra cui Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lamezia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas e San Severo. Inoltre nell’inchiesta è accertato l’inserimento di componenti stranieri e di natura mafiosa come alcuni esponenti della cosca Iannazzo, clan della ‘ndrangheta lametina. E’ stata proprio la presenza degli esponenti malavitosi del clan Iannazzo a far scoppiare come un pop corn l’inchiesta, in quanto ad essi e attraverso il legame con essi è stato possibile individuare il dipanarsi della matassa.

    La centralità della maxi operazione appartiene come detto alla Procura di Catanzaro che però è coadiuvata dalle centrali operative sparse nel territorio che aumenteranno il faldone delle indagini, già oggi spesso più di mille pagine, e soprattutto scoveranno altri filoni legati a quello principale fino a far diventare questo grosso inizio un’altra pagina oscura del calcio italiano sul quale le riforme ed il repulisti invocato dal Presidente della F.I.G.C. Tavecchio sembra non aver sortito effetto.

    Per ora l’inchiesta sembra limitata alla Lega Pro ed alla Serie D ma chissà che la tentacolare organizzazione non sia arrivata anche più in alto? Fatti e nomi che eventualmente scopriremo in estate dove come ormai siamo abituati oltre a seguire acquisti e cessioni dei vari team dovremo seguire gli sviluppi dello scandalo di turno.

    Fonte: AGI

  • Rinviato Mauri perde ancora il procuratore Palazzi

    Rinviato Mauri perde ancora il procuratore Palazzi

    Si è ancora una volta deciso di non decidere. Con una sorprendente e per certi versi innovativa decisione la Corte di Giustizia Federale (altro…)

  • Calcioscommesse: Mauri e la Lazio limitano i danni

    Calcioscommesse: Mauri e la Lazio limitano i danni

    La sentenza della Commissione Disciplinare sullo scandalo del Calcioscommesse non delude le aspettative: per Stefano Mauri, capitano della Lazio, solo 6 mesi di squalifica e per il club biancoceleste un’ammenda di 40 mila euro. (altro…)

  • Calcioscommesse: Palazzi chiede 4 anni per Mauri e 6 punti per la Lazio

    Calcioscommesse: Palazzi chiede 4 anni per Mauri e 6 punti per la Lazio

    Sono pesanti le richieste effettuate dal procuratore federale Stefano Palazzi nell’ambito del processo sportivo sul calcioscommesse relativo alle presunte combine di Lazio-Genoa (14 maggio 2011) e Lecce-Lazio (22 maggio 2011). (altro…)

  • Calcioscommesse, scandalo a livello mondiale. Germania protagonista

    Calcioscommesse, scandalo a livello mondiale. Germania protagonista

    Calcioscommesse. Verrebbe da dire: tutto il mondo è paese. Lo scandalo scommesse si allarga in tutto il mondo, con gare truccate pure in Champions League. Questo è quello che è emerso da una recente inchiesta che ha messo in evidenza come le partite vengano venduta in 15 paese europei. I numeri iniziano a far paura, visto che si parla di almeno 380 match sotto la lente d’ingrandimento e circa 450 persone, legato al mondo del calcio, indagate. E se la Germania fa registrare la più alta probabilità di combine, non possono star tranquilli neanche in America, Africa e Asia. “E’ un giorno triste per il calcio”, queste sono state le parole del capo dell’Europol, Wainwright, sconcertato per l’incredibile quantità di gare combinate. E come dargli torto? Un mondo ormai nel pieno circolo vizioso del divin denaro…

    Eppure c’è chi continua a sostenere che solo in Italia regna il calcioscommesse, colpa di una reputazione che ci ha visto protagonisti dei peggiori scandali, ma stavolta, il Bel Paese non è più solo!

    Calcioscommesse, scandalo mondiale... © JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images
    Calcioscommesse, scandalo mondiale… © JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images

    Cifre – Impressionanti i numeri esposti dall’Europol: 380 partite truccate, 450 persone coinvolte, 8 milioni di euro guadagnati e 2 milioni di euro investiti nella corruzione dei vari giocatori, dirigenti e compagnia bella che, calcolatrice alla mano, sono circa 21 mila euro a partita! Probabilmente stiamo parlando del più ampio scandalo di gare combinate, un vero disgusto per gli amanti dello sport vero, quello fatto di sogni, speranze, sacrifici e soprattutto bravura. I match truccati sarebbero stati giocati tra il 2008 e il 2011 (quindi aspettiamoci ulteriori aggiornamenti per l’anno 2012), in Europa, in Africa, in Asia, in Nord e Sud America. Insomma, uno scandalo a livello mondiale.

    Tanta tristezza, soprattutto tanta delusione. Uno sport rovinato dal soldo facile, dalla possibilità di guadagnare tanto e subito. Rovinato da personaggi che hanno poco a che fare con la parola sport! Eppure, la speranza è che questo sport non sia del tutto corrotto…

  • De Laurentiis: “Cambiare Giustizia”. Novità in arrivo?

    De Laurentiis: “Cambiare Giustizia”. Novità in arrivo?

    La sentenza emessa dalla Corte Federale nella giornata di ieri, ha eliminato con un colpo di spugna la condanna del Napoli emessa in primo grado della Disciplinare, con i due punti di penalità e i sei mesi di stop a Grava e Paolo Cannavaro, agendo sulla derubricazione dell’illecito sportivo commesso da Matteo Gianello nella tentata combine di Sampdoria-Napoli del 16 Maggio 2010 e trasformandolo in slealtà sportiva. Una vittoria fondamentale per il  Napoli società, e per la sua stagione che ora proseguirà rinvigorita dall’entusiasmo per una battaglia vinta, ma anche una vittoria personale per il presidente Aurelio De Laurentiis che nella delicata giornata decisiva ha deciso di intervenire personalmente con un’arringa degna di un navigato avvocato difensore, esponendo le proprie ragioni, con un discorso intriso di cuore e lucidità, di fiducia nella giustizia e di delusione per ciò che era stato.

    Le sue parole hanno contribuito in qualche modo ad incanalare la giornata della verità in un senso positivo, in barba a tutte le scaramanzie napoletane connesse al giorno numero 17, così come ha evidenziato anche il legale della società, l’avvocato Grassani che non si è tirato indietro nell’attribuire i meriti al presidente De Laurentiis che, a suo avviso, “è stato determinante”. Ecco perchè, dopo la gioia e la grande soddisfazione, il presidente partenopeo affronta di petto il discorso, andando a toccare dei punti molto importanti e, soprattutto, proiettandosi al futuro, ai necessari cambiamenti del sistema di Giustizia.

    Secondo De Laurentiis, dunque, il ribaltamento in secondo grado della sentenza della Disciplinare è stata una vittoria, ma “non solo per il Napoli, ma per tutto il calcio italiano, perchè è come se ci fossimo svegliati dopo vent’anni”. Lo spirito innovatore e riformatore di De Laurentiis, poi, prosegue con la riflessione sulla necessità di cambiamento, in particolar modo connessa al fantasma della “responsabilità oggettiva” dei club, quello spettro cui erano legati i due punti di penalizzazione iniziali: “non va eliminata, ma modificata”.

    De Laurentiis: "Riformare la Giustizia" | © Giuseppe Bellini/Getty Images
    De Laurentiis: “Riformare la Giustizia” | © Giuseppe Bellini/Getty Images

     

    Per intervenire in maniera seria e decisa, però, non basta che il cambiamento riguardi soltanto il mondo calcistico italiano, ma si renderà necessario – secondo De Laurentiis – un pool tra governi europei, al fine di studiare le misure necessarie a combattere la problematica calcioscommesse che, periodicamente, ha gravato pesantemente sull’immagine di questo sport minandone la credibilità, come un “cancro”.

    Un cancro difficile da estirpare, ma che potrebbe riservare nella sua inchiesta qualche altra sorpresa o, meglio, qualche clamoroso colpo di scena, almeno stando alle dichiarazioni, velate dal mistero e dal riserbo, rilasciate nel corso di una conferenza stampa dell’Interpol (proprio sull’argomento “Calcioscommesse il lato oscuro del bel gioco”) in corso alla Scuola Superiore di Polizia di Roma, dal capo della Polizia Antonio Manganelli: “Non vi dico cosa prevedo accadrà nei prossimi giorni sul fronte calcioscommesse, altrimenti sarà la notizia di domani e oscurerà questa conferenza”.

    Non è ancora dato sapere di quali grandi “novità” si tratti, ma è plausibile ipotizzare che siano in arrivo clamorosi sviluppi dalla procure che lavorano all’inchiesta calcioscommesse. Risvolti che, dunque, lasciano in attesa di comprendere meglio cosa accadrà, e cosa dovrà essere fatto per debellare quel “cancro” calcioscommesse che, come ha precisato il segretario generale dell’Interpol Ronald K. Noble, “possiede introiti paragonabili ad una società come la Coca Cola“.

  • Napoli, attesa per il ricorso alla Corte Federale

    Napoli, attesa per il ricorso alla Corte Federale

    Il destino del Napoli e della sua classifica in chiave lotta-scudetto passa anche dalla decisione odierna della Corte federale in merito al ricorso presentato dal club partenopeo, al quale sono stati attribuiti in primo grado dalla Disciplinare due punti di penalizzazione in classifica legati all’inchiesta Calcioscommesse, oltre alle squalifiche di sei mesi per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, a seguito del caso tentata combine da parte dell’ex portiere Matteo Gianello in Sampdoria-Napoli del 16 Maggio 2010, in cui Cannavaro e Grava “opposero uno sdegnato rifiuto” alla proposta dell’allora terzo portiere azzurro. Ciò che viene imputato loro è, come noto, l’omessa denuncia mentre al Napoli si è attribuita la penalizzazione per responsabilità oggettiva.

    A partire dalle ore 10,30 di questa mattina, in un hotel romano alle porte di Via Veneto, la difesa del Napoli chiederà alla Corte Federale di cancellare la “zavorra” dei due punti di penalità: vi sarà una diretta partecipazione da parte del presidente Aurelio De Laurentiis che con tutta probabilità chiederà di prendere la parola per esporre le sue ragioni, mostrandosi in prima persona proprio a tutela del suo club, insieme ai legali Virgilio D’Antonio, Antonio e Mattia Grassani che nelle scorse ore hanno ostentato fiducia in merito ad una conclusione “favorevole” al Napoli: “Confuteremo dalla base la sanzione che sta determinando conseguenze devastanti per la società”.

    Napoli, si decide per il ricorso alla Corte federale | ©  Maurizio Lagana/Getty Images
    Napoli, si decide per il ricorso alla Corte federale | © Maurizio Lagana/Getty Images

    A ben vedere in termini di giurisprudenza sportiva, però, sembra che le possibilità di un accoglimento del ricorso degli azzurri non siano molte, considerando che in tali casi i precedenti assumono una grande rilevanza. E, dunque, proprio tali precedenti non fanno ben sperare perchè, negli altri casi, quando la società coinvolta per responsabilità oggettiva era coinvolta per un solo match “incriminato”, le sono sempre stati attribuiti due punti di penalizzazione in classifica e, dunque, allo stato dei fatti sembra non vi sia ragione fondata per un diverso orientamento. Un aiuto “importante”, però, potrebbe venire proprio dall’intervento del legale di Gianello, che chiederà alla Corte federale la derubricazione del reato dell’ex portiere napoletano, da illecito sportivo a slealtà sportiva e, di conseguenza, modificando la caratterizzazione giuridica del reato, ne deriverebbe ovviamente un alleggerimento in termini di “pena” sia per il Napoli che per Cannavaro e Grava. Le possibilità che ciò accada, però, non sono molte e, in caso di conferma della sentenza di primo grado anche da parte della Corte federale, il Napoli ha già deciso di ricorrere anche al terzo e ultimo grado di giudizio, il Tnas.

    Se, dunque, nel caso della responsabilità oggettiva del Napoli sembrano esservi poche speranze di cambiare la decisione presa in primo grado, ci potrebbe essere qualche margine di ottimismo in più per le posizioni di Grava e Paolo Cannavaro, per le quali i loro legali hanno presentato ricorso dopo i sei mesi di squalifica comminatigli dalla Disciplinare in primo grado: sembra vi sia qualche possibilità che la squalifica venga ridotta a tre mesi.

    La decisione verrà , comunque, presa in tempo brevi e già nella giornata di oggi potrebbe essere resa nota considerando che i giudici di secondo grado hanno la possibilità di rendere nota la sentenza con il solo dispositivo in attesa. Pertanto, seguiranno aggiornamenti.

  • Calcioscommesse, 27 calciatori indagati a Bari

    Calcioscommesse, 27 calciatori indagati a Bari

    La procura di Bari ha emesso in queste ore tre diversi avvisi di conclusione delle indagini a carico di 36 persone coinvolte nell’inchiesta Calcioscommesse, fra cui compaiono ben 27 calciatori (sia attualmente in attività che non più, ndr), cui si contesta il reato di “concorso in frode sportiva”. Nel primo di questi avvisi, rivolto a 27 calciatori, si contesta loro tale reato nelle gare di serie B “truccate”: Bari-Treviso e Salernitana-Bari, rispettivamente del Maggio 2008 e del Maggio 2009, che i pugliesi decisero di “vendere” in cambio di denaro. Nel caso di Bari-Treviso, dieci calciatori baresi avrebbero incassato 70 mila euro al fine di concludere il risultato con il punteggio di 0-1 e, in quel caso, fu lo stesso calciatore trevigiano Willian Pianu a consegnare la somma pattuita ai colleghi baresi che, secondo l’accusa, sarebbero Ivan Rajcic, Vincenzo Santoruvo, Davide Lanzafame, Jean Francois Gillet, Marco Esposito, Nicola Belmonte, Nicola Strambelli, Massimo Bonanni, Massimo Ganci e Vitangelo Spadavecchia.

    Per Salernitana-Bari, invece, la somma offerta sarebbe stata di 150 mila euro, nei confronti di sedici calciatori del Bari (Andrea Masiello, Cristian Stellini, Davide Lanzafame, Vitali Kutuzov, Marco Esposito, Nicola Santoni, Alessandro Parisi, Daniele De Vezze, Gianluca Galasso, Simone Bonomi, Francesco Caputo, Jean Francois Gillet (oggi portiere del Torino), Corrado Mario Colombo, Raffaele Bianco, Mark Edusei e Stefano Guberti) e di Angelo Iacovelli, faccendiere della società pugliese che avrebbe avuto il ruolo di promuovere la frode e, poi, di incassare la somma complessiva e distribuirla: in tal caso, dunque, ad ognuno degli uomini coinvolti sarebbero andati 7 mila euro per concludere il match con la vittoria della Salernitana.

    Calcioscommesse, 27 calciatori indagati da Procura di Bari | © Giuseppe Bellini/Getty Images
    Calcioscommesse, 27 calciatori indagati da Procura di Bari | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Nel secondo avviso legato alla conclusione delle indagini sul Calcioscommesse, invece, si fa riferimento alla frode sportiva per le combine di Bari-Sampdoria di Aprile 2011 e di Palermo-Bari del Maggio 2011, due match che il Bari perse e per i quali secondo la procura i calciatori giallorossi indagati incassarono ben 140 mila euro. In particolare, per Palermo-Bari i nomi “caldi” sono Marco Rossi, Alessandro Parisi e Simone Bentivoglio che ricevettero la somma di 30 mila euro ciascuno in cambio della combine che prevedeva che il match dovesse finire con la vittoria del Palermo e con almeno tre reti complessive della gara: detto, fatto e l’accordo venne rispettato e la gara terminò proprio 2-1 per i rosanero siciliani. La combine venne effettuata anche con la collaborazione del “mediatore” Andrea Masiello, il quale ha deciso di patteggiare, ritenuto l’anello di congiunzione tra gli ex calciatori baresi e Hristian Ilievski ed altre persone dell’organizzazione rimaste, per ora, ancora ignote.

    Invece, nel caso di Bari-Sampdoria la combine si sviluppò con l’intervento del calciatore doriano Stefano Guberti che propose al barese Andrea Masiello la cifra di 50 mila euro da dividere con gli altri baresi partecipanti alla gara al fine di assicurarsi la vittoria della Sampdoria, circostanza che, poi, avvenne con il punteggio di 0-1 per i genovesi.

    Nel terzo avviso a chiusura dell’inchiesta Calcioscommesse, invece, si contesta il concorso per violenza privata nei confronti di tre capi ultras baresi – arrestati il 10 Maggio 2012 – i quali ebbero un ruolo attivo nell’effettuare una pressione psicologica ed, appunto, anche violenza fisica finalizzata a indurre i calciatori Baresi a perdere le ultime due gare del campionato 2010-2o11, contro il Cesena in trasferta e contro la Sampdoria in casa. Inoltre, agli stessi capi ultras viene attribuita anche la responsabilità per l’aggressione ad un calciatore del Bari intento a sottoporsi al controllo anti-doping, avvnuta subito dopo il match Bari-Chievo disputato il 20 Marzo 2011.

  • Il weekend nero di Paolo Cannavaro, Napoli ko e ansia sentenza

    Il weekend nero di Paolo Cannavaro, Napoli ko e ansia sentenza

    Per il Napoli e per il suo capitano Paolo Cannavaro  la vigilia di Napoli-Bologna non può essere stata delle più serene, considerando l’attesa per la sentenza del filone partenopeo di scommessopoli, legato alla tentata combine di Sampdoria-Napoli del 2010 promossa da Matteo Gianello, ex portiere azzurro, ma rifiutata con sdegno da Paolo Cannavaro e Grava. Ciò che, però, rischia di compromettere la stagione dei due – con una squalifica che verrà formalizzata oggi e che sembra probabile sarà di sei mesi – è l’omessa denuncia del loro compagno di squadra.

    Una vicenda che avrà turbato di certo i due, ed in particolare il capitano azzurro, legato in maniera più che viscerale alla squadra, la sua squadra, la sua città. Paolo Cannavaro appare come un ragazzo pacato ed equilibrato, cresciuto con l’esempio di un fratello più famoso che ha preso il volo ben presto: lui, invece, ha deciso di restare, di credere nel progetto partenopeo e di diventarne il simbolo, con la fascia al braccio. Una vicenda simile, per un ragazzo di profondi valori e principi come Paolo Cannavaro può essere devastante, perlomeno nell’animo, anche se all’esterno si cerca di far trapelare il meno possibile, forse anche per non turbare l’intero ambiente con i propri crucci: capitan Cannavaro conosce bene la piazza e sa che ogni emozione, positiva o negativa che sia, verrebbe amplificata e, pertanto, ha deciso di non esternare nulla sul proprio stato d’animo, nell’attesa di conoscere quale dovrà essere il suo destino.

    Paolo Cannavaro, ansia per la sentenza calcioscommesse | ©  Ed Jones/AFP/GettyImages
    Paolo Cannavaro, ansia per la sentenza calcioscommesse | © Ed Jones/AFP/GettyImages

    L’unica voce libera di esprimere, in maniera mediata, le sue sensazioni è quella del suo legale Luciano Ruggiero Malagnini che non ha perso occasione per criticare anche aspramente l’operato del procuratore federale Stefano Palazzi che ha “calcato la mano con i tesserati e punisce poco le società, un aspetto che secondo i codici non è giusto”. Come lo stesso avvocato Malagnini ha precisato, il target minimo di squalifica in questi casi è di sei mesi, mentre il massimo fino ad un anno ma l’aspetto assolutamente insolito nella questione è che per la responsabilità oggettiva della società Napoli il procuratore federale ha proposto un punto di penalità, mentre la Disciplinare sembra orientata verso i due punti anche se “la regola dice che bisognerebbe partire da tre”.

    In questo clima di attesa e di tensione, la partita di ieri in posticipo tra Napoli e Bologna ha mostrato in maniera molto nitida lo stato d’animo degli uomini di Walter Mazzarri. La testa non era libera, la concentrazione non era massima: solo così è possibile spiegare una sconfitta interna per 2-3 maturata in maniera tanto rocambolesca. Prima il vantaggio bolognese, poi il pari e la rimonta napoletana, e poi il nuovo pari del Bologna con euro-gol in sforbiciata di Konè ed il nuovo vantaggio definitivo dei rossoblu, con Daniele Portanova al rientro dopo aver scontato quattro mesi di squalifica per omessa denuncia.

    Una sorta di scherzo beffardo per Paolo Cannavaro, una coincidenza amara che può essere considerata un modo per ricordargli che oggi conoscerà il suo destino, un risultato che per la squadra significa prima sconfitta casalinga e secondo ko di fila, oltre che veder allontanarsi la vetta della classifica che, con la penalità eventuale, potrebbe divenire ancora più distante.

    L’attesa snervante, perlomeno, è finita: oggi la sentenza sgombererà il campo dai dubbi.