La lettera di Diego Della Valle invitava, forse un pò provocatoriamente, Massimo Moratti ad un confronto con gli altri presidenti per chiarire ciò che avvenne nel 2006 e metter su questa triste vicenda del calcio italiano sotto una pietra tombale. Già ieri sera arrivarono indiscrezioni di un Moratti fortamente adirato per il nuovo attacco del patron della Fiorentina e dalle sue parole quest’oggi si evince che è stato proprio indigesto. “Non vedo proprio che tipo di giustificazioni debba dare perché penso ancora che quanto accaduto allora sia contro di noi. E non voglio giudicare il tono che non mi è piaciuto per niente. Si siederanno loro attorno ad un tavolo, per una rimpatriata, io sarei noiosissimo”. Moratti in questo modo tende a rimarcare la differenza tra chi fu coinvolto e penalizzato nel 2006 con la sua Inter che a suo dire allora come adesso è parte lesa. In realtà, forse, un faccia a faccia chiarificatore sarebbe opportuno ancor prima che il tribunale di Napoli emetta sentenza, sentenza che potrebbe cambiare ulteriormente le carte in tavola. In attesa che altri presidenti commentino la lettera di Della Valle ha emesso parere favorele l’attuale presidente viola Cognini “Ho trovato il suo intervento scontato e necessario. Ribadisco, tante società sono state coinvolte e solo alcune hanno pagato. E’ giusto in questa fase storica fare chiarezza. Ci sembra strano che a suo tempo le indagini sono state costruite solo su una parte delle intercettazioni. Ci chiediamo perché da vittime siamo passati a carnefici? Perché è stato fatto un processo in maniera contorta? Adesso la situazione sembra molto più chiara. Perché non sedersi ad un tavolo oggi con le società coinvolte per fare una volta per tutte chiarezza?”.
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Calciopoli, Della Valle chiama in causa Moratti
Il patron della Fiorentina Diego Della Valle dopo la decisione del Consiglio Federale di non prender posizione sul secondo filone dell’inchiesta a Calciopoli e valutare il coinvolgimento dell’Inter, torna ad invocare un tavolo chiarificatore.
Dopo l’invito ad Auricchio l’invito questa volta è esteso direttamente a Massimo Moratti. Della Valle esorta il patron dell’Inter ad accettare l’invito e a spiegare la sua posizione sullo scandalo Calciopoli e sulla disparità di trattamento su società apparentemente allo stesso modo coinvolte.
“Sarebbe per me, e non solo per me – spiega il patron della Fiorentina – sicuramente importante sapere cosa Moratti pensa di quello che abbiamo dovuto subire ingiustamente. Tutto questo servirebbe a riportare tranquillità ad alcune tifoserie e soprattutto a dare fiducia alla gente, dimostrando che i valori veri esistono ancora e che nessuna ambiguità o ipocrisia li può cambiare. Spero che Moratti non perda questa occasione perchè non è in discussione la reputazione di una società seria come l’Inter, che nulla c’entra con il comportamento degli individui, ma è in discussione la sua reputazione personale. Si parla spesso di voler rifondare il calcio riportandolo ai valori veri dello sport; questa potrebbe essere per noi due l’occasione di dare un ottimo contributo a questo obiettivo”.Nel pomeriggio intanto a prender la parole sull’ormai famigerato scudetto 2006 è stata Milly Moratti, moglie di Massimo, definendo un mostro giuridico il coinvolgimento di Giacinto Facchetti nell’inchiesta Calciopoli “un mostro giuridico trattare una questione che vede protagonista chi non può spiegare quello che è successo. E sottolineo spiegare, anziché difendersi, perché Giacinto Facchetti non ha fatto nulla per cui difendersi -e continua – ricordo ancora quello che è avvenuto in passato – ha proseguito – ricordo l’atterramento di Ronaldo e tanto altro. Quello è stato un periodo terribile per il calcio e terribilissimo per noi”
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Scudetto 2006, Abete non decide ma bacchetta l’Inter
Decisione ampiamente annunciata il COnsiglio Federale decide di farsi legare le mani dagli avvocati e decide di non decidere demandando ad altri l’onere di una decisione fondamentale per ridare dignità e credebilità ad un sistema che stenta a mantenersi in piedi. Se il maggior organo del calcio non si prende il diritto di decidere di una materia cosi calda e scottante che senso ha averlo? Che senso ha avere un presidente federale come Giancarlo Abete? Un presidente che lascia decidere la prescrizione al procuratore federale, che si lascia consigliare da un pool di avvocati non arrogandosi nessuna decisione?
L’apoteosi il presidente Abete l’ha poi compiuta al momento della conferenza stampa spiegando i motivi percui non è potuto intervenire lanciando però una stoccata all’Inter per non aver rinunciato alla prescrizione o ancor meglio per non aver deciso di riconsegnare lo scudetto. Come dire, io non lo faccio ma se lo fate voi… siamo tutti più contenti.
“Si è deciso di rispettare le regole e dato che la Figc non può andare a fare una valutazione di merito nell’impossibilità di intervenire giuridicamente, anche in presenza di una titolarità, la posizione del presidente federale, contenuta nella relazione politica e condivisa all’unanimità da tutto il Consiglio federale, non ci sarebbe stata la proposta di revoca dello scudetto all’Inter. Anche se ci fosse stato un atto amministrativo a monte, la proposta del presidente federale sarebbe stata la non revoca dello scudetto”.“Mi sarei augurato una rinuncia della prescizione da parte dell’Inter – ha dichiarato ancora – L’etica non è mai andata in presrizione. Noi ci siamo attenuti alle regole vigenti. Se le norme sono tali da non soddisfare qualcuno ci può stare. Comprendo la complessità delle situazioni e l’importanza delle tifoserie”. Nessuna preoccupazione infine da parte della Figc per eventuali ricorsi della Juventus. “Non credo che la strada dei tribunali sia la scelta migliore, ma la rispetto. La credibilità del sistema è legata al rispetto delle regole”.
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Scudetto 2006, Agnelli promette battaglia
La decisione del Consiglio Federale di attenersi al parere legale non ha stupito troppo gli ambienti bianconeri che come ampiamente anticipato questa sera hanno confermato la loro ferma intenzioni di continuare la battaglia contro la disparità di trattamento subita nel 2006.
Come oramai capita spesso il presidente Agnelli ha lasciato il suo sfogo in un comunitato ufficiale apparso sul sito del club nel quale preannuncia il ricorso ad ogni organo preposto per tutelare il nome della Juventus e dei suoi tifosi. Ecco il comunicato:
“L’esito dell’odierno Consiglio Federale conferma la completa disparità di trattamento per situazioni analoghe. L’esposto presentato 14 mesi fa dalla Juventus ha permesso un approfondimento, al quale purtroppo non ha fatto seguito nessuna assunzione di responsabilità da parte degli organismi sportivi, che anzi si sono spogliati del loro ruolo politico di governo. È del tutto evidente che, a tutela dei suoi milioni di tifosi, dei suoi azionisti e dei suoi dipendenti, la Juventus debba proseguire nel doveroso accertamento dei fatti e nella ricerca della parità di trattamento. La società ha pertanto dato mandato ai suoi legali di individuare i migliori strumenti di tutela presso la giustizia amministrativa e internazionale. Parallelamente il management e i legali stanno procedendo alla valutazione dei danni economici che tali comportamenti possano aver cagionato. Dal momento che la decisione odierna è lontana dall’aver ristabilito equità e giustizia, la Juventus intende far valere in ogni sede competente le norme internazionalmente applicabilli” -
Lo scudetto resta all’Inter, 2 astenuti, 1 contrario e un grande assente
Il fatidico Consiglio Federale è arrivato e come spesso succede in Italia la decisione era ampiamente annunciata. Abete e soci hanno deciso di non decidere attenendosi al parere dei legali lasciando lo scudetto sulla bacheca dell’Inter in quanto non competenti.
Come abbiamo più volte modo di scrivere in molti si sono trovati in disaccordo con la decisione dei legali sostenendo i pieni poteri del Consiglio Federale e del suo presidente Abete di decidere e nel caso revocare come a suo tempo fece Guido Rossi.
In attesa della conferenza stampa di Abete prevista per le 17:30 le indiscrezioni che arrivano parlano di una decisione presa quasi all’unanimità con un solo voto contrario e due astenuti (Abodi e Lotito).
La notizia che onestamente ci lascia ancora più perplessi è l’assenza di Maurizio Beretta presidente di quel campionato che rischia di ricadere nello scandalo. Beretta da tempo svolge il doppio ruolo in Unicredit e in Lega Calcio.
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Scudetto 2006, domani si decide. Stankovic si defila, il Brescia protesta
Il fatidico 18 di Luglio sta per arrivare, domani il Consiglio Federale dovrà emettere il suo giudizio al lavoro svolto dal procuratore federale Stefano Palazzi decretando la revoca o la “non revoca” del titolo assegnato da Guido Rossi nel 2006.
Il parere legale richiesto da Abete agli avvocati delle Federazione blocca in qualche modo le mani ai rappresentanti del Consiglio non avendo, a loro dire, possibilità di intervenire in tal senso. In realtà altri molti esperti di diritto da Sandulli fino al prof. Lubrano hanno criticato aspramente la volontà di non decidere del consiglio in quanto fu proprio Guido Rossi, presidente straordinario, ad assegnarlo.
Nel mondo del calcio intanto i personaggi si dividono, ad Abbiati che rivendica quello scudetto ha risposto nei giorni scorsi Zanetti, ieri invece è toccato a Dejan Stankovic anche se il veterano nerazzurro pur dicendosi felice delle indiscrezioni che vogliono lo scudetto resti all’Inter non ha dato un parere personale Non ci penso. “È una questione fuori dalla nostra portata. È qualcosa di cui si devono occupare presidenti e giudici. Neanche lo so, perché non me ne intendo… È uscita una notizia secondo la quale lo scudetto resta a noi, quello che c’è dietro non mi interessa”
Chi critica fortemente l’operato di Palazzi, accodandosi alla protesta di Moratti, è il Brescia che attraverso il proprio legale ha fatto pervenire all’Alta Corte una memoria di 42 pagine nella quale accusa il procuratore federale di un sostanziale abuso di potere avendo continuato indagini “prescritte”. L’avvocato Catalanotti, chiede oltretutto che venga cambiata la dicitura del lavoro di Palazzi non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte» sia cambiata in «perché i fatti segnalati (…) ove anche costituissero condotte disciplinarmente rilevanti, sono prescritti».(da corriere.it)
In tal modo si eliminerebbe ogni macchia dall’operato di chi per causa ancora misteriose non è finito tra gli indagati della prima sentenza di Calciopoli. Il Brescia mira di fatto a togliere ogni coinvolgimento (Palazzi accusa il comportmento di Gorvenato) in modo da poter avere maggior credibilità nel processo a Napoli dove i lombardi sono di scena come parte civile ed hanno presentato richiesta danni.
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Agnelli avvisa Abete “vi porto in tribunale”
La Juve non ci sta e dopo l’esposto di un anno fa, ribadisce attraverso le parole del suo stesso presidente la presa di posizione contro la Lega Calcio chiedendo ancora una volta risposte sulle disparità di trattamento subite 5 anni fa nella sentenza a Calciopoli. Come abbiamo avuto più volte modo di scrivere i legali interpellati da Abete hanno praticamente bloccato le mani al presidente e al Consiglio lanciando l’ennesimo paracadute ad un sistema che difficilmente decide di prender posizione. La sensazione che dal Consiglio Federale di lunedì uscirà l’ennesimo papocchio che scontenterà tutti ha fatto prender ancora una volta la parola al presidente Agnelli che dagli USA ha preannunciato nuove azione per tutelare l’immagine della Juve e ridare credibilità ad un sistema piuttosto che alle persone, riferendosi anche senza nominarlo a Giacinto Facchetti. Vi riportiamo le parole di ANdrea Agnelli tratte dal sito ufficiale. “La Fiorentina e i suoi principali azionisti hanno correttamente sottolineato la disparità di trattamento subita da alcune società calcistiche nel 2006. Una disparità che rischia di perpetuarsi se le indiscrezioni di questi giorni dovessero essere confermate da Consiglio Federale di lunedì 18. Il dialogo tra gli attori principali del mondo del calcio è certamente auspicabile, ma le condizioni di parità tra questi soggetti devono ancora essere garantite, anzi ristabilite, dopo 5 anni di doppiopesismo. Ribadisco che ogni azione legale sarà esperita a tutela della Juventus, se l’ordinamento sportivo dimostrerà di non essere in grado di garantire ai suoi membri pari dignità ed eguale trattamento. Questo non è il tempo della burocrazia, questo è il momento della sostanza. Il dialogo potrà stabilirsi solamente quando queste condizioni saranno garantite. Qui non è in gioco l’onorabilità delle persone, che in taluni casi non sono in condizione di argomentare, qui è in gioco la credibilità del sistema”
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Scudetto 2006, Consiglio “non competente” o “incompetente”
Le indiscrezioni dei giorni scorsi trovano conferme dal pre consiglio convocato dal presidente Abete quest’oggi, i legali della Figc impediscono di fatto al Consiglio Federale di intervenire in merito allo scudetto del 2006 in quanto Guido Rossi non assegnò il titolo all’Inter con un atto formale ma solo attraverso la pubblicazione di un comunicato stampa. Il parere di Abete e del Consiglio lunedi sarà solo politico e stando sempre alle indiscrezioni sarà solo un ammonimento etico per il patron Moratti e l’Inter che di fatto però non cambierà le carte in tavola scontentando sia i nerazzurri offesi moralmente che la Juventus e Fiorentina, ma anche altri tifosi, che si aspettavano finalmente un decisione sostanziale e definitiva piuttosto che un mero ricorso a cavilli e leggi che non fanno altro che alimentare nuove e adesso condivisibili polemiche. Il nostro blog è una voce piccola ma lanciamo un sasso. Proponiamo 5 perchè sperando che i diretti interessati prima o poi ci diano una risposta. Perchè Moratti non rinuncia alla prescrizione? Perchè Auricchio omise questa parte consistente di intercettazioni? Narducci e Beatrice conoscevano queste intercettazioni? Perchè Guido Rossi assegnò lo scudetto anche se non formalmente? Perchè la Figc ha aspettato la prescrizione?
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Lo scudo resta all’Inter
Il timore di Andrea Agnelli (“si decida di non decidere”) con il passare delle ore sembra trovare conferme dalla indiscrezioni che circolano intorno alla decisione che prenderà alla Lega Calcio. Il consiglio convocato da Abete per una pre riunione pare non possa intervenire se non ammonendo il comportamento dell’Inter e criticando (forse) il lavoro di Guido Rossi per mero cavillo burocratico. Lo scudetto del 2006, quello della discordia, non potrà esser tolto ai nerazzurri perchè non assegnato formalmente, Guido Rossi infatti prima di tornare a scaldare la poltrona in Telecom si limitò ad emettere un comunicato stampa con la nuova classifica di serie A dopo le penalizzazioni di Inter, Milan, Lazio, Fiorentina e Reggina. A questo punto l’esposto della Juventus, il reclamo della Fiorentina troveranno risposta solo un richiamo “etico” ai nerazzurri da parte di Abete e del Consiglio Federale. Al pari però sale la convinzione che di Calciopoli, qualunque sia la decisione, si continuerà a parlare a lungo. Una soluzione ci sarebbe, ma Moratti sembra non volerne sentire….
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Calciopoli i Della Valle in tackle su Auricchio
Quando iniziarano ad uscire le intercettazione che rigurdavano l’Inter in molti, forse, non diedero credito al lavoro dei periti di Luciano Moggi o forse prima di prender posizione aspettavano di aver un parere ufficiale. Il lavoro del Procuratore Federale Stefano Palazzi ha di fatto alzato la cappa fumosa che aleggiava in questi anni su Calciopoli e adesso un pò tutti sono a chiedere perchè cinque anni fa si tenne fuori una parte consistente delle intercettazioni. A porsi la domanda è anche la Fiorentina, una delle “protagoniste” della prima sentenza che alla luce dei nuovi fatti chiede con un deciso comunicato la verità su quello che è stato definito il più grande scandalo dello sport europeo. “Va fatta subito chiarezza su quanto è successo nell’estate del 2006 – si legge sul comunicato apparso sul sito ufficiale – anche alla luce delle novità emerse dal processo di Napoli e dal supplemento di indagine svolto dal procuratore federale, dottor Palazzi. E’ necessario che venga spiegato a tutti perché migliaia di telefonate, utili nel loro insieme a precisare il quadro della situazione, siano state accantonate dagli inquirenti, in particolare dal colonnello Auricchio, titolare dell’indagine”. La stoccata ad Auricchio “L’ACF Fiorentina chiede con determinazione che il colonnello Auricchio, principale responsabile delle lacune e delle distorsioni emerse, spieghi immediatamente perché allora vennero prese certe decisioni e chi era al corrente delle decisioni prese. E in particolare perché venne selezionato il materiale probatorio a disposizione, ignorandone una parte consistente e rinunciando ad altri approfondimenti possibili e opportuni. E’ fondamentale anche sapere se i Pm Beatrice e Narducci fossero tenuti all’oscuro delle intercettazioni arbitrariamente considerate irrilevanti. E se i responsabili di allora del funzionamento della Federcalcio, il commissario straordinario Guido Rossi e gli organi di giustizia sportiva da lui nominati, fossero informati di una trasmissione solo parziale degli atti messi a loro disposizione”. La proposta. “L’ACF Fiorentina propone che, una volta ottenute queste spiegazioni, i presidenti di tutte le società interessate, direttamente o indirettamente, si siedano intorno a un tavolo, si confrontino a viso aperto e chiudano definitivamente questa questione con chiarezza e onestà reciproca e prima dell’inizio della prossima stagione sportiva”. Carabiniere pentito pronto ad incastrare Auricchio