Era praticamente annunciato sin dalla decisione del Consiglio Federale ma adesso è ufficiale. Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini continuano la loro battaglia contro la Figc e la radiazione prensentando ricorso all’Alta Corte di Giustizia. A darne l’ufficialità è prorpio l’ente attraverso un comunicato:
“Moggi, Giraudo e Mazzini hanno presentato ricorso contro la FIGC avverso la decisione emessa dalla Corte di Giustizia Federale della FIGC il 9 luglio 2011 che ha confermato la decisione emessa dalla Commissione Nazionale Disciplinare della FIGC, con cui e’ stata inflitta la sanzione della preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC nei confronti dei suddetti soggetti”.
Gli ex dirigenti bianconeri e il dirigente federale continuano la loro battaglia sicuri di poter stabilire la loro verità e sono disposti ad arrivare fino a Stasburgo per dimostrare che la radiazione comminatagli non è regolamentare ma un abuso di potere.
Da qualche settimana in rete in forum e i blog sportivi avevano iniziato ad anticipare delle indiscrezioni riguardanti un nuovo scoop sull’inchiesta a Calciopoli, in molti l’hanno definitata “una bomba” che avrebbe messo ancora di più con le spalle al muro chi 5 anni decise di riscrivere a tavolino la storia del calcio italiano, penalizzando la Juventus principalmente e Milan, Lazio, Fiorentina e Reggina.
Ieri mattina Tuttosport ha pubblicato in esclusiva un dossier che da una parte ci rassicura come popolo italiano in quanto i carabinieri che curarano le intercettazioni fecere al meglio il loro dovere segnalando e trascrivendo tutte quelle compromettenti non tenendo conto della squadra di provenienza.
Allo stesso modo quello che inquieta e rende ancora più turbolento lo scandalo è la mano occulta che decise di sabotare il lavoro degli inquirenti togliendo una parte delle intercettazioni, il 5-4-4 di Facchetti per intenderci o il passa da Moratti per il regalo ma anche quelle riguardanti Meani, Campedelli, Governato, Cipollini, Spinelli, Corsi, Foschi.
Le intercettazioni rilevanti venivano trascritte dai carabienieri e venivano divise attraverso l’utilizzo di tre “baffi” rossi per quelle molto rilevanti, due bassi gialli per quelle rilevanti ed uno verde per quelle poco rilevanti.
Il quotidiano piemontese chiude con una doppia intervista a Nicola Penta e all’avvocato Prioreschi. Il primo è il perito di punta dello staff di Luciano Moggi e l’uomo che grazie al suo lavoro è riuscito a riaprire un caso per molti chiuso, “Sono telefonate che erano state contrassegnate ma non sono state date ai Pm. Erano rilevanti quanto quelle di Moggi”.
Il legale che già diede un duro colpo alla tesi dell’accusa sconfessando e fancedo contraddire Auricchio adesso preannuncia una diffida per far definitiva luce sulla vicenda chiamando in causa il colonnello. Chi ha selezionato le intercettazioni? Perchè è stato fatto? Chi si voleva avvantaggiare? Forse non avremo mai una risposta a queste domande ma a sensazione presto il vecchio scandalo lascerà spazio ad un piu grosso e per certi versi ancora più disgustoso.
Andrea Agnelli sceglie la prestigiosa vetrina del New York Times per continuare la sua crociata contro i misteri dell’inchiesta a Calciopoli che nella sentenza del 2006 tolse due titoli alla Juventus e la costrinse a ripartire dalla serie B.
“Gli scudetti sono 29 e non 27. Vogliamo tornare in possesso dei titoli preferibilmente attraverso la struttura della lega, ma, se necessario, attraverso i tribunali”.
Com’era prevedibile dunque la Juventus percorrerà ogni strada utile a far chiarezza e stabile se nel 2006 ci fu disparità di trattamento alla luce delle nuove incertazzioni portati alla luce dai periti della difesa. Dobbiamo essere certi che vi sia stato pari trattamento per tutti.
L’intervista passa poi allo stadio e agli obiettivi che la Juve pensa di riuscire a raggiungere dal suo sfruttamento “È un punto d’orgoglio essere i primi proprietari privati di una struttura completamente moderna per ospitare le partite ed essere aperta sette giorni su sette per scopi “.
“D’altra parte, i nostri concorrenti sono i club internazionali, e questo è un elemento che ci permette di colmare una lacuna importante come fonte di entrata”.
I bianconeri a New York per la tournee a stelle e strisce nella notte hanno superato il Club Nacional grazie ad una bella rete di Pasquato. (video highlights)
Dopo la relazione di Palazzi la famiglia Facchetti pur covando rabbia e delusione per l’inserimento di Giacinto nello scandalo intaccandone l’immagine aveva deciso di chiudersi nel più totale silenzio evitando di commentare. Oggi però Barbara Facchetti impegnata nel ritirare un premio in memoria del padre non ha resistito e con forza ha ribadito la volontà della famiglia di tutelare l’immagine do uomo ancor prima di sportivo del proprio caro.
“Come famiglia in questi anni, abbiamo fatto tutto il necessario per vigilare sulle strumentalizzazioni intorno alla sua figura. Non arretreremo di un passo, continueremo a farlo con forza, con la lucidità e il sorriso che ci ha lasciato in eredità”.
Le indiscrezioni che girano intorno al turbolento vortice inscenato dal nuovo filone dell’inchiesta parlano di qualche frizione tra la famiglia Facchetti e l’Inter proprio per la volontà di quest’ultima di non tenere a dimostrare la propria estrenietà e di conseguenza quella dell’allora presidente Facchetti.
Ferma intenzione dunque da aprte della famiglia di vigilare e mantenere pulita la memoria dell’ex presidente nerazzurro e al vaglio dei legali pare ci sia anche una diffida nei confronti di Palazzi. Barbara Facchetti chiude poi con una stoccatina all’Inter “Quel che è giusto tenere a mente è che lo spazio di azione principale in questa vicenda resta nelle mani dell’Inter”, non un indice puntato come Della Valle ma pur sempre un invito a far chiarezza.