Tag: calciopoli

  • Moggi: “Zeman soffre di complessi ed è bugiardo”

    Luciano Moggi continua a stupire anche nella nuova veste di conduttore televisivo del programma “Studio Stadio” in onda sul Gold Sport. Nel corso della trasmissione l’ex dg bianconero parla dei temi più importanti della giornata calcistica ma non “dimentica” l’ennesima bordata nei confronti di Zeman dopo le dichiarazioni di quest’ultimo nella scorsa settimana al processo in corso a Milano. Leggi di seguito i passi più importanti:

    TOTTI
    “Le sorti della Roma dipendono da Totti e forse non solo quelle della squadra giallorossa.
    Se Totti rientra in piena forma e decide di tornare in Nazionale, Lippi lo convocherà ai mondiali.
    Per Del Piero invece la vedo difficile, quasi impossibile e nel caso di un ballottaggio tra loro due per un posto in attacco, credo che il CT della Nazionale sceglierà il romanista”
    MILAN
    “L’Inter sta facendo un campionato a se. Per il secondo posto vedo un testa a testa tra Juventus e Milan. La squadra rossonera è tornata competitiva da quando Ronaldinho ha riacquistato una forma decente sfruttando anche gli spazi creati dalla fisicità di Borriello in attacco”
    MOURINHO
    “E’ il miglior “dirigente” del campionato. Nessuno è capace come lui di difendere la propria squadra a livello mediatico. E’ sempre pronto a spostare le discussioni dove vuole lui.Guardate in ultimo il caso Maicon: ha già creato i presupposti per gridare allo scandalo nel caso al terzino brasiliano siano assegnate 2 giornate di squalifica…”
    BALOTELLI
    “Con me righerebbe dritto o finirebbe altrove. In una società di calcio non sono tollerabili trattamenti di favore per chicchessia. Ricordate come mi comportai con Camoranesi quando fece le bizze in ritiro?
    Il ragazzo fu punito severamente e capì immediatamente che un altro caso del genere non sarebbe più stato tollerato”
    PARMA
    “E’ presto per parlare di rivelazioni del campionato. Di certo il Parma ha vinto la scommessa Boijnov. Nel calcio come nella vita ogni tanto bisogna rischiare come facemmo anche noi con Mutu, ad esempio. Mi fa piacere inoltre che in questa squadra si stia affermando Lanzafame, ancora un altro prodotto di quel vivaio da noi lasciato in dote alla Juventus (penso a Giovinco, Marchisio, De Ceglie).”
    BALLARDINI
    “Mi dispiace ma non è assolutamente un tecnico in grado di guidare una squadra che rappresenta una piazza così importante come quella di Roma, sponda Lazio.”
    GIOCO VIOLENTO
    “Cosa ne penso dello scontro Cruz-Rinaudo, fatto di pugni e morsi?
    Penso che quando si è in trance agonistica può capitare di tutto…
    Ricordo ai miei tempi uno scontro in allenamento tra Zebina ed Ibrahimovic.
    Il francese entrò durissimo sullo svedese che replicò con un violento pugno che mise ko il nostro terzino.Prognosi: 3 giorni di ospedale.
    Ma per la stampa inventammo la scusa del ricovero di Zebina per dissenteria….”
    CHAMPIONS LEAGUE
    “Il prossimo turno sarà fondamentale per le italiane. L’Inter è quella che rischia di più. Il Milan, se non si spengono le luci contro il Marsiglia…. non dovrebbe avere problemi mentre la Juve è praticamente già qualificata perché anche se non vincesse in Francia gli basterebbe non perdere in casa nell’ultima gara contro il discontinuo Bayern dell’arrogante Rumenigge.
    Comunque è solo una questione di guadagnare turni, perché le italiane non hanno chance di vittoria.
    La finale sarà quasi sicuramente tra il favoritissimo Chelsea ed il Barcellona.”
    ZEMAN
    “Ma l’avete ascoltata la testimonianza di Zeman al processo?
    E’ evidente che soffre di complessi ed è un bugiardo.
    Dice che gli ho rovinato la carriera facendolo ingaggiare dal Napoli?
    Se tutti i miei nemici potessero avere 2 miliardi e mezzo netti di vecchie lire per poco più di un mese di lavoro credo che non avrei più amici.
    La verità è che ormai non è più sereno nel parlare. Ma vi rendete conto che ha detto che era il miglior tecnico di Europa pur non avendo mai vinto nulla e che per colpa mia non ha più allenato?E gli esoneri in Turchia, Serbia. C’èra il mio sistema anche lì?”
    CALCIOPOLI E LA MISTIFICAZIONE DELLA CARTA STAMPATA
    “In questo momento mi sto battendo in due processi paralleli: quello di Napoli e quello dei media che stanno mistificando la verità del processo come nel caso della tosse di Manfredi Martino.
    E che dire poi di come è stata strumentalizzata la vicenda delle visite dei dirigenti agli arbitri negli spogliatoi?
    Dopo la gara praticamente vi ci si recavano tutti, mentre per averlo fatto in corso di gara sono stati squalificati solo 2 dirigenti: LUCCHESI ed il compianto FACCHETTI.
    Eppure i media l’unico colpevole sono io”
    [via: il blog stefano discreti]

  • Zeman: “Moggi mi ha distrutto la carriera”

    Zeman: “Moggi mi ha distrutto la carriera”

    zeman

    Al tribunale di Napoli è in corso la seconda parte del processo a Luciano Moggi nel così detto processo Calciopoli a deporre davanti al giudice è stato il boemo Zdenek Zeman. L’allenatore senza giri di parole si è scagliato contro Luciano Moggi definendolo il responsabile del suo fallimento come allenatore nelle ultime esperienze.

    “Nel 2000 Ferlaino mi licenziò dal Napoli dopo otto giornate. Lo stesso presidente avrebbe poi detto che ero stato chiamato a Napoli per volontà di Moggi e che esisteva un progetto del direttore generale della Juventus per distruggermi”. Continua Zeman: “Quando andai a Salerno, era il 2001, il direttore sportivo Cannella mi parlò di una cena-riunione tra Ferlaino e Moggi, organizzata a casa di quest’ultimo. Fu lì che Moggi, già dirigente della Juventus, architettò la mia fine. L’unico esonero vero è stato quello subito alla Lazio. In altre tre occasioni, Napoli, Salernitana e Lecce, sono stato cacciato in maniera illecita. No, quelli non sono esoneri. Nelle altre interruzioni di rapporto che restano, sono andato via io”. Nonostante il licenziamento dal Napoli, viene fatto notare a Zeman che ha comunque continuato a percepire l’ingaggio di due milioni e mezzo di euro. Questa la risposta dell’ex allenatore del Foggia: “Sono sempre troppo pochi per la mia bravura, io in quegli anni ero uno dei più forti allenatori d’Europa. Eppure in Italia smisi di allenare”.

    Zeman analizza anche le ultime partite della stagione 2003/2004 quando sedeva sulla panchina del Lecce ricordando un Lecce Milan pieno di polemiche e un pareggio accomodante dei pugliesi al Parma.

    Ci furono diverse partite strane nelle giornate di chiusura. Ricordo un Lecce-Milan così agitato che Galliani dovette alzarsi dalla tribuna d’onore e lasciare lo stadio per evitare problemi. Nel finale di stagione i miei avevano smesso di giocare e si arrivò a quel Lecce-Parma. In campo, si sa, si parla molto, ci si scambia informazioni: ne venne fuori una partita anomala, brutta: nel secondo tempo andai dietro la panchina e mi misi spalle al campo. Non si poteva guardare”.

  • Champions League sotto inchiesta. Scoppia una Calciopoli Europea

    Il calcio europeo trema. La procura di Bochum, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato che tre partite di Champions League sono sotto inchiesta per possibili combine. L’inchiesta, svolta con la collaborazione della Uefa, dovrebbe riguardare soprattutto squadre dell’est europeo. Il responsabile dell’inchiesta per l’Uefa, Karl Dhont tempo fa aveva annunciato: “A novembre sveleremo il maggiore sistema di corruzione di tutti i tempi”.

    Puntuale come un orologio svizzero è arrivata la resa dei conti. La polizia tedesca ha infatti sgominato un’organizzazione criminale internazionale che agiva nel mondo delle scommesse clandestine. A sentire i dettagli dell’operazione Dhont non aveva tutti i torti: 17 persone arrestate, 15 in Germania e 2 in Svizzera, 200 partite finite sotto inchiesta tra cui 3 gare di Champions League e alcune di Coppa Uefa. Nel mirino degli inquirenti sono finiti i massimi campionati di Austria, Bosnia, Ungheria, Slovenia, Croazia e Turchia e le serie inferiori di Germania, Svizzera e Belgio. Nel dettaglio, in Germania a finire sotto inchiesta sono 4 gare di Zweite Bundesliga (la serie B tedesca) e 3 di di 3.Liga (equivalente della nostra Lega Pro-Prima Divisione).
    [via sportmediaset]

  • Moggi attacca Blanc “non fece nulla per difendere l’onore della Juve”

    Luciano Moggi torna a colpire Jean Claude Blanc dalle colonne di Libero. L’ex direttore generale della Juventus attacca il neo presidente bianconero sempre nello stesso punto, riaprendo la stessa vecchia ferita: “Blanc insiste sui 29 scudetti, e ho già detto che l’asserzione, in sè meritevole, pecca molto quanto a tempistica. Avrebbe dovuto ricordarsene quando nulla si fece per difendere l’onore e la storia della Juve – ribadisce Moggi -. Vedo che nessuno ci casca, né il tifoso, né un commentatore illustre come Beccantini che a proposito della spiegazione fornita dal presidente bianconero (“per rispetto dei nostri supporter”) lancia un aggettivo lapidario “ruffianone”, sicuramente poco gradito dal massimo dirigente della Juve”.

    L’ex dg bianconero infierisce: “In verità non capisco (o la capisco troppo) tutta questa voglia di ricrearsi d’improvviso una verginità, quando ormai l’onore e la storia della Juve è stato sacrificato e dato in pasto a tutti. Blanc dovrebbe capire che il popolo juventino ha memoria lunga, sa quanto quella storia, carica di gloria, sia stata vilipesa dalla stessa società, non potendo avere altro significato quel volersi astenere da ogni difesa nei modi e nei tempi giusti in cui doveva essere portata avanti, ma al contrario, suggerendo anche la condanna, salvo poi fingere di scoprire (così il defenestrato Cobolli Gigli) che nessun illecito era stato accertato (e Zaccone, invece, fingendosi oppresso da troppe carte, nessuna delle quali forse era stata letta, parlò di un timore di serie C)”.

    Moggi passa poi dalla “questione morale” a quella processuale: “Molti lettori avranno seguito il resoconto dei giornali sulla vicenda dei sorteggi arbitrali nel processo di Napoli, e siccome spesso ci si ferma ai titoli, del tutto inesatti e incompleti, ne avranno percepito un significato molto lontano dal reale. Ho visto che anche una mia osservazione data in udienza, circa il ruolo dei giornalisti nei sorteggi, non è stata bene intesa. Avevo detto a proposito del “colpo di tosse strano” così ritenuto dal teste Manfredi Martino, che se lo stesso doveva aver un significato per l’accoppiamento partita-arbitro, allora dovevano essere interrogati al riguardo anche i giornalisti, perché l’irregolarità avrebbe dovuto coinvolgerli. Bene, un cronista attento è andato a chiedere al giornalista protagonista di quel sorteggio, Franco Morabito, se avesse notato qualcosa di irregolare e la risposta è stata netta, ‘non ricordo nessun colpo di tosse e niente di anormale’. Il sorteggio abbinò il nome di Collina alla gara Milan-Juve. Sulla vicenda, Beccantini, oggi da me supercitato, scrive che ‘Manfredi Martino non si è limitato a sdottorare di urne e palline. Ha pure confessato che appena poteva, telefonava a Leonardo Meani, il “preservativo” milanista di Adriano Galliani; i designatori, inoltre, gli avevano confessato che il presidente federale, l’imparzialissimo Franco Carrararo, smaniava dalla voglia di salvare Fiorentina e Lazio (e retrocessero Bologna e Brescia); per concludere Andrea Della Valle, presidente della Fiorentina frequentava spesso i raduni arbitrali di Coverciano. Capito, il devoto funzionario? Altro che colpi di tosse’”.

    Nel suo editoriale, Moggi, parla anche dei “fischi preventivi” a Marcello Lippi, schierandosi al fianco del ct azzurro: “Sarebbe opportuno non parlare dei fischiatori di Cesena, sparuti al punto tale che la maggior parte degli spettatori non li ha neppure sentiti. Siccome però c’è anche chi vi ha riservato un titolo, debbo tornare a stigmatizzare l’andazzo, che nulla c’entra con il celebre assunto che il pubblico ha il diritto di fare quello che vuole – sostiene Big Luciano -. Vogliamo confondere il dissenso relativo all’eventuale gioco della squadra con quello preventivo sul lavoro del ct e sulle sue scelte? Cancello l’idea che tutto sia stato organizzato, ma scopiazzato sicuramente: “l’imitatore” di turno in definitiva non riesce a sottrarsi alla voglia di seguire il gregge (delle contestazioni) sul leit motiv dell’anno, Cassano sì, Cassano no, come se la storia del calcio non ci avesse già dato precedenti di grandi esclusi, sacrificati per garantire compattezza al gruppo o alle idee del ct. Le stesse del resto vanno rispettate a prescindere: non sto neanche a sottolineare che, nel caso, stiamo parlando del commissario tecnico campione del mondo”, spiega l’ex dg juventino.
    via: Juvemania

  • Cragnotti: “la Lazio potrebbe interessarmi, Zarate non è uomo squadra”

    L’ex presidente della Lazio dello scudetto Sergio Cragnotti torna a parlare di calcio e delle aquile romani a diversi anni di distanza dello scandalo Cirio che costò un quasi fallimento. A microfoni di Radio KissKiss analizza il momento attuale della Lazio del presidente Lotito non risparmiando critiche sul mercato e ipotizzando anche se in maniera remota in questo momento un suo possibile ritorno al timone dei bianco celesti.

    “La Lazio sta pagando una preparazione atletica incentrata sull’appuntamento della Supercoppa Italiana. Credo che la squadra si riprenderà presto.”
    I cronisti della Radio incalzano con altre domante e lui non si sottrae e risponde su un suo possibile ritorno alla Lazio “Ho altri problemi, quando avrò riacquistato il pieno possesso della mia strategia imprenditoriale, la Lazio potrebbe rientrare nei miei pensieri anche se ci sono, a dire la verità, scarse possibilità”. Su Calciopoli, Cragnotti risponde “Il calcio ha sempre avuto un condizionamento psicologico nei confronti delle più grandi, finché la lotta sarà ristretta a poche squadre, ci sarà sempre sudditanza”.

    Cragnotti elogia poi il presidente De Laurentis “Aurelio ha lavorato benissimo, ha capito le difficoltà che la società attraversava e ci ha messo la faccia in prima persona. Aurelio ha fatto un grande lavoro ed il Napoli è un’ottima squadra. L’Italia comunque risente sempre della superpotenza delle squadre del Nord, al Centro Sud non è semplice fare calcio.” Ultima domanda sul mercato della Lazio “Avrei speso i soldi per rinforzare la squadra in altro modo: Zarate non è un uomo squadra”.

  • Gazzoni: “il processo breve azzererà Calciopoli, è una porcheria!”

    Contro la norma sul cosiddetto processo breve scende in campo anche Giuseppe Gazzoni Frascara, ex patron del Bologna calcio, ”grande accusatore e prima vittima” di Calciopoli.

    ”I media – sottolinea Gazzoni Frascara in un comunicato – hanno giustamente rilevato come la nuova norma, se dovesse trovare applicazione, cancellerebbe in un solo colpo processi di grande rilevanza per il cosiddetto popolo dei risparmiatori, come il processo Cirio, Parmalat, Giacomelli.

    E ancora piu’ odioso sarebbe privare del processo le vittime delle tragedie Thyssen e Casale. Ma c’e’ un altro processo che verrebbe insabbiato, ed e’ quello che riguarda i fatti di Calciopoli”.

    ”Non mi permetto – aggiunge – di paragonare la drammaticita’ della vicenda Thyssen con quella vissuta dal mio Bologna, ma resta il fatto che Calciopoli ha causato gravissimi danni economici a me e molte altre persone che, con grande generosita’ e passione, avevano investito ingenti risorse economiche e, mi permetto di dire, sentimentali, a sostegno dello sport piu’ bello del mondo”.

    Quindi, per Gazzoni Frascara ”bisogna bloccare sul nascere questa pseudo-riforma della giustizia, anche perche’, cosa che in pochi hanno sottolineato, se anche dovesse subire la bocciatura della Corte Costituzionale, cio’ avverrebbe naturalmente dopo un lasso di tempo tecnico necessario alla Corte per la valutazione, mentre i processi sarebbero cancellati subito dopo l’entrata in vigore del DDL e nemmeno l’incostituzionalità della norma potrebbe riaprirli”.

    ”Tra l’altro, non si capisce perche’ la norma debba essere retroattiva, comportando cosi’ anche lo sperpero di milioni di euro gia’ spesi. Se si mira a un efficientamento della giustizia, non e’ il modo migliore per partire…”.

    ”Insomma – conclude l’ex patron del Bologna – non saprei come definire questa mossa politica se non prendendo a prestito l’espressione gia’ utilizzata dal mio illustre concittadino Pierferdinando Casini: una porcheria. Se i politici vogliono ripristinare la norma dell’immunita’ parlamentare, cosi’ come legittimamente accade in tutti i Paesi democratici, possono benissimo mettere mano a un testo specifico, o forse anche rispolverare un lodo Alfano emendato secondo le richieste della Corte Costituzionale. Ma non c’e’ bisogno di farlo danneggiando ulteriormente e offendendo milioni di italiani gia’ vittime conclamate di odiosi reati consumati ai loro danni”.
    via: asca.it

  • Calciomercato: Vieri riparte dai brasiliani del Boavista. Casa sul mare e autista tra le clausole

    Bobo Vieri si rimette le scarpette e si rituffa nell’ennesima avventura della sua carriera. Da quanto rivela il sito carioca Globeesporte l’ex attaccante di Juventus, Inter e Milan sarebbe sbarcato oggi Antonio Carlos Jobim di Rio de Janeiro in compagnia della sua compagna Melissa Satta per le consuete visite mediche e limare gli ultimi dettagli del contratto e poi firmerà il contratto che lo legherà per i prossimi sei mesi al Boavista, squadra minore del calcio carioca.

    Ad aver convinto Vieri, che ieri era a S. Siro dove ha assistito ad Italia-Nuova Zelanda di rugby, è la voglia di iniziare una nuova vita alla ricerca di nuova emozioni dopo che la storia delle intercettazioni all’Inter sembra abbia turbato la sua tranquillità. Il Brasile è il posto giusto per ritrovare nuovi stimoli ma sopratutto non subire le pressioni mediatiche a cui è soggetto in Italia. Tra i dettagli del contratto oltre agli oltre 33 mila euro percepiti mensilmente ci sono delle postille con le quali avrà a disposizione un auto con autista e una villa con affaccio sul mare in una non precisata località turistica brasiliana.

    Il Boavista non gioca le sue partite interne a Rio, ma nello stadio Eucy de Resende Mendonca a Saquarema, citta’ di mare ad un’ora e mezzo di auto da Rio e che e’ considerata una delle capitali mondiali del surf, in attesa di debuttare nella nuova squadra Vieri cercherà di ambientarsi nella nuova realtà e conoscendolo non troverà molte difficoltà a calarsi nella torcida di Rio de Janeiro

  • Moggi: “perchè nessuno parla delle intercettazioni di Carraro “

    Nel pomeriggio vi avevamo riportato le dichiarazioni spontanee rese dall’ex dg della Juventus Luciano Moggi davanti alla corte del Tribunale di Napoli in merito alle nuove accuse mosse dell’ex segretario della Can, Manfredi Martino sui sorteggi pilotati (leggi qui). In serata sono usciti altri stralci della deposizione di big Luciano nella quale si scaglia ancora una volta verso la carta stampata e le televisioni che a suo dire evitano di riportare alla luce le intercettazioni che condannano l’allora presidente della Figc Franco Carraro “La sua intercettazione e’ passata inosservata. Sono stato anche accusato di aver fatto retrocedere il Bologna, quando poi si va a leggere un’intercettazione dell’allora presidente Figc Franco Carraro nella quale dice al designatore Bergamo che bisogna aiutare Lazio e Fiorentina ad evitare la retrocessione. Guarda caso retrocedono Bologna e Brescia e si salvano Lazio e Fiorentina”. e in virtù di questa intercettazione che Moggi si sente scagionato “Detto questo vorrei chiedere cosa c’entra in tutto questo il sottoscritto, impegnato a difendere gli interessi della propria società di appartenenza e totalmente all’oscuro delle iniziative del presidente Federale”.

  • Calciopoli: Moggi tuona “indagate notai e giornalisti”

    Calciopoli: Moggi tuona “indagate notai e giornalisti”

    Luciano MoggiDopo le dichiarazioni dei giorni scorsi dell’ex segretario del Can Martino Manfredi al tribunale di Napoli dove si è aperta la seconda fase del Processo a Calciopoli in cui svelava il “trucco” nella designazione dell’arbitro (dichiarazioni a dire il vero strumentalizzate dalla stampa, leggi qui) è arrivata la replica di chi è considerato il principale artefice dello scandalo che investì la serie A negli anni scorsi e che costò la serie B alla Juventus.

    Luciano Moggi rilascia delle dichiarazioni spontanee durante la seconda udienza programmata per oggi “Se questo è vero – ha detto l’ex dg bianconero -, il giornalista era parte della combine e andrebbe dunque indagato” riferendosi alla partita scudetto tra Milan e Juventus portata come esempio da Manfredi sollecitato da Narducci per far capire come avvenivano le combine. E continua Moggi “Non lo so se è vero – ha continuato Moggi – ma se così fosse sarebbero da indagare tutti i giornalisti sportivi e i notai che hanno partecipato ai vari sorteggi“.

  • Calciopoli: le dichiarazioni di Manfredi strumentalizzate, ecco la fedele trascrizione

    In questi anni si è più volte parlato del maxi processo a Calciopoli come una grandissima bolla di sapone basata su scoop giornalistici e fomentato dall’esposizione mediatica. Non volendo entrare nel merito, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, mettendo finalmente alla gogna i colpevoli e portando a galla i fatti reali, gradiremmo però che gli organi di stampa questa volta facciano da fedeli cronisti del Processo in corso a Napoli evitando di strumentalizzare con l’ormai famosa strategia “divide et impera” di romana memoria.

    Le dichiarazioni dell’ex segretario del CAN estrapolate ieri dagli organi di stampa non facevano altro che aumentare i sospetti sul come avveniva il sorteggio arbitrale accusa peraltro già smentita da una sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Roma.

    Per aiutarvi a farvi una vostra idea su questa vicenda riportiamo dal blog dell’Uccellino di Del Piero la trascizione integrale della deposizione rilasciata da Martino Manfredi alla Procura di Napoli.

    “Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite così come emerso e se in merito a tali aspetti possa avere in qualche modo conoscenza di specifiche circostanze. Rispondo affermativamente nel senso che ora intendo spiegare. Nel corso degli anni le sfere sono sempre state le stesse e con il passare del tempo le stesse presentavano visibili segni di usura. In particolare a causa dei difetti di apertura e chiusura delle sfere, nel corso dei sorteggi le stesse venivano battute per terra per aprirle e proprio tale azione meccanica aveva provocato con il passare del tempo una perdita della vernice nella parte della rigatura per l’avvitatura di ciascuna semisfera (erano palline di metallo laccate con vernice colorata, ndACB). Tale mancanza della verniciatura differiva da sfera a sfera per grandezza della chiazza. Tale usura riguardava in modo particolare le sfere di colore giallo contenente i biglietti indicanti gli arbitri mentre erano di numero inferiore quelle verdi e rosse che presentavano tali segni distintivi. Generalmente l’estrazione delle sfere avveniva prima delle partite e poi dell’arbitro ma non so indicare le volte in cui è avvenuto il contrario o in cui l’azione è avvenuta in contemporanea. Al sorteggio venivano portate un numero di buste corrispondente a seconda della stagione ad un numero di fascie in cui venivano suddivise le gare ovvero se il sorteggio prevedeva che le partite fossero suddivise in un dato numero di fascie. A tale numero corrispondeva naturalmente un medesimo numero di arbitri divisi per tale fascia. I sorteggi mediamente duravano poco, tra i 10 e i 15 minuti circa, e si svolgevano in un’atmosfera solitamente serena caratterizzata anche da pause dovute a scambi di battute fra i designatori e le persone presenti alla designazione tanto da determinare un atteggiamento solitamente amichevole e non certo di rigido controllo. Mi viene chiesto quindi a cosa potesse servire l’inserimento di una pallina gialla caratterizzata da segni distintivi e rispondo che ciò era legato all’esigenza dei due designatori di poter individuare una scelta arbitrale a loro gradita aggirando il sorteggio davanti al notaio. In pratica, il momento importante era rappresentato dalle pause di cui sopra accennato laddove Pairetto da una parte e il giornalista dall’altra rimanevano sospesi con le sfere tra le mani all’interno dell’urna stessa affermando la sfera prescelta o anche dopo che la sfera raccolta era stata portata fuori dall’urna e prima che fosse aperta. In pratica Pairetto, a cui spettava l’onere di scegliere la palla verde o rossa relativa alle partite, nel caso in cui era necessaria abbinare una scelta arbitrale individuata dai designatori, temporeggiva con scioltezza per qualche istante in attesa che il giornalista designato provvedesse a prendere la pallina gialla”.

    Il pm Narducci a questo punto interrompe il teste contestando al presidente le dichiarazioni e riportando uno stralcio della deposizione dello stesso Manfredi ai Carabinieri nel Maggio del 2006 “Torno a spiegare per farmi comprendere meglio la prassi regolare che Bergamo e Pairetto avrebbero dovuto osservare durante le fasi dell’estrazione delle palline. Pairetto doveva estrarre le palline relative alle partite. Si voleva che Pairetto doveva leggere il bigliettino relativo alla partita di calcio sorteggiata e solo in quel momento il giornalista scelto, che si trovava a fianco di Paolo Bergamo, avrebbe dovuto a sua volta estrarre la pallina contenente il nome dell’arbitro, così poi da poter determinare il regolare abbinamento partita-arbitro”. Quindi prosegue: “Sia in occasione dell’incontro Milan-Juve, sia in occasione di quest’altra gara di quel campionato – lasciamo stare per un attimo adesso di quale gara si tratta – mi sono accorto che Gigi Pairetto, magari contestalmente colloquiando con qualcuna delle persone presenti in sala, non aveva fatto la prescritta operazione da prassi, ma aveva indugiato ed aveva poi estratto realmente la pallina e letto il bigliettino della gara solo dopo che aveva notato quale era la pallina concretamente presa nelle mani dal giornalista”. E prosegue: “Cioè dunque le dice che al di là del colpo di tosse in questa circostanza ed in un’altra che lei non riesce a collocare esattamente nel tempo, aveva notato una variazione della prassi”.

    Ed ecco la risposta di Manfredi: ““Praticamente.. essendo comunque il giornalista a scegliere la pallina dell’arbitro.. il tergiversare era.. gli piaceva comunque mettere la mano dentro e girare in attesa della scelta del Pairetto della pallina della partita, quindi il tergiversare io lo intendevo dire.. magari mentre il Pairetto stava per prendere la pallina nel frattempo già il giornalista ha messo la mano dentro l’urna e girato le palline degli arbitri e scelto la pallina che avrebbe estratto dopo comunque che Pairetto avesse scelto la pallina della partita. Non so se sono stato chiaro..”