Tag: calciopoli

  • Agnelli contestato da ultrà Juve: “No al tavolo della pace”

    Agnelli contestato da ultrà Juve: “No al tavolo della pace”

    Tra gli ultrà della Juventus e il presidente Andrea Agnelli qualcosa sembra si sia rotto, sembrano lontani i giorni in cui cori insistenti chiedevano a gran voce l’erede Agnelli alla guida della Vecchia Signora. Il motivo dell’allontanamento non riguarda il mercato o i risultati negativi (che almeno fino ad ora hanno fatto fare sogni tranquilli ai supporters bianconeri), ma bensì alcune scelte del presidente per quanto riguarda ancora una volta il capitolo Calciopoli e su alcune decisioni assunte in merito alo scudetto 2006, in particolar modo il popolo juventino non è entusiasta del tavolo della pace del 14 Dicembre, anzi.

    Andrea Agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Durante la partita di Coppa Italia di giovedì Juventus – Bologna in curva sono stati esposti per alcuni minuti due striscioni che chiariscono la posizione presa nei confronti del Presidente da parte degli ultrà: “Solo gli sconfitti chiedono la pace: no al tavolo” – e ancora – “Andrea, se ti siedi al tavolo attento al portafoglio” – recitava un secondo striscione più ironico esposto in tribuna Sud.
    Già durante la partita di campionato tra Juventus e Palermo si erano viste le prime ravvisaglie di malcontento, quando era stato esposto lo striscione “Da figlioccio a rinnegatore“. Da quel momento il tifo organizzato, sempre fedele alla società e alla squdra, ha preso le distanze dalla decisione del Presidente manifestando la sua contrarietà disertando la trasferta di Napoli in occasione di Napoli – Juventus, recupero di campionato.

    I tifosi organizzati non sono mai stati ben visti, però la paternità della elezione a presidente di Andrea Agnelli la consideriamo un po’ nostra. Per un anno intero abbiamo intonato cori in suo favore e spinto affinché lui diventasse presidente. Quando si è presentato ha detto che avrebbe tenuto in considerazione i tifosi, ma alla fine solo belle parole e fatti che non si sono concretizzati tanti“.

    Questo il comunicato stampa diramato dal tifo organizzato della Juventus che spiega il perchè di tanta avversità nei confronti della decisione di Andrea Agnelli. Ora bisognerà aspettare il tavolo della pace convocato dal Coni per il 14 dicembre per vedere gli eventuali sviluppi della vicenda oltre che per la questione tra tifosi e società, anche per capire quanto davvero Agnelli si sia ammorbidito.

  • Calciopoli, Franco Carraro “la Juve deve smetterla”

    Calciopoli, Franco Carraro “la Juve deve smetterla”

    Franco Carraro , “a volte ritornano”. L’ex presidente della Figc torna a parlare dalle pagine della Gazzetta dello Sport della situazione calcistica italiana, a proposito della questione Calciopoli, anche in vista del prossimo “tavolo della pace”, sottolineando proprio come nel mondo del calcio si sia un grande bisogno di pacificazione.

    Franco Carraro ex presidente della Figc | ©ANDREAS SOLARO/Getty Images
    Un messaggio “buonista”, quello di Franco Carraro, in accordo con l’atmosfera natalizia che si sta avvicinando, ripercorrendo le tematiche dello scandalo Calciopoli, che lo coinvolse nel 2006 con l’accusa di frode sportiva, provocandone le dimissioni.

    Nel 2009, però, l’ex presidente della Federcalcio venne prosciolto da tale accusa e, dunque, in un momento in cui si sta cercando in ogni modo di promuovere la distensione fra i club principali della nostra serie A, su tutte Juventus ed Inter, Franco Carraro decide di esprimere la sua posizione in merito, non rinunciando a qualche frecciatina in direzione del club bianconero.

    Nonostante l’intento distensivo paventato, dunque, le parole di Carraro appaiono nettamente “schierate” a favore del club di Massimo Moratti.

    Pur professandosi molto contento e soddisfatto per l’iniziativa del prossimo “tavolo della pace”, in programma il 14 Dicembre e promosso per iniziativa del presidente del Coni Gianni Petrucci, infatti, l’ex presidente Franco Carraro precisa di non esser d’accordo con le azioni intraprese dalla Juventus di Andrea Agnelli per sottolineare il reale numero di scudetti conquistati sul campo – ventinove – ed, inoltre, di non ritenere giusto che all’Inter possano essere “sottratti” per motivi disciplinari lo scudetto che le frettolose sentenze calcistiche dell’estate 2006 le avevano attribuito. “Pensare di togliere lo scudetto all’Inter non sta nè in cielo nè in terra,  la Juventus non può continuare a dire di avere ventinove scudetti e mettere quel numero pure nel proprio stadio”.

    Purtroppo in Italia si dimentica troppo facilmente e chi un minuto primo è messo alla berlina poco dopo può ergersi a giustiziere. L’intervento, solo in apparenza pacificatore, probabilmente, si poteva anche fare a meno di esprimerlo e magari Franco Carraro poteva riprender le sue intercettazioni per ricordarsi che pur assolto la sua gestione nulla aveva a che vedere con l’etica.

  • Fabio Capello “Lo scudetto 2006? E’ mio”

    Fabio Capello “Lo scudetto 2006? E’ mio”

    Per aumentare la qualità del nostro campionato le nostre società dovrebbero sposare un progetto a lungo termine fatto di obiettivi, tappe e scelte oculate ma sopratutto dovrebbero riuscire a riportare nel nostro paese i nostri migliori tecnici aumentando di fatto la difficoltà e la spettacolarità del nostro campionato. Vi immaginate se al fianco degli emergenti Allegri e Mazzarri ci fossero quella vecchia volpe di Fabio Capello, Carlo Ancelotti, Luciano Spalletti e perchè no anche Giovanni Trapattoni e il nostro mister campione del Mondo Marcello Lippi.

    Fabio Capello |©GLYN KIRK/Getty Images

    Le squadre ovviamente le fanno più gli organici che gli allenatori ma è facilmente dimostrabile che con loro in panchina il tasso di spettacolarità e di imprevedibilità al nostro campionato aumenterebbe a dismisura. Ieri don Fabio Capello, soprannominato cosi proprio per il carisma e la tranquillità che riusciva a dar al gruppo, ha concesso una bella intervista a Carlo Pellegatti per Sportmediaset sviscerando argomenti attuali e passati del calcio italiano.

    Ovviamente non poteva mancare la domanda su Calciopoli e sullo scudetto del 2006 scippato dalla giustizia sportiva alla sua Juventus dopo una entusiasmante cavalcata. Fabio Capello come al solito senza peli sulla lingua e con il sorriso di chi sa già di scatenare un nuovo tormentone risponde sornione “Sono stati fatti dei gravi errori quando è stato dato lo scudetto all’Inter. Si sono dichiarati tutti incompetenti e quindi io, che mi ritengo competente, dico che quello scudetto l’ho vinto sul campo.” Dichiarazione che aumenta ancor di più la curiosità e l’interesse sull’ordine del giorno del “tavolo della pace” organizzato dal presidente del Coni Gianni Petrucci.

    Dallo Scudetto del 2006 al campionato attuale Capello risponde alle domande di Pellegatti osannando il grande lavoro di Ibrahimovic convinto ai tempi della Juve a giocare più vicino all’area di rigore grazie ad un video con di Van Basten “Quando l’ho conosciuto gli ho fatto vedere i movimenti di Van Basten e lui si è applicato alla grande per imitarlo”.

    L’intervista continua con le domande sulle Juve attuale che convince Capello per spirito di gruppo e unità d’intenti e che alla lunga può esser la rivale del Milan nella corsa al titolo. Il ct dell’Inghilterra elogia il Napoli definendola oramai una grande del nostro calcio ma discontinua in campionato “solo” per la presenza in Champions League. Elogio anche per l’amico Reja e la sua Lazio mentre una piccola stoccatina a Luis Enrique “cerca di copiare molto il Barcellona”.

    Capello critica pure la decisione di render pubblica la lite Osvaldo Lamela che potrebbe incrinare il rapporto tra Luis Enrique e il mondo giallorosso fino ad ora maturo e capace di sopportare risultati altalenanti e qualche dubbia scelta di gestione del gruppo. La grande domanda che da tempo però vorrei fare al grande Fabio Capello è come fa a gestire il lavoro e l’amicizia con Franco Baldini noto per esser il più grande accusatore del sistema Moggi, ma forse a questo non avremo mai risposta.

    IL VIDEO DI UNA PARTE DELL’INTERVISTA DI FABIO CAPELLO

  • Calciopoli, il tavolo della pace il 14 dicembre

    Calciopoli, il tavolo della pace il 14 dicembre

    Il presidente del Coni Petrucci è stato di parola trovando una finestra prima della chiusura dell’anno al cosiddetto tavolo della pace che nelle intenzioni dovrebbe chiudere i conti con il tormentoso passato e porre le basi per traghettare il calcio nel nuovo millennio. Il prossimo 14 dicembre dovrebbero sedersi intorno allo stesso tavolo nel palazzo ad H del Foro Italico, il presidente Petrucci a far da cerimoniere insieme al fido Pagnozzi, il presidente della Figc Giancarlo Abete e sicuramente i presidenti di Juventus e Inter Andrea Agnelli e Massimo Moratti. Gli altri invitati al tavolo della pace al momento non è dato saperlo ma con molte probabilità ci saranno Diego Della Valle promotore in estate di un tavolo di confronto e da qualche tempo uno dei principali picconatori contro la beatificazione dell’Inter post Calciopoli. Ci dovrebbe esser quale dirigente importante e carismatico Adriano Galliani mentre gli altri inviti sembrano esser avvolti dal mistero. Agnelli aveva proposto la presenza dell’attuale ministro dello sport Gnudi mentre il presidente della Lega Calcio Beretta si aspetterebbe un invito. E gli altri? I vulcanici Lotito, De Laurentiis o gli innovatori Ghirardi e Mezzaroma accetteranno di starne fuori?

    Il presidente del Coni Gianni Petrucci | ©Getty Images

    Il tavolo della pace, il comunicato ufficiale

    Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, sentito il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete, ha fissato per mercoledì 14 dicembre al Coni un incontro per discutere e approfondire le tematiche relative alle vicende del calcio di vertice

    L’ordine del giorno? Si parlerà di Calciopoli?

    Accolto con interesse l’invito di Petrucci il tavolo della pace potrebbe arenarsi sin dall’avvio per le posizioni in netto contrasto tra il patron della Juventus Agnelli, quello dell’Inter Moratti e del presidente della Figc Abete. Il punto di partenza dovrebbe esser quello di dirimere le controversie legate al passato riaprendo il capitolo Calciopoli tirandone le somme definitive alla luce delle sentenze della giustizia sportiva e ordinaria ma tenendo conto anche della relazione presentata dal procuratore Palazzi e del processo a Telecom con le accuse di dossieraggio e spionaggio rivolte all’Inter e a Moratti. Il patron dell’Inter accetterà il confronto su questi termini? Viceversa Agnelli riuscirà a soprassedere dalla sete di vendetta e riabilitazione della sua Juve?

  • Agnelli e Moratti al tavolo di Petrucci. Si chiude Calciopoli?

    Agnelli e Moratti al tavolo di Petrucci. Si chiude Calciopoli?

    Il momento di forte crisi che sta vivendo il paese costringendo il presidente Silvio Berlusconi a rassegnare le dimissioni e al presidente della Repubblica ad affidarsi ad un governo tecnico capitanato da Mario Monti. Forse spinti dal segnale della crisi ma anche dalla consapevolezza che un nuovo ricorso alla giustizia civile avrebbe portato un intero sistema verso il baratro ha convinto i principali protagonisti dello scandalo Calciopoli a metter da parte l’ascia per un conciliante ma al momento misterioso tavolo politico.

    Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    Il sistema calcio italiano non è legato all’andamento dello spread ma il suo malessere si evince dalla situazione debitoria dei maggiori club, dalla perdita di competitività e ovviamente ad attestare il tutto c’è il Ranking Uefa. Ma se non c’è uno spread cosa ha spinto Andrea Agnelli a fare un passo indietro?

    Andiamo con ordine. Martedì scorso il Tribunale di Napoli ha praticamente scagionato la Juventus facendo ricadere tutte le colpe sul sistema Moggi che si avvaleva della complicità di Giraudo e Bergamo ma a questo punto per favorire chi? Rasserenata per non dover pagare risarcimenti danni, la Juventus di Andrea Agnelli ha prima confermato il distacco dalla triade con un freddo e tempestivo comunicato, poi rilanciando con una ingente richiesta danni. Dopo la non competenza del Tnas a scender in campo è stato il presidente del Coni Petrucci tuonando contro il sistema calcio e contro l’eccessivo doping legale.

    Il gesto di Petrucci ha però consentito ad Andrea Agnelli una via di fuga evitandogli almeno per il momento il ricorso alla giustizia ordinaria rifugiandosi nella proposta di un tavolo politico organizzato dal presidente del Coni e con il coinvolgimento del neo ministro dello sport Gnudi.

    “La risposta a Petrucci è quindi l’idea di un tavolo insieme conciliatorio e proiettato ai problemi futuri. – dice Andrea Agnelli -. Il tavolo deve essere il capo dello sport italiano a convocarlo. Per chiarire gli ultimi cinque anni e per proiettarci al futuro. E lì mi presenterò come presidente della Juventus, di un club che ha rispettato nel suo cammino tutti i passaggi della giustizia sportiva con il massimo rispetto delle istituzioni e degli organi che le appartengono. Il tavolo per me sarebbe un buon modo per portare un clima di serenità in questo ambiente, come l’appello di Petrucci di estremo buonsenso richiedeva. Io sono pronto a partecipare oggi stesso a questo tavolo se si dovesse decidere di aprirlo, ovvio che questo tavolo dovrebbe essere anche politico”

    Il tavolo in cambio delle ammissioni di colpa (il presidente della Juve ieri ancora una volta ha ripudiato Moggi) e del non ricorso alla giustizia ordinaria. L’idea è stata accolta positivamente da Petrucci che già ieri sera ai microfoni di Sky si è compiaciuto con Agnelli per il passo di responsabilità.

    Massimo Moratti | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    “Accolgo con piacere le dichiarazioni distensive di Agnelli. Le sue parole sono state distensive e di buon senso. Prendo atto della sua richiesta di un tavolo politico e mi appresto in tal senso. Mi auguro che sia il primo atto di disgelo. Sono pronto al dialogo, voglio pensare al futuro, prendiamo per buona la giornata di oggi che si è chiusa in positivo. Chi ci sara’ al tavolo? E’ una richiesta che è arrivata adesso, fatemi pensare, non sono un fenomeno

    Ad accettare l’invito al tavolo politico è anche Moratti questa volta disponibile “Sono perfettamente d’accordo con il presidente del Coni Gianni Petrucci. Sono al suo fianco e condivido lo spirito e il senso di responsabilità con cui affronta questo momento del calcio italiano, che spero possa tornare a essere sport e meno un problema di tribunali”.

    Sarà così che si chiuderà Calciopoli? Come riusciranno a conciliare Moratti ed Agnelli senza scontentare i loro tifosi? Scontato che il colpevole assoluto sarà Luciano Moggi voglio sperare che ne esca fuori l’intera verità e che quindi nel tavolo del dialogo non ci siano cassetti in modo da non aver possibilità di chiudere facilmente con il passato.

  • Andrea Agnelli, replica a Petrucci. Conferenza stampa live

    Andrea Agnelli, replica a Petrucci. Conferenza stampa live

    Esposti e “contro esposti”, indiscrezioni, intercettazioni, spionaggio e continui botta e risposta non è un preambolo per riempire di suggestione la prima di film d’azione o un giallo ma è tutto quello che sta caratterizzando in nostro calcio da cinque anni a questa parte. Il post Calciopoli è caratterizzato da una evidente guerra fredda tra i vertici della Lega Calcio, la Federazione e la Juventus che con l’insediamento di Andrea Agnelli alla presidenza ha intrapreso una battaglia quasi personale per la salvaguardia della sua Vecchia Signora.

    Andrea Agnelli | © Getty Images

    Dopo il ricorso al Tar del Lazio con la richiesta danni per la disparità di trattamenti subiti per la sua Juve, Andrea Agnelli in un sol colpo si è visto bocciato il ricorso dall’Uefa e dal Tnas sulla revoca dello scudetto del 2006 e in più si è dovuto “subire” i richiami di Abete e Petrucci.

    Tra poco più di mezzora ci sarà la conferenza stampa, che noi seguiremo e di cui vi daremo notizie in tempo reale.

    Questa mattina il presidente Petrucci ha indetto una conferenza stampa e pur non citando mai la Juve è chiaro che in qualche passaggio era a lei che si riferiva.

    Puntualissimo Andrea Agnelli ha iniziato la conferenza stampa dando il suo in bocca al lupo al governo Monti dicendosi però che pur in un momento di difficoltà il suo ruolo da presidente della Juve, ruolo che ricopro con orgoglio, gli impone di salvaguardare il suo club.

    “E’ doveroso partire da un excursus a partire dalla presenza del nostro esposto in un primo momento snobbato e messo in cassetto dalla Federazione e poi ripescato pochi giorni dopo la prescrizione”. Andrea Agnelli legge una parte della relazione Palazzi puntando l’indice contro la condotta dell’Inter.

    “Accolgo con grande rispetto e serenità il richiamo alle regole di Petrucci ma le regole devono esser valide e rispettate in ogni grado e tengo a precisare che davanti al Tnas ci poteva esser una conciliazione ma l’unico presidente presente ero io”

    “Chiedo io a Petrucci – continua Andrea Agnelli – e al neo ministro Gnudi ad aprire un tavolo dove convogliare tutti i fatti dal 2006 e al 2011 e trarre le conclusione a Calciopoli. E allo stesso tempo noi tutti insieme cercare di confluire su un unico tavolo per una questione di crescita”

    Agnelli fa capire che la Juve, almeno per il momento, non procederà verso la giustizia ordinaria aspettando il terzo grado di giudizio ma anche auspicando che il presidente Petrucci si azioni per un tavolo tecnico.

    Come avvenuto nella politica Andrea Agnelli chiede dunque una sorta di governo tecnico dello sport guidato dal presidente Petrucci per dirimere la questione Calciopoli portando serenità ma anche pensando a possibili prospettive di sviluppo per riformare il calcio.

    Conferenza stampa finita. Come leggete le parole di Andrea Agnelli? Un passo indietro? Puo davvero chiudersi Calciopoli?

  • Juventus richiesta danni, atto dovuto? Abete al contrattacco

    Juventus richiesta danni, atto dovuto? Abete al contrattacco

    La sentenza arrivata dalle stanze del Tribunale di Napoli per il primo grado del processo a Calciopoli ha generato una nuova ondata di polemiche e alzato i toni dello scontro tra la Juventus, l’Inter e la Federazione. Se per tutti dal dispositivo letto dal giudice Casoria lo sconfitto è stato Luciano Moggi non riesco a capire chi è stato il vincitore. Forse quando potremo leggere le motivazioni che hanno indotto i giudici ad emetter quel tipo di sentenza riusciremo a capirlo ma allo stato attuale obiettivamente non capiamo la soddisfazione della Juventus, assolta si dal processo civile ma società di cui Moggi, insieme a Giraudo, comandavano le fila. Non riusciamo a capire la soddisfazione dell’Inter uscita claudicante del dibattimento di Napoli e additata di spionaggio al Processo Telecom. E’ ancora meno comprensibile quelle della Federazione cosi come è incomprensibile l’assoluzione di Carraro.

    Giancarlo Abete | ©Claudio Villa/Getty Images

    In attesa di capire qualcosa in più è chiaro però che i protagonisti o sono veggenti o sanno qualcosa in più di noi comuni mortali. E’ sintomatico il comunicato stampa apparso sul sito della Juventus appena dopo la lettura della sentenza, cosi come è sintomatico il rigetto dell’Uefa al ricorso dello scudetto del 2006.

    La Juventus ieri ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio e quest’oggi addirittura sembra iniziare a circolare la voce di una richiesta al prefetto per commissionare la Federazione. La Vecchia Signora presenta il conto, ben 444 milioni di euro per i danni di immagine e patrimoniali subiti dalla disparità di trattamento subita nel 2006. La risposta di Moratti non si è fatta attendere tacciando come “ridicolo” il ricorso bianconero. Di tutt’altro tenore la risposta di Abete che pur ammettendo la legittimità della Juventus nel continuare la sua battaglia tiene oggi a precisare che ad esser danneggiata da Calciopoli è stata proprio la Federazione. Queste le parole del presidente ai microfoni di Sky Sport

    Sono stupito dalla tempistica. Non dalla richiesta del risarcimento, che era già stata preannunciata. Noi però siamo sereni, perchè abbiamo svolto tutto ciò che dovevamo con attenzione. La Figc post-calciopoli è stata la prima ad essere danneggiata. Come hanno dimostrato le sentenze sportive, e quelle penali di primo grado, le responsabilità sono di altri non certo della Federcalcio”.

    “Esistono ordinamenti diversi. Quello sportivo ha le sue specificità e noi, nel corso del Consiglio Federale di Vicenza, avevamo già detto che qualunque fosse stato l’esito, non ci sarebbe stato un intervento sull’ordinamento sportivo su fatti che all’epoca furono oggetto di verifica e di valutazioni degli organi di giustizia federali e del Coni. Inoltre molte società, tra le quali la Juve, non hanno dato seguito a interventi presso i tribunali amministrativi”.

    “Per quanto mi riguarda ho la coscienza a posto. Le critiche sono legittime per la politica sportiva, ma tutti sanno che io sono un uomo di regole. Pertanto sono tranquilli, rimane l’amarezza per quanto sta accadendo ma con questa bisogna conviverci”.

  • Sentenza Calciopoli, il salva Lotito divide Lega e Federazione

    Sentenza Calciopoli, il salva Lotito divide Lega e Federazione

    La Sentenza Calciopoli emessa dal giudice Casoria nelle stanze del Tribunale di Napoli seppur di primo grado e quindi parziale ha delle conseguenze immediate che in questi giorni tengono banco costruendo nuovi dissapori tra i vertici del calcio italiano. Se l’esclusione dai “colpevoli” della Juventus ha perorato la causa del presidente Agnelli presentando ricorso e risarcimento danni al Tar del Lazio gli altri “colpevoli” come Claudio Lotito, i Della Valle e Mencucci dichiarano battaglia. La norma 22 bis delle Noif prevede la sospensione dei dirigenti di società in caso di condanna, anche di primo grado, per frode sportiva, sospensione che decade ovviamente in caso di assoluzione.

    Maurizio Beretta | ©Getty Images

    La Lega Calcio per salvare “i colpevoli” e sopratutto Claudio Lotito si è mossa chiedendo di rivedere la norma permettendo al presidente di mantenere gli incarichi fino a quando non sia acclarata la colpevolezza. A perorare la causa pare ci siano molti presidenti, ovviamente Andrea Agnelli, meno sicuro invece l’adesione di Galliani e Moratti ma c’è sicuramente il presidente Maurizio Beretta che da dimissionario e quasi sempre assente ha trovato il tempo di occuparsi del problema scrivendo una lettera nella quale invita la Federazione e di conseguenza il Coni invitando a modificare l’articolo per le evidenti incongruenze.

    “” L’articolo mostra incongruenze e contraddizioni: ci vuole una riflessione. Non si sa infatti cosa succede se c’è la prescrizione, e poi bisogna considerare che il calcio muove grandi interessi economici e quindi ci vogliono condizioni uguali a quelle di altri settori dove gli effetti delle sentenze diventano esecutivi solo in caso di condanna passata in giudicato. Alla luce dell’importanza economica delle imprese del calcio, è giusto allinearle a quelle di tutti gli altri settori economici: quindi è giusto che gli effetti sulle cariche dirigenziali avvengano solo a fronte di sentenze passate in giudicato”

    Come spesso accade in Italia, dunque, si cerca sempre il cavillo per non applicare una norma che, ci tengo a precisare, si conosce sin dall’ingresso del mondo del calcio e che la sua stipula è di ben 18 anni fa. Se la Lega di A tentenna mostrano più decisione quelle di B e Dilettanti avendo già provveduto alla sospensione di Lillo Foti, presidente della Reggina, e Massimo De Santis, dirigente del Palestrina.

    Di parere opposto sembra esser il presidente Abete che ha dato mandato alla Corte Federale per stabile se gli incarichi di Lotito in Federazione decadono o posson esser mantenuti ma ha tenuto a precisare “La sospensione dei dirigenti da incarichi sportivi è automatica ma è in corso un approfondimento. La Figc non è mai stata faziosa, in questo momento servono stile, coerenza e capacità di proporsi”.

    La Sentenza Calciopoli dunque continua e continuerà a far rumore perorando la certezza che il calcio italiano si porterà ancora per anni il fardello e l’incubo di questo grande scandalo.

  • Calciopoli Juve, ricorso al Tar Lazio contro Inter e Figc

    Calciopoli Juve, ricorso al Tar Lazio contro Inter e Figc

    Dopo le sentenze di primo grado da parte del Tribunale di Napoli sul processo penale di Calciopoli. Juventus torna a farsi sentire ribadendo la propria estraneità.

    Infatti nella giornata di oggi, la società guidata da Andrea Agnelli, ha depositato  ricorso al TAR del Lazio contro la FIGC e nei confronti dell’Inter chiedendo un risarcimento dei danni subiti dal 2006 in poi, per “mancanza di parità di trattamento”

    In sostanza,  la retrocessione in serie B e lo smantellamento di mezza squadra ha prodotto una perdita economica rilevante, danno ritenuto ingiusto dalla società bianconera per disparità di trattamento nei confronti delle altre squadre coinvolte nel processo Calciopoli dal 2006 in poi.

    Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    La richiesta è alla FIGC ritenuta responsabile dopo Calciopoli dinon aver applicato una parità di trattamento anche in considerazione delle nuove intercettazzioni emerse ai danni dell’Inter.

    Ecco il testo pubblicato stamane nel sito della Juventus inviato come ricorso al TAR  del Lazio:

    JUVENTUS FOOTBALL CLUB S.p.A. ha depositato in data odierna presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso ai sensi dell’art. 30 del codice del processo amministrativo contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e nei confronti della F.C. INTERNAZIONALE s.p.a. chiedendo la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla FIGC nell’estate del 2006 e del 2011. Con tale atto JUVENTUS intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che sono prudenzialmente stimati in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese. Il ricorso dà seguito alla pronuncia del Presidente Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport (TNAS) del 9 settembre 2011 che ha rimesso la Società innanzi al TAR limitatamente ai danni e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede, già preannunciata nella conferenza stampa del 10 agosto 2011.

    Non tardano ad arrivare i commenti dei principali esponenti chiamati in causa Giancarlo Abete(Presidente FIGC) e Massimo Moratti (Presidente FC INTER)

    Al termine della cerimonia “il bello del calcio” istituita dalla “gazzetta dello sport” a cui hanno partecipato diverse società di calcio ma non quella della Juventus, Abete risponde in riguardo al ricorso fatto dalla società bianconera dicendo:

    Ovviamente è un diritto della Juventus portare avanti nei modi e nei tempi che ritiene opportuno la battaglia che tutti conosciamo,ma sarebbe stato opportuno che ciò avvenisse in un’altra giornata.

    Resta un diritto della società ma la Federazione è molto seria e ha lo stile di non commentare le sentenze di Calciopoli.

    Con poche parole invece il Presidente dell’Inter Massimo Moratti commenta:

    I  nostri legali capiranno di più questo desiderio della Juve di attaccare. Non credo che il cattivo gusto arrivi fino a questo punto.

    A spiegare l’iniziativa della Juve è stato in serata il presidente Andrea Agnelli giunto a Parma per ritirare un premio “Sport e Lavoro”

    “Non è altro che una delle sette azioni che avevamo annunciato nella conferenza stampa del 10 agosto. Evidentemente in questo Paese non tutti mantengono quello che dicono. “Noi ricerchiamo parità di trattamento nella Figc che ha giudicato nel 2006 e nel 2011: o si è sbagliato allora o si è sbagliato adesso. Sentiamo la necessità di fare chiarezza. L’Inter è un danno collaterale”.

  • Lotito sospeso da presidente Lazio e consigliere Figc

    Lotito sospeso da presidente Lazio e consigliere Figc

    La notizia è ufficiale: Claudio Lotito, presidente della Lazio, condannato a margine del processo Calciopoli di Napoli – al pari dell’ex presidente della Fiorentina Diego Della Valle e di altri dirigenti sportivi – ha ricevuto, nel tardo pomeriggio di ieri, ufficialmente la comunicazione della sospensione dalla carica di presidente come “atto dovuto” a seguito della condanna in primo grado, sulla scia della “linea dura” attuata dalla Federcalcio.

    Claudio Lotito | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Il provvedimento di sospensione potrà essere interrotto esclusivamente in occasione di un’assoluzione in secondo grado ed inibirà, inoltre, le partecipazioni di Claudio Lotito alle riunioni di Lega e della Federcalcio, poichè la sospensione comporta anche la decadenza dal ruolo di consigliere federale in rappresentanza della Lega Calcio.
    A sostituirlo, in veste di consigliere della Figc, sarà il suo fidato collaboratore Marco Moschini, membro del Consiglio di Gestione della società biancoceleste, che aveva già ricoperto tale ruolo proprio nel 2006, ossia nell’anno nero in cui scoppiò lo scandalo Calciopoli, quando Claudio Lotito fu sospeso per la prima volta per il reato di frode sportiva.

    Proprio su quest’ultimo aspetto punterà la difesa del patron della Lazio per tentare di rimediare alla sospensione, ritenuta “ingiusta” da Lotito e dal suo entourage, sottolineando come non sia possibile ottenere una condanna duplice per la stessa motivazione, ossia – appunto – la frode sportiva.
    Con la grande determinazione e la proverbiale “vis polemica”, che lo hanno reso celebre in questi anni da presidente biancoceleste, inoltre, Claudio Lotito ha già annunciato di essere intenzionato di lottare fino in fondo per evitare tale provvedimento di sospensione, presentando ricorso in tutte le sedi ritenute opportune, dal Tar all’Alta corte di Giustizia Europea.