Tag: calciopoli

  • Severgnini: “Moggi usa gli juventini”

    Beppe Severgnini, noto tifoso interista nonché editorialista del Corriere della Sera, dice la sua sul paradossale, incredibile polverone che è stato alzato per le presunte intercettazioni che riguardano Massimo Moratti, utilizzate come ultimo, strenuo tentativo di difesa dai legali di Luciano Moggi:

    Leggo e trasecolo: qualcuno vuole paragonare un sistema condannato, esecrato con una telefonata tra il designatore e il presidente dell’Inter. Agli amici juventini, dico: voltate pagina, quel passato è tossico. Fossi juventino direi: basta, quest’ossessione è tossica, ci sta facendo male! Fossi Mourinho, invece, vorrei che i moggiani di ritorno andassero avanti, almeno per un paio di mesi. Non c’è nulla come un’accusa ingiusta per unire un gruppo alle prese con prove difficili.
    Leggo e trasecolo: qualcuno vuole paragonare un sistema durato anni — sanzionato dalla giustizia sportiva, condannato dalla giustizia ordinaria, esecrato da tutta Italia (be’, quasi tutta)— con una telefonata tra il designatore e il presidente dell’Inter. Quattro chiacchiere piuttosto formali. Prima di Inter-Bologna di Coppa Italia (13 gennaio 2005)! Telefonata inopportuna? Chissà, può essere. Ma paragonarla a Calciopoli è come paragonare un petardo con un camion di tritolo: tutt’e due esplodono e possono far male, ma c’è una differenza.

    Così facevano tutti? Tutti colpevoli nessun colpevole? Non scherziamo. Paragonare l’imparagonabile è, da sempre, il trucco dei furbetti italiani. Qualcuno che ci casca— trascinato dal cuore o ingannato dalle amnesie — si trova sempre. Paragonare l’imparagonabile e perdonare l’imperdonabile: un altro aggettivo per definire un sistema che per anni ha controllato gli arbitri, riempiendoli di schede telefoniche straniere, non c’è.
    Luciano Moggi è abile: ha capito che il calcio muove passioni profonde e sveglia il bambino partigiano che si nasconde in ogni italiano. Dopo la condanna sportiva, e la condanna con rito abbreviato di Antonio Giraudo per «associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva» (tre anni), è arrivato all’ultima trincea. E schiera l’ultima armata di cui dispone: quella dei bianconeri ingenui e romantici.
    Lo so, cari lettori juventini: è dura dar retta a un interista. Ma vi dico: alla larga, non fidatevi! Siete voi le prime, vere vittime di Calciopoli: vi hanno sporcato i sogni, ed è gravissimo. Siete voi che dovreste protestare. Ne avete, più di tutti, il diritto. La Juve era formidabile, in quegli anni. Avrebbe vinto giocando pulito.

    La retrocessione in B— pensavamo in molti — sarà una catarsi: la Juventus, l’avversaria per antonomasia, ne uscirà altrettanto forte e più limpida. Sembrava andasse così. Poi— davanti alle prime, inevitabili difficoltà — qualcuno ha ceduto alla tentazione: al posto del pentimento, il risentimento; invece dell’azione, la rivendicazione. Un dirigente, poi un altro, poi il sito della squadra: che fatica accettare quelle sentenze. Poi è tornato Roberto Bettega, che con Moggi e Giraudo formava la Triade. Ora Ale Del Piero dice che rivuole due scudetti (nient’altro, capitano?). Se la società cadesse nella trappola — sostenendo le tesi della difesa nel processo di Napoli, invece di chiedere i danni — vorrebbe dire una cosa sola: Moggi è un genio.
    Ma non del bene. Per salvarsi, il signor Luciano sta provando a trascinare la Juventus con sé. Una squadra amata e gloriosa, e i suoi tifosi perbene, stanno già pagando le conseguenze di tutto questo: chi respira quest’aria — fatta di recriminazioni e rivendicazioni — non può correre, vincere e convincere. L’involuzione di gioco e risultati corre parallela a quest’incapacità di voltar pagina, e ripartire. Chiedete conferma ad Alberto Zaccheroni, a contratto scaduto: credo che ve lo dirà. L’ho già scritto, lo ripeto: è dura dar retta a un interista. Ma ai miei molti amici juventini dico: voltate pagina, quel passato è tossico. Prima ve lo lasciate alla spalle, meglio è. Per voi e per tutti.

  • Calciopoli: Garrone alleato della Juve “le intercettazioni sono prove”

    “Le intercettazioni lasciano un po’ di meraviglia e danno ragione a chi a suo tempo riteneva che, oltre alla Juve e le altre società poi condannate, ci fosse il coinvolgimento di altri soggetti. Per la giustizia sportiva – ha detto – valgono le vecchie regole e quindi la prescrizione è tassativa. C’è però un grande problema, almeno per come sono fatto io, che tocca l’immagine del calcio, e questa cosa spesso è più grave di un eventuale processo e condanna”.

    Riccardo Garrone entra in tackle sull’Inter e Calciopoli rivalutando la posizione della Juventus e di Luciano Moggi che quattro anni addietro furono additati come gli unici colpevoli del complotto messo in atto a sfavorire le avversarie nella lotta scudetto. Il presidente della Samp pur facendo una netta distinzione su giustizia sportiva e ordinaria tiene a precisare che la moralità e la pulizia in senso lato son un altra cosa e valgono di più che una sentenza (chiaro riferimento all’Inter e allo slogan noi vinciamo senza rubare).

    E alla domanda bisognerebbe quindi togliere lo scudetto all’Inter? Garrone non si è sbilanciato in questo senso: “Non vorrei esprimere una opinione, ricordo che quando fu assegnato quello scudetto ci furono tanti amici interisti che furono scandalizzati”.

    Sul momento della Samp “Ci mancano almeno cinque punti a causa di errori arbitrali macroscopici. Con questi punti saremmo già in Champions”. E la frecciatina a Zamparini ” da quanto dice vincerà la Champions. Siamo diversi come carattere. Noi preferiamo ragionare partita dopo partita, credo che comunque ci meritiamo questo momento”

  • Calciopoli bis: l’Inter non ci sta, insorge Paolillo

    “C’è troppa gente che parla e dice cose a sproposito”.. Con queste parole Ernesto Paolillo commenta il nuovo filone dell’inchiesta di Calciopoli che sembra possa intaccare la morale interista e sopratutto la sentenza che quattro anni addietro contribuì all’assegnazione dello scudetto.

    Dunque dopo il presidente Massimo Moratti, che ieri intimò agli addetti ai lavori e giornalisti di non infangare la memoria di Giacinto Facchetti con accuse false e pretestuose è toccato a Paolillo ergersi a difensore del culb in attesa di capire quale sarà la verità definitiva.

  • Moggi: “Elkann mi ricorda l’innominato dei Promessi Sposi”

    Non ha placato l’ira di Luciano Moggi la presa di coscienza della proprietà bianconera che alla luce delle nuove intercettazioni ha chiesto una revisione del processo. Moggi attacca Elkann per la scelta tardiva e inopportuna visto che arriva solo grazie al lavoro solitario dei suoi avvocati.

    “Lei Elkann, con questo suo tardivo ravvedimento, mi ricorda l’Innominato dei Promessi Sposi, che dopo una notte di travaglio morale decide di convertirsi e di dare una svolta positiva alla sua vita… Viene da chiedersi dove sia stato e cosa abbia fatto in questi quattro anni… Chissà se dietro questo suo ravvedimento non ci sia il tentativo di sviare l’attenzione dai disastri che la Sua illuminata gestione ha saputo regalare ai tifosi…”.

    E ancora attacchi all’Inter e al Milan:

    “Altro che Cupola, non era solo Moggi che chiamava Bergamo, ci sono dentro fino al collo anche il signor Moratti e la sua Inter. Tutti sapevano e tutti… facevano. Incontrai Berlusconi nella primavera del 2006 e il presidente rossonero mi chiese se avessi voluto entrare nel Milan come dg. Ma due settimane dopo l’incontro, in Figc arrivarono i fascicoli della Procura di Torino con le intercettazioni che mi riguardavano. Carraro informò subito Galliani che ne parlò con Berlusconi suggerendogli di lasciar perdere…”.

  • Intercettazioni, Calciopoli bis: anche Spalletti telefonava

    Continuano ad esserci colpi di scena in quello che è stato soprannominato il Calciopoli bis, il più grande scandalo del calcio italiano sembra destinato a riaprirsi e a coinvolgere tanti altri nomi fin’ora insospettabili. Dal lavoro certosino dei legali di Luciano Moggi salta fuori un intercettazione tra Luciano Spalletti, all’epoca allenatore dell’Udinese e il designatore Bergamo, argomento? Sempre le terne arbitrali…

    B.- L’importante è che tu sia bello carico..
    S.- No io son bello carico, naturalmente è come hai detto te con la diciamo supervisione della trasparenza cerca di mandarci una..come hai detto prima dai, di stare attento a tutto quello dai, come hai sempre fatto..
    B.- Ma guarda io ti posso anticipare che a scanso di diciamo ripensamenti all’ultimo momento gli assistenti li ho già fatti, quindi viene Pisacreta che per noi è il n.1 e Griselli che è quello di Livorno che quest’anno è stato il n.1 quindi sei bello blindato e il sorteggio vediamo ora cosa ti dà tra gli internazionali che abbiamo messo in griglia dai..
    S.-Benissimo dai..
    B.-Ti do un bell’in bocca al lupo..
    S.-Ti ringrazio scusami ma li posso, lo posso chiamare o vengo frainteso?
    B.-Ma no, quando lo trovi se no sembra che tanto queste cose.. discutono su stampa e trasmissioni televisive
    S.-Noi abbiamo rinunciato a 2 trasmissioni televisive e lì non hanno fatto vedere niente..capito tutto?
    B.-Dai che ce la facciamo..in bocca al lupo!

  • Calciopoli, Sandulli: “Errore assegnare quello scudetto all’Inter”

    L’ex presidente della Corte Federale Piero Sandulli, il giudice che emise la sentenza d’appello su Calciopoli, a distanza di 4 anni ammette, a parer suo, che lo scudetto 2005-2006 revocato alla Juventus non andava assegnato all’Inter:

    A suo tempo espressi parere negativo e fui anche fortemente criticato sull’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter, perchè gli scudetti vanno conquistati sul campo e non a tavolino. Sarebbe stato più opportuno non assegnarlo, come quello del campionato precedente. Non so se ci furono pressioni da parte dell’Uefa affinchè il titolo fosse assegnato comunque, ma la nostra stessa decisione lasciava trasparire che non era opportuno assegnare quello scudetto“.

    Poi Sandulli conclude sulla sentenza che condannò la Juventus alla Serie B e a Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina la sottrazione di punti in classifica:

    Allora nessuna prova portava all’illecito, ma ci trovammo di fronte a una serie di comportamenti davvero discutibili. La nostra fu una condanna etica per aver violato ripetutamente l’articolo 1 del codice, quello della lealtà sportiva. Abbiamo cercato di dare delle sanzioni giuste, non troppo pesanti perché altrimenti si finiva per inficiare anche il nuovo campionato, né troppo morbide perché comunque dovevano essere commisurate alle violazioni accertate“.

  • Calciopoli: Facchetti telefona a De Santis

    Continua il lavoro certosino dei legali di Luciano Moggi e con ritmo incessante saltano fuori intercettazioni compromettenti per chi nel processo di quattro anni addietro ne era uscito apparentemente pulito e santificato. Questa volta è il turno di Giacinto Facchetti, all’epoca presidente dell’Inter, che viene intercettato al telefono con Massimo De Santis, arbitro ora sotto giudizio per Calciopoli. La chiamata risale al 24 marzo 2005 e si riferisce all’impegno internazionale dell’arbitro (Francia-Svizzera). Si parla anche dello svizzero capo della commissione Stadi della Fifa, Walter Gagg.

    Facchetti: ‘Massimo!’

    De Santis: ‘Come stai Giacinto?’

    Facchetti:
    ‘Bene, e tu?’

    De Santis: ‘Devo farti i complimenti insomma, ti interessi di arbitri…’

    Facchetti: ‘Eh… vedremo, ma mi sa che ci interesseremo in tanti di…’

    De Santis: ‘E vabbè, si interessano tutti, ormai è l’argomento del giorno’

    Facchetti: ‘Sei già a Parigi?’

    De Santis: ‘No, parto domani mattina’

    Facchetti: ‘Perché mi ha chiamato Bla… ehm Gagg, viene là anche lui’

    De Santis: ‘Ah, viene a Parigi Walter?’

    Facchetti: ‘Si viene con anche lui con … e mi ha detto che ti portava i miei saluti’

    De Santis: ‘Eh si, sennò glieli do io’

    Facchetti: ‘Comunque verrà a salutarti’

    De Santis: ‘È rimasto contento… È stato scelto bene il posto: Francia-Svizzera, gli interessano tutte e due, chi per un verso chi per l’altro…’

  • Juventus: valutiamo ipotesi per riaprire Calciopoli

    Una nota striminzita della Juventus pubblicata sul sito ufficiale rompe ogni indugio, dopo il bailamme di intercettazioni che in questi giorni ha dimostrato di quale farsa si sia trattato il processo di Calciopoli. E seppur nel rispetto di regole ed istituzioni, la Vecchia Signora pensa seriamente a far riaprire il procedimento in modo che sia fatta chiarezza una volta per tutte e che tutti siano giudicati al pari di Moggi e della società bianconera. Ecco il testo del comunicato ufficiale:

    Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l’eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi.
    Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006
    ″.
    [via: juvemania]

  • Intercettazioni, Facchetti: “Non devono fare i sorteggi”

    Continuano a trapelare intercettazioni e in attesa dell’ormai fatidica data del 13 aprile, giorno in cui ci sarà l’udienza a Napoli, è chiaro che qualcosa di losco e misterioso traspare anche dalle indagini condotte dal generale Auricchio quattro anni or sono.

    Se la posizione della Juventus resta immutata cambia la posizione degli altri club che ne uscirono più puliti o immacolati dalla sentenza di quattro anni fa. L’ultima intercettazione balzata alle cronache è tra l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e l’allora designatore arbitrale Mazzei:

    Mazzei: “Sono in macchina che vado a Coverciano..”
    Facchetti: “Sceglili bene per domenica sera eh..”
    Mazzei: “Il n.1 e il n.2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta”
    Facchetti: “Ivaldi e Pisacreta?”
    Mazzei: “Eh sono il n.1 e il n.2”
    Facchetti: “Si certo, e il n.1 degli arbitri..”
    Mazzei: “Eh si, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il n.1..”
    Facchetti: “Non li non devono fare sorteggi, ci devono.. ”
    Mazzei: “Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna”
    Facchetti: “Ma dai..”
    Mazzei: “Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità? sono più alte…”

  • Calciopoli bis: qualcosa si smuove, Palazzi indaga

    Alla fine anche la Figc si è dovuta ravvedere di fronte al nuovo capitolo di intercettazioni che sta sconvolgendo tutti quelli che credevano di aver estirpato il male dal calcio nell’estate di quattro stagioni orsono.

    Il procuratore Palazzi, in attesa dell’udienza del 13 aprile che potrebbe dalle indiscrezioni cambiare le sorti del Processo a Luciano Moggi, ha aperto un fascicolo ma non e’ stata ancora avviata nessuna inchiesta.

    La federazione, si apprende, non vuole accelerare o inficiare l’iter del procedimento penale. Gli organi della Figc, che a Napoli si e’ costituita parte civile e che sara’ presente all’udienza del 13 aprile con il legale Tito Milella, valuteranno eventuali nuove prove e intercettazioni se queste, compatibilmente con i termini stabiliti dalla giustizia sportiva, dovessero risultare utili a fare ulteriore chiarezza.