Tag: calciopoli

  • Calciopoli bis: Faccia a faccia Agnelli – Abete

    Calciopoli bis: Faccia a faccia Agnelli – Abete

    Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha incontrato ieri in Federcalcio il numero uno della FIGC Giancarlo Abete per discutere, tra le altre cose, dell’inchiesta Calciopoli bis che partirà tra qualche giorno. In particolare Agnelli ha chiesto in primo luogo parità di trattamento e giustizia nel caso in cui il procedimento nei confronti delle squadre e dei personaggi coinvolti ravvisi comportamenti di dubbia moralità, così come fatto per la Juventus e per suoi dirigenti all’epoca dei fatti di Calciopoli 1.

    Proprio in questi giorni la FIGC ha acquisito dal tribunale di Napoli le 170 mila telefonate che saranno al vaglio dell’equipe del procuratore federale Stefano Palazzi. Di queste sono 90 le intercettazioni “bollenti” che secondo la tesi accusatoria dei legali di Luciano Moggi incastrerebbero l’Inter, il numero uno nerazzurro Moratti e l’allora presidente della società Facchetti, scomparso quattro anni fa.
    In ballo c’è lo scudetto del 2006: se fosse provata la colpevolezza dell’Inter la Federazione revocherebbe quel titolo che allora fu tolto alla Juventus e assegnato proprio ai nerazzurri. Niente di più di questo perchè se emergessero eventuali reati commessi ormai sarebbero caduti in prescrizione.

  • Calciopoli: la Juve d’attacco, Agnelli va in aiuto di Moggi

    La Juve remissiva di quattro anni fa pronta ad accettare le decisioni della giustizia sportiva licenziando in un sol colpo Moggi, Giraudo e Bettega ha lasciato il posto ad una Juve più combattiva e pronta adesso a dar battaglia, per completare l’iter giudiziario che le costò la B.

    Tra due settimane ripartirà il processo e nelle stanze napoletane a dar man forte agli avvocati e consulenti di big Luciano ci sarà l’avvocato Chiappero “ingaggiato” da Andrea Agnelli per avvalorare il lavoro di Nicola Penta.

    La metamorfosi bianconera è dovuta alle verità saltate fuori dalle nuove intercettazioni, le pressioni sulla Figc ne sono una conseguenza ma per accorciare i tempi la Juve presenterà 80 intercettazioni che dimostreranno il coinvolgimento dell’Inter. Dunque l’autunno della serie A si prepara ad esser scoppiettante e non solo per le partite in campo.

  • Calciopoli: finalmente si riparte, la Procura consegna le intercettazioni

    Forse per le pressioni di Andrea Agnelli o forse perchè il lungo periodo di vacanza è ormai finito la Procura di Napoli ha deciso di inoltrare “finalmente” il grosso faldone di intercettazioni alla Figc che serviranno per completare il quadro indiziario disegnato parzialmente nel 2006.

    Il compito del Procuratore Palazzi sarà quello di capire il perché furono omesse un grosso quantitativo di intercettazioni che provavano il coinvolgimento della quasi totalità dei club di serie A limitandosi a portarne agli atti una minima parte.

    Intanto, il primo ottobre, ripartirà il processo di Napoli e si prevedono ulteriori fuochi d’artificio con il consulente di parte Nicola Penta pronto a consegnare nuove sbobinature e saranno finalmente ascoltati pezzi da novanta come Massimo Moratti e Giancarlo Abete.

  • Calciopoli: adesso la Juve è pronta alla battaglia

    Calciopoli: adesso la Juve è pronta alla battaglia

    Andrea Agnelli è pronto alla battaglia e ai proclami è pronto a far seguire i fatti cercando con fermezza e convinzione di chiudere definitivamente il capitolo Calciopoli accertandosi che la Figc sia scrupolosa e tassativa cosi per come lo fu nei confronti della Vecchia Signora.

    L’anno zero dei bianconeri della nuova Triade (Agnelli, Marotta e Paratici) aveva il difficile compito di resettare quattro anni di nefandezze e scelte sbagliate che in qualche modo avevano compromesso il bilancio indebolito ulteriormente dai mancati introiti della Champions League.

    E’ ovvio che in sede di calciomercato Marotta abbia dovuto far delle scelte impopolari puntando su possibili talenti e non su talenti affermati ma solo alla fine del campionato potremo definire se il Dg ha dato il via ad un nuovo ciclo

    Ma il nuovo corso sembra pronto a prendersi le critiche adesso sicuro che il lavoro “martellante” di Del Neri e le intuizioni di Marotta e Paratici faranno ricredere tutto. La credibilità della “Nuova Vecchia Signore” però passa anche dalle stanze di Tribunale e in questo caso sarà Andrea Agnelli in persona a condurre la battaglia e chiedere giustizia e verità.

    Come anticipato da Tuttosport e confermato da Repubblica la Juventus rompe gli indugi ed è pronta a spedire in Federazione cento intercettazioni che incastrerebbero Inter e Cagliari. Come ricorderete il presidente Abete nei primi giorni d’agosto dichiarò all’uscita di un consiglio federale di esser stupito per il mancato invio del Tribunale di Napoli delle nuove intercettazioni.

    La Juve vuole risposte e adesso è passata al contrattacco. Intanto secondo indiscrezioni che trapelano da più parti Nicola Penta, consulente tecnico di Luciano Moggi, è pronto a presentare cento nuove intercettazioni che proverebbero il coinvolgimento Collina, Rosetti, Lanese e l’ex designatore Boschi.

  • Moratti vs Agnelli, scontro tra “Titani”

    Due bambini indisponenti che si punzecchiano: chi ha ragione? Da un lato il “figlio di…” Massimo Moratti, dall’altro il “nipote di…” Andrea Agnelli. L’autore della prima pernacchia è patron “triplete”, che dall’alto della sua sedicente classe, tuonò:

    “Meglio essere multietnici che comprare le partite”

    Questo il verbo del presidente nerazzurro, intenzionato a scagionare la sua Inter dall’accusa di essere, in parte, la ragione delle debacle azzurre coeve in virtù della mancanza di italiani offerti in dote alla nazionale. Scusi presidente, quanti italiani avete in squadra? Noi non compriamo le partite! Non mi risultava che Moratti soffrisse di dislessia, comunque era inevitabile che qualche coda di paglia si drizzasse al rumore delle accuse al vetriolo.

    “Non hanno mai saputo perdere, ma soprattutto non hanno ancora imparato a vincere”

    Non si è fatta attendere la risposta del presidente della società di corso Galileo Ferraris. L’unico a rispondere alla provocazione quando, attenendoci alle sentenze della giustizia sportiva, anche Milan, Fiorentina e Lazio, avendo scontato una penitenza, sicuramente più moderata di quella bianconera, avrebbero potuto sentirsi sul banco degli imputati. La contro-replica di Moratti è riassunta dalla meraviglia che hanno suscitato in lui le parole di Andrea Agnelli:

    “Non ho mai fatto riferimento alla Juventus”

    Insomma, è come sparare ad un uomo e poi meravigliarsi che si è fatto male. Sarebbe cosa buona e giusta che Moratti si assumesse la responsabilità delle sue dichiarazioni. D’altro canto, Agnelli avrebbe potuto dimostrarsi superiore rispondendo col silenzio. Non ti curar di loro, ma guarda e passa, scrisse il “Sommo”: il patron interista avrebbe fatto la figura del pollo che scalda il suo stesso brodo. La verità è che a Moratti manca Mourinho, le sue battute caustiche, la sua verve in conferenza stampa. Il cocco della maestra alias Rafa Benitez, sicuramente migliore del portoghese nei presidi tattici, non lo soddisfa a livello mediatico. Esempio:

    “Una cosa è certa. Rafa Benitez non vincerà mai quanto me”

    Firmato, Josè Mourinho. La risposta del neo tecnico nerazzurro chiamato in causa?

    “Voglio vincere più di Mourinho”

    Verrebbe quasi da tirargli i paciocconi, tra l’altro rossi come quelli di Heidi, per la frugalità della risposta. Sono sicuro che Moratti avrebbe gradito di gran lunga un “vincerò più di Mourinho”, per la stessa differenza che separa il voglio dei sognatori dal futuro intenzionale degli spocchiosi. Inutile nasconderlo, il presidente interista non ha ancora digerito il trattamento da “una botta e via” riservatogli da Mourinho, ma se lo riprenderebbe su due piedi. Visto che non si può, ora fa il bulletto e si mette a sparare a zero, suo malgrado però, la mira non è quella dello special-one. Lui parlava e sparlava perché aveva vinto ed era pulito. Moratti non potrebbe dire altrettanto: per la vicenda passaporti che ribattezzò Luciano in Eriberto e permise l’acquisto di Recoba, per i dossier Telecom, per l’amichetto Facchetti caduto in prescrizione. Dopo calciopoli ha costruito il mito dello “scudetto degli onesti” salvo poi sottrarne due alla Roma, per quelle che oggi chiamiamo sviste arbitrali, esattamente come facevamo ai tempi della cupola di Moggi. Nessuna accusa, solo fatti: vietate le code di paglia.

    Due bambini indisponenti che si punzecchiano: l’unico caso in cui entrambi hanno torto.

  • Calciopoli: giallo intercettazioni. Abete “non arrivano”

    Il Consiglio Federale della Figc tra i tantissimi temi e ratifiche all’ordine del giorno ha parlato anche di Calciopoli e sul mistero delle intercettazioni ancora non arrivate da Napoli.

    Il secondo filone d’inchiesta, necessario dopo le rivelazioni del lavoro condotto dai periti di parte e che ha portato alla luce altre intercettazioni, doveva partire in estate dopo la richiesta del procuratore Palazzi. Ma al momento il materiale non è ancora in possesso della Federazione.

    Queste le parole del presidente Abete: “Non siamo riusciti a sapere quanto bisogna pagare per entrare in possesso di tutte le intercettazioni di Calciopoli emerse nel Processo di Napoli – ha spiegato Nonostante il pressing restiamo stupiti dal fatto di non averle ancora a disposizione.”

  • Deferimento lampo per Totti. Guai a chi accusa l’Inter

    Farà ancora discutere la tempestività con cui la Procura Federale ha preso provvedimenti contro Francesco Totti reo di aver accusato l’Inter di esser più tutelata dagli arbitri rispetto alle altre squadre in una intervista concessa alla stampa dal ritiro della Roma a Riscone di Brunico.

    Queste le parole del capitano rispetto a “Calciopoli son cambiati solo i colori delle strisce. Mancano i fischi degli arbitri? Quelli mancano sempre, il problema è che gli altri sono più forti ma sono anche tutelati da tutti. I torti ci sono sempre, poi provi sempre a pensare che sia tutto fatto in buona fede. Dovrebbero mettere le telecamere, fare qualcosa, però allo stesso tempo sarebbe un altro campionato per questo non le mettono”.

    Legittimo e sempre nella stessa forma il deferimento da parte del procuratore Palazzi per Totti e per responsabilità oggettiva alla Roma. E’ discutibile la differenza di velocità di questi casi rispetto ai trasferimenti irregolari di Thiago Motta e Milito dal Genoa all’Inter.

  • Calciopoli: botta e risposta tra la Gazzetta e Moggi

    Le nuove intercettazioni scovate dai consulenti di Luciano Moggi rischiano far piombare il calcio italiano nello sconforto dell’estate del 2006 dando vita ad una nuova Calciopoli, già ribattezzata dalla stampa in Calciopoli 2 o bis.

    Circa due settimane fa fece stupore la pubblicazione di una intercettazione tra Paolo Bergamo e il vice direttore della Gazzetta dello Sport Ruggiero Palombo (puoi ascoltare qui). Il giornalista chiedeva l’inserimento nella griglia di Collina per la partita tra Roma e Juventus scegliendo il meglio a discapito del regolamento.

    La Gazzetta dello Sport visto il dilagare dell’intercettazione in rete ha deciso di rispondere con un articolo a due mani, firmato dal direttore Andrea Monti e Ruggiero Palombo, nel quale critica aspramente l’uso strumentale dell’intercettazione enumerando i motivi del buon lavoro svolto dal giornalista. (leggi l’articolo)

    Non si è fatta attendere la risposta di Luciano Moggi che nel suo consueto editoriale entra in tackle sulla Rosea e su Palombo accusandoli di “garantismo in ritardo di 4 anni”. (Leggi l’articolo).

    Si evince che il tono dello scontro inizia ad alzarsi e aumenterà esponenzialmente alle novità che usciranno dall’aula del Tribunale di Napoli dove è in corso il processo alla presunta cupola. Chi non è parte in causa, come noi, e rimase allibita quattro anni fa per le prime intercettazioni e prova lo stesso disgusto leggendo le nuove, si chiede se avrà mai una verità assoluta?

  • Moggi attacca la Figc: “Puniti i Menarini, ma Moratti e Preziosi?”

    La lotta tra Luciano Moggi e la Figc continua ad animare l’estate mondiale. L’ex dg bianconero dalle pagine del quotidiano Libero, attacca, senza mezzi termini il comportamento della Figc rea a suo dire di aver punito i Menarini, ormai ex proprietari del Bologna, per aver intrattenuto rapporti con lui, mentre è inspiegabilmente sorda e muta sulla vicenda dei trasferimenti di Motta e Milito

    “La condanna della Figc nei confronti dei Menarini per essersi intrattenuti a cena con il sottoscritto è una vicenda che meriterebbe una rassegna estiva di teatro dell’assurdo. Poiché non faccio più parte dell’ordinamento federale dal maggio 2006, mentre la mia infondata condanna sportiva è del luglio 2006, sono da tempo un privato cittadino che, evidentemente, la giustizia sportiva non cessa di perseguitare esponendosi, ora, a gravi responsabilità per illegittima ingerenza in dimensioni private, come quella cena.

    Sorprende rilevare come, pur di trovare un appiglio, si siano inventati una falsità, manipolando maldestramente la successione dei fatti, documentabili, poiché affermano nella sentenza che le mie dimissioni sarebbero successive all’irrogazione della squalifica; non considerano che maggio vien prima di luglio, almeno nel calendario occidentale, anche se ammetto la mia ignoranza su quello Maya, forse appeso alle pareti federali.

    L’intento è evidente e la famiglia Menarini, come altri in passato, sono stati condannati perché strumentalizzati dalla Federazione, nel senso che il vero obiettivo di questa farsesca iniziativa sono io. Ho immaginato i tentativi elaborati in notturne riunioni tenutesi in via Po, nel corso delle quali si è cercato un appiglio per riportarmi dinanzi ai giudici sportivi, ma non essendoci riusciti, si sono accaniti su coloro che hanno avuto il solo torto di avermi invitato a cena. In quell’occasione erano presenti decine di persone, eravamo in un locale pubblico, pensate che segretezza e quanto fosse illecito un accordo che non è mai esistito, nel senso che mi indicavano quale deus ex machina di un contratto, quello tra Ceravolo ed il Bologna Calcio, che non è mai avvenuto: come condannare qualcuno per omicidio senza che ci sia alcun morto. Un noto conduttore tv diceva «la domanda sorge spontanea»: ma sei i Menarini, per una semplice cena, sono stati condannati a 3 mesi di squalifica, Moratti e Preziosi, considerate le pubbliche ammissioni di Preziosi ed i contratti effettivamente firmati da Thiago Motta e Milito, a quale pena dovrebbero condannarli?

    Pensate come s’è mossa la Procura federale: poiché non c’erano prove, e nulla di illecito è stato mai commesso, allora si è affidata alle “impressioni” (avete letto bene) di soltanto due dei tanti convitati, senza essersi premurata di ascoltare anche le “impressioni” di tutti gli altri. Invece nulla, anzi, nel timore di non avere nemmeno sensazioni favorevoli in mano, hanno ascoltato il tecnico del Bologna, Papadopulo, ma non nell’immediatezza dei fatti, come gli altri, bensì dopo 6 mesi, dopo essere stato esonerato.”

  • Intercettazione Bergamo Palombo: anche la Gazzetta consigliava la griglia

    Si infittisce ulteriormente il mistero intorno alle intercettazioni “sfuggite” ai pm durante il processo sportivo a Calciopoli e recuperate grazie al lavoro certosino dei consulenti tecnici della difesa di Luciano Moggi. Oggi salta fuori un intercettazione tra il designatore arbitrale Paolo Bergamo e Ruggero Palombo, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e principale accusatore del sistema Moggi.

    L’intercettazione non è scabrosa e non ha nessuna rilevanza processuale ma serve a capire ulteriomente il modo in cui venivano fatti i sorteggi e sopratutto la fitta rete di scambi telefonici tra tutti i personaggi che ruotavano intorno al calcio. L’intercettazione risale al 7 marzo 2005 e Palombo protesta per la mancanza di Collina nella griglia di Juve Roma.

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