Tag: calciopoli

  • Revoca Scudetto 2006, Zeman la pensa come Moggi

    Revoca Scudetto 2006, Zeman la pensa come Moggi

    Incredibile ma vero Zdenek Zeman alleato della Juve e di Luciano Moggi nel chiedere la revoca dello Scudetto del 2006 all’Inter. Il tecnico boemo entra ancora una volta in tackle sugli argomenti caldi del nostro campionato conquistando le prime pagine, questa volta però uno dei principali accusatarori dei bianconeri e sopratutto del sistema di gestione usato dalla triade stupisce tutti considerando lo scudetto 2006 illegittimo e quindi da revocare.

    “Credo che sia giusto revocarlo. Sono i fatti a dirlo. Io non conosco le ultime intercettazioni, ma credo che questo passo andrebbe fatto, anche perchè secondo me diverse società avrebbero titolo a rivendicarlo. In quell’anno ci furono diversi episodi eclatanti. Facchetti? E’ stata una grande figura del calcio italiano. Ci sono però alcune intercettazioni che ho letto sui giornali che dicono che probabilmente qualcosa c’è stato. Non sono io a dover giudicare, ma probabilmente sarebbe giusto per il bene del calcio e dei diretti protagonisti fare chiarezza una volta per tutte”.

    Zeman da oggi inizierà la sua nuova avventura sulla panchina del Pescara e nella conferenza stampa di presentazione non ha lesinato però qualche altra frecciatina alla Vecchia Signora “Io oggi passo per nemico dei bianconeri, ma 30 anni fa ero tifoso della Juventus. Per me quella bianconera è una formazione storica del campionato italiano. Il problema è che qualche volta con la Juve hanno lavorato dirigenti che hanno fatto fare brutte figure alla società. Tipo Moggi? Beh, io oggi ufficialmente sono un allenatore di calcio. Lui invece ufficialmente è fuori dal calcio. Il suo nome lo leggo solo sui giornali e qualche volta lo vedo solo nelle trasmissioni televisive, non sui campi di calcio”.

    L’ultima battuta la riserva al nuovo scandalo del calcioscommesse “Credo quello delle scommesse sia un problema antico del calcio italiano. Oggi non scopriamo nulla di nuovo. Mi auguro solo che venga fuori la verità per il bene di questo sport e di tante persone pulite che lavorano nel calcio. Dimostrare certe cose non è facile, ma se c’è qualcuno che ha sbagliato è giusto che paghi. Gli arbitri? Che ci sia un rapporto fra i dirigenti e i designatori non sarebbe un problema di per sè. Bisognerebbe però capire e vedere che tipo di rapporto c’è stato e c’è ancora. Sapere cosa si dicono i designatori e i dirigenti. Galeone il primo a fare la zona? Sono passati tanti anni. Ricordo solo che quando lui iniziò a fare la zona ad Udine, io già da qualche anno giocavo a zona con la Primavera del Palermo”.
    dichiarazioni tratte dalla Gazzetta

  • Calciopoli, nuova svolta. Un carabiniere pentito pronto ad incastrare Auricchio

    Calciopoli, nuova svolta. Un carabiniere pentito pronto ad incastrare Auricchio

    Le indagini condotte dal colonnello Auricchio si sono rilevate in questi anni incomplete e per molti versi fuorvianti, nel lungo faldone consegnato alla procura federale mancavano infatti il corposo elenco di intercettazione che riguardavano ad esempio l’Inter e saltate fuori grazie al lavoro dei periti di Luciano Moggi e in particolare di Nicola Penta dando vita a Calciopoli 2 a alla seconda requisitoria del procuratore Palazzi che ha pesantemente coinvolto l’Inter e Facchetti pur non potendo chiedere la squalifica per sopraggiunta prescrizione.

    Stando alle indiscrezioni raccolte da Juvemania nel corso dell’udienza odierna presso il Tribunale di Napoli Calciopoli potrebbe avere una nuova svolta con un carabiniere pentito pronto a consegnare una memoria nella quale svelerebbe una cernita e addirittura una manipolazione a monte dell’indagine proprio al fine di condizionare la sentenza confezionandola ad arte.

    Le indiscrezioni, certo, dovranno trovare conferma ma se risultasse tutto vero sarebbe l’ennesimo colpo di scena che questa volta però coinvolgerebbe direttamente la giustizia ordinaria allagando ulteriormente lo scandalo e mettendo in ginocchio le istituzioni.

  • Radiazione? Moggi chiede la prescrizione

    Radiazione? Moggi chiede la prescrizione

    Lo scorso 15 giugno la Corte Federalle accogliendo totalmente le richieste del procuratore ferederale Palazzi ha deliberato per la radiazione di Luciano Moggi, Antonio Giraudo ed Innocenzo Mazzini. Ieri davanti alla Corte d’Appello i tre imputati di spicco del Processo a Calciopoli hanno continuato a ribadire la loro innocenza chiedendo però la prescrizione del procedimento di radiazione.

    La prescrizione, che in questi giorni è tornata alla ribalta e per molti è stata decisiva nel salvare l’Inter e Moratti da giusta penalizzazione e squalifica, torna alla ribalta ma questa volta per non uscire definitivamente dal mondo del calcio

    A difendere Moggi c’era ancora una volta l’ormai famoso avvocato Prioreschi che durante la sua arringa ha ribadito “Noi riteniamo che la radiazione per Moggi sia prescritta. I fatti di Calciopoli si sono aperti nel 2004/2005 e a seguito delle sentenze l’ultimo termine è quello del 30 giugno 2010. Ci rivolgiamo anche noi alla norma usata dal procuratore l’altro giorno. Il termine per noi era già decorso e questo è un principio e segnalo il caso Agricola come precedente. Chiediamo quindi che venga dichiarata la prescrizione per termini”. Sulla stessa linea anche gli avvocati di Mazzini e Giraudo.

    Immediata e tempestiva la replica di Palazzi “Questo non è un deferimento come le difese intendono. In questo caso bisogna tenere presente qual è il tema di questo procedimento, ossia l’aggiunta di sanzione in un caso di fatti particolarmente gravi”. Il nuovo codice di giustizia sportiva non ha disciplinato i casi ancora pendenti. Questa non è una norma ad personam ma riguarda altri 40 casi, è una norma transitoria e procedimentale. Non c’è stato un esaurimento del rapporto perché si tratta di fatti ancora pendenti. In più non esiste prescrizione per la radiazione per questo respingiamo questa tesi e qualora volessimo prendere in considerazione tale ipotesi i termini si esaurirebbero nel 2013 visto che il procedimento è stato aperto nel 2008″.

    Quest’oggi dovrebbe arrivare il verdetto che comunque stando alle indiscrezioni dovrebbe confermare la radiazione tanto che lo stesso Moggi ha anticipato la sua battaglia fino a Strasburgo, se sarà necessario.

  • Monti risponde a Moratti “brutta offesa a me e alla tradizione della Gazzetta”

    Monti risponde a Moratti “brutta offesa a me e alla tradizione della Gazzetta”

    Massimo Moratti | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    L’attacco di Moratti alla Gazzetta dello Sport lanciato ieri attraverso i microfoni di Inter Channel ha stupito tutti ma ha forse ridato credibilità al maggior quotidiano nazionale in questi anni spesso additato dai tifosi della Juventus come principale grimaldello e cassa di risonanza per il propagarsi dello scandalo Calciopoli. La rosea a dire il vero veniva presa anche come punto di riferimento dal generale Auricchio per comprovare i presunti torti subiti dalle avversarie della Juventus principalmente. Oggi il direttore della Gazzetta, risponde, a Moratti rigettando ovviamente ogni accusa e accusando il presidente nerazzurro di un offesa ingiusta nei suoi confronti e sopratutto della credibilità della rosea. A Moratti, che continuo a considerare un galantuomo nonostante le accuse gravi e ingiustificate che mi riserva, chiedo solo di meditare su un passaggio delle sue dichiarazioni. Quello in cui, dopo aver evocato in toni altissimi la memoria di Facchetti, addebita a me e alla Gazzetta la paternità di un attacco “determinante, duro, duraturo e calcolato contro di noi e quindi a favore di qualcun altro”, ovvero “non un’opinione ma una politica calcolata dalla direzione del giornale”. Monti attribuisce alla rabbia per le nuove accuse lo sfogo di Moratti ma allo stesso tempo non lo giustifica in quanto una persona del suo carisma e dalla sua posizione non può permettersi questo tipo di attacchi che non fanno altro che esagitare chi si reputa tifoso ma che utilizza ogni pretesto per far sfociare nella violenza. Inevitabile poi il paragone con Andrea Agnelli, il presidente bianconero qualche giorno fa in una intervista alla Gazzetta aveva in qualche modo tirato le orecchie alla Gazzetta attribuendogli la paternità di Calciopoli. Questa, più che una sassata alla libertà di stampa – non mi impressiona, il tiro al giornalista è ormai uno sport nazionale, solo mi fa strano che venga da lui – è una brutta offesa a me e alla limpida tradizione della rosea. Per conto di chi avrei ordito la congiura? Della Juve che, per bocca di Agnelli ma con toni ben più civili, in un’intervista alla Gazzetta ha accusato la medesima di essere stata il motore di Calciopoli? Dei miei azionisti? Di Abete, di Moggi, di Palazzi, cioè di tutti quelli con cui stranamente il presidente nerazzurro non se la prende nell’intervista a Inter Channel? Il direttore della Gazzetta conclude però chiedendo a Moratti di tornare indietro almeno su un passo della sua intervista e cioè quando attribuisce alla rosea le offese alla memoria di Giacinto Facchetti “In questa brutta storia, una sola verità mi preme di ristabilire. Sulla Gazzetta non è mai comparso un rigo che abbia oltraggiato la memoria di Giacinto Facchetti o che lo abbia equiparato a Moggi sul piano delle responsabilità. Al contrario,ho e abbiamo sempre scritto che nulla potrà scalfire il suo monumentale profilo di uomo e di atleta. Su questo punto, almeno su questo, vorrei da Moratti un’onesta correzione di rotta. Dura presa di posizione anche della redazione che chiede a gran voce l’intervento della Federcalcio nel riprendere Moratti e quello della Federazione Nazionale della Stampa e di Rcs nel difendere la libertà di espressione tutelando l’immagine della testata e dei giornalisti.

  • Moratti rompe con la Gazzetta “non la leggo più”

    Moratti rompe con la Gazzetta “non la leggo più”

    Incredibile ma vero anche l’Inter rompe con la Gazzetta dello Sport. Il patron Moratti in un lungo sfogo concesso ad Inter Channel ha continuato a ribadire la sua indignazione nei confronti del procuratore Palazzi per la lunga e pesante accusa nei confronti dei nerazzurri e sopratutto di Giacinto Facchetti. Il patron dell’Inter è però andato oltre annoverando al lungo elenco di nemici del calcio italiano anche la rosea, da sempre giornale di riferimento dei tifosi nerazzurri e principale accusatore della Juventus e di Calciopoli nel 2006.

    © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    “La replica dei tifosi è stata istintiva, la cosa non è calcolata ma istintiva. Lo scudetto è un fatto fermo ma secondario, quello che è grave è che sia attaccata così una persona che non c’è più, che non può difendersi giuridicamente dall’accusa di un PM”. Moratti più che lo scudetto tiene a ribadire la totale estranietà dagli illeciti di Giacinto Facchetti persona la cui moralità non può esser messa in discussione sia da pm che dai giornali. “E’ una cosa di pessimo gusto, ciò non toglie che nei confronti di Facchetti rimarrebbero sospese queste accuse – prosegue Moratti ai microfoni di ‘Inter Channel’ -. Un colpo a Facchetti che è sbagliato, noi lo conosciamo e non c’è bisogno neanche di conoscerlo per sapere chi fosse Giacinto. Sapevamo di non avere tanti amici, ma non mi aspettavo di avere nemici da chi in città come un quotidiano rosa da sempre vicino ai tifosi dell’Inter si è schierato dall’altra parte, mentre portava da sempre avanti una battaglia pro-Facchetti con l’Inter. La Gazzetta ha fatto un attacco calcolato contro di noi, non lo leggerò più. Sarebbe di cattivo gusto da parte mia continuare a soffrire in questa maniera. Quella loro non è un’opinione, ma è una politica calcolata da una direzione del giornale, sono liberissimi di farlo ma anche io di non leggerla più. Io faccio tutto questo per i tifosi dell’Inter, non mi passa neanche per la testa di fare la vittima o abbandonare”.

  • La Russa “Palazzi cavalca l’anti-interismo”

    La Russa “Palazzi cavalca l’anti-interismo”

    Tifoso interista doc il Ministro della Difesa Ignazio La Russa non poteva sottrarsi dal commentare il lavoro del procuratore federale Palazzi che ha inserito prepotentemente l’Inter nello scandalo Calciopoli.

    Ignazio La Russa | © Roberto Serra/Getty Images
    “Da Palazzi mi sembra ci sia una vendetta postuma, la vendetta di alcuni ambienti che non hanno mai apprezzato il grande apporto dell’Inter in questi anni al calcio italiano: senza il “triplete” l’Italia avrebbe perso tante posizioni nel ranking internazionale”. Il coordinatore del Pdl accusa Palazzi di aver cavalcato l’onda antinterista del calcio italiano “È un atteggiamento di sottile anti-interismo di tutto il calcio italiano, persino peggiore dell’antiberlusconismo, perchè più sottile e invisibile” La Russa parla poi dello scudetto del 2006 “Premetto che io per quello scudetto non ho mai festeggiato, ma trovo veramente vergognoso l’attacco a Facchetti, una persona di grande onestà intellettuale e trasparenza. In quei giorni del 2006 – ricorda La Russa – Facchetti era disperato per il disonore di cui si era ricoperto il calcio italiano. Quando gli chiedevo perchè l’Inter aveva tante difficoltà a vincere, lui mi diceva che ‘combattiamo contro qualcosa che non si capisce, qualcosa di invisibilè. Se vuole, il Consiglio federale mi chiami pure”. Palazzi secondo La Russa esercita in maniera scorretta il proprio ruolo perchè emette un parere su qualcosa di prescritto e sul quale non ci può esser contraddittorio. Il ministro comunque ribadisce la sua solidarietà al patron Moratti anche se a suo dire ha votato Pisapia.

  • Le intercettazioni che incastrano Facchetti e l’Inter

    Le intercettazioni che incastrano Facchetti e l’Inter

    Le 72 pagine della relazione consegnata da Palazzi al Consiglio Federale che adesso dovrà prendere la decisione di revocare o meno lo scudetto assegnato da Guido Rossi all’Inter in quella torbida estate del 2006. Il risultato dell’analisi dle procutatore federale suonano come un boomerang, come un tentativo di salvare una parte del calcio italiano distruggendo le altre. Perchè queste intercettazioni non finirono sul tavolo di Palazzi? Chi le occultò? Con quale scopo? Sono queste le domande più ricorrenti in queste ore che stridono terribilmente con chi per anni si è profetizzato onesto ricorrendo ai vestiti bianchi e coniando slogan “Noi vinciamo senza rubare”.

    Con la nuova rabbia degli sportivi sono tornati in auge i contenuti delle intercettazioni che riguardano i nerazzurri e in particolar modo Giacinto Facchetti all’epoca presidente dell’Inter e secondo la ricostruzione di Palazzi elemento cardine nella ricerca di favori da parte dei designatori arbitrali.

     

    Di seguito vi riportiamo il colloquio tra Facchetti e Bergamo scelto oggi dalla Gazzetta dello Sport precedente ad un Inter Juventus della stagione 2005
    Facchetti: “Senti, per domenica allora…” .
    Bergamo: “Ma senti, per domenica noi facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente… quindi, sono quattro, tutti Il n ° 1 dei fischietti informa il patron dell’Inter sulla designazione di Gabriele in Coppa e quattro possono fare la partita. C’è…”.
    Facchetti: “Ma metti dentro qualche…” .
    Bergamo: “Collina… Ma tutti internazionali, Giacinto… Così perlomeno non c’è discussione perché c’è dentro Collina, c’è dentro Paparesta, c’è dentro Bertini, c’è dentro Rodomonti. Quindi sono tutti internazionali, abbiamo evitato che ci fossero anche troppi giovani per esempio” . Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino” .
    Bergamo: “Con chi?” .
    Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino, anche l’anno scorso là a Torino e anche in un paio di altre partite… abbiamo avuto qualche problema con Bertini” .
    Bergamo: “Mah, se mai sfortunatamente fosse così, ci parlo. Perché… anzi, semmai… è meglio, ti devo dire, capito?” .
    Facchetti: “Non so… Volevo dirtelo” . Bergamo: “Hai fatto bene, hai fatto bene, hai fatto bene”.

    Ma gli esempi possono esser tanti altri:

  • La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”

    La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”

    Se le indagini hanno avuto seguito e la parte nascosta delle intercettazione che ha dato vita a Calciopoli 2 è venuta fuori sostanzialmente è per merito suo, Luciano Moggi, sin dal 2006, quando per tutti era il capo indiscusso della cupola lui sosteneva invece di un sistema consolidato e condiviso da più fronti. La relazione di Palazzi toglie la coltre di fumo sotto una vicenda nata male e condotta ancor peggio da chi era chiamato ad esser giusto ed imparziale.

    Moggi con Giraudo e Capello | © Carlo Baroncini/Getty Images
    Palazzi accusa l’Inter, Facchetti e Moratti di aver cercato di ottenere favori in cambio di imprecisati regalini e con l’utilizzo assiduo delle conversazioni telefoniche nelle ore pre e post la disputa dei match. Oggi è il giorno di Luciano Moggi e l’ex dg bianconero non perde l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ecco l’intervista concessa a Tuttosport. Finalmente siamo riusciti a tirargliele fuori ste co­se. La ritiene una sua vitto­ria? No, nessuna vittoria. Ci vuole ancora tempo per la vittoria come la intendo io. Per quello che mi hanno fatto e che hanno fatto alla Juventus ci vuole ben altro. Diciamo che ora finalmen­te mi godo il fatto che qual­cuno mi ha ascoltato. Pec­cato che sia tardi… Io certe cose le dicevo nel 2006 Moratti deve rinunciare alla prescrizione? “Io al suo posto avrei evita­to di andare in giro a dire che ero pulito e onesto per tutti questi anni, ora quel­le frasi sono ancora più stridenti alla luce della re­lazione di Palazzi. E, co­munque, se lui pensa di es­sere davvero così onesto, allora rinunci alla prescri­zione! Ora penso a quelle immagini dei giocatori del­l’Inter che cantano: “vincia­mo senza rubare”. Mi sa che devono inventarsi un nuovo coro adesso” Questa nuova pagina di Calciopoli è uscita fuori per merito suo per chi l’ha fatta? Per me, è ovvio. Per i tifo­si juventini che continuano a volermi bene e che meri­tavano qualcosa di meglio che una mancata difesa nel 2006. E per quei poveri dia­voli di arbitri che sono fini­ti triturati in questa fac­cenda senza avere nessuna colpa. Gente che è stata ro­vinata senza alcuna colpa: Cassarà, Pieri, De Santis, Dattilo… E’ soprattutto per loro che voglio che venga ristabilita la verità. E’ buffo, dicevano che ero amico degli arbitri e non era vero, lo sono diventato adesso perché meritano giustizia Con queste telefonate nel 2006, le sentenze sarebbe state diverse? Beh, iniziamo a dire che la Juventus e il sottoscritto non hanno avuto nessun articolo 6 diretto, al contra­rio dell’Inter, almeno se­condo quanto si legge nella relazione Palazzi… D’altra parte quando Cobolli Gigli dichiara, una volta dimesso da presidente, che Guido Rossi doveva colpire la Ju­ventus. O quando l’assi­stente Coppola dice in tri­bunale che gli inquirenti respinsero la sua proposta di collaborare dicendogli: l’Inter non ci interessa. In­somma Lei vuol far capire che la mancata difesa della Ju­ventus fa parte di quel di­segno? No, non dico questo. Dico che siamo rimasti soli al­l’improvviso. E che la man­cata difesa della Juventus ha sicuramente incoraggia­to l’atteggiamento giusti­zialista dell’estate 2006. A questo punto lei conti­nua nella sua battaglia: sta preparando la richie­sta della revisione ex arti­colo 39? Assolutamente sì. Hanno voluto Calciopoli? Bene, ora se la prendano, ma tut­ta però, il pacchetto com­pleto. Qualcuno piangerà, qualcuno dovrà spiegare, tutti devono stare attenti. Ma, dica la verità, si aspet­tava una relazione di Pa­lazzi così dura nei con­fronti dell’Inter dopo tut­to quello che la giustizia sportiva ha fatto in questi anni? Io ho sempre fiducia nella giustizia, ora finalmente ha letto bene le situazioni. Cinque anni fa le lesse ma­le e poi perse troppo tem­po. Ma io non mollo e alla fine la verità viene a gal­la. Effettivamente sono tante le battaglie che sta com­battendo dal punto di vi­sta legale. Oggi è a Napoli per l’ennesima udienza del processo penale, ve­nerdì sarà a Roma davan­ti alla corte di giustizia fe­derale per l’appello con­tro la radiazione… E’ sapete una cosa buffa. Io dopo cinque anni vengo radiato senza aver avuto nemmeno un articolo 6, Moratti con l’articolo 6 a carico dell’Inter dopo cin­que anni viene prescritto! A ripensarci non è buffo: è kafkiano! A cosa penserà questa se­ra prima di addormentar­si? Che io ho ricevuto moltis­simo dal mondo del calcio italiano e al mondo del cal­cio ho dato anche tantissi­mo, per esempio, una na­zionale campione del mon­do costruita con i miei gio­catori. Insomma, è un pa­reggio. Alla fine vorrei pa­reggiare anche con la giustizia, quella sportiva e quella penale. Mi sembre­rebbe

  • Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti

    Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti

    E’ il periodo dei colpi di scena in casa Inter, lo è stato con Leonardo passato all’improvviso dalla panchina dei nerazzurri alla scrivania del Paris Saint Germain e lo è stato ancor di più ciò che ha scritto il procuratore Palazzi nelle 72 pagine di motivazioni con cui tira in ballo pesantemente Moratti, Facchetti accusandoli di aver violato l’articolo 1 e l’articolo 6 del codice di Giustizia Sportiva.

    Giacinto Facchetti | © inter.it
    Il cauto ottimismo palesato venerdi dopo l’archiviazione per prescrizione è sfociato ieri in rabbia e amarezza tanto per il coinvolgimento dell’Inter in Calciopoli quanto e sopratutto per la pesante accusa a Giacinto Facchetti. Il patron nerazzurro lascia la sua amarezza in un comunicato apparso sul sito ufficiale dove appare una gigantesca fotografia di Facchetti   “Il peso che dò io è brutto, perché mi sembra di essere tornato nel clima, nel bruttissimo clima, che vivevo quando c’era Calciopoli, quando nessuno lo sapeva o faceva finta di non saperlo. La trovo uguale come cosa. Queste accuse sono brutte. Sinceramente, ‘taglio’ la mia persona, che è di conseguenza, ma che Facchetti minimamente venga considerato così come è stato considerato è una cosa grave, offensiva, stupida. I tifosi dell’Inter lo conoscono perfettamente. I signori che saranno seduti attorno a quel tavolo per decidere, non so che cosa, lo conoscono perfettamente. Io credo che questa sia stata proprio… Non c’è nessun elemento nuovo, cose che altri avevano già giudicato come del tutto poco consistenti. Mi è sembrato un attacco molto grave, pesante, nei confronti della società: inaccettabile. Totalmente inaccettabile. E posso dire chiaramente: Palazzi si sbaglia. Si sbaglia proprio. Questo è un attacco del pm e, vabbè, senza processo, su questa cosa ognuno può dire ciò che vuole. Io non accetto nella maniera più assoluta, l’Inter non accetta questa cosa e quello che fa di tutto un cattivissimo gusto è il fatto che sia coinvolto Facchetti. E non lo faccio perché è un modo di dire, perché è stata coinvolta una persona che non c’è più, che io ammiro e stimo, per la sua onestà. Siccome, in questo momento, Facchetti viene visto diversamente, io non stimo per niente chi ha fatto questa cosa”. Come si muoverà adesso l’Inter? “Molto tranquillamente, non vi preoccupate”. Presidente, queste cose le fanno venire voglia di abbandonare questo ambiente? “Io lavoro per i miei tifosi, non per quella gente lì”. Pensa che la relazione di Palazzi possa avere conseguenze in merito all’esposto della Juventus? “No, quella è finita come cosa. Però adesso s’incontreranno quelli della Federazione e decideranno quello che vogliono”.

  • E’ illecito sportivo. Inter e Moratti salvi per la prescrizione

    E’ illecito sportivo. Inter e Moratti salvi per la prescrizione

    Il cauto ottimismo manifestato venerdi da Massimo Moratti non era giustificato il procuratore federale Stefano Palazzi nella sua relazione infatti evidenzia la cattiva condotta di Giacinto Facchetti e Massimo Moratti. I due cercavano di condizionare l’esito delle partite facendo pressione sui designatori Bergamo e Paieretto e su altri componenti del mondo arbitrale.

    Materazzi e Moratti festeggiano lo scudetto | © Giuseppe Cacace/Getty Images
    “Questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale”.     La tanto decantata rete di rapporti del sistema moggiano viene ritrovata nei legami di Moratti e sopratutto Facchetti con i designatori “Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo”“La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti”. Secondo Palazzi, “assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra”. A questo punto sembra scontato la revoca dello scudetto 2006 ma il mondo dello sport deve interrogarsi sul perchè questa parte dell’inchiesta è stata tenuta al coperto allora viziando sul nascere il nuovo campionato avvantaggiando l’Inter non solo nel 2006 ma anche nei campionati successivi. Scudetto 2006, Moratti rinunci alla prescrizione Leggi le 72 pagine della relazione di Palazzi