Tag: calciopoli

  • Gea, il ritorno: rinasce società di Moggi junior

    Gea, il ritorno: rinasce società di Moggi junior

    La Gea World ritorna, anche se in veste differente, e ricomincia questa sera da Milano la sua avventura italiana dopo il via della “nuova vita” a Dubai dello scorso anno con il lancio della Gea World Middle East. Questa sera verrà, così, presentato il “nuovo cammino” della società presieduta dal 41 enne Alessando Moggi, figlio di Luciano Moggi, ed ex procuratore calcistico del pre-Calciopoli (insieme ad altri figli illustri, ndr). Il nuovo corso della Gea si riferisce principalmente al cambio del core business che, infatti, non riguarderà più le attività di procura e rappresentanza dei calciatori, bensì marketing e organizzazione di eventi legati allo sfruttamento dei diritti di immagine. Un cambio di immagine radicale e sostanziale rispetto alla passata gestione, terminata in maniera senz’altro burrascosa il 18 Luglio 2006 (dopo un’attività quinquennale iniziata nel 2001, ndr) con la liquidazione della società e le pesanti accuse connesse strettamente all‘inchiesta Calciopoli, che sottolineavano il possibile coinvolgimento della Gea nel condizionare gli esiti delle partite di serie A tramite la gestione di ben 150 procure dei calciatori: un’accusa penale poi decaduta nel corso dei vari gradi di giudizio ma che, comunque, ha gettato una pesante ombra sull’operato della vecchia Gea che, ora, si vuol tentare di cancellare e di far dimenticare con la nuova veste.

    Gea, il ritorno della società di Moggi jr | immagini dal web
    Gea, il ritorno della società di Moggi jr | immagini dal web

    Pertanto, del passato resta ben poco anche in termini di volti considerando che, oltre al presidente Alessandro Moggi, il continuum è rappresentato soltanto da Riccardo Calleri, mentre è nuovo l’ingresso del braccio destro di Moggi junior, Carlo Oggero che vanta una lunga esperienza in ambito commerciale.

    Il nuovo corso della Gea World come società focalizzata sul marketing e sull’organizzazione di eventi avrà, così, un importante banco di prova – oltre che un prestigioso debutto – con l’organizzazione della festa per l’addio al calcio giocato di Fabio Cannavaro che, come annunciato dallo stesso ex difensore di Napoli, Parma, Inter e Juventus, verrà organizzata nel prossimo mese di Maggio allo Stadio San Paolo di Napoli, proprio laddove è iniziata la sua carriera gloriosa, e che vedrà la quasi certa partecipazione di moltissimi big del nostro calcio tra cui molti compagni di squadra di Cannavaro ai vittoriosi Mondiali 2006 in Germania.

    Una serata sulla quale saranno puntati molti riflettori e che costituirà, dunque, una vetrina importante per la stessa Gea World considerando che si tratterà di un’amichevole “di lusso” e che, soprattutto, il fine dell’evento sarà benefico considerando che il ricavato verrà devoluto per contribuire alla ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, incendiata nello scorso 4 Marzo.

    Da sottolineare, poi, le presenze importanti che questa sera assisteranno al lancio della Gea World nella sua nuova veste e che testimoniano, indirettamente, come anche nel nuovo corso il legame della società di Alessandro Moggi con il mondo del calcio appare molto forte anche se ne risulta mutato il campo di attività: alla presentazione-evento al teatro Vetra di Milano interverranno, infatti, il presidente della Juventus Andrea Agnelli all’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, passando per i rispettivi presidenti di Genoa, Parma e Siena Enrico Preziosi, Tommaso Ghirardi e Massimo Mezzaroma, ma anche il tecnico del Milan Massimiliano Allegri e numerosi altri dirigenti calcistici e calciatori.

  • Calciopoli, si apre indagine sull’indagine

    Calciopoli, si apre indagine sull’indagine

    L‘indagine sull’indagine, l’inchiesta sull’inchiesta: non è un semplice e vuoto gioco di parole ma una circostanza che potrebbe aprire clamorosi scenari nella vicenda Calciopoli. La Procura di Roma ha, infatti, avviato un’indagine per tentare di scoprire perchè alcuni video e telefonate che avrebbero potuto essere molto importanti nell’inchiesta Calciopoli sono invece state occultate o comunque modificate. Il “la” alla vicenda è stato dato dall’ex arbitro Dondarini che aveva presentato un esposto in cui si denunciavano problemi e falle nell’inchiesta Calciopoli ed in particolare il fatto che sia stata considerata soltanto una parte ben precisa delle intercettazioni, tralasciandone altre “pur presenti agli atti e di una certa rilavanza”.  Nello specifico, i Pm e, nello specifico la dott. Condemi, vorranno adesso capire perchè alcune telefonate dai contenuti molto gravi siano finite poi nel dimenticatoio e perchè il video in Dvd relativo al sorteggio arbitrale del 2009 e che dimostrava che il suddetto sorteggio era truccato e pilotato non sia più stato inserito nelle prove del processo e sia, invece, stato sostituito con una serie di fotogrammi che finivano per distorcere la corretta ricostruzione e non fare la dovuta chiarezza.

    Calciopoli, si apre l'inchiesta sull'inchiesta | immagini dal web
    Calciopoli, si apre l’inchiesta sull’inchiesta | immagini dal web

    Inoltre, è ben sottolineare il fatto che l’iniziativa dell’esposto presentato dall’ex arbitro Dondarini non è l’unico episodio di tal genere e che si è associato a questo anche un altro ex fischietto, Pieri, anche lui condannato in primo grado con rito abbreviato a due anni e quattro mesi, e poi assolto in appello. Anche nell’esposto presentato da Pieri si denunciano le “anomalie inspiegabili” e nel mese di febbraio 2012, ormai più di un anno fa, ha sporto anche denuncia per falsa testimonianza contro Teodosio De Cillis per aver mentito nel corso del processo di Napoli, per giunta sotto giurament0, circa le modalità di acquisizione da parte dei carabinieri delle famigerate schede telefoniche svizzere adoperate per le scottanti comunicazioni. In tal senso, fra le varie intercettazioni ascoltate ma non trascritte e, dunque, oggetto dell’inchiesta sull’inchiesta, sembra inevitabile inserire quella tra l’ex designatore arbitrale Bergamo e lo scomparso dirigente nerazzurro Giacinto Facchetti, in cui prima di una designazione arbitrale dell’arbitro Bertini per una partita di campionato dell’Inter si scambiavano osservazioni circa lo “score” dello stesso Bertini con l’Inter e da quella conversazione si deduce in maniera pressocchè inequivocabile la volontà di Bergamo di “spingere” per un miglioramento di tale “score” per i nerazzurri. Facchetti, infatti, affermava “ho visto lo score di Bertini con noi: 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte” e Bergamo rispondeva: “porca miseria, allora facciamo 5,4,4”. 

    Parole di certo destinate ad avere ripercussioni nell’inchiesta sull’inchiesta Calciopoli con la quale sembra lecito attendersi una maggiore chiarezza su una vicenda risalente ormai a sette anni fa ma che non ha ancora fugato dubbi, illazioni, supposizioni e che, al contrario, non ha fatto altro che creare un clima di scarsa fiducia nei confronti di chi ha condotto l’indagine che, poi, ha giustamente punito i responsabili quali Moggi e Giraudo (solo per citare gli “esponenti” principali, ndr) ma che ha di fatto tralasciato dei particolari che sembrano oggi molto rilevanti e che dovranno necessariamente essere presi in considerazione.

  • Moggi scende in politica, candidato con Stefania Craxi

    Moggi scende in politica, candidato con Stefania Craxi

    Scendere o salire in politica? Il quesito sorge spontaneo in merito a quale sia il verbo maggiormente appropriato da adoperare per definire l’intrapresa della carriera politica: probabilmente, per una corretta definizione, molto dipende dallo status del soggetto in questione che può adoperare la strada politica per “voltare pagina”, costruirsi una nuova immagine o “fare il bene dell’Italia”. Anche nel caso di Luciano Moggi il quesito in questione può essere appropriato, considerando la notizia della sua prossima candidatura da capolista dei Riformisti di Stefania Craxi alla Camera dei Deputati, dell’area di centrodestra considerando che si tratta di una lista collegata al Pdl, nella regione Piemonte, laddove Moggi ha vissuto e operato per tanti anni come direttore generale della Juventus.

    Moggi e la sua discesa in politica | ©PACO SERINELLI/AFP/Getty Images
    Moggi e la sua discesa in politica | ©PACO SERINELLI/AFP/Getty Images

    A settantacinque anni, dunque, Luciano Moggi si reinventa, scoprendo la politica e divenendo – secondo quanto affermato dal portavoce della Craxi, Andrea Spiri – il simbolo della battaglia politica contro “il circo mediatico-giudiziario che in Italia rovina le carriere” ponendo in tal senso l’accento sulla vicenda Calciopoli, che di fatto  con la radiazione da parte della Federcalcio e la condanna in primo grado per associazione a delinquere ed in appello per violenza privata, ha interrotto quella che era la sua posizione assolutamente consolidata ai vertici del movimento calcistico italiano, costruita nei lunghi anni da dirigente dei principali club di serie A (Roma, Torino, Napoli) oltre che di leadership nel Triumvirato della dirigenza bianconera dalla metà degli anni novanta alla metà degli anni duemila, proprio fino al fatidico 2006 quando esplose l’uragano Calciopoli.

    Un “pezzo da novanta”, dunque, che con la strada politica vuol provare a ritrovare quell’antico potere, scalfito profondamente da Calciopoli e dallo smantellamento di quella che era “la sua creatura”, definita da molti come una vera e propria “cupola” in grado di condizionare realmente lo svolgimento del campionato: la Juventus ha pagato per lui retrocedendo in serie B, imboccando la strada del lungo purgatorio da cui soltanto lo scorso anno è riuscita a venir fuori, ed ora colui che veniva chiamato “Big Luciano” vuole emulare quel cammino di “rinascita”, anche se in un campo totalmente differente come l’arena politica.

    La politica, dunque, per le prossime elezioni del 24 Febbraio continua ad attingere a mondi diversi (basti pensare anche alle candidature di Valentina Vezzali, Beppe Savoldi, ecc.) ma nel caso specifico di Luciano Moggi non si tratta di un cambiamento di campo tanto radicale, considerando che ai vertici dello sport più importante d’Italia si respira inevitabilmente aria di equilibri da trovare, rapporti da coltivare, alleanze strategiche per raggiungere un obiettivo: tutto questo, dunque, potrà essere considerato se non altro come un esercizio propedeutico all’entrata in politica, laddove gli equilibrismi e le strategie sono il motore fondamentale.

    Tuttavia, nonostante l’allenamento di Moggi a tali tipologie di meccanismi, c’è chi storce il naso di fronte alla sua candidatura sottolineando proprio il fatto che il suo personaggio è ormai accostato alla vicenda Calciopoli. Si esprime così, in tono ironico, il fratello di Stefania Craxi, Bobo, che su Twitter non appare affatto concorde con la candidatura di Moggi decisa dalla sorella: “Pensa che colpo di genio, noi siamo milanisti, torinisti, onesti… Mah“.

    Un coro polemico condiviso da molti e, non a caso, anche da uno dei più acerrimi nemici sportivi di Moggi, Zdenek Zeman, che con una battuta lapidaria ha commentato la notizia: “la sua candidatura è solo lo specchio della politica attuale”.

  • Calciopoli, Lotito non è Moratti “Rinuncio alla prescrizione”

    Calciopoli, Lotito non è Moratti “Rinuncio alla prescrizione”

    All’indomani della sentenza della Corte di appello di Napoli, il presidente della Lazio ha rilasciato un’intervista fiume ad Antonello Piroso, il direttore di Blogo. Si è parlato di Calciopoli a lungo, non poteva essere altrimenti, e si è parlato in particolar modo della posizione del numero uno dei biancocelesti. La notizia è che Lotito rinuncia alla prescrizione. Questo quanto affermato dallo stesso presidente laziale, condannato ad un anno e tre mesi nella sentenza di primo grado. Lotito infatti vuole dimostrare la sua completa estraneità ai fatti, ricordando come all’epoca fosse nel mondo del calcio da soli otto mesi, e che la condanna per frode sportiva sia un qualcosa che trascende la realtà dei fatti. Ecco alcuni passi salienti dell’intervista rilasciata dal presidente della Lazio.

    VOGLIO DIFENDERMI – Sottolineando come il processo da parte dello Stato sia ormai esaurito, Lotito ha voluto ribadire “Io comunque rinuncio alla prescrizione, perchè voglio che emerga che ero totalmente estraneo”.

    LA LETTERA – Lotito prosegue sostenendo “Scrissi soltanto una lettera ufficiale al presidente della Figc in cui chiesi di intervenire perchè sennò sarebbe saltato il sistema”.

    Lotito-rinuncio-alla-prescrizione
    Claudio Lotito abbraccia la leggenda Gascoigne | ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    CAPITOLO MAURI – Esaurito il discorso concernente Calciopoli, Lotito si sofferma poi sul calcioscommesse, in relazione alla figura del calciatore Stefano Mauri, assicurando l’assoluta buona fede del calciatore, arrivando persino a rivelare l’idea di un viaggio insieme al centrocampista con destinazione Medjugorje.

    VI RICORDA QUALCUNO? – In tutto questo Lotito dovrà pur ricordarvi qualcuno. D’altronde stiamo parlando di Calciopoli, e quando spunta la parola prescrizione tutti i riflettori vengono puntati su una persona ben precisa. Avete capito di chi si tratta?

    SI, MORATTI – Proprio lui, Massimo Moratti. Come già noto ormai da tempo, l’Inter e il presidente Giacinto Facchetti vennero salvati soltanto dalla prescrizione per l’accusa di illecito sportivo inerente al filone d’inchiesta rinominato “Calciopoli bis”, così come ribadito dal procuratore Stefano Palazzi lo scorso anno durante le motivazioni della sentenza per i fatti del 2006. Già, Lotito non è Moratti.

  • Calciopoli, sentenza Appello: assolti gli arbitri ma non Giraudo

    Calciopoli, sentenza Appello: assolti gli arbitri ma non Giraudo

    L’ex Amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, ha visto confermare in Appello la sentenza di condanna in primo grado per Associazione a delinquere e frode sportiva mentre sono stati assolti tutti gli altri imputati.

    C’e’ lo sconto però per Giraudo che, dai tre anni in primo grado, è passato ad un anno e otto mesi ed ha visto anche cancellata la sua figura di “Promotore” del reato come aveva chiesto inizialmente l’accusa. Rimane la condanna per Frode sportiva riguardante la partita Juventus – Udinese 2-1 mentre sono cadute le accuse per le altre partite che avevano portato alla condanna di primo grado: Udinese – Brescia e Roma – Juve.

    Una cosa però salta agli occhi di tutti leggendo la sentenza emessa dagli emeriti giudici di Napoli: gli altri imputati, gli arbitri Pieri e Dondarini ed il presidente dell’associazione arbitri della stagione calciopoli 2004-2005 Tullio Lanese, sono stati tutti assolti. Questa è, a parer di chi vi scrive, l’ennesima dimostrazione di come Moggie soci abbiamo instaurato un sistema talmente solido ed efficace che non hanno avuto bisogno nemmeno degli arbitri per attuarlo in quanto gli stessi vengono sistematicamente assolti dalla giustizia ordinaria.

    Antonio Giraudo
    Antonio Giraudo ©GIULIO NAPOLITANO/AFP/Getty Images

    Ci permettiamo allora di dire che, ancora una volta, la Giustizia non c’e’ in questa vicenda o per lo meno non viene fatta assolutamente chiarezza perché in molti si chiederanno: “Ma come, alteravano le partite con cosa se gli arbitri vengono assolti?” e poi, “ma veramente la Juventus era la sola ad operare in questa sistema oppure di questa ingerenza con gli arbitri se ne avvalevano anche altre squadre?”. Beh, sulla prima domanda la risposta non c’e’ o meglio, è già grave che ci si ponga la domanda mentre sulla seconda abbiamo visto come altre squadre siano state condannate con punti di penalizzazione, altre siano state magicamente recuperate in Champions per poi vincerla l’anno dopo ed altre ancora (meglio dire una squadra..!!!!) si è avvalsa della prescrizione perché le intercettazioni delle sue telefonate sono apparse magicamente “solo” cinque anni dopo lo scandalo.

    I legali di Antonio Giraudo sono sconcertati dalla sentenza d’Appello ed attendono con ansia le motivazioni per ricorrere immediatamente in Cassazione mentre è apparso molto soddisfatto il Procuratore Generale Carmine Esposito per la conferma dell’impianto accusatorio in generale e glissando ovviamente sull’assoluzione degli altri imputati.

    Dopo Antonio Giraudo il 23 maggio sarà il turno di Luciano Moggi, infatti è stata fissata per quella data la prima udienza del processo d’Appello per l’ex Direttore Generale della Juventus e “Deus ex machina” presunto o reale di tutto lo scandalo scoppiato nell’oramai lontana estate del 2006

  • Verso Juventus-Inter, la sfida scudetto è già iniziata

    Verso Juventus-Inter, la sfida scudetto è già iniziata

    Si aspettava da anni un Juventus-Inter che contasse davvero qualcosa. Domani sera in quel di Torino, nella casa bianconera andrà in scena la supersfida scudetto (anche se è un po’ prematuro chiamarla così) tra le rivalità storiche di Inter e Juventus. Il derby d’Italia, quest’anno avrà realmente un’atmosfera diversa, riportando il confronto tra le due tifoserie a un clima decisamente incandescente dopo lo scandalo di Calciopoli.

    Infatti dopo l’Annus horribilis 2006, con la retrocessione in B e la seguente risalita nella Serie A della gloriosa ‘Vecchia signora’, la sfida tra le due squadre ha avuto sempre un sapore particolare, per l’astio tra le due tifoserie, ma senza avere una reale importanza a livello di classifica. L’Inter dopo aver sofferto gli sfottò interminabili del 5 maggio e i sempre presenti cori del ‘non vincete mai’ ha iniziato il suo ciclo vincente dominando per cinque anni di fila (quattro togliendo lo scudetto assegnato a tavolino) in Italia e chiudendo il suo ciclo con il Triplete. La Juve nel frattempo iniziava a gettare le fondamenta per la sua ricostruzione cercando di tornare a primeggiare in Italia. Nella scorsa stagione i bianconeri hanno raccolto i frutti di quanto seminato, vincendo un campionato meritatissimo, mentre l’Inter complici pessime scelte societarie (troppi allenatori e scelte di mercato sbagliate) ha chiuso il campionato al sesto posto. Questi i principali motivi di una partita che aveva di fatto perso quel fascino particolare. Domani sera però la storia sarà diversa. La posta in palio non sarà solo l’onore, con l’obiettivo di entrambe le squadre di lanciare un segnale chiaro per definire la possibile protagonista di un campionato iniziato da poco ma già incandescente.

    VERSO JUVENTUS-INTER

    Verso Juventus Inter © Claudio Villa/Getty Images

    I Bianconeri hanno frantumato ogni record possibile, allungando ulteriormente la striscia di risultati utili consecutivi. Questa Juventus è senza ombra di dubbio un rullo compressore: 10 partite giocate nove vinte, un pari con 22 gol all’attivo e solo 5 incassati. Numeri che fanno venire i brividi. Una roccaforte difficilmente scardinabile. Pochi gol che arrivano dall’attacco, ma moltissime reti da assegnare da un centrocampo che ha davvero pochi eguali in Europa. Marchisio, Asamoah, Vidal e ‘Le Roi’ (concedetemi il gioco di parole, parafrasando Platini) Pirlo saranno le frecce che la Juventus potrà utilizzare nel corso del match. Si pensava inoltre che con l’aggiunta della competizione europea e le fatiche della Champions, la Juventus potesse mollare qualche briciola in campionato, mentre in realtà la squadra di Conte ha saputo fare addirittura meglio della stagione passata, dimostrando in qualche modo di avere le motivazioni e una voglia di vincere ancora intatte.

    I nerazzurri guidati da Stramaccioni, dopo aver lasciato qualche segnale di intoppo sulla loro strada (vedi Roma e Siena) sembrano aver trovato una quadratura di gioco, che ha nella malleabilità tattica il suo vero cardine. 3-4-3, 3-4-1-2 o 3-5-2 non ha più importanza, l’Inter che Stramaccioni fa scendere in campo, sa sempre come giocare e soprattutto rispetto al recentissimo passato, sa come vincere. Gli addii illustri e i nuovi innesti hanno di fatto dato il via a un progetto partito con un anno buono di ritardo, dimostrando che alcuni giocatori bocciati l’anno passato non fossero ancora bolliti (Cambiasso), e che alcune scelte di mercato (vedi Juan Jesus) siano stati colpi azzeccatissimi. Con un Palacio in più, un Cassano che con i colori nerazzurri ha trovato quel feeling che forse nemmeno nella sua migliore stagione alla Samp avesse, e un Milito in super forma, rimane da capire con questo big match, se i nerazzurri possano realmente ambire al ruolo di unica e vera anti-juventus, o continuare a macinare punti per tornare in Champions nel minor tempo possibile.

    Un curioso particolare, nonostante l’invito del presidente Andrea Agnelli, Massimo Moratti non siederà in tribuna allo Juventus Stadium, per evitare polemiche con la tifoseria bianconera. Le scorie di Calciopoli sono ancora ben evidenti.

    Come finirà Juve-Inter?

    • Vince l’Inter (55%, 63 Voti)
    • Vince la Juve (33%, 38 Voti)
    • Finisce in parità (12%, 13 Voti)

    Totale Votanti: 114

  • Calciopoli, Bergamo e Pairetto condannati a risarcire la Figc

    Calciopoli, Bergamo e Pairetto condannati a risarcire la Figc

    La Corte dei conti del Lazio ha annunciato quelle che sono le decisioni sulla vicenda Calciopoli con riferimento agli allora vertici dell’Associazione Italiana Arbitri e ad alcuni direttori di gara i quali dovranno risarcire la Federazione Italiana Giuoco Calcio dei danni d’immagine subiti per un importo superiore di poco ai quattro milioni di euro. A pagare il prezzo più alto in questa vicenda è l’allora designatore Paolo Bergamo che sarà costretto a versare un milione di euro tondo tondo nelle casse della Figc.

    Pierluigi Pairetto, altro designatore, dovrà versare ottocentomila euro, trecentomila in più rispetto all’allora presidente dell’Aia Tullio Lanese. Condannato ad una pena pecuniaria pesante anche per l’ex vicepresidente della Figc Innocenzio Mazzini che dovrà sborsare settecentomila euro, ma sono tantissimi anche gli ex arbitri e assistenti condannati. Su tutti Massimo De Santis il quale dovrà pagare cinquecentomila euro. Centocinquantamila euro inflitti a Tiziano Pieri e Salvatore Racalbuto, cinquantamila a Salvatore Dattilo, Marco Gabriele e Paolo Bertini, trentamila e Gennaro Mazzei, ventimila Stefano Titomanlio, diecimila a Claudio Puglisi e Fabrizio Babini.

    Paolo Bergamo
    Paolo Bergamo © MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

    Due i proscioglimenti: si tratta di Marcello Ambrosino, con formula piena e Maria Grazia Fazi, quest’ultima a causa del fatto che la Corte dei conti del Lazio non aveva giurisdizione a decidere nei suoi confronti. I condannati avranno la possibilità, a questo punto, di presentare appello alle Corti riunite, ed è probabile che prima di una decisione definitiva trascorrano due anni. Una vicenda dunque destinata a protrarsi ancora nel tempo, nonostante la grana Calciopoli sia scoppiata ormai parecchi anni fa. Per la Figc invece i quattro milioni di euro servirebbero a rifarsi un’immagine sicuramente macchiata dopo la vicenda che coinvolse un po’ tutti da calciatori per passare a dirigenti, società ed arbitri con decisioni clamorose che fecero il giro del mondo colpendo club importantissimi, su tutti la Juventus.

  • Lucio vicinissimo alla Juventus. Moratti approva

    Lucio vicinissimo alla Juventus. Moratti approva

    Domani dovrebbe esser il giorno dell’ufficialità ma già oggi il brasiliano Lucio può definirsi un giocatore della Juventus. L’entourage del giocatore infatti dopo aver chiesto ed ottenuto la rescissione del contratto che lo legava all’Inter fino al 2014 ha limato tutti i dettagli con i dirigenti della Vecchia Signora trovando l’accordo per un biennale da 2,3 milioni di euro a stagione più dei bonus derivanti dal rendimento personale, dal numero di partite giocate e ovviamente dai risultati conseguiti dalla squadra. La trattativa impensabile fino a qualche giorno fa sia per i rapporti notoriamente tesi tra Inter e Juventus ma anche per il rapporto che legava Lucio ai tifosi nerazzurri adesso verosimilmente ai minimi storici.

    Lucio vicinissimo alla Juventus. I dettagli Il brasiliano dopo aver chiuso la stagione con la maglia dell’Inter era dato sicuro partente con i turchi del Fenerbahce pronti ad accoglierlo per l’ultima parte di carriera.

    Lucio vicinissimo alla Juve | ©Claudio Villa/Getty Images
    Gli agenti del giocatore e i dirigenti nerazzurri hanno iniziato prestissimo a trattare cercando di concordare la giusta buonuscita e i vincoli per accordarsi sulla rescissione. Lucio doveva lasciare l’Inter con un paracadute di circa 2 milioni di euro e un vincolo di non poter indossare nessuna altra maglia di una squadra italiana. Il repentino cambio si ha quando Marotta contatta gli agenti del giocatore profilandogli la possibilità di giocare la Champions League con la maglia della Juventus andando a completare un reparto che già in questa stagione ha ben impressionato. A quel punto Lucio ha battezzato nella Vecchia Signora la sua squadra sperando forse di ripercorrere una nuova giovinezza cosi come avvenne nella passata stagione per Andrea Pirlo.

    Lucio rinuncia alla buonuscita, Moratti approva La svolta si ha venerdi pomeriggio. Gli agenti di Lucio nell’ennesimo confronto con i dirigenti dell’Inter fanno sapere di voler rinunciare alla buonuscita in cambio dello stralcio del vincolo sulla nuova destinazione. Stupore tra i dirigenti nerazzurri e la convinzione del possibile accordo con una big in Italia a materializzarsi, Moratti però tempestivamente avvisato non si oppone avallando in qualche modo il passaggio di Lucio alla Juventus. I bianconeri e l’Inter tornano in qualche modo a far affari dopo il ciclone Calciopoli dimostrando che forse questa volta il passato è veramente alle spalle.

  • Lite Juventus Inter, errore nerazzurro elimina Giovanissimi bianconeri

    Lite Juventus Inter, errore nerazzurro elimina Giovanissimi bianconeri

    Causa-effetto, azione-reazione: Juventus e Inter sembrano legate da un filo sottile, che ne intreccia i destini, che ne lega gli esiti e ne indirizza gli eventi in maniera spesso congiunta. Accade da circa sei anni, perlomeno, dalla fatidica estate di Calciopoli, delle sentenze, di Guido Rossi, e degli scudetti revocati alla Juventus, con l’assegnazione di quello 2005-2006, a tavolino, proprio ai nerazzurri, e, da quel momento, le liti Juventus Inter sono all’ordine del giorno. Questa storia, naturalmente, è ben nota ai più, al contrario di un altro episodio recentemente accaduto che ha coinvolto direttamente i due club, ma in riferimento alle formazioni giovanili.

    La categoria di riferimento è il settore Giovanissimi ed, in particolare, i ragazzini classe 1997, impegnati nel torneo scudetto: la formazione della Juventus risultava qualificata alle semifinali, dove avrebbe dovuto affrontare i pari età del Milan, ma – secondo l’applicazione del regolamento previsto dalla Figc – si è vista escludere dal torneo. Per quale motivazione? Proprio a causa degli acerrimi rivali dell’Inter. La classifica del girone, infatti, è stata cambiata dal giudice sportivo, a causa di un errore sul numero dei cambi commesso dal club nerazzurro (una sostituzione in più effettuata, otto invece di sette, ndr) nella partita vinta contro la Reggina per 3 a 0, che è costato ai nerazzurri la sconfitta a tavolino con il medesimo punteggio e, dunque, ha regalato ai giovani amaranto la qualificazione, con sei punti in classifica, al pari dell’Inter.

    L’errore in questione è legato al fatto che il regolamento prevede che, durante la stagione regolare, possano essere inseriti a referto in panchina sette giocatori, e tutti possono entrare in campo, per un totale di sette cambi, mentre durante la fase finale possono essere inseriti a referto nove giocatori di riserva, anche se le sostituzioni possibili restano sempre sette: un dirigente accompagnatore del club nerazzurro, potrebbe esser stato tratto in inganno dal diverso numero di giocatori a referto e, così, avrebbe commesso l’errore, con le pesanti conseguenze connesse.

    Beppe Marotta e il Presidente Agnelli | © Claudio Villa/Getty Images

    Ma, in tutto ciò, dov’è il nesso con la Juventus? Proprio nel fatto che, in conseguenza della qualificazione della Reggina, sono stati eliminati  i bianconeri, considerando che, nella nuova classifica, avevano quattro punti, occupando la terza posizione proprio dietro a Inter e Reggina. Per i giovani juventini addio semifinale, dunque, considerando che le gare in programma saranno, ora, Milan-Inter e Reggina-Napoli.

    La Juventus, però, non ha digerito in maniera indifferente tale decisione, probabilmente anche a causa del “collegamento” con i nerazzurri ed, a tal proposito, è intervenuto lo stesso Beppe Marotta, che ha espresso il suo dissenso al presidente del settore giovanile e scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ossia Gianni Rivera. La recriminazione dell’ad bianconero sarebbe, infatti, legata al fatto che la Juventus ha visto sfumare un proprio traguardo raggiunto sul campo proprio a causa di un errore, “peraltro grave”, commesso da altri, che ha penalizzato proprio i ragazzi bianconero che si sono visti privare di una qualificazione raggiunta meritatamente, dopo aver lavorato duramente per l’intera stagione e giocato lealmente per l’intero campionato. Marotta, dunque, oltre a mostrare il suo disappunto, ha richiesto al presidente Rivera una pronta modifica di tale ingiusto regolamento, per scongiurare altre ipotesi simili in futuro.

    Dagli scudetti revocati alle semifinali Giovanissimi, la lite Juventus Inter è destinata a durare all’infinito.

  • Dossier Luciano Moggi Tavaroli inguaia Moratti

    Dossier Luciano Moggi Tavaroli inguaia Moratti

    Ancora Giuliano Tavaroli protagonista. Stavolta l’ex capo della security di Telecom e Pirelli, ascoltato con riferimento al processo sui dossieri illegali, ha dato conferma di aver ricevuto da parte dell’Inter l’incarico di spiare anche l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, condannato poi nell’ambito dell’inchiesta calciopoli. Tavaroli ha asserito che i report riguardanti l’allora dirigente dei bianconeri furono consegnati direttamente a Giacinto Facchetti, a quei tempi vice presidente dei nerazzurri milanesi, ma ha detto di non sapere se lo stesso poi ebbe contatti in tal senso con Massimo Moratti.

    Prima di Moggi a Tavaroli fu chiesto anche un dossier su De Santis, a quell’epoca arbitro, mentre l’ex capo security di Telecom ha detto di non ricordare se furono svolte delle attività che riguardassero Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus all’epoca. Un’altra importante rilevazione di Tavaroli è arrivata con riferimento al caso del dossier su Moggi: sembrerebbe infatti che fu Adamo Bove, a quei tempi dirigente di Telecom e poi morto suicida, a svolgere l’analisi del traffico telefonico dell’allora dirigente bianconero.

    Luciano Moggi | © PACO SERINELLI/AFP/Getty Images

    L’obiettivo di questa attività di spionaggio nei confronti di Moggi nacque dopo alcune dichiarazioni ricevute dall’Inter, attraverso un arbitro, con riferimento a delle possibili frodi fiscali. Una vicenda a tinte fosche dunque, e il fatto che in ballo vi siano due persone non più in vita come Facchetti e Bove complica ancor di più la situazione per chi sta conducendo l’inchiesta. Staremo a vedere se nei prossimi giorni ci saranno ulteriori novità in merito alla questione, ma sembra comunque che le cose andranno ancora per le lunghe. Con buona pace dei tifosi juventini e dello stesso Moggi che a distanza di anni non dimenticano quanto accaduto, specie in relazione alla retrocessione in B e soprattutto agli scudetti che seguirono all’inchiesta calciopoli. Procedimenti diversi ovviamente, ma accomunati da quest’attività di spionaggio che diede un po’ il via a tutto.