Tag: Calcio estero

  • Barcellona, ricorso respinto, il mercato resta bloccato

    Barcellona, ricorso respinto, il mercato resta bloccato

    Il Barcellona attendeva la risposta del ricorso presentato al Tas per lo stop al mercato inflitto dalla FIFA per alcune irregolarità da parte del club blaugrana relativamente al tesseramento di alcuni calciatori minorenni.

    Luis Suarez e Leo Messi | Foto Twitter
    Luis Suarez e Leo Messi | Foto Twitter

    Ciò che ha deciso il Tribunale di Losanna però lascia decisamente l’amaro in bocca al Barça. Il Tas infatti ha respinto la richiesta del Barcellona ed ha deciso di confermare la sanzione inflitta dal massimo organismo del calcio europeo, con due sessioni di calciomercato bloccate. Sanzione che proprio in attesa di questa decisione era stata sospesa e che aveva permesso al club catalano di poter tesserare Luis Suarez nello scorso calciomercato estivo.

    Il Barcellona ha violato le norme sulla tutela dei minori nelle accademie. Di conseguenza, la decisione della Fifa è confermata in pieno e la sanzione resta in vigore.

    Questo il comunicato del Panel del Tas presieduto da Petros Mavroidis.

    Dunque va complicandosi la situazione per il Barcellona che sino a Gennaio 2016 non potrà intervenire sul mercato e che dovrà anche pagare una multa da 450mila Franchi Svizzeri (circa 375mila Euro).

    Il club catalano però non è rimasto in silenzio ed ha prontamente emanato il seguente comunicato, nel quale il Barcellona si difende ritenendo spropositata la sanzione subita e mantenendo aperta la possibilità di rivolgersi ad altre sedi per vedere annullata questa punizione.

    Il Barcellona vuole manifestare il suo totale disaccordo con la decisione del Tas. Il club ha dimostrato in ogni grado di giudizio che condivide e appoggia la politica di tutela dei minori e la preoccupazione per il loro sviluppo e per la loro formazione. Gli errori che il club ha potuto commettere, e che ha riconosciuto di fronte alle autorità competenti, sono di tipo amministrativo e sono causate dal conflitto normativo esistente fra i regolamenti Fifa e la legislazione spagnola. Eravamo convinti di operare nel giusto. Per questo riteniamo la sanzione assolutamente sproporzionata. Quando le motivazioni della decisione del Tas verranno rese noto, il club le esaminerà e analizzerà le differenti opzioni legali, fra le quali la possibilità di appellarsi al Tribunale Federale Svizzero.

  • Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona e Real Madrid sono due delle squadre che nell’ultimo periodo hanno riscosso più successo in tutto il panorama calcistico mondiale. Anzi, a dire il vero non solo gli sportivi conosco le gesta dei vari Cristiano Ronaldo, Messi, Casillas e via dicendo: dalle fiamme del portoghese ai numeri della Pulce fino al famoso bacio in diretta fra il portierone delle merengues e la sua ragazza/giornalista e potremmo continuare all’infinito. Insomma tutti, quando parliamo di Real Madrid e Barcellona, sanno a cosa si allude. Di solito il Barça degli ultimi cinque anni è considerato il club calcistico più forte della storia: grazie a Pep Guardiola i catalani sono riusciti a costruire un club che, come dice lo slogan cucito sulle magliette, è Mas que un club. Gioco incantevole, talenti purissimi, spazio ai giovani: c’è tutto nelle vittorie del fantastico Barcellona di Guardiola. Il Real Madrid è sempre stato invece l’antagonista, l’altra faccia del calcio champagne che, a dire il vero, non sempre è risultato tale. La frustrazione dei madrileni nell’arrivare sempre dietro gli odiati catalani ha raggiunto livelli altissimi: sconfitte in Liga, in Champions, in Coppa del Re con Mourinho a cavalcare l’onda della polemica. Recentemente però questa tendenza sembra essersi invertita. Il Barcellona sembra aver finito il suo ciclo stra vincente mentre il Real, al contrario, potrebbe aprirne subito un altro.

    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images
    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images

    BARCELLONA IN DECLINO – Il Barcellona non sta affatto vivendo un bel momento di forma. Guardando la Liga, il vantaggio dei catalani sulla seconda è sempre molto ampio però, per una squadra capace di offrire uno spettacolo assoluto, fare una stagione del genere è paragonabile a un fallimento. Le prime crepe di un possibile tramonto sono arrivate a fine agosto durante la finale di Supercoppa di Spagna disputata contro il Real: i mdarileni riuscirono a sconfiggere fra andata e ritorno la squadra blaugrana. Proseguendo, ecco altri problemini nel girone di questa Champions League: in un accoppiamento abbordabilissimo i catalani hanno perso qualche punto di troppo con squadre di livello nettamente inferiore (la sconfitta contro il Celtic è un esempio). Storia ancora più recente (si parla di qualche settimana fa): il Barça è stato sconfitto nell’andata degli ottavi di Champions League dal Milan per 2-0 poi nella Liga e in semifinale di Coppa del Re sono arrivate due ko contro il Real Madid. Perchè questo declino? Intanto bisogna vedere se di declino effettivamente si tratta: semmai possiamo parlare di calo rispetto agli anni scorsi. E’ anche vero che a dirigere l’orchestra blaugrana non c’è più Pep ma Villanova – anzi, Roura per via della malattia dell’erede di Guardiola – ma i giocatori sono rimasti gli stessi. Mancanza di stimoli? Possibile. Nel Barcellona attualmente giocano atleti che hanno vinto tutto e di più e un calo ci può stare. Resta da vedere se si tratta di declino vero e proprio o solo di una leggera flessione.

    REAL ALLA RISCOSSA – Se Barcellona piange, Madrid ride. Ebbene, dopo essere stati considerati gli eterni secondi sotto il Barcellona, il Real Madrid è riuscito a strappare i riflettori alla squadra catalana.  Ripercorriamo questo tragitto. La Liga attualmente è un discorso chiuso ma, nonostante questo, Mourinho si è tolto lo sfizio di sconfiggere il Barça per 2-1 al Bernabeu. Prima del turno di campionato c’è stata anche l’eliminazione dalla semifinale di coppa del Re. Poi? Le merengues si sono qualificati ai quarti di finale di Champions League sconfiggendo il Manchester United mentre il Barcellona rischia di non passare il turno, Milan permettendo. L’occasione di scrollarsi di dosso l’etichetta di eterni secondi è arrivata: tocca a Mourinho e a tutto il Real Madrid cogliere l’attimo, carpe diem.

  • Leader in campo e fuori, Gattuso vince all’esordio da allenatore-giocatore

    Leader in campo e fuori, Gattuso vince all’esordio da allenatore-giocatore

    L’avventura da allenatore-giocatore di Gennaro Gattuso al Sion inizia alla grande con la vittoria ai Quarti di Finale della Coppa di Svizzera che permette alla squadra svizzera di entrare tra le migliori quattro del torneo, con la grande possibilità di giocarsi la vittoria finale. Tensione a mille per l’ex mediano del Milan e della Nazionale Italiana che a fine partita ha dichiarato di non aver dormito per due giorni tanto era forte l’ansia per questa sua nuova avventura nel doppio ruolo di mister e calciatore. Il risultato finale (un secco 2-0 contro il Losanna davanti a 2000 spettatori scarsi) ha premiato Ringhio che nel corso del match si è anche autosostituito per seguire dalla panchina la gara dei propri ragazzi, dopo che in campo ha portato a termine la sua classica gara tutta cuore e polmoni.

    Gennaro Gattuso, leader dentro e fuori dal campo

    Gattuso, esordio ok nel ruolo di allenatore-giocatore del Sion © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages
    Gattuso, esordio ok nel ruolo di allenatore-giocatore del Sion © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Il clima gelido e la tensione per l’esordio in panchina non ha giocato brutti scherzi a Gattuso che insieme al suo vice Luigi Riccio, ex centrocampista nonché capitano del Piacenza, ha saputo preparare la gara alla perfezione andando a sfruttare al meglio le situazioni da calcio piazzato (che appena un anno fa portarono 25 reti contro le 3 dell’attuale stagione) e dando una sistemata al reparto difensivo (l’anno scorso uno dei migliori, quest’anno uno dei più critici).

    E neanche a dirlo, la vittoria è arrivata grazie ad un’ottima difesa e alla rete segnata nel primo tempo su schema da calcio di punizione. Il 2-0 definitivo è stato siglato nei minuti di recupero del secondo tempo su calcio di rigore.

    Una vittoria che lancia il Sion verso la semifinale della Coppa di Svizzera e carica l’ambiente in vista del finale di stagione che si prospetta importante, l’obiettivo è raggiungere il secondo posto che garantirebbe la qualificazione ai Preliminari di Champions League. Solo un sogno? Gennaro Gattuso non la penserà così!

  • Messi rinnova con il Barcellona fino al 2018

    Messi rinnova con il Barcellona fino al 2018

    Lionel Messi. Basta il nome perché per un giocatore simile, ogni presentazione sarebbe superflua e fuori luogo. La Pulce, talento cristallino nato nel “recente” 1987, è ormai alla ribalta del panorama calcistico mondiale da molti anni nonostante i suoi 26 anni. Tutto questo per dire che l’età è tutta dalla parte di Messi. I grandi mostri sacri del passato, per arrivare a fare la metà di quello che ha ottenuto l’argentino, hanno impiegato molto più tempo di lui. Da mettere in conto poi che è difficile se non impossibile fare un paragone fra il calcio giocato in due epoche completamente differenti. Negli anni passati, diverse erano le tattiche, la mentalità dei giocatori e i soldi che giravano attorno al mondo del pallone. Oggi tutto è diverso, non esistono più le squadre “materasso” e il quoziente di difficoltà è aumentato come conseguenza della maggiore possibilità di accesso al calcio stesso: più persone giocano, più è difficile emergere. Ebbene, Messi ce l’ha fatta.

    E’ emerso nonostante molte difficoltà, è esploso, ha vinto tutto e ha polverizzato ogni singolo record che fosse possibile distruggere. Oggi la Pulce viene considerato all’unanimità il giocatore più forte del mondo, lontano anni luce da Cristiano Ronaldo, il suo rivale più accreditato sia per i valori visti in campo, sia per il carattere dell’argentino. Mai gossip, mai un richiamo, un ritardo, un episodio sgradevole, niente di niente. Tutto questo è senza dubbio andato a influire nel giudizio complessivo di Messi come uomo oltre che come calciatore. Appurato il dominio attuale, di diversa lettura è quello relativo al “tutti i tempi”. Messi è davvero il giocatore più forte del mondo di tutti i tempi? Secondo la maggior parte degli statistici e opinionisti, sì. Non solo per i dati (gol segnati, coppe vinte, premi…) ma anche per il modo in cui Leo si è affermato nel calcio, fenomeno più unico che raro. In meno di un decennio, Messi è diventato un simbolo della Liga, della Catalogna, del Barcellona. Tutti sono ai suoi piedi e lui ripaga i suoi tifosi con gol e azioni da urlo. Si può immaginare un Messi lontano dal Barça? Nemmeno per idea e infatti ieri è avvenuto il tanto atteso prolungamento del contratto di Leo con il club blaugrana. L’argentino resterà in Spagna fino al 2018 con una clausola rescissoria da capogiro.

    Leo Messi ha rinnovato con il Barcellona fino al 2018 | © JOSEP LAGO/Stringer / Getty Images
    Leo Messi ha rinnovato con il Barcellona fino al 2018 | © JOSEP LAGO/Stringer / Getty Images

    ANCORA INSIEME – Dal 2000 al 2004 Messi ha militato nelle giovanili del Barcellona. Successivamente l’approdo in prima squadra dove Leo è tutt’oggi il giocatore più rappresentativo. Andare via dal Barça è un’utopia. Impossibile pensare Messi con una maglia diversa da quella blaugrana se non con quella della nazionale argentina nella quale però Leo non riesce a emergere come in Liga. Il contratto di Messi con il Barcellona stava per scadere e, nella giornata di ieri, è arrivato il tanto atteso prolungamento. Il prolungamento prevede la permanenza della Pulce nel Barça fino al 2018, per l’esattezza fino al 31 giugno. In quell’anno, Messi avrà 31 anni. Ancora non sono state rese note le cifre dell’operazione allungo contratto ma, secondo quanto riportato dall’Ansa, Messi guadagnerà circa 12 milioni all’anno. Piccolo particolare: la clausola rescissoria del contratto ammonta a 250 milioni di euro. Se qualcuno volesse pagarla per avere il talento argentino, questo è quanto dovrà sborsare.

  • Il Chelsea su Conte Abramovic vuole il tecnico della Juve

    Il Chelsea su Conte Abramovic vuole il tecnico della Juve

    Le gesta di Antonio Conte hanno fatto il giro d’Europa e sono arrivate fino all’Inghilterra. In questa nazione c’è una squadra ricchissima, il cui proprietario ha speso cifre folli per costruire e rafforzare la sua creatura. Il fatto è che non sempre le cose sono girate per il verso giusto. Fra esoneri e soldi buttati al vento, molti sono stati gli errori del presidente. A prima vista potrebbe sembrare l’incipit di una favola e invece no. Stiamo parlando del Chelsea, il club posseduto dal ricchissimo magnate russo Roman Abramovic. Non contento di aver vinto la scorsa Champions League con l’esordiente Di Matteo, il patron non ha più puntato sul tecnico italiano esonerandolo dopo la sconfitta per 4-0 subita ai danni della Juventus. Nonostante la tentazione Mourinho rimanga altissima, ci sono dei nomi nuovi per la panchina dei Blues. L’attuale allenatore del Chelsea sembra essere solo di passaggio: Rafa Benitez non sta affatto piacendo all’ambiente tanto che le critiche che lo spagnolo deve sorbirsi arrivano da tutti i fronti. In Premier il Chelsea non è più capace di fare la voce grossa, la Champions è stata un fallimento completo e adesso non resta che l’Europa League per salvare una stagione quasi disastrosa.

    Antonio Conte finisce sulla lista di Abramovic: possibile futuro al Chelsea? | © AFP/Stringer / Getty Images
    Antonio Conte finisce sulla lista di Abramovic: possibile futuro al Chelsea? | © AFP/Stringer / Getty Images

    DECLINO – Dopo la vittoria roboante ottenuta in Champions League ai danni del Bayer Monaco sono arrivate due sconfitte clamorose. La prima, nella finale della Supercoppa europea: in quella partita gli uomini di Di Matteo furono strapazzati dall’Atletico Madrid di Flacao e il risultato finale fu un secco 4-0 per gli spagnoli. Il secondo K.o arriva nel Mondiale per Club: il Chelsea perde in finale e torna in Inghilterra a mani vuote. Due trofei alla portata dello squadrone di Abramovic persi per strada. La pazienza del russo è poca e proprio per questo in casa Chelsea si sta pensando a un nuovo allenatore. Per finire al meglio questa stagione e per iniziare la prossima da protagonisti.

    CONTE – Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, ci sarebbe un nome nuovo come candidato per la panchina del Chelsea: Antonio Conte. Se l’attuale allenatore Benitez dovesse toppare i prossimi due impegni contro Wigan in Premier e Brentford in Coppa d’Inghilterra, le premesse per l’arrivo di un nuovo traghettatore in casa Chelsea ci sono tutte. Abramovic si è già ampiamente tutelato: dopo l’occhiolino del mai dimenticato Josè Mourinho che non se la sta passando affatto bene con il Real Madrid, ecco spuntare una nuova ipotesi: Antonio Conte. Lo juventino potrebbe essere l’uomo giusto per rivitalizzare un ambiente decaduto. Con il suo carattere guerriero, Conte è ritenuto un gladiatore capace di rimettere ordine in uno spogliatoio demoralizzato con tanti campioni che rendono meno del previsto. La lista degli scontenti del Chelsea è molto lunga: fra questi nomi meritano senz’altro menzione Torres, lontano parente del bomber spietato visto al Liverpool e con la maglia della nazionale spagnola, Terry, finito sui giornali per parecchie notizie extra calcistiche, Lampard, che fino a poche settimane fa era sul mercato. Insomma i giocatori ci sono, i soldi, non bisogna nemmeno pensarci, non mancano. Il fatto è che uno come Abramovic vuole vincere. In più se si pensa a quanto ha speso fino ad ora il Chelsea e quanto ha vinto, c’è da farsi due domande. Soldi spesi male o allenatori poco capaci? Forse più la prima ipotesi ma la colpa, si sa, è sempre degli allenatori. Così è più facile.

  • Pato come Balotelli, subito in gol col Corinthians

    Pato come Balotelli, subito in gol col Corinthians

    Alexandre Pato ce l’ha nel sangue. Il gol all’esordio è ormai una costante nella carriera del giovane brasiliano.  Ieri, nella goleada del Corinthians al povero Oeste, è andato in rete pure l’ex milanista. Gli autori delle cinque marcature che vanno a comporre la manita dei bianconeri brasiliani portano la forma di Paulo Guerrero ( doppietta), Paulinho, noto obbiettivo di mercato dell’Inter sfumato, Danilo e appunto Pato. L’ex rossonero è entrato nel tabellino dei marcatori al 73′: era sceso in campo soltanto tre minuti prima. Gol lampo quello di Pato ma non c’è da stupirsi perchè il Papero ha già fatto vedere cose simili. Vi rinfreschiamo la memoria con alcuni episodi avvenuti nel recente passato.

    Pato: gol all'esordio con il Corinthians | © AFP/Stringer / Getty Images
    Pato: gol all’esordio con il Corinthians | © AFP/Stringer / Getty Images

     

    LA RINASCITA? – Pato non è nuovo a gol segnati al momento dell’esordio. E’ già successo un numero di volte abbastanza elevato. L’ultima, come abbiamo detto, risale all’appena conclusa giornata del campionato Paulista con la nuova maglia del Corinthians. Al Papero sono bastati due minuti dal suo ingresso in campo per poter segnare e presentarsi al meglio ai suoi nuovi tifosi che sicuramente lo hanno già esaltato come è giusto che sia. Descriviamo la dinamica che ha portato al gol Pato. L’ex rossonero riceve palla da Paulinho, calcia di destro ma il portiere avversario respinge ma sul rimbalzo il Papero è pronto a ribattere a rete. Gol sostanzialmente facile da realizzare ma che risulta essere importantissimo per il morale di un ragazzo negli ultimi tempi sceso a livelli minimi. Numerosi infortuni hanno minato la crescita di un giocatore dal potenziale altissimo. Nelle ultime stagioni in rossonero, sono nettamente di più le volte in cui Pato è dovuto star fuori per infortunio che non le volte in cui è stato impiegato in campo. I gol sono arrivati col contagocce e questo non è mai un fatto positivo per un attaccante. In questa nuova avventura brasiliana sembra che Pato possa rinascere: visti i precedenti non vogliamo esserne troppo sicuri. L’infortunio per il fragile giocatore è sempre dietro l’angolo anche se esordire con gol è sempre un buon segnale. Le basi per potersi riprendere lo scettro di top player ci sono tutte ma il percorso per la seconda consacrazione dipenderà molto da Pato ma anche dalla fortuna. E’ vero che in passato il Papero ha subìto molti infortuni ma alcuni di questi anche in modo abbastanza sfortunato. Da sportivi confidiamo in Pato e speriamo in una sua rinascita.

    GOL ALL’ESORDIO – Curiosità: Pato ha quasi sempre segnato all’esordio con una nuova squadra che sia questa di club o di nazionale. Nel lontano 2006 il Papero militava nell’Internacional e andò a segno contro il Palmeiras. Fra il 2007 e il 2008 altri due gol con la maglia del Milan: il primo all’esordio assoluto in un’amichevole contro la Dinamo Kiev, il secondo in campionato contro il Napoli. Finita qui? Nemmeno per idea. Pato è andato a segno pure nella prima gara con la nazionale brasiliana: anno 2008, vittima la Svezia. Se a questi notevoli episodi aggiungiamo anche il super gol segnato al Camp Nou la stagione scorsa in Champions League con la maglia del Milan, Pato diventa un attaccante decisamente precoce. Contro i catalani bastarono appena 24 secondi per trafiggere Valdes.

    [jwplayer config=”180s” mediaid=”169630″]

     

  • Beckham ha deciso: sì al Psg di Ancelotti

    Beckham ha deciso: sì al Psg di Ancelotti

    David Beckham non tramonta mai. Nonostante l’inglese non sia più un ragazzino ma un uomo ormai maturo di 37 anni, moltissime squadre europee e non avevano messo gli occhi su di lui. Dopo essersi svincolato e aver lasciato i Los Angeles Galaxy, lo Spice Boy si è rituffato a 360 gradi nel calcio europeo, nettamente più visibile e in primo piano rispetto a quello statunitense. Nei giorni scorsi Beckham si era allenato con l’Arsenal di Wenger, tecnico che, come tutti, pensava di poter contare su Becks per il proseguo della stagione. Invece no. Colpo di scena e fermi tutti. David Beckham si è accordato con il Paris Saint-Germain di Carlo Ancelotti, tecnico con il quale l’inglese ebbe già a che fare nei suoi trascorsi milanisti. Nella giornata di oggi, oltre che la firma e le ultime formalità utili al trasferimento, è attesa la presentazione ufficiale preparata dal Psg più o meno intorno alle 17, l’ora del tè. Analizziamo comunque nel dettaglio la carriera di uno dei più grandi calciatori inglesi e proviamo a prevedere la sua utilità nella squadra degli sceicchi.

    David Beckham, il nuovo acquisto del Psg | © ROBYN BECK/Staff / Getty Images
    David Beckham, il nuovo acquisto del Psg | © ROBYN BECK/Staff / Getty Images

    CAMPIONE FRA TANTI? – Il Paris Saint Germain è diventato in breve tempo uno dei club più prestigiosi del mondo. Possiamo essere d’accordo o meno con la politica che ha permesso alla squadra di diventare quello che è, ma una cosa è certa: se ci sono i soldi, si può far tutto. Il Psg non ha puntato sul vivaio o suoi propri giovani: ha preferito prelevare agli altri a son di milioni i pezzi più pregiati. Sia chiaro, non c’è niente di male nel fare questo, solo che bisogna sottolineare in quali circostanze David Beckham si è trasferito a Parigi. Con l’arrivo di Ibrahimovic, Thiago Silva, Pastore, Menez e tantissimi altri, le stelle all’ombra della Torre Eiffel non si contano più: a queste si aggiungerà presto lo Spice Boys. La domanda più sensata da porsi è la seguente: quanto spazio troverà Beckham nello squadrone di Carlo Ancelotti? A prima vista, poco o nulla. C’è però da dire che Carletto stravede per l’inglese e potrebbe creare una nuova soluzione dove poterlo inserire. Fra Verratti, Motta,  Lucas e Pastore è difficile scegliere chi sacrificare per far inserire Beckham. L’ex Galaxy potrebbe comunque ricoprire più di un ruolo: possibile il suo utilizzo come playmaker alla Pirlo in mezzo al campo, o, più difficilmente, come ala vista la sua abilità nell’offrire dei cross al bacio per gli attaccanti. Quando si ha poi uno come Ibra in squadra, la goduria è doppia. L’unico problema nel vedere Becks sull’ala è dettato dalla carta d’identità: 37 primavere possono limitare il rendimento dell’inglese? Anche in passato si pensava che l’età potesse influire ma abbiamo avuto la prova che non è stato così.

    NUMERI – I numeri di David Beckham sono di tutto rispetto così come le divise dei club che ha indossato: Manchester United, Real Madrid e Milan i principali oltre all’ultima esperienza coi Galaxy. Per la nazionale inglese è un vero e proprio mito grazie alle sue 115 presenze condite da 17 reti. L’importanza di Beckham in una squadra è duplice: da un lato l’abilità nel gioco del calcio, dall’altra l’esperienza di un uomo di mondo e di grandi virtù, utile come esempio per i ragazzi più giovani. Verratti, per esempio, potrà crescere a contatto con uno dei giocatori tecnicamente più forti d’Europa.

  • Con Drogba il Galatasaray punta alla Champions

    Con Drogba il Galatasaray punta alla Champions

    Il Galatasaray sta attirando gradualmente su di sé le luci dell’attenzione mediatica. Il motivo è presto detto. Basta guardare la notevole campagna acquisti dei turchi che sono riusciti a portare a casa loro dei fior di campioni. Prima Wesley Sneijder, “prigioniero” dell’Inter di Andrea Stramaccioni, poi Didier Drogba, anch’egli intrappolato, proveniente però dai ben più lontani cinesi dello Shanghai Shenhua. La dirigenza, sotto la guida del presidente Aysal Unal, è riuscita in breve tempo a costruire una solida compagine fondata su campioni in cerca di una seconda giovinezza. In questo modo, il Galatasaray, si candida a essere, se non lo è già, la squadra numero uno della Turchia e della Super Lig, il campionato turco. La Telekom Arena, stadio da più di 50 mila posti dove è solito giocare le partite casalinghe il Galatasaray, potrà godersi due campioni di fama mondiale: Sneijder e Drogba. Davvero niente male per una piccola Cenerentola del calcio europeo costretta per forza di cose a diventare una big. La strada è quella giusta.

    Sneijder e Drogba trasformano il Galatasaray in una superpotenza del calcio europeo | ©MIRA/AFP/Getty Images
    Sneijder e Drogba trasformano il Galatasaray in una superpotenza del calcio europeo | ©MIRA/AFP/Getty Images

    SNEIJDER E DROGBA – I rinforzi ultimi rispondono ai nomi di Drogba e Sneijder. Su entrambi la concorrenza era spietata: ricordiamo che anche molti club italiani fra cui il Milan e la Juventus, si erano fiondati sui due campioni rimasti insoddisfatti dalle rispettive esperienze. Sneijder quest’anno non è mai riuscito a ritagliarsi lo spazio che si merita all’Inter e di conseguenza emigrare è stata la soluzione più conveniente e logica per tutti. Invece di andare in un club dal nome più roboante come il Milan o il Liverpool, Sneijder ha scelto il Galatasaray. Poco importa se i tifosi turchi avevano da ridire sulla splendida moglie del centrocampista olandese Yolanthe: Wes non ci ha pensato due volte. Per l’ex interista, contratto da tre anni e mezzo con ingaggio di cinque milioni di euro a stagione. Sneijder ha fra l’altro già esordito con la nuova maglia turca nel derby che il Galatasary ha vinto contro il Besiktas per 2-1 pochi giorni fa. Nemmeno il tempo di godersi il nuovo arrivo che per i tifosi turchi ecco un’altra sorpresa: Didier Drogba. L’ivoriano ha accettato la proposta del Galatasaray: 18 mesi per il “modico” ingaggio di sei milioni di euro più quattro al momento della firma e ulteriori bonus. In sostanza, solo per 18 mesi, il giocatore, attualmente impegnato nella Coppa d’Africa con la sua Costa d’Avorio, potrebbe arrivare a guadagnare fino a 11 milioni di euro.

    BIG TEAM? – Già senza i due ultimi arrivi, il Galatasaray poteva vantare una formazione di tutto rispetto. Certo, non da vittoria a occhi chiusi della Champions League, ma sicuramente perfetta per far bene in Europa. Diamo un’occhiata alla formazione del Galatasaray e concentriamoci su come questa potrebbe cambiare. In porta ci sono pochi dubbi: spazio a Muslera, ex portiere della Lazio. Difesa con Ebouè, Birinci, Kaya e l’ “italiano” Ujfalusi (ex Fiorentina). A centrocampo spazio ad Amrabat, Felipe Melo, Riera, e Sneijder. Davanti l’nteressante coppia gol Drogba-Yilmaz. In panchina sono rimasti comunque ottimi giocatori del calibro di Milan Baros, Balta, Nounkeu e Elmander. Con un po’ di pratica e qualche altro colpo mirato per puntellare la difesa, il Galatasary si candida a diventare una mina vagante delle competizioni europee.

  • Del Piero non rende. Ma si tratta solo di marketing…

    Del Piero non rende. Ma si tratta solo di marketing…

    Alex Del Piero e Sydney ai saluti finali? Ebbene si, l’ex numero 10 bianconero potrebbe presto lasciare l’Australia. Niente a che vedere con le prestazioni sul rettangolo da gioco, sempre ottime e sopra la media della squadra, ma a causa di un mancato ritorno economico derivato dalla sua presenza nella rosa degli Sky Blues. Insomma, per dirla breve, l’ex bandiera della Juventus non ha portato gli sponsor che ci si aspettava quando venne ingaggiato e si sa, nel calcio il denaro (purtroppo) è tutto. Del Piero si trova benissimo a Sydney e con lui anche la famiglia. Ma l’opzione sul rinnovo del contratto scade a fine febbraio e non sembra essersi mosso ancora nessuno. Le pretendenti non gli mancheranno di certo, ma un nuovo trasferimento a fine stagione “puzzerebbe” di fallimento per l’ex capitano della Juve.

    E allora che fare? Attendere! Aspettare un segnale dalla dirigenza australiana che di tanto in tanto conferma ai media il grande aiuto offerto dal giocatore sul piano tecnico.

    Del Piero saluto i tifosi del Sydney © Brendon Thorne/Getty Images
    Del Piero saluto i tifosi del Sydney © Brendon Thorne/Getty Images

    Nuovo trasloco – A questo punto non si esclude un nuovo trasloco per Del Piero e famiglia a solo un anno di distanza dal trasferimento nella lontana Australia. Un ritorno in Italia è totalmente escluso, visto che lo stesso attaccante ha più volte dichiarato di voler giocare ancora qualche anno e che nel Bel Paese si vedrebbe solo con la maglia della Juve, società che non ci ha pensato due volte prima di portare in scadenza di contratto il fuoriclasse italiano. Ed ecco la fila delle squadre pronte a prendere Del Piero. In prima fila il Los Angeles Galaxy, alla ricerca di un giocatore in grado di sostituire Beckham, poi a seguire arrivano lo Shanghai Shenhua, che potrebbero perdere Didier Drogba (vicinissimo alla Juventus) ed infine il Muangthong, società thailandese che già estate cercarono di convincere l’ex bianconero arrivando fino a Torino.

    Per Del Piero non mancano le offerte. Se non dovesse arrivare il rinnovo con il Sydney, aspettiamoci un’altra estate di fuoco per l’ex numero 10 bianconero che si ritroverebbe davanti ad un’altra scelta di vita.

  • Gattuso porta il Sion in ritiro nella sua Calabria

    Gattuso porta il Sion in ritiro nella sua Calabria

    Dieci giorni per far conoscere ai compagni di squadra del Sion la propria terra, quella Calabria cui da sempre è legato nonostante i lunghi periodi trascorsi tra Perugia, Glasgow e Milano. Rino Gattuso insieme al resto della squadra svizzera infatti svolgerà dieci giorni di ritiro, in concomitanza con la sosta del campionato elvetico, in Calabria, più precisamente a Corigliano Calabro, centro della provincia di Cosenza nel quale “Ringhio” è cresciuto e dove torna ogni volta che può per riabbracciare amici e parenti.

    Una sorta di vetrina per la Calabria che sarà conosciuta da vicino non solo da calciatori e staff tecnico ma anche dai mass media svizzeri nel corso dei dieci giorni di permanenza. Già da qualche mese si era parlato di questa fase di ritiro in Calabria della compagine che nell’estate scorsa aveva cercato anche Del Piero. Da qualche giorno è arrivata l’ufficialità compreso anche un programma di amichevoli piuttosto fitto con tre partite in sette giorni contro Crotone, Reggina e Cosenza.

    Rino Gattuso© SEBASTIEN FEVAL/AFP/Getty Images
    Rino Gattuso© SEBASTIEN FEVAL/AFP/Getty Images

    Nessun test invece contro il Catanzaro come si era vociferato nel corso dei mesi scorsi. Si comincerà il 16 contro i pitagorici, passando poi al 19 quando allo stadio “Granillo” si accenderanno le luci dei riflettori per la sfida che vedrà opposti gli amaranto di Dionigi agli svizzeri. Si chiuderà quindi il 23 contro il Cosenza, formazione militante nel torneo di Serie D girone I, un giorno prima del ritorno in patria per gli elvetici. Attualmente il Sion sta lavorando in Spagna, prima del rientro in patria previsto per giovedi e la susseguente partenza, quattro giorni dopo, per l’Italia.

    Oltre a Gattuso la compagine biancorossa vanta tra le proprie fila altri due calciatori con un recente passato in Italia: si tratta dei centrocampisti Basha, sino a qualche mese fa al Torino e Zambrella, il quale per diverse stagioni ha vestito la casacca del Brescia.