Il Milan dei giovani. É questo il ritornello che rimbalza dalla sede rossonera di via Turati quando si parla di calciomercato. Secondo quanto riportato da Berlusconi, la linea della societá milanese é una soltanto e cioé quella di puntare su giovani talenti. Quindi no secco ai vari Drogba e Balotelli, troppo cari per le soglie del calcio italiano ormai allo stremo delle forze. Per risalire, la ricetta vincente é quella di puntare sui giovani, proprio come vuol fare il Milan. Intanto il Diavolo é felice di coccolarsi un possibile top-player del futuro fatto in casa, Mattia De Sciglio. Il giovane terzino é entrato sempre di piú nelle simpatie di Allegri tanto da aver “rubato” il posto ad Ignazio Abate, pensieroso riguardo il suo futuro. Un altro golden boy del Milan, parlando di giovani, é Stephan El Shaarawy. L’attaccante italiano ha giá segnato qualcosa come 14 reti in campionato e attualmente é secondo nella classifica dei marcatori della serie a, preceduto solo da Cavani. Comunque sia, il Milan vuol tornare di diritto ad essere una delle squadre piú forti d’Europa ma per farlo servono altri innesti mirati per puntellare la difesa, il centrocampo e possibilmente anche la porta. Abbiati e Amelia non sono piú dei ragazzini. Vediamo quale potrebbe essere la strategia del Milan nel mercato invernale e in quello estivo.
NAINGGOLAN – Adesso il Milan, secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, punterá tutto su Radja Nainggolan, centrocampista del Cagliari che tanto piace a Massimiliano Allegri. Il giocatore belga ha peró un valore abbastanza elevato, circa 15 milioni di euro. L’alternativa a Nainggolan é un giocatore del Genoa. L’asse Milano-Genova potrebbe rimettersi in moto per un’altra operazione di mercato. Ai rossoneri, che cercano disperatamente un regista dopo la cessione di Pirlo, piace molto Kucka, giocatore in procinto di passare all’Inter la scorsa estate. Il Milan potrebbe contare sull’ottimo rapporto che c’é fra le due societá. Ricordiamo che molti dei giocatori che hanno fatto la fortuna del Milan provengono, o per via diretta o indiretta, dal Genoa: Boateng ed El Shaarawy su tutti.
Sono bastati circa 300 minuti alla sua prima mezza stagione in Serie A per entrare nelle mire delle grandi squadre. Parliamo di Dario Del Fabro, giovane difensore centrale del Cagliari, leader della Primavera rossoblu. Portato in prima squadra da Ficcadenti ad inizio anno, senza mai vedere il rettangolo da gioco. Poi con l’arrivo in panchina di Pulga e soprattutto di Lopez (che l’ha allenato per sei mesi nelle giovanili), il salto definitivo con i grandi. Inizialmente due gare da titolare in Coppa Italia nel giro di una settimana, prima contro il Pescara poi contro la Juventus ed infine l’esordio in Serie A, sempre contro i bianconeri, nella partita giocata a Parma dove è sceso in campo per una trentina di minuti. Ma la svolta è arrivata ad inizio 2013, con l’ottima gara disputata all’Olimpico contro la Lazio, nell’ultima giornata d’andata.
Il futuro è nelle sue mani o meglio, nei suoi piedi. Il difficile arriva adesso, dove si pretenderà una conferma e nel calcio è facile passare dalle stelle alle stalle. Ci auguriamo di no, il calcio italiano ha bisogno di nuovi giocatore da allevare e far crescere per un futuro in Nazionale.
Carriera – Del Fabro è nato nel Nord Sardegna, esattamente ad Alghero il 24 marzo del 1995. Calcisticamente è cresciuto nella Torres 2000. Notato da Gianfranco Matteoli, si trasferisce nel suo centro sportivo ad Oristano dove viene osservato da vicino prima del passaggio nel Cagliari Calcio all’età di 13 anni. Ha fatto tutta la trafila nella società rossoblu, dai Giovanissimi Nazionali fino alla Prima Squadra. Spesso convocato nelle varie Nazionali a livello giovanile, contando un totale di 15 presenze tra Under 16, 17 e 18.
Caratteristiche – Giocatore di personalità e dal fisico imponente. Sfrutta la sua stazza (190 cm) per avere la meglio nel gioco aereo e nei contrasti di gioco. Sopperisce ad un velocità di base piuttosto scarsa ad un ottimo senso della posizione e grandi capacità di anticipo, frutto di un’ottima lettura dell’azione e di una concentrazione sempre alta. Piedi discreti, di tanto in tanto si permette il lusso di impostare l’azione. Come il più classico dei giovani, vive di alti e bassi e gli si deve concedere ogni tanto qualche errore di gioventù.
“Ogni volta che avrò la possibilità di giocare con la Primavera, risponderò alla chiamata con molto piacere. Mi serve per accumulare esperienza e disputare delle partite vere”. Parole di Del Fabro, ragazzo umile e con i piedi ben saldi a terra.
Il suo futuro dovrebbe essere ancora al Cagliari, società che punta molto sul giovane difensore anche in vista di una quasi certa cessione di Astori. Ma l’inserimento prepotente del Milan potrebbe cambiare le carte in tavola. L’importante è non pensare di ritrovarsi davanti al nuovo Nesta da subito. Il patron rossonero, Silvio Berlusconi, ha annunciato l’arrivo di una serie di giovani da far crescere nell’ambiente milanista, Del Fabro potrebbe essere tra questi, ma attenzione, la sua valutazione è in netta crescita e con mezza stagione ancora da disputare è destinata ad aumentare.
Nome e cognome: Dario Del Fabro Data e luogo di nascita: 24 marzo 1995, Alghero Nazionalità: Italiana Piede preferito: Destro Ruolo: Difensore centrale Squadra attuale: Cagliari
Record e polemiche. All’Olimpico di Roma, nell’anticipo serale della diciannovesima giornata di Serie A tra Lazio-Cagliari, succede di tutto. Finisce 2-1 per i padroni di casa che si portano così a 39 punti in classifica (portandosi a 5 punti dalla Juve in attesa della gara dei bianconeri contro la Samp) ed eguagliano il record della Lazio di Sven Goran Eriksson. Niente male per una squadra confermata in blocco per il terzo anno di seguito (tranne qualche acquisto) e che sta vivendo una stagione importante con in panchina l’esordiente (in Italia) Petkovic. Con la vittoria contro i sardi, i laziali chiudono il girone d’andata al secondo posto, sopra ogni più rosea aspettativa. Per il Cagliari invece è la sesta sconfitta consecutiva e la zona retrocessione è davvero ad un passo.
I rossoblu dovranno tifare contro Palermo e Genoa per rimanere al quart’ultimo posto e giocarsi gran parte del campionato la prossima settimana nella sfida interna contro i genoani.
La partita – Una gara che vive le fasi più emozionanti nella seconda parte del secondo tempo con la rete iniziale di Marco Sau che gela l’Olimpico e la successiva rimonta biancoceleste con Konko e Candreva (quest’ultimo su calcio di rigore). Una Lazio che sembra un poco arrugginita rispetto alle ultime gare. Fatica a trovare spazi e il Cagliari si difende in modo ordinato. In evidenza i due portieri. Da una parte l’ex Marchetti si esalta su un tiro ravvicinato di Nainggolan, successivamente Agazzi dice no sulle incursioni dei padroni di casa. Clamorosa la palla gol sprecata da Klose a cinque minuti dalla fine della prima frazione di gioco. Il tedesco salta la difesa sarda, compreso il portieri e calcia a lato. Nel secondo tempo, i rossoblu alzano il ritmo e trovano il gol con Sau (al 62′) che piazza la palla sull’angolo più lontano dopo aver saltato mezza difesa laziale. Il pareggio arriva a dieci minuti dalla fine con Konko, bravo a sfruttare una serie di blocchi su azione da calcio d’angolo ed insaccare a porta vuota. Infine, il rigore contestato a pochi minuti dalla fine. Klose viene lanciato in area e anticipa Agazzi in uscita disperata. La palla finisce alta di poco, ma il portiere rossoblu travolge sullo slancio il tedesco. Per l’arbitro è calcio di rigore. Doppia ammonizione per l’estremo difensore dei sardi ed espulso Cossu per proteste. Il Cagliari in pochi minuti si ritrova dallo 0-1 all’1-1 con calcio di rigore contro e in 9 uomini. Candreva dal dischetto non sbaglia ed è festa laziale.
Anti Juve? – Se mai ci fosse in Italia in questo momento, una squadra in grado di contrastare la Juventus, questa potrebbe essere la Lazio. Anche questa volta ha dimostrato che anche in giornate no è in grado di prendersi l’intera posta in palio. Certo, il livello tecnico è ancora da migliorare, ma le basi sono ottime. Alla fine, sognare non costa nulla!
Serie B – Il Cagliari inizia a vedere lo spettro della serie cadetta. I tifosi imbestialiti iniziano a pensare male e intravedono una strategia dai piani alti per mandare la squadra in Serie B. Nervosismo accettabile per una tifoseria abituata da anni a salvezze tranquille. La rosa ha disposizione di Pulga e Lopez meriterebbe ben altre posizioni. Al momento però bisognerà stringere i denti e portare la barca in porto.
L’episodio – Il calcio di rigore ha portato non poche polemiche. Klose ha anticipato in uscita Agazzi con un bel pallonetto (poi finito di poco sopra la traversa), ma sullo slancio il portiere travolge il tedesco. Rigore dubbio e difficile da commentare. Rimane l’amarezza per l’ennesima indecisione arbitrale, che sembra quasi far voler decidere il giudice di porta (vedasi il doppio giallo ad Agazzi arrivato in ritardo).
PAGELLE LAZIO-CAGLIARI
Klose 5 – Il bomber tedesco è incappato in una giornata no! Solitamente non sbaglia così tante occasioni da rete. Avrà conservato i gol per occasioni migliori… Marchetti 7 – Parata salva risultato al quarto d’ora su Nainggolan. L’ex di turno chiude alla disperata sul belga riuscendo a negare la gioia del gol ormai certo al centrocampista del Cagliari. Il portiere laziale è un valore aggiunto per questa squadra. Mauri 5.5 – Non sembra trovarsi a proprio agio sulla destra. Trova pochi spazi e cerca sempre di accentrarsi, costruendo le azioni migliori proprio per vie centrali. Ibarbo 7 – Questo colombiano ha grandi potenzialità e numeri importanti. Ancora poco disciplinato tatticamente. Mette in crisi i giocatori della Lazio con i suoi dribbling. Del Fabro 6.5 – Il difensore sardo classe ’95 si disimpegna discretamente contro Klose. Dopo il doppio impegno di Coppa Italia (contro Pescara e Juve) giocando 180 minuti e la manciata minuti nell’ultima sfida del 2012 contro i bianconeri a Parma, gioca 90 minuti ordinati. Pronto a prendere l’eredità di Astori? Sau 7 – Il folletto sardo non si smentisce mai e castiga anche la Lazio. Il suo gol regala il sogno momentaneo di uscire dall’Olimpico con un risultato positivo.
Finalmente ci siamo. Si torna al calcio giocato e si pensa all’ultima giornata del girone d’andata di Serie A. L’anticipo serale vede contrapposte Lazio-Cagliari, in una sfida che mettere davanti i biancocelesti in seconda posizione, con un sogno chiamato Champions (anche se la parolina scudetto non è del tutto esclusa) e i rossoblu, in piena bagarre retrocessione e lo spettro della crisi finanziaria con conseguente accostamento dei pezzi pregiati a varie squadre in tutta Europa. La prima gara dell’anno è sempre un terno al lotto e le motivazioni spesso cambiano durante il periodo natalizio. Petkovic per questo motivo predica calma e attenzione pur consapevole della forza della propria squadra. L’Olimpico spingerà i laziali verso un finale di girone da record.
Infatti, in caso di vittoria, i ragazzi di Petkovic eguaglierebbero i 39 punti conquistati dalla Lazio di Eriksson negli anni d’oro del club capitolino.
Qui Lazio – Petkovic può contare sull’intera rosa, ad eccezione di Ederson (infortunato) e Onazi (in Nazionale per la Coppa d’Africa). Il tecnico confermerà il modulo che ha dato tante soddisfazioni (4-1-4-1). In porta Marchetti. In difesa da destra a sinistra Konko, Dias, Biava e Radu. Ledesma sarà il regista della squadra, con compiti anche in copertura. I quattro centrocampisti offensivi Gonzalez, Hernanes, Mauri e Lulic con Klose unica punta. L’unico dubbio riguarda l’utilizzo di Candreva al posto di Lulic. Il nazionale italiano ha da poco recuperato da un infortunio e partirà quasi certamente dalla panchina.
Qui Cagliari – Tanti dubbi per Lopez (Pulga è squalificato). Assenti per squalifica Astori e Pisano, fuori per infortunio Pinilla (influenzato) e Ariaudo. I problemi maggiori arrivano dalla difesa. Non dovrebbero esserci delle rivoluzioni sul fronte tattico, con la conferma del 4-3-1-2, una delle poche certezze di questa prima parte di stagione rossoblu. In porta ci sarà il solito Agazzi. Il reparto difensivo vedrà due giovani sardi come Murru (a sinistra) e Del Fabro (al centro), unita all’esperienza di Perico (a destra) e Rossettini (al centro). A centrocampo spazio a Conti in cabina di regia e Dessena, Nainggolan come interni. Il trequartista sarà Cossu e la coppia d’attacco Sau – Nenè.
Non escludiamo cambiamenti dell’ultimo minuti in entrambe le formazioni, soprattutto nelle file del Cagliari. Diego Lopez infatti potrebbe optare per una difesa a 3 con due esterni molto difensivi, che permettano di difendersi con cinque uomini.
Tra scudetto e retrocessione – Una sfida testa-coda. La Lazio punta alla Champions League, mentre il Cagliari lotterà fino alla fine per la permanenza nella massima serie italiana.
Mercato – La Lazio ha già perso Rocchi, finito all’Inter e cerca un vice Klose. Floccari non convince il tecnico laziale e Zarate ormai vive da separato in casa. A Cagliari invece la situazione è delicata con la crisi finanziaria che ha colpito il club sardo. Astori viene accostato a Napoli e Juve ma il Southampton sembra aver offerta già 10 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni del difensore.
Correva l’anno 1992 (esattamente il 30 giugno) quando l’imprenditore di Sanluri, Massimo Cellino, decise di acquistare il Cagliari. Fu subito amore, con la conquista di un posto in Uefa nella sua prima stagione da presidente del club sardo. Poi seguirono 16 campionati in Serie A (compreso quello attuale) e 5 campionati in Serie B. Numeri importanti per una società che ha vissuto sempre tra la massima serie e quella cadetta, senza trovare la continuità che ha contraddistinto l’era Cellino. Conti sempre in regola, nessun debito con le banche e stipendi pagati regolarmente. Tutte caratteristiche che ribattezzarono il club rossoblu come un’isola felice, dove è possibile far calcio in tranquillità, senza tante pressioni e con una società seria alle spalle. Le parole di ieri (27 dicembre n.d.r.) del dg Marroccu aprono alla prima vera crisi cagliaritana con Cellino patron.
Preoccupazione di massa tra i tifosi sardi che tremano al solo pensiero di dover perdere in un solo mese tre pedine fondamentali della formazioni di Pulga e Lopez. Parliamo di Astori, Nainggolan e Pinilla.
Il passato – Cellino nei suoi vent’anni di presidenza ha dimostrato di saperci fare sul mercato. Tanto studio, un pizzico di fortuna e tanti soldi risparmiati. Denaro poi investito nel sogno Stadio, mal visto dagli enti pubblici. Per il capoluogo sardo sono passati giocatori come Muzzi, O’Neill, Vasari, Suazo, Esposito e Zola, senza dimenticare Francescoli protagonista nella qualificazione alla Coppa Uefa nel 1993 e Lulù Oliveira autore di fantastiche prestazioni in campo europeo con la maglia rossoblu, oppure Matri, ceduto in un recente mercato invernale alla Juventus. Tutti giocatori che sono stati ceduti per tanti milioni e sostituiti degnamente da giovani dal futuro importante.
Il presente – Adesso la crisi economica. Il “tesoretto” accumulato nel corso degli anni è andato disperso per la costruzione dello stadio (tra terreni acquistati a Elmas per la realizzazione del Karalis Arena e le spese effettuate per mettere su in pochi mesi l’impianto di Is Arenas), la società al momento non riceve nessun soldo dalla Regione per lo sponsor Sardegna ben in evidenza nelle maglie sarde e si è vista pignorata dei diritti tv di Sky dal Comune di Cagliari per vecchie ruggini sui canoni d’affitto del vecchio Sant’Elia. Gli stipendi dei giocatori sono bloccati da due mesi, serve liquidità per mettersi in regola e il mercato invernale sembra arrivare al momento giusto. L’addio di uno tra Astori, Nainggolan e Pinilla pare scontato.
Destinazioni – La solita Juve, dopo aver acquistato Matri due anni fa è pronta a buttarsi sulla coppia Astori – Nainggolan. I due giocatori sono già stati cercati nel recente mercato estivo, senza affondare il colpo. Stavolta però, la situazione potrebbe favorire un accordo tra i due club. Cellino, appena sei mesi fa ha stracciato una cessione da 15 milioni di euro per il difensore e ha rifiutato la stessa cifra per il centrocampista, per un totale di 30 milioni di euro. Difficilmente però il patron rossoblu abbasserà le valutazioni, concedendo forse un piccolo sconto se si dovesse inserire una contropartita tecnica giovane e di buone prospettive. Anche il Napoli è vigile sul caso Cagliari. De Laurentiis non ha mai nascosto la sua ammirazione verso il centrocampista belga e i rapporti con il presidente sardo sono buoni. Attenzione però al Milan. Galliani e Cellino si stimano e sono legati da una forte amicizia, sulla panchina rossonera siede un certo Max Allegri, allenatore che conosce bene i due giocatori avendoli allenati in Sardegna…
Ma il giocatore che potrebbe lasciare con più probabilità il Cagliari è Mauricio Pinilla. Le sue qualità non si discutono, ma i soli due gol realizzati in questo campionato, le prestazioni ben al di sotto del suo potenziale e i continui guai fisici potrebbero spingere il cileno lontano dalla terra sarda. L’Inter è sempre interessata a lui come vice Milito e potrebbe tentare l’assalto nei prossimi giorni. Valutazione dai 5 agli 8 milioni di euro.
Valore morale – Ma, c’è sempre un ma. Il direttore generale Marroccu ha precisato come i giocatori abbiano dimostrato grande attaccamento alla maglia, firmando un accordo per tagliare parte dell’ingaggio e soprattutto, hanno chiesto di non essere ceduti. Nessuno vuole abbandonare la società in un momento di crisi.
L’ultimo dubbio – La conferenza shock di Marroccu è arrivata all’improvviso, nel periodo natalizio. Se tutto ciò fosse stato creato ad arte per “svegliare” i vari enti che bloccano ogni sogno, ogni speranza della società rossoblu di avere un proprio stadio? Le parole del dg sono state chiare “ci sentiamo abbandonati da tutti”. Chiaro riferimento alla Regione Sardegna che non paga lo sponsor da due anni, al Comune di Cagliari che ha pignorato i diritti tv Sky per canoni d’affitto non pagato e i vari enti comunali, provinciali e regionali che cercano di mettere le bastoni tra le ruote a Cellino sulla questione stadio.
Un fulmine a ciel sereno scuote l’ambiente rossoblu. La conferenza stampa annunciata il giorno di Santo Stefano per la mattina seguente ha destato non poche preoccupazioni intorno al tifoso sardo e le aspettative sono state anche peggiori di quanto si potesse pensare. Il direttore generale Francesco Marroccu ha annunciato dei clamorosi problemi finanziari per il Cagliari. Boom! Il dg preme a sottolineare che la società non è al momento indebitata con alcuna banca e che i guai economici nascono dal crollo drastico al fondo di risparmio maturato da Cellino nel corso dei suoi vent’anni di presidenza. Investimenti sbagliati, questione stadio, soldi sulla sponsorizzazione dalla Regione che tardano ad arrivare e il pignoramento dei diritti televisivi da parte del Comune di Cagliari, hanno portato a questa situazione di importante crisi economica.
Come se non bastasse, il cammino in campionato della squadra sarda non è dei migliori, ad un punto dalla zona retrocessione e una stagione vissuta tra alti e bassi con l’aggiunta dell’avvicendamento sulla panchina tra Ficcadenti e il duo Pulga-Lopez.
Ingaggi – Marroccu parla chiaro, segni di una società trasparente su tutti i fronti. Dichiara che i giocatori non percepiscono lo stipendio da due mesi e che da veri professionisti avrebbero accettato anche una piccola riduzione dei propri ingaggi per venire incontro ad una dirigenza sempre presente, sottolineando l’alto valore morale dei ragazzi presenti in rosa. Ma a questo punto, non viene esclusa la cessione di un big tra Astori, Nainggolan e Pinilla che permetterebbe di sistemare i conti almeno fino al termine del campionato, quando si rischia di ritrovarsi in un vero e proprio rinnovamento della rosa.
I problemi – Il guaio più importante è arrivato dallo stadio. Cellino ha investito 18 milioni. Poco più della metà (circa 10 milioni) li ha spesi nell’acquisto dei terreni ad Elmas (comune a pochi passi da Cagliari) dove sarebbe dovuto sorgere il Karalis Arena, impianto definitivo per la società rossoblu ma bloccato a causa delle denunce arrivate dalla Sogaer, ente che gestisce l’aeroporto cagliaritano, che lamentava la vicinanza tra la pista d’atterraggio e il punto dove sarebbe dovuto sorgere lo stadio. Soldi buttati. Infine altri 8 milioni di euro sono stati spesi per la costruzione dell’attuale impianto di Quartu Sant’Elena, ma che ad oggi non ha portato un profitto nelle casse del Cagliari, vista anche la recente “trasferta casalinga” a Parma nella sfida contro la Juventus che avrebbe potuto portare al record di paganti (era già stato annunciato il tutto esaurito) ed invece ha comportato una perdita di 300 mila euro.
Per non parlare poi delle mancate entrate dalla Regione Sardegna negli ultimi due anni. La scritta che campeggia nelle maglie rossoblu al momento non ha portato alcun soldo nelle casse del club rossoblu. Ed infine, la non meno importante polemica con il Comune di Cagliari con tanto di pignoramento dei diritti tv a causa di canoni d’affitto non pagati dal 1980 ad oggi. Soldi che sarebbero serviti al patron sardo per pagare gli stipendi ai giocatori.
E adesso? – Il mercato invernale potrebbe portare a grosse sorprese. Come detto poco sopra, il sacrificio di un big sarebbe d’aiuto per il pagamento degli ingaggi fino al termine della stagione, ma questo comporterebbe un ridimensionamento tecnico della rosa a disposizione di Pulga e Lopez. La retrocessione in Serie B sarebbe molto pesante per le casse del Cagliari, che vedrebbe ridursi drasticamente le entrate e si troverebbe costretta a svendere gran parte della rosa.
Una situazione mai vissuta in casa Cagliari. I tifosi rossoblu chiedono l’ennesimo miracolo al presidente Cellino.
Rabbia, orgoglio e determinazione. C’è voluta una Juve con queste caratteristiche, almeno nei secondi 45’, per piegare le resistenze del Cagliari ed incassare tre punti al Tardini di Parma che permettono di chiudere l’anno solare in grande spolvero. Una vittoria in rimonta per 3-1 maturata in pieno recupero al termine di un match scoppiettante e ricco di polemiche per qualche decisione arbitrale poco chiara. Alla fine però la spunta una Juve che nel complesso ha decisamente meritato, specie dopo l’ingresso in campo di Alessandro Matri che ancora una volta appena vede la sua ex squadra sembra un toro dinanzi ad una bandiera rossa.
Per lui una doppietta che ribalta il gol messo a segno su rigore nel primo tempo da Pinilla e che cancella, almeno in parte, le polemiche relative a due rigori negati ai bianconeri e l’amarezza per quello fallito da Vidal. Oltre alle innumerevoli parate di Agazzi. In chiusura di gara Vucinic fa 3-1 ma ormai la Juve il record l’aveva già battuto. Quale? Quello dei 94 punti in un anno solare, uno in più della Juve 2005 di Capello. Un’altra soddisfazione per Conte, il quale comunque non ha sorpreso per ciò che riguarda la formazione iniziale: fuori lo stakanovista Vucinic, dentro Quagliarella, mentre in difesa Caceres prende il posto di Chiellini. Lopez e Pulga invece rinunciano a Cossu preferendogli il brasiliano Thiago Ribeiro.
Il primo tempo non è poi cosi spettacolare: il Cagliari gioca senza timore e si difende bene da una Juve che prova qualche affondo specie sulle corsie laterali ma l’unica palla gol, targata Quagliarella, viene sprecata malamente. Ci sarebbe anche un rigore per la Juve causa uno strattonamento di Astori, già ammonito, su Quagliarella, ma Damato lascia correre. Dall’altra parte i sardi pescano il jolly per un rigore, stavolta concesso dall’arbitro, forse generosamente, a Sau per un fallo di Vidal. Episodio che non è andato giù ai bianconeri specie dopo che dal dischetto Pinilla ha dimostrato precisione chirurgica.
Nella ripresa però è un’altra Juve. Il Cagliari, complice anche la collezione di gialli nel primo tempo con praticamente tutta la difesa a rischio espulsione, arretra pericolosamente e comincia a lasciare varchi pericolosi. Conte si gioca due carte: Matri per Quagliarella e Padoin per Caceres. E’ di Sau l’unica offensiva sarda dei secondi 45’: Buffon para e da lì in poi si riposa. La Juve non molla un centimetro e al 19’ manca di un soffio il gol: sugli sviluppi di un corner Bonucci centra la traversa, Matri gira verso la porta ma Agazzi respinge proprio su Asamoah che spinto alle spalle da Nainggolan non riesce di testa a deviare in rete. Rigore solare ma non per gli arbitri e proteste piemontesi inevitabili.
Di lì a poco il Cagliari resta in dieci: Astori, già ammonito, stende da dietro Giovinco e si becca il rosso. Lopez corre ai ripari con Del Fabro ma è proprio il giovane difensore a fare fallo in area su Giovinco e dare ai bianconeri la più facile delle occasioni per pareggiare. Ma Vidal, in serata no, spara il penalty dritto dritto in curva. Bianconeri che hanno una relazione molto difficile con i rigori in questa stagione. Anche Padoin spreca da dentro l’area. Conte intanto si gioca la carta Vucinic che subentra a Lichtsteiner. E il montenegrino comincia a calciare con continuità verso la porta di Agazzi che però in una di queste circostanze respinge corto permettendo a Matri di pareggiare i conti. I sardi sono alle corde, Ekdal è in campo ma solo perché i cambi sono già stati esauriti.
Asamoah, di testa, chiama Agazzi al grande intervento complice anche l’aiuto del palo. I 6’ di recupero fanno sperare tanto i bianconeri che sono fortunati quando il rinvio di Nenè colpisce la mano di Vidal permettendo a Matri da due passi di fulminare Agazzi. Vittoria bianconera ormai in tasca e appena prima del triplice fischio Giovinco con un diagonale scavalca il portiere sardo con Vucinic che sulla linea accompagna la sfera in rete. Finisce cosi 3-1 e adesso arrivano le sospirate vacanze per le due squadre. Bianconeri che già pensano al mercato che potrebbe regalare un paio di difensori e un attaccante, ma forse non Drogba. Cagliari che invece perde quota in classifica con il presidente Cellino che a fine gara è un fiume in piena per la solita storia dell’Is Arenas.
Le pagelle di Cagliari-Juventus Agazzi 7,5: Un felino. Vola da una parte all’altra, para di tutto e di più. Ma deve capitolare anche lui davanti a Matri. Astori 5: Finchè è in campo non fa male ma dimostra tanto, troppo nervosismo e il suo rosso agevola il successo bianconero. Nainggolan 6,5: Grande prova in mezzo al campo, tanta qualità e quantità. Furbo nello spingere Asamoah in occasione del fallo da rigore non concesso alla Juve. Vidal 5: Serata non per il cileno. Causa un rigore, ne sbaglia un altro, sempre impreciso. Si rifarà. Asamoah 7: Nel primo tempo è l’unico a spingere. Nella ripresa va vicinissimo al gol che prima una spinta di Nainggolan poi Agazzi gli negano. Matri 7,5: Rapace. Si fa trovare pronto in area piccola e castiga ancora una volta la sua ex squadra. Chissà se avrà fatto ricredere la Juve riguardo ad una sua eventuale cessione a gennaio.
Il tabellino di Cagliari-Juventus CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi 7,5; Pisano 6, Ariaudo 6, Astori 5, Murru 6 (8′ st Perico 5,5); Dessena 6, Nainggolan 6,5, Ekdal 6,5; Thiago Ribeiro 6; Sau 6 (22′ st Del Fabro 5), Pinilla 6 (31′ st Nené sv). In panchina: Avramov, Rossettini, Avelar, Casarini,Ceppelini, Cossu. Allenatori: Lopez-Pulga 6. JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6; Caceres 5,5 (17′ st Padoin 5,5), Bonucci 6,5, Barzagli 6; Lichtsteiner 5,5 (27′ st Vucinic 6,5), Vidal 5, Pirlo 6, Marchisio 6,5, Asamoah 7; Quagliarella 5 (15′ st Matri 7,5), Giovinco 6,5. In panchina: Storari, Rubinho, Marrone, Isla, De Ceglie, Pogba, Giaccherini. Allenatore: Conte 7
La scorsa stagione a Trieste, oggi a Parma. Continua il tour italiano della sfida Cagliari-Juventus già al centro di polemiche nelle ultime ore per via delle dichiarazione del patron isolano Cellino che ha accusato i bianconeri di non aver voluto cambiare la sede della sfida portandola all’Is Arenas, stadio quest’ultimo divenuto famoso da inizio stagione per via delle innumerevoli vicissitudini che lo hanno interessato.
Tutte queste dichiarazioni però sembrano non aver inciso sulle due squadre concentrate a dare il massimo reincontrandosi a distanza di pochi giorni dalla sfida in Coppa Italia vinta dai piemontesi per 1-0 con gol di Giovinco. La Juventus, già campione d’inverno, vuole chiudere il 2012 alla grande e per farlo vuole battere i sardi del duo Lopez-Pulga che dal canto loro vantano una classifica tutt’altro che tranquilla ad appena due lunghezze dalla zona retrocessione. I bianconeri, che stanno attraversando un vero e proprio momento d’oro, devono però fare i conti con un’assenza per reparto.
La più pesante, indubbiamente, è quella di Chiellini, e in attesa di intervenire sul mercato di gennaio Conte ha deciso di gettare nella mischia Caceres. Fuori anche Pepe e Bendtner, anch’essi in infermeria. Per il resto gli unici dubbi sono legati all’attacco: Vucinic, Quagliarella e Giovinco si giocano due maglie, e sono proprio i due italiani ad essere in vantaggio sul montenegrino. Dall’altro lato il duo Lopez-Pulga deve fare a meno dello squalificato Conti, assenza molto pesante in mezzo al campo che permetterà comunque ad Ekdal di trovare spazio, e degli infortunati Eriksson e Ibarbo. In attacco Pinilla e Sau.
La Juventus ha conquistato il titolo di campione d’Inverno con due giornate d’anticipo e si appresta ad affrontare l’ultima fatica del 2012, la gara di campionato contro il Cagliari che concluderà un anno ricco di soddisfazioni sportive per il popolo bianconero, con lo scudetto conquistato dopo gli anni dell’inferno sportivo, e la ciliegina della Super Coppa Italiana in bacheca, oltre che il primato attuale in classifica con ampio margine sulle inseguitrici, la qualificazione agli ottavi di Champions (dove troveranno il Celtic, ndr) ed ai quarti di Coppa Italia. Cosa migliorare ancora? Difficile dirlo, ma non per Antonio Conte, insaziabile e sempre sul pezzo, soprattutto alla vigilia di una gara in cui c’è il rischio di allentare la tensione.
Cagliari-Juventus – Il mister salentino, però, puntualizza che l’impegno contro il sardi – che si disputerà a Parma – dovrà essere affrontato al massimo, scongiurando il rischio che il pensiero possa andare anche solo per un attimo alle valigie pronte per le vacanze, nella “prima settimana in cui ci sono stati elogi sperticati per tutti”. Oltre all’avversario in campo, dunque, il pericolo è quello di perdere mordente e di allentare la tensione: per questo, però, “ci penserò io” promette il tecnico salentino, e su questo c’è da credergli in parola. Conte è alla ricerca di risposte importanti, che dovranno giungere proprio in questo momento, perchè “la crescita passa dalla gestione di queste situazioni”.
Oscar – Nel coro degli elogi alla squadra bianconera, però, Antonio Conte non si sottrae dal complimentarsi con i suoi uomini per il cammino intrapreso fin qui e si sbilancia attribuendo ai suoi calciatori un premio figurativo, un Oscar che premi loro e la società, perchè “sono speciali e questo mi onora di essere il loro allenatore”. Ma, se da un lato arriva la “carota” dall’altro emerge immediatamente il “bastone”, ossia la determinazione e la grinta di Antonio Conte che analizza con lucidità l’importanza del risultato finale, a voler sottolineare che i conti si fanno a fine stagione, perchè “se non arriviamo ad alzare qualcosa non so che farmene del titolo d’inverno”. In tema di premi e riconoscimenti, inevitabile un riferimento al Pallone d’Oro, il più ambito riconoscimento individuale per un calciatore: in tal senso, il tecnico salentino si sbilancia nella sua personale preferenza ammettendo che avrebbe espresso il suo voto per Andrea Pirlo, che avrebbe meritato di stare sul podio del trofeo, subito dietro al vincitore indiscusso ed indiscutibile Leo Messi.
Chiellini – In un clima di serenità e soddisfazione, la nota negativa riguarda l‘infortunio di Giorgio Chiellini, con una sospetta lesione al muscolo del polpaccio infortunato già un mese fa: ora, però, il difensore toscano sembra rischiare un lungo stop, di circa due mesi. Di certo, dunque, salterà la gara di venerdì con il Cagliari in attesa di conoscere tramite gli accertamenti del caso l’entità precisa del recupero. La Juventus perde un leader della sua difesa, anche se Chiellini cercherà di guarire il prima possibile con il supporto dello staff medico e di “tornare più forte di prima”. Sarà, dunque, molto difficile sopperire alla sua assenza, ma la Juventus probabilmente penserà a qualche “aggiustamento” sul mercato anche perchè era già nell’aria dopo il divorzio da Lucio ed alla luce del fatto che Asamoah a Gennaio dovrà partecipare alla Coppa d’Africa.
Ora è ufficiale, Cagliari-Juventus si giocherà lontano dallo Stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena. Una notizia nell’aria da giorni in terra sarda che non ha lasciato del tutto increduli i tifosi rossoblu. Il sindaco della città che ospita da inizio stagione la squadra cagliaritana ha deciso di non firmare il documento che decretasse l’agibilità dell’impianto. Una situazione ridicola, al limite del comico che penalizza soprattutto il tifo sano e gioioso dei sardi. Era una delle partite più attese dell’intero campionato (dopo quella contro il Napoli), si prospettava il tutto esaurito, visto che nel giro di poche ore i tagliandi per le due curve e dei distinti sono terminati. E adesso che succede? Si giocherà in campo neutro e la Lega tra le opzioni Bari e Parma ha deciso per quest’ultima. Cagliari-Juventus si giocherà allo stadio Tardini.
Ma cosa è cambiato in due settimane? Il Cagliari ha ottenuto l’agibilità per le partite interne contro Napoli e Chievo Verona in campionato e Pescara in Coppa Italia. L’ultima gara si è disputata dieci giorni fa contro i veronesi e non è sorto nessun problema. Cosa ha spinto il sindaco Mauro Contini a non firmare il documento? Non è dato a sapere visto che lo stesso primo cittadino di Quartu Sant’Elena non si espone più di tanto e si limita a rispondere alle insistenti domande dei tifosi tramite il social network facebook “Non è un capriccio, è una cosa seria”.
I recenti arresti di due funzionari comunali e dell’impresario incaricato nella costruzione dell’impianto hanno bloccato i lavori intorno allo stadio e questo ha causato una serie di ultimatum da parte della Prefettura per velocizzare la conclusione dell’opera. Il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, negli ultimi giorni si è lamentato con l’amministrazione comunale per i vari blocchi imposti sulle autorizzazioni per poter completare l’impianto elettrico, quello fognario e i piccoli accorgimenti necessari per terminare lo stadio al suo interno.
Al momento però ci si ritrova ad un punto morto. Il tifoso cagliaritano a questo punto chiede trasparenza e chiarezza. Cosa sta succedendo? Cosa c’è sotto? Ci ritroviamo davanti all’ennesimo caso italiano. Con passaggio di responsabilità di persona in persona senza che nessuno riesca a prendere in mano la situazione. Un nuovo scandalo è alle porte. Perde il Cagliari Calcio che dopo cinque mesi di lavoro si ritrova senza lo stadio, ci perde il tifoso cagliaritano che non può sostenere la propria squadra e ci perdono gli sportivi che si ritrovano senza colpe davanti all’ennesima oscenità.
Qualunque sia il risultato finale di Cagliari-Juventus avrà perso lo Sport!