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  • NBA, Deron Williams resta ai Nets. In arrivo anche Howard

    NBA, Deron Williams resta ai Nets. In arrivo anche Howard

    Brooklyn Nets scatenati in questi primi giorni di mercato NBA: la squadra del magnate russo Mikhail Dmitrievitch Prokhorov, dopo aver rinnovato il contratto a Gerald Wallace e dopo aver acquisito Joe Johnson dagli Atlanta Hawks ha trovato l’accordo per trattenere il fortissimo playmaker Deron Williams che nei giorni scorsi aveva fatto scadere il contratto entrando nella lista dei giocatori free agent per sondare il terreno su eventuali offerte. I Nets al momento sono gli assoluti protagonisti del mercato e puntano decisi a costruire una squadra da titolo in questa caldissima Estate.

    Per Deron Williams sono stati sborsati 98 milioni di dollari complessivi in 5 anni ma a Brooklyn non paiono propensi a fermarsi: secondo le ultime indiscrezioni si starebbe puntando ad un mega scambio con gli Orlando Magic per assicurarsi anche il centro Dwight Howard che proprio ieri aveva chiesto la cessione al suo attuale team. I Nets avrebbero proposto da Orlando una trade che in verità era stata già scartata dai Magic durante la scorsa stagione, mettendo sul piatto della bilancia nuovamente il centro Brook Lopez, l’ala grande Kris Humphries, la guardia tiratrice MarShon Brooks e ben 3 future prime scelte al Draft. La franchigia della Florida probabilmente potrebbe ottenere qualcosa di meglio per il sacrificio di Howard (Andrew Bynum dei Los Angeles Lakers sembra l’ipotesi più allettante per la dirigenza neroazzurra) ma rispetto a qualche mese fa il coltello non è più dalla parte del manico per i Magic visto che proprio Howard ha fatto sapere di accettare come unica destinazione i Nets e se il centro di Orlando dovesse continuare ad impuntarsi su Brooklyn come unica destinazione possibile per il suo futuro (rinnovo e cessione), allora forse potrebbe davvero forzare la mano alla dirigenza dei Magic.

    Se dovesse concretizzarsi anche questa trattativa i Nets diventerebbero assieme ai Miami Heat la squadra da battere nella Eastern Conference, un bel passo in avanti rispetto alle ultime stagioni deludenti. Nei prossimi giorni si attendono grandi novità in merito alla trattativa per Howard.

    Deron Williams | © Warren Little/Getty Images

    I Dallas Mavericks, delusi da Deron Williams che ha declinato l’offerta texana, perdono anche uno dei pilastri della squadra, ovvero Jason Terry che si accorda con i Boston Celtics per un triennale da 16 milioni di dollari complessivi. La perdita di un giocatore come Terry è grave per gli ex campioni NBA ma Mark Cuban ora vorrebbe consolarsi con il suo pupillo Steve Nash (che potrebbe ritornare ai Mavericks dopo parecchi anni) oggetto del desiderio secondo le ultime indiscrezioni anche dei Lakers, oltre naturalmente di New York Knicks e Toronto Raptors (i canadesi sono gli unici ad aver avanzato un’offerta ufficiale da 36 milioni di dollari per 3 anni). Toronto, intanto trova un accordo con Landry Fields dei Knicks (triennale da 20 milioni) ed ora New York ha 7 giorni di tempo per decidere se pareggiare l’offerta se non vuole privarsi dell’ex giocatore di Stanford University.

    Chiudiamo con alcune news sul nostro Marco Belinelli: perso il migliore tiratore nel roster (Jason Terry) i Dallas Mavericks starebbero sondando il terreno per la guardia Azzurra. Nei prossimi giorni incontro tra le parti per vedere se ci sono i margini per una trattativa.

  • NBA, Joe Johnson ai Nets. Howard chiede la cessione ai Magic

    NBA, Joe Johnson ai Nets. Howard chiede la cessione ai Magic

    Nel mercato NBA, che si è aperto da pochi giorni, arriva la prima mossa a sorpresa e di una certa rilevanza: Joe Johnson, guardia tiratrice degli Atlanta Hawks passa ai Brooklyn Nets in cambio di ben 5 giocatori ed una prima scelta futura al Draft. Coinvolti nella trade Anthony Morrow, Jordan Farmar, Jordan Williams, Johan Petro con la “sign and trade” per DeShawn Stevenson. Johnson, il quinto giocatore più pagato della Lega (l’anno prossimo il suo stipendio arriverà a 19 milioni di dollari), rinforza notevolmente il reparto delle guardie ma potrebbe essere la prima avvisaglia che il free agent Deron Williams non intende rinnovare con i Nets e nelle ultime ore le voci che parlano di un suo possibile accordo con i Dallas Mavericks si fanno sempre più insistenti.

    La situazione però è molto complicata perchè un accordo tra le parti prevede che l’affare Johnson possa anche saltare se proprio Williams alla fine non decida di firmare con la franchigia di Brooklyn. Ma su questo punto non giungono conferme.

    Gli Hawks poi in serata hanno messo a segno un altro colpo spedendo a Salt Lake City l’ala piccola Marvin Williams in cambio del playmaker Devin Harris.

    Dwight Howard, Orlando Magic | © Mike Ehrmann/Getty Images

    Ritorna a farsi sentire Dwight Howard: il centro degli Orlando Magic, in cura per i suoi guai alla schiena, ha chiesto al neo general manager Hannigan la cessione. La società ancora non ha preso una posizione ufficiale ma dovrà farlo necessariamente nei prossimi giorni. Con la cessione proprio di Johnson Atlanta si posiziona in prima linea per la sua acquisizione facendo leva anche sul fatto che Howard è nativo proprio di Atlanta. Ma sono tantissime le squadre che ambiscono a mettere sotto contratto il miglior centro dell’intera NBA. In prima linea i Los Angeles Lakers che potrebbero offrire come contropartita tecnica il pari ruolo Andrew Bynum, molto gradito ai Magic. Sotto traccia cerca di muoversi anche Hosuton ma nelle ultime ore la voce più insistente vede i Dallas Mavericks interessatissimi al giocatore per formare eventualmente una coppia da sogno con Deron Williams: se davvero i texani riusciranno a mettere a segno questo doppio colpo (Williams-Howard) ritornerebbero ad essere una seria candidata per il titolo, ma al momento queste sono solo voci. E sarebbe altresì molto curioso che i 2 atleti, in procinto di riunirsi nello stesso team ma ai Nets, potrebbero ora farlo nella Conference opposta a Dallas.

    Notizie di contorno: senza Derrick Rose per circa un anno, infortunatosi al ginocchio negli ultimi playoff contro Philadelphia, i Bulls pensano ai ricambi e potrebbe toccare al veterano Derek Fisher (nell’ultima stagione ai Lakers e ad Oklahoma City), ma con lui potrebbe arrivare anche Brandon Roy, che a causa degli infortuni alle ginocchia si era temporaneamente ritirato. Nel frattempo, i Pacers estendono per 5 anni con il play-guardia George Hill. Ray Allen resta il primo obiettivo di Miami che però, intanto, sonda un paio di free agent veterani come Marcus Camby e Rashard Lewis. I Suns, invece, pensano al post Steve Nash e vorrebbero ripartire da Eric Gordon. Phoenix potrebbe arrivare a proporre un contratto “massimo” al restricted free agent di New Orleans (58 milioni per 4 anni come i Blazers stanno cercando di fare con Roy Hibbert, centro degli Indiana Pacers). Gli Hornets comunque avrebbero la facoltà di trattenere il giocatore pareggiando l’offerta.

  • NBA, Garnett resta ai Celtics. Griffin rinnova con i Clippers

    NBA, Garnett resta ai Celtics. Griffin rinnova con i Clippers

    Si è aperto ufficialmente il mercato NBA, e subito ci sono state le prime mosse delle squadre in vista della nuova stagione. I protagonisti di questa prima giornata sono stati i Boston Celtics ed i Los Angeles Clippers mentre rumors importanti arrivano da Toronto e  da Dwight Howard.

    Andiamo con ordine: la prima notizia giunge da Boston dove il general manager Danny Ainge e l’ala grande Kevin Garnett hanno trovato l’accordo per la prosecuzione del rapporto. Garnett rimarrà un Celtics per i prossimi 3 anni e percepirà un compenso totale di 34 milioni di dollari (poco più di 11 milioni a stagione). L’ex Minnesota Timberwolves diventa così il giocatore più pagato nella storia dell’intera NBA con 322 milioni di dollari complessivi in carriera e supera il precedente primato di Shaquille O’Neal fermo a quota 293. Garnett, 36 anni, è stato l’uomo in più dei Celtics negli ultimi playoff giocati ad una media di 19.2 punti e 10.3 rimbalzi ma la corsa di Boston si è interrotta nella Finale di Eastern Conference al cospetto dei futuri campioni dei Miami Heat.

    Sempre in Massachusetts si sta pensando di rinnovare il contratto a Ray Allen (corteggiato da Miami e Phoenix), mentre c’è ottimismo sulla situazione di Jeff Green. Ainge punta a formare un team con il giusto mix di giovani e “vecchi” dove i veterani potranno dare una mano ai più giovani a diventare le stelle del futuro dei biancoverdi: Rondo, Bradley, Green ed i 2 rookie Sullinger e Melo saranno le colonne portanti dei Celtics nei prossimi anni.

    Blake Griffin rinnova il contratto con i Los Angeles Clippers in scadenza nel 2013: il lungo resterà in California fino al 2018 per un compenso di 95 milioni di dollari. Estensione offerta anche all’altra Star della squadra, ovvero Chris Paul (20 milioni dollari a stagione per 3 anni) ma il playmaker più forte della Lega ha preso qualche giorno di tempo per decidere.

    Si muovono anche i vice campioni degli Oklahoma City Thunder, il coach Scott Brooks prolunga il suo rapporto per altri 4 anni per 4 milioni di dollari a stagione. Ora per il G.M. Presti arriveranno le” grane” Harden ed Ibaka: il rinnovo dei 2 giocatori, pezzi fondamentali nello scacchiere dei Thunder, è problematico (i 2 giocatori chiedono contratti molto alti) ma Presti potrebbe riuscire anche a trattenerli entrambi.

    Kevin Garnett, Boston Celtics | © Christopher Pasatieri/Getty Images

    Voci importanti anche dal Canada dove i Toronto Raptors sembrano vicini al 2 volte M.V.P. della Lega Steve Nash: il playmaker dei Suns vorrebbe tornare in Patria ed i Raptors offrono un contratto triennale da 36 milioni do dollari complessivi (12 a stagione). Nash, 38 anni, rinforzerebbe notevolmente il team di Andrea Bargnani.

    Dwight Howard è sempre più lontano dagli Orlando Magic: il centro più forte della NBA vuole andare ai Brooklyn Nets (in questo modo i Nets potrebbero rifirmare anche Deron Williams che vuole giocare in una squadra competitiva). Intanto il general manager trova l’accordo con Gerald Wallace che continuerà a giocare nella franchigia del proprietario russo Prokhorov per altri 4 anni per 10 milioni di dollari a stagione.

    Minnesota è interessata all’ala dei Blazers Nicolas Batum (pronto un contratto da 50 milioni di dollari che però Portland potrà pareggiare e trattenere il giocatore). Allo stesso modo i Pacers proveranno a trattenere il centro Roy Hibbert (pareggiando ogni eventuale offerta), inseguito proprio dalla squadra dell’Oregon che sembra disposta a concedere al giocatore addirittura il massimo salario disponibile.

    Ultime news da Houston e Phoenix: i Rockets avrebbero trovato l’accordo per il centro dei Bulls Omer Asik. Per lui 25 milioni di dollari in 3 anni, ora la palla passa a Chicago che avrà tempo 3 giorni per decidere se pareggiare l’offerta (e trattenere il giocatore) o rinunciare alle sue prestazioni. I Suns invece sono interessatissimi a Michael Beasley che andrebbe a colmare la lacuna nel ruolo di ala piccola in Arizona.

  • NBA, i Golden State Warriors ritorneranno a San Francisco

    NBA, i Golden State Warriors ritorneranno a San Francisco

    Dopo il trasferimento dei SuperSonics, rilocati da Seattle ad Oklahoma City nel 2008  e rinominati Thunder (spostamento che ha provocato moltissime polemiche e tante critiche al Commissioner David Stern) e dopo quello dei Nets che dal prossimo campionato non giocheranno più a Newark, nel New Jersey, ma a Brooklyn, arriva il terzo trasferimento di franchigia in pochissimi anni per una squadra NBA: i Golden State Warriors dal 2017 giocheranno a San Francisco, un gradito ritorno nella città che aveva accolto i Warriors nel lontano 1962 (la squadra arrivava da Philadelphia) ma che era andata via dopo sole 9 stagioni per stabilirsi ad Oakland (dove ormai risiede dal 1971).

    La decisione è stata annunciata dalla NBA, nella persona del Commissioner David Stern, e dal sindaco di San Francisco Ed Lee: il trasferimento potrà avvenire solo dal 2017, anno in cui scadrà il contratto di locazione con la Oracle Arena di Oakland, casa attuale dei Warriors.

    Il nuovo stadio a San Francisco sorgerà sui moli 30 e 32 (vicino alla casa dei San Francisco Giants della MLB) ed avrà un fascino particolare per via del panorama che si potrà ammirare, dato che la vista si aprirà direttamente sul famoso Golden Gate, il ponte che collega San Francisco con Oakland e che attualmente è anche il logo della squadra. Sostanzialmente non cambia nulla per la franchigia che continuerà a rimanere il team della “Bay Area” ma i maligni dicono che sarebbe pronto un piano per cambiare il nome in San Francisco Warriors, una mossa che potrebbe portare all’allontanamento sentimentale dei tifosi di Oakland.

    Golden State Warriors

    I proprietari Lacob e Gruber quando acquisirono la franchigia più di un anno fa (al prezzo di ben 450 milioni di dollari, troppi se si pensa che Golden State è una squadra con record perdente) avevano già in mente l’idea del trasferimento. Il progetto è stato rafforzato dal fatto che, dati alla mano, gli abbonati dei Warriors erano principalmente residenti di San Francisco e non di Oakland e si è deciso di agevolarli in qualche modo.

    Il sindaco di Oakland Jean Quan non ha preso bene la notizia ma la situazione non è delle più facili in città dato che anche i Raiders (team della NFL) sembrano sul punto di andar via da Oakland se non verrà loro costruito un nuovo stadio che sostituisca l’obsoleto Coliseum per giocare le partite casalinghe.

    Nonostante una sola apparizione ai playoff NBA dopo il 1994 (era la stagione 2006-2007 quando Golden State eliminò, da ultima classificata alla post season, i vice campioni in carica dei Dallas Mavericks reduci da un torneo ai limiti della perfezione che valse loro il miglior record della NBA) le presenze alla Oracle Arena sono state sempre molto sostanziose e con quasi 19 mila persone per gara i Warriors si sono classificati al decimo posto tra le 30 squadre del campionato per affluenza di spettatori negli ultimi anni. Ad Oakland inoltre il team si è laureato campione NBA nella stagione 1974-1975, solo 3 anni dopo il trasferimento da San Francisco.

    Ovviamente tra gli esperti ed i giornalisti del basket americano i pareri sono discordanti: c’è chi promuove la mossa dei Warriors e di Stern (per motivi economici), ma altri puntano il dito contro il Commissioner, reo di stravolgere troppo la geografia sportiva della NBA (ed in fondo non hanno tutti i torti) dato che sotto la sua gestione i trasferimenti di franchigia da città in città sono notevolmente aumentati lasciando delusi, in molte circostanze, tantissimi tifosi che hanno visto andare via la propria squadra del cuore da un anno all’altro.

  • La NBA da il benvenuto ai Brooklyn Nets

    La NBA da il benvenuto ai Brooklyn Nets

    Ancora non si sa se la NBA, nel caos per la questione lockout, avrà una stagione 2011/2012. Quel che è certo è che dal 2012/2013 i Nets cambieranno nome visto che dal New Jersey si sposteranno per giocare pochi chilometri più in là, a Brooklyn prendendo la dicitura di squadra, appunto, di Brooklyn Nets.

    NBA.com
    Ad annunciare il cambiamento è il socio di minoranza della franchigia di proprietà del russo Mikhail Prokhorov, ovvero il rapper Jay-Z, che in una spettacolare conferenza stampa ha dichiarato:

    • Non vedo l’ora, davvero non vedo l’ora, che i Knicks vengano qui per sfidare quella che sarà la nostra squadra NBA, i Brooklyn Nets!

    I Nets giocheranno nel nuovo impianto del Barclays Center:

    • Dal momento in cui il Barclays Center diventerà realtà, so che questo significherà molto per Brooklyn

    Ha detto poi Jay-Z, originario di un quartiere che pur appartenendo alla Grande Mela ha sempre avuto una sua precisa identità ed ora avrà anche una squadra che ne porta il nome. Il rapper ha anche precisato che ad inaugurare l’arena in cui giocheranno i Nets sarà un suo concerto previsto a settembre del 2012:

    • Io vengo da lì e sarò sempre uno di Brooklyn e l’apertura di questa arena per me significa più che per qualsiasi altra persona“.

    I Nets giocano in New Jersey dal 1976, anno in cui entrarono a far parte della NBA provenienti dalla disciolta ABA che si fuse appunto con la massima lega americana di pallacanestro.