Tag: Brasile

  • Cassiano talento undicenne: “il nuovo Messi”

    Cassiano talento undicenne: “il nuovo Messi”

    Ha solo undici anni, ma a quanto pare il suo talento calcistico è realmente notevole e, per ora, risulta davvero limpido e cristallino: almeno a giudicare dalle immagini del video che sta spopolando in questi giorni sul web e su YouTube il Brasile ha individuato il suo nuovo Fenomeno o, meglio, “un nuovo Messi” com’è stato ribattezzato, nella speranza del popolo verdeoro tornare a primeggiare in fatto di fuoriclasse sui “cugini” argentini. Stiamo parlando del baby Cassiano Bouzon Jesus, talentino undicenne che per ora gioca nelle giovanili del club Deportivo Victoria, formazione dello stato brasiliano di Bahia, ma che ha già saputo mettere in mostra un sinistro davvero notevole, oltre che grande capacità di dribblare e surclassare gli avversari, velocità, gioco nello stretto e tanta allegria nel giocare a calcio, caratteristica peculiare dei ragazzini della sua età. Tutti ottimi ingredienti che, se amalgamati correttamente insieme, potrebbero portare ad un potenziale campione, almeno a giudicare da queste premesse, senz’altro molto incoraggianti per il suo futuro.

    Cassiano Bouzon
    Dal Brasile arrivano le immagini del baby fenomeno Cassiano Bouzon
    Pertanto, secondo quanto riporta la sempre bene informata stampa brasiliana che da qualche tempo dedicata ampio spazio ad esaltare le qualità ed il talento del giovanissimo Cassiano, il Barcellona avrebbe già “puntato” il baby talento, un po’ come fece a suo tempo proprio con Lionel Messi, che nel lontano 2001, all’età di quattordici anni, firmò il suo primo contratto con il club blaugrana che gli permise di sostenere le spese per curare la forma di ipopituitarismo che gli era stata diagnosticata: se così fosse, Cassiano Bouzon Jesus – che nel nome ricorda l’italiano Cassano, ma ci si augura possa avere un carattere differente – potrebbe presto approdare in Europa per crescere nella cantera blaugrana, fucina di talenti cresciuti e valorizzati con grande sapienza, non solo dal punto di vista tecnico ma anche sotto l’aspetto della formazione umana.

    Video del giovane talento Cassiano Bouzon, “nuovo Messi”:
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  • Confederation Cup 2013, Italia con Brasile, Messico e Giappone

    Confederation Cup 2013, Italia con Brasile, Messico e Giappone

    Domani si terrà il sorteggio della Confederation Cup 2013 che si disputerà in Brasile, Paese ospitante dei prossimi Mondiali di calcio. In attesa del sorteggio di domani però, si conosce già la prima avversaria che l’Italia incontrerà nelle calde terre del Brasile. Saranno proprio i padroni di casa verdeoro a battezzare la Nazionale di Cesare Prandelli, che partecipa alla Confederation Cup 2013 in virtù del secondo posto ottenuto agli ultimi Europei disputati in Ucraina e Polonia la scorsa estate. L’Italia sarà inserita nello stesso Girone dei Pentacampeones considerata l’impossibilità di essere sorteggiata insieme all’altra Nazionale europea che sarà presente in Brasile fra sei mesi, ovvero la Spagna campione del mondo in carica, la più forte di sempre secondo quanto dichiarato dallo stesso ct delle Furie Rosse Vicente Del Bosque.

    L’ALTRO GIRONE – Oltre al girone dei padroni di casa, l’altro gruppo proporrà con certezza assoluta la sfida tra la Spagna appunto e l’Uruguaydi Oscar Tabarez, vincitrice della Coppa America a sorpresa lo scorso anno. Cavani e compagni dovranno però invertire rapidamente la rotta delle ultime prestazioni se vorranno competere a pari livello contro la Nazionale iberica.

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    Cesare Prandelli guarda con fiducia alla prossima Confederation Cup 2013 | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    IL RESTO DEL MONDO – In Brasile poi ci saranno il Giappone allenato dal nostro Zaccheroni (campione d’Asia), Tahiti (campione d’Oceania) ed il Messico, campione del centro-nord america nonché titolare dell’oro olimpico, dove in finale ha sconfitto proprio la Nazionale brasiliana allenata dall’ormai ex ct verdeoro Mano Menezes. All’appello manca ancora la Nazionale africana, che verrà decisa dalla vincitrice della Coppa d’Africa in programma a gennaio del 2013.

    L’OCCASIONE – Prandelli, che si trova già a San Paolo dove verrà effetuato il sorteggio domani, ha spiegato come la Confederation Cup 2013 rappresenti per la Nazionale azzurra una competizione nella quale i giovani avrannno l’opportunità di cimentarsi contro le squadre più forti del mondo, sottolineando però la concomitanza dei Campionati Europei Under 21, per i quali il ct azzurro eviterà di creare delle difficoltà al tecnico federale Devis Mangia.

  • Scolari ct del Brasile, domani l’annuncio. Addio a Guardiola

    Scolari ct del Brasile, domani l’annuncio. Addio a Guardiola

    Addio al sogno Guardiola. Domani la Federazione carioca annuncierà ufficialmente Scolari ct del Brasile. Si conclude così il tormentone che ruotava intorno la panchina della Nazionale brasiliana, dopo il licenziamento di Mano Menezes la scorsa settimana. La scelta è ricaduta su Felipao, l’ultimo profeta in patria, l’ultimo ad aver conquistato l’oro mondiale dieci anni fa in Corea. Dolce il ricordo di Scolari tra i tifosi del Brasile, non può essere altrimenti. Meno invece tra quelli del Palmeiras, l’ultima squadra allenata da Felipe, nonostante la conquista della Coppa nazionale. I Verdao vivono in queste settimane l’onta della retrocessione in Serie B, dopo un disastroso Brasileirao 2012. In molti si chiedono se Scolari sia ancora capace di ripetere i risultati sportivi del passato.

    IL PASSATO – Felipao è l’uomo di Giappone e Corea 2002, l’anno del quinto e ultimo trionfo del Brasile Pentacampeoes. Il successo in finale contro la Germania, sugellato dalla doppietta di Ronaldo il Fenomeno, rappresenta ad oggi il punto più alto della carriera da allenatore di Scolari. Ma non dimentichiamo anche l’argento ottenuto sedendo sulla panchina del Portogallo ad Euro 2004, sebbene l’atto finale abbia rappresentato per Felipao un’autentica beffa, con l’impronosticabile vittoria della Grecia sui padroni di casa che in rosa avevano un Cristiano Ronaldo pronto a diventare il fuoriclasse che tutti noi oggi conosciamo.
    Dopo aver concluso l’avventura in Portogallo, Scolari accetta la panchina del Chelsea, la prima e unica squadra europea allenata fin qui dal brasiliano di Passo Fundo. La parentesi inglese si interrompe dopo pochi mesi, a febbraio. Prima di tornare al suo vecchio amore verdao, Scolari si trasferisce in Uzbekistan dove ritrova Rivaldo sette anni dopo da quella finale di Yokohama. Il Brasile oggi rappresenta forse l’ultima possibilità per Felipao di tornare nell’olimpo degli allenatori.

    Bandiera Brasile
    Felipe Scolari ct del Brasile, tramonta l’ipotesi Guardiola | © Antonio Scorza/Getty Images

    LA STORIA – Felipe Scolari è atteso dalla storia. Vincendo i prossimi campionati del Mondo in Brasile, il tecnico brasiliano può diventare l’unico nella storia del calcio brasiliano a conquistare per due volte la medaglia d’oro. Estendendo il discorso a tutte le altre Nazionali, Scolari sarebbe il secondo allenatore dopo il nostro Vittorio Pozzo a vincere due Mondiali. Scolari ha davanti a sé l’occasione più importante della sua vita. Feola, Moreira, Zagallo, Parreira, nessuno fra loro potrà dire di aver mai eguagliato Felipao. Ci fermiamo qui, giusto per non aumentare ulteriormente la pressione sul nuovo commissario tecnico del Brasile.

  • Esonerato Menezes, il Brasile sogna Guardiola

    Esonerato Menezes, il Brasile sogna Guardiola

    Per certi versi la notizia dell’esonero di Menezes dalla panchina del Brasile ha sorpreso più di un addetto ai lavori. Dall’altra parte è anche vero che l’annuncio di ieri abbia stupito meno i tifosi della Selecao, i quali da tempo chiedevano un gesto estremo della Federazione carioca, puntualmente arrivato nel tardo pomeriggio di ieri. A molti è rimasta indigesta la spedizione olimpica in quel di Londra, dove il Brasile era sbarcato con le stelle e i favori del pronostico. La finale è sì arrivata, ma in contemporanea è giunta anche la sconfitta bruciante contro il Messico, che ha privato così Neymar e compagni del primo oro olimpico della propria storia. Ciò che ha più sconvolto il popolo verdeoro non è stato però il ko con gli alieni verdi, quanto il gioco offerto dalla Nazionale, giudicato non all’altezza della fama di un Paese come il Brasile. Un problema onnipresente da quando l’ex tecnico del Corinthians ha accettato la proposta della Federazione nel sostituire Dunga all’indomani dello scempio sudafricano. Guaio rivelatosi due anni più tardi cronico e fatale. Addio Mano.

    SI TORNA A SOGNARE – La torcida carioca può e deve tornare a sognare. L’addio di Mano Menezes apre le porte ad uno scenario di per sé idilliaco, da età dell’oro, che ha il nome e il cognome di Pep Guardiola. Se realmente Guardiola dovesse approdare in Sudamerica si parlerebbe del Brasile come la nuova terra promessa che ha ritrovato il proprio Messia. Guardiola allenatore della Nazionale potenzialmente più forte al mondo, potendo contare su dei fuoriclasse assoluti come Neymar, Oscar, Lucas e compagnia cantante. Che squadra sarebbe con l’ex blaugrana in panchina? Potremmo parlare per ore, senza trovare una certezza matematica. Perché quando si entra nel mondo dei sogni le scienze esatte cessano di esistere.

    Pep Guardiola
    Il Brasile sogna Guardiola © David Ramos/Getty Images

    L’INDIZIO – Perché in queste ultime ore si parla tanto di Guardiola al Brasile? Un motivo c’è, ed è anche piuttosto lampante. Nel comunicato dell’esonero di Menezes, si legge che la scelta del nuovo commissario tecnico sarà resa nota a gennaio. Dettaglio non trascurabile quest’ultimo. Anche i sassi ormai conoscono perfettamente la situazione di Guardiola. Anno sabbatico quello dello spagnolo, che valuterà la sua nuova squadra soltanto dopo le vacanze di Natale. Ecco che vengono a cozzare perfettamente le due scelte, da una parte quella del Brasile, dall’altra quella di Pep. Allenare una Nazionale d’altronde sarebbe l’ideale per Guardiola, stanco dei ritmi frenetici imposti dal calcio europeo. Inoltre avere la possibilità di guidare il movimento brasiliano dall’alto non è una cosa che capita tutti i giorni, oltretutto in vista dei Mondiali di casa. I verdeoro soddisfano infine appieno i desideri di Pep, quali la classe, l’età, la filosofia. Guardiola in Brasile, quando la profezia si avvera.

  • Supercoppa delle Americhe, Brasile vince ai rigori con Neymar

    Supercoppa delle Americhe, Brasile vince ai rigori con Neymar

    Il Brasile si aggiudica la seconda edizione della Supercoppa delle Americhe, trofeo che vede scontrarsi i due giganti del Sudamerica: Argentina e appunto Brasile. Si è giocato in una Bombonera tristemente deserta e arida, con il terreno di gioco a fare da oasi nel vuoto cosmico argentino. I novanta minuti regolamentari terminano con il punteggio di 2-1 per gli uomini di Sabella, risultato che consente ai padroni di casa di portare la sfida ai rigori, dopo che l’andata terminò con identico punteggio a porte invertite. Senza neanche farlo apposta il rigore decisivo lo sigla Neymar, il vero fuoriclasse della Nazionale guidata da Mano Menezes, che rilancia la sua candidatura per la conquista fra due anni del Mondiale “casalingo”. Nel frattempo il Brasile si gode l’ennesimo successo sui rivali di sempre.

    LA PARTITA– Giocano meglio i carioca, che appaiono decisamente più in palla rispetto all’undici titolare schierato dal ct Sabella. Nonostante la supremazia territoriale a tinte verdeoro, è l’Argentina a passare per prima in vantaggio grazie alla rete di Scocco a dieci minuti dal termine. Il Brasile pareggia subito, con Fred, tornato nella lista dei convocati dopo un esilio quantomeno curioso voluto da Menezes. A fissare il punteggio sul 2-1 e quindi la conseguente lotteria dei calci di rigore è stato Scocco, che dopo il penalty trasformato al minuto 80, è bravo a finalizzare un bel contropiede dell’Argentina. E’ la prima doppietta per l’attaccante del Newell’s Old Boys con la maglia dell’Albiceleste. Alla fine però ad alzare la Coppa è il Brasile, con gli uomini di Sabella che falliscono due calci di rigore. Quello di ieri sera è il secondo successo consecutivo del Brasile nella Supercoppa delle Americhe.

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    Supercoppa delle Americhe, il trionfo del Brasile con Neymar | ©PAUL ELLIS/AFP/GettyImages

    SENZA EUROPEI – Per onor di cronaca ricordiamo che le due Nazionali si presentavano all’appuntamento senza i calciatori che giocano in Europa, dal momento che l’Uefa non ha concesso il suo fondamentale ok per la manifestazione. Argentina-Brasile senza Messi e compagnia cantante non può certamente essere definito come il più grande spettacolo dopo il weekend. Avranno pensato pressapoco la stesse cosa coloro che hanno deciso di lasciare la Bombonera per tre quarti vuota, sebbene in campo ci fossero le due Nazionali più forti del continente latino. No Messi, no party.

    La festa del Brasile dopo il rigore vincente di Neymar [jwplayer config=”30s” mediaid=”161127″]

    Il video di Argentina-Brasile 2-1 (3-4 d.c.r.) [jwplayer config=”240s” mediaid=”161128″]

    Federico Pisanu

  • Brasile-Colombia 1-1, oltre Neymar e Falcao c’è di più

    Brasile-Colombia 1-1, oltre Neymar e Falcao c’è di più

    Termina in parità l’amichevole tra Brasile-Colombia, disputatasi nella giornata di ieri in New Jersey. Il risultato finale è di 1-1. Colombiani che chiudono il primo tempo avanti di un gol grazie alla rete di Cuadrado al 44 minuto. Per il calciatore della Fiorentina prosegue il momento magico di questo inizio di stagione, che lo vede protagonista tra i viola e adesso anche in Nazionale. I verdeoro, che giocavano la partita numero mille della propria storia, pareggiano nel corso della ripresa grazie ad un’altra magia di Neymar, uno dei giocatori più in palla dell’intero match. L’incontro ha visto la Nazionale di Menezes attaccare dal primo fino all’ultimo minuto, e soltanto la sfortuna (traversa di Kakà nel primo tempo) e la scelleratezza (rigore sbagliato da Neymar), hanno impedito ai carioca di chiudere con un successo.

    E FALCAO?– Partita piuttosto enigmatica, per usare un eufemismo, dell’attaccante colchoneros. Non si accende quasi mai, a parte quando nel finale del secondo tempo sfiora il gol beffa che avrebbe consentito ai suoi compagni di battere il Brasile. Il 26 enne di Santa Marta ha abituato fin troppo bene i propri tifosi quest’anno, avendo messo a segno 10 gol in otto presenze nella Liga spagnola (terzo miglior marcatore dietro Messi, a quota 15, e Ronaldo). Anche in Nazionale Falcao rappresenta la pietra di diamante, quel bomber, capace di far la differenza. Nella sua ultima presenza con la maglia cafetera, Radamel ha siglato una doppietta con la quale la Colombia ha sconfitto il Paraguay 2-0 (13 ottobre), confermandosi in seconda posizione nel girone qualificazione di Brasile 2014, dietro soltanto all’Argentina.

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    James Rodriguez, stella del Porto e numero 10 della Nazionale colombiana | ©DON EMMERT/AFP/Getty Images

    IL POTENZIALE – Non c’è solo Falcao in Colombia, terra quantomai ricca di talenti e potenziali stelle del prossimo futuro. Restando nel reparto offensivo troviamo infatti due autentici assi del Porto come la punta centrale Jackson Martinez (26) e il fortissimo esterno sinistro James Rodriguez (21), che con la sua classe non sta facendo per nulla rimpiangere il brasiliano Hulk. A centrocampo brilla la stella di Juan Fernando Quintero (19), ultima scoperta del Pescara di Sebastiani, già in orbita Juventus per la prossima stagione. Sulle fasce la squadra di Pekerman (ex Argentina ndr) può contare poi sulla corsa e tecnica di Armero e Cuadrado, due che in Italia fanno spesso il bello e il cattivo tempo per le squadre in cui giocano (Udinese, Fiorentina). Senza dimenticare poi anche gli altri “italiani” come Yepes, Zapata, Zuniga e Pabon.

    IN RIPRESA – Nel New Jersey si è infine rivisto un propositivo Kakà. Il trequartista del Real Madrid ha sfiorato il gol alla mezzora del primo tempo, inventando assist preziosi per i propri compagni di squadra e convincendo più di una persona nell’accettare la sua totale guarigione. Il Kakà ammirato nelle ultime amichevoli con la maglia verdeoro è sicuramente un Kakà degno di rappresentare la Nazionale brasiliana ai prossimi Mondiali di casa del 2014. Di ieri poi le dichiarazioni dello stesso Kakà, che si è detto disponibile di giocare un giorno negli Stati Uniti. Messaggio al Real (e indirettamente al Milan) oppure semplici parole di cortesia per il pubblico americano?

    VIDEO BRASILE-COLOMBIA 1-1 (15-11-2012) [jwplayer config=”60s” mediaid=”160240″]

  • Botte da orbi tra Under 13 brasiliani. Maxi-rissa in Bahia-Vitoria

    Botte da orbi tra Under 13 brasiliani. Maxi-rissa in Bahia-Vitoria

    Che in Sud America ci sia il sangue caliente lo si sapeva, ma che dei tredicenni potessero scatenare una mega rissa in campo non lo immaginava nessuno. E’ accaduto esattamente in Brasile, una sfida Under 13 tra Bahia-Vitoria con i padroni di casa in vantaggio per 2-1. Tutto parte dal portiere del Bahia che compisce con un pugno alla nuca un giovane attaccante avversario che cade a terra (un po in ritardo, ma il colpo c’è stato). Da quel momento il caos più totale in campo, una caccia all’uomo da far west. Tutti contro tutti, senza nessun obiettivo principale. Giocatori che prendono a calci avversari a terra, gente che rincorre l’uomo e cerca di colpirli con mosse da karate, ragazzini che sferrano pugni a caso

    L’arbitro è costretto naturalmente a sospendere l’incontro e per sedare la maxi rissa è dovuta intervenire la polizia locale. Molti giocatori sono stati medicati sul posto, altri hanno dovuto passare la notte in ospedali per accertamenti. Ad avere la peggio è stato il numero cinque del Vitoria che cercando di scappare dal caos, viene preso a pugni e calcio da almeno 8 ragazzini della squadra avversaria, finendo la sua fuga a bordo campo senza più le forse per rialzarsi, nonostante l’aiuto dei compagni di squadra.

    Bandiera Brasile
    Bandiera brasiliana © Antonio Scorza/Getty Images

    Scene che non dovrebbero mai verificarsi su un campo da calcio, soprattutto trattandosi di bambini di 12-13 anni d’età. In quel periodo della loro “carriera” calcistica dovrebbero giocare spensierati, divertendosi e sportivamente, con il massimo rispetto per l’avversario. Invece no, spesso a causa di genitori che pressano oltre modo il proprio figlio (a volte alla ricerca della “gallina dalle uova d’oro“), i ragazzini in campo non riescono a godersi pienamente il gioco del calcio. Naturalmente, nessuno vuole dire che questa rissa sia stata causata da una scarsa educazione alla cultura calcistica, ma è giusto sottolineare che queste scene non sono poi così tanto rare nel calcio a livello giovanile.

    Ecco il video della maxi rissa in terra brasiliana nella sfida Bahia-Vitoria che sta facendo il giro del mondo

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  • Neymar lancia una nuova hit: Eu Quero Tchu, Eu Quero Tcha

    Neymar lancia una nuova hit: Eu Quero Tchu, Eu Quero Tcha

    Neymar da Silva Santos Junior, ossia la giovane stella brasiliana classe 1992, è sempre più lanciato sul doppio binario calcio-musica o, meglio, calcio-ballo confermando ancora una volta l’immenso potere mediatico dei protagonisti del rettangolo verde, che riescono ad amplificare e rendere celebre ogni loro azione, non solo di gioco. Inoltre, il talentino carioca non fa che confermare il profondo amore del popolo brasiliano per la musica, mostrando un “ritmo nel sangue” non esitando a lanciarsi in nuove coreografie, spesso anche in maniera estemporanea.

    Basti pensare al grande successo della hit della primavera-estate 2012 “Balada”, meglio nota come “Tchè Tcherere Tchè” di Gustavo Lima, che lo stesso Neymar ha contribuito a lanciare, inventandosi un balletto ad hoc sul palcoscenico in occasione di un concerto dello stesso Gustavo Lima, oppure – andando a ritroso nel tempo – al tormento-tormentone dell’autunno inverno 2011-2012, ossia “Ai Se Eu Te Pego” del musicista italo-brasiliano Michel Telò, che lo stesso Neymar ha reso celebre tramite la diffusione del video del balletto che lo vedeva protagonista negli spogliatoi prima di una partita del Santos.

    Neymar con la maglia verdeoro che indossa nel video | © ANTONIO SCORZA/AFP/GettyImages

    Continuando su questa strada, dunque, Neymar ha deciso di “collaborare” con Joao Lucas e Marcelo Canete, duo carioca composto dal centrocampista del San Paolo, Lucas, e dall’ex calciatore portoghese classe 1979, Canete, che dal 2008 ha smesso di giocare a causa di problemi cardiaci. Così, Neymar ha contribuito a lanciare la loro hit – ormai popolarissima in Brasile – realizzando una coreografia sulle note di “Eu Quero Tchu, Eu Quero Tcha”, riproponendo nel video ufficiale il “ballo” che aveva già mostrato in campo, in occasione del suo centesimo gol realizzato nel campionato brasiliano (all’età di vent’anni, ndr) nello scorso mese di Febbraio.

    Di certo, anche in questo caso, la diffusione mediatica del nuovo ballo di Neymar sarà capillare ad iniziare proprio dal web dove tale video sta già spopolando: il protagonista è, naturalmente, Neymar che indossa la maglia numero undici della nazionale brasiliana, realizzando un calcio di rigore e poi festeggiando alla “sua maniera”  facendo esplodere la gioia dell’intero popolo carioca.

    Video di Neymar in “Eu Quero Tchu, Eu Quero Tcha”:

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  • Olimpiadi Calcio, maledizione Brasile, oro Messico

    Olimpiadi Calcio, maledizione Brasile, oro Messico

    Big surprise. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. La prima volta non si scorda mai. Non sappiamo come dirvelo, però dobbiamo farlo: il Brasile non ha vinto, a festeggiare l’oro olimpico è il Messico. Ciò che neanche il miglior Nostradamus dei nostri giorni poteva predire si è avverato. Gli “alieni verdi” sono sbarcati a Londra con i fari della navicella spenti ma dopo due settimane hanno accecato i verdeoro e si sono mostrati al mondo intero. Sì, gli alieni esistono. Il capobranco è l’inossidabile Oribe Peralta, 28 enne attaccante del Santos Laguna, autore ieri dei due gol che hanno spento i sogni e la samba dei carioca. Intorno a lui montagne verdi (vedi Marco Fabian, Hector Herrera, Aquino) e giovani che saranno famosi. Davide batte Golia, la storia si ripete.

    Finisce 2-1 per il Messico la finale delle Olimpiadi di calcio targate Londra 2012. Il Brasile, super favorito alla vigilia, esce con le ossa rotta e una medaglia d’argento che ha il profumo della delusione. Un intero Paese (e forse qualcosa di più) si aspettava dai ragazzi di Mano Menezes la vittoria del torneo, specialmente dopo l’uscita di scena di Spagna e Uruguay durante la Fase a gironi. Così non è stato, e forse l’aver sciupato anche quest’occasione rende le cose maledettamente più complicate.

    neymar | ©Michael Regan/Getty Images

    Vedere Neymar e compagni a fine partita increduli, al limite dello sconforto, non è stato di certo un bello spettacolo per la torcida verdeoro. Però il calcio è anche questo, e i tifosi purtroppo conoscono fin troppo bene la storiella. C’era una volta l’incredibile Hulk, ieri sera forse è entrato troppo tardi, forse ha segnato troppo tardi, forse non era semplicemente destino. Non è piacevolissimo andare sotto di un gol in una finale dopo appena 30 secondi, rete che di fatto ha cambiato gli equilibri in campo. Ugualmente non sarà stato fantastico per Thiago Silva e compagni poter fare affidamento su un Gabriel così insicuro (non è che Galliani ha acquistato Dida 2 la vendetta?). E infine non sarà stato esaltante per i tifosi del Chelsea (e non solo) vedere Oscar al 93′ fallire la più facile delle occasioni per impattare il risultato sul 2-2 e aprire un nuovo capitolo della finale. Ma questa è un’altra storia.

    Il tabellino di Brasile-Messico, finale delle Olimpiadi Calcio 2012

    Brasile: Gabriel, Rafael (84′ Lucas), Juan Jesus, Thiago, Marcelo, Sandro (71′ Pato), Romulo, Oscar, Alex Sandro (32′ Hulk), Neymar, Damiao. Allenatore: Mano Menezes.
    Messico: Corona, Jimenez (81′ Vidrio), Mier, Reyes, Salcido, Chavez, Enriquez, Aquino (57′ Ponce), Herrera, Fabian, Peralta (85′ R. Jimenez). Allenatore: Tena
    Marcatori: 1′ Peralta (M), 75′ Peralta (M), 90′ Hulk (B)

    Gli highlights di Brasile-Messico 1-2

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  • Olimpiadi Calcio, Brasile sfida il Messico e la maledizione dell’oro

    Olimpiadi Calcio, Brasile sfida il Messico e la maledizione dell’oro

    Questo pomeriggio a Londra si assegna l’oro per il torneo olimpico di calcio. In finale ritroviamo Brasile e Messico, rispettivamente vittoriose su Corea del Sud e Giappone nelle semifinali. Il pronostico sembra nettamente a favore dei carioca di Mano Menezes, che fin qui non hanno ancora perso un colpo. Cinque vittorie su cinque match disputati, ma anche tanti spauracchi salvati sempre dalle individualità superiori alla media dei calciatori verdeoro. Neymar e compagni non potranno però sottovalutare il Messico. Sarebbe un peccato mortale, anche perché i centroamericani sono tutto fuorché una Nazionale arrendevole. Lì davanti gli “alieni verdi” fanno paura, sebbene non possano contare sulla straripante forza di un Damiao o sulla classe infinita di Neymar.

    Comunque si sa, le finali hanno sempre fatto una storia a sé. Sono tante le storie che potremmo raccontare, facendo riferimento anche al banalissimo episodio di Davide contro Golia, abusato più e più volte nel mondo dello sport, profanando se vogliamo le Sacre Scritture. Anche oggi siamo difronte ad una sfida che sulla carta parrebbe a senso unico. Il capocannoniere del torneo, il miglior giocatore del torneo, il miglior centrocampista del torneo, il miglior difensore del torneo; di contro invece forse il miglior collettivo visto fin qui sul Tamigi. Nel calcio moderno, in una finalissima, può il collettivo superare le individualità? Risposta puramente soggettiva, alla quale rispondo di no (felice di sbagliarmi ovviamente).

    neymar | ©PAUL ELLIS/AFP/GettyImages

    Ciò che più mi fa propendere verso la massa dei bookmakers è il possesso palla attuato dalle due formazioni. Un qualcosa di incessante, di incontrollabile. Non siamo folli se diciamo che la partita verrà vinta dalla squadra che riuscirà a prendere in mano il pallino del gioco, e sinceramente penso che quella squadra sarà proprio il Brasile di Oscar. Se davvero andasse così per i ragazzi di Luis Fernando Tena sarà come morire, dal momento che gran parte del gioco messicano si basa sopratutto sul palleggio e già contro il Senegal (a tratti anche col Giappone) hanno mostrato notevoli lacune quando si trattava di difendere.

    C’è infine un ulteriore dato che mi porta a credere che quest’oggi la finale sarà piuttosto agevole per i verdeoro, ovvero l’assenza di Giovani Dos Santos, infortunatosi alla fine del primo tempo del match contro il Giappone. Fin qui è stato uno degli uomini chiave del Messico, come dimostrano le tre reti segnate nei cinque match disputati.

    Ricordiamo che per Brasile e Messico sarà una prima volta assoluta: i verdeoro per l’oro, i centroamericani (oltre che per l’oro) per la prima finale olimpica conquistata nella loro storia. Appuntamento alle ore 16 (diretta live su Sky Olimpiadi 7).

    Le probabili formazioni di Brasile Messico, finale Olimpiadi calcio 2012

    Brasile (4-3-3): Gabriel, Rafael , Juan, Thiago, Marcelo, Sandro, Romulo, Oscar, Hulk, Neymar, Damiao. Allenatore: Mano Menezes
    Messico (4-3-3): Corona, Jimenez, Salcido, Mier, Chavez, Reyes, Enriquez, Aquino, Herrera, Fabian, Peralta. Allenatore:

    SPECIALE OLIMPIADI LONDRA 2012