Tag: Brasile

  • La bicicleta di Leônidas da Silva  nel doodle di Google

    La bicicleta di Leônidas da Silva nel doodle di Google

    Gli amanti del calcio che nella giornata di oggi hanno usato il motore di ricerca Google non hanno potuto fare a meno di notare il doodle che richiama il loro sport preferito. Non una cosa generica, bensì un riferimento ben preciso a Leônidas da Silva, calciatore brasiliano nato il 6 settembre 1913, esattamente 100 anni,  il cosiddetto inventore della rovesciata. Morto nove anni fa, Leônidas veniva soprannominato il diamante nero e l’uomo di gomma, quest’ultimo soprannome accostatogli per via delle grandi capacità acrobatiche che gli permisero di realizzare la sua tipica rovesciata, la bicicleta, e altri grandi giocate sotto porta.

    Nel corso della sua carriera Leônidas ha vestito le maglie di diverse big sudamericane passando dal Penarol al Vasco Da Gama senza dimenticare S.C. Brasil, Botafogo, Flamengo e San Paolo, ed è proprio in queste ultime due squadre che ha militato per tantissimi anni siglando 282 gol in 14 stagioni.

    Il Doodle di Google dedicato a Leonidas da Silva
    Il Doodle di Google dedicato a Leonidas da Silva

    In Nazionale si ricorda di lui per il mondiale del 1938 quando fu protagonista segnando a raffica ma un peccato di presunzione del suo commissario tecnico Pimenta, il quale convinto di battere facilmente l’Italia in semifinale lascio fuori tutti i big tra cui Leônidas, gli costò la finale. In quell’edizione della coppa del mondo conquistò comunque il titolo di capocannoniere e il terzo posto. Con la maglia verdeoro tuttavia collezionerà 19 presenze mettendo a segno 21 reti.

    Uno dei pochi casi al mondo in cui i gol fatti superano le volte in cui si è sceso in campo. Lasciato il calcio giocato passò a fare l’allenatore guidando il San Paolo, ma senza grandi fortune. Quindi intraprese la carriera di commentatore radiofonico ma nonostante tutto il suo nome è e sarà per sempre accostato alla rovesciata e grazie al doodle Google anche i più giovani hanno potuto scoprire l’origine di uno dei gesti più apprezzati nel mondo del calcio.

     

  • Orrore in Brasile: arbitro uccide calciatore, la folla lo decapita

    Orrore in Brasile: arbitro uccide calciatore, la folla lo decapita

    Più che di sport parliamo di cronaca nera anche se i protagonisti della macabra vicenda sono un arbitro e una partita di calcio amatoriale. E’ successo la scorsa domenica nello stato del Maranhao, nel nord del Brasile, dove una partita di calcio amatoriale si è trasformata in uno scenario da film dell’orrore.

    Un calciatore 31enne, Josenir dos Santos Abreu, dopo aver protestato animatamente contro l’arbitro 20enne Otavio Jordão da Silva de Catanhede,è stato invitato ad abbandonare il rettangolo di gioo anzitempo
    Alla vista del cartellino rosso il calciatore ha malamente reagito contro il direttore di gara prendendolo a calci, questi a sua volta, perdendo il lume della ragione, ha estratto dal taschino un coltello colpendolo più volte al petto (il giocatore morirà prima di arrivare in ospedale).

    Arbitro decapitato in Brasile
    Arbitro decapitato in Brasile

    La scena ha scatenato la reazione folle del pubblico tra cui erano presenti sicuramente la famiglia e gli amici del giovane malcapitato. Senza indugi una folla accecata dalla rabbia si è riversata sul campo in cerca dell’arbitro killer. E’ qui che succede l’incredibile: secondo il racconto di Globoesporte, Catanhede è stato raggiunto dalla folla inferocita che prima lo ha legato ad un palo dove è stato picchiato a morte, lapidato, squartato e decapitato. Infine la testa del giovane arbitro sarebbe stata esposta su di un palo dello Stadio.

    La polizia avrebbe arrestato un ragazzo di 27 anni, Luis Moraes de Sousa, tra i responsabili dell’omicidio. Moraes ha confessato di aver cominciato a picchiare l’arbitro riferendo la partecipazione di altre due persone al momento ancora ricercate dalle forze dell’ordine: Francisco Edson Moraes de Sousa e de Sousa Josimar. Il primo avrebbe smembrato la vittima, mentre l’altra avrebbe partecipato all’omicidio

  • Oscar, l’acquisto da 30 milioni di euro del Chelsea di Abramovic

    Oscar, l’acquisto da 30 milioni di euro del Chelsea di Abramovic

    Oscar: 31 milioni di euro. Questo è il dato sorprendente che si è potuto leggere sui giornali sportivi di tutto il mondo. Il Chelsea di Roman Abramovic, non nuovo a colpi simili, doveva sostituire nell’estate del 2012 la pesante eredità di un giocatore come Didier Drogba, fresco vincitore della Champions con i Blues, e ringiovanire una rosa ormai troppo in avanti con l’età. Cosa serviva? Qualche ragazzo talentuoso, semisconosciuto – o addirittura sconosciuto ai più- proveniente dal Sud America  con tanta voglia di sbarcare in Europa per dimostrare il suo valore. Più o meno questo potrebbe essere un vaghissimo identikit di Oscar dos Santos Emboaba Júnior, più comunemente noto con il nome di Oscar. Il ragazzo, nato ad Americana, comune di poco più di 200 mila abitanti in Brasile, il 9 settembre 1991, si è subito fatto notare con i suoi numeri e le sue prestazioni sempre più convincenti con la maglia dell’Internacional fino a quando il petroliere Abramovic ha deciso: Oscar doveva essere il colpo a sorpresa del Chelsea nella torrida estate 2012. Andiamo comunque con ordine e ripercorriamo la carriera del giovane talento.

    Oscar, il talento del Chelsea prelevato da Abramovic | © Dean Mouhtaropoulos/Staff / Getty Images
    Oscar, il talento del Chelsea prelevato da Abramovic | © Dean Mouhtaropoulos/Staff / Getty Images

    IL RAGAZZO D’ORO – Oscar inizia la sua avventura nel calcio che conta con la maglia del San Paolo dove, dopo 4 anni trascorsi nelle giovanili, approda in prima squadra nel 2008. Fino al 2010 lo spazio, a causa di molti fattori tra cui la giovane età, è veramente ridotto e le presenze sono ridotte all’osso: 11 in tre anni. Nel 2010 arriva la chiamata dell’ Internacional e Oscar solleva subito il primo trofeo con la maglia della sua nuova squadra: è il 24 agosto del 2011 quando il club di Porto Alegre riesce a vincere la Recopa Sudamericana. Le prestazioni aumentano di spessore così come il dialogo con i compagni; Oscar gioca infatti nell’ Internacional con altri talenti, uno su tutti Leandro Damiao. Intanto il ragazzo da un importante contributo anche alla causa delle nazionali giovanili del Brasile. Con l’Under 20 verdeoro prima porta a casa il Campionato Sudamericano poi il Mondiale in Colombia entrambi datati 2011: in particolare, in quest’ultima competizione, Oscar segna una tripletta in finale contro il Portogallo che consente al Brasile di superare gli avversari per 3-2. Altra tappa fondamentale è l’esordio in nazionale maggiore avvenuto il 14 settembre 2011 durante il Superclasico de las America contro l’Argentina terminata 0-0: circa un anno dopo segna il suo primo gol con il Brasile proprio agli argentini in un’altra sfida. Nel luglio 2012 viene convocato per convocare le Olimpiadi di Londra nelle quali arriverà secondo dopo essersi inchinato al Messico in finale per 2-1: fra l’altro, in quel match, Oscar sbagliò il gol del pareggio a pochi secondi dal triplice fischio dell’arbitro. Con la nazionale brasiliana due ori e un argento: e l’età è tutta dalla sua parte.

    IL CHELSEA CHIAMA – Le buone partite disputate con la nazionale brasiliana alle Olimpiadi di Londra, attirano su Oscar l’attenzione di molte squadre europee. Il potenziale di questo giovane è altissimo e la sensazione è che il suo futuro sia lontano dal Sud America. Così sarà perchè Roman Abramovic spende una follia per portarlo al suo Chelsea. 31 milioni di euro per un giocatore sicuramente di spicco ma che non ha ancora dimostrato niente nei maggiori campionati del nostro continente. Con i Blues Oscar indossa la maglia numero 11 (quella che fu di Drogba) e si rende subito protagonista: lo scorso settembre memorabile la doppietta al suo esordio in Champions League contro la Juventus e la botta dalla distanza realizzata sul campo dello Shakthar.

     

  • Ranking Fifa, Italia scende all’8°posto

    Ranking Fifa, Italia scende all’8°posto

    Si muove e cambia, in negativo, il ranking Fifa per la Nazionale Azzurra di Cesare Prandelli che scivola indietro di tre posizioni, passando dal quinto all’ottavo posto con 1117 punti. In testa, invece, è sempre la Spagna con 1538 punti davanti a Germania, Argentina e Croazia, balzata al quarto posto e scalando ben cinque posizioni complice anche la vittoria contro la Serbia nelle gare di qualificazione ai prossimi Mondiali di Brasile 2014. Al quinto posto si colloca il Portogallo che guadagna due posizioni, al sesto la Colombia, mentre al settimo posto si posiziona l’Inghilterra che, come gli Azzurri, perde ben tre posizioni. Alle spalle dell’Italia si colloca la Nazionale degli Oranje dell’Olanda che perde una posizione rispetto alla precedente graduatoria, e al decimo posto chiude la “top ten” l’Ecuador che guadagna una posizione ai danni della Russia di Fabio Capello che è, invece, undicesima. Al dodicesimo posto la Costa d’Avorio, al tredicesimo la Grecia (che perde una posizione), al quattordicesimo il Messico, al quindicesimo la Svizzera ed al sedicesimo il Belgio che guadagna ben tre posizioni.

    Ranking Fifa, Italia scende all' 8° posto | © Claudio Villa Getty Images
    Ranking Fifa, Italia scende all’ 8° posto | © Claudio Villa
    Getty Images

    Nelle “retrovie” retrocede di una posizione il Brasile, attualmente diciannovesimo, che fa registrare il peggior piazzamento in assoluto nella storia del ranking Fifa, mentre la Francia e la Celeste dell’ Uruguay sono rispettivamente diciottesima e diciassettesima: in particolare, nel caso della Nazionale uruguagia si tratta di una “caduta a picco” considerando che, soltanto un anno fa, si trovavano sul podio.

    Al ventesimo posto la Danimarca che guadagna ben cinque posizioni, mentre fra le Nazionali guidate da tecnici italiani si colloca al ventinovesimo posto il Giappone di Alberto Zaccheroni, mentre al trentanovesimo posto si trova l’Irlanda del Trap, ed al quarantottesimo posto l’Albania di Gianni De Biasi che, comunque, migliora di ben sedici posizioni.

    Da segnalare, poi, il balzo in avanti di ben 45 posti da parte della Guinea Equatoriale che si posiziona al cinquantanovesimo posto, mentre a chiudere la graduatoria è la Nazionale del piccolo Stato di San Marino, al 207° posto insieme al Bhutan.

  • Balottelli oscura Neymar, Italia-Brasile che spettacolo

    Balottelli oscura Neymar, Italia-Brasile che spettacolo

    Anche questa volta, come da pronostico, la nuova edizione del confronto classico ed eterno Italia-Brasile non ha deluso le attese. Anzi il copione del match in questa occasione si è rivelato ancora più affascinante, quasi a voler invertire le parti dei contendenti.
    Con gli azzurri a bailare il futebol carioca ed i brasiliani, invece, a capitalizzare il loro gioco in una perfetta imitazione europeizzata. Tuttavia, il confronto di Ginevra ha comunque un suo protagonista quasi assoluto, in quanto tra le marce ad alta velocità innescate da Neymar e le frustate di Oscar, il vero colpo magico lo mette a segno Super Mario Balotelli, che al 57′ mortifica l’ex compagno di squadra Julio Cesar con una palombella degna dei migliori giocolieri auriverdi.

    Ad ogni modo, avrà molto da lavorare in vista della Coppa del Mondo il Brasile e tanto dovrà fare ancora anche l’Italia. Anche se il CT Prandelli la sua formula di garanzia pare averla trovata. L’allenatore di Orzinuovi è attento alle indicazioni fornitegli dal campionato e quindi in grado di ergere a ruolo di protagonista anche Alessio Cerci, che gioca ed anche bene nel Torino poco più su della zona-salvezza, e Mattia De Sciglio, alla sua prima stagione da titolare nel Milan, squadra in cui gioca a destra, ma che in Nazionale esordisce ottimamente sulla corsia mancina. Prandelli in sostanza riesce a fare gruppo e a gratificare chi arriva in Nazionale con ambizione e soprattutto dare merito ai nuovi giovani che il calcio nostrano promuove.Del resto, l’unica nota negativa per il Commissario Tecnico azzurro della sua gestione è stata la finale della Coppa Europa contro la Spagna, gestita in maniera incauta, sbagliando totalmente uomini e tempi. Anche Balotelli in azzurro d’altra parte è una sua creazione, nonostante certe bizze e la discontinuità in certi casi dell’attaccante milanista.

    Gli azzurri esultano dopo il gol di Balotelli
    Gli azzurri esultano dopo il gol di Balotelli

    Il Brasile di Felipao Scolari, invece, ha impressionato a metà, ma non ha convinto complessivamente nella sua prova. Il talento dei suoi interpreti c’è, ma l’impressione generale è che la Selecao abbia bisogno ancora di innesti rispetto alla squadra vista a Ginevra. Ma anche questo Scolari lo sa. Il CT brasliano sta dando spazio a tanti per poter sviscerare nel 2014 la squadra migliore per vincere la Coppa del Mondo in casa, cosa mai riuscita ai verdeoro pur laureatisi 5 volte campioni mondiali. Scolari dovrà assoltutamente recuperare Thiago Silva e Paulinho ed augurandosi di riassestare la forma migliore anche di Kakà. Il campionato brasiliano, comunque, tra vecchi e nuovi re può fornire ulteriori indicazioni anche in vista della prossima Confederations Cup, dove a Bahia Italia e Brasile, non a caso, torneranno a sfidarsi.

  • Grande Italia, Mario Balotelli superstar. Brasile sottotono

    Grande Italia, Mario Balotelli superstar. Brasile sottotono

    Possiamo dire la definitiva consacrazione di Mario Balotelli a livelli internazionale, il super Mario nazionale ha sfoggiato una delle prestazione migliori con la maglia azzurra della sua carriera ieri sera a Ginevra contro il Brasile realizzando un gol fantastico e dimostrando, con un forse grande quanto una casa, di aver trovato quella maturità e soprattutto quella serenità, decisive per il definitivo salto di qualità fra i giocatori più forti al Mondo. Stupendo gol, da assoluto fuoriclasse superando un Julio Cesar decisamente in palla che ha salvato almeno altri due gol su conclusioni dell’attaccante rossonero. Assieme a Balotelli da elogiare tutta la compagine azzurra che ha saputo reagire con carattere ad un primo tempo giocato ad altissimi livelli e chiuso con il punteggio di 2-0 per i verdeoro assolutamente bugiardo sotto tutti gli aspetti.

    Mario Balotelli ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images
    Mario Balotelli ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

    La reazione è avvenuta nella ripresa con i due gol in appena dieci minuti di Daniele De Rossi ed appunto Mario Balotelli ma, a prescindere dal risultato finale, è la prestazione dell’Italia a convincere sotto tutti i punti i vista. L’esperimento di Giaccherini dietro le due punte ha scompaginato inizialmente i piani di Luis Felipe Scolari e della difesa brasiliana che è apparsa decisamente scarsa a confronto di quella azzurra che ha concesso il minimo indispensabile a Neymar e compagni. Perfetta gestione degli uomini per il Commissario Tecnico azzurro ed esordio da autentico veterano per il giovane De Sciglio che ha saputo tenere a bada un avversario ostico come Dani Alves del Barcellona.

    Ottimo anche il segnale dato nel secondo tempo con la variante tattica rappresentata da El Shaarawy e Alessio Cerci esterni con il giocatore del Torino autore di un ottima prestazione. Cesare Prandelli è rimasto molto soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi ma ha voluto come al solito sforzare l’entusiasmo non considerando l’amichevole con il Brasile un anticipo del Campionato del Mondo.

  • Italia-Brasile non sarà mai un’amichevole

    Italia-Brasile non sarà mai un’amichevole

    Difficilmente Italia-Brasile può essere considerata una partita amichevole. La Nazionale Italiana e la Selecao brasiliana giocano da sempre, dal 1938 per l’esattezza quando incrociarono destini ed ambizioni per la prima volta in un Campionato del Mondo, una delle classiche del calcio mondiale. D’altra parte il Brasile ha vinto 5 titoli iridati e l’Italia 4, per cui il blasone da mettere in campo è veramente tanto. Del resto Italia e Brasile in due occasioni hanno giocato una finale di Coppa del Mondo ed altre volte hanno accesso e ravvivato la storia di un Mundial. Ma tante ed importanti sono stati anche gli incontri perlomeno sulla carta definiti amichevoli.

    Nel ’38 a Marsiglia l’Italia liquidò gli auriverdi per 2-1, che erano tanto sicuri di vincere e per questo avevano già prenotato i biglietti per Parigi, sede della finalissima della Coppa Rimet. Nel 1970, invece, all’Azteca gli azzurri persero probabilmente per 4-1 contro il Brasile più forte della storia, ma vittima la squadra italiana anche dei propri amletici dubbi. Valcareggi giocava o con Mazzola o con Rivera, il Brasile schierava invece contemporaneamente 5 numeri 10, fra cui Pelè. Nel ’78 i brasiliani ci beffarono anche nella finale per il 3° posto in Argentina. Il compianto Dirceu segnò a Zoff con un tiro da distanza siderale. Si parlò incautamente di miopia. Nell’82, invece, l’Italia si prese la rivincita delle rivincite a Barcellona all’Estadio Sarrià. A piangere nel vero senso della parola fu il Brasile. Paolo Rossi segnò tre gol a Valdir Peres. In Brasile qualcuno morì per il forte dispiacere. Nel ’94, però, il Brasile ci sconfisse ai rigori negli States nella finale del Mondiale più brutta della storia.

    Italia | © Laurence Griffiths/ Getty Images
    Italia | © Laurence Griffiths/ Getty Images

    Le amichevoli anche hanno avuto il loro fascino. Nel 1956 si giocarono due amichevoli con una vittoria a testa. Nel ’63, invece, l’Italia vinse a Milano per 3-0 e Giovanni Trapattoni annullò Pelè con ogni arma e mezzo tra quelli consentiti e non. In un’altra amichevole nel ’73 vinsero gli azzurri con le reti di Riva e Capello, ma nel ’76 si impose il Brasile in rimonta. Gli italiani scoprirono nell’occasione il talento di Zico. L’Italia poi perse in amichevole in casa anche nell’89 per 1-0 e nel 2009 per 2-0. Nella Confederations Cup del 2009, invece, gli azzurri ne beccarono tre dagli auriverdi del Fabuloso Luìs Fabiano. Ma Italia e Brasile sono sempre pronte a scrivere nuove pagine di questa storia esaltante.

  • Verso Italia-Brasile, Prandelli rifiuta il catenaccio

    Verso Italia-Brasile, Prandelli rifiuta il catenaccio

    E’ un Cesare Prandelli decisamente agguerrito quello della vigilia dell’amichevole a Ginevra fra la nazionale azzurra ed il Brasile. Il Commissario tecnico considera questa partita non una classica amichevole ma un vero e proprio banco di prova per testare il valore tecnico tattico della compagine italiana in vista della Confederation Cup di questa Estate, ed ovviamente dei Mondiali in Brasile del 2014. Cesare Pradelli è conscio di avere per le mani forse una generazione azzurra dal talento assolutamente sopra le righe e per questo vuole dare un impronta alla squadra fortemente offensiva abbandonando definitivamente tutti i cliché tradizionali del puro e semplice catenaccio all’Italiana con la possibile novità dal primo minuto rappresentata da Giaccherini trequartista dietro le punte Balotelli ed Osvaldo.

    Cesare Prandelli ©Marco Luzzani/Getty Images
    Cesare Prandelli ©Marco Luzzani/Getty Images

    Sappiamo benissimo come l’esterno bianconero sia considerato moltissimo dal Commissario Tecnico che lo ha sempre convocato in nazionale anche se nella Juventus non è sicuramente una delle prime scelte di Antonio Conte. Prandelli vuole tenersi le porte aperte anche su altri schieramenti e quindi ci potrebbero essere la possibilità di vedere un Italia in stile Milan con prima punta Balotelli e sugli esterni El Sharaawy ed Alessio Cerci, quest’ultimo, la vera novità in casa Italia. Purtroppo, e forse saranno contenti i tifosi bianconeri, Giorgio Chiellini non sarà della partita con il centrale bianconero ancora alle prese con dei problemi ad entrambe le caviglie. Un occasione importante sarà offerta sicuramente a Pablo Daniel Osvaldo, l’attaccante della Roma che sembra aver perso il posto da titolare nella compagine giallorossa, proverà a convincere i suoi detrattori di non essere solamente una testa calda fuori dal campo ma di aver le qualità di poter ben figurare anche in nazionale.

    Comunque a prescindere dal modulo e dalla formazione che il Commissario tecnico presenterà domani di sicuro c’e’ la volontà di dimostrare al Mondo calcistico intero ed in primis ai maestri brasiliani, che questa nazionale non ha timore di giocare a viso aperto con nessuno e di voler produrre anche un bel gioco.

  • Brasile ko contro l’Inghilterra, la Germania supera la Francia

    Brasile ko contro l’Inghilterra, la Germania supera la Francia

    Mercoledì ricchissimo di numerose sfide internazionali, alcune dei veri e propri scontri diretti tra le formazioni migliori del globo. Nella lista di partite disputate, analizziamo qui Inghilterra-Brasile e Francia-Germania. Che dire, il valore di queste nazionali è abbastanza rinomato e risaputo e il risultato dei loro incontri è stato avvincente. L’Inghilterra ha sconfitto a Webley il Brasile per 2-1. Gli inglesi hanno messo in mostra un Rooney autore di una forma smagliante che, non solo ha segnato il primo dei due gol, ma ha anche aiutato i suoi in fase difensiva: sacrificio totale. I verdeoro hanno invece un po’ deluso, soprattutto Ronaldinho che, nella serata celebrativa delle sue 100 presenze con la nazionale brasiliana, si fa parare un rigore da Hart. L’altra sfida presa in considerazione è quella tra Francia e Germania: le due squadre europee hanno giocato una gara a viso aperto come se fosse una finale. Allo “Stade de France”, ancor più che a Webley, gli spettatori presenti si sono goduti una serata di grande calcio che ha visto la Germania rimontare l’iniziale svantaggio dei padroni di casa e portarsi a casa una vittoria pesante. Sia chiaro, in palio non c’erano punti ma tanto orgoglio e fiducia in vista dei prossimi impegni ufficiali. Vincere contro il Brasile, nel caso dell’Inghilterra, o espugnare lo Stade de France, nel caso della Germania, rientrano nel filone di imprese che impreziosisce una squadra in toto.

    Rooney festeggia dopo la rete del vantaggio della sua Inghilterra | © Clive Brunskill/Staff / Getty Images
    Rooney festeggia dopo la rete del vantaggio della sua Inghilterra | © Clive Brunskill/Staff / Getty Images

    INGHILTERRA-BRASILE – A Webley c’era il pienone: più di 87 mila spettatori a tifare la nazionale inglese di Rooney e company. Il motivo di un afflusso così consistente è dato anche dal nome dell’avversario: il Brasile, la nazionale di calcio per eccellenza e poco importa se nell’ultimo periodo i verdeoro hanno avuto un calo di forma. L’Inghilterra non batte il Brasile da 23 anni e ieri sera, grazie alla squadra messa in campo da Hodgson, gli inglesi sono riusciti a sfatare questo tabù. Dall’altra parte ci sarà un po’ di amarezza per la prima uscita di Felipe Scolari, nuovo allenatore del Brasile. I verdeoro non sono nella loro forma migliore mentre i padroni di casa danno il massimo davanti al loro pubblico. Già al 18′ si capisce che non è serata per il Brasile. L’arbitro assegna un rigore agli ospiti e sul dischetto va Ronaldinho ma Hart è bravo a respingere il tiro dagli undici metri. Poco dopo arriva il pareggio di Rooney al 26′ su una corta respinta di Julio Cesar. Ad inizio ripresa il Brasile si riporta in parità grazie a Fred ma il neo entrato Lampard chiude i conti al 60′.

    FRANCIA-GERMANIA – A Parigi i tedeschi superano in rimonta la Francia. I padroni di casa si portano in vantaggio con Valbuena allo scadere del primo tempo di gioco. Nella ripresa però, la Germania riesce a ribaltare le sorti del match. Prima Muller, poi Khedira, segnano i due gol che completano la rimonta tedesca. Nella Francia da segnalare l’ottima partita di Ribery e quella di Valbuena, fra l’altro autore anche del gol del momentaneo vantaggio per i suoi. Il migliore in assoluto in campo veste però la maglia della Germania. Stiamo parlando di Ozil che, pur non avendo segnato, si prende gran parte dei meriti della vittoria della sua nazionale. Sarà interessante capire come le due squadre arriveranno ai Mondiali del Brasile. La strada è ancora lunga.

    Video Inghilterra-Brasile

    [jwplayer config=”30s” mediaid=”170027″]

  • Pato come Balotelli, subito in gol col Corinthians

    Pato come Balotelli, subito in gol col Corinthians

    Alexandre Pato ce l’ha nel sangue. Il gol all’esordio è ormai una costante nella carriera del giovane brasiliano.  Ieri, nella goleada del Corinthians al povero Oeste, è andato in rete pure l’ex milanista. Gli autori delle cinque marcature che vanno a comporre la manita dei bianconeri brasiliani portano la forma di Paulo Guerrero ( doppietta), Paulinho, noto obbiettivo di mercato dell’Inter sfumato, Danilo e appunto Pato. L’ex rossonero è entrato nel tabellino dei marcatori al 73′: era sceso in campo soltanto tre minuti prima. Gol lampo quello di Pato ma non c’è da stupirsi perchè il Papero ha già fatto vedere cose simili. Vi rinfreschiamo la memoria con alcuni episodi avvenuti nel recente passato.

    Pato: gol all'esordio con il Corinthians | © AFP/Stringer / Getty Images
    Pato: gol all’esordio con il Corinthians | © AFP/Stringer / Getty Images

     

    LA RINASCITA? – Pato non è nuovo a gol segnati al momento dell’esordio. E’ già successo un numero di volte abbastanza elevato. L’ultima, come abbiamo detto, risale all’appena conclusa giornata del campionato Paulista con la nuova maglia del Corinthians. Al Papero sono bastati due minuti dal suo ingresso in campo per poter segnare e presentarsi al meglio ai suoi nuovi tifosi che sicuramente lo hanno già esaltato come è giusto che sia. Descriviamo la dinamica che ha portato al gol Pato. L’ex rossonero riceve palla da Paulinho, calcia di destro ma il portiere avversario respinge ma sul rimbalzo il Papero è pronto a ribattere a rete. Gol sostanzialmente facile da realizzare ma che risulta essere importantissimo per il morale di un ragazzo negli ultimi tempi sceso a livelli minimi. Numerosi infortuni hanno minato la crescita di un giocatore dal potenziale altissimo. Nelle ultime stagioni in rossonero, sono nettamente di più le volte in cui Pato è dovuto star fuori per infortunio che non le volte in cui è stato impiegato in campo. I gol sono arrivati col contagocce e questo non è mai un fatto positivo per un attaccante. In questa nuova avventura brasiliana sembra che Pato possa rinascere: visti i precedenti non vogliamo esserne troppo sicuri. L’infortunio per il fragile giocatore è sempre dietro l’angolo anche se esordire con gol è sempre un buon segnale. Le basi per potersi riprendere lo scettro di top player ci sono tutte ma il percorso per la seconda consacrazione dipenderà molto da Pato ma anche dalla fortuna. E’ vero che in passato il Papero ha subìto molti infortuni ma alcuni di questi anche in modo abbastanza sfortunato. Da sportivi confidiamo in Pato e speriamo in una sua rinascita.

    GOL ALL’ESORDIO – Curiosità: Pato ha quasi sempre segnato all’esordio con una nuova squadra che sia questa di club o di nazionale. Nel lontano 2006 il Papero militava nell’Internacional e andò a segno contro il Palmeiras. Fra il 2007 e il 2008 altri due gol con la maglia del Milan: il primo all’esordio assoluto in un’amichevole contro la Dinamo Kiev, il secondo in campionato contro il Napoli. Finita qui? Nemmeno per idea. Pato è andato a segno pure nella prima gara con la nazionale brasiliana: anno 2008, vittima la Svezia. Se a questi notevoli episodi aggiungiamo anche il super gol segnato al Camp Nou la stagione scorsa in Champions League con la maglia del Milan, Pato diventa un attaccante decisamente precoce. Contro i catalani bastarono appena 24 secondi per trafiggere Valdes.

    [jwplayer config=”180s” mediaid=”169630″]