Tag: brasile 2014

  • Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Il giorno dopo la disfatta, il risveglio è più amaro per Cesare Prandelli, che Giovedì ritornerà in Italia da “ex”. Ex cittì, dimissionario insieme ad Abete, per orgoglio e per dignità dopo una vera e propria debacle sportiva. Un punto di non ritorno, inevitabilmente, assumendosi le proprie responsabilità di fronte a scelte sbagliate e confuse, di fronte ad uno spogliatoio che tanto unito poi non era, basti pensare alle parole di Buffon e De Rossi e al fatto che Balotelli non fosse presente nel momento del discorso d’addio di Pirlo alla maglia Azzurra. Tutto questo non poteva passare in sordina, non poteva non aver conseguenze: errori tecnici e di valutazione del cittì Prandelli, convocazioni non ottimali, necessità di stravolgere le proprie idee ed il modulo sul quale aveva puntato. Il caldo, l’arbitro “Moreno bis” e le energie fisiche ridotte al lumicino hanno completato il quadro nefasto, conducendoci verso un nuovo “anno zero” del calcio italiano, solo quattro anni dopo l’altra eliminazione al primo turno dei Mondiali, nel 2010 in Sudafrica. Allora era il Lippi-bis, reduce dai trionfi di Germania 2006 e richiamato nel post-Donadoni.

    Prandelli addio, in 4 per la successione
    Prandelli addio, in 4 per la successione

     

    Ora, c’è Prandelli che saluta tutti con la sua consueta onestà intellettuale, con il garbo che sempre lo ha contraddistinto, ma anche con la consapevolezza di aver fallito, nonostante il secondo posto agli Europei 2012 e il terzo posto in Confederation’s Cup. C’è un uomo che non ha saputo coniugare insieme le due anime della squadra: senatori e giovani. I primi rivendicano l’impegno profuso, i secondi non hanno saputo reggere alle pressioni e non si sono rivelati all’altezza, con qualche rara eccezione. Resta l’incognita di chi poteva essere e non è stato: Giuseppe Rossi o Destro, ma anche del cambio Balotelli-Parolo o della troppa fiducia in Thiago Motta. E poi resta sempre il discorso dei “campioni con il condizionale” di cui ha parlato capitan Buffon: riferimento a Balotelli, implicito ma non troppo.

    Dalle macerie di questa Nazionale del post-Prandelli si dovrà ripartire in fretta e bisognerà farlo con un nuovo tecnico e, soprattutto, con un nuovo progetto. Non ci si può permettere di lasciar spazio all’improvvisazione e alla concitazione, è necessario ponderare bene. D’altronde, il 9 di Settembre è già in calendario il prossimo impegno del “nuovo corso” contro la Norvegia che dovrà condurre agli Europei 2016 in Francia. Chi siederà sulla panchina azzurra nel post- Prandelli? In lista, per ora, ci sarebbero 4 nomi: Roberto Mancini, Massimiliano Allegri, Alberto Zaccheroni e Luciano Spalletti. A ben vedere, appaiono come candidature profondamente diverse per aspetto tecnico-tattico, per età ed esperienza e anche questo non può che essere un ulteriore sintomo di caos che regna sovrano. Nessuno dei quattro appare “un vincente per antonomasia”, tutti e quattro hanno vinto qualcosa nella loro carriera ma nessuno di loro può vantare trionfi di assoluto prestigio: nessuna Champions League, per intenderci. Alcuni, però, hanno avuto una buona esperienza internazionale e, in questi casi, può risultare un fattore decisivo. Sarebbe corretto, dunque, scartare a priori Allegri e puntare su chi ha dalla sua parte qualche buon risultato e l’esperienza al di fuori dei confini italiani: in pole, dunque, potrebbe esservi Mancini, reduce dall’esperienza con il Manchester City ed il Galatasaray. L’incognita, in tal caso è legata al suo ingaggio, che potrebbe essere eccessivo per le casse della Figc. Zaccheroni, invece, è reduce dall’eliminazione al primo turno del Giappone con il quale, però, aveva vinto la Coppa d’Asia. Infine, Spalletti ormai libero dallo Zenith San Pietroburgo è fautore di un calcio sempre piacevole e spettacolare ma, negli ultimi tempi, ha collezionato qualche delusione anche in Russia.

    Quattro candidati per una panchina che scotta, quattro alternative che appaiono, però, “di ripiego” rispetto a quello che appare come il sogno impossibile: Carlo Ancelotti. La sensazione è che il vincitore della Decima con il Real rimarrà ancora a Madrid ma che, prima o poi, la sua strada si tingerà d’azzurro. Non ora, però: la ricostruzione dalle macerie spetterà a qualcun’altro. Sperando che la scelta sia illuminata.

  • Mondiali 2014: Gruppo C, Colombia tutto facile, impresa Grecia

    Mondiali 2014: Gruppo C, Colombia tutto facile, impresa Grecia

    L’ultima giornata del Gruppo C ai Mondiali in Brasile ha confermato la forza della Colombia che se pur con un ampio turnover ha vinto nettamente contro un Giappone che paradossalmente ha fatto una buona partita.

    La sorpresa però arriva dall’altra gara dove la Grecia che prima delle sfide partiva dall’ultimo posto in graduatoria, è riuscita nell’impresa di battere la Costa d’Avorio e conquistare così il pass per gli ottavi di finale.

    Partiamo con l’analizzare Giappone-Colombia, Zaccheroni reinserisce Kagawa dal primo minuto, per il resto conferma la formazione del turno precedente, Pekerman invece con la qualificazione già in tasca fa riposare molti titolari. Parte meglio il Giappone, obbligato  a vincere per sperare ma al 17° un’ingenuità di Konno regala il rigore alla Colombia che Cuadrado trasforma. I nipponici si ributtano in avanti e pur rischiando in contropiede trovano il pareggio con Okazaki di testa, imbeccato da Honda proprio allo scadere del primo tempo.

    Rodriguez e Martinez
    Rodriguez e Martinez

    Nella ripresa Jackson Martinez al 55°  riporta avanti i suoi, il Giappone non molla, spinge, costruisce ma non concretizza ed al 82° arriva la doppietta di Martinez che spegne ogni speranza. Nel finale c’è la chance per gli uomini di Zac per accorciare le distanze ma Kagawa spreca e al 89° arriva il gioiello di James Rodriguez che fissa il finale sul 4-1, lanciando la Colombia agli ottavi a punteggio pieno.

    GIAPPONE – COLOMBIA 1-4 (1-1) (17° rig. Cuadrado (C), 45°+1 Okazaki (G), 55°, 81° Martinez (C), Rodriguez (C))

    GIAPPONE (4-2-3-1): Kawashima ; Uchida, Konno, Yoshida, Nagatomo, Uchida; Aoyama (62° Yamaguchi ), Hasebe; Honda, Kagawa (85° Kiyotake sv), Okazaki (69° Kakitani); Okubo.

    Allenatore: Zaccheroni.

    COLOMBIA (4-4-2): Ospina (84° Mondragon sv); Arias, Armero, Balanta, Valdes; Cuadrado 7 (46° Carbonero), Guarin, Mejia, Quintero (46° Rodriguez 7); Martinez 7,5, Ramos 6.

    Allenatore: Pekerman.

    Arbitro: Proença.

     

    Nell’altra gara come detto si è avuta una sorpresa enorme, il Ct della Grecia Santos costretto a vincere mette in campo il 4-3-3, stesso schema  per Lamouchi che questa volta manda in campo dal primo minuto Drogba. La partita comincia male per la Grecia che nei primi 25 minuti perde per infortunio Kone (al 12°) e il portiere Karnezis. Le difficoltà caricano gli ellenici che al 33° centrano una traversa con Holebas ed al 43° trovano il vantaggio con il sostituto di Kone, Samaris che scambia con Samaras e fa 1-0.

    L'esultanza di Samaras
    L’esultanza di Samaras

    Nella ripresa ancora la Grecia in attacco ed ancora un legno a fermarli. Lamouchi inserisce Bony ed al 74° la mossa da i suoi frutti, assist di Gervinho e pari di Bony con la qualificazione che torna agli ivoriani. Sembra tutto finito ma ecco che al 92° Sio commette un ingenuo fallo da rigore su Samaras, dal dischetto va lo stesso attaccante ex Celtic che realizza e manda sull’Olimpo tutta la Grecia per una qualificazione agli ottavi, contro Costa Rica, davvero inaspettata.

    GRECIA – COSTA D’AVORIO 2-1 (1-0) (43° Samaris (G), 74° Bony (C), 93° Samaras (G))

    Grecia (4-3-3): Karnezis (25° Glykos 6); Holebas, Manolas, Papastathopoulos, Torosidis; Christodoulopoulos, Karagounis (76° Gekas), Kone sv (12° Samaris); Maniatis, Salpingidis, Samaras.

    Allenatore: Santos.

    Costa d’Avorio (4-3-3): Barry; Aurier, Bamba, Boka, Toure’; Die, Tiote’ (60° Bony), Toure’; Drogba (79° Diomande’ sv), Gervinho 6 (83° Sio), Kalou.

    Allenatore: Lamouchi.

    Arbitro: Carlos Vera.

  • Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Nella terza giornata del gruppo D di Brasile 2014 l’Italia perde 1-0 contro l’Uruguay: decide un colpo di testa di Godin nel finale. Ma nell’eliminazione degli azzurri pesano le folli decisioni arbitrali del messicano Rodriguez Moreno: espulso il centrocampista della Juventus Claudio Marchisio e salvato l’attaccante del Liverpool Luis Suarez che morde Chiellini. Uruguay qualificata agli ottavi di finale da seconda del girone, l’Italia saluta i Mondiali al girone per la seconda volta consecutiva. Un altro Moreno nel destino degli azzurri, Marco Antonio Rodriguez Moreno, messicano, 40 anni. Premesso questo, il direttore di gara messicano non va usato come alibi.

    Chiellini e Suarez
    Chiellini e Suarez

    L’Italia è stata poco brillante, quasi mai pericolosa e atta più a difendere il pareggio che a cercare il vantaggio. Questa sconfitta è un fallimento, perchè dopo la vittoria contro l’Inghilterra, gli azzurri hanno giocato molto male le due gare successive. Traditi da un Balotelli molto nervoso, ammonito come troppo spesso gli capita e sostituito nell’intervallo per non lasciare la squadra in dieci uomini. Le scelte di Cesare Prandelli sono state troppo prudenti; la manovra degli azzurri è stata lenta, compassata e prevedibile.

    L’Italia tra la Costa Rica e l’Uruguay è riuscita a calciare verso la porta avversaria solamente tre volte; nessun giocatore è mai riuscito a saltare l’uomo e la qualità in palleggio dell’ottimo Verratti e di Pirlo, elegante ma un pò appannato, non è bastata.

    Se non si tira in porta le partite non si vincono. Prendere gol da calcio fermo fa male, e conferma i limiti difensivi di un reparto arretrato il quale ha subito tre reti nelle tre sfide del girone, tutti e tre evitabili.

    Lo 0-0 avrebbe portato l’Italia agli ottavi di finale, ma a gioire è stato l‘Uruguay. Brasile amarissimo rialzarsi sarà molto dura. Il C.T. dell’Italia Cesare Prandelli rassegna le dimissioni a fine match; insieme a lui se ne va anche il Presidente della F.I.G.C. Giancarlo Abete. Queste le parole dell’ormai ex C.t.: ” Al termine della partita ho parlato con il Presidente Federale e ho visto che il progetto tecnico è di mia responsabilità e rassegno le dimissioni. Abbiamo camuffato i problemi del calcio italiano, ma dopo il mio rinnovo del contratto ci siamo trovati di fronte a delle agressioni verbali e ci siamo sentite persone che rubavano i soldi ai contribuenti. E questo è un motivo per cui rassegno le dimissioni Non ho mai rubato soldi, vado a casa a testa alta. Pago le tasse, non volevo sentirmi dire che rubo i soldi”. 

    Amareggiato il capitano azzurro, Gigi Buffon, che a fine gara si leva un sassolino dalle scarpe contro coloro che alla vigilia di Brasile 2014 criticavano le scelte di Prandelli sui “vecchi” : “Sempre gli stessi a tirare la carretta. In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà“, il riferimento chiaro era su Balotelli e a fargli eco, ma con parole ancora più esplicite è De Rossi: “Dobbiamo ricordarci bene tutto però e ripartire da uomini veri, non dalle figurine o dai personaggi. Questi non servono alla Nazionale. Le parole di Buffon? Le sottoscrivo in pieno e non perché mi ha messo tra quelli della vecchia guardia. Noi incarniamo lo spirito giusto e noi ci mettiamo sempre la faccia. Chi non ha la stessa passione e lo stesso impegno può restare a casa”

    L’unico guizzo azzurro arriva al 12′ punizione su di Pirlo, ma Muslera alza in calcio d’angolo. Al 59′ Rodriguez vicino al gol: Suarez gli concede un 1-2 e lui con il sinistro da ottima posizione calcia fuori. Al 60′ l’Italia rimane in dieci uomini per l’espulsione di Claudio Marchisio. Al 66′ ci prova Pirlo da fuori area palla alta sopra la traversa. All’81’ vantaggio dell’Uruguay con un colpo di testa di Godin su calcio d’angolo di Ramirez.

    ITALIA-URUGUAY (0-0) 0-1

    Italia (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti (75′ Thiago Motta), Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli (46′ Parolo), Immobile (71′ Cassano)

    Uruguay (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, A. Pereira (63′ Stuani); Lodeiro (46′ Maxi Pereira), Gonzalez, Arevalo Rios, Rodriguez (78′ Ramirez) ; Cavani, Suarez

    AMMONITI: 23′ Balotelli, 47′ Rios, 77′ De Sciglio, Muslera

    ESPULSI: 60′ Marchisio

  • Brasile 2014: l’Olanda supera il Cile e vola agli ottavi

    Brasile 2014: l’Olanda supera il Cile e vola agli ottavi

    Nella terza giornata di Brasile 2014 l’Olanda sconfigge 2-0 il Cile e si qualifica per gli ottavi di finale da prima del gruppo B. 

    Con un colpo di testa di Fer a meno di un quarto d’ora dalla fine e un gol nel recupero di Depay la squadra di Louis Van Gaal trovano la terza vittoria su tre e chiudono primi il  girone.

    proxy (2)Nel vero girone della morte di questo Mondiale, quello B, il 5-3-2- dell’Olanda di Van Gaal mette in fila tutti. Tanti saluti ai pluricampioni della Spagna, tanti saluti a un Cile che è stato voglioso ma è stato punito sul più bello con la zuccata di Fer e il contropiede devastante di Robben. L’Olanda con un calcio guardingo e ben poco rivoluzionario, è l’europea che ha sin qui fatto meglio di tutte.

    Al 34′ la prima vera occasione del match: Silva piazza la spintarella sullo slancio e fa perdere tempo all’olandese per lo stacco di testa. Al 40′ azione devastante di Robben: l’olandese parte alla sua maniera e in velocità si lancia verso la porta: azione splendida, ma il sinistro non è preciso. Al 44′ è Gutierrez ad avere una grande occasione per il Cile: grande punizione tagliata di Diaz, Gutierrez elude la linea del fuorigioco e con una deviazione aerea mette paura a Cillessen.

     

    Al 56′ Sanchez ci prova da lontano, palla alta. Al 77′ arriva il vantaggio dell’Olanda con un gran colpo di testa di Fer, il quale sbuca perfettamente alle spalle di tutti e mette dentro. Al 92′ arriva il raddoppio Olanda: corsa e assist di Robben, palla per Depay che sottoporta non può sbagliare.

    Ora negli ottavi di finale, per l’Olanda ci sarà la sfida al Messico vittorioso per 3-1 contro la Croazia.

    CILE-OLANDA (0-0) 0-2

    CILE (3-4-1-2): Bravo; Silva ( 70′ Valvidia), Medel, Jara; Isla, Aranguiz, Diaz, Mena; Gutierrez (Beausejour); Sanchez, Vargas(81′ Pinilla)

    OLANDA (4-3-3): Cilessen; Janmaat, De Vril, Vlaar, Blind; Wijnaldum, De Jong, Lens (68′ Depay); Kuyt (88′ Kongolo), Sneijder ( Fer, Robben

    AMMONITI: Bild 63′; Silva

  • Mondiali 2014: gol e spettacolo tra Germania e Ghana

    Mondiali 2014: gol e spettacolo tra Germania e Ghana

    Una partita spettacolare quella andata stasera in scena tra Germania  e Ghana, un match pieno di emozioni, con 4 gol e tante occasioni e con la gioia di Miroslav Klose che segnando stasera ha raggiunto Ronaldo a quota 15 in vetta alla classifica dei marcatori di sempre al mondiale.

    Una partita che può dare due visioni della Germania, uno negativo ed uno positivo: poca brillantezza rispetto al match con il Portogallo ma dimostrazione di forza in una serata difficile contro un ottimo Ghana.

    La squadra africana ha sprecato un’altra splendida partita, dopo la sconfitta con gli Usa, il Ghana esce anche questa sera con tanti complimenti ma con un solo punto.

    Low schiera la stessa squadra vista in campo contro il Portogallo mentre Appiah inserisce diversi cambi rispetto agli 11 titolari con gli Stati Uniti a partire dal portiere, gioca Dauda, poi dentro anche Afful e Boateng.

    Partita subito frizzante, nel primo tempo diverse occasioni con conclusioni da fuori da ambo le parti con un buon inizio ed un buon finale Ghana e nel mezzo meglio la Germania.

    Miroslav Klose
    Miroslav Klose

    Nella ripresa pronti via e la Germania passa in vantaggio: 51° Muller butta la palla in mezzo, Gotze si inserisce, prima la colpisce di testa e poi carambola sul ginocchio e porta in vantaggio i suoi. Passano 3 minuti e Andre Ayew con un bel colpo di testa dentro l’area, su cross di Afful trova il pareggio. Il Ghana cresce e al 63° Muntari intercetta una palla a metà campo e lancia Asamoah Gyan che entrato in area piazza il diagonale vincente. A questo punto gli africani ci credono e si buttano in avanti sfiorando il 3° gol. Al 69° altra svolta della gara, Low inserisce Schweinsteiger e Klose ed i due in pratica al 71° confezionano il pareggio: il centrocampista si conquista un corner, Kroos va a batterlo, spizzata di Howedes e zampata vincente di Klose sul secondo palo. Tutto finito? assolutamente no, entrambe vogliono vincere ed arrivano diverse chance da ambo le parti, ma alla fine il risultato non cambia ed alla fine a sorridere sono comunque i tedeschi.

     

    GERMANIA – GHANA 2-2 (0-0) (51° Gotze (Ge), 54° A.Ayew (Gh), 63° Gyan (Gh), 72° Klose (Ge))

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Boateng (46° Mustafi), Hummels, Mertesacker, Howedes; Khedira (69° Schweinsteiger), Lahm, Kroos; Gotze (69° Klose), Muller, Ozil

    Allenatore: Low

    GHANA (4-2-3-1): Dauda; Afful, Mensah, Boye, Asamoah; Rabiu (77° Badu), Muntari; Atsu (73° Wakaso), Boateng (53° J. Ayew), A. Ayew; Gyan

    Allenatore: Appiah

    Arbitro: Ricci

    Ammonito: Muntari (Gh)

  • Mondiali 2014: Argentina di misura su un buon Iran

    Mondiali 2014: Argentina di misura su un buon Iran

    E’ incredibile a dirsi, ma l’Iran esce sconfitta immeritatamente da questo match. Queiroz usa l’unica arma a sua disposizione contro l‘Argentina, la difesa e lo fa un gran bene. L’albiceleste attacca per 90′, sbattendo contro il muro iraniano, rischiando di capitolare in contropiede. Ma al 91′ si accende il fantastico sinistro di Messi, e la squadra va agli ottavi.

    Al 12′ del primo tempo è Higuain, gran palla in profondità di Gago per Gonzalo, ma il portiere in uscita è bravissimo e riesce a fermare il pallone. Al 16′ occasione per l’Argentina: Higuain in area stoppa male il pallone e la difesa spazza. Al 20′ occasione per Aguero: l’Argentina gioca a due tocchi veloci e il Kun prova il tiro dall’area su cui il portiere è bravissimo a mettere in angolo.  Al 23′ testa di Rojo, cross dalla sinistra, di testa la mette fuori di un nulla. Al 35′ è Garay che di testa la manda alta di poco. Al 42′ rischio per l’Argentina: dal corner il difensore stacca bene di testa per un spffio fuori.

    Leo Messi
    Leo Messi

    Al 50′ è Zabaleta che effettua un tiro pericoloso dal limite dell’area che sfiora l’incrocio. AL 52′ Ghoochannejhad ha una grande occasione: cross dalla destra per l’attaccante che di testa anticipa Fernandez, Romero è bravissimo in tuffo a respingere. Al 59′ sbaglia tutto Messi: corsa di 50 metri, Messi si accende e dal limite cerca il palo lontano. Di poco a lato.Al 63′ Roja salva tutto: mischia in area di rigore, bravissimo il difensore a spazzare. Al 68′ Romero salva l’Argentina: fantastico Dejagah ad anticipare Fernandez, ma Romero è super e con la mano mette in angolo. Al 73′ sul pallone va Messi che colpisce esterno della porta. Al 75′ conclusione di Di Maria centrale e bloccato dal portiere Haghighi. Al 83′ botta di Roja: sfiora il palo alla destra del portiere. Al 84′ Palacio di testa, ancora bravo Haghighi a respingere. Al 86′ Ghoochannejhad vicinissimo al gol: in contropiede l’attaccante la piazza, ma Romero in tuffo la prende. Al 91′ l’Argentina passa in vantaggio con la rete di Lionel Messi: l’argentino sblocca la gara col sinistro.

    ARGENTINA-IRAN (0-0) 1-0 (91° Messi)

    Argentina (4-3-2-1) Romero; Zabaleta, Fernandez, Garay, Rojo; Gago, Mascherano, Di Maria( 94′ Biglia); Aguero (77′ Lavezzi), Higuain (Palacio); Messi.

    Iran (4-4-2) Haghighi; Hosseini, Sadeghi, Montarezi, Pooladi, Nekounam, Shojaei (77′ Heydari), Teymourian, Dejagah (84’Alireza), Hajsafi (88′ Haghighi), Ghoochannejad

    Arbitro: Mazic (Serbia)

    Ammoniti: Nekounam; Shojaei

  • Mondiali 2014: Francia quasi qualificata, spera l’Honduras

    Mondiali 2014: Francia quasi qualificata, spera l’Honduras

    Nella seconda giornata del gruppo E dei Mondiali 2014 è ad un passo dalla qualificazione la Francia che strapazza la Svizzera per 5-2; nell’altro match l’Ecuador sconfigge 2-1 l’Honduras e la squadra di Rueda torna in corsa per gli ottavi di finale.

    Grande vittoria della Nazionale di Didier Deschamps che supera gli elvetici e va vicinissima alla qualificazione agli ottavi; ancora a segno Benzema.

    E’ stato un festival quello della Francia a Salvador con la truppa di Deschamps che mostra ancora una volta tutta la sua potenzialità offensiva contro una Svizzera, avversario più che temibile per la leadership del girone. Funziona veramente tutto per i transalpini nonostante i due cambi che portano Pogba e Griezmann in panchina all’inizio del match. Nella Svizzera manca il filtro a centrocampo e l’accoppiata Inler-Berhami questa volta non funziona visto i molteplici buchi lasciati dagli elvetici in fase difensiva. Ancora a segno Benzema che, rigore a parte, ha giocato un’altra partita fantastica e ora punta dritto alla lotta per la classifica marcatori dopo il terzo gol segnato ieri sera.

    Al 6′ è Karim Benzema che ha avuto la prima palla gol: appena fuori dall’area l’attaccante del Real Madrid ha provato il destro a giro mancando di pochissimo la porta. Al 17′ è passata in vantaggio la Francia: fantastico colpo di testa di Giroud che trova il giro giusto e manda in rete per il vantaggio. Un minuto dopo arriva il raddoppio dopo un pessimo passaggio di Behrami  che mette in azione Benzema, palla per Matuidi che  ha realizzato il 2-0. Al 29′ la Svizzera ha costruito una occasione: palla deviata male da Lloris, arriva Shaqiri ma la sua conclusione ha sfiorato il palo alla sinistra del portiere. Al 32′ Benzema ha sbagliato un calcio di rigore parato da Benaglio e sulla ribattuta c’è solo Cabaye ma il suo tentativo si è infranto contro la traversa. Al 40′ è arrivato il 3-0 Francia con un contropiede grazie a Giroud che ha preso il fondo e ha mandato sul secondo palo dove Valbuena, che era liberissimo, non può far altro che mettere il pallone in rete. Al 47′ è stato ancora Benzema a impensierire Benaglio con un tiro di sinistro ma il portiere  si è tuffato bene.

    La gioia dei francesi
    La gioia dei francesi

     

    Al 64′ è stato Lichsteiner ad avere una buona occasione mettendo in mezzo ma è andato a vuoto Debuchy, ha agganciato Mehmedi che ha sparato alto. Al 67′ è arrivato il 4-0 con la rete di Benzema che in girata ha superato Benaglio. Al 73′ è arrivata la cinquina: piattone destro di Sissoko il quale non ha lasciato scampo a Benaglio. Al 81′ ha segnato l’1-5 la Svizzera con Dzemaili che ha reso meno larga questa sconfitta con una punizione battuto alla perfezione. Al 87′ altra rete della Svizzera: ha segnato Xhaka dopo un buco lasciato da Koscielny.

    SVIZZERA-FRANCIA (0-3) 0-5

    SVIZZERA (4-2-3-1): Benaglio; Lichtsteiner, Djourou, Von Bergen (9′ Senderos), Rodriguez; Behrami (446′ Dzemaili), Inler; Shaqiri, Xhaka, Mehmedi; Seferovic (69′ Drmic)

    FRANCIA (4-3-3): Lloris; Debuchy, Varane, Sakho (66′ Koscielny), Evra; Sissoko, Cabaye, Matuidi; Valbuena (82′ Griezmann), Giroud (63′ Pogba), Benzema

    ARBITRO: Kupiers (Olanda)

    AMMONITI: Cabaye 88′

    Contro la Svizzera era andata in vantaggio con il solito Valencia, salvo poi farsi rimontare nei minuti di recupero, ieri sera prima è andata sotto e poi ha recuperato trovando i primi tre punti del Mondiale. L’Ecuador c’è soprattutto un grande Valencia; conquista la vittoria e ha raggiunto in classifica la Svizzera. Con l’Honduras è stata una gara aperta, equilibrata, giocata a viso aperto, anche se in alcune fasi spezzettata e , com’era lecito attendersi tra centro e sud-americani ricca di falli. Due allenatori colombiani e due approcci strategici diversi: alla fine il gioco della squadra di Rueda vince su quello fatto di lanci lunghi di Suarez.

    L’Ecuador ha iniziato il match con più intraprendenza, ma tutto sommato ha regnato l’equilibrio. La squadra di Rueda ha attaccato alternando le fasi di gioco su entrambe le fasce e con azioni corali; l’Honduras di Suarez ha risposto con la strategia dei calci lunghi per Costy e Bengston per creare imbarazzi ai due centrali di difesa sudamericani. Tra il 19′ e il 25′ Enner Valencia ha sprecato una buona occasione spedendo alto sopra la traversa e si è fatto intercettare l’assist che avrebbe spalancato la porta a Caicedo da Figueroa in un due contro due. Il primo guizzo vincente è arrivato alla mezzora: lancio lungo verso Costly. Guagua va di testa, crea un rimpallo e non riesce ad allontanare., ne approfitta cosi il numero 13 in maglia bianca che controlla e realizza l’1-0. Tre minuti dopo c’è Paredes a guidare la risposta sudamericana: in area arriva il suo cross teso che diventa l’assist per il gol di piattone di Enner Valencia.

    Enner Valencia
    Enner Valencia

     

    Il secondo tempo è meno divertente del primo. Occasioni prima per Bernandez, che spolvera il suo destro, da una parte e per Jefferson Montero, sempre veloce a sinistra. L‘Ecuador però sta meglio in campo, e soprattutto meriterebbe un rigore per scivolata di Figueroa su Caicedo che l’arbitro gli nega. Il vantaggio è rimandato di qualche minuto: punizione dal limite del sinistro di Ayovi, Valencia si è smarcato e ha completato la rimonta. La squadra di Suarez ha provato a buttarsi in avanti per cogliere il pareggio, sperando magari in un errore difensivo che però non è arrivato.

    HONDURAS-ECUADOR (1-1) 1-2

    Honduras (4-4-2): Valladares; Beckeles, Bernardez, Figueroa, Izaguirre (46′ Garcia); Claros, J.C.Garcia (82′ Garcia), Garrido (70′ Martinez), Espinoza; Bengtson, Costly

    Ecuador (4-4-2): Dominguez; Paredes, Erazo, Guagua, W. Ayovi; A. Valencia, Minda (83′ Gruezo), Noboa, Montero (91′ Achiller); Caicedo (82′ Mendez), E. Valencia.

    ARBITRO: Williams (Australia)

    AMMONITI: Bernandez; Bengston; Valencia A. Valencia E.; Montero

  • Mondiali 2014: sorride la Costa Rica, Italia da rivedere

    Mondiali 2014: sorride la Costa Rica, Italia da rivedere

    La Costa Rica conquista, con la vittoria di misura ai danni dell’Italia, i tre punti, il primato nel gruppo D ai Mondiali 2014 e il pass per gli ottavi di finale. All’Italia, per superare il turno, serve almeno un pareggio. La squadra di Prandelli delude, crea poco e subisce la tattica della Nazionale di Pinto.

    L’Italia perde meritatamente, giocando male; dopo l’ottimo esordio contro l’Inghilterra, capitola al cospetto della Costa Rica e complica la sua avventura al Mondiale brasiliano. E quello che più preoccupa è la prestazione degli azzurri: lenti, apatici, poco pericolosi, capaci di tirare in porta solo quattro volte in 90 minuti. La nazionale ha fallito sotto tutti i punti di vista: fisico, tattico, tecnico, mentale, come atteggiamento. I cambi Cassano, Cerci e Insigne non hanno provocato l’effetto sperato: tutti ampiamente sotto i loro standard abituali. La formazione iniziale schierata da Cesare Prandelli non ha convinto, con un Thiago Motta impresentabile e un Abate timidissimo sulla destra.

    La Costa Rica non ha rubato nulla, si è giocata onestamente la partita ed ha vinto, trovando un’insperata qualificazione agli ottavi di finale. Un’impresa vera che nessuno alla vigilia della competizione pronosticava.

    Ma nell’ultima partita contro l’Uruguay basterà un pareggio per centrare gli ottavi: la squadra di Pinto è qualificata e quasi certa del primo posto, Inghilterra eliminata.

    Oggi non è una consolazione, ma contro l’Uruguay un pareggio sarà sufficiente agli azzurri per andare agli ottavi di finale. Conta, infatti, la differenza reti in caso di arrivo a 4 punti: i sudamericani hanno perso con due gol di scarto contro la Costa Rica, l’Italia con uno.

    L'esultanza dei calciatori della Costa Rica
    L’esultanza dei calciatori della Costa Rica

    L’Italia parte malissimo. Irretita, lenta, prevedibile, intimorita. Il 4-1-4-1 del primo tempo non funziona. Troppo legati alle invenzioni del sempre geniale Pirlo, gli azzurri faticano a creare e soffrono il pressing asfissiante dei centroamericani. L’Italia le avrebbe le occasioni per andare in vantaggio ma, in entrambi i casi, Mario Balotelli, non riesce a battere  Keylor Navas. Prima sbaglia il pallonetto a tu per tu con il portiere, poi calcia bene, ma viene stoppato dal numero 1 della Costa Rica. Al 44′ l’Italia viene graziata, dall’arbitro, che non fischia un rigore netto per fallo di Chiellini su Campbell lanciato a rete. Un minuto dopo il Costa Rica passa: cross da sinistra di Diaz, Chiellini perde ancora la marcatura di Ruiz che di testa mette alle spalle di Buffon grazie anche all’aiutino della traversa.

     

    Nella ripresa la Costa Rica difende ordinata, mette ripetutamente in fuorigioco gli azzurri, è attenta su ogni azione e si conferma pronta a colpire in contropiede. Prandelli inserisce subito Cassano, poi Insigne e Cerci. Ma, incredibile, a fare possesso è la Costa Rica e l’Italia non riesce a creare una sola palla gol. Passaggi sbagliati, condizione fisica approssimativa, confusione. La freschezza manca e la Costa Rica, senza nemmeno faticare troppo, porta a casa i tre punti che le permettono di fare la storia. Per l’Italia c’è ancora speranza, ma serve un’altra Italia.

    ITALIA-COSTA RICA (0-1) 0-1 (44° Ruiz)

    ITALIA (4-1-4-1): Buffon, Abate, Barzagli, Chiellini, Darmian; De Rossi; Candreva (57′ Insigne), Pirlo, Thiago Motta (46′ Cassano), Marchisio (69′ Cerci); Balotelli

    COSTA RICA (5-4-1): Navas; Gamboa, Acosta, Gonzales G., Umana, Diaz; Ruiz (81′ Brenes), Borges, Tejeda (67′ Cubero), Bolanos; Campbell (74′ Urena)

    ARBITRO: Osees (Cile)

    AMMONITI: Balotelli; Cubero

  • La doppietta del Pistolero Suarez stende l’Inghilterra

    La doppietta del Pistolero Suarez stende l’Inghilterra

    Meno di un mese fa l’infortunio al ginocchio, con susseguente operazione, sembrava averlo messo fuori gioco. Questa sera Tabarez ha avuto bisogno di lui per mantenere vive le speranze mondiali dell’Uruguay e Luis Suarez non solo ha risposto presente ma è stato protagonista assoluto del successo contro l’Inghilterra.

    Luis Suarez
    Luis Suarez

    Suarez con la sua strepitosa doppietta rilancia le ambizioni dell’Uruguay inguaiando l’Inghilterra di Hodgson alla quale non è bastato il primo gol mondiale di Rooney ed adesso alla nazionale dei tre leoni rimane soltanto una minima speranza: battere Costa Rica, magari con diversi gol di scarto e confidare in due successi dell’Italia.

    Come detto Tabarez inserisce Suarez al posto di Forlan al fianco di Cavani, Gimenez in difesa per lo squalificato Lugano e Lodeiro e Gonzalez in mediana.

    Hodgson conferma il 4-2-3-1 inserendo gli stessi 11 giocatori visti nella gara con l’Italia.

    Si parte e nei primi minuti ci sono poche emozioni, se si eccettua una punizione di Rooney fuori di poco a Muslera battuto al 9° ed una conclusione qualche minuto dopo poco sopra la traversa con Rodriguez. Al 27° Cavani dopo uno schema da corner va al tiro, palla alta di poco. La risposta inglese arriva con Rooney che da due passi centra la traversa con un colpo di testa su punizione di Gerrard. Al 38° però l’Uruguay passa in vantaggio, perfetto cross di Cavani e colpo di testa vincente del Pistolero Suarez. Nel finale di tempo rabbiosa reazione inglese ma il risultato non cambia, l’Uruguay va al riposo avanti di un gol.

    Nella ripresa si riparte senza cambi ma con l’Uruguay ancora all’attacco, un riflesso di Hart salva i suoi al 48° dal corner di Suarez. Al 51° errore clamoroso di Cavani che imbeccato perfettamente da Lodeiro, davanti ad Hart calcia a lato. Passano due minuti occasione enorme per Rooney che dentro l’area si libera e calcia ma Muslera sfodera una gran parata e l’Uruguay mantiene il vantaggio. Al 75° arriva il pareggio inglese, azione personale di Johnson che poi mette in mezzo per Rooney che da due passi supera Muslera. La Celeste incassa il colpo e rischia grosso ma al 84° ci pensa nuovamente Suarez a togliere le castagne dal fuoco: lungo lancio di Muslera, Gerrard contrasta Cavani e sfiora di testa la palla che finisce sui piedi di Suarez che una volta entrato in area non lascia scampo ad Hart per il gol del definitivo 2-1.

     

    URUGUAY – INGHILTERRA 2-1 (1-0) (38°, 84° Suarez (U), 75° Rooney (I))

    URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, Pereyra; Gonzalez (78° Fucile), Rios, Lodeiro (67° Stuani), Rodriguez; Cavani, Suarez (87° Coates)

    Allenatore: Tabarez

    INGHILTERRA (4-2-3-1): Hart; Johnson, Cahill, Jagielka, Baines; Henderson (87° Lambert) Gerrard; Welbeck (71° Lallana), Rooney, Sterling (64° Barkley); Sturridge

    Allenatore: Hodgson.

    Arbitro: Velasco Carvalho

    Ammoniti: Godin (U), Gerrard (I)

  • Brasile 2014: sorridono l’Olanda e Croazia

    Brasile 2014: sorridono l’Olanda e Croazia

    A Porto Alegre nella sfida valida per il gruppo B dei Mondiali di Brasile 2014 l’Olanda porta a casa altri tre punti che significano qualificazione quasi al sicuro Ma la banda di Louis Van Gaal soffre e anche tanto contro un’ottima Australia, che però saluta il Mondiale.

    Nei primi minuti la partita è molto bloccata. Una buona Australia ferma l’Olanda senza grosse difficoltà. Al 19′ vantaggio dell’Olanda: Robben si invola verso la porta e di sinistro mette dentro in diagonale. Al 21′ pareggio Australia: Cahill fa un gol bellissimo. cross da lontanissimo per lui che, al volo di sinistro, la mette sotto la traversa. Al 31′ è Bresciano ad avere la palla del vantaggio per i canguri: Leckie inventa ancora sulla destra, mette dentro rasoterra per il tiro di Bresciano che però mette alto. Al 32′ è ancora Australia: punizione dalla tre quarti, palla in mezzo per Martins Indi che sbaglia il fuorigioco e Spiranovic da due passi appoggia al portiere.

    Australia-Olanda

    Al 50′ conclusione di Sneijder che tira da fuori area, Ryan in tuffo mette in corner. Al 53′ mano di Jaanmat in area su cross di Bozanic. l’arbitro fischia il rigore; Jedinak realizza dal dischetto portando l’Australia avanti per 2-1. Al 56′ pareggio dell’Olanda con Van Persie realizza la rete del pareggio grazie a un assist di Debay. Un minuto dopo occasione per Robben che si invola sulla fascia e prova il diagonale ma arriva addosso a Ryan che blocca. Al 66′ occasione Australia con Leckie che commette un erroraccio, Oar gli serve la palla molto bene e l’esterno la gira in porta di petto. Il portiere ringrazia e blocca. Al 67′ arriva al 3-2 l’Olanda con Depay con un tiro da 25 metri del neo entrato, Ryan non perfetto e la palla entra. Al 75′ conclusione di De Jong ma blocca Ryan.

    AUSTRALIA-OLANDA 2-3

    AUSTRALIA (4-2-3-1): Ryan; Mcgowan, Davidson, Wilkinson, Spiranovic; Jedinak, Mckay; Leckie, Ora (76′ Taggart), Bresciano (52′ Bozanic); Cahill (67′ Halloran)

    OLANDA (5-3-2): Cilessen; Vlaar, De Vrij, Martins (45′ Depay), Blind, Janmaat; De Jong, De Guzman (78′ Wijnaldum), Sneijder; Robben, Van Persie (86′ Lens)

    ARBITRO: Haimoudi (Algeria)

    AMMONITI: 42′ Cahill; 47′ Van Persie;

    All’ Arena da Amazônia, Manaus  nella seconda partita del gruppo A la Croazia non sbaglia: rifila un poker al Camerun con le reti dei compagni al Wolfsburg Olic e Perisic e la doppietta di Mandzukic. Gli africani, in dieci dal 40′ per l’ingenua espulsione di Song, abbandonano il Mondiale con una gara di anticipo.
    La Croazia c’è e risponde presente e rifila il pesante passivo per 4-0 ad un Camerun deludente, rassegnato al ruolo di comparsa nel proprio ostico girone. Serviva un successo della squadra di Kovac: che è scesa in campo consapevole di avere mezzi tecnici superiori a quelli degli avversari e forse ancora con il dente avvelenato in riferimento per il match perso contro il Brasile all’esordio. Quattro gol al Camerun e partita mai in discussione contro una squadra che dura giusto una manciata di minuti e poi si arrende.

    croazia.camerunAl 10′ primo pericolo per il Camerun, lancio di Corluka per Mandzukic che trova la sponda per Olic, ma gli allunga troppo la palla e comunque chiude bene Mbia. Al 11′ vantaggio della Croazia, della destra il pallone di Srna verso Mandzukic il quale viene fermato, sul rimpallo va Perisic di controbalzo, è l’assit per Olic che segna a porta vuota: è 1-0. Al 16′ occasioneper il raddoppio Croazia: altro cross da destra di Srna per Mandzukic ma arriva la chiusura di Mbia che mette in angolo. Un minuto dopo è Olic ad andare vicino al raddoppio: rimpallo in area, la tocca Perisic col basso ventre, poi per poco l’attaccante esterno non riesce a battere per la seconda volta Itandje. Al 37′ è Perisic di testa direttamente da calcio d’angolo il giocatore del Wolfsburg tenta l’inzucccata palla alta. Al 40′ il Camerun resta il 10 per l’espulsione di Song a cusa di un pungo sulla schiena ai danni di Mandzukic.

    Al 48′ minuto raddoppio Croazia: azione personale di Perisic che recupera palla a centrocampo, se la allunga di testa, brucia Nounkeu e in area batte Itandje i uscita. Al 50′ vicino al gol Mandzukic grazie a un bellissimo assist di Sammir, a tu per tu con Itandje prova il tocco sotto ma non trova la porta. Al 61′ 3-0: calcio d’angolo di Pranjic, stacco di Mandzukic e rete. E’ il 73′ quando la Croazia fa poker: proprio il neo entrato Eduardo crea i presupposti per la doppietta di Mandzukic, sinistro respinto da Itandje e tap-in di Mandzukic. Al 81′ splendida giocata di Kovacic, filtrante sulla corsa di Eduardo che rientra e prova il sinistro, murato, sulla ribattuta Srna vede respinto il suo tiro.Al 88′ Rakitic fallisce il 5-0: lancio lungo per Rebic che evita il suo marcatore e la passa davanti alla porta al compagno neo-acquisto del Barcellona che prova il pallonetto ma Itandje ma la spedisce di poco fuori.Al 89′ occasione Camerun: Assou-Ekotto crossa col sinistro verso Webò che va di testa ma grandissima parata di Pletikosa che dice no al primo gol nel torneo del Camerun.

    CAMERUN-CROAZIA  0-4

    CAMERUN (4-3-3): Itandje; Mbia, N’koulou, Chedjou( 46′ Nounkeu), Assou-ekotto; Song, Enoh, Matip; Moukandjo, Aboubakar(70’Webo), Choupo-Moting (75′ Salli)
    CROAZIA ( 4-2-3-1): Pletikosa; Srna, Lovren, Corluka, Pranjic; Modric, Rakitic; Perisic(78′ rebic), Sammir(71′ Kovacic), Olic(69’Eduardo); Mandzukic
    ARBITRO: Proenca (Portogallo)
    MARCATORI: 11’Olic; 48′ Perisic; 61′ e 73′ Mandzukic
    AMMONITO: Eduardo
    ESPULSI: Song