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  • Nba, vittorie importanti per Lakers e Thunder, cadono i Boston Celtics

    Nba, vittorie importanti per Lakers e Thunder, cadono i Boston Celtics

    Otto le gare disputate nella notte in Nba nelle quali spiccano le vittorie convincenti di Lakers e Thunder trascinati dai rispettivi leader, Kobe Bryant e Kevin Durant, che hanno realizzato un tripla doppia decisiva ai fini del risultato rispettivamente contro Houston e Golden State.

    Allo Staples Center i Los Angeles Lakers hanno liquidato i giovani Rockets con un secco 119-108. Grande protagonista del match il solito Kobe Bryant, sebbene non al meglio della forma fisica, il quale è stato autore di una prova super condita da una tripla doppia da 22 punti, 11 rimbalzi e 11 assist. Ottima la prova di tutto il quintetto gialloviola finito in doppia cifra guidati dal top scorer di serata Dwight Howard autore di 28 punti e 13 rimblazi, ma importante è stato anche l’apporto di Pau Gasol (17 punti), World Peace (15) e della giovane guardia Darius Morris, chiamata a sostituire l’infortunato Steve Nash, autore di 12 punti e 5 assist.
    Nei Rockets non bastano le buone prestazioni della stella James Harden, 20 punti per lui ma 7/18 dal campo, e di Chandler Parsons, che ha messo a segno 24 punti. Sottotono Jeremy Lin che ha chiuso la serata con 5 punti e 10 assist; Houston è così in calo dopo un positivo avvio di stagione trascinata da un sontuoso Harden ma sta dimostrando di avere inesperienza nel roster che potrebbe compromettere l’accesso ai playoff della squadra texana.

    Per la prima volta in carriera Kevin Durant mette a segno una tripla doppia, fermando il tabellino personale a 25 punti, 13 rimbalzi e 10 assist. La stella degli Oklahoma City Thunder continua a macinare prestazioni superlative contribuendo a segnare ma soprattutto a far segnare anche i suoi compagni, tra questi Westbrook (miglior realizzatore della serata con 30 punti) e Martin (23 punti per l’ex Rockets), che hanno beneficiato degli assist messi a referto dal numero 35. Nelle file dei Warriors si salvano solo Stephen Curry con 22 punti all’attivo e il merito di aver tenuto in gara gli ospiti fino a metà dell’ultimo quarto prima che Martin e Ibaka chiudessero i giochi, e David Lee autore di una doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi.

    Rajon Rondo – Boston Celtics | © Jared Wickerham/Getty Images

    Brutta caduta invece dei Boston Celtics sul parquet dei Detroit Pistons guidati da un ottimo Greg Monroe, autore di 20 punti. Ai Celtics non basta Rajon Rondo, autore di 12 punti e 10 assist, per avere la meglio al Palace of Auburn Hills, poichè i Pistons hanno concesso un misero 4/17 da tre alla squadra biancoverde, ottenendo una schiacciante vittoria dopo che la partita è stata in costante equilibrio per tre quarti di gara. Unica nota positiva della serata dei Celtics la striscia di Rondo che è alla 34esima gara in cui realizza almeno 10 assist e che potrebbe raggiungere il record di Magic Johnson fermo a 46 doppie consecutive.

    Vincono i Portland Trail Blazers contro i Chicago Bulls ancora orfani di Derrick Rose, grazie al solito Nicholas Batum che ha messo a segno 21 punti così come Wes Matthews, e all’importante apporto in fase realizzativa e difensiva di LaMarcus Aldridge, il quale ha chiuso la serata con 18 punti e 13 rimbalzi. Nei Bulls 5 giocatori in doppia cifra e un ottimo Nate Robinson con 18 punti che ha tentato invano di invertire la rotta del match a favore di Chicago dopo il +12 messo a segno da Batum a metà del quarto quarto, ma è arrivata la seconda sconfitta consecutiva dopo il ko in casa dei Clippers. Per Belinelli soltanto 2 punti messi a segno dalla lunetta in 19 minuti di gioco.

    Vittoria anche per i Toronto Raptors di Andrea Bargani che con i suoi 17 punti ha contribuito alla vittoria dei canadesi sugli Orlando Magic. Il Mago è stato protagonista di una buona prestazione nella quale ha messo a referto anche 5 rimbalzi e 2 stoppate, ma il migliore è stato senza dubbio DeRozan autore di 20 punti e 9 rimblazi. Da segnalare la grande prestazione di Calderon, autore di ben 18 assist ieri al Air Canada Center. Ai Magic non è bastata la doppia doppia di Glen Davis con 16 punti e 12 rimbalzi.

    I Brooklyn Nets, alla loro quinta vittoria di fila, hanno superato Sacramento nella trasferta californiana della quale è stato protagonista Blatche che con i suoi 22 punti ha permesso agli ex New Jersey Nets di avere la meglio sui Kings. Decisivo come sempre anche l’apporto di Deron Williams, autore di 14 punti e 10 assist, oltre che di 5 rimbalzi. Ancora una sconfitta per Sacaramento al quale non è bastata la grande prestazione di DeMarcus Cousins, autore di 29 punti e 7 rimbalzi.

    Netta vittoria, seppur non brillante, per i New York Knicks sugli Indiana Pacers. La franchigia blu-arancio voleva riscattare la sconfitta di Memphis, la prima in stagione, e ci è riuscita grazie al solito Carmelo Anthony, 26 punti per lui e al contributo difensivo di Tyson Chandler e di tutta la squadra, che ha costretto i Pacers ad un pessimo 3/16 dal campo. Per i gialloblu si salvano soltanto Paul George con 20 punti all’attivo e David West, autore di 14 punti.

    A Philadelphia i Sixers hanno battuto i Cleveland Cavaliers 86-79. Una vittoria ottenuto soltanto nelle battute conclusive del match grazie al parziale di 13-8 che ha permesso a Philadelphia di gestire un vantaggio di 9 punti ottenuto a pochi minuti dal termine. Ottimo l’apporto nella gara di Holiday, Young e Turner, con quest’ultimo che ha spezzato l’equilibrio e ha condannato i Cavs alla sesta sconfitta di fila, nonostante le buone prestazioni di Anderson Varejao (alla quinta doppia doppia in stagione) e di Tristan Thompson (14 punti per lui).

     

    RISULTATI NBA 18 nov 2012

    New York Knicks – Indiana Pacers 88-76
    NY: Anthony 26, Smith 13, Felton 11
    Ind: George 20, West 14, Hill 7

    Toronto Raptors – Orlando Magic 97-86
    Tor: DeRozan 20, Bargnani 17, Johnson 15
    Orl: Davis 16, Moore 16, Afflalo 15

    Philadelphia 76ers – Cleveland Cavaliers 86-79
    Phi: Turner 19, Holiday 14, Hawes 14
    Cle: Gee 17, Thompson 14, Varejao 14

    Sacramento Kings – Brooklyn Nets 90-99
    Sac: Cousins 29, Evans 21, Thornton 12
    Bro: Blatche 22, Williams 14, Brooks 14

    Oklahoma City Thunder – Golden State Warriors 119-109
    Okc:  Westbrook 30, Durant 25, Martin 23
    Gsw: Curry 22, Lee 19, Landry 14

    Detroit Pistons – Boston Celtics 103-83
    Det: Monroe 20, Maxiell 15, Stuckey 14
    Bos: Sullinger 16, Garnett 15, Pierce 13

    Portland Trail Blazers – Chicago Bulls 102-94
    Por: Batum 21, Matthews 21, Aldridge 18
    Chi: Robinson 18, Noah 16, Hamilton 15

    Los Angeles Lakers – Houston Rockets 119-108
    Lak: Howard 28, Bryant 22, Gasol 17
    Hou: Parsons 24, Harden 20, Patterson 14

     

  • NBA, buona la prima per Miami. Dallas sorprende i Lakers

    NBA, buona la prima per Miami. Dallas sorprende i Lakers

    E’ partita la stagione NBA 2012/2013 con 3 gare in programma nella notte, 2 delle quali dei veri e propri big match (Miami Heat-Boston Celtics e Los Angeles Lakers-Dallas Mavericks).

    Iniziamo la nostra analisi dalla partita di contorno ovvero Cleveland Cavaliers-Washington Wizards: la gara viene decisa dalla premiata ditta dei Cavs IrvingVarejao, con il rookie dell’anno della scorsa stagione capace di infilare ben 29 punti ed il centro che sfiora una sontuosa tripla doppia chiudendo con 9 punti, ben 23 rimbalzi (di cui 12 offensivi) e 9 assist (suo massimo in carriera). Grande contributo per i Cavaliers anche da Tristan Thompson che chiude in doppia doppia (12 punti e 10 rimbalzi) e dal rookie Dion Waiters che alla fine totalizza 17 punti e 3 recuperi. Dominio assoluto di Cleveland a rimbalzo, 54 a 39, ma gara che fino a 5 minuti dalla sirena ancora è in bilico sull’80 pari dopo che Washington recupera un passivo di 16 punti a partire dal terzo quarto (61-45). I Wizards però, ancora privi della stella John Wall ancora per circa un mese, sbagliano 14 dei 15 tiri finali una volta raggiunta la parità e così Irving e Varejao chiudono la pratica con un parziale di 14-4.

    E’ festa grande a Miami per la consegna degli anelli di campioni del Mondo ai giocatori degli Heat per la vittoria del campionato della scorsa stagione ai danni degli Oklahoma City Thunder nelle Finals NBA. Festa raddoppiata dal successo di LeBron James e compagni sui Boston Celtics nella gara di apertura. Partita ad alto punteggio ma con il passare dei minuti Miami prende il controllo delle operazioni anche grazie a Wade (che nel secondo quarto taglia il traguardo dei 15mila punti in carriera) e James che guidano gli Heat al 62-54 a metà gara. I padroni di casa provano a chiudere i conti nel terzo quarto (93-76 alla fine del periodo) e si portano sul 100-82 a 9 minuti e mezzo dal termine. James però deve rientrare negli spogliatoi per crampi, Boston ne approfitta per riportarsi in partita con un super Barbosa (16 punti solo nell’ultimo quarto) che riduce ad una manciata di punti il divario a 2 minuti dalla conclusione. Wade e Bosh però non tremano e dalla linea del tiro libero chiudono i giochi. James termina la sua partita con 26 punti, 10 rimbalzi, 3 assist e 2 recuperi in soli 28 minuti sul parquet (l’ultimo periodo in campo solo 3 minuti prima del suo rientro anticipato negli spogliatoi), Wade top scorer con 29 punti, doppia doppia per Bosh da 19 punti e 10 rimbalzi, positive le prove dei nuovi arrivi Ray Allen (19 punti per il grande ex) e Rashard Lewis (10). Per i Celtics 23 punti di Pierce, 15 di Bass, 16 di Barbosa e grande gara di Rondo con 20 punti, 7 rimbalzi e 13 assist, in ombra Garnett con soli 9 punti che non saluta nè all’inizio e nè a fine match l’ex compagno Ray Allen.

    LeBron James dei Miami Heat riceve l’anello di campione de Mondo | © Chris Trotman/Getty Images

    La sorpresa della notte arriva direttamente da Los Angeles: i Dallas Mavericks (privi del leader Dirk Nowitzki fermo per infortunio e di una pedina chiave come il centro Kaman) espugnano con pieno merito il parquet dei Lakers per 99-91. Dopo 8 KO di fila in preseason arriva ancora una sconfitta per l’armata gialloviola alla prima in campionato, i Lakers assomigliano ad un’accozzaglia di campioni più che ad una vera squadra, ma le cose dopotutto non potranno che migliorare nelle prossime partite e la franchigia di Los Angeles sarà comunque la squadra favorita nella Western Conference a raggiungere la finale NBA. Iniziano bene i Lakers che tirano quasi con il 60% dal campo nel primo quarto ma gli ospiti restano a contatto (29-25). E’ la panchina texana che rivolta la gara come un calzino e che permette a Dallas di chiudere avanti a fine primo tempo 48-46. Terzo quarto da incubo per i padroni di casa, Brand e Wright prendono il controllo delle operazioni, Collison in regia regala giocate d’autore e così i Mavs si portano 74-66 alla fine della terza frazione. I Lakers non riescono a reagire e sprofondano sul -16 (93-77) a 5 minuti dalla fine, Howard prova a caricarsi la squadra sulle spalle ma viene tradito dai tiri liberi (ne sbaglia 11 su 14) e così Dallas controlla la situazione e gestisce il vantaggio fino alla sirena. Per i padroni di casa panchina inesistente (17 punti contro i 37 di quella texana), 64 dei 91 punti totali arrivano da Bryant (22 punti con un ottimo 11/14 dal campo), Gasol (23 punti, 13 rimbalzi, 6 assist e 3 stoppate, di gran lunga il migliore dei suoi, unico in attivo anche nel conto del plus/minus) ed Howard (doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi ma con la pecca dei tiri liberi), male Nash (che si è spento dopo un buon avvio) e Jamison (5 miseri punti dalla panchina). I Mavs trionfano nonostante le assenze portando 6 uomini in doppia cifra, il migliore è Collison con 17 punti, seguìto da Wright con 14, Mayo con 12 e da un terzetto a quota 11 punti ciascuno ovvero Marion-Carter-Beaubois. Fondamentale nel successo ospite anche Brand con 8 punti ed 11 rimbalzi e note positive dal redivivo Eddy Curry, il giocatore più pesante della Lega che dopo qualche anno di inattività tra New York e Miami chiude con una buona prova sotto canestro da 7 punti e 4 rimbalzi in 17 minuti, impegnando anche Dwight Howard suo diretto rivale in campo.

    RISULTATI NBA 30 ottobre 2012

    Cleveland Cavaliers-Washington Wizards 94-84
    Cle: Irving 29, Waiters 17, Thompson 12
    Was: Crawford 11, Okafor 10, Ariza 9, Webster 9

    Miami Heat-Boston Celtics 120-107
    Mia: Wade 29, James 26, Allen 19, Bosh 19
    Bos: Pierce 23, Rondo 20, Barbosa 16

    Los Angeles Lakers-Dallas Mavericks 91-99
    Lak: Gasol 23, Bryant 22, Howard 19
    Dal: Collison 17, Wright 14, Mayo 12

  • NBA Eastern Conference, Miami in pole per il titolo

    NBA Eastern Conference, Miami in pole per il titolo

    Tra circa una settimana prenderà il via la stagione NBA 2012. Questa è una breve analisi del nuovo campionato che si preannuncia molto combattuto e come al solito molto emozionante. Iniziamo il nostro viaggio NBA partendo dalla Eastern Conference.

    ATLANTIC DIVISION

    Boston Celtics: Sarà una stagione dal doppio obiettivo per Boston, ovvero tentare l’ultimo assalto al titolo (ipotesi comunque difficile) ed al tempo stesso far crescere i giovani acquisiti tra Draft e mercato nelle ultime 2 annate, che saranno la colonna portante dei Celtics del futuro. In particolare occhi puntati su Jeff Green (che ritorna in campo dopo un anno di stop per problemi cardiaci) e Jared Sullinger che guideranno la truppa biancoverde nel prossimo decennio assieme al fenomenale playmaker Rajon Rondo. Importante sarà l’esperienza che porteranno Garnett e Pierce ma la perdita di Ray Allen, volato ai rivali degli Heat, è pesante nonostante l’acquisizione di un altro cecchino dal perimetro come Jason Terry.

    Brooklyn Nets: L’obiettivo per la prima stagione a Brooklyn è di migliorare il rendimento dello scorso anno e magari entrare nel novero delle 8 squadre che prenderanno parte ai playoff. Sfumato il sogno estivo Dwight Howard (che avrebbe reso i Nets una corazzata) le armi principali saranno Deron Williams e Joe Johnson (preso dagli Hawks), ma per puntare in alto il centro Brook Lopez sarà chiamato ad elevare e di molto il suo rendimento. Le speranze a Brooklyn passano dai suoi miglioramenti.

    New York Knicks: New York ha puntato decisamente sull’esperienza, molti veterani hanno deciso di accasarsi ai Knicks e proprio per questo ora New York ha uno dei roster più “anziani” della storia NBA. Gli acquisti di Camby, Thomas e Wallace rendono i Knicks una delle migliori squadre sotto canestro (si aggiungono a Stoudemire e Chandler), Carmelo Anthony dovrà trascinare i suoi compagni ai traguardi più alti e dimostrare di essere allo stesso livello delle “Stelle” LeBron James e Kevin Durant. Potrebbe pesare la perdita di Jeremy Lin, eroe della scorsa stagione, lasciato partire verso Houston. Al suo posto in cabina di regia il cavallo di ritorno Felton.

    Philadelphia 76ers: Perso Andre Iguodala (andato a Denver) è arrivato Andrew Bynum il che rende i Sixers una delle migliori squadre sotto canestro (al suo fianco giocherà Spencer Hawes capace di punire anche dalla distanza). L’assenza dell’ex capitano “A.I.”sarà mitigata da Evan Turner, decisamente in rampa di lancio. Holiday pronto a diventare uno dei migliori playmaker della lega. Con un pò di fortuna Philadelphia potrebbe togliersi tante soddisfazioni quest’anno.

    Toronto Raptors: Prosegue la ricostruzione graduale in Canada, Bargnani e compagni in questo torneo devono necessariamente migliorare il record dell’anno scorso. Le basi ci sono tutte, ma sembra improbabile un loro approdo alla post season, a meno che il nostro “Mago” non diventi un giocatore dominante su entrambi i lati del campo, in quel caso non sono escluse sorprese.

    CENTRAL DIVISION

    Chicago Bulls: Il punto focale della nuova stagione dei Bulls sarà il recupero di Derrick Rose, reduce da un grave infortunio al ginocchio negli scorsi playoff. Con il playmaker in piena forma Chicago sarà decisamente una delle più serie candidate al titolo, le fortune del team dell’Illinois passano dalle sue mani e dalle sue giocate. Sarà interessante vedere anche l’inserimento del nostro Marco Belinelli (dopo lungo corteggiamento finalmente approdato nella squadra che fu del grande Michael Jordan) nel sistema offensivo dei “Tori”. A meno di clamorosi crolli i Bulls non dovrebbero scendere dai primi 4 posti nella Eastern Conference.

    Cleveland Cavaliers: “errare umanum est, perseverare autem diabolicum” è un brocardo latino che evidentemente non conoscono in Ohio. Dopo aver sprecato la quarta scelta assoluta nello scorso Draft per un giocatore assolutamente normale come Tristan Thompson (dopo aver selezionato al numero 1 il fenomeno Irving) ecco che i Cavs ci sono ricascati. La quarta scelta del 2012 ha portato a Cleveland Dion Waiters (guardia di riserva a Syracuse in NCAA), chiamata incomprensibile vista l’abbondanza di talento presente nel Draft (forse uno dei migliori degli ultimi 25/30 anni). Il giocatore, sia chiaro, non è un brocco, ma neanche quell’atleta che sposta gli equilibri, come dovrebbe essere chi viene selezionato così in alto. Altra stagione perdente per i Cavaliers, sperando che poi nel prossimo Draft non vengano commessi i soliti vecchi errori.

    Detroit Pistons: Il processo di ricostruzione e di crescita dei Pistons procede decisamente bene. Il reparto lunghi ora è completo e annovera il talentuoso Greg Monroe ed il potentissimo rookie Andre Drummond un centro che può fare la differenza in partita ma che tira i liberi peggio di Shaq O’Neal. Buono anche il reparto di guardie/playmaker (da tenere d’occhio soprattutto Brandon Knight), mentre per fare il definitivo step verso l’alto serve un’ala piccola di livello assoluto, che probabilmente verrà selezionata al Draft dell’anno prossimo. Detroit potrebbe essere la mina vagante ad Est, in attesa di completare la squadra e ritornare nei piani alti della Lega.

    Indiana Pacers: Indiana ha mantenuto invariata l’ossatura della squadra che ha ben figurato lo scorso campionato. Proprio per questo i Pacers guardano alla nuova stagione con speranza, sarà difficile arrivare al titolo, ma per diventare campioni NBA tutti dovranno fare i conti con il team di Danny Granger, Roy Hibbert, David West e Paul George.

    Milwaukee Bucks: Ultima chiamata per la squadra del Wisconsin, un altro fallimento (lo scorso anno non furono raggiunti i playoff) non sarà più tollerato dalla dirigenza che eventualmente provvederà, in caso di ulteriori delusioni, a ricominciare da zero. Nel back court il punto forte dei Bucks con la coppia Jennings-Ellis potenzialmente da 50/60 punti a partita e 15/20 assist in combinata. Da valutare il settore lunghi, che con la perdita di Bogut (andato ai Warriors proprio per avere Monta Ellis) potrebbe essere il settore meno competitivo della franchigia. Importante aver rifirmato Ilyasova ma non può essere il turco il sostituto di Bogut, dovranno essere trovate valide alternative. Incombe sui Bucks anche il rischio trasferimento da Milwaukee con Seattle pronta ad accogliere la franchigia per ricreare i SuperSonics, una stagione perdente darebbe modo di far pensare proprio in questa direzione.

    Nba | foto tratta dal web

    SOUTHEAST DIVISION

    Atlanta Hawks: Scambiato volutamente il leader Joe Johnson (per abbassare il monte ingaggi) per gli Hawks la nuova stagione non dovrebbe essere ricca di soddisfazioni. Il team pare indebolito dal mercato anche se potenzialmente i playoff potrebbero essere raggiunti. Punto di forza della squadra il front court con Josh Smit ed Al Hordford. Ma quanto peserà ora la mancanza di un gran tiratore e giocatore talentuoso come lo era Johnson nel sistema offensivo di Atlanta? La risposta l’avremo sicuramente tra pochi mesi.

    Charlotte Bobcats: Dopo l’orrendo campionato 2011/2012, culminato con la peggiore percentuale di vittorie della storia NBA, i Bobcats guardano al futuro con un pò più di fiducia grazie all’acquisizione di Michael Kidd-Gilchrist, seconda scelta assoluta al Draft 2012, ala piccola con potenziale devastante sui 2 lati del campo, in grado di elevarsi ai livelli di Anthony, Durant e James (se tutto andrà per il verso giusto). Ovvio che il processo di crescita a Charlotte sia solo agli inizi, le “Linci” saranno una delle squadre più deboli della stagione, ma l’importante sarà far dimenticare l’ultimo torneo e porre le basi per un grande futuro (da valutare i progressi del lungo Biyombo). Jordan guarda al mercato di Seattle per aumentare gli introiti visto che in North Carolina il team non riscuote molto successo.

    Miami Heat: Sono ancora loro i favoriti di questo torneo, dopo aver vinto il campionato 2011/2012. La squadra è rimasta invariata con l’aggiunta di un fenomeno come Ray Allen che potrà dare un gran contributo con i suoi tiri da 3 punti (migliore cecchino della storia NBA). Resta un pò corto il reparto lunghi, con Bosh che probabilmente partirà da centro pur preferendo giocare da ala grande. In questo caso sono da valutare le voci che vorrebbero il centro Oden vicino agli Heat, con l’ex prima scelta assoluta al Draft del 2007 che ha recuperato dai milioni di guai fisici che lo hanno tormentato negli ultimi 5 anni. Sarebbe un innesto importante sotto canestro perchè se Oden riuscisse ad esprime almeno la metà del suo vero potenziale Miami diventerebbe imbattibile, considerando che in squadra ci sono 2 dei migliori 10 giocatori della Lega come Wade e James (che ormai è il numero uno indiscusso della NBA). Heat favoriti per il titolo ma non con così grande distacco dalle altre pretendenti.

    Orlando Magic: E’ facile pronosticare una stagione perdente per i Magic che dopo la cessione di Dwight Howard (ai Lakers, così come era successo una quindicina di anni fa con Shaquille O’Neal), centro leader indiscusso ad Orlando, hanno accumulato tantissime scelte nei prossimi Draft per ricostruire una squadra vincente. Saranno tempi durissimi nei prossimi 3 anni per i tifosi dei Magic, il team non appare in grado di superare, al momento, le 25 vittorie stagionali.

    Washington Wizards: Neanche il tempo di iniziare che per Washington arrivano subito brutte notizie con l’infortunio di John Wall. I Wizards non saranno una squadra competitiva e i playoff restano un miraggio, la ricostruzione ancora è nel pieno del suo svolgimento. Probabile che i capitolini saranno una delle peggiori 4-5 squadre della stagione, l’importante sarà far crescere i tanti giovani presenti nel roster e puntare a ritornare nei pian alti nei prossimi 2 anni.

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    NBA, Boston Celtics travolgenti a Milano. Sconfitti Heat e Lakers

    Nella seconda amichevole europea i Boston Celtics travolgono a Milano l’Emporio Armani per 105-75 in quella che sarà ricordata a lungo come una festa per il nostro basket con la visita nel capoluogo lombardo della squadra più titolata in NBA.

    Dopo la sconfitta subìta in Turchia appena 2 giorni fa al cospetto del super Fenerbahce di coach Simone Pianigiani i Celtics riprendono il loro cammino e schiantano la candidata numero 1 alla vittoria del campionato italiano, che dopo un buon primo quarto deve arrendersi alla superiorità degli americani.

    Doc Rivers, coach di Boston, vuole evitare altre figuracce, e parte con Rondo, Terry, Pierce, Garnett e Sullinger mentre Scariolo, che fu il primo italiano a vincere contro una squadra NBA guidando nel 2007 Malaga al successo su Memphis, risponde con Cook, Hairston Gentile, Fotsis ed Hendrix. I primi sorrisi del match sono biancorossi con una stoppata di Hairston su Terry e il primo canestro targato Gentile.

    Dopo il primo quarto i Celtics sono avanti 34-31 guidati da un grande Rondo che in 8 minuti piazza ben 15 punti senza errori al tiro, mentre Garnett pare in giornata no. Un parziale di 18-2 manda all’inferno Milano e porta il risultato sul 52-35 dopo 21 minuti di gioco. Al riposo lungo si va sul 55-42 ma nella ripresa non c’è la reazione dell’Olimpia che anzi affonda sempre di più a causa delle triple di Terry.

    L’ultimo quarto serve solo per testare le seconde linee ed alla fine il divario è di ben 30 punti, ma il pubblico sugli spalti è felice ed entusiasta lo stesso nonostante il KO. Per Boston ci sono 17 punti a testa di un grande Rondo e di un ottimo Green, 14 quelli di capitan Paul Pierce mentre per Bass, Terry e Lee ci sono 11 punti ciascuno, chiude a quota 0 invece l’altra “star” Kevin Garnett. Per Milano sontuosa doppia doppia di Bourousis (15 punti e 14 rimbalzi) mentre Gentile ed Hairston arrivano a quota 11.

    Boston Celtics vs EA7 Emporio Armani Milano | © Roberto Serra/Iguana Press/Getty Images

    Nelle altre partite della notte sorprendono i KO di Heat e Lakers: i campioni in carica di Miami cadono ad Atlanta (92-79) sotto i colpi di uno scatenato Josh Smith (21 punti). LeBron James gioca solo 23 minuti e colleziona 10 punti, 6 rimbalzi e 6 assist mentre il top scorer del team della Florida è Chris Bosh con 22 punti, 10 quelli messi a segno dal neo arrivato Ray Allen. I Californiani perdono il derby contro i Golden State Warriors, probabile mina vagante della nuova stagione NBA. A decidere il match è un mega parziale del team di Oakland in apertura di ripresa, un 35-0 che porta i Warriors dal -7 (56-49) al +28 (56-84) e consente ai gialloblu di chiudere il terzo quarto con un punteggio complessivo di 37-10. Nel 110-83 finale brillano David Lee (19 punti) e Thompson (18), il rookie Harrison Barnes ne segna 13 (assenti invece i degenti Bogut e Curry), tra i gialloviola 10 punti per Bryant (in campo 18 minuti), 5 punti e 3 assist per Nash (sul parquet per 14 minuti), assente invece l’altro nuovo acquisto Howard che sta recuperando dall’operazione alla schiena.

    Nelle rimanenti 2 partite ottime prove delle prime 2 scelte all’ultimo Draft: Michael Kidd-Gilchrist guida i Bobcats al successo su Washington con 12 punti, 6 rimbalzi e 3 recuperi, mentre Anthony Davis (la prima scelta assoluta) conduce gli Hornets al successo sui Magic con una prova da 8 punti, 8 rimbalzi e 2 stoppate.

  • NBA, il Fenerbahce di Pianigiani stoppa i Boston Celtics

    NBA, il Fenerbahce di Pianigiani stoppa i Boston Celtics

    E’ partita la stagione NBA: nella prima gara di preseason, valida tra l’altro per il Tour Europeo che la Lega americana di pallacanestro promuove ormai da qualche anno, il Fenerbahce del neo coach Simone Pianigiani a sorpresa batte i Boston Celtics di Kevin Garnett, Paul Pierce e Rajon Rondo per 97-91. Un successo meritato quello della formazione turca, capace di guidare con autorità la gara dall’inizio fino alla fine. Ed i tifosi gialloblu già sognano la conquista dell’Eurolega, con Simone Pianigiani che si è confermato, alla guida della squadra, come uno dei migliori tecnici del momento.

    Decisivi per il risultato finale 2 giocatori che Pianigiani conosce molto bene e che ha voluto ad ogni costo anche in Turchia dopo averli allenati alla Montepaschi Siena. Stiamo parlando di Romain Sato (acquistato dal Panathinaikos in coppia con il lungo Batiste) e di Bo McCalebb (giunto al Fenerbahce dai toscani assieme al centro David Andersen). Il lavoro del tecnico italiano già inizia a dare i suoi frutti e grazie al sontuoso budget messo a disposizione dalla società turca per il mercato, il Fenerbahce si presenta come una delle squadre protagoniste per la nuova stagione.

    Si tratta della settima sconfitta di una franchigia NBA nelle 4 edizioni dell’Europe Live Tour, mentre il C.T. azzurro è il secondo allenatore italiano a battere una squadra NBA dopo il successo del 2006 di Ettore Messina alla guida del CSKA Mosca contro i Los Angeles Clippers.

    C’è da dire che i Celtics hanno giocato per la maggior parte del match con la formazione di riserva ma ciò non toglie nessun merito al team turco capace di imbrigliare gli avversari e colpire rapidamente in contropiede.

    Il match è condotto quasi sempre dal Fenerbahce, in vantaggio sempre sulla doppia cifra. Gli uomini di Pianigiani controllano bene e solo nel finale rischiano di essere ripresi quando un incontenibile Jeff Green (ottimo il suo rientro dopo un anno di stop per risolvere i suoi problemi cardiaci) guida i Celtics sul -3 (94-91 a poco più di un minuto dalla sirena). A spegnere la rimonta biancoverde è la tripla del solito Sato che segna il 97-91 dal quale gli ospiti non si rialzano più.

    Kevin Garnett, Boston Celtics | © Christopher Pasatieri/Getty Images

    Sato è il top scorer del match con 24 punti con 8/14 dal campo di cui 4/4 dai 7 metri e 20 della distanza NBA). A ruota segue l’M.V.P. del match Bo McCalebb incontenibile con le sue taglienti incursioni (9/14 dal campo e 5 assist per 21 punti totali). Per i Celtics solo una comparsata iniziale per Kevin Garnett (6 punti in 15 minuti) e pochi spunti per Paul Pierce (8 con 3/9 dal campo in 26 minuti); tra le stelle della squadra di Doc Rivers impatto da protagonista per il solo Rajon Rondo (13 più 9 assist), ottimo l’impatto di Jeff Green (16 punti con 7/9 dal campo) e del rookie Jared Sullinger (16 punti e 8 rimbalzi in 26 minuti sul parquet).

    La preseason NBA prosegue oggi con 4 match in programma: alle 20 i Dallas Mavericks sfidano l’Alba Berlino in Germania mentre alle 2 di notte, negli States, i Memphis Grizzlies ospitano il Real Madrid e i San Antonio Spurs la nostra Montepaschi Siena. Match di contorno sarà invece quello tra Danilo Gallinari ed i suoi Nuggets che sfideranno i Clippers. Domenica pomeriggio (ore 18) i Celtics invece giocheranno a Milano contro la nostra Emporio Armani.

  • Marco Belinelli vicinissimo ai Chicago Bulls, Lee va a Boston

    Marco Belinelli vicinissimo ai Chicago Bulls, Lee va a Boston

    Marco Belinelli, guardia italiana che nelle ultime 2 stagioni ha militato nei New Orleans Hornets, è vicinissimo a vestire la maglia dei Chicago Bulls nella prossima stagione. Ad ore potrebbe esserci l’incontro per chiudere la trattativa, la squadra dell’Illinois così potrebbe sostituire il fortissimo tiratore da 3 punti Kyle Korver ceduto agli Atlanta Hawks. Sempre Chicago molto attiva sul mercato con la firma di Nazr Mohammed, centro veterano che andrà a sostituire (per 2 anni) il lungo turco Omer Asik, partito per Houston (triennale da 25 milioni di dollari che non sarà pareggiato).

    Minnesota rinforza il reparto lunghi con l’acquisizione di Greg Stiemsma dai Boston Celtics: il giocatore è restricted free agent ma la difficile situazione del salary cap dei Celtics non permetterà di pareggiare l’offerta dei Timberwolves per cui il giocatore può già considerarsi a Minnesota. Un arrivo importante per la squadra di Minneapolis che nei giorni scorsi ha dovuto rinunciare al francese Nicolas Batum, dato che Portland ha pareggiato l’offerta di quasi 50 milioni in 4 anni che i Timberwolves avevano proposto all’ala.

    Boston comunque si rafforza prendendo dai Rockets Courtney Lee (che voleva fortemente i Celtics per il rapporto di amicizia che lo lega a coach Doc Rivers) in uno scambio a 3 dove a Houston finiscono JaJuan Johnson, E’Twaun Moore, Sean Williams, una seconda scelta al prossimo Draft (da Boston), e Jon Diebler (da Portland). Ai Blazers invece come controparte dell’affare va Sasha Pavlovic ormai ex Celtics mentre Lee ha potuto firmare con i biancoverdi.

    I Denver Nuggets hanno ufficializzato la firma di Anthony Randolph. Il giocatore arriva dai Minnesota Timberwolves.

    Accordo tra Lakers e Jordan Hill con il lungo che guadagnerà 8 milioni di dollari in 2 stagioni.

    Shannon Brown resta ai Phoenix Suns con un biennale da 7 milioni complessivi. Kwame Brown, ex prima scelta assoluta dei Washington Wizards (una delle peggiori della storia tra l’altro) ha firmato con i Sixers.

    Marco Belinelli © Doug Pensinger/Getty Images

    I Golden State Warriors sono alla ricerca di un lungo sul mercato ed hanno mostrato interesse per Carl Landry e Kenyon Martin, ma stando alle ultime indiscrezioni provenienti dalla Baia di Oakland anche il russo Andrei Kirilenko è finito nel mirino dei Warriors. Il russo, attualmente sotto contratto con il CSKA Mosca, rappresenterebbe un’ottima alternativa a David Lee, ala grande titolare dei Warriors. Per la difesa di Golden State sarebbe inoltre un’aggiunta preziosa e la dirigenza ci sta pensando seriamente. Kirilenko ha ricevuto anche un’offerta dai Brooklyn Nets del magnate russo Prokhorov.

    L’ultima notizia riguarda un giocatore del campionato italiano: i San Antonio Spurs infatti sono molto ad interessati a Bo McCalebb. Il folletto della Montepaschi Siena, fortemente inseguito da Fenerbahce e Unics Kazan, potrebbe finire alla corte di Gregg Popovich. L’ostacolo per i neroargento potrebbe essere il sontuoso buyout richesto da Siena, ben 550 mila dollari per lasciarlo partire, ma non è escluso che si riesca a limare la cifra con un incontro tra le parti. Quello di McCalebb sarebbe un gran colpo per i texani dato che in Europa il playmaker naturalizzato macedone ha dimostrato di essere di gran lunga il  migliore ed il più forte giocatore di basket del Vecchio Continente.

  • NBA, Ray Allen a Miami. Lin tentato dai Rockets, Kidd ai Knicks

    NBA, Ray Allen a Miami. Lin tentato dai Rockets, Kidd ai Knicks

    Continua a regalare emozioni il mercato NBA: Ray Allen, svincolatosi a fine stagione dai Boston Celtics, passa ai neo campioni dei Miami Heat. Il 37enne Allen, migliore tiratore da 3 punti nella storia della Lega, ha accettato un triennale da 9,5 milioni offertogli dal team della Florida, lasciando sul tavolo il biennale da 12 milioni che gli offrivano i Celtics, a cui era approdato nel 2007 vincendo il titolo alla prima stagione ma con cui i rapporti si erano guastati nell’ultima stagione, dato che la guardia tiratrice era dapprima stata quasi ceduta nell’ultimo giorno di mercato e poi era finita in panchina per lasciare posto nel quintetto titolare ad Avery Bradley. Allen è stato in visita a Miami giovedì, ha parlato con Pat Riley, coach Spoelstra ed Alonzo Mourning, poi è tornato a casa a riflettere. E ha deciso di accettare la corte di Miami, anche dopo una chiacchierata amichevole con LeBron James e Dwyane Wade.

    Ma gli Heat non si fermano qui perchè nel fine settimana è in programma un incontro con Marcus Camby, centro 38enne ma dal rendimento sempre elevato, che nell’ultima parte di stagione a Houston ha viaggiato a 7,1 punti e 9,3 rimbalzi di media in 19 partite. Camby però è nel mirino anche di New York (incontro già fissato, con i Knicks che trattano anche Jared Jeffries come alternativa), Dallas e San Antonio.

    A proposito di New York Knicks è ufficiale l’ingaggio del playmaker veterano Jason Kidd. Kidd, 39 anni, ha firmato un contratto triennale da 9 milioni di dollari complessivi, voltando le spalle alla sua ex squadra, i Dallas Mavericks, con i quali sembrava dovesse proseguire la sua avventura.

    Houston prova a strappare Jeremy Lin ai Knicks: accordo raggiunto sulla base di 4 anni per quasi 29 milioni di dollari totali. Ora la palla passa a New York che dovrà decidere se pareggiare l’offerta e trattenere il giocatore (dato che è restricted free agent) oppure dare il via libera ai Rockets per tenersi il play di origini taiwanesi. Dalle ultime indiscrezioni però pare che la squadra della Grande Mela tratterà Lin per farlo crescere proprio assieme a Jason Kidd che farà da “chioccia”.

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Houston cede ai Raptors Kyle Lowry per una prima scelta futura e Gary Forbes (forse un pò troppo poco per il valore del giocatore). Intanto i texani puntano Raymond Felton, Ramon Sessions e l’ex Aaron Brooks di ritorno dalla Cina.

    Sta per chiudersi la trattativa tra Boston e Jeff Green, il lungo che ha perso tutta la stagione 2011/12 per un intervento al cuore. Le due parti sarebbero vicine ad accordarsi per un quadriennale da 40 milioni. Green, che Boston scelse al Draft 2007 spedendolo subito ai Seattle SuperSonics in cambio di Ray Allen, è approdato ai Celtics nel febbraio 2011 nella trade che ha portato Kendrick Perkins ad Oklahoma City, viaggiando a 9,2 punti di media nelle 26 partite giocate in Massachusetts. Con Green i Celtics completerebbero la rivoluzione del reparto lunghi, che conta sui ritorni di Garnett e Bass (rinnovati i contratti) e sugli innesti dal Draft di Jared Sullinger e Fab Melo.

    Lieto ritorno nella NBA: Brandon Roy, che si era ritirato un anno fa per i problemi alle ginocchia, sceglie i Minnesota Timberwolves. Per la guardia biennale da 10.4 milioni di dollari ed assieme a lui potrebbe arrivare a Minneapolis anche Nicolas Batum, restricted free-agent, che ha accettato un’offerta quadriennale da 45 milioni chiedendo esplicitamente alla dirigenza di Portland di non pareggiarla o, quantomeno, di imbastire una sign and trade con Minnesota. I Blazers però pareggeranno l’offerta e tratterranno Batum (secondo le ultime voci).

    Notizie di contorno: Brand è stato tagliato dai Sixers con la clausola Amnesty e sarebbe vicino ai Mavs, sempre Philadelphia acquista Nick Young dai Clippers e dà l’addio a Louis Williams. Proprio i Clippers, perso Young, rifirmano Billups e si assicurano Jamal Crawford. Infine i Magic prolungano il contratto del play Nelson e sono in attesa dell’offerta dei Nets per Howard: possibile che per sbloccare la trattativa serva un terzo team coinvolto nello scambio (si parla dei Milwaukee Bucks) e poi “Superman” potrà volare a Brooklyn!

  • NBA, Garnett resta ai Celtics. Griffin rinnova con i Clippers

    NBA, Garnett resta ai Celtics. Griffin rinnova con i Clippers

    Si è aperto ufficialmente il mercato NBA, e subito ci sono state le prime mosse delle squadre in vista della nuova stagione. I protagonisti di questa prima giornata sono stati i Boston Celtics ed i Los Angeles Clippers mentre rumors importanti arrivano da Toronto e  da Dwight Howard.

    Andiamo con ordine: la prima notizia giunge da Boston dove il general manager Danny Ainge e l’ala grande Kevin Garnett hanno trovato l’accordo per la prosecuzione del rapporto. Garnett rimarrà un Celtics per i prossimi 3 anni e percepirà un compenso totale di 34 milioni di dollari (poco più di 11 milioni a stagione). L’ex Minnesota Timberwolves diventa così il giocatore più pagato nella storia dell’intera NBA con 322 milioni di dollari complessivi in carriera e supera il precedente primato di Shaquille O’Neal fermo a quota 293. Garnett, 36 anni, è stato l’uomo in più dei Celtics negli ultimi playoff giocati ad una media di 19.2 punti e 10.3 rimbalzi ma la corsa di Boston si è interrotta nella Finale di Eastern Conference al cospetto dei futuri campioni dei Miami Heat.

    Sempre in Massachusetts si sta pensando di rinnovare il contratto a Ray Allen (corteggiato da Miami e Phoenix), mentre c’è ottimismo sulla situazione di Jeff Green. Ainge punta a formare un team con il giusto mix di giovani e “vecchi” dove i veterani potranno dare una mano ai più giovani a diventare le stelle del futuro dei biancoverdi: Rondo, Bradley, Green ed i 2 rookie Sullinger e Melo saranno le colonne portanti dei Celtics nei prossimi anni.

    Blake Griffin rinnova il contratto con i Los Angeles Clippers in scadenza nel 2013: il lungo resterà in California fino al 2018 per un compenso di 95 milioni di dollari. Estensione offerta anche all’altra Star della squadra, ovvero Chris Paul (20 milioni dollari a stagione per 3 anni) ma il playmaker più forte della Lega ha preso qualche giorno di tempo per decidere.

    Si muovono anche i vice campioni degli Oklahoma City Thunder, il coach Scott Brooks prolunga il suo rapporto per altri 4 anni per 4 milioni di dollari a stagione. Ora per il G.M. Presti arriveranno le” grane” Harden ed Ibaka: il rinnovo dei 2 giocatori, pezzi fondamentali nello scacchiere dei Thunder, è problematico (i 2 giocatori chiedono contratti molto alti) ma Presti potrebbe riuscire anche a trattenerli entrambi.

    Kevin Garnett, Boston Celtics | © Christopher Pasatieri/Getty Images

    Voci importanti anche dal Canada dove i Toronto Raptors sembrano vicini al 2 volte M.V.P. della Lega Steve Nash: il playmaker dei Suns vorrebbe tornare in Patria ed i Raptors offrono un contratto triennale da 36 milioni do dollari complessivi (12 a stagione). Nash, 38 anni, rinforzerebbe notevolmente il team di Andrea Bargnani.

    Dwight Howard è sempre più lontano dagli Orlando Magic: il centro più forte della NBA vuole andare ai Brooklyn Nets (in questo modo i Nets potrebbero rifirmare anche Deron Williams che vuole giocare in una squadra competitiva). Intanto il general manager trova l’accordo con Gerald Wallace che continuerà a giocare nella franchigia del proprietario russo Prokhorov per altri 4 anni per 10 milioni di dollari a stagione.

    Minnesota è interessata all’ala dei Blazers Nicolas Batum (pronto un contratto da 50 milioni di dollari che però Portland potrà pareggiare e trattenere il giocatore). Allo stesso modo i Pacers proveranno a trattenere il centro Roy Hibbert (pareggiando ogni eventuale offerta), inseguito proprio dalla squadra dell’Oregon che sembra disposta a concedere al giocatore addirittura il massimo salario disponibile.

    Ultime news da Houston e Phoenix: i Rockets avrebbero trovato l’accordo per il centro dei Bulls Omer Asik. Per lui 25 milioni di dollari in 3 anni, ora la palla passa a Chicago che avrà tempo 3 giorni per decidere se pareggiare l’offerta (e trattenere il giocatore) o rinunciare alle sue prestazioni. I Suns invece sono interessatissimi a Michael Beasley che andrebbe a colmare la lacuna nel ruolo di ala piccola in Arizona.

  • I Boston Celtics sfideranno l’Olimpia Milano il 7 ottobre 2012

    I Boston Celtics sfideranno l’Olimpia Milano il 7 ottobre 2012

    E’ ufficiale: la NBA ha reso noto che i Boston Celtics, 17 campionati vinti nella Lega americana di pallacanestro, la squadra più titolata degli stati Uniti, sfideranno in amichevole l’Emporio Armani Milano il 7 ottobre 2012 al Forum di Assago. E’ il ritorno della NBA in Italia, a 2 anni di distanza dal clamoroso successo della partita di precampionato che vide i New York Knicks di Danilo Gallinari e Mike D’Antoni essere ospitati proprio dall’Olimpia.

    L’appuntamento, molto atteso dai tifosi italiani, si inserisce nell’NBA Europe Live Tour 2012 che va sempre più definendosi: si parte il 5 ottobre ad Istanbul, per la sfida tra il Fenerbahce del neo allenatore Simone Panigiani ed i Boston Celtics, il 6 ottobre a Berlino gara tra l’Alba e gli ex campioni in carica dei Dallas Mavericks del leader tedesco Dirk Nowitzki. Il 7 ottobre la già citata sfida tra Milano e Boston, si chiude in Spagna dove ci sarà l’ultima partita tra Dallas ed una squadra ancora da definire ma in queste ore dovrebbe arrivare anche quest’ultima conferma.

    “Siamo orgogliosi di essere una delle 4 squadre di Eurolega scelte per competere contro i team NBA, a dimostrazione del livello di credibilità raggiunto dal nostro club e il prestigio di cui Milano e il pubblico di Milano godono a livello mondiale. Lo consideriamo un premio anche per i nostri tifosi che hanno riempito il Forum, uno dei pochi impianti italiani che rispettino le norme Eurolega, in occasione della finale scudetto, dopo che in 2 anni l’affluenza media nelle gare di Eurolega è quasi raddoppiata”.

    Boston Celtics | © Jim Rogash/Getty Images
    Queste le parole del presidente Livio Proli. Sergio Scariolo, coach della nazionale iberica e dell’Emporio Armani già si pregusta l’evento:

    “E’ sempre un piacere giocare contro le squadre NBA, cosa che mi è capitata altre volte in carriera. Sopratutto per una parte dei giocatori il livello di motivazioni è altissimo. Inoltre questo evento ci permetterà di rinsaldare ulteriormente il rapporto con i nostri tifosi cementato durante gli ultimi playoff”.

    Evento da non perdere dunque, si presume che i biglietti saranno polverizzati in poche ore come già successo in passato.

  • Boston KO, Miami vola in Finale NBA contro i Thunder

    Boston KO, Miami vola in Finale NBA contro i Thunder

    Alla fine i Miami Heat ce l’hanno fatta: nella decisiva gara 7, e dopo essere stato con le spalle al muro nella serie, il team della Florida ha battuto i Boston Celtics per 101-88 staccando il pass per la Finale NBA 2012 dove affronterà gli Oklahoma City Thunder.

    Non è bastato agli ospiti un grande cuore ed un grande orgoglio che ha permesso agli uomini di coach Doc Rivers di stare davanti nel punteggio per quasi 3 quarti di gara (ad un certo punto erano anche 11 i punti di vantaggio dei Celtics, con il provvisorio 49-38). Alla fine la stanchezza e l’età avanzata dei giocatori chiave ha inciso ed è risultata decisiva. Sorridono invece gli Heat e tutte le sue stelle, che si riconfermano campioni della Eastern Conference. Ci sarà da completare l’opera nella prossima Finale NBA, per spazzare via il brutto ricordo di quella dello scorso anno quando i Dallas Mavericks beffarono, ma con pieno merito, Miami che sembrava super favorita per l’anello. Gli Oklahoma City Thunder però fanno paura ed oltre ad avere il vantaggio del fattore campo nella serie appaiono più in salute e più squadra rispetto alla formazione della Florida che avrà un compito davvero difficile. Lo sa, questo, LeBron James che però deve necessariamente vincere per scrollarsi di dosso l’etichetta del “perdente di successo”, dato che a quasi 28 anni ancora non è riuscito a portare a casa un campionato, ma solo riconoscimenti a livello personale.

    Boston conosce la valenza di questi match da dentro fuori e parte benissimo andando anche sul +9 nel primo quarto guidata come al solito da un eccellente Rajon Rondo. I padroni di casa fanno fatica a segnare e così a ricucire il gap tocca ancora una volta ad un uomo soltanto, LeBron James, che permette ai suoi compagni di chiudere sotto solo di 4 punti la frazione (27-23).

    I Celtics, dall’alto della loro esperienza, giocano più sciolti e sembrano poter controllare la gara. Miami però non ci sta e riesce a pareggiare, prima che una scarica di punti consecutivi di Brandon Bass porti ancora avanti i Verdi che toccano il +11 (49-38 al 21esimo minuto). All’intervallo lungo si va sul 53-46 per gli ospiti.

    LeBron James, Miami Heat | © Mike Ehrmann/Getty Images

    Grazie a 2 triple di Battier e ad un canestro di Wade gli Heat pareggiano la sfida a circa metà terzo quarto (59-59). Si va così avanti punto a punto, con continui sorpassi e controsorpassi fino alla chiusura del terzo periodo che pone le 2 squadre in situazione di perfetta parità (73-73) quando alla fine della partita mancano solo gli ultimi 12 minuti.

    La frazione conclusiva è un monologo degli Heat che più freschi dal punto di vista atletico limitano a soli 15 punti segnati i Celtics piazzando al contrario ben 28 punti in attacco: ad 8 minuti dal termine Boston è avanti di 1 punto (82-81) ma resta senza segnare per quasi 4 minuti in cui gli avversari, guidati da un super James, si prendono l’inerzia del match, volando sul +6. Sull’88-84 per Miami è ancora James, con una vera e propria bomba da una decina di metri a piantare un paletto nel cuore dei Celtics (91-84). E’ la giocata chiave che spezza ogni resistenza ospite, Bosh e Wade mettono i chiodi sulla bara di Boston, finisce 101-88.

    Non basta agli ospiti la super prova di Rajon Rondo, ancora una volta sopra la righe con una tripla doppia (l’ennesima della sua carriera) da 22 punti, 10 rimbalzi e 14 assist. Tutto il quintetto arriva in doppia cifra, Pierce firma 19 punti, Bass 16, Ray Allen 15 e Garnett 14 ma è desolante il contributo della panchina a segno con soli 2 punti di Pietrus! Probabile che in Massachusetts con questa sconfitta si sia chiusa un’era, iniziata nel 2008 e che ha portato i biancoverdi al titolo proprio in quella stagione. 5 stagioni di successi ed ai vertici della Eastern Conference, ma ora forse si penserà a ricostruire partendo dai giovani. Miami invece trionfa grazie ai 31 punti e 12 rimbalzi di James, ai 23 di Wade (6 rimbalzi e 6 assist) e con i 19 punti di un ritrovato Chris Bosh che in 31 minuti, partendo dalla panchina, infila anche 3 triple su 4 tentativi aggiungendo 8 rimbalzi. Prezioso anche Battier con 12 punti, tutti ottenuti dalla lunga distanza (4/9).

    Dal 12 di giugno via alle Finals NBA 2012, non sarà solo la sfida tra Miami ed Oklahoma City ma anche (e forse soprattutto) la sfida tra le 2 stelle più splendenti del firmamento NBA ovvero Kevin Durant (Thunder) contro LeBron James (Heat).

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 9 giugno:

    Miami Heat-Boston Celtics 101-88
    Mia: James 31, Wade 23, Bosh 19
    Bos: Rondo 22, Pierce 19, Bass 16

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 4-3 Heat (Miami accede alla Finale NBA)

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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