Tag: biscotto

  • L’Italia si qualifica se… Biscotto permettendo

    L’Italia si qualifica se… Biscotto permettendo

    Il giorno fatidico per gli Azzurri è arrivato: alle 20.45 la Nazionale di Prandelli scenderà in campo contro l’Irlanda di Giovanni Trapattoni, mentre la Spagna affronterà in contemporanea la Croazia nell’ultima giornata della fase a gironi del Gruppo C. La situazione di classifica attuale vede gli spagnoli in testa con 4 punti, al pari dei croati, segue, poi, l’Italia a quota 2 e l’Irlanda, in ultima posizione e già matematicamente eliminata, a 0 punti.

    I calcoli, dunque, sono d’obbligo per capire quali sono le speranze di qualificazione ai quarti di finale degli Azzurri, considerando che le combinazioni possibili sono molteplici e che, dunque, le notizie rimbalzeranno incessantemente fra Poznan (dove giocano gli Azzurri) e Danzica (dove si disputa Spagna-Croazia).

    Naturalmente, l’imperativo per l’Italia è di ottenere la vittoria contro l’Irlanda, sia ai fini della qualificazione sia per legittimare le ambizioni di proseguire nel campionato europeo, ampiamente dichiarate, ma l’avversario – seppur già eliminato – non sarà affatto agevole, considerando soprattutto l’orgoglio del Trap, che non vorrà sfigurare proprio contro la Nazionale che lui stesso ha guidato per quattro anni, ed attualmente allenata dal suo ex calciatore ai tempi della Juventus Cesare Prandelli, che lo ricorda come “il mister, che mi ha preso a 20 anni, mi ha portato a giocare e mi ha sempre rispettato”.

    L’Italia ha l’obbligo di ottenere i tre punti contro l’Irlanda, perchè un risultato diverso (pareggio o sconfitta) porterebbe la certa eliminazione. Supponendo, dunque, una vittoria Azzurra, ecco i possibili scenari:

    1) Se Spagna e Croazia non pareggiano, gli Azzurri si qualificano come secondi nel girone.

    2) Se Spagna e Croazia pareggiano per 0-0, e l’Italia vince con qualsiasi risultato, gli Azzurri si qualificano come primi nel girone, perchè Spagna, Croazia e Italia si troverebbero a 5 punti e la classifica avulsa: dato che, in tal caso, la parità sarebbe perfetta anche in termini di punti negli scontri diretti fra le tre squadre e di differenza reti negli scontri diretti fra le tre squadre. Il criterio che risolverebbe la questione sarebbe, dunque, quello dei gol segnati negli scontri diretti: gli Azzurri sarebbero a quota 2 (uno alla Spagna ed uno alla Croazia), mentre la Spagna e la Croazia a quota 1 (uno ciascuno all’Italia). La seconda nel girone sarebbe la Spagna in virtù della differenza reti complessiva, ossia +4, mentre la Croazia sarebbe eliminata con differenza reti generale +2.

    Cesare Prandelli | © Claudio Villa/Getty Images

    3) Se Spagna e Croazia pareggiano per 1-1, l’Italia deve vincere contro l’Irlanda con almeno due gol di scarto, ma non per 2-0. In caso di vittoria per 3-1, gli Azzurri si qualificherebbero come secondi nel girone, in virtù del maggior coefficiente Uefa rispetto alla Croazia.

    4) Se Spagna e Croazia pareggiassero per 2-2, 3-3, 4-4, e così via, l’Italia sarebbe eliminata a prescindere dal risultato contro l’Irlanda. Sarebbe questa, dunque, la famigerata ipotesi del Biscotto, che prenderebbe forma a causa della classifica avulsa, applicando la regola dei “gol negli scontri diretti tra le squadre a pari punti”: in tal caso, gli Azzurri sarebbero a +2, mentre Spagna e Croazia sarebbero almeno +3.

    Confidando nella sportività degli iberici, ampiamente garantita dallo stesso ct Del Bosque, l’argomento Biscotto – colazione a parte – ci si augura possa finire in secondo piano, lasciando spazio alla concentrazione degli Azzurri ed alla volontà di non cercare potenziali alibi, distaccandosi dalla cultura del sospetto che, tradizionalmente, ci accompagna e profondendo il massimo impegno nella gara contro l’Irlanda.

  • Buffon sfogo su Facebook, “basta parlare del biscotto”

    Buffon sfogo su Facebook, “basta parlare del biscotto”

    Questo Europeo 2012 verrà ricordato come il primo “senza barriere”, perlomeno dal punto di vista comunicativo. Senza filtri, nè intermediazioni, rendendo i calciatori protagonisti, oltre che in campo, con le parole, esprimendo il proprio punto di vista con sincerità e schiettezza, come in uno sfogo rivolto agli “amici”, seppur virtuali.

    E’ una veste nuova, cui ci stiamo abituando con piacevole sorpresa, in particolare da parte dei calciatori Azzurri che, soprattutto nel momento della difficoltà, percependo il rischio di una nuova delusione da parte del popolo italiano nei loro confronti, avvertono la necessità di esprimere in libertà i loro pensieri, andando al di là delle opinioni mostrate nelle conferenze stampa o nelle interviste in cui la situazione “formale” li ingessa in un ruolo meno spontaneo e sincero.

    I social network superano le barriere, come spesso si dice, ed è realmente così, in particolare per Gigi Buffon, capitano Azzurro e senatore dello spogliatoio di mister Prandelli, che, dall’inizio della spedizione polacca, aggiorna continuamente la sua pagina Facebook con i suoi pensieri, a mò di “flusso di coscienza” in stile James Joyce (perdonerete il paragone probabilmente azzardato, ndr).

    L’ultima occasione, in ordine cronologico, è stato lo sfogo suscitato dall’argomento “sportivo” di maggiore attualità,  il famigerato “Biscotto” spagnolo-croato. Da uomo di sport, ma soprattutto da uomo intelligente, capace di una profonda riflessione, senza retorica nè banalità, Gigi Buffon ha affrontato di petto la questione, senza paura, come nelle sue uscite sicure a bloccare gli assalti degli attaccanti avversari, concedendosi tanto di latinismo “sic transit gloria mundi“, probabilmente proprio per elevare il tono della sua analisi.

    Si giunge ben presto al punto chiave del suo pensiero, espresso con grande onestà intellettuale. Il problema biscotto è solo un paravento offensivo nei confronti degli avversari, e dei loro valori sportivi, è un modo per portare avanti la cultura del sospetto che da sempre ci accompagna, che ci rende incapaci di assumerci le nostre colpe e le nostre responsabilità, che ci rende “piccoli” di fronte ai problemi, ignavi ed incapaci di rimboccarci le maniche per affrontarli, che ci frena di fronte alla necessità di sentirci unici e soli padroni del nostro destino, senza alibi nè scusanti, senza recriminazioni arbitrali, senza appellarsi a questioni extracalcistiche “di disturbo”.

    Gigi Buffon | © ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/GettyImages

    Questioni calcistiche, ma non solo, il respiro della riflessione è ben più ampio: Gigi Buffon accenna in maniera esplicita alla carente cultura del merito italiana, alla difficoltà del nostro Paese di valorizzare chi può dare un contributo, preferendo affidarsi alle scelte di comodo, ritenendo che i successi sono spesso frutto del caso e della fortuna e non del duro lavoro: un modo per sminuire l’impegno altrui, che impedisce di accettare le sconfitte con sportività, di riconoscere – anche quando è evidente – la superiorità dell’avversario stringendogli la mano per complimentarsi con lui, perchè “sarebbe uno smacco troppo grande per il nostro ego”.

    Piuttosto che elevare la nostra cultura (sportiva e non solo) troppo spesso si preferisce rifugiarsi nella miope curiosità morbosa, nel gossip più basso, come quello relativo alla questione omosessuali in Nazionale, divenuto – come sottolinea lo stesso Buffon – “l’unico interesse del Paese“.

    La chiosa del portierone è amara, quasi rassegnata, espressione di chi sa che in Italia tali distorsioni sono troppo radicate: “vabbè… come se questi pensieri servissero a qualcosa”, anche se, in fondo, un moto d’orgoglio lo spinge a mostrare il suo obiettivo che, crediamo, sia rappresentativo di tutto lo spogliatoio, o almeno di gran parte. “Pensiamo a noi e cerchiamo di vincere, il resto è aria fritta, discorsi da bar, congetture da mediocri, argomentazioni da perdenti”: parole da leggere con attenzione e stima nei confronti del loro autore, che meritano di esser sottolineate soprattutto per la loro rarità e per il loro coraggio di distaccarsi da ogni ipocrisia.

    Se bastassero le parole, Gigi avrebbe già vinto questo Europeo: bisognerà tradurre in campo questi intenti positivi e dimostrare, con il sudore e l’impegno, l’importanza di onorare la maglia Azzurra, dando un esempio positivo ad un Paese che ne ha davvero tanto bisogno.

  • Italia a rischio biscotto, meglio un morto che due feriti

    Italia a rischio biscotto, meglio un morto che due feriti

    Il nemico numero uno degli Azzurri, dopo il pareggio di ieri contro la Croazia, si chiama “Biscotto”. Un deja-vù di otto anni, ritornando all’Europeo 2004, quando la nostra Nazionale era guidata da Trapattoni e venne eliminata dalla competizione nonostante la vittoria contro la Bulgaria nell’ultima giornata, resa vana proprio dal biscotto scandinavo fra Danimarca e Svezia, che pareggiarono per 2 a 2, risultato che – già alla vigilia – si sapeva avrebbe eliminato gli Azzurri.

    Ora la situazione è pressocchè identica, considerando che se Spagna e Croazia dovessero pareggiare per 2 a 2, la Nazionale di Prandelli tornerebbe a casa anche se vincesse contro l’Irlanda, allenata proprio dal Trap. I conti sono presto fatti: Spagna e Croazia andrebbero, infatti, a 5 punti in classifica, così come l’Italia e, data la parità, si guarderebbe la classifica avulsa ed i punti negli scontro diretti (finiti tutti e tre in parità) e poi alla differenza reti (che, in caso di 2 a 2 sarebbe 0 per tutte), e poi, ancora, alle reti segnate negli scontri diretti fra Italia, Spagna e Croazia considerando che l’Italia si troverebbe con 2 gol fatti e 2 subiti, mentre con l’eventuale 2 a 2 la Spagna e la Croazia andrebbero a 3-3, superando, quindi, gli Azzurri.

    Nel caso di un pari per 1 a 1 fra Spagna e Croazia, invece, i calcoli sarebbero ben più complessi, poichè, a parità di punti e reti negli scontri diretti, si guarderebbe alla differenza reti generale, che vedrebbe la Spagna a +4, la Croazia a +2, mentre l’Italia (attualmente a 0) dovrebbe vincere con tre gol di scarto o con due, ma da 4 a 2 in su. Se, invece, l’Italia vincesse per 3 a 1 la situazione sarebbe in totale parità e, dunque, si ricorrebbe ai coefficienti calcolati sul rendimento di Italia e Croazia dagli Europei 2008, ai Mondiali 2010 alle qualificazioni Euro 2012: si qualificherebbe la Croazia, grazie al suo coefficiente 2,23 superiore rispetto a quello Azzurro, pari a 2,20.

    Calcoli a parte, l’aspetto più singolare di questa situazione è proprio lo spettro del “biscotto”, che piomba sugli Azzurri e sul calcio italiano proprio in prossimità dello scandalo scommessopoli e delle combine emerse. Un modo per ricordarci che l’onestà e la sportività non devono mai esser viste come un optional, perchè “la ruota gira” ed, ora, ci troviamo a sperare nella correttezza degli altri, con l’ansia di chi, conoscendo tali meccanismi distorsivi, teme che possano essere messi in atto. Sarebbe una beffa, soprattutto per Gigi Buffon, che dopo aver sostenuto “meglio due feriti che un morto” – riferendosi a situazioni “fisiologiche” nel calcio – nel post-partita di ieri si è detto sicuro della sportività degli Spagnoli che, se giocassero al massimo delle loro potenzialità, non dovrebbero temere la Croazia che, gol del pari a parte, ieri contro gli Azzurri non ha costruito particolari pericoli.

    Gianluigi Buffon | © Jamie Mc Donald/Getty Images

    Ora, dunque, il capitano Azzurro preferirebbe “un morto” fra Spagna e Croazia piuttosto che due feriti, una situazione che, con la contestuale vittoria italiana, ci promuoverebbe ai quarti.

    Buffon mostra sicurezza in tal senso e motiva così la sua impressione: “Se Spagna e Croazia fanno 2 a 2 ride tutto il mondo, e io non credo a questa possibilità perchè la Spagna è campione d’Europa e del Mondo ed i suoi campioni non vorranno essere ricordati per una cosa del genere, al contrario di Svezia e Danimarca che erano due squadre mediocri, con l’unico obiettivo di passare il turno”.

    Impressioni cui fa eco il ct spagnolo Del Bosque, che promette sportività da parte delle Furie Rosse che giocheranno per vincere contro la Croazia. Agli Azzurri, dunque, non resta che pensare alla partita contro l’Irlanda di Trapattoni, con l’imperativo della vittoria, puntando a dare il massimo ed evitando imbarazzanti cali fisici nella ripresa, onorando la promessa fatta da capitan-Buffon ad un bambino di Mirandola: “faremo il possibile per rendervi orgogliosi di noi”.

  • Euro 2012 Italia Croazia ecco come evitare “il biscotto”

    Euro 2012 Italia Croazia ecco come evitare “il biscotto”

    A 8 anni di distanza dall’Europeo di Portogallo si torna a sentire l’odore del “biscotto” tra gli Azzurri. Allora furono Danimarca e Svezia che, pareggiando per 2-2, estromisero l’Italia dalla fase a gironi nonostante l’arrivo a pari punti. Stavolta a far paura sono Spagna e Croazia le quali, complice lo scontro diretto in programma nell’ultimo turno, potrebbero tranquillamente tagliare fuori l’Italia da Euro 2012 in caso di arrivo a pari punti. Ovviamente si tratta di semplici ipotesi fatte alla vigilia del secondo turno, quando ancora l’Italia deve affrontare i croati. L’obiettivo è quello di evitare che il destino della squadra di Prandelli dipende dagli altri, ma c’è un solo modo per farlo, battere la Croazia. E vi spieghiamo il perché.

    E’ vero che nel calcio può succedere tutto e il contrario di tutto, ma diamo per scontata la vittoria della Spagna contro l’Irlanda. In tal caso gli iberici salirebbero a quota 4. Nel caso di pareggio tra Italia e Croazia la formazione di Bilić agguanterebbe le Furie Rosse a 4, con l’Italia ferma cosi a 2. Una situazione che potrebbe cosi, ragionevolmente, vedere tutte e tre le squadre appaiate a quota 5 nell’ultimo turno in caso di vittoria dell’Italia sull’Irlanda e di pari tra Spagna e Croazia. In questo caso il regolamento, stranamente lasciato uguale a 8 anni fa anche per Euro 2012, prevede che se due o tre squadre arrivano a pari punti si tenga conto, nell’ordine, del maggior numero di punti realizzati negli scontri diretti (e sarebbero uguali), nella miglior differenza reti negli scontri diretti (anche questa uguale) e del maggior numero di gol fatti negli scontri diretti. E qui ruota tutta la questione.

    Jon Dahl Tomasson sigla il 2-2 in Danimarca-Svezia © Alex Livesey/Getty Images

    Considerato che Italia-Spagna già si è giocata ed è finita 1-1, nel caso di parità tra gli Azzurri e la Croazia, il biscotto Spagna Croazia potrebbe essere facilmente servito. Basterà infatti che la squadra di Del Bosque e quella di Bilić pareggino (dal 2-2 in su) in modo da portare il numero di gol fatti negli scontri diretti in numero superiore rispetto a quelli fatti dall’Italia e il gioco è fatto. A questo punto, per evitare il biscotto due sono le strade: vincere contro la Croazia ipotecando cosi la qualificazione oppure, in caso di pareggio, sperare che l’onestà prevalga nell’ultimo turno. Ma in quel caso il Pan di Spagna potrebbe risultarci molto indigesto.

    SPECIALE EURO 2012