Tag: beppe marotta

  • Andrea Agnelli difende Conte e Marotta: “non siamo Lord”

    Andrea Agnelli difende Conte e Marotta: “non siamo Lord”

    L’uragano di polemiche del post-Juventus-Genoa ancora non si è del tutto placato, in attesa di capire quali saranno le conseguenze disciplinari per Antonio Conte e Beppe Marotta a seguito delle loro proteste per la mancata concessione del calcio di rigore da parte dell‘arbitro Guida per il fallo di mano di Granqvist proprio allo scadere del match. Come noto, dapprima era stato il tecnico salentino ad alzare la voce in campo, scagliandosi contro Guida (che glia avrebbe risposto “non me la sono sentita”) e poi con Romeo, giudice di linea che invece avrebbe assegnato il rigore e, poi, anche Beppe Marotta che – sulla medesima linea di Conte – ha sollevato la problematica dei “condizionamenti geografici” dei fischietti considerando la provenienza napoletana (Torre Annunziata, ndr) dell’arbitro Guida. I toni di Conte e Marotta, molto forti, hanno sollevato un vespaio di polemiche ulteriori nella giornata di ieri ma il presidente Andrea Agnelli, intervenuto ieri sera al gala del Calcio organizzato dall’Aic, ha voluto giustificare il suo tecnico ed il suo amministratore delegato, ed ha preferito sottolineare quali fossero le circostanze particolari nelle quali i due sfoghi si sono manifestati.

    Andrea Agnelli ha fatto leva, così, sul fatto che non si può essere “lord inglesi” appena finisce una partita, “soprattutto se chiusa in modo eclatante”, precisando che le reazioni di Conte e Marotta rientrano nell’ordinarietà del nostro calcio, perchè “ci sono sempre state” ed evidenziando quello che può essere lo stato d’animo seguente ad una gara vissuta con intensità e partecipazione da entrambi. Ma nessuna estremizzazione da parte del presidente bianconero che, anzi, sottolinea che il clima in casa Juventus è di totale serenità e che non è opportuno, come spesso accade, enfatizzare al massimo tutto ciò che accade alla squadra bianconera, nel bene e nel male. Il presidente Andrea Agnelli, poi, ricalca il tema designazioni lanciato a caldo da Beppe Marotta ma, ovviamente, adopera toni molto più pacati, passando la palla al designatore che “valuterà sull’opportunità di certe designazioni”.

    Andrea Agnelli difende Conte e Marotta | © Vittorio Zunino/Getty Images
    Andrea Agnelli difende Conte e Marotta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    Intanto, però, le contro-reazioni del mondo del calcio alla veemente reazione juventina non si placano e, nella giornata di ieri, si sono registrate molte dichiarazioni al veleno, sia dalle istituzioni calcistiche che dai diretti concorrenti della Juve nella corsa scudetto. In primis il vicepresidente della Federcalcio Demetrio Albertini che ha sottolineato come la Juventus “ha esagerato, è andata sopra le righe”. Poi, anche il portiere Morgan De Sanctis del Napoli – la squadra che lo stesso Andrea Agnelli elogia nel rendimento e definisce la “vera contendente al titolo di quest’anno”  che, a differenza del suo allenatore Walter Mazzarri che ha preferito non commentare gli episodi accaduti in cada d’altri, ha usato toni decisi, invitando le istituzioni ad analizzare molto dettagliatamente “tutte le reazioni e le chiacchiere dei tesserati della Juventus”.

    In ogni caso, però, le parole e le polemiche come si suol dire le porterà via il vento, soprattutto considerando che l’aspetto più importante sarà il risultato del campo, ciò che verrà sancito a fine stagione, come lo stesso Andrea Agnelli – da persona pragmatica qual è – evidenzia: alla fine chi conta, chi ha ragione, è chi arriva davanti a maggio”.

  • Riccardo Garrone, il ricordo del mondo del calcio

    Riccardo Garrone, il ricordo del mondo del calcio

    La Sampdoria piange ancora la morte di Riccardo Garrone, suo presidente, scomparso ieri all’età di 76 anni. Nella lotta contro un tumore il patron blucerchiato ha avuto la peggio e intorno alle 19:30 di lunedì si è spento dopo una lunga battaglia. Come riporta il sito della Gazzetta dello Sport, i funerali pubblici saranno svolti domani, proprio il giorno in cui Garrone avrebbe spento 77 candeline. Non solo la Sampdoria piange la scomparsa di Riccardo Garrone ma anche tutto il mondo del calcio e non: tifosi, calciatori, presidenti, sono tutti uniti nel ricordo dell’ex presidente dei blucerchiati. Garrone era diventato presidente della Samp nel lontano 2002 e al primo anno aveva conquistato la promozione in Serie A: la ciliegina sulla torta della sua presidenza è stata senz’altro l’annata 2009-2010, anno in cui la squadra arrivò quarta qualificandosi per i preliminari di Champions League. Il punto più basso, oltre alla sconfitta contro il Werder Brema proprio nei preliminari, è stata la retrocessione al termine di quella stagione in Serie B. In un anno la Sampdoria è però riuscita a risorgere e tornare nella massima serie. Un capitolo a parte meriterebbe il rapporto fra Garrone e Cassano, ex giocatore della Samp: la gestione del barese da parte del presidente, la furibonda lite fino alla cessione al Milan di Cassano e la pace siglata fra i due.

    Riccardo Garrone assieme a Palombo e Cassano | © Massimo Cebrelli/Stringer /Getty Images
    Riccardo Garrone assieme a Palombo e Cassano | © Massimo Cebrelli/Stringer /Getty Images

    TUTTI UNITI – La Sampdoria non è sola perchè a ricordare Garrone ci sono molti altri club. Tantissimi i messaggi di cordoglio all’indirizzo del presidente, considerato persona straordinaria da chi l’ha conosciuto. Dall’Atalanta all’Udinese, in ordine alfabetico ogni squadra di Serie A ha voluto ricordare Garrone. Un pensiero sincero, non certo fatto tanto per fare scena. In particolare Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, ha parlato in prima persona del suo splendido rapporto con Garrone, una persona al quale deve tutto perchè è anche grazie a lui che è arrivato dov’è ora. Dall’altra parte del globo arriva puntuale anche il cordoglio di Alessandro Del Piero che si rammarica per la scomparsa di un uomo di valore e di un grande presidente. Il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta ha voluto sottolineare non solo la passione di Garrone per il calcio ma anche la sua capacità lavorativa, le tante intuizioni che lo hanno fatto essere un imprenditore di successo e che hanno aiutato molto l’economia italiana.

    SAMPDORIA – Vediamo adesso come Riccardo Garrone è stato ricordato dall’ambiente “interno” ovvero dalla sua Sampdoria o dagli uomini legati ad essa. In primis, da riportare le parole di Antonio Cassano, croce e delizia del patron blucerchiato.  Le parole del nerazzurro sono apparse sul sito dell’Inter e, in modo breve e preciso, hanno espresso  dolore ma anche affetto nei confronti di Garrone. Anche Giampaolo Pazzini, attaccante che ai tempi della Sampdoria formava un super attacco assieme a Cassano, ha rimarcato le tante qualità del presidente che verranno a mancare al mondo del calcio. Altri messaggi particolarmente toccanti sono quelli di Fabio Bazzani, ex giocatore della Samp che ricorda Garrone nel 2002 il giorno della promozione in A per aver festeggiato a suo fianco, e di Francesco Flachi, perdonato dal presidente nonostante i suoi problemi ai tempi di Genova. Da segnalare anche il caldo contributo offerto dai tantissimi tifosi doriani che domenica promettono di riempire lo stadio per onorare il loro amato e indimenticabile presidente.

  • Addio Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente

    Addio Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente

    Lutto per la città di Genova e per la squadra della Sampdoria: nella serata di ieri si è spento all’età di 76 anni il presidente della Sampdoria, oltre che presidente onorario dell’Erg, Riccardo Garrone, dopo una lunga malattia. Un uomo che mancherà al mondo del calcio oltre che alla sua società, che ha amato come se ne fosse innamorato da quando nel 2002 ne rilevò la proprietà salvandola, anche in virtù della sua grande amicizia con l’ex presidente Mantovani. La squadra perde una figura carismatica, garbata e distinta, ma anche impulsiva al tempo debito, come nel caso “Cassano” – divenuto suo “figlioccio” ai tempi della sua militanza blucerchiata – con cui ebbe l’ormai celebre lite furibonda del 2010 a seguito di un suo rifiuto nel seguire il presidente a Sestri Levante ad una cerimonia di premiazione: nonostante ciò, un anno dopo la lite ed il successivo trasferimento al Milan, tra i due avvenne la riappacificazione ed è per questo che Antonio Cassano, che a Riccardo Garrone ed alla sua famiglia deve la sua rinascita calcistica dopo il periodo buio di Madrid, nel giorno della scomparsa del presidente gli rivolge un ultimo saluto molto commosso, che esprime il legame forte che li aveva uniti: “Un dolore straziante, oggi è uno dei giorni più brutti e tristi della mia vita. Rimarrai nel mio cuore e ti vorrò bene per sempre”. 

    Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente | © : Massimo Cebrelli/Getty Images Sport
    Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente | © : Massimo Cebrelli/
    Getty Images Sport

    Come Antonio Cassano, anche l’attuale amministratore delegato juventino Beppe Marotta aveva un rapporto molto forte con il presidente Riccardo Garrone consolidato negli anni di Marotta da dirigente blucerchiato, che hanno “lanciato” lo stesso Marotta come dirigente di primo piano del nostro calcio, portandolo alla corte di Andrea Agnelli. E’ per questo che, dunque, Marotta esprime tutta la sua riconoscenza al presidente scomparso, elogiandone la sua grande spinta etica e la sua moralità, oltre che la passione civile: “Riccardo Garrone non era un grande intenditore di calcio, lo diceva lui stesso, ma era una persona ricca di valori”.  

    Ma nel giorno della sua scomparsa non è solo chi lo ha conosciuto da “dipendente” a volergli tributare un ricordo o un pensiero, e questo lascia intendere la portata della sua figura, che andava oltre i colori sportivi, essendosi guadagnato una stima ed una considerazione trasversale. Così, il portiere della Juventus e della Nazionale Gigi Buffon sottolinea come “il calcio abbia perso una figura positiva, realmente uno dei pochi personaggi del panorama calcistico che stimavo, pur non conoscendolo”; e poi, naturalmente, i messaggi di cordoglio da parte di tutte le squadre di serie A, dall’Inter all’Udinese, dal Milan alla Juventus al Napoli ed alla Fiorentina, solo per citarne alcune.

    Molto sentito, poi, anche il ricordo di tutta la tifoseria blucerchiata che, nonostante qualche screzio “terreno”, nel giorno della sua scomparsa gli tributa un ringraziamento “per tutte le esultanze e per tutte le lacrime”, mostrandogli grande riconoscenza per il fatto che “se non ci fossi stato tu, chissà se esisterebbe ancora la Sampdoria”, riferendosi appunto al salvataggio della società dal fallimento da parte del presidente Riccardo Garrone, confermando in quell’occasione la sua figura di grande imprenditore (che gli era valso il titolo di Cavaliere del Lavoro) ma, soprattutto, di uomo legato alla sua Genova.

    Ora, il club rimarrà nelle mani della sua famiglia, (il presidente lascia sei figli), con il primogenito Edoardo (già presidente Erg) che, negli anni della malattia del padre, aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente operativo della Sampdoria e che, ora, proverà a sostituirlo, ma non sarà facile: come hanno testimoniato molti protagonisti del calcio, il vuoto che lascia è davvero incolmabile.

  • Marko Dabro la Juve mette le mani sul bomber del futuro

    Marko Dabro la Juve mette le mani sul bomber del futuro

    I tifosi della Juventus aspettano oramai da due stagione il tanto agognato top player da venti gol stagione. Marotta e Paratici ci hanno provato più volte dovendo poi desistere per questioni di budget e di opportunità. La possibilità di arrivare in fondo alla Champions League quest’anno ha poi aumentato le attese tanto da convincere la società a operare un ulteriore sforzo cercando di arrivare a Didier Drogba per rimandare poi alla prossima stagione l’acquisto importante.

    Le norme sempre più stringenti sul fairplay finanziario e le ristrettezze economiche in cui vive il calcio italiano impongono di guardare in avanti investendo su giovani e potenziali top player da far crescere nel vivaio sperando di poterli aggregare alla prima squadra.

    La Vecchia Signora da sempre all’avanguardia nella cura del settore giovanile sembra aver messo le mani su un altro prospetto di campione. Si tratta di Marko Dabro attaccante croato classe ’97 che da qualche tempo ha attirato a se l’interesse di molte big d’Europa. Nazionale croato Under 17, Marko Dabro è da qualche tempo aggregato alla prima squadra del Cibalia e in patria sono oramai in molti a scommettere sulla sua definitiva esplosione.

    Fisicamente dotato Marko Dabro può giocare sia da prima che da seconda punta, ha un ottimo dribbling e non disdegna il tiro dalla distanza. La Juventus per superare la concorrenza della Fiorentina e soprattutto di Chelsea e Liverpool pare sia arrivata ad offrire fino a un milione e trecento mila euro.

    Marko Dabro talento croato classe ’97
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  • Calciomercato Juventus, summit a Vinovo. Si decide per Llorente

    Calciomercato Juventus, summit a Vinovo. Si decide per Llorente

    Che la Juventus sia alla ricerca di un top-player, è cosa ormai nota. Nonostante un chiaro identikit del giocatore da prendere e un lavoro costante di Marotta, i bianconeri non sono ancora riusciti ad avere il giocatore desiderato. Conte ha più volte richiesto un attaccante, uno di quelli tosti però, qualcuno in grado di segnare tanto e di aiutare la squadra con le sue sponde. A questo proposito sono stati fatti molti nomi utili alla causa bianconera: da Drogba ad Osvaldo, da Adebayor a Pazzini. Fra tutte queste alternative, quella che prima era un miraggio, forse adesso può diventare realtà. Stiamo parlando di Llorente, attaccante dell’Athletic Bilbao che lascerà definitivamente il club basco: bisogna vedere se lo spagnolo andrà via subito, in questo mercato invernale, o a giugno. Tutto o quasi, dipenderà dalla strategia che vorrà utilizzare la Juventus.

    SUBITO – Certamente Antonio Conte sarebbe il primo a voler subito a Vinovo Fernando Llorente. Sia perchè c’è all’orizzonte il doppio confronto con il Celtic in Champions League, sia perchè alla Juventus serve un giocatore con queste caratteristiche.

    Sarà Fernando Llorente il colpo della Juve? | ©Getty Images
    Sarà Fernando Llorente il colpo della Juve? | ©Getty Images
    C’è poco da girare intorno: tutto il reparto offensivo dei bianconeri funziona grazie al lavoro di squadra. Di certo fra gli attaccanti juventini non sembra esserci qualcuno in grado di reggere il peso della manovra offensiva sulle proprie spalle, uno magari in grado di segnare una buona cifra di gol. C’è però da dire che in Italia la Juventus è già più forte di tutte le altre squadre e il problema di per sè non si pone. I meccanismi ormai sono rodati e i gol arrivano anche senza top-player. Situazione diversa in Europa, dove un uomo dal gol facile potrebbe essere fondamentale per gli uomini di Conte. Un altra persona che vorrebbe che Llorente vada a Torino subito è il presidente dell’Athletic Bilbao Urrutia. Il motivo è presto spiegato: Llorente ha un contratto in scadenza con i baschi previsto per giugno. Se il giocatore dovesse partire nel calciomercato estivo, non ci sarebbe incasso da parte della società spagnola ed ecco che una cessione già a gennaio potrebbe portare dei guadagni nelle casse dell’Athletic Bilbao. La dirigenza basca ha fatto però sapere di non voler fare sconti. La Juventus è avvisata.

    A FINE STAGIONE – L’altra pista da non escludere, è quella che porterebbe Llorente a Torino non a gennaio ma a giugno, a fine stagione. Conte vorrebbe avere subito a disposizione il suo top player ma la dirigenza bianconera sta ragionando anche su questa ipotesi. In tal caso, i bianconeri non dovrebbero sborsare un euro dato che Llorente, come detto, è in scadenza di contratto e c’è già l’accordo fra squadra e giocatore. Cosa fare? Tutto dipende anche dal mercato in uscita. Marotta sarebbe disposto ad acquistare subito Llorente ma non vorrebbe spendere più di 6-7 milioni di euro. A questo punto, fondamentale diventa la scelta del presidente dei baschi Urrutia: vendere subito a cifre basse e privarsi del giocatore per tutta la stagione, o tenere l’attaccante per l’altra parte di Liga per perderlo poi a costo zero? Una scelta che, da qualunque angolo la si guardi, sorriderebbe comunque alla Juventus. Intanto Marotta guarda anche al mercato in uscita: gli indiziati più probabili per l’addio rispondono al nome di Matri e Quagliarella. Su di loro ci sono molti club interessati e, la loro cessione, porterebbe nelle casse bianconere capitale utile per la caccia al top player. La sensazione è che Llorente, prima o poi, vestirà la maglia della Juventus.

  • Calciomercato Juve: opzione Obiang. Ziegler alla Samp

    Calciomercato Juve: opzione Obiang. Ziegler alla Samp

    Di tutte le squadre italiane impegnate nel rafforzamento delle proprie rose nella finestra di calciomercato invernale, la Juventus sembra essere una delle poche a seguire un progetto ben preciso, studiato a tavolino. Conte, da abile stratega, rileva dove la sua nave da guerra ha dei problemi ed inoltra richieste mirate, per sopperire ai vari intoppi, alla dirigenza. Marotta, dal canto suo, cerca in tutti i modi di portare i “pezzi” giusti a Vinovo per tappezzare i buchi della macchina bianconera, sempre più vicina alla perfezione. Vediamo dunque i colpi in entrata e quelli prossimi alla conclusione della Juventus.

    PELUSO – Ad Antonio Conte mancava un jolly in grado di ricoprire il ruolo di difensore ma anche, all’occorrenza, di salire a centrocampo. Il tassello mancante è stato individuato in Peluso, arrivato dall’Atalanta per un milione di euro per il prestito: altri quattro serviranno per il riscatto a giugno.

    Reto Ziegler | © Giuseppe Bellini / Getty Images
    Reto Ziegler | © Giuseppe Bellini / Getty Images
    Tutto ok? Nemmeno per idea perchè la Juventus ha bisogno almeno di altri due giocatori: un attaccante, il classico top-player di cui si parla da tanto tempo, ed un centrocampista dai piedi buoni in grado di far rifiatare i titolarissimi. Anche in questo caso, c’è già una strategia dei bianconeri. Riguardo l’attaccante, sono spuntati due nomi molto papabili e apprezzati dall’intera dirigenza juventina, vale a dire Manolo Gabbiadini e Boakye. Il primo milita fra le fila del Bologna, mentre il secondo è al Sassuolo, serie B. Entrambi potranno vestire i colori bianconeri soltanto a giugno: questo il volere di Marotta stando a quanto riportato da Tuttosport. I due giocatori sono ancora giovani ed hanno bisogno di scendere in campo con una certa continuità. A giugno si vedrà.

    CIAO ZIEGLER – Sembrerà strano ma tutto il progetto di mercato della Juventus ruota attorno a Ziegler, giocatore praticamente inutilizzato dai bianconeri. Marotta cercherà di utilizzare lo svizzero come pedina di scambio per poter avere dalla Sampdoria Poli e Obiang. Questo riporta il Corriere dello Sport, e la situazione potrebbe anche presto verificarsi. Ziegler non ha mai trovato spazio fra le fila dei bianconeri ed ovviamente la sua partenza sembra più che scontata. Bisognerà vedere se i blucerchiati vorranno privarsi di due pedine fondamentali per il loro gioco, soprattutto Poli. Fatto sta che la Juventus, fino ad ora, si è rivelata l’unica squadra attiva sul mercato e, soprattutto, l’unica a seguire una strategia ben precisa.

  • Calciomercato Juventus: Peluso disponibile per la Samp. Adesso tocca a Borriello

    Calciomercato Juventus: Peluso disponibile per la Samp. Adesso tocca a Borriello

    Federico Peluso è il primo acquisto della Juventus per il 2013. Come avvenne lo scorso anno con Padoin la dirigenza bianconera mossa dalle esigenze dell’organico accontenta Antonio Conte scegliendo un giocatore duttile e molto apprezzato dal tecnico sin dalla sua breve avventura all’Atalanta. L’infortunio di Giorgio Chiellini e la partenza di Lucio avevano di fatto ridotto all’osso la difesa bianconera che di fatto ad oggi può contare solo su Barzagli, Bonucci e Caceres più l’utilizzo di Marrone riadattato da Conte a centrale di difesa.

    La scelta di prendere Federico Peluso va vista però in un disegno ancora più ampio che coinvolge anche l’out sinistro che da gennaio perderà l’esplosività di Asamoah impegnato nella Coppa d’Africa ed ha in De Ceglie un sostituto non del tutto all’altezza per via dei continui infortuni e cali di forma.

    Federico Peluso
    Federico Peluso primo acquisto della Juventus 2013 | ©Getty Images
    Atalanta e Juventus in virtù degli ottimi rapporti (consolidati con le cessioni di Padoin e Gabbiadini nella scorsa stagione) hanno di fatto trovato l’accordo di massima sulla base di 5 milioni di euro e già giorno 3 l’accordo potrebbe esser ratificato in modo da render Peluso disponibile già per la prima partita del nuovo anno.

    Risistemata la difesa la Juventus adesso avrà come obiettivo quello di trovare il giusto compromesso per l’attacco. La sensazione è che la caccia al top player sarà ulteriormente rimandata alla prossima stagione scegliendo ancora una volta un elemento funzionale alla rosa attuale senza però stravolgerne le gerarchie. La pista Drogba sembra oramai tramontata mentre potrebbe rivivere una seconda parte di stagione in bianconero Marco Borriello il cui rapporto con la dirigenza genoana sembra vicino alla rottura.

  • 8 milioni per due stagioni. Juve in pressing su Drogba

    8 milioni per due stagioni. Juve in pressing su Drogba

    Drogba alla Juve si o no? Sarà questo il tormentone del mercato di gennaio, ma il suo arrivo a Torino appare sempre più probabile. L’ivoriano vuole lasciare la Cina, questo è ormai chiaro, e in tal senso vi sono almeno due indizi salienti: il primo, la sua richiesta “formale” di qualche settimana fa alla Fifa per poter ottenere uno speciale permesso che gli consentisse di essere ceduto in prestito dallo Shanghai Shenhua nel mercato di gennaio nonostante il mercato cinese in quel periodo sia chiuso; il secondo, i suoi frequenti viaggi Europei e, non ultima, la visita ai compagni di squadra del Chelsea con tanto di anello celebrativo della Champions portato in dono, e la richiesta di potersi allenare con il Chelsea quando vi sarà la sosta invernale in Cina. La sua volontà, dunque, appare chiara ma, per capire cosa potrà accadere a breve, è necessario analizzare le intenzioni della Juventus.

    Fino a poco tempo fa, l’argomento mercato era dribblato ad arte da Beppe Marotta, ma dopo la qualificazione agli ottavi di Champions League e il gaudio per il ritorno di Antonio Conte in panchina, qualcosa potrebbe cambiare, anche a causa dell’infortunio di Niklas Bendtner nella gara di Coppa Italia, che starà fermo per almeno due mesi  riducendo – almeno da un punto di vista numerico – il potenziale d’ attacco della Juventus.

    Drogba, la Juve in pressing con 8 milioni per due stagioni
    Drogba, la Juve in pressing con 8 milioni per due stagioni | © ALEXANDER KLEIN/AFP/Getty Images

    Inoltre, se la Juventus volesse provare a proseguire il proprio cammino in Europa, è chiaro che necessiti di un top player, giusto per adoperare ancora un termine finora abusato, ma che rende l’idea delle caratteristiche necessarie per poter fare la differenza: esperienza internazionale, senso del gol, capacità di essere decisivo anche senza che la squadra giochi al suo servizio, capace di costruire pericoli per la difesa avversaria anche con un solo pallone giocabile nel corso della gara.

    Con questo “identikit”, quindi, l’associazione a Didier Drogba è immediata, considerando che l’ivoriano incarna tutte queste caratteristiche e che, negli ultimi anni, è stato uno dei più forti bomber in circolazione, un vero e proprio uomo-squadra per i Blues, conducendoli per mano alla conquista della Champions League lo scorso anno. Di contro, la carta d’identità non costituisce un elemento a suo favore, considerando che ha ormai compiuto 35 anni, ma il suo arrivo a Torino potrebbe essere considerato come una soluzione temporanea (di primissimo livello, ndr) per l’assalto-Champions e per la corsa in campionato, considerando che nel mercato estivo sembra probabile l’arrivo di Llorente dall’Athletic Bilbao. 

    Tuttavia, lo scenario che potrebbe costituirsi non prevede che l’arrivo di Llorente escluda quello di Drogba o viceversa, tutt’altro: la Juventus proporrebbe a Drogba un contratto fino al 2014 (anche se pare che l’entourage dell’attaccante spinga per una durata fino al 2015, ndr), con un ingaggio intorno ai 4 milioni netti stagionali che, in due anni, farebbero otto milioni circa, più eventuali bonus legati alle vittorie, con il vantaggio di non dover sborsare denaro per rilevare il cartellino: l’unica incognita sembra essere legata alla partecipazione di Drogba alla Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio, che – se dovesse arrivare in fondo al torneo – priverebbe del giocatore fino al 10 Febbraio 2013, appena due giorni prima dell’andata degli ottavi di Champions.

    Il gioco vale la candela? Sembra proprio di si.

  • Mercato Juve, caccia al Top Player. E’ il turno di Sanchez

    Mercato Juve, caccia al Top Player. E’ il turno di Sanchez

    Mercato Juve. Mancano 29 giorni all’inizio del mercato invernale e impazza nuovamente il toto Top Player in casa Juve. L’ultima sparata è una vecchia conoscenza del calcio italiano e non è la prima volta che viene accostato alla società bianconera. Si tratta di Alexis Sanchez, esterno offensivo attualmente in forza al Barcellona ed ex stella dell’Udinese. Secondo fonti interne al club blaugrana, il cileno non sarebbe totalmente soddisfatto del suo utilizzo con il contagocce (al momento conta 9 presenze in Liga, di cui 5 dalla panchina, per un totale di 518 minuti giocati). La sua cessione però pare difficile, ma il calciomercato spesso sorprende e non dev’essere esclusa a priori al possibilità di rivedere in Italia il giocatore della Nazionale cilena. Conte lo vuole, adesso tocca a Marotta provare a trattare.

    Cifre– L’investimento effettuato dal Barcellona per prelevare Sanchez dall’Udinese due estati fa è stato considerevole (intorno ai 36 milioni di euro) e difficilmente la società spagnola vorrà ripetere un’operazione in perdita stile Ibrahimovic.

    Alexis Sanchez
    Futuro a Torino per Sanchez? © Jorge Guerrero/AFP/Getty Images

    Solo un sogno? – Parliamoci chiaro. La trattativa per portare il cileno a Torino è davvero complicata. Costo dell’operazione, inserimento tattico e ingaggio sono gli ostacoli maggiori. E’ anche vero che la Juventus in questi anni ha dimostrato di avere soldi, idee e tanta voglia di investire e le parole di Conte in conferenza stampa – “vorrei portare la società a comprare giocatori da 35-40 milioni e poter competere con Real Madrid, Psg e Manchester City” – lasciano una piccola speranza ai tifosi bianconeri che sentono parlare di Top Player ormai da tre anni. La base è stata creata, adesso Marotta non ha più scuse e deve portare anche giocatori di grande qualità a Vinovo. Ci riuscirà?

    L’agente – Le parole del procuratore di Sanchez, Felicevich, lasciano uno spiraglio al possibile trasferimento del suo assistito a Torino pur negando al momento ogni trattativa “La Juventus è la squadra più grande del mondo, la migliore, ma Alex resta al Barça“.

    Piccoli complimenti per iniziare un primo approccio o frasi di circostanza per chiudere definitivamente le possibilità di trasferimento di Sanchez alla Juventus? Il mercato è alle porte, non ci vorrà molto per scoprirlo.

  • Conte, fine dell’esilio e Paratici può rilassarsi

    Conte, fine dell’esilio e Paratici può rilassarsi

    Dopo quattro mesi l’esilio è finito: dal dieci agosto al nove dicembre, quando a Palermo Antonio Conte tornerà a sedersi sulla sua panchina, per guidare la squadra dal campo, per soffrire con i giocatori, per motivarli a suo modo e terminare la gara con un filo di voce. Tutto questo gli è mancato terribilmente, al punto che – come lo stesso Conte ha dichiarato – sua moglie gli ha costruito una panchina in salotto, dove sedersi a guardare la Tv, giusto per non perdere l’abitudine. Dopo lungo peregrinare per le tribune d’Italia e d’Europa, dopo gare vissute dietro ai vetri schermati di un box che assumeva le sembianze di una gabbia per il leone, finalmente potrà ricalcare il manto erboso e compiere i suoi rituali gesti scaramantici pre-partita in campo.

    Sono stati mesi di grande sofferenza per lui, nonostante l’andamento della squadra potesse consentirgli di dormire sonni abbastanza tranquilli e di affidarsi ai suoi collaboratori, Carrera prima ed Alessio poi. La sua Juventus lo riabbraccia da prima in classifica in campionato e da qualificata agli ottavi di Champions League da prima nel proprio girone, battendo e scavalcando proprio l’ostico Shakhtar Donetsk. La vittoria e la qualificazione sono stati “un regalo per Conte, perchè Antonio ha sofferto tanto lontano dalla squadra” come ha sottolineato Beppe Marotta nel post-partita di ieri sera: un presente gradito e non solo perchè Natale si avvicina, ma perchè consente al mister di esordire in panchina in Europa dalla porta principale, negli ottavi di finale della principale competizione.

    La soddisfazione per il risultato raggiunto non deve, però, far dimenticare questi lunghi mesi di esilio forzato, che hanno solleticato una curiosità a tratti morbosa nei confronti di Antonio Conte, cercando di scrutarlo con ogni mezzo possibile per interpretarne i gesti e le reazioni durante le gare in tribuna. Più composte e misurate nella gare iniziali di campionato, più accese nelle ultime partite in cui la posta in gioco inizia a essere importante e pesante, proprio come nella decisiva gara di ieri sera contro lo Shakhtar quando mister Conte è stato, suo malgrado, protagonista di un siparietto curioso: nelle fasi centrali del match, quando il risultato era ancora bloccato sul pareggio, alcuni tifosi dello Shakthar, nell’intento di distrarlo dalla gara, si sono avvicinati alla sua postazione in tribuna ed hanno iniziato a sventolare le loro bandiere proprio davanti al vetro del box, infastidendo il mister che ha chiesto l’intervento di Fabio Paratici, presente come sempre al suo fianco, perchè avvertisse il servizio d’ordine e facesse allontanare i disturbatori ucraini. Il tutto si è risolto in pochi minuti, ma l’episodio – agli occhi di Conte – avrà assunto le sembianze dell’ultimo boccone amaro da digerire prima di potersi riappropriare della sua normalità, della routine che caratterizza il ruolo di ogni tecnico.

    Conte, fine dell'esilio e Paratici può rilassarsi
    Conte, fine dell’esilio e Paratici può rilassarsi | © Claudio Villa/Getty Images

    Ma, oltre a mister Conte, da domenica prossima il ritorno alla normalità caratterizzerà anche Fabio Paratici, il fedele direttore sportivo che ha accompagnato il mister bianconero in ogni tribuna, sempre al suo fianco. Ha avuto il difficile ruolo del “parafulmine”, accompagnando e supportando il mister durante i novanta minuti, vivendo in prima persona le sue reazioni impulsive ed i suoi sfoghi, cercando di trasmetterli telefonicamente – nonostante il divieto – ad un “intermediario” seduto in panchina affinchè giungessero al vice-allenatore di turno, adattando il suo ruolo di direttore sportivo alle esigenze ed alle circostanze. Anche per lui la fine dell’esilio di Conte sarà motivo di grande gioia perchè significherà tornare al proprio ruolo “tradizionale”, in attesa della bolletta telefonica di questi quattro mesi.