Tag: beppe marotta

  • Napoli-Juve le polemiche non si placano. Giusto il rinvio?

    Napoli-Juve le polemiche non si placano. Giusto il rinvio?

    Ore 12:30, Napoli-Juventus, posticipo della 11esima giornata, non si gioca. La decisione arriva dopo un vertice tenutosi nella Prefettura del capoluogo campano alla presenza del prefetto Andrea De Martino, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, l’assessore alla Protezione civile della Regione Campania Edoardo Cosenza, esponenti di vari partiti politici, di altre personalità delle forze dell’ordine e del ds del Napoli Riccardo Bigon vista l’ondata di maltempo che si è abbattuta in Campania, e in particolare intorno alla zona vesuviana, che ha provocato non pochi disagi sin dalle prime ore del mattino. Diverse strade allagate e chiuse alla circolazione, centinaia le richieste di soccorso ai vigili del fuoco da parte della popolazione.

    Stadio San Paolo | Foto tratta da Sportmediaset

    La scelta del rinvio però ha spaccato in due le correnti di pensiero di addetti ai lavori e non: c’è chi ha definito saggia la decisione di non far disputare la gara visto anche il disastro idrogeologico che ha squassato la Liguria nei giorni scorsi e che ha portato al rinvio sacrosanto di Genoa – Inter, c’è invece chi non ha puntato il dito contro le autorità cittadine per la scelta adottata ma ha spiegato che la stessa sia stata presa in maniera troppo affrettata in considerazione del fatto che già intorno alle 2-3 del pomeriggio su Napoli splendeva un sole quasi primaverile e che il peggio sembrava ormai passato. Ma “il dado era stato ormai tratto” e quindi non era possibile un dietrofront anche perchè il pullman della Juventus era già sulla via del ritorno. Quello che però ha fatto storcere il naso al dg bianconero Beppe Marotta è stato il fatto di aver appreso soltanto dalle emittenti tv la decisione del rinvio. Come la Juventus, anche la Lega Calcio è rimasta “tagliata fuori” dal summit e ha preso una posizione vicina a quella della Juventus. Ora, partendo dal presupposto che nè i club interessati – Napoli e Juve – e nè Lega Calcio abbiano voce in capitolo quando accadono eventi del genere che potrebbero mettere a rischio l’incolumità della popolazione e che la decisione spetta solo e soltanto alle autorità locali, sarebbe stato quantomeno cortese invitare tutte le parti interessate dal momento che alla riunione ha preso parte il ds del Napoli Bigon ma non il collega Marotta che pur essendo nel capoluogo campano non è stato non solo invitato, ripetiamo solo in maniera formale e non per assumere posizioni, al summit tenutosi in Prefettura ma nemmeno avvertito a decisione presa. Le immagini e le testimonianze degli inviati delle tv e della carta stampata hanno documentato come è poi trascorsa la giornata di ieri: la situazione è tornata alla normalità nel pomeriggio, il traffico ha ripreso a circolare, il sole alto su Napoli seguito da un cielo stellato la sera con un San Paolo che è rimasto sempre agibile. La decisione del rinvio, con il senno di poi, la cui motivazione è stata per problemi di ordine pubblico e di viabilità, è stata presa sicuramente in maniera frettolosa e dettata dall’onda emotiva del disastro che l’alluvione ha causato a Genova pochi giorni prima dove peraltro oggi è stata celebrata la giornata del lutto cittadino, i più maligni hanno però hanno percepito nella scelta del rinvio malizia, utilizzando come pretesto il maltempo che poteva causare guai maggiori per consentire ad un Napoli affaticato dalla trasferta di Champions League a Monaco di Baviera di evitare la sfida contro una Juventus bella riposata per tutta la settimana e sicuramente messa meglio sotto il profilo atletico. Le frizioni però non sono di certo finite qui perchè si polemizza anche per la data del recupero: il Napoli spinge per recuparere il match mercoledì 14 dicembre, data improponibile invece per la Juventus che due giorni prima è impegnata con la Roma all’Olimpico nel Monday Night della 15esima giornata. Il club bianconero ha chiesto alla Lega Calcio di utilizzare alla lettera il regolamento che prevede che la gara rinviata deve essere recuperata nella prima data disponibile, ovvero o il 29 o il 30 novembre. Secondo voi è stata presa la decisione giusta? Partecipate al nostro sondaggio e fateci sapere cosa ne pensate:

    Rinvio Napoli-Juve. Giusto?

    • No (61%, 224 Voti)
    • Si (22%, 80 Voti)
    • Esagerato, ma meglio non rischiare (17%, 62 Voti)

    Totale Votanti: 366

  • Rinvio Napoli-Juventus, è polemica

    Rinvio Napoli-Juventus, è polemica

    Prevenire è meglio che curare, il motto è spesso sulla bocca di tutta ma in realtà poco utilizzato nel mondo del calcio. Quest’oggi a Napoli si è deciso di rinviare il big match tra gli azzurri e la Juventus per le impervie condizioni climatiche che facevano presagire una nottata da incubo per il popolo campano. Paragonando i casi passati e per ultimo il match tra Genoa e Roma giocato proprio nelle ore successive al nubifragio che ha devastato le Cinque Terre si è agito forse con troppo scrupolo e le condizioni decidendo con troppo anticipo tanto che le condizioni meteo nel pomeriggio sono notevolmente migliorate anche se per la notte è prevista una nuova ondata di mal tempo.

    I disagi di Napoli |©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images
    Davanti però ai disagi della popolazione è però inutile far polemiche accettando un verdetto anche se arrivato non in maniera del tutto trasparente. Le due società hanno accolto con rispetto la decisione di comune e prefettura anche se con stati d’animo diversi. Riccardo Bigon, ds del Napoli, è stato in qualche modo conciliante

    “Condividiamo la decisione della Prefettura, del resto poteva diventare una situazione rischiosa perchè non era una partita come le altre ma erano previsti circa 60mila spettatori. Poi c’era il rischio di un rinvio da parte dell’arbitro per impraticabilità del campo, quindi sarebbe stato uguale. La situazione non ci aiuta perché si aggiunge una partita in un ciclo tremendo visto che la gara dovrebbe disputarsi il 14 dicembre tra Novara e Roma. Ne prendiamo atto, condividiamo la scelta e ci adeguiamo”.

    Rammaricato Beppe Marotta per aver saputo del rinvio attraverso Sky quando ancora la Lega Calcio non era al corrente.

    “Non abbiamo elementi per valutare ma c’è il massimo rispetto di ciò che le Autorità hanno deciso. Abbiamo appreso la notizia da Sky, ho chiamato immediatamente la Lega, che in quel momento non era a conoscenza. Successivamente ho ricevuto una telefonata del Direttore Sportivo del Napoli Bigon che mi ha comunicato quanto deciso al termine del vertice appena concluso”.

    Dispiaciuto per non aver sfruttato un periodo positivo per la sua squadra ma sostanzialmente rispettoso delle regole il ds bianconero rinviando per il momento la polemica ma chiedendo trasparenza e rispetto delle regole ha individuato nel 30 novembre da utile per recuperare il match e non il 14 dicembre come ipotizzato dal Napoli e data in cui verrà recuperata anche Genoa-Inter.

    “La Juventus chiede, come è normale dal rispetto del regolamento, che la partita venga rigiocata nel primo giorno utile. Noi abbiamo fatto un esercizio e abbiamo visto che la prima data utile è il 30 novembre. Non vogliamo davanti a situazioni del genere entrare subito in scontri dialettici con la controparte. Come già detto, c’è un regolamento, che deve essere non interpretato, ma rispettato. Tocca alla Lega poi indicare quale sia la data più opportuna”.

    La data del 14 oltretutto non è praticabile in quanto proprio la Juventus giorno 12 dicembre sarà impegnata nel Monday Night contro la Roma.

  • Marotta appoggia Agnelli: giusto l’annuncio su Alex

    Marotta appoggia Agnelli: giusto l’annuncio su Alex

    Andrea Agnelli, qualche settimana fa, aveva scosso l’ambiente bianconero con le sue dichiarazioni sulla fine dell’unione, al termine della stagione in corso, fra la Juventus ed il suo capitano-bandiera-simbolo, Alex Del Piero. Dichiarazioni criticate dai più, poichè tacciate d scarsa sensibilità nei confronti di chi, come Alex, ha dato alla Juventus gol e cuore, in un’avventura iniziata appena diciottenne, e proseguita fra alti e bassi, gol spettacolari, record battuti, storia riscritta, divenendo negli anni un uomo, un padre, un simbolo indiscusso ed indiscutibile della Juventinità.

    Beppe Marotta e Andrea Agnelli | ©Getty Images
    Alle dichiarazioni del Presidente, si aggiungono, ora, quelle di Beppe Marotta, direttore generale che si trova in perfetto accordo con Andrea Agnelli, così come ha dichiarato alla trasmissione radiofonica “Radio Anch’io”, ritenendo che l’annuncio non è stato intempestivo, perchè effettuato a margine dell’assemblea degli azionisti, che si svolge una sola volta l’anno, e – quest’anno – era l’ultima assemblea. Marotta ha poi precisato che il rapporto fra Pinturicchio ed il Presidente è ottimo, rivelando che non esiste alcuna crepa ed alcuna spaccatura fra le parti, e che le dichiarazioni del Presidente sono state semplicemente una conferma in sede ufficiale di una situazione già nota all’ interno dell’ambiente bianconero, alla luce del rinnovo annuale del contratto del Capitano, siglato lo scorso anno. Nessun problema, dunque, per Beppe Marotta, che smorza con le sue dichiarazioni le polemiche interne all’ambiente bianconero e che in molti temevano avrebbero potuto distrarre la squadra, coinvolgendo il leader per eccellenza dello spogliatoio. Tutto ciò, però, sembra non essere accaduto, soprattutto alla luce della vittoria ottenuta al Meazza contro l’Inter sabato sera, in cui Alex Del Piero, seppur nei minuti finali, ha avuto un po’ di spazio. Alla luce di ciò, nell’ambiente juventino, i tifosi si augurano che, nonostante il “rapporto sportivo” fra il Capitano e la Signora si interromperà al termine della stagione, ci possano essere i presupposti per un altro tipo di legame, anche in futuro. Su questo, Marotta per ora non vuole sbilanciarsi: “Il futuro di Del Piero? Non spetta a me dirlo e non è il momento”.

  • Juve sulle tracce del giovane Ferreyra

    Juve sulle tracce del giovane Ferreyra

    Primo posto in classifica e ancora imbattuta in campionato. Questa è la prima Juventus della gestione Antonio Conte, sebbene il torneo sia appena iniziato e sia ancora nelle sua fasi iniziali. In casa bianconera c’è molto ottimismo ma, allo stesso tempo, si respira anche tanta cautela perchè, si sa, “una rondine non fa primavera” ed è facile ricadere in un nuovo baratro dopo l’esperienza negativa delle ultime due stagioni.

    Facundo Ferreyra | © RAUL ARBOLEDA/AFP/Getty Images
    Per questo gli uomini mercato bianconeri non hanno mai smesso di lavorare per poter potenziare una squadra che necessita di rinforzi ma anche bisogno di sfoltire una rosa troppo ampia, soprattutto per quel che riguarda l’attacco dove il separato in casa Amauri, Vincenzo Iaquinta, Luca Toni e, probabilmente, anche Fabio Quagliarella affollano un reparto avanzato che può contare già delle prestazioni di Matri, Vucinic e capitan Del Piero. Se il dg Beppe Marotta riuscirà a piazzare almeno due di questi elementi sopracitati in esubero durante il mercato di riparazione, a gennaio arriverà sicuramente un altro attaccante. Il sogno resta sempre quel Carlos Tevez che ha ormai concluso la sua avventura al Manchester City dopo aver rotto definitivamente con il tecnico Roberto Mancini e dove attualmente si trova fuori rosa. Ma arrivare all’Apache in questo momento è impresa ardua perchè i Citizens pretendono un sacco di soldi per il suo cartellino e il giocatore percepisce un lauto stipendio che sfiora gli 8 milioni di euro a stagione. Marotta però ha un piano B e si chiama Facundo Ferreyra. Classe ’91, l’attaccante argentino del Banfield ha disputato quest’estate i Mondiali Under 20 con la sua nazionale andando a segno anche una volta nel 3-0 con il quale l’Albiceleste ha battuto la Corea del Nord. Considerato uno dei migliori giovani in Argentina, Ferreyra, 20 anni, classico centravanti dotato di una buona tecnica sarebbe uno di quei colpi in prospettiva che alla Juve manca da tanto tempo. Quello di Ferreyra però è solo uno dei giovani che sono sulla lista del dg: si seguono da vicino anche uno spagnolo e un ecuadoregno che militano entrambi nelle fila del Betis Siviglia neo promosso nella Liga, il centrocampista Benat Etxebarria e l’esterno offensivo Jefferson Montero.

  • Juve, Conte, le ali deludono e la difesa è un rebus

    Juve, Conte, le ali deludono e la difesa è un rebus

    Antonio Conte e le sue ali, Antonio Conte ed il suo modulo, il 4-2-4 che nelle prime giornate di Campionato, a parte l’esordio contro il Parma, ha lasciato intravedere qualche lacuna. Oltre all’immancabile critica verso Beppe Marotta ed il suo mercato stile fantasy, ci sentiamo di spendere, dopo tante lodi, anche qualche critica verso il nuovo allenatore bianconero.

    © Maurizio Lagana/Getty Images
    L’arrivo a parametro zero di Reto Ziegler quest’Estate era sembrato ai più un vero e proprio affare per la Juventus considerate le prestazioni fornite del terzino svizzero nei campionati in blucerchiato e la sua caratura internazionale, visto che risulta essere il terzino titolare della sua Svizzera. Ma, a pochi giorni dalla fine del mercato, ecco che Reto va via, in Turchia bocciato da Conte dopo le prime uscite in bianconero con subito una prima riflessione: ma se si boccia Ziegler allora che cosa si dovrebbe dire di De Ceglie e di Grosso? Possibile che Conte consideri De Ceglie nettamente superiore a Ziegler, senza considerare l’affaire Grosso prima emarginato dalla società e poi richiamato nel momento del bisogno. Un’altra spinosa vicenda riguarda la gestione degli esterni, perché mettere subito sotto pressione Krasic etichettandolo come un giocatore “stupido” dal punto di vista tattico, perché lasciarsi scappare Giovinco per poi prendere Giaccherini e poi arrivano Estigarribia ed Elia due scommesse, la prima low cost e la seconda molto cara. Pensiamo che Marotta non abbia fatto tutto da solo e sicuramente qualche indicazione in merito è stata fatta proprio da Conte. Una seconda riflessione va fatta, ovviamente su Beppe Marotta: spendere tanto per l’acquisto di numerosi esterni (avendo già in squadra Pepe,Martinez e Krasic), per poi vederne almeno due ogni domenica accomodarsi in tribuna, era strettamente necessario? Addirittura contro il Catania, per trovare posto a Vidal, che esterno non è ma che è stato pagato tanto, si è dovuto sacrificare un attaccante con buona pace di Del Piero e Quagliarella. Ed allora, forse non sarebbe stato il caso di spendere qualcosa per la difesa dato che le crepe più rilevanti sono state mostrate proprio nel reparto centrale della retroguardia bianconera? Si parla dell’arrivo di Rhodolfo a gennaio, e se fosse troppo tardi? Come al solito, da due anni ci poniamo tante domande sull’operato di Beppe Marotta che è in scadenza di contratto nel 2012 e che lo stesso, qualora la Juventus non riuscisse (giocando una partita a settimana), a raggiungere uno dei primi 3 posti per la qualificazione in Champions, dovrebbe ovviamente non essere rinnovato.

  • Juventus Nedved, è l’ora della verità

    Juventus Nedved, è l’ora della verità

    In casa Juventus c’è un caso Nedved. La Furia Ceca chiamato da Andrea Agnelli per entrare nel cda bianconero da qualche mese ha fatto perdere le sue tracce non presenziando a nessuna uscita pubblica della Vecchia Signora disertando poi l’inaugurazione dello Juventus Stadium.

    ©Claudio Villa/Getty Images
    Nedved ufficialmente in Repubblica Ceca per presenziare ad un evento benefico secondo indiscrezioni avrebbe deciso di allontanarsi dalla Juventus per non precisati dissidi interni. L’ipotesi più accreditata narra di una possibile rottura con Beppe Marotta per la volontà di quest’ultimo di condurre in prima persona le trattative di mercato. Altre indiscrezioni che circolano in rete invece vogliono la volontà del giocatore di eclissarsi per un periodo. Nei blog dei tifosi bianconeri invece sembra ci sia un dissidio con la dirigenza al momento della scelta tecnica. Nedved e Raiola infatti per il dopo Del Neri sembrava avessero puntato su Roberto Mancini non trovando consensi da parte della società. Infine una indiscrezione de ilsussidiario.net vuole una rottura con Antonio Conte per la volontà del tecnico di non aver un referente societario verso i giocatori ma di condurre lui stesso le mediazioni tra squadra e società. Tutte indiscrezioni, nessuna ufficialità ma oggi si potrebbe avere qualche nuova certezza. E’ previsto infatti un nuovo cda in casa bianconera e Pavel Nedved in qualità di consigliere dovrebbe prenderne parte, una nuova assenza invece avvalorerebbe la rottura.

  • Conte carica la Juve “Crediamoci”

    Conte carica la Juve “Crediamoci”

    La conclusione del calciomercato ha consegnato ad Antonio Conte una Juve extralarge per via della mancate cessione e forse con qualche buco in difesa ma l’ex capitano e neo mister pur riconoscendo l’inferiorità attuale rispetto alle rivali in Italia e in Europa si dice pronto a lottare e a dare il massimo per la società che senta sua. Conte ha la pelle bianconera e lo si capisce da come interagisce con la stampa, dalla sintonia assoluta con i tifosi e da come interegisce ottendo fiducia e stima dallo spogliatoio. In una bella intervista concessa a Tuttosport e in edicola questa mattina il mister non si tira indietro non dando voti alla campagna acquisti ma promettendo impegno, idee, sudore e risultati. La JUve di Conte prima di diventare una perfetta macchina da guerra sopperiva al gap delle rivali proprio grazie a doti caratteriali fuori dal normale ed una grinta che incuoteva timore agli avversari. Di seguito vi proponiamo qualche stralcio dell’intervista tratta da Tuttosport.

    Antonio Conte | ©Claudio Villa/Getty Images
    Antonio Conte, la criti­ca ha promosso il mercato della Juventus e anche i tifosi, seppure con qualche riserva, hanno dato la suffi­cienza. Lei che voto dà? «L’unico voto che conta è quello che darà il campo. Inu­tile che commenti adesso: non servono altre parole, con­tano i gol». Beh, ma sarà soddisfatto o insoddisfatto? «Quello che si può dire è che è stato un mercato difficile per tutti, fotografia di un mo­mento critico del calcio italia­no: i campioni vanno via e non si riesce a ricomprarli. Questo vale per tutti, non so­lo per la Juventus. Nessuno può permettersi di spendere 30/40 milioni: non sono arri­vati Ibrahimovic, non sono arrivati Messi… Anzi, sono andati via Eto’o e altri gioca­tori importanti». La Juventus però ha inve­stito molto e comprato, nu­mericamente, tanto. «Abbiamo operato nel modo in cui era giusto operare per la Juventus, che significa co­struire il presente guardan­do al futuro. Per esempio ab­biamo chiuso operazioni con giocatori giovani ma nazio­nali, come Elia che ha 24 an­ni e costa il giusto, anche sot­to il profilo dell’ingaggio. Ab­biamo puntato tutto sulla vo­glia di ragazzi come Giacche­rini o come Estigarribia che hanno tanta fame, non han­no mai calcato palcoscenici importanti e da questo pun­to di vista sono una sicurez­za perché ci metteranno sempre l’anima». Una filosofia molto “Juve di Lippi”. «È la filosofia dell’umiltà. Lo dico sempre ai ragazzi, ci vuole l’umiltà di una provin­ciale, quella cattiveria, quel­la corsa, quella bava alla boc­ca». I maligni direbbero che an­che la rosa è da provincia­le… «In questo momento una so­cietà italiana non può per­mettersi di comprare un gio­catore da 40 milioni. A livel­lo economico non abbiamo la forza di offrire soldi ai club e ai campioni. I giocatori ce li comprano, non li compria­mo…». Come se ne esce? «Con un bagno di umiltà che coinvolga tutti quanti e pro­vando a percorrere altre strade. Non dobbiamo pensa­re di essere ancora i più bra­vi, perché Inghilterra e Spa­gna sono più avanti, inutile nasconderselo. E con lo sco­prire valori trascurati, come la cultura del lavoro e di tro­vare il risultato attraverso il gioco. Perché la cultura del solo risultato non basta più: dobbiamo iniziare a pensare al cambiamento per insegui­re gli altri. Guardate le pri­me uscite di coppa… Anche i tifosi devono capirlo». Cosa? «Che è meglio avere una squadra che gioca a calcio e il risultato sarà una conse­guenza. Perché viceversa, pensando solo al risultato, ti può andare bene una volta, due, tre, ma alla fine il truc­co non funziona se non ci so­no impianto di gioco e collet­tivo». Che definizione si dà come allenatore? «Un grande lavoratore di campo. Io ho bisogno del campo, è il mio habitat natu­rale. E il mestiere di allena­tore per me è totalizzante». Quando non fa l’allenatore cosa fa? «Penso a come fare l’allenato­re ancora meglio. Mi rendo conto che in questo modo tra­scuro anche la famiglia… Forse è per questo che mi de­finiscono rompipalle. Io chie­do il massimo a me stesso e quindi pretendo il massimo anche dagli altri». È vero che è maniacale nel­l’applicare le sue teorie? «Quando uno ha un’idea di calcio cerco di proporla ed es­serle fedele, soprattutto per­ché nel passato questa idea mi ha portato a conquistare due promozioni in serie B su quattro che ho disputato… Ma il campo rimane l’unica filosofia. È sul campo che cerco di convincere i giocato­ri a seguirmi. Dico loro: non eseguite quello che vi dico perché lo chiedo io, ma per­ché ci credete e se non siete convinti chiedetemi. Per me è fondamentale che loro mi chiedano».

  • Juve, Ziegler si adegua. Amauri no

    Juve, Ziegler si adegua. Amauri no

    Il mercato è finito ma in casa bianconera si continua a pensare a quello che poteva esser e non è stato, i tifosi rimproverano a Marotta il mancato arrivo di un top player in difesa capace di guidare il reparto e dando tranquillità anche a Chiellini che nel ruolo di leader nella scorsa stagione ha spesso palesato qualche limite.

    ©Valerio Pennicino/Getty Images
    Il ds bianconero è sotto la forca anche per l’ingente numero della rosa non assottigliata a dovere e con parecchi giocatori che oramai fuori dal progetto bianconero. I casi più spinosi sono senza dubbio quello di Amauri e Ziegler mentra quelli di Iaquinta (sempre infortunato, Pepe e Bonucci erano legati più a scambi sul mercato- Ha fatto discutere ieri lo scambio di battute tra Marotta e l’agente di AMauri a mezzo stampa evidenziando uno dei problemi dell’oramai famoso contratto collettivo. Il brasiliano ha scartato le proposte pervenutegli da Palermo e Parma e rifiutato il trasferimento al Marsiglia decidendo di fatto di vivere ai margini della rosa arrivando a scadenza di contratto nella prossima stagione. La Juventus ha ovviamente le sue colpe per aver firmato un contratto faraonico e senza nessuna garanzia ma il caso Amauri mostra ancora una volta il potere di giocatori e procarutari con le società costrette a subire. Chi è praticamente finito ai margini della rosa è Reto Ziegler acquistato a parametro zero dalla Juventus ma mai utilizzato da Antonio Conte. Lo svizzero come da lui stesso confessato era un rinforzo suggerito da Del Neri e quindi è finito sul mercato rifiutando però prima il trasferimento al Trabzonspor e adesso vicinissimo al Fenerbache. La Juve dovrebbe cedere il giocatore al club turco (il mercato chiude il 5 agosto) in prestito oneroso.

  • Juve, qualcuno fermi Marotta. Mercato incompleto e troppi esuberi

    Juve, qualcuno fermi Marotta. Mercato incompleto e troppi esuberi

    I tanti tifosi bianconeri, sparsi in tutta Italia e nel mondo, speravano vivamente che la campagna acquisti dello scorso anno del dg Beppe Marotta e del suo fido Fabio Paratici condita da troppi giocatori mediocri ed alcune scommesse al limite dell’immaginazione collettiva, fosse condizionata dall’inesperienza del direttore sportivo a guidare un top club. Beh, se la Juventus adesso non è più un top club, lo deve in gran parte anche all’ex ds della Sampdoria che anche in questa sessione di calciomercato ha compiuto una strategia di acquisti e cessione veramente incomprensibile ed in alcuni tratti, denotata da segnali di assoluta incompetenza.

    ©Claudio Villa/Getty Images
    Tre mesi per fare il mercato e quasi 80 milioni spesi, e la squadra di Corso Galileo Ferrari incomincerà la stagione con il reparto difensivo incompleto. Sembra impossibile ed invece Marotta non è riuscito nemmeno ad acquistare un tappabuchi all’ultimo minuto come fece l’anno scorso con Traorè e Rinaudo arrivando addirittura a poter acquistare Andreolli, giocatore che non trova spazio nemmeno nel Chievo e scarto dell’Inter da parecchi anni. Per invogliare la campagna abbonamenti, come se il tifoso medio juventino fosse stupido, il buon Marotta promise l’arrivo di due o tre Top Player. Adesso possiamo dirlo, di Top Player sotto la Mole nemmeno l’ombra ma come l’anno scorso, tanti ma tanti buon giocatori che alzano sicuramente il livello medio qualitativo della squadra (ci voleva poco!) ma che non avvicinano minimamente la squadra bianconera alle corazzate milanesi ed al Napoli, senza considerare le romane. Finisce il calciomercato ed Antonio Conte si ritrova con Krasic che non ascolta i dettami tattici dell’ex capitano bianconero, Ziegler, acquisto a parametro zero, messo fuori rosa per aver rifiutato il trasferimento al Tramzonspor e bocciato sin dal primo allenamento da Conte, un parco attaccanti che potrebbe far invidia all’Inter dei bei tempi in quanto ad inutilità, con tre giocatori (Amauri, Toni e Iaquinta) che probabilmente vedranno il campo con il lumicino. Si è cercato fino all’ultimo un difensore ed arriva un giovane portiere dell’under 21 croata, come se i vari Storari, Manninger e Branescu, giovane promessa rumena non fossero dei portieri ma semplici spettatori da accomodarsi in panchina ed in tribuna. Ma quello che preoccupa i tanti tifosi è la gestione umana di Beppe Marotta dei suoi giocatori, Amauri, fischiato sin dal primo allenamento non ha avuto nessun aiuto dalla società indispettendo il brasiliano che alla fine ha rifiutato il trasferimento all’Olympique Marsiglia, liberandosi a parametro zero l’anno prossimo, gli acquisti e le cessioni a centrocampo risultano, in alcune situazioni, folli: via Melo e Sissoko dentro Pazienza e Vidal, cambio di marcia? Sicuramente no e Marchisio, futuro capitano bianconero dove giocherà? Quasi 30 giocatori in rosa con il solo campionato da giocare e la Coppa Italia da onorare risultano essere un enormità. Come l’anno scorso, anche quest’anno toccherà all’allenatore cercare di sbrogliare la matassa Marottiana con scarse possibilità, sin da ora, di rividere la Juventus in Champions League il prossimo anno e con l’assenza preoccupante della proprietà bianconera oramai situazione abituale e consolidata nel tempo.

  • Juventus: dopo Elia, spunta Bocchetti

    Juventus: dopo Elia, spunta Bocchetti

    Sistemate le corsie esterne con l’arrivo di Elia richiestissimo da Antonio Conte, manca solo un tassello alla nuova Juve per completare il proprio mercato e nel frattempo, Marotta, dovrà disfarsi di quei giocatori che non rientrano più nei piani societari. Se in uscita i nomi sono sempre i soliti: Iaquinta, Amauri, Pepe e qualche giovane da mandare a  fare esperienza, come Sorensen e Pasquato. In entrata, invece, la rosa dei papabili si è ristretta a quattro: Bocchetti, Tasci, Gastaldello e Astori. Il nome più caldo al momento pare essere quello del difensore attualmente in forza al Rubin Kazan, che nei giorni scorsi era stato accostato al Napoli, ma dopo che i partenopei hanno virato su Fideleff dei Newell’s Old Boy, si è aperto uno spiraglio per un possibile inserimento della società bianconera, che ha fretta di chiudere dopo aver visto sfumare i diversi obiettivi che gli uomini di Agnelli si erano posti, da Lugano accasatosi al Psg di Leonardo, ad Alex non del tutto tramontato ma con le due società lontane dall’accordo.

    ©Dmitry Korotayev/Epsilon/Getty Images
    Per quanto riguarda Gastaldello il discorso è stato solo abbozzato con il procuratore del giocatore, per il quale sarebbe un ritorno a casa, ma su cui Conte non pare contare tantissimo e che dunque sarebbe un ripiego. Discorso che non vale per Astori e Tasci, per il primo c’è da superare l’ostacolo Cellino, che ha riscattato il ragazzo ad inizio sessione del calciomercato dal Milan e pare non avere intenzione di privarsene, a meno che non arrivi un’offerta dignitosa e conoscendo i buoni rapporti fra le due società, dopo quella di Bocchetti, questa pare la pista più percorribile. Per il giovane Tasci, invece, si tratta di un discorso molto più complicato, l’interesse non è mai svanito del tutto, un’offerta vera e propria non è nemmeno mai partita dalla sede di Corso Galileo Ferraris in direzione Stoccarda. Di certo si sa che fra tutti i nomi che stanno circolando quello più vicino a vestire il bianconero anche l’anno prossimo è Bonucci, il difensore della Juventus, infatti, non pare entusiasta di trasferirsi in Russia e vorrebbe giocarsi le sue chance anche l’anno prossimo, magari per dimostrare di poter servire ancora la causa juventina.  Attenzione però a Marotta, che in questo mercato ha sorpreso molti con il suo modo di agire, piazzando due tre colpi inaspettati e chissà che non regali ad Antonio Conte quel top player su cui tanto si è discusso, un nome su tutti quel Simon Kjaer che è vicinissimo alla Roma, ma attualmente di proprietà del Wolfsburg, ma con il quale la società giallorossa non ha ancora trovato l’accordo e quindi l’operazione attualmente in fase di stallo. Staremo a vedere cosa regalerà questo intenso finale di mercato juventino.