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  • Juventus: asse con il Real e la guerra tra potenti

    Juventus: asse con il Real e la guerra tra potenti

    Il mercato, la Juventus insegna, spesso offre l’opportunità di tessere alleanze e portare benefici futuri per i club attraverso accordi volti a far crescere i rispettivi giocatori al fine, un domani, di poter riavere in casa dei campioni che possono portare una monetizzazione importante. Questo tipo di operazioni, per lo più, possono farle quelle squadre che hanno una situazione economica più che tranquilla e quindi guardare al futuro perché il presente è già roseo.

    La Juventus con il suo reingresso tra i club di elite d’Europa ha iniziato ormai da qualche anno a tessere trame importanti, volte al consolidamento prima e al confronto diretto con le avversarie sul mercato oggi. Marotta e l’entourage bianconero fecero il primo sgambetto ad una diretta concorrente (PSG) sul mercato con il duo Coman-Pogba, il primo fruttò una bella plusvalenza nella postuma cessione al Bayern Monaco ed il secondo è divenuto il centrocampista più desiderato d’Europa, capace qualora fosse ceduto, di portare un introito tale da far rifondare una squadra intera.

    Il Paris Saint Germain non la prese bene e l’affaire Cavani di cui si parla da qualche mese è complicato anche per questo, inoltre c’è anche Ibrahimovic che vuole andar via da Parigi e di fatto dando al matador la possibilità di essere la prima punta dei francesi nella prossima stagione, cosa a lui molto gradita.

    Nanitamo Jonathan Ikoné | Il Pallonaro
    Nanitamo Jonathan Ikoné | Il Pallonaro

    La Juve tuttavia nei vari inserimenti e viaggi nella Capitale francese ha fatto un altro sgambetto al Paris Saint Germain distratto proprio ad arte su Cavani, i bianconeri infatti sono piombati come dei falchi e hanno preso a parametro zero l’attaccante esterno Ikone, 17 anni, vera e propria stella nascente del PSG che ricorda molto nei movimenti un mix tra Henry e Coman. Giocatore che da qualche mese era corteggiato da club della Premier importanti, concorrenti della Vecchia Signora pure loro, come Tottenham e Manchester City. Inutile dire che il Paris Saint Germain sia su tutte le furie e infatti si è infilato nella trattativa juventina per Dani Alves, ma forse tardivamente.

    Un altro club che è freddamente arrabbiato con madama è il Barcellona, perché? Facile Dani Alves è al 90% bianconero e se lo diventerà sarà a parametro zero, bloccando quindi le entrate ipotizzate dai catalani che vivono per il fair play finanziario un inizio di mercato condizionato proprio dallo snellimento della rosa per poter operare in entrata. Altro fattore che ha aperto sì la porta per trattare con Mascherano ma che di fatto ha raffreddato i rapporti con il club blaugrana, al punto tale che improvvisamente il Barcellona è attratto da un altro obbiettivo bianconero, Miralem Pjanic. Nell’operazione che la Juventus sta facendo con il Barcellona, o meglio sotto gli occhi distratti del Barcellona per Alves e Mascherano, pare abbastanza chiara la compiacenza di un’altra grande d’Europa, il Real Madrid. Perché?

    Qui la storia s’intreccia da dopo calciopoli, quando i blancos aiutarono proprio la Juventus a rifondarsi facendo spesa a Torino con Emerson e Cannavaro e mantenendo un asse importante sul mercato ratificato proprio con Morata ormai tre anni fa. Quando Morata arrivò a Torino era un giovane di ottimo prospetto, oggi è un attaccante completo e l’operazione è stata chiara fin da subito con la famosa “clausola de recompra” messa dal principio. Se Alvaro fosse cresciuto la Juve guadagnava soldi e trofei nel mentre era nelle sue fila, in caso contrario si sarebbe ritrovata in casa un buon centravanti low cost. In tutto questo però il Real teneva l’ultima parola compreso il controllo su una concorrente “amica” qualora fosse divenuta troppo vicina a loro. La Juve è cresciuta al punto tale che proprio grazie ai gol di Morata nella scorsa stagione ha guadagnato la finale di Champions League a scapito proprio del Real.

    Alvaro Morata, decisivo nella vittoria della Juve a Manchester con il City.
    Alvaro Morata, decisivo nella vittoria della Juve a Manchester con il City.

    Oggi con i soldi anche guadagnati dall’affare Morata la Juventus può andare in battaglia, anche sul mercato, contro le grandissime d’Europa e perché non farlo contro la rivale principale dell’amico Real? Anche in questo caso il guadagno è duplice, i bianconeri si porterebbero in casa giocatori di prim’ordine ed al tempo stesso contrasterebbero una rivale diretta per quel sogno chiamato Champions League che anche a livello economico porta tantissimo.

    La Juventus ufficialmente è entrata in guerra sul mercato contro i club miliardari d’Europa e lo sta facendo con una strategia oculata, tessendo trame importanti, cercando sempre colpi di prospetto ma ora anche calciatori di consolidata fama mondiale tra le fila delle sue avversarie europee. C’è da capire se è già in grado di sostenere una guerra fatta di acume strategico e buon nome contro bordate milionarie che gli altri club possono mettere sul piatto o forse per madama era meglio stare ancora con un profilo più basso?

  • Griezmann elimina il Barça, al Bayern basta il pari

    Griezmann elimina il Barça, al Bayern basta il pari

    L’Atletico Madrid compie l’impresa. Protagonista assoluto della serata è stato l’attaccante francese Griezmann che con una doppietta ha steso il Barcellona, permettendo ai Colchoneros di ripetere quello già accaduto due stagioni fa, ovvero eliminare i catalani nei quarti di finale.

    La quarta semifinalista è il Bayern Monaco che dopo lo spavento iniziale, per l’errore di Neuer che ha causato il vantaggio di Jimenez, ha ribaltato il risultato mettendo in cassaforte la qualificazione e rendendo così inutile il 2-2 di Talisca.

    Dunque la maledizione del bis in Champions si ripete, il Barcellona non potrà difendere il titolo conquistato a Berlino, le squadre rimaste in corsa per la finale di Milano sono Atletico Madrid, Bayern Monaco, Manchester City e Real Madrid.

     

    ATLETICO MADRID – BARCELLONA

    L'esultanza di Griezmann | Foto Twitter
    L’esultanza di Griezmann | Foto Twitter

    L’Atletico Madrid riesce nell’impresa di eliminare il Barcellona.

    In un bollente Vicente Calderon gli uomini di Simeone hanno il compito di ribaltare la sconfitta subita per 2-1 al Camp Nou e partono subito forte. Il Barça fa possesso palla ma non riesce a farlo con rapidità ed al 36° un’invenzione di Saul permette a Griezmann di trovare il colpo di testa vincente che vale l’uno a zero che sarà anche il risultato a fine primo tempo.

    Nella ripresa il Barcellona cerca di schiacciare i padroni di casa nella propria area. L’Atletico però si difende bene, sa soffrire, sfiora il raddoppio con Godin e trova il 2-0 nel finale ancora con Griezmann che trasforma un rigore conquistato per un fallo di mano di Iniesta dopo un contropiede di Filipe Luis. I catalani avrebbero ancora la possibilità di trascinare la sfida ai supplementari ma il gol non arriva e a far festa sono i Colchoneros.

     

    ATLETICO MADRID – BARCELLONA 2-0 (36°, 87° rig. Griezmann)

    Atletico Madrid (4-4-2): Oblak; Juanfran, Godin, Hernandez, Filipe Luis; Koke, Fernandez (93° Savic), Gabi, Niguez; Carrasco (74° Teye), Griezmann (90° Correa).

    Allenatore: Simeone.

    Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Alba, Mascherano, Pique, Dani Alves (64° Roberto); Iniesta, Busquets, Rakitic (64° Arda Turan); Neymar, Suarez, Messi.

    Allenatore: Luis Enrique.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Gabi (A), Suarez (B), Godin (A), Neymar (B), Iniesta (B), Correa (A), Arda Turan (B), Koke (A)

     

    BENFICA – BAYERN MONACO

    Quasi un tempo di paura, poi però il Bayern Monaco ha spazzato via tutte le speranze del Benfica, andando a ribaltare il risultato, con la parità ristabilita dai portoghesi nel finale, e volando così alle semifinali.

    Il match come detto si mette subito male per i bavaresi, al 27° infatti, nonostante un possesso palla vicino al 80%, un’uscita a vuoto di Neuer permette a Jimenez di portare in vantaggio i padroni di casa. Il portierone tedesco si riscatta 3 minuti dopo salvando la conclusione sempre di Jimenez che avrebbe potuto lanciare i portoghesi su un pesante 2-0. Passata la paura ci pensa il solito Vidal a toglier le castagne dal fuoco, con una gran conclusione che è vale il pareggio al 38°. Si va al riposo sul risultato di 1-1.

    Nella ripresa l’inerzia rimane in mano al Bayern che trova il raddoppio al 52° con la conclusione vincente di Müller. Il Benfica accusa il colpo e potrebbe incassare il gol del 1-3 ma Douglas Costa, al minuto 60, centra il palo. Il Bayern insiste nel cercare il terzo gol ma i lusitani non mollano e al 77° provano a riaccendere la fiammella della speranza grazie alla perfetta punizione di Talisca. Non basta, il risultato non cambia più, il Benfica esce imbattuto dal suo stadio ma in semifinale va il Bayern Monaco.
    BENFICA – BAYERN MONACO 2-2 (27° Jimenez (Be), 38° Vidal (Ba), 52° Müller (Ba), 77° Talisca (Be))

    Benfica (4-2-3-1): Ederson; Almeida, Lindelof, Jardel, Eliseu (88° Jovic); Fejsa, Sanches; Salvio (68° Talisca), Pizzi (58° Guedes), Carcela-Gonzalez; Jimenez.

    Allenatore: Rui Vitoria.

    Bayern Monaco (4-3-3): Neuer; Alaba, Martinez, Kimmich, Lahm; Vidal, Alonso (90° Bernat), Thiago Alcantara; Costa, Müller (84° Lewandowski), Ribery (92° Gotze).

    Allenatore: Guardiola,

    Arbitro: Kuipers.

    Ammoniti: Carcela-Gonzalez (Be), Javi Martinez (Ba).

  • Suarez salva il Barça, Vidal lancia il Bayern

    Suarez salva il Barça, Vidal lancia il Bayern

    La Champions League ha rialzato il sipario mandando in scena le prime due sfide dell’andata dei quarti di finale ed i protagonisti sono stati il blaugrana Luis Suarez ed il cileno del Bayern Monaco Arturo Vidal.

    Due sfide che hanno visto vincere di misure i padroni di casa, Barcellona e Bayern appunto, ma che lasciano ad Atletico Madrid e Benfica ancora aperte le porte della qualificazione alla semifinale.

    Veniamo ad analizzare le due sfide partendo da quella del Camp Nou. 

    BARCELLONA – ATLETICO MADRID 

    Il derby spagnolo si presenta esattamente come atteso nelle previsioni della vigilia, ovvero con il Barcellona a far la gara e l’Atletico di Simeone ben chiuso e pronto con aggressività a ripartire. I catalani non riescono a far girar il pallone rapidamente e i colchoneros capiscono che possono far male agli avversari e al 25° passano addirittura in vantaggio con Torres ben imbeccato da Koke. El Niño però diventa protagonista in negativo per i suoi quando prende il secondo giallo al 36° lasciando l’Atletico in 10 uomini. Nella ripresa il Barcellona accelera e, dopo una traversa di Neymar, concretizza la rimonta con la doppietta di Suarez tra il 63° ed il 74°. Finisce 2-1, l’Atletico Madrid rimane in corsa ma a fine gara Simeone mastica amaro un po’ per la rimonta subita un po’ per il rosso a Torres ma anche per la mancata espulsione di Suarez colpevole di un fallo a palla lontana su Filipe Luis. 

    Luis Suarez | Foto Twitter
    Luis Suarez | Foto Twitter

    BARCELLONA-ATLETICO MADRID 2-1 (25′ Torres (A), 63′ Suárez (B), 74′ Suárez (B))

    Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Piqué, Mascherano, Dani Alves, Jordi Alba; Busquets(80° Sergi Roberto), Iniesta (83° Arda Turan), Rakitić (63° Rafinha); Messi, Neymar , Suárez.

    Allenatore: Luis Enrique.

    Atletico Madrid (4-4-2): Oblak; Juanfran, Godín, Lucas, Filipe Luís; Gabi, Saúl (89° Correa), Koke, Carrasco (53° Augusto); Griezmann (76° Thomas), Torres.

    Allenatore: Simeone.

    Arbitro: Brych (GER).

    Ammoniti: Busquets (B), Suárez (B), Mascherano (B); Koke (A), Filipe Luís (A), Griezmann (A), Lucas (A), Oblak (A), Augusto (A).

    Espulso: Torres (A)

     

    BAYERN MONACO – BENFICA

    Il Bayern Monaco fa sua la sfida d’andata ma il Benfica regge e si mantiene aperta una chance qualificazione. La gara sembra mettersi subito sui binari giusti per i bavaresi, dopo solo due minuti dal calcio d’inizio Vidal, di testa, trova il gol che sblocca la partita. Gli uomini di Guardiola sfiorano un paio di volte il raddoppio ma sbattono contro il portiere ospite. Nel finale di tempo il Benfica avrebbe anche la chance di pareggiare con un paio di conclusioni respinte. Nella ripresa ci si aspetta un Bayern d’assalto ed invece entrambe le squadra hanno le occasioni per andare in gol. Reti però non ne arrivano e la gara si chiude su un 1-0 che non decide ancora niente, la qualificazione è rimandata alla gara di ritorno.

    Arturo Vidal | Foto Twitter
    Arturo Vidal | Foto Twitter

    BAYERN MONACO-BENFICA 1-0 (2° Vidal)

    Bayern Monaco (4-1-4-1): Neuer; Lahm, Kimmich (60° Martínez), Alaba, Bernat; Vidal; Douglas Costa (70° Coman), Müller (85° Götze), Thiago Alcântara, Ribéry; Lewandowski.

    Allenatore: Guardiola.

    Benfica (4-4-2): Ederson; Almeida, Lindelöf, Jardel, Eliseu; Pizzi (91° Samaris), Fejsa, Renato Sanches, Gaitán; Jonas (83° Salvio), Mitroglou (70° Jiménez).

    Allenatore: Rui Vitória.

    Arbitro: Marciniak.

    Ammoniti: Ribéry (Ba), Bernat (Ba); Jonas (Be), Lindelöf (Be)

  • Johan Cruyff è morto. Il mondo del calcio in lutto

    Johan Cruyff è morto. Il mondo del calcio in lutto

    Il mondo del calcio piange Joahn Cruyff vera leggenda del calcio olandese e mondiale, rivoluzionario assoluto del mondo del calcio, da giocatore prima e da allenatore poi.

    Cruyff, che avrebbe compiuto 69 anni ad aprile, ha perso la sua lotta contro un cancro ai polmoni che durava da 2 anni. A darne l’annuncio il sito ufficiale del campione:

    Il 24 marzo 2016, Johan Cruyff è deceduto a Barcellona, circondato dai suoi cari, dopo una dura lotta contro il cancro. Chiediamo con grande tristezza che si rispetti la privacy della famiglia“.

    Cruyff-Cropped

    Tra i soprannomi più rappresentativi della sua straordinaria forza “Profeta del gol” e il “Pelè bianco“. Già perché tra i grandi nomi dell’Olimpo del calcio un posto d’onore è anche per Johan Cruyff che ha cambiato per sempre il modo di intendere il calcio facilitandone la nascita del concetto di “calcio moderno“.

    Grande trascinatore, ambidestro, passava con disinvoltura a ricoprire il ruolo di centravanti e quello di trequartista. Dotato di un super senso di leggere in anticipo il gioco ed imprendibile per gli avversari nella ripartenza palla al piede, non ha mai risparmiato le sue forze in ogni match, aiutando tutti i reparti. E proprio in questo si è compiuta la sua rivoluzione: “tutti fanno tutto“.

    Mise in atto la sua rivoluzione con l’Ajax e la nazionale olandese prima e con il Barcellona poi, sia come giocatore che come allenatore. Il suo palmares conta 9 campionati d’Olanda, 6 coppe d’Olanda, tre Coppe dei Campioni consecutive tra il 1971 e il 1973 sempre con la squadra olandese e 3 palloni d’Oro (1971, 1972, 1974). Passato in blaugrana, dove è diventato un punto di riferimento prima in campo e poi in panchina, ha conquistat da tecnico la prima Coppa Campioni nella storia del club catalano nel 1992. Con la nazionale olandese Cruyff ha raggiunto due finali mondiali consecutive nel 1974 e nel 1978 perse contro Germania e Argentina.

  • Messi per la quinta volta Re del calcio mondiale

    Messi per la quinta volta Re del calcio mondiale

    Lionel Messi, come da pronostico di vigilia, ha conquistato, per la quinta volta nella sua carriera, il Pallone d’Oro, arrivando davanti a Cristiano Ronaldo e a Neymar.  Queste sono state le percentuali di voto: Messi 41.33%; Cristiano Ronaldo 27.76%  e Neymar 7.86%. A votare sono 154 giornalisti  e Ct, i capitani  e Ct delle 208 nazionali facenti parti della Fifa.

    Lionel Messi, pallone d'oro 2016.
    Lionel Messi, pallone d’oro 2016.

    La stagione di Messi è stata incredibile, forse, irripetibile: leader indiscusso del Barcellona, che ha vinto, quasi, tutto. Cinque i titoli conquistati dai blaugrana, con Messi miglior cannoniere, 52 le reti all’attivo e miglior assist man con 26 passaggi serviti. Messi è andato in gol in tutte le competizioni che il Barcellona ha giocato nel 2015: Liga, Champions League, Coppa del Re, Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea e Mondiale per Club.

    Nulla da fare per i suoi avversari, arrivati alla finale: Cristiano Ronaldo, che ha visto scappare Messi, nella personale battaglia tra i due: Messi guida la classifica con cinque trofei a tre. Neymar per la prima volta è arrivato sul podio.

    Il quinto trofeo conquistato dala pulce può essere letto come il classico “ora venitemi a prendere”: Marco van Basten, Michel Platini e Joan Crujff sono fermi a quota tre e, essendo ritirati, non possono rispondere. Fra qualche decennio ricorderemo questi anni come l’era Messi.

    Manca ancora un trofeo a Messi, la ciliegina sulla torta: il Mondiale di Calcio con l’Argentina. Gli anni passano e le opportunità per poterlo conquistare sono sempre di meno, la prossima edizione sarà in Russia nel 2018, quando Messi avrà 31 anni.

    L’unico italiano nella top undici della Fifa presente è stato Paul Pogba, uno che ambisce a vincere in futuro questo trofeo. Tra gli allenatori successo di Luis Enrique, vincitore della Champions League con il Barcellona. Per quanto riguarda la controparte femminile il titolo è andato a Carli Lloyd, tripletta nella finale mondiale con gli Usa.

     

  • Suarez e Messi show, la Roma affonda al Camp Nou

    Suarez e Messi show, la Roma affonda al Camp Nou

    Già prima di scendere in campo si sapeva che per la Roma, la trasferta nella tana del Barcellona, sarebbe stata una sfida di difficoltà estrema.

    Il Camp Nou non solo ha confermato questa ipotesi ma ha mostrato una compagine blaugrana totalmente padrona del gioco e che ha sbrigato la pratica giallorossa in meno di 20 minuti.

    Protagonisti assoluti il Pistolero Suarez, autore di una doppietta e Leo Messi, doppietta e assist per lui, al ritorno da titolare dopo il lungo infortunio.

    Gli uomini di Garcia però possono vedere il bicchiere mezzo pieno, il pareggio tra Bate Borisov e Bayer Leverkusen lascia il destino del passaggio del turno nelle mani dei giallorossi.

    Veniamo al racconto della gara.

    Come detto Luis Enrique lancia dal primo minuto Leo Messi che va a formare il devastante trio offensivo con Neymar e Suarez.

    Garcia deve fare a meno di pedine fondamentali come Salah e Gervinho e con De Rossi in panchina, per questo il tecnico francese inserisce Keita a centrocampo mentre Iago Falque e Florenzi fanno da spalle a Dzeko.

    Leo Messi | Foto Twitter
    Leo Messi | Foto Twitter

    Pronti via ed il Barcellona fa subito paura, Messi troverebbe anche il gol ma il guardalinee alza la bandierina per un fuorigioco di Neymar. Il Barça crea, la Roma ha una grossissima chance ma Dzeko di testa manda alto. Al 15° la gara si sblocca, ennesimo inserimento di un giocatore del Barcellona, in questo caso Dani Alves, assist preciso per Suarez che deposita facile, facile a porta sguarnita. La Roma non ha nemmeno il tempo di abbozzare una reazione che arriva il raddoppio, sublime giocata di squadra del Barça, palla a Messi che finalizza con un tocco sotto dolcissimo. La Roma incassa il colpo, ha una mezza occasione con un tiro cross di Florenzi ma sul finale del tempo subisce il terzo gol per una conclusione al volo di Suarez.

    Si riparte e sembra di vedere una Roma più vogliosa, con il neo entrato Iturbe che prova a spaventare la difesa di casa. E’ solo un’illusione perchè i blaugrana spingono e piazzano un uno-due micidiale con Messi che prima regala il gol a Pique e poi realizza il tap-in dopo una parata di Szczesny su un suo stesso tiro. Qualche lampo di Iturbe prova ad accendere la serata giallorossa, ma i padroni di casa vogliono il gol di Neymar e spingono in attacco. Il brasiliano avrebbe una grossa opportunità al minuto 77 ma si fa respingere il rigore, che si era procurato, da Szczesny, sulla ribattuta arriva Adriano ed è 6-0. Non è proprio serata e lo si capisce al 81° quando Dzeko si conquista e si fa parare da ter Stegen un calcio di rigore. Neymar cerca in tutti i modi di trovare un gol che però non arriva. Nel primo ed unico minuto di recupero, un colpo di testa di Dzeko toglie lo zero dalla casella della Roma, al Camp Nou finisce 6-1.

     

    BARCELLONA – ROMA 6-1 (15°, 44° Suarez (B), 18°, 59° Messi (B), 55° Piquè (B), 77° Adriano (B), 91° Dzeko (R))

    Barcellona (4-3-3): ter Stegen; Dani Alves, Piquè (56° Bartra), Vermaelen, Jordi Alba; Rakitic, Busquets (46° Samper), Sergi Roberto (64° Adriano); Messi, Suarez, Neymar

    Allenatore: Luis Enrique.

    Roma (4-3-3): Szczesny; Maicon, Manolas, Rudiger, Digne; Pjanic (75° Ucan), Keita, Nainggolan (46° Iturbe); Florenzi (46° Vainqueur), Dzeko, Iago Falque.

    Allenatore: Garcia.

    Arbitro: Cakir.

    Ammoniti: Piquè (B), Dani Alves (B), Vainqueur (R), Messi (B)

  • La Roma ferma i campioni, all’Olimpico è 1-1

    La Roma ferma i campioni, all’Olimpico è 1-1

    La Roma conquista il primo punto, nella prima partita del girone di Champions League, fermando sull’1-1 i campioni in carica del Barcellona. La squadra di Garcia ha avuto il merito di avere un atteggiamento propositivo per tutta la durata della gara, senza paure e timori reverenziali del Barcellona, un punto prezioso per il proseguo del girone conquistato con il sacrificio e la abnegazione da parte di tutta la squadra; la squadra di Luis Enrique ha creato diverse palle gol nel corso della gara ma non ha mai dominato la Roma sempre ben messa in campo, attenta e accorta nelle posizioni in campo. Passato in vantaggio con un gol in sospetto fuorigioco di Suarez, la Roma ha trovato la via del pareggio con un gol impossibile di Florenzi: una autentica magia scaturita dal suo piede destro dopo sulla fascia destra, avendo superato di pochi metri la linea di centrocampo: Ter Stegen, fuori dai pali, può soltanto guardare la palla entrare nella propria porta.

    Il momento del gol di Florenzi, con cui la Roma pareggia la partita.
    Il momento del gol di Florenzi, con cui la Roma pareggia la partita.

    Al 4′ sinistro di Messi dal limite dell’area, la palla esce alta; al 9′ il colpo di testa di Suarez è uscita a lato alla sinistra del portiere. Al 20′ il vantaggio del Barcellona: Rakitic, dalla linea laterale dell’area piccola servito da un fendente di Mathieu, mette un cross che arriva sulla testa di Suarez il quale a porta vuota può siglare il gol. Episodio dubbio in area di rigore della Roma al 23′ quando Iniesta serve Suarez che sul lancio viene a contatto con Szczesny ma per il direttore di gara è tutto regolare. Al 30′ gol strepitoso di Florenzi il quale scatta sulla fascia destra e, da metà campo appena superata, lascia partire un destro che finisce alle spalle di Ter Stegen, fuori area. Al 33′ sinistro di Messi dal limite dell’area che esce alto sopra la traversa. Al 37′ azione personale di Messi che entra in area dalla parte di destra, salta Digne e conclude verso la porta ma Szczesny è attento e respinge; al 43′ destro di Naingollan dal limite dell’area ma Ter Stegen respinge a lato.

    Al 46′ occasione per Messi, sinistro secco dell’argentino, ma è attento il portiere giallorosso; scaprata di Suarez su Szczesny e il portiere non ce la fa ed è costretto al cambio; ancora Messi al 56′ mette in mezzo all’area una palla velenosa ma De Sanctis è attento e fa sua la sfera. Al 75′ sinistro di Florenzi dal limite dell’area ma la palla è alta. Neymar si gira molto bene in area di rigore e tira ma è fondamentale il recupero di Manolas che manda in angolo la palla. Al 76′ traversa di Messi abile a approfittare di un errato disimpegno di Rudiger il quale tergiversa con il pallone e l’argentino manda la palla sulla parte alta della traversa. All’80 si salva in angolo la Roma, dopo un uno-due tra Iniesta e Neymar con un fraseggio corto che manda in difficoltà la difesa giallo rossa. Minuto 87′ Salah rasoterra per Dzeko ma il tiro del bosniaco è rasoterra, facile preda per Ter Stegen. Al 94′ palla in area di rigore, volante, di Messi per J.Alba che supera con un pallonetto in diagonale De Sanctis ma è provvidenziale Manolas a salvare sulla linea. Al 95′ De Sanctis blocca un tiro di Sergi Roberto da fuori area.

    ROMA – BARCELLONA 1-1 (20′ Suarez; 30′ Florenzi)

    ROMA (4-3-3): Szczesny [48. De Sanctis]; Florenzi [84.Torosidis], Manolas, Rudiger, Digne; De Rossi, Naingollan, Keita; Iago Falque [80. Iturbe], Salah, Dzeko. A disp: Maicon, Gervinho, Vainqueur, Totti. All: Rudi Garcia

    BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen; Sergi Roberto, Piquè, Mathieu, J.Alba; Busquets; Rakitic [61. Rafinha] [64. Mascherano] , Iniesta; Messi, Neymar, Suarez. A disp: Bartra, Correia, Masip, Ramirez, El Haddadi. All: Luis Enrique

    Arbitro: Quipers (Olanda)

    Ammoniti: 62. Naingollan [R]; 74. Pique [B];

    Calci d’angolo: 1-5

    Recupero: 1 + 8

  • “Messi” alla prova: Roma per l’impresa contro il Barça

    “Messi” alla prova: Roma per l’impresa contro il Barça

    All’Olimpico questa sera sarà una vera e propria sfida tra campioni, quelli che sponda Roma e Barcellona daranno vita senza ombra di dubbio a una partita vibrante ed emozionante. Ecco che la capitale si trasformerà in una bolgia, si aspetta il pubblico delle grandi occasioni, stadio tinto di giallorosso e blaugrana, sul rettangolo di gioco i campioni d’Europa e di tutto allenati, ovvero il Barcellona di Luis Enrique, contro una squadra come la Roma di Rudi Garcia, pronta a vender cara la pelle e a dimostrare di essere cresciuta. Costruiti per competere non solo in Italia ma per combattere contro tutto e tutti anche in campo internazionale, tutto pronto per l’inizio di questa stagione di Champions, e niente di più bello poteva esserci di una partenza con il botto contro i ” marziani ” spagnoli.

    Lo Stadio Olimpico "vestito" in giallorosso | Foto Twiter
    Lo Stadio Olimpico “vestito” in giallorosso | Foto Twiter

    Il bello di giocare una partita così, l’emozione di confrontarsi contro i più forti del mondo, i più forti, la squadra da battere. Niente di più motivante, con la tensione pre partita, tra i giocatori ma anche tra la gente che vive la Roma ogni giorno, la stessa sensazione che però al momento dell’entrata in campo scompare, perchè dentro c’è solo la voglia di dimostrare, di lottare su ogni pallone e prevalere su un avversario mostruoso, con pochi punti deboli e tanta qualità. Umiltà, rispetto, per chi non ha aggettivi ormai, lo ha detto Garcia nella conferenza pre partita, ma questa Roma, lottando e giocando alla pari, concedendo poco e sfruttando le occasioni potrebbe anche fare il colpaccio. In casa, davanti ai propri tifosi, senza nulla da perdere, perchè chi ha tanto da dimostrare è la squadra di Luis Enrique, quella campione in carica, e che è partita senza sconfitte in campionato.

    Rudi Garcia
    Rudi Garcia

    Questa Roma ha ancora negli occhi le batoste prese in Coppa dei Campioni con Manchester United e Bayern Monaco, quindi il desiderio è quello di fare una grande partita, senza sbilanciarsi ma allo stesso tempo provando a far male a un avversario complicato, sicuramente il più difficile che potesse capitare. E’ la prima e tutto può succedere, i giallorossi hanno più opzioni tattiche, diverse alternative, giocatori che possono competere sia a livello atletico che tecnico con le furie blaugrana. Lionel Messi, nome che non  ha bisogno di presentazioni e che squilla più degli altri, lui è quello che fa più paura, solo leggere il suo palmares fa venire la pelle d’oca, ma non è l’unico da tenere a bada visto che la Roma avrà le sue gatte da pelare. Non ci sarà nessuna mossa particolare, la gabbia o che dir si voglia sul numero dieci argentino, perchè da imbrigliare ce ne sarebbero più di uno, ecco perchè Garcia vorrà vedere una squadra affamata, con la voglia di far risultato alla prima in Champions e per di più davanti ai propri supporters.

    Occhi puntati su Mohamed Salah, in panchina contro il Frosinone, ma pronto a scatenarsi negli spazi lasciati dal Barça, che sicuramente terrà il pallino del gioco ma si esporrà inevitabilmente anche ai contropiedi dei giallorossi. Ecco perchè puntare sulla velocità dell’egiziano, colui che può creare strappi decisivi, una tecnica cristallina, velocità allo stato puro e il senso del gol di un attaccante. Insieme a lui nel tridente disegnato dall’allenatore francese ci sarà Dzeko, uno che in Champions e in campo internazionale sa cosa voglia dire fare gol, mentre non sarà probabilmente nell’undici titolare ma pronto per entrare in campo il capitano, Francesco Totti, altro campione e giocatore in grado a partita in corso di fare la giocata decisiva. Al suo posto Iago Falque, ex di turno, anche se a Barcellona non lo ricordano, o meglio, non ne hanno sfruttato le qualità, forse perchè era giovane, forse perchè gli allenatori tra cui anche Luis Enrique non vedevano in lui una promessa del calcio. Ora alla Roma è entrato subito negli schemi, continuando quello che aveva già mostrato con la magia del Genoa nella scorsa stagione, è pronto all’esordio in Champions quindi, per segnare alla sua ex squadra. Difesa a quattro davanti a Szczesny con Florenzi, ancora terzino, insieme a Rudiger e Manolas, ancora preferiti a Castan, mentre l’idea di mettere De Rossi centrale non sembrerebbe la soluzione migliore, visto che l’azzurro dovrebbe prender eposto davanti alla difesa nel suo ruolo ideale, con Nainggolan e Keita a fianco, vista l’assenza di Pjanic. Il maliano è stato protagonista con la maglia del Barcellona, ha vinto due Champions, un Triplete e i sei titoli nel 2009, non poco per un giocatore importantissimo nello scacchiere di Rudi Garcia, in grado di unire quantità e qualità. In corsa per una maglia da titolare anche il neo arrivato William Vanqueur, ex Dinamo Mosca, che partirebbe dall’inizio solo nel caso in cui De Rossi fosse dirottato in difesa al posto di Rudiger.

    Lionel Messi
    Lionel Messi

    Il Barcellona ha qualche problemino, Luis Enrique non ha convocato Carlo Bravo, perchè il portiere di Coppa è come lo scorso anno Ter Stegen, così come non sarà del match Daniel Alves. Non c’è un vero e proprio terzino destro che possa sostituire il brasiliano, ecco perchè il candidato numero uno alla vigilia sembra essere Sergi Roberto. La coppia centrale formata da Piquè e Mascherano è confermata, così come Jordi Alba, titolare a sinistra. A centrocampo la cerniera sarà formata da Busquets, Rakitic e Iniesta, mentre davanti il tecnico spagnolo si affiderà all’estro e alla fantasia di Messi, Suarez e Neymar. Non ci resta che aspettare il fischio d’inizio, Roma e Barcellona daranno vita a un mercoledì di Coppa scoppiettante.

  • Athletic Bilbao bestia nera del Barcellona

    Athletic Bilbao bestia nera del Barcellona

    In Spagna era tempo di super remuntada, o meglio era quello che Bartomeu e tutto il clan blaugrana si auspicava ed invece è stato il tempo di un super Athletic Bilbao, che strappa con le unghie la Supercoppa iberica al Barcellona. Lo fa con una prestazione legnosa, accorta contro i Campioni d’Europa che come all’andata mettono un po’ di pressione ma poi in difesa sono molli come il burro a bagnomaria.

    Il sextete non si potrà avverare, tuttavia il team di Louis Enrique potrà vincerne cinque di titoli se il Mondiale per Club sarà giocato con tutt’altro tenore. L’Athletic riesce a chiudere la sua area di rigore e non solo, riesce anche a mettere in imbarazzo la difesa del Barcellona in più di un’occasione e la rete che chiude definitivamente i conti è l’emblema della disfatta dei padroni di casa al “Camp Nou“.

    I mille tifosi ospiti, giunti in Catalogna in mille unità non possono credere ai loro occhi quando Aduriz si trova la palla d’oro solo davanti al portiere del Barcellona per rimettere in equilibrio la partita e chiudere definitivamente il discorso, e dire che nel primo tempo Messi, su assist di Suarez aveva illuso i padroni di casa.

    La squadra di Louis Enrique si mette subito dall’inizio in clima idoneo, con Pique che al 7° coglie una traversa incredibile non riuscendo a sfruttare  un assist prezioso che lo liberava in area. Il canovaccio del match è chiaro e prevedibile, blaugrana che attaccano e ospiti, forti del 4-0 dell’andata che difendono.

    Però poi l’intensità dei padroni di casa svanisce, c’è sempre un ottimo possesso palla ma sterile mentre l’Athletic quando riparte lo fa a fiammate e più passa il tempo e più le sue scorribande di alleggerimento si fanno pericolose come al 38° quando Javier Eraso si libera in area per il tiro ma la conclusione finisce a lato.

    Al 43° il Barcellona si porta in vantaggio, facendo sperare inutilmente per una ripresa da cardiopalma. Messi è servito a due passi dalla linea di porta da Suarez e non sbaglia.

    L'Athletic Bilbao conla Supercoppa di Spagna | Foto Twitter
    L’Athletic Bilbao conla Supercoppa di Spagna | Foto Twitter

    La partita è godibile perché il ritmo è buono, le occasioni ci sono ma non si concretizzano ne dall’una ne dall’altra parte, evidente che oltre all’aspetto offensivo entrambe le squadre non voglio prendere la rete. Messi è ben controllato e Suarez ingaggia duelli spigolosi senza vincerli, Susaeta dal limite al 54° ci prova ma Claudio Bravo respinge, un minuto dopo è Suarez che potrebbe segnare ma è anticipato di pochissimo da un difensore e sul rovesciamento di fronte Aduriz con un bel rasoterra impegna nuovamente Bravo. E’ la fase più calda del match, però smorzata dall’arbitro che espelle per proteste Pique mettendo in ginocchio il Barcellona.

    L’espulsione del compagno sveglia i blaugrana che in due minuti vanno vicinissimi al raddoppio. Prima con Suarez che impegna Iraizoz e un minuto dopo con Rakitic che da buona posizione spara a lato, manca anche la fortuna agli uomini di Enrique. Al 73° ancora Suarez dal limite controlla e spara una bordata che esce di pochissimo dal palo sinistro. Un minuto dopo arriva il pareggio dell’Athletic Bilbao.

    Aduriz dopo un lancio lungo è servito al limite dell’area, incredibilmente solo, di testa da un compagno. L’attaccante si avvicina a Bravo tira di piatto piazzando il tiro ma l’estremo difensore riesce incredibilmente a respingere, sulla ribattuta a porta vuota Aduriz mette la partita in parità e smorza le residue speranze blaugrana. L’ultima emozione la regala ancora l’arbitro che mette in parità anche il numero degli uomini in campo all’ 86° quando espelle per un fallaccio su Mascherano il basco Sola.

    La partita finisce con  sostenitori baschi in festa ed un “Camp Nou” che si svuota inesorabilmente lasciando gli ospiti saltare allegramente. La Supercoppa di Spagna dopo 31 anni torna a Bilbao.

     

     

  • Barcellona flop, 4 schiaffi dal Bilbao

    Barcellona flop, 4 schiaffi dal Bilbao

    Incredibile al nuevoSan Mames” di Bilbao, tutto esaurito per l’occasione, i Campioni di Spagna e d’Europa del Barcellona sono stati asfaltati dall’orgoglio basco dell’Athletic Bilbao nel match di andata della Supercoppa di Spagna. Barcellona flop con quattro reti, di cui una tripletta per Aduriz, i padroni di casa hanno regalato una partita perfetta ai propri sostenitori e fra tre giorni gli extra terrestri blaugrana dovranno prodigarsi per una difficilissima remuntada al Camp Nou.

    Louis Enrique ha vissuto una delle notti più terribili da quando è diventato tecnico della squadra, probabilmente, più forte del mondo eppure già nella Supercoppa europea giocata e vinta pochi giorni fa contro il Siviglia qualche campanello d’allarme per una difesa a tratti imbarazzante era stato lanciato. Il Barcellona in 210 minuti (120 con il Siviglia e 90 ieri sera) ha subito la bellezza di 8 reti da due compagini della Liga, dato che dovrebbe far riflettere l’ex tecnico della Roma.

    Aritz Aduriz realizza una tripletta contro il Barcellona | Foto Twitter
    Aritz Aduriz realizza una tripletta contro il Barcellona | Foto Twitter

    A fronte di un attacco stellare, ieri rimasto all’asciutto, c’è una sincronia distratta nella fase difensiva che anche per i più forti può diventare letale. Fra tre giorni può succedere di tutto, proprio perché il Barcellona tenterà di mettere in “centrifuga” i baschi e di solito ci riesce con chiunque, ma quattro reti da recuperare potrebbero essere seriamente un ostacolo di troppo da superare verso il “sextete” desiderato.

    Enrique rispetto alla gara di Tblisi mette subito in campo Pedro in avanti con Suarez e Messi, nella linea mediana invece inserisce Rafinha e Sergi Roberto al fianco di Mascherano. La partita inizia con una breve fase di studio e qualche discreta iniziativa di Suarez che provoca qualche brivido, poi al 13° l’Athletic si ritrova in vantaggio sfruttando un buco nella difesa blaugrana.

    Ter Stegen deve uscire avventurosamente per anticipare un avversario lanciato solo verso la porta, la palla arriva fino al centrocampo dove San José ha tutto il tempo di stopparla, vedere l’estremo difensore lontano dalla porta e con una bella rasoiata fulminarlo per il vantaggio basco. La reazione del Barcellona c’è ma è poca cosa e addirittura l’Athletic potrebbe raddoppiare se sfruttasse meglio le ripartenze. Solo Messi su punizione e qualche spunto del combattente Suarez creano qualche grattacapo al portiere Iraizoz.

    Nella ripresa il Barcellona con Suarez coglie una traversa incredibile e Messi va vicinissimo al pareggio di sinistro ma Iraizoz è attento. A questo punto Enrique inserisce Iniesta al posto di Rafinha per dare maggiore imprevedibilità alla manovra, ma non servirà a nulla. Sulla sinistra i blaugrana perdono un pallone in controllo, Sabin Merino crossa in area e Aduriz è micidiale per il raddoppio basco proprio nel momento migliore del Barcellona.

    Enrique gioca anche la carta Rakitic al posto di Sergi Roberto, ma ancora una volta non sortisce un gran effetto. Aduriz realizza il terzo gol sfruttando un pallone sporco in area deviato dopo la conclusione dell’attaccante da Bartra. Il Barcellona tracolla e sparisce quasi, l’arbitro concede un calcio di rigore e ancora Aduriz trafigge per il 4-0 finale Ter Stegen.

    Se c’è una squadra che può fare una rimonta del genere in 90 minuti questa è senza dubbio il Barcellona, tuttavia restano preoccupanti le amnesie difensive blaugrana e ci vorrà una partita d’attacco al Camp Nou dall’inizio alla fine con una pressione costante sull’avversario. Staremo a vedere.