Tag: barcellona

  • L’Olympiacos travolge Siena. Barcellona alle Final 4

    L’Olympiacos travolge Siena. Barcellona alle Final 4

    Niente da fare per la Montepaschi Siena in gara 3 dei quarti di finale di Eurolega contro i greci dell’Olympiacos (prima delle 2 sfide ravvicinate al Pireo): gli ellenici dominano la gara e travolgono la truppa di coach Simone Pianigiani per 75-55 e si portano avanti per 2-1 nella serie con la grande occasione di chiudere i conti in gara 4 (da giocare venerdì) e prendersi la rivincita per l’eliminazione subìta dai toscani solo 12 mesi fa sempre nei playoff della massima competizione continentale di basket.

    Gara senza storia, i biancorossi del Pireo non trovano nessuna difficoltà al cospetto del team italiano assolutamente fuori partita nell’incontro forse più importante dell’anno. Percentuali non altissime (anzi rivedibili in vista di gara 4) condannano i toscani dominati a rimbalzo dai greci che alla fine chiudono con un eloquente +20 (49 contro 29 le carambole catturate dalle 2 squadre) potendo sopperire a qualche imprecisione dal campo con tantissimi punti da seconda occasione dopo i rimbalzi offensivi.

    Gli ellenici vincono ogni quarto di gioco ed alla fine sembrano poter toccare anche i 30 punti di vantaggio a qualche minuto dal termine, ma Siena limita la brutta figura con qualche tripla che onestamente sarebbe servita prima.

    Simone Pianigiani, Montepaschi Siena | © Jasper Juinen/Getty Images

    Il protagonista della gara del Pireo è Kyle Hines autore di 15 punti e 9 rimbalzi, ben coadiuvato da Acie Law (11 punti e 6 assist) e Sloukas (anche lui in doppia cifra con 10 punti). Per Siena invece gara da dimenticare per tutti, meno peggio rispetto agli altri Bo McCalebb con 15 punti e David Andersen con 12. Poi il buio. Ultima chimata per i toscani sarà gara 4 (in programma domani) da vincere assolutamente per non salutare anzitempo la competizione che potrebbe avere poi dei risvolti clamorosi sul progetto biancoverde.

    Nelle altre gare dei quarti sorride il Barcellona, prima e finora unica squadra a passare il turno e ad accedere alle Final 4. I blaugrana battono per 67-56 in trasferta l’Unics Kazan e chiudono la serie sul 3-0. Niente da fare invece per il CSKA Mosca che cade a Bilbao (94-81) e manca l’appuntamento per passare il turno (serie sul 2-1 per i russi). Infine i campioni in carica del Panathinaikos perdono a Tel Aviv contro i vicecampioni del Maccabi (65-62) e vedono lo spettro dell’eliminazione (serie 2-1 per i gialloblu israeliani).

    GLI ACCOPPIAMENTI DEI QUARTI (serie al meglio delle 5 partite)

    Bilbao-CSKA Mosca 94-81 (serie 2-1 CSKA Mosca)

    Olympiacos-Montepaschi Siena 75-55 (serie 2-1 Olympiacos)

    Maccabi Tel Aviv-Panathinaikos 65-62 (serie 2-1 Maccabi)

    Unics Kazan-Barcellona 56-67 (serie 3-0 Barcellona)

  • Milan – Barcellona 0-0, le pagelle. Antonini eroico. Delude Sanchez

    Milan – Barcellona 0-0, le pagelle. Antonini eroico. Delude Sanchez

    Si è concluso con un pareggio a reti inviolate il big match di San Siro fra Milan Barcellona, uno 0-0 che lascia intatte le speranze di qualificazione per i rossoneri. Nel Diavolo da lodare la prestazione dell’intero reparto difensivo, capace di mantenere la porta inviolata al cospetto dei blaugrana. Robinho fallisce l’ennesimo gol, Ibra tira in porta una sola volta. Tra i catalani non brilla la stella di Sanchez, mentre Xavi e Messi confermano la propria natura extra-terrestre.

    Milan Barcellona 0-0, le pagelle

    MILAN
    Abbiati 6,5: San Abbiati da Londra salva il risultato in più di un’occasione, non sempre in maniera legale però, come quando atterra Sanchez in area nel corso del primo tempo. L’arbitro Eriksson però lo grazia.
    Antonini 7,5: il sito dell’Uefa l’ha nominato man of the match di ieri sera, in virtù di due salvataggi prodigiosi prima su Sanchez e poi nel finale sul neo entrato Tello. E’ anche grazie a lui che il Milan può considerarsi ancora in gioco per un posto in semifinale.
    Mexes 6,5: il francese gioca una prova attenta, mostrandosi sempre lucido nei disimpegni. Mostrasse tale concentrazione anche nelle partite di campionato sarebbe un campione.
    Nesta 7: tornato dall’infortunio viene subito catapultato nella partita più difficile della stagione rossonera. Fino a quando le gambe lo sorreggono si erge a totem della difesa, senza far rimpiangere l’assenza di Thiago Silva. (75′ Mesbah 6)
    Bonera 7: conferma di attraversare un periodo di forma eccezionale, forse il suo migliore anno da quando è approdato al Milan. Prima a destra e poi al centro dopo l’uscita di Nesta, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
    Ambrosini 7,5: insieme ad Antonini il migliore in campo. Il capitano rossonero sfodera una prestazione tutta cuore, costruendo un muro invalicabile per l’attacco blaugrana. Insieme ai difensori centrali ferma Messi. Partita indimenticabile per il numero 23 del Diavolo.
    Seedorf 6,5: l’olandese disputa un buon primo tempo, durante il quale offre una bellissima palla ad Ibrahimovic che lo svedese spreca a tu per tu con Valdes. Cala nella ripresa, in ogni caso resta positiva la prestazione di mister Champions.
    Nocerino 6: svolge bene il compito di pressare il centrocampo blaugrana, senza però disdegnare qualche inserimento dei suoi in attacco, come in occasione del secondo tempo quando butta all’aria un pericoloso contropiede dei suoi compagni di squadra.
    Boateng 5,5: il ghanese non è al massimo della forma e si vede. E’ sua la prima clamorosa opportunità da gol, però il Boa si addormenta al momento di tirare.  Da lì in poi il nulla. Allegri lo sostituisce con Emanuelson (5,5) alla metà della ripresa.
    Robinho 4,5: lontano anni luce dal giocatore capace di rifilare due gol all’Arsenal negli ottavi. Ciò che spreca al primo minuto è da suicidio sportivo. In seguito non fa nulla per farsi perdonare. Pochi minuti dopo l’inizio della seconda frazione lascia il posto ad El Shaarawy (6).
    Ibrahimovic 5: lo svedese offre un’altra prova insufficiente in campo internazionale. Contro i suoi ex compagni di squadra si fa vedere solo verso la metà del primo tempo, quando imbeccato ottimamente da Seedorf calcia debolmente di sinistro sui guanti del portiere blaugrana. Al Nou Camp il Milan avrà bisogno anche del suo apporto per ottenere il pass qualificazione.

    daniele bonera | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    BARCELLONA
    Valdes 6: deve compiere una sola parata nell’arco dei 90′ minuti, proprio quella sull’attaccante svedese. Per il resto ordinaria amministrazione nonostante i primi 10′ minuti non fossero stati del tutto piacevoli per l’estremo difensore del Barca.
    Dani Alves 7: si legge terzino ma è a tutti gli effetti l’attaccante aggiunto dei blaugrana. Uno dei migliori laterali al mondo. L’avversario più pericoloso? Il terreno di San Siro.
    Piqué Mascherano 6,5: seguono Ibrahimovic come un’ombra. Se non si trattasse di una partita di calcio le fidanzate sarebbero anche gelose del trattamento speciale riservato al bomber di Malmoe.
    Puyol 6: partita senza sbavature per il capitano del Barca, il quale può recriminare su una trattenuta subita in area di rigore e non vista dall’arbitro Eriksson.
    Xavi 7: un maestro del pallone, quello che fa con Messi e Iniesta è un qualcosa di sconosciuto ai più. Limited edition Barca.
    Sergio Busquets-Keita 6: scelti da Guardiola per fronteggiare la forza fisica dei rossoneri, svolgono discretamente il proprio compito. Senza infamia e senza lode.
    Iniesta 6,5: il gemello diverso di Xavi mostra tutta la sua classe anche su un campo così disastrato come San Siro. Qualcuno potrebbe gridare allo scandalo per il fatto che né lui né Xavi abbiano mai vinto il Pallone d’oro. Una spiegazione però c’è…(67′ Tello 6,5)
    Messi 7: ecco il motivo per il quale nessun calciatore può aspirare al trono di migliore al mondo. Quando ha la palla fra i piedi illumina la scena e crea sempre pericoli. Non nella sua versione migliore, tanto basta però per mettere paura alla Curva Sud rossonera.
    Sanchez 5: il cileno si accende solo a sprazzi. Meriterebbe il calcio di rigore dopo l’entrata a valanga di Abbiati. Ci pensa poi Antonini a rovinargli la serata con un recupero mozzafiato alla fine del primo tempo. (77′ Pedro s.v.)

    MILAN BARCELLONA 0-0, ANDATA QUARTI CHAMPIONS LEAGUE, HIGHLIGHTS 
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  • Barcellona solo tiki taka, il Milan con più speranze al Camp Nou

    Barcellona solo tiki taka, il Milan con più speranze al Camp Nou

    Termina sul punteggio di 0-0 l’andata dei quarti di Champions League fra Milan Barcellona. A San Siro è dominio blaugrana, ma il Milan riesce a conquistare un insperato pareggio. Qualsiasi discorso qualificazione è ora rinviato al match di ritorno in Spagna. I rossoneri dopo un ottimo avvio possono recriminare per le occasioni sprecate da Robinho e Ibrahimovic. Gli uomini di Guardiola ancora una volta giocano una partita strepitosa, e il possesso palla blaugrana fa infuriare il presidente Berlusconi. La girandola di sostituzione nella ripresa non cambia il risultato finale di parità. Fra i rossoneri da sottolineare la grande prestazione di Nesta e capitan Ambrosini, mentre delude ancora una volta Ibra. Nel Barcellona non smette mai di stupire Messi, mediocre invece la prova di Sanchez.

    PRIMO TEMPO – I primi 10′ minuti vedono un Milan arrembante. Pressing totale fin nell’area blaugrana, e gli uomini di Guardiola vanno in tilt. L’occasione più ghiotta del primo tempo capita prima a Boateng ma sopratutto a Robinho, con il brasiliano che spreca una palla incredibile calciando alto da posizione favorevolissima. La squadra di Allegri alla prima offensiva catalana tira i remi in barca e dal pressing iniziale passa al catenaccio made in Italy, facendo mandare su tutte le furie il presidente Silvio Berlusconi.

    Il Barcellona diventa padrone assoluto del campo, grazie al trio delle meraviglie composto da Messi, Xavi e Iniesta, ed è soltanto un miracolo che Abbiati riesca a non subire gol durante la prima frazione di gioco. I blaugrana possono inoltre recriminare per il rigore non concesso a Sanchez durante il 16° minuto, con Abbiati che entra in ritardo sull’ex attaccante dell’Udinese, ma il fischietto svedese Eriksson fa segno di proseguire. Per il Milan l’ultima chance dei primi 45′ capita a Ibra, che lanciato da un passaggio illuminante di Seedorf colpisce di sinistro in maniera troppo timida, rendendo così facile il compito a Valdes. Al termine del primo tempo il dato sul possesso di palla è piuttosto inquietante, con il 65% a favore del Barca. Fallita la missione del Diavolo, stavolta il padrone del giuoco (Berlusconi’s copyright) è l’avversario.

    zlatan ibrahimovic | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Allegri prova a cambiare le carte in tavola, gettando nella mischia El Shaarawy togliendo uno spento Robinho. San Siro approva la scelta. Il Barcellona prosegue il suo cammino ed il Milan attende sulle corde come un pugile battuto. Emblematica l’espressione di Nesta dopo l’ennesimo fallo su Messi, come a voler dire: chi lo ferma questo? Guardiola capisce che è il momento di punire i rossoneri, rinforzando il reparto offensivo con la sostituzione del giovane Tello per Iniesta. A sorpresa Allegri risponde togliendo dal campo Boateng, non ancora meglio, per Emanuelson, con l’olandese che ha subito l’opportunità di involarsi verso l’area di rigore avversaria ma finisce per dribblarsi da solo.

    Oltre ad accusare chiari segni di stanchezza, la squadra di casa perde anche Nesta, fino a quel momento uno dei migliori in campo insieme al capitano Ambrosini. Il difensore centrale viene sostituito da Mesbah, con Bonera che si sposta al centro della difesa e Antonini che scala a destra. Fuori anche un evanescente Sanchez, dentro Pedro. Nonostante un avvio incoraggiante i blaugrana sembrano faticare più del previsto per trovare la via del gol, il Milan però neanche prova ad affacciarsi oltre la metà campo. San Siro incoraggia i propri beniamini spingendoli alla ricerca del gol vittoria, senza trovare risposte positive dal campo. Nel finale brivido Tello, il quale si avventa sulla ribattuta di Abbiati dopo la conclusione di Messi ma Antonini salva il risultato, immolandosi in scivolata.

  • Champions League, Milan – Barcellona. Robinho c’è

    Champions League, Milan – Barcellona. Robinho c’è

    Ci siamo. Mancano meno di 4 ore al fischio di inizio di Milan Barcellona, andata dei quarti di Champions LeagueAllegri schiera dall’inizio Robinho al fianco di Ibrahimovic, sciogliendo così l’ultimo dubbio della vigilia. Dall’altra parte Guardiola pare intenzionato a schierare Mascherano in difesa, con Puyol terzino. San Siro è sold out. I rossoneri sfidano quella che è attualmente considerata la squadra più forte mai esistita. Arbitrerà l’incontro lo svedese Eriksson.

    DIAMANTE BOATENG – Il Milan schiera in porta Abbiati. La linea dei quattro difensori sarà composta con ogni probabilità da Bonera e Antonini terzini con Nesta e Mexes al centro. Vertice basso del centrocampo il capitano Massimo Ambrosini, vista l’assenza dell’olandese Van Bommel, costretto allo stop per un problema alla schiena. Sul centro-destra giocherà Nocerino, mentre Seedorf occuperà il ruolo di mezz’ala sinistra, avendo vinto il ballottaggio con l’acciaccato Emanuelson. Nella trequarti fondamentale il recupero di Boateng, rientrato nell’ultima di campionato contro la Roma. In attacco spazio alla coppia Ibrahimovic-Robinho, capace insieme di segnare tre gol nel match casalingo degli ottavi contro gli inglesi dell’Arsenal. Pronti a subentrare nel corso dei 90′ Aquilani, Maxi Lopez ed il Faraone El Shaarawy.

    GIOCA SANCHEZ – Guardiola schiera il consueto 4-3-3 affidandosi a Victor Valdes in porta. In difesa il tecnico blaugrana sceglie l’opzione Mascherano. L’argentino farà coppia con Piquè, mentre il capitano Puyol sarà dirottato sull’out di sinistra, mentre Dani Alves sarà impiegato sulla corsia di destra. A centrocampo Sergio Busquets, Xavi e Fabregas costituiranno il cervello del tridente offensivo formato da Sanchez, Iniesta e Messi. Soltanto panchina per Pedro.

    robinho | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    CURIOSITA’ – Nei precedenti 14 incontri casalinghi dei quarti di finale il Milan non ha mai perso, collezionando 10 vittorie e 4 pareggi. Basterà questo dato per esorcizzare un’eventuale sconfitta contro i marziani del Barca? Secondo i bookmaker no, i quali danno la vittoria della squadra rossonera quasi 5 volte la posta, mentre il successo del Barcellona è quotato 1,60.

    Probabili formazioni Milan Barcellona, andata dei quarti di Champions League
    Milan (4-3-1-2)
    :  Abbiati, Bonera, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Nocerino, Seedorf, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Yepes, Zambrotta, Aquilani, Emanuelson, Maxi Lopez, El Shaarawy. Allenatore: Massimiliano Allegri

    Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Piquè, Mascherano, Puyol, Sergio Busquets, Xavi, Fabregas, Messi, Sanchez, Iniesta.
    Panchina: Pinto, Montoya, Tello, Thiago Alcantara, Keita, Pedro, Cuenca. Allenatore: Joseph Guardiola

  • Milan Barcellona, un dubbio a testa per Allegri e Guardiola

    Milan Barcellona, un dubbio a testa per Allegri e Guardiola

    La quiete prima della tempesta. Volti distesi e sorrisi tirati hanno caratterizzato la vigilia di Milan Barcellona. Domani a San Siro andrà in scena la sfida più affascinante dei quarti di Champions League. Allegri da una parte e Guardiola dall’altra hanno sciolto gli ultimi dubbi di formazione, o quasi.

    Milan Barcellona vedrà anche il duello a distanza fra Ibrahimovic e Messi, con lo svedese pronto a confermare le parole entusiastiche di Mino Raiola rilasciate nella giornata di ieri.

    Gli ultimi precedenti non depongono a favore dei rossoneri, ma a Milanello si respira aria di impresa. Davide contro Golia? Forse, però nel calcio nulla può essere dato per scontato.

    BINHO O MAXI – Allegri è atteso dal rebus Robinho. Dopo aver saltato gli ultimi 3 incontri, il brasiliano è tornato a disposizione del tecnico in vista del big match di domani. Dietro Binho, che rimane comunque favorito, scalpitano Maxi Lopez ed El Shaarawy. Il primo è dato in ottima condizione e formerebbe con Ibrahimovic una coppia di ex avvelenati, mentre la velocità del Faraone potrebbe mettere in difficoltà i centrali difensivi blaugrana (la lezione di Pato al Nou Camp non è in bianco e nero). A spuntarla però dovrebbe essere ancora una volta Robinho, in quanto costituisce insieme ad Ibra la coppia d’attacco più collaudata.

    RIECCO IL BOA – Un rientro fondamentale sarà quello di Boateng, che si riprenderà il ruolo di trequartista, affidato nelle ultime giornate di campionato ad un sorprendente Emanuelson. Il ghanese partirà dal primo minuto, determinato a ripetere le prestazioni casalinghe contro Arsenal e lo stesso Barcellona durante la fase a gironi. Allegri ritrova quel calciatore che in più di un’occasione ha rappresentato l’autentico spartiacque delle ultime due stagioni rossonere, dimostrando di esaltarsi proprio nelle sfide più difficili. Contro i blaugrana il Boa delizierà i suoi tifosi con una delle sue magie?

    SENZA THIAGO – La difesa del Milan sarà orfana di Thiago Silva, dopo Ibrahimovic il leader indiscusso della formazione rossonera. Toccherà alla coppia Mexes-Nesta cercare di fermare gli attacchi di Messi e compagni, con il difensore romano che rientra da un lungo stop. Difficile immaginare Bonera al centro della difesa, sopratutto perché si presenterebbe un problema non di poco conto sulla corsia di destra. Bonera al fianco di Mexes costringerebbe Allegri a schierare Antonini sulla destra, lasciando Mesbah a sinistra. L’algerino però ha dimostrato anche nell’ultimo impegno di Champions contro l’Arsenal di non essere ancora pronto per calcare palcoscenici così importanti, sconsigliandone quindi un suo eventuale impiego proprio contro la squadra attualmente più forte del mondo. Discorso a parte per Zambrotta, il quale contro la Roma ha evidenziato una forma fisica a dir poco sconcertante, che indurrebbe qualunque allenatore a concedergli una salutare pausa di riflessione.

    zlatan ibrahimovic | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    IBRA vs MESSI – Solo quest’anno insieme hanno messo a segno qualcosa come 84 gol. La cosa che però fa più rabbrividire è il confronto fra i due. Leo doppia Zlatan, nonostante quest’ultimo stia attraversando la sua migliore stagione da quando gioca in Italia. Il blaugrana ha segnato fino ad oggi 55 reti, 12 in Champions, dove ha raggiunto lo storico traguardo di cinque reti segnate nell’arco dello stesso incontro. Lo svedese viaggia a una media di un gol a partita in Serie A, 22 reti in 23 partite, mentre in Europa ha già raggiunto il suo migliore score personale, con 5 gol negli 8 match fin qui disputati.

    CAPITOLO GUARDIOLA – Oltre a Messi, il numero 11 rossonero rivedrà Pep Guardiola. Non è un segreto che il rapporto fra i due sia ormai del tutto compromesso, e lo stesso Ibrahimovic ha confermato che con ogni probabilità non stringerà la mano al suo ex allenatore. Dall’altra parte lo spagnolo ha elogiato lo svedese, ricordando come lo stesso attaccante svedese sia stato fondamentale durante la Liga del 2009, dove il suo apporto fu prezioso per raggiungere il traguardo incredibile di 99 punti in 38 partite.

    PRECEDENTI – Gli ultimi scontri fra le due squadre sono terminati quasi sempre a favore del Barcellona. Dal 2000 ad oggi il Milan ha battuto i catalani soltanto in due occasioni. Il successo a San Siro manca dal lontano 20 ottobre del 2004, quando i rossoneri guidati da Ancelotti sconfissero i blaugrana per 1-0 nel gruppo F della fase a gironi grazie alla rete dell’ucraino Shevchenko. Quest’anno i due club hanno già avuto modo di affrontarsi durante il girone eliminatorio. All’andata i rossoneri riuscirono nell’impresa di pareggiare 2-2 in Spagna grazie all’inzuccata di Thiago Silva nei minuti di recupero, dopo che i rossoneri si erano fatti rimontare il gol del vantaggio iniziale di Pato. Partita completamente diversa nel ritorno a San Siro, dove la squadra di Allegri giocò una partita coraggiosa, facendo dimenticare ai propri tifosi l’imbarazzante prestazione del Nou Camp. Ibrahimovic e Boateng risposero colpo su colpo ai catalani, i quali riuscirono ugualmente a vincere grazie al gol di Xavi per il 3-2 finale, che consegnò a Guardiola la vetta del girone.

    Milan Barcellona, probabili formazioni
    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Bonera, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Seedorf, Nocerino, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Yepes, Mesbah, Emanuelson, Aquilani, El Shaarawy, Maxi Lopez.  Allenatore: Massimiliano Allegri

    Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Mascherano, Piqué, Puyol, Xavi, Busquets, Iniesta, Sanchez, Messi, Fabregas.
    Panchina: Pinto, Montoya, Keita, Thiago, Pedro, Afellay, Cuenca. Allenatore: Pep Guardiola.

    BARCELLONA MILAN 2-2, ANDATA FASE A GIRONI HIGHLIGHTS
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    MILAN BARCELLONA 2-3, RITORNO FASE A GIRONI HIGHLIGHTS
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  • Rivolta Real, Mourinho e l’insubordinazione

    Rivolta Real, Mourinho e l’insubordinazione

    Non è stato un inizio di primavera dei più semplici per Mourinho. Se non bastasse l’accenno di remuntada del Barcellona nella Liga, il tecnico portoghese deve fare i conti con una insubordinazione Real. Infatti i giocatori della squadra madrilena sarebbero stufi delle continue polemiche contro gli arbitri, innescate spesso e volentieri dal vate di Setubal. Un sentimento esploso all’indomani della partita contro il Villareal, durante la quale il pubblico del Madrigal ha assistito alla corrida blanca, con Mourinho in versione torero. A Madrid però c’è chi si è stufato di indossare perennemente il piglias cornates, quel telo rosso tanto conosciuto nelle arene quanto odiato dal toro. E se alla fine della fiera fosse Mou a cadere tra gli olè della torsida catalana?

    MEGLIO GIOCARE – Nel post partita di Villareal, il tecnico avrebbe ordinato ai suoi uomini di criticare apertamente l’operato del fischietto di gara, un “invito” che non è stato raccolto dalla squadra, la quale ha inviato un messaggio chiaro al proprio tecnico: “basta arbitri, noi pensiamo a giocare”. Un coro quasi unanime, con Cristiano Ronaldo e Pepe che non hanno voluto partecipare alla sinfonia dei Blancos, forse per solidarietà nei confronti del loro connazionale.

    jose mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    MOU, GAME OVER? – L’immagine del generale Mourinho vacilla. Il gruppo del Real corre verso l’ammutinamento, un’onta difficile da digerire per chi come il portoghese ha sempre affermato l’importanza del rapporto fra allenatore e calciatori. Un concetto fondamentale, la base di tutti i più grandi successi dell’era mourinhiana. Dalla vittoria in Champions con il Porto fino al trionfo nerazzurro, passando attraverso Stamford Bridge, dove a distanza di 5 anni nessuno lo ha dimenticato, stadio compreso. Un’empatia forse mai sbocciata dal suo arrivo in Spagna, dirompenti critiche agli arbitri che hanno logorato di giorno in giorno lo stato nervoso dei Blancos, giunti ormai all’esasperazione, tanto da proclamare l’autogestione.

    Il quadro dipinto non è certo dei migliori, una situazione che pare irreversibile, tanto da spingere Mourinho a cercare di nuovo casa in Inghilterra. Non senza prima aver lasciato il segno indelebile del suo passaggio nella capitale spagnola, perché il portoghese non si trova a Madrid in gita. Liga o Champions League? Entrambi gli obiettivi sono affascinanti. Se vincesse la Liga, l’allenatore Blancos sarebbe uno dei pochi a vantarsi di aver vinto i campionati di Inghilterra, Italia e Spagna. Qualora vincesse la Champions invece, scriverebbe per sempre il suo nome nel libro della manifestazione, perché nessuno è ancora riuscito a vincere tre Coppe Campioni con tre squadre diverse. Mourinho lontano da Madrid sì, ma a modo suo, da vincente.

  • Thiago Silva fa arrabbiare Ibrahimovic. Colpa di Allegri?

    Thiago Silva fa arrabbiare Ibrahimovic. Colpa di Allegri?

    Mancano due giorni alla sfida contro il Barcellona, e al Milan tiene banco lo stop di Thiago Silva. Il brasiliano si è infortunato durante l’incontro di sabato con la Roma e resterà fermo ai box per un mese. A fine partita il tecnico Allegri si è assunto la responsabilità per l’incidente occorso al centrale difensivo, avendo voluto rischiarlo sebbene non fosse al meglio.

    Dopo il tuono è sceso a terra il fulmine di Ibrahimovic, attraverso dichiarazioni elettriche nei confronti del suo club, senza nascondere una certa riluttanza per la preparazione svolta in casa rossonera. Dietro l’infortunio di Thiago Silva si cela la sorte, fatalità, oppure la colpa è di tecnico e preparatori?

     

    FERMO UN MESE – Nel primo pomeriggio di ieri erano circolate voci incontrollate circa un ipotetico strappo muscolare subito dal brasiliano. In realtà gli esami strumentali hanno confermato la prima diagnosi che parlava di lesione di secondo grado al bicipite femorale, il cui tempo di recupero è stimato in 3/4 settimane di stop. Addio Barcellona quindi, con il calciatore che sarà indisponibile sia nel match di andata che nel ritorno al Nou Camp in programma fra meno di dieci giorni, e qualora il Diavolo riuscisse a superare l’ostacolo blaugrana, Thiago Silva potrebbe saltare anche l’eventuale andata delle semifinali.

    IBRA SBOTTA – Zlatan Ibrahimovic non è tipo che le manda a dire. L’ennesimo infortunio in casa Milan ha fatto perdere la pazienza al numero 11 rossonero, il quale ha definito inaccettabile registrare problemi di natura fisica a questo punto della stagione. Lo svedese ha chiesto con forza di cambiare tale situazione, anche perché oltre allo sbocciare della primavera marzo inoltrato decanta il momento chiave per le sorti in campo nazionale ed europeo. Per affrontare l’ultimo mese e mezzo decisivo il Milan ha bisogno di poter contare sui propri uomini migliori. Quello con cui la squadra rossonera si presenta al cospetto del Barcellona non è certamente il miglior biglietto da visita disponibile fra quelli presenti a Milanello. C’è chi come Nesta, Van Bommel, Aquilani, Boateng, Robinho ha appena recuperato da un infortunio o il cui impiego sarà incerto fino all’ultimo. Mentre altri come Abate, Thiago Silva, Maxi Lopez, Pato non sarà della partita. Concretamente stiamo parlando di 8/11 della formazione titolare. Le colpe?

    thiago silva | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    COLPA DI ALLEGRI? – Forse è facile dare la colpa ad unica persona, nell’esempio specifico Allegri, e alla sua preparazione svolta in estate e a Dubai. Riduttiva l’equazione Allegri = infortuni, sopratutto per chi abbia un minimo di “esperienza” storica. Una situazione piuttosto simile si era registrata sia durante la gestione Leonardo, sia nell’ultimo periodo in cui Ancelotti sedeva sulla panchina rossonera. Ciò ci porta ad allargare il nostro campo di considerazioni ad altri fattori, quali il terreno di gioco di San Siro, che nel recente passato ha mietuto vittime eccellenti, colpendo indistintamente giocatori di Inter e Milan oltre che gli avversari di turno. Il motivo dei numerosi infortuni che attanagliano non solo i calciatori del Milan ma anche quelli delle restanti squadre di Serie A potrebbe essere individuato anche nell’eccessiva tensione ed esasperazione che quotidianamente accompagna la vita calcistica dei giocatori.

    E SE FOSSE… – Volendo lanciare una provocazione si può affermare che da quando Milan Lab ha installato la sua rete scientifica nel centro sportivo di Milanello, la squadra rossonera non sembra averne beneficiato, anzi. Il numero di infortuni registrati prima e dopo il suo arrivo non depongono a favore della scelta compiuta dalla società in quegli anni, la quale sperava di ridurre drasticamente gli infortuni di natura muscolare. La situazione è addirittura peggiorata, e forse Pato rappresenta l’emblema più sconcertante che dovrebbe far riflettere più di una persona all’interno di Via Turati. Come si spiega tutto ciò? Alcune persone hanno trovato da tempo una risposta, giusta o sbagliata che sia sta a discrezione del lettore: più si pensa a come evitare gli infortuni, più li si attrae.  Non è da sottovalutare il perché Pato abbia scelto di rivolgersi a un chiropratico, una scelta inusuale nel mondo del calcio.

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  • Eurolega: McCalebb salva Siena, Olympiacos ko

    Eurolega: McCalebb salva Siena, Olympiacos ko

    Dopo il brutto KO subìto 2 giorni fa sul parque di casa da parte dell’Olympiacos nella prima gara della serie playoff di Eurolega al meglio delle 5 partite, la Montepaschi Siena si prende un sofferto successo in gara 2 che le permette di restare ancora viva nella manifestazione.

    Una vittoria di un punto, 81-80, dovuta alla grande partita di Bo McCalebb, autore di 21 punti e del recupero su Printezis a 5 secondi dal termine che ha impedito ai greci di tentare la conclusione della vittoria. Un 2-0, peraltro patìto in 2 gare interne, avrebbe sicuramente portato all’eliminazione della squadra italiana nelle prossime 2 partite da giocare in terra ellenica.

    Ed invece il playmaker statunitense tiene alte le speranze dei campioni d’Italia che comunque ora dovranno necessariamente cercare di vincere quantomeno una partita al Pireo (per riprendersi il vantaggio del fattore campo perso nel primo match di questi quarti di finale), il parquet ellenico non è facile da espugnare ma Siena lo ha già fatto lo scorso anno. Le possibilità quindi ci sono tutte.

    L’importanza della gara si fa sentire in ogni azione, in ogni giocata, forse c’è meno pressione tra i greci che sono consapevoli che un 2-0 nella serie manderebbe al tappeto gli avverssari. In avvio i biancorossi si affidano ad Antic che infila 11 punti consecutivi che danno 6 punti di vantaggio agli ospiti. I biancoverdi non si scompongono e già alla pausa per il primo quarto sono avanti 22-18 grazie all’impatto di Lavrinovic, voglioso di riscatto dopo un’opaca gara 1. E’ sempre lui anche nel secondo periodo a guidare i toscani (già 12 i suoi punti a circa metà frazione), ben assistito da Rakocevic, Zisis ed Andersen che regalano il +13 all’intervallo (48-35).

    Bo McCalebb, Montepaschi Siena | © DANI POZO/AFP/Getty Images

    Nella ripresa il match cambia completamente: subito Keselj produce un parziale di 7-0 che rimette in carreggiata l’Olympiacos per il provvisorio -6, per fortuna che tra le fila della Monetpaschi c’è McCalebb che è l’unico che risponde colpo su colpo ai canestri degli avversari e con 12 punti nel solo terzo quarto (su 19 segnati dalla squadra) rispedisce a -14 la squadra di Ivkovic alla fine del tempo (67-53). L’ultimo quarto sembrerebbe una passeggiata dato che Siena deve amministrare l’ampio margine ma non è così: i biancoverdi smettono di segnare, difendono male e subiscono il rientro dell’Olympiakos che con 2 canestri e fallo consecutivi di Hines e Dorsey si riporta a -1 con 46 secondi sul cronometro (77-76). Sono i tiri liberi di McCalebb a mantenere in vita ed in vantaggio Siena ma gli ospiti non mollano ed avrebbero la grande possibilità di sbancare Siena quando Rakocevic fa 0/2 dalla lunetta con 5 secondi sul cronometro. Printezis prova  a volare a canestro ma McCalebb (con l’aiuto di Stonerook) compie un recupero prodigioso che salva il team italiano per l’81-80 finale.

    McCalebb è l’eroe di serata con 21 punti mentre Lavrinovic ne aggiunge 18, per l’Olympiacos ci sono 15 punti di Printezis ed 11 a testa di Law ed Antic.

    Nelle altre partite di gara 2 anche il Maccabi raggiunge la parità contro il Panathinaikos espugnando Atene in overtime per 94-92, ancora una vittoria facile per il CSKA Mosca contro il povero Bilbao (79-60) che non riesce a trovare contromisure allo strapotere dei russi mentre fatica (come già succeso in gara 1) il Barcellona contro l’Unics Kazan battuto di sli 3 punti (66-63).

    GLI ACCOPPIAMENTI DEI QUARTI (serie al meglio delle 5 partite)

    CSKA Mosca-Bilbao 79-60 (serie 2-0)

    Montepaschi Siena-Olympiacos 81-80 (serie 1-1)

    Panathinaikos-Maccabi Tel Aviv 92-94 overtime (serie 1-1)

    Barcellona-Unics Kazan 66-63 (serie 2-0)

    Video Eurolega: il provvidenziale recupero di  McCalebb Olympiacos Siena 

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  • Real Madrid, Mourinho ordina il silenzio stampa

    Real Madrid, Mourinho ordina il silenzio stampa

    Non c’è pace al Real Madrid. Mourinho ha ordinato il silenzio stampa ai suoi calciatori dopo la bufera scoppiata nel finale dell’ultimo incontro di campionato contro il Villareal. I quotidiani sportivi iberici hanno puntato il dito sull’eccessivo nervosismo evidenziato dagli uomini di Mourinho. Qualcuno pensa che la rabbia dei Blancos non fosse in realtà per i presunti torti arbitrali subiti nel match di Villareal, quanto invece per la remuntada degli eterni rivali catalani. Il Barcellona ha quasi dimezzato il gap che aveva fino a sabato scorso, portandosi a 6 punti di distacco dal Real. Decisive le ultime 10 giornate che attendono le due duellanti da qui fino al termine della stagione.

    E silenzio stampa fu. La decisione è stata presa questa mattina dal tecnico portoghese, in segno di protesta per il trattamento arbitrale riservatogli nel match di mercoledì. Oltre alle espulsioni di Mourinho, Sergio Ramos e Ozil, il Real potrebbe perdere anche il difensore Pepe. Quest’ultimo negli ultimi concitati minuti dell’incontro avrebbe rivolto frasi ingiuriose nei confronti del fischietto spagnolo Parados Romero. Mourinho e il vice Karanka hanno poi disertato la consueta conferenza stampa al termine dell’incontro. Entro la giornata di oggi la Commissione disciplinare iberica deciderà le sanzioni in relazione alla corrida finale di mercoledì scorso.

    jose mourinho | © Jasper Juinen /Getty Imagese

    As e Marca sembrano aver già trovato il colpevole, Jose Mourinho. L’allenatore dei Blancos viene definito come il capo della dissennata rivolta madrilena, scattata subito dopo la punizione vincente di Marcos Senna nel finale. As definisce “catastrofica” la reazione del Real, e se la prende con Casillas per l’errore sul calcio piazzato del calciatore avversario, intitolando a caratteri cubitali “non è colpa di Parados Romero”. Anche Marca non è tenero nei confronti della capolista, scagliandosi contro Mourinho per aver gettato benzina sul fuoco nel clima incandescente del Madrigal e assegnandoli un eloquente 1 in pagella.

    Il Barcellona può sorridere e sperare in quella che fino a una settimana fa sembrava una mission impossible. Messi e compagni hanno dalla loro il clasico, in programma al Nou Camp fra meno di un mese, e Guardiola si augura di rosicchiare altri punti importanti prima del big match decisivo per le sorti del campionato. I blaugrana ci credono, la remuntada è possibile.

  • Bufera Mou, il Real non vince più

    Bufera Mou, il Real non vince più

    Il Real Madrid stecca ancora. Dopo il mezzo passo falso contro il Malaga, Mourinho è costretto a incassare il secondo pareggio consecutivo, stavolta sul campo del Villareal. Parlare di crisi forse è prematuro, tra i Blancos però serpeggia un discreto nervosismo, come testimoniano le espulsioni nel finale di Sergio Ramos e Ozil che hanno raggiunto negli spogliatoi il loro tecnico, cacciato pochi minuti prima. L’ombra del Barcellona si avvicina. Nello spazio di quattro giorni i blaugrana hanno guadagnato quattro punti sui diretti rivali, e il distacco fra le due squadre è di 6 punti. Guardiola può sorridere, consapevole di poter contare sullo scontro diretto in programma fra meno di un mese per accorciare ulteriormente il gap in classifica.

    PUNIZIONE DECISIVA – Il match di ieri sera è stato la perfetta fotocopia dell’incontro di domenica contro il Malaga. Cazorla ieri, Senna oggi. Due punizioni nelle battute conclusive che hanno arrestato la marcia fin qui strepitosa della squadra di Mourinho. Quattro punti persi per strada, il loro peso specifico verrà misurato a fine campionato, nel frattempo i catalani preparano la bilancia da cui sperano di ottenere la remuntada che imperversa nell’emisfero nord occidentale della Spagna, e non solo.

    RONALDO ILLUDE – Più che illusione una vera e propria beffa. L’asso portoghese aveva siglato il momentaneo 1-0 intorno all’ora di gioco, firmando il gol stagionale numero 33 nella Liga, a una rete dal Pichici Messi. La marcatura del lusitano non è però sinonimo di tre punti, come invece accade nella sponda catalana, dove l’equazione Messi gol = vittoria viene sistematicamente applicata. La beffa deriva dal fatto che a fermare il Real nelle ultime uscite siano state due punizioni, le stesse con cui Ronaldo pare aver smarrito quel feeling magico che lo aveva consacrato nell’olimpo dei migliori specialisti. Un ossessione acuita da Marcos Senna, comandante del sottomarino giallo con cui ha affondato il Titanic blancos.

    cristiano ronaldo | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    CORRIDA FINALE – Al pareggio del Villareal scoppia la corrida madrilena. Prima Jose Mourinho applaude ironicamente l’arbitro per il fallo, a giudizio del portoghese inesistente, che ha consentito ai padroni di casa di battere la punizione decisiva. Oltre agli applausi, l’allenatore del Real rivolge una frase ingiuriosa nei confronti del fischietto iberico, il quale non può far altro che espellerlo. Passa un minuto e Sergio Ramos viene ammonito per la seconda volta dopo un violento scontro con il brasiliano Nilmar. L’espulsione di Ramos fa scatenare il placido Ozil. Le proteste del tedesco vengono spente dal secondo cartellino rosso nel giro di pochi secondi. Il Real Madrid in nove prova ugualmente a cercare la rete della vittoria, ma ogni sforzo è vano.

    LIGA VIVA – Mancano 10 partite al termine della Liga, sei punti dividono Real e Barcellona, quanto basta per definire la remuntada catalana una mission possible. Prima della sfida di domenica scorsa contro il Malaga, i Blancos venivano da 11 vittorie consecutive, un ruolino di marcia impressionante che aveva permesso agli uomini di Mourinho di solcare un divario apparentemente incolmabile nei confronti dei blaugrana. La punizione di Cazorla ha contribuito a stravolgere le tabelle dei tifosi madrileni, i quali sognavano di presentarsi al Nou Camp il prossimo 22 aprile, già campioni di Spagna con quattro giornate d’anticipo. Fra un mese il Nou Camp potrebbe  invece trasformarsi nel peggior incubo per il Real e i suoi tifosi, Messi e Ronaldo permettendo.

    VILLAREAL REAL MADRID 1-1, HIGHLIGHTS
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