Tag: barcellona

  • Super Iannone vince a Barcellona. Vinales domina

    Super Iannone vince a Barcellona. Vinales domina

    Nel Gran Premio di Catalunya, quinto appuntamento stagionale del Montomondiale, successo spagnolo nella classe minore della Moto 3, dove Maverick Vinales vince davanti al suo pubblico sul tracciato di casa di Barcellona dominando praticamente la gara. Un super Andrea Iannone si impone invece nella classe intermedia della Moto 2 grazie ad una gara condotta dall’inizio alla fine con un intensità strepitosa e combattuta fino all’ultimo giro. I successi ottenuti nella giornata odierna permettono ai due piloti vincitori del GP di avvicinarsi in vetta alla classifica dei rispettivi campionati a pochi punti dai primi.

    MOTO 2 – L’unico pilota italiano ad uscire pienamente soddisfatto dal week-end spagnolo è sicuramente Andrea Iannone, che con la vittoria conquistata a Barcellona ottiene il primo successo stagionale in Moto 2. Il pilota abruzzese, pur avendo qualcosa in meno in termini di prestazionalità della moto rispetto agli avversari, riesce a condurre una gara perfetta tutta grinta e cuore tenendo dietro Thomas Luthi e Marc Marquez che tentano il tutto per tutto pur di portarsi davanti all’italiano che ad ogni sorpasso subito risponde prontamente con grandi controsorpassi, strategia che ha ricordato molto quella adottata nei confronti di Casey Stoner da Valentino Rossi a Laguna Seca nel GP degli Stati Uniti del 2008.

    E cosi a spuntarla dopo una lunga battaglia è proprio il pilota della Speed-up che precede al traguardo lo svizzero della Suter sceglie una strategia di gara differente da quella dei piloti di testa optando per una gomma più dura al posteriore, scelta che avrebbe potuto rivelarsi vincente se Iannone non avesse tirato fuori il coniglio dal cilindro che gli ha permesso di vincere la gara. Luthi ritorna comunque dalla Spagna con il primo posto nel Mondiale a quota 88 punti, davanti ad Andrea Iannone che lo segue a 18 lunghezze di distacco.

    Terzo al traguardo il poleman Marc Marquez, che alla fine del Gran Premio, nonostante la proclamata innocenza, viene anche penalizzato dalla Direzione di gara con un minuto aggiuntivo al suo tempo totale di gara per aver causato il brutto incidente di Pol Espargaro. Lo spagnolo, dopo un errore a “La Caixa” durante gli ultimi giri di gara, per rientrare nella traiettoria ideale centra in pieno la moto del connazionale causandone la caduta e costringendolo al ritiro. Le lacrime del povero Espargaro a fine gara testimoniano come le conseguenze per il pilota siano state solo morali poichè sicuramente teneva a far bene davanti al pubblico di casa, ma per fortuna non ha riportato nessuna conseguenza fisica. Per Marquez invece uno zero in classifica che pesa tantissimo in ottica Mondiale.

    Andrea Iannone © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    La retrocesione di Marquez promuove al terzo posto Esteve Rabat, unico portabandiera spagnolo a salire sul podio, davanti a Simone Corsi che conquista la cosiddetta medaglia di legno con il quarto posto ai piedi del podio. 12esima e 13esima posizione per  Claudio Corti e Alex De Angelis.

    MOTO 3 – Gara avvincente anche quella della categoria minore, che apre la giornata dopo poche ore dalla pioggia che aveva bagnato il warm-up della mattina. Nonostante ciò la gara si svolge su condizioni assolutamente da asciutto e a spuntarla è il padrone di casa Maverick Vinales, che dopo metà gara decide di salutare la compagnia e di andare a tagliare il traguardo in assoluta tranquillità. Per lo spagnolo si tratta della seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta nel Gran Premio inaugurale in Qatar.

    Dietro il numeroso gruppetto di piloti che inseguiva Vinales si da un pò fastidio permettendo allo spagnolo ad un certo punto della gara di andarsene da solo. La lotta per il secondo posto coinvolge ben otto piloti compreso il nostro Romano Fenati che dopo una partenza non proprio eccellente riesce a risalire e ad agguantare il gruppo dei primi. Alla fine a spuntarla è Sandro Cortese che chiude secondo con la KTM davanti al portoghese Miguel Oliverira che completa il podio del GP di Catalunya. Grazie al secondo posto il tedesco si trova ora da solo in vetta alla classifica del campionato piloti con 87 punti davanti proprio al vincitore della gara Maverick Vinales che lo segue con sette punti di svantaggio.

    Quarto ai piedi del podio Louis Rossi, vincitore del Gran Premio di Francia a Le Mans la scorsa settimana, che però cede leggermente nel finale a causa di un problema anomalo sulla sua Honda FTR, sulla quale si è letteralmente staccato, anche pericolosamente, il tubo di scarico. Il francese termina comunque la gara senza alcun provvedimento da parte dei commissari di gara chiudendo davanti al connazionale Alexis Masbou e ad Alex Marquez, fratello minore di Marc.

    Serttimo posto per Hector Faubel mentre Fenati dopo la rimonta non riesce a guadagnare nessuna posizione finendo la gara in nona posizone. Chiude la top-ten lo spagnolo Luis Salom. 12esima posizione per Niccolò Antonelli, anche lui alle prese con un problema al silenziatore sulla sua FTR,ma comunque autore di una bella gara.

  • MotoGP, Lorenzo trionfa a Barcellona. Stoner giù dal podio, Rossi 7°

    MotoGP, Lorenzo trionfa a Barcellona. Stoner giù dal podio, Rossi 7°

    Jorge Lorenzo si aggiudica il Gran Premio di Catalunya sul circuito amico di Barcellona, teatro del quinto appuntamento stagionale del Mondiale MotoGP. Il pilota maiorchino ha avuto la meglio dopo una lunga battaglia durata quasi tutta la gara sul connazionale Daniel Pedrosa, che dopo essersi sfogato all’inizio non ha retto il passo inarrivabile della Yamaha M1 che nel finale di gara ne aveva sicuramente di più rispetto alla Honda.

    Allo spagnolo infatti non è bastata una grande partenza che gli ha permesso nel giro di pochi metri di andare subito in testa alla corsa. La strategia del pilota della Honda, che come il suo compagno aveva montato una gomma dura al posteriore, non ha pagato come ci si aspettava, complice il brusco calo delle temperatura che nella mattinata aveva portato anche l’arrivo della pioggia con conseguente diminuzione della temperatura dell’asfalto di una decina di gradi, che a questi livelli porta ad una differenza come dal giorno alla notte, per cui Lorenzo, sempre pulito ed elegante alla sua guida, ha lasciato sfogare inizialmetnte il connazionale per poi piazzare la zampata vincente nel finale, a 5 giri dal termine, sfruttando un largo di Pedrosa a “La Caixa” e allungando grazie alla maggior freschezza delle gomme arrivando in solitaria al traguardo.

    Con la vittoria odierna Lorenzo conquista la terza vittoria stagionale, seconda consecutiva, scavalcando nel numero di vittorie il rivale più accreditato per la lotta al titolo Mondiale Casey Stoner fermo a quota due successi portando a quota 115 i punti nella classifica iridata allungando il vantaggio sull’australiano che ora è di 20 punti. Alle spalle di Lorenzo e Pedrosa, che hanno completato una doppietta tutta spagnola per la gioia del pubblico di casa, troviamo il primo degli italiani Andrea Dovizioso, bravo a rimanere freddo nel finale e a neutralizzare gli attacchi di Stoner che nelle ultime curve aveva cominciato a insidiare la sua terza posizione. Il forlivese dopo aver passato oltre metà gara in compagnia dei primi due ha poi perso terreno permettendo il recupero dell’australiano spinto da dietro anche da un arrembante Cal Crutchlow, aggressivo in ogni punto del circuito. Il pilota della Yamaha Monster riesce comunque facilmente a resistere e a portare a casa un importante ma soprattutto meritato terzo posto sul gradino più basso del podio.

    Jorge Lorenzo © JOSEP LAGO/AFP/GettyImages

    Per Stoner invece è la seconda gara consecutiva opaca dopo quella di Le Mans, in cui è arrivato l’annuncio del suo ritiro alle corse a fine stagione. L’australiano non è riuscito a sfruttare la pole position ottenuta nelle qualifiche di ieri, e nonostante non faccia trasparire nulla del suo stato d’animo è chiaro che non abbia più quella tranquillità e quella serenità che ad inizio stagione, ma soprattutto negli anni scorsi, gli permettevano di dominare indiscutibilmete. Ne è chiaro segnale l’esclusione dal podio che non avveniva da un anno abbondante, e cioè dal Gran Premio di Jerez del 3 aprile 2011 in cui venne speronato sotto la pioggia da Valentino Rossi alla prima curva dopo pochi giri. Anche per lui, come per Pedrosa, la scelta della gomma dura al posteriore non è stata la migliore soluzione per la gara e alla fine deve accontentarsi della quarta posizione nella morsa delle Yamaha Tech 3 di Dovizioso e Crutchlow, scioltosi nel finale.

    Sesta posizione per un ottimo Alvaro Bautista, che porta la Honda del team Gresini vicino alle prestazioni dei primi. Solita gara consistente quella dello spagnolo che con una moto leggermente inferiore rispetto alle HRC di Stoner e Pedrosa riesce a tenere dietro Valentino Rossi, primo tra i piloti Ducati e settimo al tragurado. Il massimo che si poteva fare in condizioni d’asciutto era arrivare alle spalle delle Honda e delle Yamaha, anche se la pioggia arrivata in mattinata, aveva dato speranza al pilota di Tavullia di poter ripetere la bella gara della settimana scorsa a Le Mans ma così non è stato. Si notano comunque segni di leggera ripresa che fanno ben sperare per il futuro.

    Alle spalle del Dottore la Honda LCR del campione del mondo della Moto2 Stefan Bradl, che precede di ben sette secondi un deludente Nicky Hayden, sempre più in difficoltà negli ultimi tempi. Lo statunitense precede di pochi secondi il connazionale della Yamaha Ben Spies, finalmente in condizione e competitivo come mai in questa stagione ma anche sfortunato ad inizio gara quando, nel tentativo di superare Pedrosa in prima posizione, arriva lungo e si stende toccando l’erbetta esterna del circuito. Il texano riesce comunque a risalire in sella e a compiere una bella rimonta che lo porta fino alla decima posizione a chiudere la top-ten.

    Chiudono invece il gruppetto dei prototipi le due Ducati di Hector Barbera e Karel Abraham, poi solo CRT con Aleix Espargaro ad aprire il gruppetto in 13esima posizione subito seguito da Michele Pirro in 14esima. 17esima posizione invece per Mattia Pasini mentre Danilo Petrucci chiude in 19esima e penultima posizione davanti al solo Ivan Silva. Ritirato l’acciaccato Colin Edwards, non nelle migliori condizioni dopo che rientrava  dall’infortunio alla clavicola del Gran Premio del Portogallo all’Estoril.

  • Thiago Silva dice sì al Barcellona, Thiago Alcantara al Milan?

    Thiago Silva dice sì al Barcellona, Thiago Alcantara al Milan?

    Thiago Silva, centrale del Milan, è sempre più nelle mire del Barcellona. Secondo la stampa spagnola il forte difensore avrebbe detto già sì alla proposta blaugrana. Adesso però bisogna soddisfare le richieste del Milan, che è disposto a privarsi del difensore più forte del mondo solo in cambio di un assegno minimo di 40 milioni di euro. Il Barcellona vuole a tutti i costi rimpolpare il reparto difensivo catalano con l’acquisto del centrale della nazionale brasiliana ma non è disposto a versare tutti i 40 milioni per un difensore.

    Ecco quindi che il club di Sandro Rosell starebbe pensando di inserire nella trattativa per Thiago Silva un giocatore molto gradito da Massimiliano Allegri ovvero Thiago Alcantara. Il centrocampista blaugrana, prodotto della cantera, rappresenta una contropartita tecnica ben accetta in Via Turati e consentirebbe al club catalano di abbassare di 15 milioni la richiesta economica del Milan. I presupposti per intavolare la trattativa ci sono già e il Barcellona ha già compiuto un importante passo ottenendo il sì del giocatore brasiliano. Il Milan proverà in tutti i modi a resistere anche se la tentazione di fare una grossissima plusvalenza e ripianare il bilancio è molto forte.

    Thiago Silva in azione contro il Barcellona © Claudio Villa/Getty Images

    Nonostante l’ad rossonero Adriano Galliani abbia dichiarato l’intenzione del Milan di trattenere sia Thiago Silva che Ibrahimovic non è detto che fino al 31 agosto non accada il contrario. In questo momento la cessione illustre più probabile è quella di Thiago Silva e i rossoneri stanno già vagliando eventuali innesti per la difesa. Perdere Alessandro Nesta e Thiago Silva in un solo anno è davvero tanta roba quindi dopo l’eventuale cessione del brasiliano, Galliani si tufferà su un difensore di livello internazionale individuato in Jan Vertonghen, centrale dell’Ajax e della nazionale belga, autore di una stagione molto positiva nel campionato olandese che ne ha fatto lievitare la valutazione del cartellino (15 milioni di euro).

    Altro rinforzo per la difesa milanista dovrebbe essere rappresentato da Francesco Acerbi, centrale difensivo osservato da tempo dai dirigenti rossoneri. Il giocatore che quest’anno ha vestito la maglia del Chievo Verona con 17 presenze e 1 gol tra l’altro ha già strizzato l’occhio al Milan e l’affare potrebbe concludersi positivamente nelle prossime settimane.

  • MotoGP, Stoner pole a Barcellona. Rossi soltanto 9°

    MotoGP, Stoner pole a Barcellona. Rossi soltanto 9°

    Casey Stoner conquista la pole position del Gran Premio di Catalunya sotto il caldo torrido di Barcellona che domani sarà teatro del quinto appuntamento della stagione del Mondiale MotoGP. L’australiano partirà davanti a tutti per la seconda volta in stagione, 40esima della carriera, dopo aver conquistato anche la pole del GP del Portogallo all’Estoril, e lo fa segnando il giro più veloce al 17esimo dei suoi 19 passaggi complessivi fermando il cronometro sul tempo di 1:41.295, migliore di ben un secondo e due decimi della pole position fatta registrare lo scorso anno da Marco Simoncelli, anche se con cilindrata 800, che aveva girato sull’1:42.413. Il pilota australiano è anche ad un soffio dalla pole record di Barcellona, fatta registrare nel 2008 in sella alla Ducati con il tempo di 1:41.186.

    Il tutto dopo un venerdì passato a nascondersi nelle retrovie e che aveva lasciato presagire ad un week-end tutto in salita per il campione del mondo, che invece riesce a trovare il guizzo giusto per portare la sua RC213V davanti a tutti beffando lo spagnolo e idolo di casa Jorge Lorenzo, che deve accontentarsi della seconda posizione staccato di soli 146 millesimi dalla prima delle Honda. Il maiorchino non è riuscito a ripetere le prestazioni delle libere del venerdì ma comunque ha mostrato un passo che lo tiene indubbiamente in lizza per la vittoria di domani. Anche perche la Yamaha M1 sembra la moto che meglio si è adattata alle caratteristiche del circuito come dimostra la terza posizione di Cal Crutchlow, che chiude la prima fila con la prima delle Yamaha Monster del team Tech 3.

    Casey Stoner © LLUIS GENE/AFP/GettyImages

    Ad aprire la seconda fila ancora un’altra Yamaha, è quella di Ben Spies, che fortunatamente dopo un inizio disastroso di stagione ha mostrato su questo tracciato segni di netta ripresa in attesa della gara. Allespalle del trio Yamaha l’altro spagnolo Daniel Pedrosa, che stamattina nelle terze e ultime libere era stato anche il più veloce in pista, ma che nelle qualifiche non è riuscito a fare meglio della quinta posizione. Affianco a Spies e Pedrosa partirà Andrea Dovizioso che chiuderà la seconda fila con la sesta posizione.

    Settimo tempo per Nicky Hayden che aprirà la terza fila con la prima delle Ducati. Lo statunitense accusa un ritardo anche abbastanza contenuto riuscendo a tenere il suo gap dalla vetta sotto il secondo, a sette decimi, ma ne prende circa quattro da Andrea Dovizioso che lo precede. Alle sue spalle Stefan Bradl lo tallona distanziato di soli 36 millesimi, mentre dietro alla Honda LCR del tedesco troviamo la seconda Ducati ufficiale, quella di Valentino Rossi, in nona posizione. Il campione di Tavullia ha utilizzato anche oggi il forcellone in carbonio e sembra aver abbandonato l’idea di utilizzare quello in alluminio che era stato provato nei test del Mugello. Il distacco del Dottore ammonta a 8 decimi da Stoner, quindi per la prima volta in stagione sotto il secondo. Segno che le cose stanno leggermente migliorando, anche se le prime posizioni in condizioni di pista asciutta sembrano essere ancora lontane, cosa che potrebbe essere del tutto capovolta se, come annunciato dalle previsioni metereologiche, domani dovesse arrivere la pioggia, che in quel caso potrebbe rimescolare le carte.

    Decima posizione per Alvaro Bautista con la Honda del team Gresini, che chiude la top-ten davanti ad Hector Barbera e Karel Abraham entrambi su Ducati. Dalla 13esima alla 21esima posizione solo le CRT con Randy De Puniet e Colin Edwards, ripresosi dopo la frattura alla clavicola nel GP del Portogallo, a guidare il gruppetto. Per trovare gli altri italiani dobbiamo scendere sino alla 16esima posizione dove troviamo Michele Pirro mentre Mattia Pasini chiude le sue qualifiche in 18esima posizione. 20esima e penutlima posizione per Danilo Petrucci.

  • Athletic Bilbao Barcellona 0-3. Guardiola chiude vincendo la Coppa del Re

    Athletic Bilbao Barcellona 0-3. Guardiola chiude vincendo la Coppa del Re

    Si chiude con un successo l’avventura di Pep Guardiola sulla panchina del Barcellona. I blaugrana infatti superano per 3 a 0 l’Athletic Bilbao e si aggiudicano cosi la Coppa del Re. Un match che per i baschi è durato veramente poco, ben 25’: il tempo per i catalani di infilare per tre volte la porta avversaria e di ipotecare un successo mai in discussione. A decidere il match Pedro e Messi, i quali hanno regalato il titolo numero 14 in 4 anni a Guardiola. Poco da fare per Bielsa, anch’esso, da quanto sembra, al capolinea per ciò che riguarda la guida tecnica della propria squadra. Ancora una volta è stato costretto ad arrendersi in finale.Ma se contro l’Atletico Madrid si era parlato di braccino corto, stavolta il discorso è differente: troppo ampio il margine tra le due compagini.

    Prima del match bordata di fischi da parte delle due tifoserie presenti al Vicente Calderon di Madrid al momento dell’esecuzione dell’inno spagnolo: come previsto alla vigilia dunque. Poche sorprese nel Barcellona: l’unica novità infatti è legata all’impiego di Pedro al posto di Fabregas. Mossa assolutamente azzeccata, come vedremo tra poco. Dall’altro lato inspiegabile cambio di schema da parte di Bielsa che schiera i suoi con un 4-2-3-1 che sa di suicidio, specie in considerazione della richiesta ai difensori di seguire a uomo Messi e Pedro.

    Barcellona vince Coppa del Re © JOSEP LAGO/AFP/GettyImages

    Che le cose per i biancorossi non siano semplici lo si capisce dopo pochi secondi con un tiro di poco a lato di Messi. Al 3’ il gol: su azione d’angolo un rimpallo di Javi Martinez dà il via libera a Pedro che insacca. Il Bilbao è in bambola e al 20’ i catalani raddoppiano: Iniesta fa quello che vuole palla al piede e smarca Messi che di destro non perdona. Il Barcellona non è sazio e decide di chiudere subito i conti: è il 25’ quando Xavi appoggia per Pedro che dai venti metri infila il portiere avversario.

    Messi prova a più ripresa a rimpinguare il proprio bottino stagionale cercando di portarlo a quota 74 gol mentre dall’altro lato sono veementi le proteste per un netto fallo da rigore commesso da Piqué, che nella circostanza andava anche espulso, su Llorente. Ad inizio ripresa Bielsa getta nella mischia Ander e I. Perez ma tocca subito a Ibai Gomez tentare di riportare in gara i suoi. Il risultato però non cambia, nemmeno quando Messi al 25’ si fa buona parte del campo palla al piede e supera tutti ma Gorka gli nega la gioia. Finisce cosi con un 3 a 0 che vuol dire addio con il sorriso per Guardiola. Amarezza per l’ennesimo traguardo fallito invece per i baschi.

    Le pagelle di Athletic Bilbao Barcellona:
    Gorka 6,5: Evita ai suoi un passivo ben più pesante con qualche intervento decisivo, vedi quello su Messi nella ripresa.
    Amorebieta 4,5: In confusione totale, specie nei primi 25’. Questa gara vorrà dimenticarla il più velocemente possibile.
    Llorente 6: Il capitano fa il possibile, guadagnandosi anche un rigore che l’arbitro gli nega.
    Iniesta 7,5: Particolarmente ispirato, propizia un gol ma nel complesso regala giocate spettacolari.
    Messi 7: Avesse segnato il gol nella ripresa, lo stadio sarebbe venuto giù. Ma per la vittoria della Coppa è stato sufficiente quello del primo tempo.
    Pedro 7,5: Chiude la stagione con due gol all’attivo che regalano ai suoi la Coppa.

    ATHLETIC BILBAO (4-2-3-1): Gorka 6,5; Iraola 5,5, Ekiza 5, Amorebieta 4,5, Aurtenetxe 5,5; De Marcos 5 (1′ st I.Perez 6), Javi Martinez 6; Susaeta 5 (1′ st Ander 6), Munain 6, Ibai Gomez 5,5; Llorente 6 (28′ st Toquero 5,5). In panchina: R.Fernandez, I.Martinez, Gurpegi, S.José. Allenatore: Bielsa 5
    BARCELLONA (4-3-3): Pinto 6; Montoya 6,5, Piqué 6, Mascherano 7, Adriano 6; Xavi 7 (36′ st Fabregas sv), Busquets 6,5, Iniesta 7,5; Sanchez 6 (26′ st Keita 6), Messi 7, Pedro 7,5 (41′ st Thiago Alcantara sv). In panchina: Valdes, Bartra, Tello, Afellay. Allenatore: Guardiola 7,5

    La video sintesi di Athletic Bilbao Barcellona:
    [jwplayer config=”240s” mediaid=”139928″]

  • Coppa del Re, stasera la finale. Athletic Bilbao e Barcellona cercano il riscatto

    Coppa del Re, stasera la finale. Athletic Bilbao e Barcellona cercano il riscatto

    Si giocherà stasera alle 22 la finale di Coppa del Re tra Athletic Bilbao e Barcellona. Teatro della sfida il Vicente Calderon di Madrid, equamente diviso tra le due tifoserie. Due formazioni che arrivano da momenti molto delicati: i baschi dal pesante ko maturato nella finale di Europa League contro l’Atletico Madrid, i catalani dal secondo posto alle spalle del Real Madrid in campionato e dall’eliminazione in semifinale di Champions League contro il Chelsea. Baschi e catalani. Proprio su di loro stasera è concentrata l’attenzione: si vocifera infatti che ambedue le tifoserie fischieranno l’inno spagnolo prima dell’inizio dell’incontro.

    Bielsa, probabilmente alla sua ultima gara alla guida dei baschi, schiererà i suoi con un 4-3-3. Davanti al portiere Iraizoz, ci sarà una difesa formata da Javi Martinez e Amorebieta centrali con Iraola e Aurtenexe laterali. In mezzo al campo Iturraspe con Ander Herrera e De Marcos mentre in attacco Susaeta e Muniain agiranno vicino alla stella Llorente.

    Barcellona Athletic Bilbao © Jasper Juinen/Getty Images

    Guardiola, al passo di addio, dal canto suo dovrà rinunciare, oltre ad Abidal, anche a Puyol e Dani Alves. Nel suo 4-3-3 l’allenatore catalano schiererà, davanti al portiere Pinto, utilizzato in Coppa del Re al posto di Valdes, mentre la difesa sarò formata da Piqué e Mascherano centrali con Montoya e Adriano esterni. In mezzo al campo agiranno Busquets, Xavi e Iniesta con Fabregas e Messi che in avanti saranno a supporto di Messi.

    Le probabili formazioni di Athletic Bilbao Barcellona:
    ATHLETIC BILBAO (4-3-3) Iraizoz; Iraola, Javi Martínez, Amorebieta, Aurtenexe; Iturraspe, Ander Herrera, De Marcos; Susaeta, Muniain, Llorente. In panchina: Raul, Ekiza, San José, Inigo Perez, Gabilondo, Ibai Gomez, Toquero. Allenatore: Bielsa
    BARCELLONA (4-3-3) Pinto; Montoya, Piqué, Mascherano, Adriano; Busquets, Xavi, Iniesta; Fábregas, Messi, Sánchez. In panchina: Valdes, Bartra, Keita, Thiago Alcantara, Cuenca, Pedro, Tello. Allenatore: Guardiola

  • Real Madrid, Mourinho rinnova fino al 2016

    Real Madrid, Mourinho rinnova fino al 2016

    Il bello deve ancora venire. Verrebbe da dire questo all’annuncio dei Blancos di Spagna circa il rinnovo fino al 2016 dello Special One. Due anni che vanno ad aggiungersi al post 2014, data designata in precedenza come termine del lavoro di Mourinho all’interno del Real. Il portoghese ha convinto anche il tifoso più scettico riguardo la dote che porta con sé in ciascun club che allena: tituli. Un decennio fa era impegnato in Portogallo, dirimpettaio della terra iberica ma lontano anni luce dalla fama che ora può decantare in ogni Paese in cui risiede. Sia che si trovi a Oporto, in Inghilterra, in Italia, o in Spagna, Mou è da sempre riconosciuto come lo Special One. Dopo esser arrivato su una delle panchine più prestigiose d’Europa, il vate è pronto a cogliere il trionfo più importante.

    Non c’è due senza tre. Semplice proverbio, che va letto come tale, ma che ancora oggi è capace di rivestire una fetta concreta della realtà. Sono tanti i luoghi comuni che popolano il mondo del calcio, tra leggi non scritte e divinità non meglio precisate. Mourinho sta rincorrendo un sogno che ormai conosce alla perfezione sotto ogni suo aspetto. Oltre ad esserne protagonista, ne vuole diventare il primo regista. Nella sua bacheca personale può abbracciare due Champions. E la terza? Appunto.

    jose mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    Se lo chiamano Special One un motivo ci sarà. Chissà se Mourinho avrà letto “La solitudine dei numeri primi”. O meglio, se Paolo Giordano sia stato in qualche modo influenzato dalla cavalcata del portoghese. Disarmante, continua. Una Champions incredibile nel 2004 con il Porto. Lo sbarco in Inghilterra, dove forse ha superato alcune leggende come Cesare o l’ammiraglio Nelson. Altre sfide lo attendono in Italia, dove sbarca alla corte di Massimo Moratti. La prima conferenza diventa nel giro di poche ore un must. Forse non servivano le dimostrazioni pratiche per riconoscere come Mourinho non sia decisamente un pirla, ma il triplete nerazzurro del 2009 è in ogni caso a disposizione di chiunque voglia toccare la mano di Re Mida.

    Saluta Milano e l’Italia a modo suo, da vincente. Lo aspetta ulteriore gloria, fama Reale. Il primo anno è deludente per i suoi standard. Perde clamorosamente il duello con il Barca, sia in campionato che in Champions. In pochi si ricorderanno la vittoria in Copa del Rey, lui stesso forse non se ne ricorderà più in un prossimo futuro. La stagione successiva sarà invece la rivincita quasi perfetta. Il Nou Camp è espugnato, la Liga conquistata, Guardiola affondato. Tre vittorie in una sola notte. Niente male, se difronte si hanno i blaugrana. Il resto della storia è soltanto per gli amanti delle statistiche. Cento punti (record), 121 gol (record). La solitudine dei numeri primi, appunto.

  • Thiago Silva, City e Barcellona assediano il Milan

    Thiago Silva, City e Barcellona assediano il Milan

    Nonostante le smentite di Galliani e Allegri riguardo alla possibile cessione di Ibrahimovic o Thiago Silva, in casa Milan nessuno è incedibile soprattutto se si parla di due top player che fanno gola a mezza Europa. Il 30enne svedese e il difensore brasiliano sono due tasselli fondamentali dello scacchiere rossonero ma rappresentano anche gli unici 2 giocatori che potrebbero dare una svolta al mercato facendo transitare a Via Turati un bel vagone di milioni. In particolar modo si sta scatenando una asta vera e propria per il centrale brasiliano Thiago Silva, ambito da due grandissimi club: Barcellona e Manchester City. Nella prossima stagione sia il club catalano che il City di Roberto Mancini puntano a recitare un ruolo da protagonisti in Europa e proprio a tal motivo vorrebbero strappare al Milan il difensore più forte del mondo consolidando i rispettivi reparti difensivi. Il Milan prende atto e a dispetto delle dichiarazioni di facciata è disposto a trattare la cessione del brasiliano partendo però da cifre molto alte che rispecchiano il grande valore di Thiago Silva.

    Thiago Silva © Claudio Villa/Getty Images

    Proprio l’allenatore dei Citizens Roberto Mancini si è recato ieri pomeriggio in Via Turati per parlare con Adriano Galliani. L’incontro tra i due è durato circa 3/4 d’ora e non è stata solo una visita di cortesia come dichiarato da Mancini all’uscita di Via Turati. Si è parlato di tante cose e di tanti giocatori. Thiago Silva è stato tirato in ballo dal Mancio ma il Milan per il centrale brasiliano chiede un assegno di 50 milioni di euro. Cifra altissima che ha fatto raffreddare e non di poco le ambizioni del tecnico jesino che ha provato ad inserire Balotelli nell’affare generando il no di Galliani, il quale non è disposto a imbastire uno scambio tra un difensore ed un attaccante. Poi si è parlato di un possibile scambio Ibra-Balotelli ma qui è il City a non essere molto d’accordo visto l’ingaggio esorbitante percepito dallo svedese (20 milioni lordi annui). Non solo Ibra, Thiago Silva e Balotelli perchè il Milan è molto interessato ad Aleksandar Kolarov, terzino sinistro del City, a cui i rossoneri vorrebbero affidare la fascia sinistra della difesa. Per il serbo si tratterebbe di un ritorno in serie A dopo l’esperienza alla Lazio durata tre stagioni. L’operazione Kolarov è stata gettata sulla base di un prestito con diritto di riscatto e quindi non sembra essere collegata ad altre trattative tra Milan e City.

    Non solo sirene inglesi per Thiago Silva. Infatti il Barcellona segue da molto tempo il difensore della nazionale brasiliana e vorrebbe portarlo al Camp Nou. Il club catalano è disposto ad offrire 20 milioni più il cartellino di Ibrahim Afellay, ma il Milan preferirebbe come contropartita Thiago Alcantara, talentuoso centrocampista della cantera Barça. Il Barcellona non gradisce molto questa ipotesi in quanto su Thiago Alcantara ci punta moltissimo nel prossimo futuro. In occasione della finale di Champions League di sabato scorso, Adriano Galliani avrebbe parlato di Thiago Silva con il presidente catalano Rosell, che avrebbe messo sul piatto circa 40 milioni di euro per convincere il Milan a privarsi del difensore più forte del mondo. Lo stesso Galliani pochi giorni fa ha dichiarato che deve resistere ad un autentico assedio per Thiago Silva. Riuscirà l’amministratore delegato milanista a resistere fino al 31 agosto?

  • F1, pagelle GP Spagna. Maldonado “gloria nazionale”

    F1, pagelle GP Spagna. Maldonado “gloria nazionale”

    Non finisce di stupire il campionato del mondo 2012 di F1, uno dei più combattuti degli ultimi anni. Il week-end spagnolo ha regalato il quinto vincitore diverso, sia come pilota che come costruttore, su cinque gare, ultimo quello storico di Pastor Maldonado, primo pilota venezuelano a vincere un GP. Si conferma bravissimo ancora una volta Fernando Alonso, che conquista un ottimo secondo posto, cosi come Kimi Raikkonen, ancora a podio. Sugli scudi anche Lewis Hamilton e Kamui Kobayashi. Male invece Jenson Button, Mark Webber e Felipe Massa.

    Maldonado 10 – massimo voto per il protagonista assoluto di questo GP. Evita di compromettere la sua gara facendo sfilare Alonso al via, poi gestisce la gara da leader vero senza la benchè minima sbavatura. Magistrale il giro più veloce in prossimità nel secondo pit dello spagnolo che intanto aveva finito le gomme e che gli ha permesso il sorpasso. Dopo la pole regalatagli gentilmente dal pasticcio della McLaren corona il suo week-end perfetto con la prima vittoria in F1, e per questo nel suo paese c’è già chi vuole santificarlo.

    Williams 10 e lode – ritorno alla vittoria nel giorno più significativo, ovvero nel 70esimo compleanno del suo fondatore Frank Williams, presente ai box e visibilmente emozionato. Risultato meritato vista la crescita esponenziale della vettura di quest’anno che potrebbe riportare la scuderia ai fasti di un tempo.

    Alonso 9,5 – vincere davanti al pubblico di casa poteva essere il massimo per lo spagnolo che ce l ha messa tutta per ripagare l’apporto dei suoi fans. La macchina però, a suo dire, lo tradisce nel finale e deve accontentarsi della seconda piazza, che porta comunque punti preziosi in cascina. Si comporta sempre da vero leader, quale nel team in effetti lo è.

    Raikkonen 9 – il secondo podio consecutivo è la giusta ricompensa per il finlandese, che da quando è ritornato ha sempre dimostrato di non aver perso lo smalto dei tempi migliori. Ha solo da recriminare al box, che lo tiene inspiegabilmente in pista con gomme finite per una presunta quarta sosta di Maldonando e Alonso, che alla fine non è arrivata. Ha la forza nel finale di riportarsi negli scarichi dello spagnolo, quando però ormai è troppo tardi per attaccarlo. Ciliegina sulla torta dedica il suo risultato alla mamma. Genio.

    Pastor Maldonado © Tom Gandolfini/AFP/GettyImages

    Grosjean 8 – ottima la prestazione del francese che continua a sorprendere e soprattutto a portare punti importanti al team. Per lui anche la consolazione di aver ottenuto il giro più veloce della gara. Niente male.

    Kobayashi 9 – la scelta di aver risparmiato un treno di gomme in qualifica ha pagato. Il giapponese senza acuti di rilievo chiude la gara in quinta posizione ma soprattutto vince la sfida in famiglia con il suo compagno di squadra Sergio Perez. Questa volta è toccato a lui portare in alto i colori della Sauber.

    Vettel 7,5 – il risultato non rispecchia tutto quanto messo in pista dal tedesco, che si batte fin dalla partenza per cercare di guadagnare terreno sui primi. Una penalizzazione eccessiva, presa nello stesso momento e per la stessa ragione da Massa, ne rallenta l’azione ma comunque riesce a limitare i danni portando a casa un sesto posto che gli permette di mantenere la leadrship della classifica mondiale in coabitazione con Fernando Alonso.

    Hamilton 8,5 – parte ultimo retrocesso da una penalizzazione di cui non ha colpa e che forse in fin dei conti è risultata anche eccessiva. Lui in gara fa quel che può, esaltandosi a suon di soprpassi come solo lui sa fare, cercandi di risparmaire al massimo gli pneumatici che nel clima infuocato della Spagna si consumavano velocemente. Alla fine deve arrendersi proprio a causa delle gomme finite ma l’ottavo posto davanti al compagno di squadra porta allo stesso tempo tanta soddisfazione e tanto rammarico.

    Button 5,5 – lui che è cosi bravo nell’usare le gomme va i crisi come non mai e si vede. Parte davanti al compagno di squadra, retrocesso ultimo, a fine gara gli termina dietro. Doveva ma soprattutto poteva fare di meglio sin dalle qualifiche. Non pervenuto.

    Mclaren 3 – week-end nero per la suderia inglese che comincia malissimo sin dalle qualifiche con il pasticcio del carburante che costa la pole position a Hamilton. Come se non bastasse per la terza volta consecutiva la gara dell’inglese viene condizionata ai box dall’errore dei meccanici che lo tengono ai box più del previsto. Tutto da dimenticare

    Massa 4 – pessimo in qualifica con il 17esimo tempo (recupera una posizione poi per la retrocessione di Hamilton in ultima posizione), parte bene e difende egregiamente la sua posizione ma si perde rovinando la sua gara subendo una penalizzazione per non aver rispettato le bandiere gialle.

    Webber 5 – totalmente in confusione, cosi come la Red Bull. Praticamente evanescente sia in qualifica, fuori gia in Q2, e in gara tanto che senza penalizzazioni riesce ad arrivare dietro anche al suo compagno di squadra

  • Super Maldonado batte Alonso a Barcellona. Vettel 6°

    Super Maldonado batte Alonso a Barcellona. Vettel 6°

    Cinque su cinque. Tanti infatti sono i vincitori diversi delle prime cinque gare di questo equilibratissimo Mondiale 2012 di Formula 1, che oggi ha visto trionfare Pastor Maldonado, salito sul gradino più alto del podio assaporando il gusto dolce della prima vittoria in Formula 1, ma non è tutto.

    L’ex campione del mondo della GP2 è infatti il primo venezuelano a centrare un successo in F1, e lo fa vincendo il Gran Premio di Spagna sul circuito del Montmelò nei pressi di Barcellona, regalando a Frank Williams il ritorno alla vittoria proprio nel giorno del suo 70esimo compleanno, vittoria che mancava da ben otto anni dal Gran Premio del Brasile del 2004 con Juan Pablo Montoya. Non è un caso che il ritorno alla vittoria coincida con l’anno del ritorno del motore Renault, binomio che ha caratterizzato le vittorie della scuderia negli anni 90, e con questo meritatissimo successo il team di Groove diventa la quinta vettura diversa vincente nei primi cinque GP di quest’anno.

    Da evidenziare la prestazione di Maldonado, che dopo aver perso la testa della corsa alla partenza in favore di Fernando Alonso, riesce a recuperare con una grandissima strategia di gara e a scavalcare lo spagnolo al secondo pit-stop, grazie anche ad un giro record che gli permette di guadagnare ben 2 secondi all’idolo di casa. Da vero veterano poi la gestione della prima posizone, mai messa in dubbio neanche nel finale quando Alonso cominciava a farsi minaccioso negli specchietti ma senza riuscire a trovare il guizzo giusto per portargli l’attacco definitivo.

    Il pilota della Ferrari dal canto suo deve recriminare per quel doppiaggio su Charles Pic della Marussia in prossimità della sua seconda sosta che gli ha fatto perdere decimi importanti per la vittoria, anche se è fuori di dubbio che anche senza questo episodio difficilmente avrebbe battuto il super-Maldonado di oggi. Non è bastato infatti l’apporto incredibile del suo pubblico allo spagnolo che nel finale deve ancora lottare con problemi di usura gomme, ma tutto sommato può comunque consolarsi per la continua crescita della Ferrari che nelle sue mani sembra davvero efficace, e per la ritrovata vetta della classifica in coabitazione con Sebastian Vettel.

    Anzi nel finale il pilota della Rossa ha il suo bel da fare per mantenere a distanza uno scatenato Kimi Raikkonen, che grazie alla maggior freschezza delle sue gomme a mescola dura gli recupera secondi su secondi portandosi negli scarichi della F2012, me per il sorpasso è troopo tardi. Costa caro al finlandese volante l’ aver ritardato di qualche giro il suo ultimo pit-stop, ma in definitiva il week-end spagnolo conferma il suo buon periodo di forma, basta pensare che il finnico è stato l’unico a mantenere il passo dei primi due piloti, e quindi podio più che meritato.

    Pastor Maldonado © DIMITAR DILKOFF/Getty Images

    Medaglia di legno per l’altra Lotus di Romain Grosjean, ancora una volta protagonisti, mentre bella la prestazione della Sauber di Kamui Kobayashi che vede premiata la scelta di risparmiare un set di gomme nelle qualifiche con un’ottima quinta posizione.

    Dalla settima posizione in poi, a prte Alonso naturalmente, troviamo tutti gli altri big. A cominciare dal campione del mondo in carica Sebastian Vettel che salva il salvabile chiudendo la gara in sesta posizone, che viste come si erano messe le cose, è oro colato. Partendo da una discutibile penalizzazione per non aver rispettato le bandiere gialle per l’incidente occorso a Michael Schumacher e Bruno Senna, che ha causato al tedesco la perdita di molte posizioni, per passare alla strana sostituzione del nuovo muso anteriore che apparentemente non sembrava avere problemi.

    Nonostante ciò il numero uno in carica riesce a terminare davanti all’unica Mercedes superstite di Nico Rosberg che con il settimo posto chiude degnamente il week-end spagnolo del team tedesco, visto l’ennesimo ritiro del compagno di squadra. Non è bastata infatti come in Cina la super-velocità del propulsore Mercedes sul rettilineo principale per competere per la prima posizone e anzi la W03 ha dovuto fare i conti con l’usura degli pneumatici che con il caldo torrido di Barcellona sono ritornati punto debole della vettura.

    Mezzo disastro in casa McLaren dove l’unica nota positiva è ancora una volta la rimonta di Lewis Hamilton, che dall’ultima posizione, dopo la squalifica inflittagli nella giornata di ieri, riesce a limitare i danni e a chiudere davanti al suo compagno di squadra Jenson Button. L’anglo-caraibico ha gestito al meglio i suoi pneumatici dimostrando di non essere poi cosi aggressivo come si dice e la tattica delle due soste ha pagato, almeno per quanto riguarda lo scontro in famiglia, ma un ottava e una nona posizione non possono essere certo risultati positivi per il team di Woking, che deve fare ancora i conti con gli errori dei meccanici ai box durante i pit-stop. E’ toccato nuovamente ad Hamilton che al momento di uscire dalla sua piazzola passa sopra la pistola di avvitamento dei dadi della ruota posteriore sinistra, fortunatamente per lui senza conseguenze.

    Alle spalle delle due McLaren la Force India di Nico Hulkenberg che chiude la top-ten in decima posizione, mentre da dimenticare la gara dell’altra Red Bull di Mark Webber, 11esima ad un giro di distacco, e per l’altra Ferrari di Felipe Massa, che come Vettel ha dovuto subire il drive throught per aver ignorato le bandiere gialle, chiudendo la sua gara soltanto in 15esima posizione.