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  • GP Austin, Marquez vince ed entra nella leggenda. Rossi solo 6°

    GP Austin, Marquez vince ed entra nella leggenda. Rossi solo 6°

    Marc Marquez ha vinto la prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti sul nuovo circuito di Austin, secondo appuntamento del Motomondiale. Il pilota spagnolo ci ha messo davvero poco a diventare grande e ha dimostrato di avere la stoffa del campione confermandosi velocissimo su un circuito praticamente nuovo a tutti e sul quale non ha avuto rivali. Il giovane rookie della Honda ha praticamente scritto la storia del motociclismo su questo circuito conquistando la prima vittoria nella classe regina dopo appena due gare dall’inizio del campionato diventando il pilota più giovane ad aver centrato questo obiettivo a soli 20 anni e 63 giorni, battendo un mostro sacro della categoria come Freddy Spencer il cui record persisteva da ben 25 anni. Un bel segnale per un campionato che si preannuncia molto serrato e che ha visto oggi aggiungersi un altro pretendente per la lotta finale. Marquez infatti alla sua prima stagione nella top-class comanda già la classifica con 41 punti in coabitazione con il connazionale Lorenzo

    Marc Marquez
    Marc Marquez © Peter Lim/Getty Images

    Daniel Pedrosa ha provato fino all’ultimo ad infastidire il “Cabroncito” tentando l’allungo iniziale dettato anche da una scelta di gomma differente rispetto a quella del suo più giovane compagno di squadra, morbida contro dura, scelta che non ha pagato perchè Marquez ha montato si una gomma meno efficace ma è stato in grado di mandarla in temperatura grazie anche alla sua guida molto aggressiva che tanto ha ricordato quella del suo predecessore Casey Stoner. Così, dopo 13 incollato al codone della Honda del suo team-mate, Marquez ha affondato il colpo con un sorpasso tanto aggressivo quanto ragionato che a nove giri dal termine lo ha portato per la prima volta a guidare una gara di MotoGP, mentre Pedrosa dal canto suo ha cercato timidamente una reazione che non ha portato nulla di concreto, anzi, per la seconda volta ha dovuto arrendersi alla superiorità del numero 93 che in queste due gare ha ristabilito le gerarchie nel box Hrc.

    Sul podio Jorge Lorenzo che ha completato un trio tutto spagnolo. Il maiorchino difficilmente oggi avrebbe potuto fare di più su un circuito che sin dai test si è rivelato più adatto alle caratteristiche della Honda e cosi il campione del mondo in carica ha limitato i danni centrando l’obiettivo minimo alle spalle dei due ufficiali, che poi si è tradotto nel 100esimo podio della carriera, un bel traguardo per un pilota che anche nelle difficoltà trova sempre dei motivi per poter sorridere. Cosa che purtroppo ancora non sta riuscendo al suo compagno di squadra Valentino Rossi che dopo aver ben impressionato all’esordio compie un passo indietro non riuscendo a ripetere la prodigiosa rimonta del Qatar. Il pilota di Tavullia ha dovuto lottare, più che con gli avversari, con i problemi di anteriore della sua M1 rischiando più volte la caduta tra le curve del tracciato texano, che non gli ha regalato più del sesto posto finale.

    Davanti al Dottore i due “clienti” Cal Crutchlow e Stefan Bradl che hanno corso una gara relativamente tranquilla senza mai essere impensieriti dai rispettivi avversari, con il britannico che dopo i suoi “classici lunghi” di inizio gara è riuscito a ritrovarsi e chiudere degnamente alle spalle dei magnifici tre, mentre il tedesco si è limitato ad una gara ordinata senza sbavature che lo ha portato a raccogliere una ottima quinta posizione. Mentre dietro è stata vera lotta tra Andrea Dovizioso e Alvaro Bautista con il forlivese che si è preso la soddisfazione di battere una moto nettamente superiore su questo tipo di tracciato. I problemi della Ducati ci sono e si vedono tutti ma il talento del Dovi h fatto la differenza e li ha limitati nettamente. Anche perchè Nicky Hayden, da molto più tempo nell’ambiente di Borgo Pamigale, non è andato oltre la nona posizione e si è ritrovato con 11 secondi di ritardo dal compagno di squadra.

    Bene Andrea Iannone, riuscito a rientrare nella top-ten con la Ducati del team Pramac e vincitore della piccola sfida in famiglia con Ben Spies, ancora in difficoltà nonostante si corresse sul tracciato di casa. Lo statunitense non è riuscito a fare meglio della 13esima posizione, preceduto anche dal debuttante Bradley Smith sulla Yamaha del team Monster, e dall’ottimo Aleix Espargaro, 11esimo e nettamente il migliore delle Crt.

     

  • Marquez domina le libere a Austin. Rossi 5° a 2″

    Marquez domina le libere a Austin. Rossi 5° a 2″

    Non c’è stata storia in queste prime libere del Gran Premio degli Stati Uniti. Marc Marquez alla sua seconda gara nella classe regina sta continuando a stupire e sul circuito di Austina ha dominato a mani basse entrambi i turni di prove rifilando distacchi abissali alla concorrenza. Lo spagnolo sin dalle prime tornate si è preso la vetta della classifica e non l’ha mai mollata umiliando gli avversari con un ritmo davvero insostenibile, basti pensare che il compagno di squadra Daniel Pedrosa, in seconda posizione, ha beccato oltre mezzo secondo di distacco ma ha dovuto compiere un giro pressochè perfetto per mantenere questo distacco. Al contrario il connazionale numero 93 ha messo in serie una serie di giri veloci con una naturalezza impressionante che non ha mai messo in discussione la leadership di questo primo turno di prove.

    Marc Marquez
    Marc Marquez © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Rispecchiate dunque le previsioni della vigilia con le Honda nettamente più veloci sia nel guidato ma anche sul rettilineo dove il motore della RC213V ha fatto nettamente la differenza rispetto a tutte le altre. Al Terzo posto infatti si è piazzata la Honda clienti di Stefan Bradl che però ha accusato a fine sessione un ritardo di oltre un secondo, a dimostrazione della prova super del rookie di casa HRC. Per trovare la prima Yamaha dobbiamo scivolare fino alla quarta piazza dove troviamo il campione del mondo in carica Jorge Lorenzo a un secondo e sei decimi di ritardo dalla vetta. Alle sue spalle il compagno di team Valentino Rossi che è subito seguito a pochi decimi di distacco dalla Yamaha clienti di Cal Crutchlow. Il team della casa dei tre diapason è cosciente che dovrà correre una gara tutta in difesa per limitare al massimo i danni poichè la prestazione della Honda in generale su questo circuito pare essere irraggiungibile.

    Si è difeso nettamente bene Andrea Dovizioso in settima posizione con la prima delle Ducati ma ad oltre due secondi dalla prima posizione. Il forlivese ha dovuto fare i conti con alcuni problemi sulla sua Ducati che lo hanno costretto a restare ai box per gran parte della sessione ma alla fine è riuscito a difendersi al meglio restando davanti alla Honda Gresini di Alvaro Bautista che sembra il pilota più in difficoltà tra quelli motorizzati giapponesi. Nona posizione per Nicky Hayden che ha preceduto la Ducati clienti di Ben Spies che ha chiuso la top-ten a due secondi e sei decimi dalla vetta. E’ andata peggio ad Andrea Iannone che non è riuscito a fare meglio della 15esima posizione alle spalle anche di tre CRT. Fa meglio di lui, ma di poco, Bradley Smith, decisamente poco a proprio agio sulla Yamaha Monster  del team Tech 3, in 12esima posizione.

  • GP Stati Uniti: Hamilton padrone ad Austin. Le pagelle

    GP Stati Uniti: Hamilton padrone ad Austin. Le pagelle

    Le pagelle del GP degli Stati Uniti svoltosi sul nuovissimo circuito di Austin in Texas, sul quale quest’anno si correva per la prima volta. Il vincitore è stato Lewis Hamilton, migliore interprete del tracciato, che ha preceduto Sebastian Vettel e Fernando Alonso, il trio delle meraviglie della Formula 1 moderna che stranamente, fino a ieri, non era mai salito insieme sul podio. L’anglo caraibico con la quarta vittoria stagionale ha tenuto ancora vivo il Mondiale e le speranze dell’asturiano che in questa gara ha perso altri tre punti dal tedesco leader del mondiale. Gli sevirà perciò un’impresa nell’ultimo appuntamento in Brasile tra una settimana, ma il mondiale è pronto a riservare altri colpi di scena.

    Hamilton 10 : in Texas si è visto il vero talento del campione del mondo 2008, ritrovatosi dopo un periodo di sbandamento coinciso con l’addio alla McLaren, team che lo ha cresciuto sportivamente sin da piccolo. Non ha mai mollato di un centimetro Vettel guidando al limite come solo lui sa fare e ha sfruttato l’unico errore del tedesco in un doppiaggio per sverniciarlo a velocità supersonica sul rettilineo principale. Con le quattro vittorie in stagione è secondo soltanto al campione del mondo ma è ormai fuori dalla lotta al titolo perchè pesano tantissimo i 5 “zero”in classifica in quella che per l’anglo-caraibico resterà la stagione dei rimpianti.

    Vettel 8 : non può nulla per tenere a bada quel diavolo di Hamilton che gli è rimasto incollato per 40 giri nei tubi di scarico per poi superarlo nel finale con un gran sorpasso all’esterno. Il giro più veloce all’ultima tornata del Gran Premio è servito a poco in una domenica in cui Seb ha dimostrato di non essere perfetto come al solito, ma si sa, le gare riservano sempre incognite impreviste. Poteva chiudere già in Texas i conti mondiali e invece avrà ancora da soffrire per i 68 giri di Interlagos, tenuto in apprensione da una Red Bull in crisi di affidabilità e da un motore che ha già tanti chilometri sulle spalle.

    Alonso 8 : parte alla sua maniera scavalcando tre avversari e portandosi alle spalle di Webber e tutto lascia presagire ad un’altra gara da fenomeno. E invece la sua verve finisce lì perdendo contatto con il terzetto di testa con una Ferrari al di sotto delle aspettative. Anche lui forse non era nella migliore giornata e i 40 secondi di ritardo accusati dalla vetta ne sono una dimostrazione ma chiedergli dei miracoli ogni domenica con un mezzo nettamente inferiore sarebbe davvero troppo. Servirà un mezzo miracolo per poter agguantare un mondiale che è con un piede e mezzo già nel box Red Bull ma intanto arriverà a Interlagos con la consapevolezza di potersela giocare.

    PODIO GP STATI UNITI © JIM WATSON
    AFP/GETTY IMAGES

    Massa 9 : da gran signore il gesto di farsi da parte come richiesto dal team per far sopravanzare in griglia il compagno di squadra Alonso e farlo partire dal lato pulito della pista. Lui ci rimette cinque posizioni ma mette in mostra una gara da fenomeno come poche volte abbiamo ammirato dal brasiliano in questi ultimi anni. Sarà stata la mente libera o la voglia di dimostrare il suo valore sta di fatto che Felipe già in qualifica si è dimostrato più veloce del suo capo squadra e visti i tempi sul giro avrebbe avuto la possibilità anche di arrivargli davanti in gara.

    Button 8 : come Massa, bella anche la gara dell’inglese che per un problema all’acceleratore è stato costretto a partire dall 12esima piazza. Alla partenza con le gomme dure non ancora entrate bene in temperatura scivola in 16esima posizione ma ha la forza di riprendersi e di rimontare fino al quinto posto con una grande serie di sorpassi. Da manuale ancora una volta la gestione delle gomme, ma ancora una volta sembra mancargli quel pizzico di cattiveria in più nei sorpassi che invece non manca affatto al compagno di squdra. Di fatti ne esce ancora una volta sconfitto nel confronto diretto in famiglia.

    Red Bull 9,5 : terzo titolo mondiale dei costruttori conquistato in otto anni di Formula 1, la consapevolezza di essere ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, la miglior macchina del lotto e quella con la capacità di meglio interpretare un regolamento dove le regole hanno molto margine di interpretazione. Gli togliamo soltanto mezzo punto per la scarsa affidabilità mostrata fino a questo momento, se vogliamo vero unico punto debole del missile di Milton Keynes che tiene ancora aperto il Mondiale fino all’ultima curva di Interlagos.

    Webber sv : il passo dei primi due era davvero irraggiungibile anche per lui che siede sulla vettura più forte del campionato ma di sicurio il terzo posto l’avrebbe colto a occhi chiusi vista la scarsa vena di giornata di Alonso. Ma il solito problema all’alternatore lo ha appiedato nei primi giri di gara regalando una posizione allo spagnolo che ha ancora una speranza di poter riagguantare questo mondiale. Sfortunato, capitano davvero tutte a lui.

    Schumacher 5 : chiudere in 16esima non era proprio il massimo delle aspettative alla vigilia, dopo aver conquistato un grande quinto posto nelle qualifiche. Di fatto la domenica del kaiser termina lì, con una Mercedes (voto 2) mai competitiva e in difficoltà nel portare a temperatura le gomme. Gli resta la soddisfazione di aver aggiunto un altro record al suo già grandioso e ricchissimo palmares, quello del pilota con più chilometri percorsi in carriera.

    Ferrari 4 : partiamo dalla scelta non eticamente corretta di far arretrare sulla griglia Massa che in qualifica si era dimostrato più veloce di Alonso, per far partire lo spagnolo dalla parte pulita della pista e fargli guadagnare una posizione. In Ferrari, più che a queste tattiche, farebbero meglio a concentrarsi a migliorare la vettura che invece ad ogni GP sembra fare un passo indietro nonostante gli aggiornamenti che evidentemente non funzionano. Finiamo nel dire che proprio per questo se Alonso vincerà il mondiale non sarà di certo per merito della F2012, ma per molto merito del pilota e una gran dose di fortuna che ad Interlagos per forza di cose non dovrà assolutamente mancare. Resta da difendere il secondo posto in costruttori da una arrembante McLaren, al momento più forte della Rossa soprattutto nelle mani di Hamilton.

    Texas 10 : finalmente il progettista Hermann Tilke sembra averne imbroccato una giusta. Il tracciato di Austin, seppur simile nel disegno a tanti altri creati dallo stesso progettista, sembra essere davvero adatto alle vetture di Formula 1 e ha regalato ieri alla sua prima edizione una gara ricca di emozioni e tanti sorpassi. Speriamo di rivederne una altrettanto bella il prossimo anno.

  • Hamilton batte Vettel ad Austin e tiene vivo il mondiale. Alonso 3°

    Hamilton batte Vettel ad Austin e tiene vivo il mondiale. Alonso 3°

    Lewis Hamilton ha vinto la prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti sul nuovissimo circuito di Austin, dove si è corsa la 19esima e penultima gara della stagione di Formula 1. Il pilota della McLaren, oggi alla sua penultima apparizione con il team inglese in quanto prossimo al passaggio in Mercedes a fine stagione, è stato il migliore interprete del nuovo tracciato che ha regalato tantissime emozioni e una delle gare più belle degli ultimi tempi, grazie ai tanti sorpassi effettuati dai piloti  nei 56 giri totali. Quello di Lewis è arrivato al giro numero 41, sfruttando un incertezza del leader Sebastian Vettel in un doppiaggio dopo averlo braccato per tutta la gara attendendo per lungo tempo un errore che gli avrebbe permesso di avvicinarsi agli scarichi del tedesco per prenderne la scia sul rettilineo principale con l’aiuto del DRS, errore che ha permesso all’anglo-caraibico di sfruttare la maggiore velocità in rettilineo della McLaren rispetto a quella della Red Bull sverniciandolo a velocità supersonica e andando ad amministrare con tranquillità gli ultimi 15 giri di gara culminati con la 21esima vittoria in carriera.

    Questa volta nulla ha potuto Sebastian Vettel contro la voglia di Hamilton di prendersi questa vittoria, se non la magra consolazione di togliergli il giro più veloce della gara proprio all’ultima tornata, quando comunque ormai i giochi erano già fatti, chiudendo a soli sei decimi dalla McLaren numero 4. La vittoria di Hamilton tiene ancora aperto il campionato e rimanda alla prossima gara in Brasile, ultimo appuntamento dell’anno, i giochi per il Mondiale, che vede ancora in testa Vettel che ha guadagnato altri tre punticini sul diretto inseguitore Fernando Alonso, terzo al termine della gara.

    Lewis Hamilton © Clive Mason/Getty Images Sport

    Lo spagnolo nonostante abbia effettuato come al suo solito una grande partenza recuperando 3 posizioni non ha mai dato l’impressione di poter tenere il passo dei primi due, davvero inarrivabile per una Ferrari che più va avanti è più sembra peggiorare. I 40 secondi di ritardo dalla vetta ne sono una chiara dimostrazione e il pilota asturiano deve ringraziare una serie di circostanze positive che gli hanno permesso di limitare i danni. In primis il ritiro di Mark Webber, dovuto ai soliti problemi all’alternatore , che gli ha permesso di guadagnare una posizione, senza contare il fatto di aver ricevuto l’aiuto del team che ha deciso strategicamente prima della gara di rompere i sigilli del cambio sulla vettura del compagno di squadra Felipe Massa per permettergli di guadagnare una posizione in griglia e partire dal lato pulito della pista. Tattica che comunque non ha nascosto i problemi e le difficoltà della F2012, troppo distante dalle prestazioni attuali di McLaren e Red Bull, che oggi nonostante il ritiro di Webber ha conquistato il terzo mondiale costruttori della sua storia.

    Alle spalle di Alonso un gladiatorio Massa che nonostante l’imposizione forzata del suo team di retrocederlo in griglia è stato autore davvero di una bella gara e di una grande rimonta dall’11esima alla quarta posizione, segno che il pilota di San Paolo in quest’ultima parte di stagione sembra essere ritrovato, il che è molto importante per il team di Maranello che tra sette giorni ad Interlagos dovrà contare, oltre ad una buona dose di fortuna, anche sul suo aiuto. Bella rimonta anche per Jenson Button che dopo una partenza disastrosa che lo aveva relegato dalla 12esima alla 16esima posizione ha recuperato fino alle spalle del brasiliano anche grazie ad una strategia diversa rispetto agli altri piloti: il pilota inglese infatti, uscito nelle qualifiche già nella Q2 per un problema all’acceleratore della Mp4-27, ha scelto di montare alla partenza le gomme dure sacrificando la prima parte di gara per poi montare le morbide nel finale e recuperare fino alla quinta posizione scavalcando le due Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, efficaci nel misto ma insolitamente troppo lente in rettilineo.

    Alle spalle dei due alfieri di Enstone si è confermata la Force India di Nico Hulkenberg che ha chiuso in zona punti davanti alle due Williams di Pastor Maldonado e Bruno Senna che hanno chiuso la top-ten e che nel finale hanno dimenticato di essere compagni di squadra arrivando più volte al contatto. Disastrosa ancora una volta la gara delle Mercedes, con Nico Rosberg in 13esima posizione e Michael Schumacher che dopo essere partito in quinta posizione ha chiuso con un deludente 16esimo posto.

    L’appuntamento è tra sette giorni in Brasile, GP che chiuderà la stagione della Formula 1. Tutto è ancora possibile, con Alonso che dovrà rimontare 13 punti su Vettel, impresa non impossibile ma non facilissima viste le prestazioni attuali della Ferrari. Il volto di Alonso a fine gara era tutto un programma, servirà, oltre al talento dello spagnolo che fino ad ora ha dato il 120%, anche tanta fortuna e sperare in qualche errore da parte degli uomini Red Bull che oltre ad aver conquistato il mondiale costruttori hanno in pugno anche quello piloti. Soltanto loro a questo punto della stagione possono perdere il titolo, ma i colpi di scena sono dietro l’angolo e potrebbero riservare altre sorprese fino alla bandiera a scacchi di questo combattutissimo campionato del mondo.

  • Vettel in pole a Austin, male Alonso: è 8°

    Vettel in pole a Austin, male Alonso: è 8°

    Sebastian Vettel in pole nel Gran Premio degli Stati Uniti, penultimo appuntamento della stagione di Formula 1. Il campione del mondo dopo aver ottenuto i migliori tempi in tutte e tre le sessioni di prove libere si è ripetuto in qualifica facendo sua la sesta pole position stagionale, 36esima della carriera dando così un chiaro segnale al campionato e alla lotta al titolo Mondiale. Che intende mantenere all’interno del box Red Bull.

    Il tedesco ha ottenuto la migliore prestazione grazie al tempo di 1:35.657, tempo inavvicinabile per tutti tranne che per Lewis Hamilton, con il quale ha dato vita ad un duello emozionante sul filo dei millesimi. L’inglese inaspettatamente ha tenuto alla grande il passo di Vettel ed è stato l’unico assieme al tedesco a scendere sotto il muro del minuto e 35, ma ha ha dovuto rinunciare alla pole per soli 109 millesimi di secondo accontentandosi di piazzare la sua McLaren tra le due Red Bull.

    Mark Webber infatti è stato relegato in terza posizione ma non ha mai dato l’impressione di poter impensierire i primi due che oggi hanno praticamente fatto un altro sport. Così l’australiano si è dovuto accontentare della terza posizione e sarà affiancato in seconda fila da Kimi Raikkonen che comunque in qualifica ha ottenuto il quinto tempo. Il finlandese beneficerà dell’arretramento del compagno di squadra Romain Grosjean che dalla quarta posizione sarà arretrato di cinque posizioni per la sostituzione del cambio. Grande la prestazione delle due Lotus che anche qui ad Austin hanno dimostrato di essere competitive.

    Sebastian Vettel
    Sebastian Vettel pole nel GP Stati Uniti © JIM WATSON/AFP/Getty Images

    Così come grande è stata la prestazione di Michael Schumacher che con un guizzo è riuscito ad agguantare la sesta posizione, galavanizzato forse dalla possibilità domani di poter raggiungere un altro record, quello del pilota con il maggior numero di chilometri percorsi in carriera che attualmente spetta a Rubens Barrichello, e per farlo gli basterà compiere soltanto due giri. La prestazione del kaiser ottiene maggiore risalto considerando il fatto di aver tenuto dietro le due Ferrari, che hanno effettuato una qualifica davvero disastrosa.

    Felipe Massa, che per la prima volta in stagione ha battuto il compagno di squadra Fernando Alonso, ha chiuso in settima posizione mentre lo spagnolo partirà in nona posizione, soltanto grazie alla penalità che dovrà scontare Grosjean che partirà alle sue spalle. Pesanti i distacchi dalla vetta, un secondo e quattro il brasiliano, un secondo e nove l’asturiano, ma soprattutto sono tantissimi i problemi  sulla F2012, a partire dagli aggiornamenti portati per questo GP che non sembrano migliorare le prestazioni della Rossa, e a finire con il solito problema nel portare a temperatura gli pneumatici, problema che da tanti anni la Ferrari si porta dietro. Nell’ultima qualifica, per sopperire a questo problema, sulle vetture di Maranello sono state montate delle gomme medie già utilizzate nel tentativo di portare gli pneumatici prima in temperatura, mossa che però non ha pagato e che anzi ha relegato ancora più indietro la Ferrari rispetto alle ultime uscite.

    Tra le due Rosse si è piazzata la Force India di Nico Hulkenberg mentre in decima posizione troviamo Pastor Maldonando che ha chiuso la top-ten con oltre due secondi di distacco. Delusione per Jenson Button che non è riuscito ad entrare nell’ultima qualifica per un problema all’acceleratore. Partirà alle spalle della seconda Williams di Bruno Senna. Soltanto 17esimo Nico Rosberg.

  • Vettel vola nelle libere in Texas

    Vettel vola nelle libere in Texas

    Sebastian Vettel ha dominato le due sessioni di prove libere del venerdì sul Circuito delle Americhe in programma ad Austin: il pilota della Red Bull è stato formidabile alla guida della sua monoposto segnando il tempo di 1:37:718, distaccando i rivali di quasi un secondo. Già nelle prime libere Vettel aveva fatto capire di voler fare sul serio liquidando i colleghi in poco più di un’ora rifilando a Lewis Hamilton, che aveva ottenuto temporaneamente il secondo tempo, ben un secondo e mezzo, un divario impressionante se si pensa che si sta girando su un circiuto totalmente nuovo e sconosciuto ai piloti.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images Sport

    Subito dietro Vettel troviamo Mark Webber, compagno di box del tedesco, con oltre sette decimi di ritardo, che precede per soli otto millesimi l’altro contendente al titolo iridato Fernando Alonso, che sin dalle prime libere ha accusato un netto ritardo nei confronti del pilota campione del mondo in carica. Ad un secondo di distacco troviamo le due McLaren di Hamilton e Jenson Button, rispetttivamente in quarta e quinta posizione, nonostante il pilota caraibico sia stato per buona parte della sessione al comando con il miglior tempo, stracciato in seguito da un Vettel in stato di grazia al quale è bastato un giro ad alta prestazione per sbalordire le scuderie avversarie, in particolare la Ferrari che sperava in una situazione più favorevole su un tracciato che sembrava si potesse adattare bene alle caratteristiche della F2012.

    Sesto tempo per l’altra Rossa di Felipe Massa il quale non è riuscito a scendere sotto il muro del 1:39 accusando cosi un ritardo di un secondo e tre decimi, precedendo Nico Rosberg su Mercedes, un ottimo Bruno Senna con la Williams, la Sauber di Kamui Kobayashi e l’altra Mercedes di Michael Schumacher, distaccato di quasi due secondi e mezzo dal leader della classifica. Più indietro le Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, che hanno ottenuto l’undicesimo e il tredicesimo tempo di giornata, male le Force India di Di Resta e Nico Hulkenberg, attardate rispetto al gruppo delle posizioni di testa, piazzatisi rispettivamente in diciassettesima e diciottesima posizione.

  • F1, GP Austin verrà cancellato dal calendario 2012

    F1, GP Austin verrà cancellato dal calendario 2012

    Nonostante dalla Commissione Formula 1 sia arrivato l’ok al calendario 2012 che prevede 20 appuntamenti stagionali, come voluto da Bernie Ecclestone, continua a regnare l’incertezza su quello che sarà il calendario definitivo per il prossimo Mondiale.

    Bernie Ecclestone | © SAEED KHAN/AFP/Getty Images

    Il Grande Circus infatti rischia di perdere 3 gare, quella del Bahrain per gli stessi motivi, l’instabilità politica nel paese del Golfo Persico, che hanno portato alla sua cancellazione in questa stagione, quella di Corea, tra l’altro si tratta di un nuovo impianto sorto appena due anni fa, per problemi economici da parte dell’organizzazione dell’evento che vorrebbe rinegoziare il contratto stipulato con Ecclestone dal momento che il bilancio è già in forte perdita dopo appena 12 mesi, e quello degli Stati Uniti, ad Austin, per mancanza di fondi.

    Ed è proprio quest’ultimo che nei prossimi giorni sarà ufficialmente cancellato dal calendario 2012 come ha affermato il padre padrone della Formula 1 Ecclestone: “Austin sarà cancellata dal programma di gara del prossimo anno“. L’ufficialità dovrebbe arrivare nei primi giorni di dicembre quando si riunirà il Consiglio Mondiale della FIA pertanto il Mondiale 2012 dovrebbe essere composto da un massimo di 19 appuntamenti ad un minimo di 17 se anche Bahrain e Corea dovessero saltare.

    I lavori di costruzione dell’impianto che avrebbe dovuto ospitare il Gran Premio degli Stati Uniti sono stati interrotti per il mancato finanziamento alla società organizzatrice dell’evento che avrebbe dovuto ricevere dallo stato del Texas i 25 milioni di euro necessari per l’iscrizione al Mondiale di F1, quindi a questo punto sembra impossibile rispettare i tempi di consegna del circuito di Austin e “tagliare il nastro” prima del prossimo 16 novembre 2012, data di inizio del week-end della corsa americana. Se ne riparlerà per il 2013 sempre che si riescano a trovare i fondi che consentano di riprendere i lavori.