Tag: aurelio de laurentiis

  • Napoli festeggia: -2 cancellato, assolti Grava e Cannavaro

    Napoli festeggia: -2 cancellato, assolti Grava e Cannavaro

    La notizia tanto attesa dai tifosi napoletani è, ora, ufficiale: la sentenza della Corte Federale, accogliendo il ricorso del Napoli, ha annullato i due punti di penalizzazione inflitti in primo grado al club partenopeo e, dunque, da oggi la Juventus ha un’avversaria in più per la lotta scudetto, oltre alla Lazio. La nuova classifica di serie A prevede, infatti, che Lazio e Napoli siano appaiate al secondo posto a meno tre punti dalla squadra di Antonio Conte, con all’attivo 42 punti in classifica. La Corte Federale, dunque, ha cancellato quanto deciso in primo grado dalla Disciplinare dopo una lunga giornata iniziata questa mattina con l’intervento del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis a difesa della sua squadra, facendo leva sulla sua fiducia nella giustizia ed invocando la necessità che “il calcio non deve aver paura di adeguarsi”. Un intervento forte e deciso, che il presidente ha considerato prioritario, volendoci mettere la faccia in prima persona: è innegabile, dunque, che la vittoria della società Napoli sia stata anche una sua fondamentale vittoria personale in una sentenza che è risultata antitetica rispetto al primo grado.

    Parole che, a conti fatti, hanno colpito nel segno, considerando che la sentenza giunta in questi minuti ha cancellato con un colpo di spugna sia la penalità di due punti  in classifica che la squalifica di sei mesi a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, inflitta originariamente per “omessa denuncia” in merito alla tentata combine promossa dall’ex terzo portiere Gianello in Sampdoria-Napoli del 16 Maggio 2010. I due calciatori, dunque, potranno essere a disposizione di Walter Mazzarri già per il prossimo impegno di campionato e, sicuramente, il tecnico toscano starà gongolando per le due belle (e forse inaspettate) notizie che potranno dare una grande iniezione di fiducia e di entusiasmo all’intero ambiente per il proseguimento della stagione, proprio nel suo momento più importante.

    Napoli, cancellata penalità assolti Grava e Cannavaro | ©  ED JONES/Getty Images
    Napoli, cancellata penalità assolti Grava e Cannavaro | © ED JONES/Getty Images

    Inoltre, la Corte Federale ha anche proceduto alla derubricazione del reato connesso alla tentata combine di Sampdoria-Napoli commesso dall’ex terzo portiere del Napoli Matteo Gianello da “illecito sportivo” a slealtà sportiva e, dunque, ciò ha reso possibile rivoluzionare quella che era la portata dalla responsabilità oggettiva del Napoli e, di conseguenza, anche di Grava e Cannavaro. La strategia difensiva del legale di Gianello, l’avvocato Eduardo Chiacchio, ha dunque contribuito in maniera incisiva alla cancellazione della penalità e delle squalifiche comminate in primo grado, ed è stato lo stesso avvocato Chiacchio a spiegarne il nesso: l’illecito sportivo determina la penalità in classifica e l’obbligo di denuncia; la slealtà sportiva non determina l’obbligo di denuncia e comporta soltanto un’ammenda per il club coinvolto ed, infatti, la sentenza della Corte federale ha determinato l’obbligo per la società partenopea di pagare un’ammenda di cinquantamila euro.

    Una vittoria piena, dunque, che soddisfa i legali del Napoli che, per mezzo dell’avvocato Mattia Grassani, hanno espresso la loro contentezza per una sentenza che “fa giustizia”: “Procedimenti come questo capitano una volta ogni tanto, mi rallegra più di tutto che è stata fatta giustizia e che è stato restituito a Napoli ed ai suoi tifosi quello che veniva definito maltolto”.

  • Napoli, attesa per il ricorso alla Corte Federale

    Napoli, attesa per il ricorso alla Corte Federale

    Il destino del Napoli e della sua classifica in chiave lotta-scudetto passa anche dalla decisione odierna della Corte federale in merito al ricorso presentato dal club partenopeo, al quale sono stati attribuiti in primo grado dalla Disciplinare due punti di penalizzazione in classifica legati all’inchiesta Calcioscommesse, oltre alle squalifiche di sei mesi per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, a seguito del caso tentata combine da parte dell’ex portiere Matteo Gianello in Sampdoria-Napoli del 16 Maggio 2010, in cui Cannavaro e Grava “opposero uno sdegnato rifiuto” alla proposta dell’allora terzo portiere azzurro. Ciò che viene imputato loro è, come noto, l’omessa denuncia mentre al Napoli si è attribuita la penalizzazione per responsabilità oggettiva.

    A partire dalle ore 10,30 di questa mattina, in un hotel romano alle porte di Via Veneto, la difesa del Napoli chiederà alla Corte Federale di cancellare la “zavorra” dei due punti di penalità: vi sarà una diretta partecipazione da parte del presidente Aurelio De Laurentiis che con tutta probabilità chiederà di prendere la parola per esporre le sue ragioni, mostrandosi in prima persona proprio a tutela del suo club, insieme ai legali Virgilio D’Antonio, Antonio e Mattia Grassani che nelle scorse ore hanno ostentato fiducia in merito ad una conclusione “favorevole” al Napoli: “Confuteremo dalla base la sanzione che sta determinando conseguenze devastanti per la società”.

    Napoli, si decide per il ricorso alla Corte federale | ©  Maurizio Lagana/Getty Images
    Napoli, si decide per il ricorso alla Corte federale | © Maurizio Lagana/Getty Images

    A ben vedere in termini di giurisprudenza sportiva, però, sembra che le possibilità di un accoglimento del ricorso degli azzurri non siano molte, considerando che in tali casi i precedenti assumono una grande rilevanza. E, dunque, proprio tali precedenti non fanno ben sperare perchè, negli altri casi, quando la società coinvolta per responsabilità oggettiva era coinvolta per un solo match “incriminato”, le sono sempre stati attribuiti due punti di penalizzazione in classifica e, dunque, allo stato dei fatti sembra non vi sia ragione fondata per un diverso orientamento. Un aiuto “importante”, però, potrebbe venire proprio dall’intervento del legale di Gianello, che chiederà alla Corte federale la derubricazione del reato dell’ex portiere napoletano, da illecito sportivo a slealtà sportiva e, di conseguenza, modificando la caratterizzazione giuridica del reato, ne deriverebbe ovviamente un alleggerimento in termini di “pena” sia per il Napoli che per Cannavaro e Grava. Le possibilità che ciò accada, però, non sono molte e, in caso di conferma della sentenza di primo grado anche da parte della Corte federale, il Napoli ha già deciso di ricorrere anche al terzo e ultimo grado di giudizio, il Tnas.

    Se, dunque, nel caso della responsabilità oggettiva del Napoli sembrano esservi poche speranze di cambiare la decisione presa in primo grado, ci potrebbe essere qualche margine di ottimismo in più per le posizioni di Grava e Paolo Cannavaro, per le quali i loro legali hanno presentato ricorso dopo i sei mesi di squalifica comminatigli dalla Disciplinare in primo grado: sembra vi sia qualche possibilità che la squalifica venga ridotta a tre mesi.

    La decisione verrà , comunque, presa in tempo brevi e già nella giornata di oggi potrebbe essere resa nota considerando che i giudici di secondo grado hanno la possibilità di rendere nota la sentenza con il solo dispositivo in attesa. Pertanto, seguiranno aggiornamenti.

  • Mario Balotelli al Napoli, realtà o fantamercato?

    Mario Balotelli al Napoli, realtà o fantamercato?

    Silvio Berlusconi ha definito Mario Balotelli una “mela marcia”, chiudendo forse per sempre, o almeno per adesso, l’arrivo del giocatore del Manchester City al Milan. Il talento di Supermario non si discute ma qualche suo comportamento, diciamo così, un po’ fuori giri, non piace al Patron rossonero che vuole tutt’altro tipo di giocatori per mantenere sobria l’immagine del suo club. Chi invece lancia frecciatine d’amore a Balotelli, è il Napoli sia con il presidente De Laurentiis sia con l’allenatore Walter Mazzarri. Cosa c’è di vero in questa possibile trattavia? E soprattutto è veramente possibile il trasferimento di Mario Balotelli dal City al Napoli? Cerchiamo di fare chiarezza.

    SUGGESTIONE – Intanto partiamo con quanto dichiarato dal giornalista Massimo Ugolini alla trasmissione Speciale Calciomercato in onda su Sky Sport. Come riporta Tuttonapoli.net, queste le parole del giornalista: “SuperMario in azzurro potrebbe essere più di una suggestione, un colpo per l’estate che riunirebbe anche De Laurentiis e Mazzarri. Balotelli ha sempre ribadito l’amore per la città, dove tra l’altro è nata anche sua figlia. L’acquisto di Balotelli sarebbe la certezza per far restare Cavani e Mazzarri a Napoli, un vero e proprio atto d’amore per la squadra e una dimostrazione di voler vincere con il Napoli”. Sicuramente l’arrivo di Balotelli potrebbe convincere Cavani a restare al Napoli e questo sarebbe l’inizio di un progetto molto ambizioso in casa azzurra. Una coppia offensiva come questa, di primo livello, diventerebbe di diritto una delle più forti d’Europa.

    Mario Balotelli
    Mario Balotelli al Napoli? © Richard Heathcote/Getty Images

    REALTA’ – E’ bello sognare e pensare alla coppia dei sogni Balotelli-Cavani ma cosa c’è di vero nella trattativa? Intanto è accertato il benvenuto di Mazzarri che con le seguenti dichiarazioni ha fatto capire di essere entusiasta di poter allenare un giocatore come Balotelli. Queste le sue parole: “Non lo conosco direttamente. Ci ho parlato una volta, un paio di anni fa, lo incontrai in un albergo di Sorrento. A me ha fatto una buona impressione, però solo chi lo allena sa quali eventuali problemi può creare. Un po’ di esperienza ce l’ho e un talento del genere sarebbe stimolante per me da allenare, ma poi non so come potrebbe andare a finire“. Consideriamo poi le parole di Aurelio De Laurentiis a riguardo: “Il mio sogno? Balotelli accanto a Cavani nel nostro attacco”.

    Mettiamo ordine: Balotelli e il City hanno un rapporto ormai molto difficile. Da questo punto di vista, un suo addio potrebbe essere plausibile. Quello che resta più complicato è la cifra: gli sceicchi l’hanno già ribadito con la trattiva che vedeva coinvolto il Milan, non hanno intenzione di svendere i propri giocatori. Ragion per cui la cifra del possibile arrivo di Balotelli sarebbe abbastanza consistente. Resta da vedere la volontà del club partenopeo. Vorrà il Napoli fare un investimento così caro, visto e conoscendo il carattere del giocatore? Di cifre ufficiali non se ne parla ma portare Supermario a Napoli comporta una bella somma di denaro. Infine riportiamo quanto detto dall’esperto di mercato Gianluca Di Marzio da Tuttomercatoweb.com: “SuperMario gradirebbe la destinazione azzurra, ogni volta che è stato in città è sempre stato accolto con entusiasmo. Le dichiarazioni di Mazzarri? Dicendo che gli piacerebbe allenarlo, il tecnico azzurro si è tradito: ha aperto alla possibile permanenza sulla panchina del Napoli“. Per adesso Mario Balotelli resta una suggestione, un sogno che potrebbe trasformarsi in realtà con un ingente sforzo economico del Napoli.

  • Calcioscommesse, parla Gianello ecco cosa rischia il Napoli

    Calcioscommesse, parla Gianello ecco cosa rischia il Napoli

    Si aprirà oggi, al Grand Hotel Parco dei Principi in Roma, il processo sportivo, soprannominato Calcioscommesse, contro la presunta combine realizzata da Matteo Gianello ex portiere del Napoli e riguardante la partita Sampdoria – Napoli del 16 maggio 2010 finita 1-0.

    Grande rischio quindi per la squadra partenopea che potrebbe vedersi tolti due punti nel Campionato di serie A in corso per responsabilità oggettiva oltre ad un’ammenda.

    Il Procuratore Federale Stefano Palazzi è fermamente convinto della propria tesi accusatrice in quanto il tentato illecito è stato confermato proprio da Gianello che ha confessato il tutto patteggiando, evitando il dibattimento ed ottenendo, come al solito, un forte sconto di pena alla fine del processo. L’ex terzo portiere del Napoli ha infatti dichiarato agli inquirenti della FIGC di aver tentato di combinare la partita del 16 maggio 2010 fra la Sampdoria ed il Napoli grazie all’offerta fattagli da Silvio Giusti, ex calciatore, di alcune migliaia di euro a persona per “convincere” alcuni compagni a combinare il match.

    Stefano Palazzi
    Il procuratore Federale Stefano Palazzi ©Valerio Pennicino/Getty Images

    I compagni di Gianello chiamati in causa sono l’attuale capitano del Napoli Paolo Cannavaro e l’ex capitano Gianluca Grava che al momento rischierebbero solamente la squalifica per omessa denuncia in quanto è stato appurato che i due hanno con forza rifiutato la proposta di Gianello.

    Tuttavia, per non aver denunciato il fatto i due rischiano seriamente almeno 4 mesi di squalifica (se ci affidiamo alla condanna inflitta ad Antonio Conte dopo i tre gradi di giudizio della giustizia sportiva) mentre la situazione è molto più seria per il Napoli che, se si dovesse accertare la responsabilità oggettiva, perderebbe da uno a due punti oltre ad una salatissima ammenda.

    Oltre alla posizione del Napoli, i giudici federali valuteranno anche la presunta combine della partita del 29 maggio 2011 fra Portogruaro e Crotone per cui sono stati deferiti entrambi i club, per responsabilità oggettiva, e i tesserati Claudio Furlan, Andrea Agostinelli, David Dei, Gianfranco Parlato, Silvio Giusti oltre all’ormai famoso “club” che, secondo l’accusa, cercava di sistemare i match di serie A e B: Federico Cossato, Marco Zamboni, Dario Passoni e, a titolo di responsabilità oggettiva le società Albinoleffe, Spal e Avesa.

  • Debiti Serie A: Moratti ha speso 1160 milioni per l’Inter

    Debiti Serie A: Moratti ha speso 1160 milioni per l’Inter

    Debiti Serie A. Mondo del calcio in piena crisi, fair play finanziario alle porte e presidenti italiani che tagliano le spese. Il periodo che sta attraversando la serie A non è dei migliori e un’inchiesta della Gazzetta dello Sport ha sottolineato come i dieci patron delle maggiori società della massima serie abbiano speso di tasca loro circa 2.5 miliardi di euro! Cifre da capogiro che fanno capire quanto possa essere difficile gestire un club, puntando più sui soldi che sulle idee. Ora è arrivato il tempo del “taglio dei costi” causato soprattutto della crisi mondiale che ha causato una notevole riduzione dei guadagni nelle maggiori attività dei vari presidenti italiani. Pochi giorni fa Zamparini, presidente del Palermo, ha dichiarato che ormai ha speso tutto nel calcio.

    Ultimamente voci di possibili cessioni societarie sono aumentate a dismisura. Lo stesso patron siciliano aspetta l’arrivo degli arabi per poterlo aiutare negli investimenti in società. Anche il Milan di Silvio Berlusconi sta trattando (nonostante le varie smentite) la cessione del club che comanda dal lontano 1986 ed infine Moratti, presidente dell’Inter, colui che detiene il record di investimenti personali in un club, valuta la possibilità di inserire imprenditori cinesi in società. Periodo difficile, sotto tutti i punti di vista, dai risultati in campo europeo, ai guadagni sempre più bassi e infine all’appeal in discesa rapida.

    Maurizio Zamparini
    Zamparini, presidente del Palermo © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Nonostante tutto, il calcio rimane lo sport più seguito in Italia, nonché quello che fa girare il maggior numero di soldi. Il problema è il modo di investire sbagliato, spesso portato avanti per la voglia di vincere o di provare a vincere (dipende dai casi) e in alcuni casi anche per interessi personali che ben si uniscono con il mondo pallonaro. In questa inchiesta sono state scelte le dieci società con i presidenti più spendaccioni: Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Palermo, Sampdoria e Udinese.

    FIORENTINADiego Della Valle – Il patron viola, proprietario dell’industria Tod’s (azienda di calzature), ha investito in dieci anni di presidenza nella società toscana ben 165 milioni di euro di capitali privati per poter rilanciare il club (acquistato nell’estate 2002 dopo il fallimento) nelle zone nobili della Serie A, con una risalita lampo dalla ex C2 fino alla massima serie.

    GENOAEnrico Preziosi – E’ il re dei giocatoli per bambini. Grazie alla sua azienda “Giochi Preziosi”, ha potuto investire importanti somme personali nel mondo del calcio, a volte senza successo (vedi Saronno e Como fallite). Il presidente rossoblu, dal 2003 proprietario del Genoa, ha speso ben 64 milioni di euro di tasca propria per le varie ricapitalizzazioni.

    INTERMassimo Moratti – Amministratore delegato della Saras (raffinazione del petrolio) di cui il fratello è presidente (dopo aver ereditato l’industria dal padre). E’ al momento il presidente più spendaccione della Serie A con i suoi 1160 milioni di euro investiti personalmente nella società, riuscendo a centrare importanti vittorie solo nell’ultimo periodo. Ora ha deciso di chiudere la cassaforte, entrando nell’ottica delle idee di un autofinanziamento societario (così come richiedere il fair-play finanziario).

    JUVENTUSAndrea Agnelli – Uno dei più “giovani” (per esperienza) dei presidenti di serie A. Ha ereditato dal padre la gestione della Fiat e dal 2010 la presidenza della società bianconera. In soli due anni ha speso 141 milioni di euro in capitali personali, che però gli sono valsi uno scudetto e soprattutto la costruzione del nuovo Juventus Stadium che porterà notevoli benefici nel corso degli anni al club juventino.

    LAZIOClaudio Lotito – Imprenditore nel campo dei servizi di pulizia, manutenzione e sanificazione. Acquista la società biancoceleste nel 2004, ad un passo dal fallimento, investendo 21 milioni di euro (ma questi soldi non vengono conteggiati nel calcolo dei 2.5 miliardi di euro dell’inchiesta). Il patron laziale è uno dei pochi presidenti a non aver utilizzato capitali propri nella gestione del club.

    MILANSilvio Berlusconi – Magnate milanese nel settore della televisione. Acquista la società rossonera nel 1986 investendo parecchi capitali personali. Circa 600 milioni di euro che sono serviti a vincere tanto nel calcio (sia in ambito nazionale che europeo) che in politica, visto che spesso le sue campagne elettorali coincidevano con qualche colpo a sorpresa del club. Con la crisi mondiale i suoi guadagni sono calati, tanto da far pensare ad una cessione societaria.

    NAPOLIAurelio De Laurentiis – Il produttore cinematografico, presidente della società partenopea dal 2005, in seguito al fallimento del club con conseguente partenza dall’ex C1. E’ riuscito, grazie ad un’ottima gestione dei ricavi, ad investire poco o nulla, tanto da far diventare nel giro di pochi anni, il Napoli un modello da imitare sotto il punto di vista dell’organizzazione e delle spese.

    PALERMOMaurizio Zamparini – Imprenditore immobiliare commerciale. Costruisce e avvia grandi centri commerciali per poi rivenderli. Dal 2002 è presidente della società siciliana, rilevata dai Sensi per 15 milioni di euro. In dieci anni ha rimesso quasi 60 milioni di euro di fondi personali, tanto da “denunciare” la sua impossibilità a continuare questa avventura, cercando nuovi acquirenti per il club.

    SAMPDORIARiccardo Garrone – Presidente dell’azienda petrolifera ERG, acquista la Sampdoria nel 2002. Nonostante sia chiamato dai liguri “braccino corto” per il suo modo di operare in fase di mercato, il buon Garrone ha investito privatamente ben 181 milioni di euro per il rilancio del club blucerchiato. Risultati? Una qualificazione ai preliminari di Champions League e poco altro.

    UDINESEGiampaolo Pozzo – Imprenditore nella lavorazione del legno, acquistò l’Udinese nel luglio 1986. Dopo i primi anni di assestamento, con conseguenti investimenti personali (circa 20 milioni in totale nei 26 anni di presidenza) è riuscito ad organizzare al meglio la società, permettendo di farla “vivere” senza bisogno di ricapitalizzazioni. Negli ultimi anni, grazie a questo modo di lavorare, ha potuto acquistare anche due società straniere (Granada e Watford).

  • Conte e De Laurentiis deferiti alla Disciplinare

    Conte e De Laurentiis deferiti alla Disciplinare

    Protagonisti in campo ed anche fuori. Juventus e Napoli sono senza ombra di dubbio le due squadre più chiacchierate del momento. Prime della classe in campionato, tra 9 giorni si sfideranno in un match scudetto allo Juventus Stadium. In comune bianconeri ed azzurri non hanno solo i 19 punti in classifica ma da ieri anche i deferimenti del procuratore federale Stefano Palazzi. L’allenatore della Juve Antonio Conte, è stato infatti deferito alla disciplinare per aver espresso “giudizi e rilievi lesivi della reputazione e dell’operato degli Organi di Giustizia Sportiva” nella conferenza stampa del 23 agosto, conferenza successiva alla sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Federale, che confermò in quell’occasione i 10 mesi di squalifica, di recente ridotti a 4 dal Tnas.

    Antonio Conte
    Antonio Conte deferito alla Disciplinare © Paolo Bruno/Getty Images

    In casa Napoli è stato deferito il presidente Aurelio De Laurentiis sia “per aver dato disposizione di non far partecipare la propria squadra alla cerimonia di premiazione della Supercoppa di Lega 2012-13 e per aver espresso pubblicamente rilievi atti a ledere il prestigio del direttore di gara” sia “per avere, presso la sede della Lega Calcio, in occasione del Consiglio di Lega del 4 luglio 2012, proferito espressioni offensive nei confronti dei giornalisti presenti e minacciose nei confronti del giornalista Andrea Longoni”. Il primo deferimento risale all’ultimo confronto ufficiale tra Juve e Napoli, avvenuto a Pechino in occasione della finale di Supercoppa italiana, a vincere furono i bianconeri ma i partenopei protestarono disertando la premiazione rei di aver subito gravi torti arbitrali. Il secondo deferimento invece, risale ai primi di Luglio, quando De Laurentiis particolarmente adirato dalle domande dei giornalisti sulla situazione di Cavani sbottò definendoli cafoni e minacciando di alzare le mani.

    Una pioggia di deferimenti si è abbattuta su Juve e Napoli, tra l’altro deferite anche per responsabilità oggettiva, il tutto guarda caso alla vigilia del match scudetto del prossimo 20 ottobre.

  • Manganelli: “Il calcioscommesse non è finito”. Da Gegic al Napoli

    Manganelli: “Il calcioscommesse non è finito”. Da Gegic al Napoli

    La questione calcioscommesse torna in primo piano dopo le recenti dichiarazioni rilasciate dal capo della Polizia Antonio Manganelli. “Risposte ancora più clamorose”, così Manganelli ha voluto definire i prossimi sviluppi inerenti allo scandalo che ha travolto il calcio italiano quest’estate. Le parole del capo della Polizia suonano come un avviso forte ai naviganti. L’ultima volta infatti che Manganelli recitò simili parole, l’inchiesta sul calcioscommesse subì un’esplosione disarmanti in seno alle società coinvolte. A questo punto è facile immaginare nuove ondata di arresti, titoli apocalittici su carta stampata, telecamere e microfoni sempre accesi, aule di tribunale stracolme, interrogatori fiume, tutto ciò a cui siamo stati nostro malgrado abituati nei mesi caldi delle ultime due estati (da Doni a Conte). Sempre il solito film quindi, visto e rivisto in tutte le salse. Un film che dopo aver destabilizzato le coscienze di giocatori (vedi Criscito) e tifosi, si è poi rivelato un buco nell’acqua (vedi Mauri et similia). Sarà così anche per l’ennesimo sequel?

    GEGIC – E’ atteso in Italia come una sorta di nuova Messia. Almir Gegic, al secolo capo degli zingari, è attualmente in Albania, in una sorta di limbo dorato. In questi mesi di latitanza Gegic non ha però fatto mancare la sua voce. Diverse le interviste rilasciate tra una cena e l’altra ai vari colleghi della carta stampata, autentici Sherlock Holmes dei nostri tempi. In tempi non sospetti Gegic affermò che se avesse parlato lui, tutto sarebbe diventato ancora più difficile, ancora più caotico nel campionato italiano, riferendosi in particolar modo ai giocatori dei club più importanti. Ora sembra pronto a costituirsi davanti la giustizia italiana, lasciando così l’Albania per far ritorno nella Penisola.

    SSC Napoli v Udinese Calcio - Serie A
    L’acquisto di Lavezzi finito nel mirino della Guardia di Finanza | ©Giuseppe Bellini/Getty Images

    TRA BARI E NAPOLI – Oltre a Gegic ci sono altri due calderoni pronti ad esplodere. Il primo è a Bari, dove la procura da tempo indaga sulla squadra biancorossa (da capo a coda), con il caso Ranocchia sempre d’attualità. Il secondo riguarda invece il Napoli. Non è passata inosservata infatti la full-immersion della Guardia di Finanza negli uffici della Figc di Napoli e Roma, senza dimenticare quelli della Filmauro, società a cui fa capo Aurelio De Laurentiis. Manganelli forse si stava riferendo alle voci che vogliono il club partenopeo indagato per irregolarità riguardo i contratti di calciatori come Lavezzi e Datolo?

  • Napoli da record, la partenza migliore di sempre

    Napoli da record, la partenza migliore di sempre

    Napoli da record – Dopo aver battuto l’Udinese nel posticipo di ieri sera, il Napoli è risalito in vetta alla classifica del campionato in coabitazione con la Juventus campione d’Italia. Oramai è noto a tutti il valore della banda di Walter Mazzarri, che in queste prime 7 giornate ha ottenuto 6 vittorie e 1 pareggio per 19 punti totali. Questa è la partenza migliore di sempre per il club partenopeo. Neanche negli anni dei 2 scudetti, quelli dove a giocare al San Paolo vi era Maradona, il Napoli era riuscito ad ottenere questa percentuale di vittorie. In particolare nella stagione 1986/1987 gli azzurri vinsero solo 4 gare nelle prime 7 mentre nell’annata del secondo scudetto (1989/1990) furono 5 le vittorie nelle prime 7 giornate. A Napoli facciano pure gli scongiuri ma con una partenza così sognare è lecito.

    Napoli
    Il Napoli festeggia la partenza migliore di sempre © ROBERTO SALOMONE/AFP/GettyImages

    Marcia da scudetto – 19 punti in 7 partite per il Napoli, la squadra di Walter Mazzarri dopo 3 anni di grandi soddisfazioni ed esperienza vuole coronare il sogno più grande del popolo azzurro, quel tricolore che manca da 22 anni. Difficile dire adesso, a 31 giornate dal termine, se gli azzurri riusciranno a conquistarlo ma di sicuro le prime 7 partite della nuova stagione hanno chiarito gli ultimi dubbi sulle possibilità dei partenopei. In questo inizio di campionato il Napoli è riuscito a tenere il passo di una squadra, la Juve, che non sbaglia un colpo da più di un anno. Il Napoli, che nelle stagioni precedenti qualche colpo ogni tanto lo sbagliava, sembra finalmente maturo per la lotta al vertice e lo capisci quando vince partite lottate come quelle con Fiorentina, Sampdoria e Udinese.

    Dopo la sosta per la nazionale ci sarà il match scudetto allo Juventus Stadium. Il Napoli sfiderà i campioni d’Italia in uno stadio dove mai nessuno è riuscito a fare risultato pieno. L’impresa non è di quelle semplici per Cavani e compagni, ma le premesse per fare bene sembrano esserci tutte. Voi che ne pensate? Può essere l’anno buono per il Napoli?

  • Dalla Serie A alla prima categoria, ecco come le società aggirano il Fisco

    Dalla Serie A alla prima categoria, ecco come le società aggirano il Fisco

    Il blitz della Guardia di Finanza nella sedi del Napoli e della Lega Calcio ha posto finalmente l’attenzione su un’altra zona d’ombra del nostro calcio: la gestione dei contratti e i vari sotterfugi messi in esser dalle società per eludere il controllo del Fisco. Non pagare le tasse o meglio trovare il modo per pagarne il meno possibile è la richiesta che ogni esercente chiede al proprio commercialista e ovviamente il mondo del calcio non è esente da tale richiesta. Dai polverosi campi della terza categoria ai riflettori della lussuosa serie A gli stratagemmi per risparmiare sulla tassazione sono pressoché identici con la differenza che nei dilettanti le società sono meno soggette ai controlli e quindi hanno con le dovute proporzioni la possibilità di eludere più facilmente i controlli, nelle grandi società, invece, l’interesse verso un giocatore e la fase di contrattazione fa si che l’imbroglio deve esser fatto in maniera ridotta e magari non replicato a tutti i componenti della rosa.

    Roberto De Ponti ha messo insieme per il Corriere della sera un interessante vademecum dell’evasore fiscale sportivo segnalando le strategie più consolidate per eludere i controlli del fisco e risparmiare sul pagamento delle imposte. Di seguito vi riportiamo uno stralcio dell’articolo evidenziando come le tecniche siano le stesse ad ogni livello e come è facile intuire che presto la Guardia di Finanza possa portare alla luce un nuovo scandalo.

    Guardia di Finanza
    La Guardia di Finanza indaga sull’evasione fiscale nel calcio | foto dal web

    Ogni espediente è buono per cercare di dribblare il Fisco, anche se fondamentalmente i sistemi usati sono sempre gli stessi. Ecco allora un piccolo vademecum dell’evasore fiscale sportivo, con un paio di necessarie premesse.

    La prima: se le società professionistiche, quando evadono, per forza di cose lo fanno alla grande, quelle dilettantistiche, pur su numeri decisamente inferiori, essendo meno controllate dalla legge (possibilità di bilanci semplificati) alla fine possono evadere molto di più.

    La seconda: i sistemi per aggirare il Fisco, come il doping, sono sempre un passo avanti. Il sistema più banale per fare il nero? La fattura gonfiata. Unisce molto democraticamente club ricchi e poveri e funziona all’incirca così: lo sponsor X versa la cifra 100 alla società sportiva Y ricevendo regolare fattura, approfittando così degli sgravi fiscali, poi però se ne fa restituire una parte importante, diciamo 50 (non a caso li chiamano multipli), dalla società Y. Lo sponsor è contento e la società pure, perché sa che è l’unico modo per racimolare qualche euro. Ed ecco a voi il nero. Come lo giustifico? Semplice, girando i 50 di cui sopra a finti fornitori, amici dello sponsor, che in realtà non mi forniscono alcun servizio ma che mi fattureranno quei 50 in modo da chiudere il cerchio.

    Variazione sul tema: produzione di fatture che, sotto una tot cifra, non devono essere dichiarate al Fisco. Ovvero: la società emette fatture per rimborso spese a collaboratori fittizi, li paga e si fa restituire la cifra versata che, miracoli della finanza creativa, diventa nero. Variazione aummaumma: lo sponsor e il proprietario del club sono la stessa persona, le fatture escono dalla mano destra e finiscono in quella sinistra, quanto ai soldi non serve nemmeno che ci siano.Variazione esagerata: mi stampo direttamente qualche fattura falsa, tanto chi mai potrebbe venire a controllare i conti di una società di palla elastica di serie Z? Poi si passa alla voce «prestazioni professionali»: qui trionfa il contratto volante. Basta un procuratore con uffici in Lussemburgo (o in qualsiasi altra località offshore) ed ecco che il contratto con l’atleta (meglio ancora se straniero) viene registrato all’estero, anche se il giocatore di fatto è prestatore d’opera nel nostro Paese. Significa zero ritenuta d’acconto, zero tasse versate in Italia, e se i pagamenti sono estero su estero l’operazione è invisibile. Tu chiamale, se vuoi, elusioni.

    La versione meno elaborata? Quella dei due contratti: uno «ufficiale», ovvero quello depositato, e uno privato che aggiusta tutti gli altri costi. Se il club versa 100 a un giocatore, un conto è dichiarare tutti i 100 come compenso per prestazione sportiva (l’aliquota fiscale è piuttosto alta), un altro è dichiarare un compenso di 50 (si dimezza evidentemente l’aliquota) e pagare gli altri 50 come diritti d’immagine e servizi vari (soggetti a trattamenti fiscali meno onerosi). Ci sono società che hanno a bilancio una voce «servizi vari» molto più alta del monte stipendi, il che è tutto dire. Quanto ai dilettanti, il contratto è poco più che un foglio su carta da salumiere che spesso ha poco o nulla valore legale, e giustifica un pagamento cash. C’erano una volta le plusvalenze e gli scambi gonfiati, e in parte ci sono ancora. Ci sono mille modi per evadere il Fisco, ma c’è anche la Finanza all’orizzonte. E c’è il precipizio a pochi centimetri.

    Leggi anche:
    Blitz GdF il Napoli rischia solo una multa

  • Blitz Guardia di Finanza: cosa rischia il Napoli?

    Blitz Guardia di Finanza: cosa rischia il Napoli?

    I controlli operati ieri dalla Guardia di Finanza nelle sede del Napoli hanno scatenato subito una ridda di commenti da parte di tutti i tifosi, partenopei e non. Ed in molti si sono chiesti, qualora fossero accertare delle irregolarità nei contratti che sono stati acquisiti, ovvero quelli di Ezequiel Lavezzi, Cristian Chavez e Jesus Datolo, cosa succederebbe alla società di Aurelio De Laurentiis. Nonostante al momento non vi sia alcuna indagine sportiva in corso è possibile ipotizzare, nella peggiore delle ipotesi, delle ammende alla società e qualche squalifica per i dirigenti che risultino colpevoli.

    Niente penalizzazioni in classifica, retrocessioni o altro: i punti conquistati sul campo dagli azzurri non verrebbero in alcun modo intaccati. E comunque si tratta di un discorso piuttosto prematuro in quanto i documenti acquisiti ieri nella sede sociale del Napoli a Castevolturno, in quella legale a Roma negli uffici della Filmauro e negli uffici della Federcalcio siti sempre nella capitale, fanno riferimento ad una semplice acquisizione di atti ma nessuno sinora risulta iscritto nel registro degli indagati. Questa acquisizione è servita solo per verificare la corrispondenza tra le somme iscritte a bilancio e quelle riportate sui contratti dei tre calciatori, ai quali sono stati verificati anche i conto correnti.

    Aurelio De Laurentiis © Kris Connor/Getty Images

    In mezzo a tutto ciò però c’è la posizione Alejandro Mazzoni il quale oltre a svolgere tale ruolo per Lavezzi e Chavez ha anche fatto da intermediario nel 2009 per il passaggio di Datolo dal Boca Juniors al Napoli. Dunque oltre alle procedure per l’acquisizione dei giocatori e le movimentazioni finanziarie si fa riferimento anche al ruolo dell’agente in questione. Affinchè questa vicenda abbia sviluppi bisognerà dunque attenderà un bel po’ di tempo, ma di sicuro non andrà ad intralciare quello che è il lavoro svolto da Walter Mazzarri e dalla sua squadra in questo momento.