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  • Lakers, Celtics, Heat, vittorie senza problemi

    Lakers, Celtics, Heat, vittorie senza problemi

    7 le partite in programma nella notte NBA, ma ne sono state disputate 6 visto il rinvio, a data da destinarsi, della sfida tra New York Knicks ed Orlando Magic per motivi di sicurezza all’interno del Madison Square Garden. Secondo quanto riportato da alcuni siti specializzati NBA il problema sarebbe relativo all’amianto. Tutto dovrebbe risolversi entro oggi o al massimo domani, ma se ciò non dovesse accadere i Knicks hanno già contattato i gestori del Prudential Center (che da quest’anno ospita le partite casalinghe dei New Jersey Nets) per poter disputare eventualmente nell’impianto di Newark la partita contro i Washington Wizards di venerdì. Ecco comunque in dettaglio le altre partite giocate:

    Gli Atlanta Hawks si dimostrano ancora una volta una grande squadra con un collettivo fantastico ed espugnano il parquet dei Cavaliers per 100-88. 22 punti per Marvin Williams, 16 per Jamal Crawford ed Horford che aggiunge anche 12 rimbalzi, 15 punti a testa per Johnson e Bibby mentre chi non ha brillato nei punti segnati come Josh Smith (solo 6) ha catturato 11 rimbalzi ed ha messo a referto altre 5 stoppate che sommate alle 13 precedenti continuano a renderlo il migliore in questa specialità in tutta la Lega. Per Cleveland, arrivata al terzo KO di fila, ci sono solo i 31 punti di Hickson (massimo in carriera).

    Nella sfida tra le prime 2 scelte assolute di quest’anno al Draft, John Wall dei Wizards ed Evan Turner dei Sixers, la spunta il playmaker di Washington che infila 29 punti e 13 assist e 9 palle rubate (record di franchigia). Per Turner invece solo 9 punti. Importantissimo Cartier Martin che a 3 secondi dal termine infila la tripla del pareggio a quota 106 lasciando un solo decimo alla sirena finale. In overtime poi arriverà la vittoria per i padroni di casa, la prima in stagione, mentre Phila incassa la quarta sconfitta in 4 incontri.

    Boston sbanca Detroit in scioltezza grazie alla prova dei suoi “Big Four”: top scorer Garnett con 22 punti, segue a ruota Pierce con 21, mentre Allen segna 16 punti. Ancora straordinario in regia Rajon Rondo che oltre ai 9 punti piazza 17 assist mantenendo così la sua media stagionale. Detroit è poca roba, squadra molto probabilmente condannata alle prime posizioni del prossimo Draft.

    Alla vittoria dei Celtics risponde Miami che distrugge letteralmente i malcapitati Minnesota Timberwolves per 129-97. Wade 26 punti, James 20 (e 12 assist), Bosh 13 guidano la franchigia della Florida ad un facile successo. Da segnalare i 17 punti di James Jones, ottimo in questo inizio di regular season con le sue bombe e che anche nella partita contro i Wolves ha collezionato un lusinghiero 5/9. Per Minnesota in evidenza il solo Love con 20 punti. Delude invece l’ex col dente avvelenato Michael Beasley (solo 11 punti per lui).

    Portland passa in Wisconsin sul parquet dei Bucks per 90-76 grazie a 6 uomini in doppia cifra: Matthews 18 è il top scorer, poi 17 Roy, 14 Aldridge, 12 a testa per Miller e Cunningham e 10 per Armon Johnson. Milwaukee paga le pessime percentuali nel tiro da 3 e nel tiro da 2 dovute alla grande difesa dei Blazers.

    Ai Celtics ed agli Heat, sul finire di serata americana rispondono i Lakers che strapazzano i pur sempre insidiosi Memphis Grizzlies. Primo tempo perfetto per gli uomini di coach Phil Jackson che chiudono con un eloquentissimo +27 (73-46) e partita già in ghiacciaia. Nel secondo tempo i Grizzlies provano a dare una scossa all’incontro ma riescono solo a contenere l’ampio distacco chiudendo sul -19 (124-105). Il solito trio Bryant (23 punti), Gasol (21 e 13 rimbalzi) ed Odom (17) guida i gialloviola, per Memphis si salva Gay con 30 punti, mentre non riesce ad incidere il fratello minore di Pau Gasol, Marc che chiude con 11 punti. Grizzlies distrutti da L.A. praticamente in ogni aspetto, percentuale da 2, da 3, rimbalzi, tiri liberi, una vera macchina perfetta. Anche gli Heat sono avvertiti.

    Risultati NBA del 2 novembre 2010

    Cleveland Cavaliers-Atlanta Hawks 88-100

    • Cle: Hickson 31, Mo Williams 12, Parker 10; Atl: Marvin Williams 22, Horford 16, Jamal Crawford 16

    Washington Wizards-Philadelphia 76ers 116-115 (overtime)

    • Was: Wall 29, Blatche 23, Young 20; Phi: Williams 30, Brand 21, Holiday 14

    Detroit Pistons-Boston Celtics 109-86

    • Det: Villanueva 17, Daye 16, Stuckey 15; Bos: Garnett 22, Pierce 21, Allen 16

    Miami Heat-Minnesota Timberwolves 129-97

    • Mia: Wade 26, James 20, Jones 17; Min: Love 20, Telfair 13, Johnson 13

    Milwaukee Bucks-Portland Trail Blazers 76-90

    • Mil: Maggette 16, Delfino 14, Bogut 12; Por: Matthews 18, Roy 17, Aldridge 14

    Los Angeles Lakers-Memphis Grizzlies 124-105

    • Lak: Bryant 23, Pau Gasol 21, Odom 17; Mem: Gay 30, Conley 16, Marc Gasol 11

    New York Knicks-Orlando Magic rinviata a data da destinarsi

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  • Horford rinnova con gli Hawks, Josh Smith è in bilico

    Horford rinnova con gli Hawks, Josh Smith è in bilico

    E’ Arrivata finalmente l’estensione di Al Horford (24 anni) con gli Atlanta Hawks.
    Il centro ha siglato un contratto che lo legherà alla franchigia della Georgia per altri 5 anni per un totale di 60 milioni di dollari:

    • Ho voluto questa estensione per rendere facile il lavoro di tutti senza distrarre la squadra, adesso che è tutto sistemato non ho preoccupazioni per la stagione

    Ha dichiarato Horford subito dopo la firma. Adesso tutte le attenzioni degli Hawks si spostano su Jamal Crawford, con il quale vi sono stati ripetuti screzi in Estate in merito dell’estensione del contratto.
    Inoltre nelle ultime ore vi sono parecchie voci in merito a Josh Smith, il quale potrebbe lasciare gli Hawks a febbraio ma non per volontà sua, ma per necessità di bilancio. Smith è appetito da moltissime squadre vista la sua versatilità ed il suo atletismo (al momento è anche il miglior stoppatore in NBA con 4,3 di media a partita. Il numero 5 dei “Falchi” si trova bene ad Atlanta ed il progetto vincente messo sù dalla squadra gli piace molto, ma nell’NBA la volontà di un giocatore non conta quasi nulla quando si è sotto contratto con una franchigia: ci si può ritrovare da un giorno all’altro dalla migliore squadra NBA alla peggiore senza dover battere ciglio per impedirlo.

    Oltre ad Horford (terza scelta assoluta del Draft 2007 dietro solo a Greg Oden e Kevin Durant) sono da menzionare anche i rinnovi di Mike Conley (quarta scelta assoluta sempre del 2007) con Memphis (45 milioni di dollari in 5 anni) e di Jared Dudley con i Phoenix Suns (22,5 milioni di dollari in 5 anni).

    Ancora nessuna novità invece in merito ad Aaron Brooks, playmaker degli Houston Rockets, che ha fatto sapere di non gradire la situazione creatasi in merito al suo rinnovo contrattuale.

    Anderson Varejao intanto (28 anni) ha fatto sapere che vorrebbe lasciare Cleveland. E non è il solo visto che anche Mo Williams ed Antawn Jamison hanno la medesima idea. Se tutto ciò accadesse, Cleveland in pochi mesi avrebbe perso quattro quinti (ci sarebbe da aggiungere anche LeBron James) del quintetto titolare che la scorsa stagione raggiunse il miglior record della Lega.

  • Portland sbanca New York e resta imbattuta

    Portland sbanca New York e resta imbattuta

    9 le partite disputate nella notte NBA.

    Atlanta batte Washington e conquista la terza vittoria consecutiva. A mettere fine ad una gara più insidiosa del previsto ci pensano Joe Johnson con una tripla (25 punti per lui) ed Al Horford con i 2 canestri successivi (21 punti e 10 rimbalzi per il prodotto di Florida University). A far da contorno la solita doppia doppia di un sempre più incisivo Josh Smith (12 punti e 10 rimbalzi). Per Washington brilla finalmente la stella di John Wall, dopo l’anonimo debutto di qualche giorno fa: 28 punti, 5 rimbalzi e 9 assist per l’ex Kentucky University. Ma le sue giocate non bastano ai Wizards.

    Sacramento espugna Cleveland grazie ad una prova molto buona del quintetto di partenza che termina tutto in doppia cifra: tra questi spicca il solito Evans con 21 punti, mentre Casspi ne aggiunge 20. Consistente l’apporta del rookie Cousins che piazza 14 punti e 10 rimbalzi. Ai Cavaliers non bastano i 21 punti di Sessions ed i 20 di Gibson.

    A New York Portland centra la terza vittoria stagionale grazie ai 29 punti di uno scatenato Brandon Roy. Bene anche Aldridge con 20 punti e 10 rimbalzi e Miller con 19 punti e 10 assist. Ai Knicks, che hanno un Gallinari anonimo per tutto il match (solo 4 punti), non bastano i 18 punti di Stoudemire e la grandissima prova di Chandler con 22 punti e 16 rimbalzi.

    Indiana batte Philadelphia grazie ai 22 punti di Granger. Per Philadelphia terza sconfitta consecutiva, ancora nessuna vittoria in stagione e nuvole che iniziano a scurire l’orizzonte. Turner solo 9 punti.

    A Chicago la favolosa prestazione di Derrick Rose da 39 punti, 6 rimbalzi e 7 assist permette ai Bulls di liquidare la pratica Pistons. A nulla servono i 21 punti dell’ex Ben Gordon, detroit resta ancora a 0 vittorie in 3 partite.

    Poco da dire nella partita tra Memphis e Minnesota se non che i Grizzlies strapazzano gli avversari sotto una ventina di punti e tutto il five starter va in doppia cifra. Sugli scudi la premiata ditta Gay-Mayo con rispettivamente 25 e 29 punti. Per i Wolves si salva il solo e solito Love con 14 punti e 13 rimbalzi.

    I Nuggets sorprendono Houston in casa con i 24 punti di Anthony ed i 28 di Harrington. Scola continua a macinare statistiche (28 punti e 10 rimbalzi), Yao sembra lontano dagli infortuni del recente passato (14 punti) ma rimane in campo solo 20 minuti, e ciò non basta. Campanello d’allarme in casa Rockets dopo 3 partite e 3 sconfitte in avvio di regular season.

    I Bucks mettono il primo sigillo stagionale vincendo contro una squadra ancora alla ricerca di sè stessa, ovvero i Charlotte Bobcats. Jennings sugli scudi con una sontuosa tripla doppia da 20 punti, 10 rimbalzi e 10 assist. Ottimo come al solito Delfino con 23 punti. Per i Bobcats note liete da Augustin con 26 punti ed il ritorno ad alti livelli di Jackson con 23.

    Gli Hornets senza fare rumore vincono la loro terza partita su 3 e battono San Antonio guidati dal solito Chris Paul (25 punti, 7 rimbalzi e 5 assist) che vince il duello con Tony Parker, che si ferma a 13 punti. Gli Hornets tirano col 50% ma limitano gli avversari al 38%: ecco il segreto del successo in terra texana. Male Belinelli con solo 3 punti a referto.

    Risultati NBA del 30 ottobre 2010

    Atlanta Hawks-Washington Wizards 99-95

    • Atl: Johnson 25, Horford 21, Jamal Crawford 15; Was: Wall 28, Thornton 24, Blatche 18

    Cleveland Cavaliers-Sacramento Kings 104-107

    • Cle: Sessions 21, Gibson 20, Hickson 15; Sac: Evans 21, Casspi 20, Landry 17

    New York Knicks-Portland Trail Blazers 95-100

    • N.Y.: Chandler 22, Stoudemire 18, Felton 16; Por: Roy 29, Aldridge 20, Miller 19

    Indiana Pacers-Philadelphia 76ers 99-86

    • Ind: Granger 22, Dunleavy 16, Collison 15; Phi: Williams 18, Iguodala 12, Brand 12, Holiday 12

    Chicago Bulls-Detroit Pistons 101-91

    • Chi: Rose 39, Noah 15, Gibson 11; Det: Gordon 21, Stuckey 18, Prince 15, Monroe 15

    Memphis Grizzlies-Minnesota Timberwolves 109-89

    • Mem: Mayo 29, Gay 25, Arthur 18; Min: Ellington 15, Love 14, Telfair 12

    Houston Rockets-Denver Nuggets 94-107

    • Hou: Scola 28, Martin 21, Yao 14; Den: Harrington 28, Anthony 24, Billups 13

    Milwaukee Bucks-Charlotte Bobcats 98-88

    • Mil: Delfino 23, Jennings 20, Bogut 14, Salmons 14; Cha: Augustin 26, Jackson 23, Wallace 11

    San Antonio Spurs-New Orleans Hornets 90-99

    • S.A.: Ginobili 23, Jefferson 18, Parker 13; N.O.: Paul 25, West 18, Thornton 17

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  • Miami stritola Orlando, Lakers OK, i Thunder passano all’ultimo secondo

    Miami stritola Orlando, Lakers OK, i Thunder passano all’ultimo secondo

    12 le partite giocate nella notte NBA.

    A Miami, gli Heat fanno a pezzi i “cugini” dei Magic nel derby della Florida. Un secondo tempo orrendo di Orlando (solo 25 punti per Howard e compagni) permette a Wade (26 punti) di guidare la sua squadra verso la seconda vittoria consecutiva. Ancora sottotono James (solo 15 punti per lui), doppia doppia per Bosh ed Haslem (11 punti ed 11 rimbalzi per entrambi), per gli ospiti 19 punti di Howard costretto però poi ad uscire per limiti di falli.

    Stephen Jackson sbaglia il tiro da 3 per portare la partita in overtime e gli Indiana Pacers espugnano il parquet dei Bobcats. Granger super con 33 punti, Wallace ne piazza 29 ma non sono sufficienti per riuscire a vincere l’incontro

    I Nets vincono la seconda gara di fila, ma è Sacramento a buttare via l’incontro: avanti di 8 punti a 3 minuti dalla fine del match (97-89), l’attacco dei Kings si blocca, la difesa concede ai padroni di casa le giocate del contro-sorpasso, ad un minuto dalla fine Harris riporta avanti i Nets con un tiro da 3 (98-97). A quel punto la gara è segnata con la vittoria di Lopez e compagni.

    Atlanta espugna Philadelphia grazie ai 22 punti di Joe Johnson ed ai 20 di Horford (per lui anche 12 rimbalzi). Bene Josh Smith (12 punti, 9 rimbalzi), soprattutto in difesa con 6 stoppate e decisivo anche nell’altra metà campo visto che è lui a segnare la tripla che in pratica chiude il match a 45 secondi dalla fine. A Phila non bastano i 27 punti, 10 assist e 6 rimbalzi di Iguodala e i 20 punti di un redivivo Brand. Turner chiude con 0 punti la sua seconda gara in NBA.

    Gara da dimenticare per i Cleveland Cavaliers che vengono asfaltati in Canada dai Raptors di Bargnani (20 punti) e Kleiza (19 punti e 13 rimbalzi). Tanto lavoro aspetta la franchigia dell’Ohio, troppo altalenante nelle prestazioni.

    La tripla doppia di uno spettacolare Rajon Rondo (10 punti, 10 rimbalzi e ben 24 assist) guida i Boston Celtics alla sofferta vittoria sui Knicks. Importanti anche i 25 punti e 14 rimbalzi di Pierce ed i 24 punti e 10 rimbalzi di Garnett. Stoudemire brillantissimo per New York, con a referto anche 2 bombe da 3 per un totale di 27 punti, ma è mancato Gallinari (solo 2 punti, su tiro libero per giunta, in 12 minuti di gioco).

    un canestro di Jeff Green a 2 secondi dalla fine dà la vittoria ai giovani Thunder al “Palace” di Detroit. Villanueva con un tiro da 3 aveva portato avanti i Pistons, dopo un lungo inseguimento, a 5 secondi dalla fine. Ma la gran giocata di Green ha spezzato il sogno dei tifosi di “Mo-Town”. Super prestazione per Ben Gordon (32 punti) e Stuckey (24 punti, 9 assist, 5 rimbalzi), per i Thunder solito Durant (30 punti e 8 rimbalzi) oltre ai 21 di Green ed ai 17 (conditi da 11 assist e 6 rimbalzi) per Russell Westbrook.

    La coppia Beasley-Love comincia ad ingranare per i Wolves: 21 punti e 10 rimbalzi per il primo, 17 punti e 16 rimbalzi il secondo. Minnesota intravede spiragli di luce. Per i Bucks si salva solo Maggette (23 punti in 30 minuti). Pessimo 15% da 3 punti per Milwaukee che con queste percentuali perde la partita.

    Il solito Paul (18 punti) in accoppiata con West (17 punti) regala il successo agli Hornets di un Belinelli in ombra (solo 5 punti). Per denver Anthony piazza 24 punti ma è bene per i Nuggets cercare di risolvere la situazione contrattuale del numero 15.

    Una pasticciata rimessa di Jason Kidd regala il successo ai Memphis Grizzlies a Dallas. Anche senza Randolph ci pensano Mayo e Gay, 20 e 21 punti rispettivamente a guidare gli ospiti . Non bastano i 27punti del solito Nowitzki.

    Nel derby californiano tra Warriors e Clippers hanno la meglio i gialloblu di Oakland che piegano i losangelini grazie ai 24 punti di Dorell Wright. bene anche Ellis (15 punti ed 11 assist) e Lee (15 punti e 12 rimbalzi), Curry invece ne piazza 16. Per i Clippers 19 di Gordon e doppia doppia di Griffin con 14 punti e 10 rimbalzi. Golden State si candida come possibile sorpresa della nuova stagione, costruita una squadra equilibrata e compatta.

    Nella riedizione della finale di Western Conference dello scorso anno i lakers battono a domicilio i Suns, grazie ai 25 punti di Bryant ed alla straordinaria prestazione di Gasol da 21 punti, 8 rimbalzi e 9 assist. Odom in serata di grazia (18 punti +17 rimbalzi). A Phoenix non basta l’eterno Grant Hill (21 punti), sotto tono Nash (8 punti e 9 assist).

    Risultati NBA 29 ottobre 2010

    Miami Heat-Orlando Magic 96-70

    • Mia: Wade 26, James 15, Bosh 11, Haslem 11; Orl: Howard 19, Anderson 12, Nelson 10

    Charlotte Bobcats-Indiana Pacers 101-104

    • Cha: Wallace 29, Augustin 17, Diaw 13; Ind: Granger 33, Hibbert 13, Hansbrough 12

    New Jersey Nets-Sacramento Kings 106-100

    • N.J.: Lopez 29, Harris 21, Outlaw 18; Sac: Garcia 18, Evans 18, Udrih 14, Landry 14

    Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 101-104

    • Phi: Iguodala 27, Brand 20, Williams 16; Atl: Johnson 22, Horford 20, Jamal Crawford 19

    Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 101-81

    • Tor: Bargnani 20, Kleiza 19, Barbosa 13, Weems 13; Cle: Jamison 13, Parker 10, Gibson 9

    Boston Celtics-New York Knicks 105-101

    • Bos: Pierce 25, Garnett 24, Davis 16; N.Y.: Stoudemire 27, Chandler 19, Felton 17

    Detroit Pistons-Oklahoma City Thunder 104-105

    • Det: Gordon 32, Stuckey 24, Hamilton 14; Okl: Durant 30, Green 21, Westbrook 17

    Minnesota Timberwolves-Milwaukee Bucks 96-85

    • Min: Beasley 21, Love 17, Ridnour 13; Mil: Maggette 23, Jennings 14, Gooden 12

    New Orleans Hornets- Denver Nuggets 101-95

    • N.O.: Paul 18, West 17, Okafor 13; Den: Anthony 24, Billups 20, Smith 12

    Dallas Mavericks-Memphis Grizzlies 90-91

    • Dal: Nowitzki 27, Butler 18, Terry 13; Mem: Gay 21, Mayo 20, Arthur 14

    Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 109-91

    • G.S.: D. Wright 24, Curry 16, Ellis 15, Lee 15; Cli: Gordon 19, Griffin 14, Kaman 13

    Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 106-114

    • Pho: Hill 21, Lopez 18, Richardson 17; Lak: Bryant 25, Gasol 21, Odom 18

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  • Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Il dopo LeBron James parte nel migliore dei modi per Cleveland che supera di misura Boston, che solo 24 ore prima aveva dato una lezione di gioco all’ex numero 23 dei Cavs ed alla sua nuova squadra, gli Heat.
    Sugli scudi Hickson con 21 punti, Gibson con 16 e Sessions con 14. Per Boston si salva Rondo grazie ai 18 punti e 9 assist. Opache le prestazioni di Allen e Pierce.

    I Nets battezzano il Prudential Center, nuovo impianto di Newark, con una vittoria grazie al duo Harris-Lopez che mette insieme 47 punti. Morrow decisivo con la tripla del sorpasso a pochi secondi dal termine. Detroit parte ancora male sebbene abbia 7 giocatori in doppia cifra.

    Decisivo il terzo quarto con un parziale di 25-8 che spacca il match in 2 a favore di Miami che va su un comodo +25. Wade protagonista con 30 punti, James solo 16 (e 9 palle perse, peggio delle 8 di ieri a Boston). Buona la prova, per i Sixers, del rookie Turner.

    Dopo una preseason perfetta da 8-0 ecco che nel momento più importante i Grizzlies si sciolgono come neve al sole. Atlanta passa in trasferta grazie a percentuali altissime da campo e con un Joe Johnson super da 22 punti. favoloso Josh Smith in difesa con ben 5 stoppate.

    Senza Evans fermo per squalifica, i Sacramento Kings espugnano il Target Center di Minneapolis in un match molto gradevole e con il risultato in bilico per tutti i 48 minuti. Decidono la freddezza di Udrih ed i 2 canestri di Landry nel finale dell’ultimo quarto. 22 punti con 11 rimbalzi per l’ex Rockets coadiuvato da un promettente Cousins che chiude la sua prima in NBA con 14 punti, 8 rimbalzi e ben 5 assist. Solo 11 punti per Love mentre Ridnour prende il timone della squadra chiudendo con 20 punti e buone percentuali, ma sono cifre che non bastano ai T-Wolves.

    Un ottimo Marco Belinelli da 18 punti e 6 rimbalzi in 36 minuti di gioco aiuta gli Hornets a battere dei coriacei Bucks che nonostante 5 uomini in doppia cifra devono arrendersi a Paul (17 punti e 16 assist) e West (22 punti). Milwaukee resta a contatto per tutto il match e raggiunge il -1 con la quinta tripla di Delfino (19 pts) ma il tiro fallito da Gooden e la quarta palla persa di Salmons fanno alzare la bandiera bianca nonostante il 15+15 di Bogut.

    Il trio Durant-Westbrook-Green (79 punti sui 106 di squadra) spazza via i generosi Bulls di un mai domo Derrick Rose. Durant ne firma 30, Westbrook 28 e Green 21 ed i Thunder volano grazie ad un quarto quarto al limite della perfezione. Noah incredibile con 18 punti e 19 rimbalzi.

    Vittoria abbastanza semplice per i Dallas Mavericks, trascinati da un ottimo Nowitzki da 28 punti e 13 rimbalzi. Per Charlotte si salva Thomas autore di 22 punti.

    Popovich non sarà contento dei 109 punti subiti ma gli Spurs conquistano ugualmente la vittoria con una grande prestazione offensiva e con le 3 stelle in grande spolvero. 65 punti per il trio Parker-Ginobili-Duncan con il caraibico apparso un buonissime condizioni: 22 punti con soli due errori al tiro (10/12). Ginobili infila 5 delle 9 triple degli Spurs mentre Parker ai 20 punti aggiunge anche 9 assist. Bene anche Jefferson che apre il parziale di 18-5 che risulterà decisivo nell’ultimo quarto. Indiana tira meglio (53%) ma perde troppi palloni (23) nonostante la grande gara del duo Hibbert-Granger (20/36 dal campo per 54 punti, 28 per il centro, 26 per l’ala).

    Nella rivincita del primo turno degli scorsi playoff di Western Conference i Nuggets stritolano i Jazz grazie ai 23 punti di Anthony. Male Utah che delude e non va oltre il 38% dal campo con più palle perse (22) che assist (21). Solo 3/10 per Williams che chiude da top scorer dei Jazz con 17 punti. Invisibile in neo acquisto Jefferson.

    Non c’è più Don Nelson ma la sua pallacanestro rimane l’anima della Oracle Arena. Partita da 250 punti totali con i Warriors che trionfano sui Rockets per la prima volta dal dicembre 2007 mentre Houston perde la seconda volata nel giro di 24 ore. Fantastica la prestazione di Monta Ellis che piazza 46 punti con un incredibile 18/24 dal campo. Doppia doppia per Lee (17 punti +15 rimbalzi) e per un ottimo Curry da 25 punti ed 11 assist. Ai Rockets non bastano i 42 liberi segnati (17/17 per Martin) e la monumentale prova di Scola, autore di 36 punti e 16 rimbalzi.

    Dopo il successo sui Suns, Portland concede il bis e va a prendersi la vittoria allo Staples Center contro i Clippers. Fondamentale è il dominio sotto il canestro dei Blazers che catturano 21 rimbalzi offensivi (13 per la coppia Aldridge-Camby). Si conferma Batum (15 pts, 3/4 da 3) mentre Roy timbra una doppia doppia con 22 punti e 10 rimbalzi. Clippers che segnano solo 17 punti negli ultimi 12 minuti nonostante il buon esordio di Griffin, autore di 20 punti e 14 rimbalzi. Male Kaman che sbaglia 14 dei 18 tiri presi.

    Toronto-New York: commento e tabellino

    Risultati NBA del 27 ottobre 2010

    Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 95-87

    • Cle: Hickson 21, Gibson 16, Sessions 14; Bos: Rondo 18, Davis 14, Pierce 13

    New Jersey Nets-Detroit Pistons 101-98

    • N.J.: Lopez 25, Harris 22, Morrow 13; Det: Prince 14, Stuckey 14, Villanueva 14

    Philadelphia 76ers-Miami Heat 87-97

    • Phi: Turner 16, Williams 15, Young 15; Mia: Wade 30, Jones 20, James 16

    Memphis Grizzlies-Atlanta Hawks 104-119

    • Mem: Conley 23, Gay 21, Arthur 19; Atl: Johnson 22, Bibby 19, Pachulia 17

    Minnesota Timberwolves-Sacramento Kings 116-117

    • Min: Ridnour 20, Beasley 17, Telfair 15; Sac: Garcia 22, Landry 22, Udrih 18

    New Orleans Hornets-Milwaukee Bucks 95-91

    • N.O.: West 22, Belinelli 18, Paul 17; Mil: Delfino 19, Maggette 16, Gooden 15, Bogut 15, Jennings 15

    Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 106-95

    • Okl: Durant 30, Westbrook 28, Green 21; Chi: Rose 28, Noah 18, Gibson 16

    Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 101-86

    • Dal: Nowitzki 28, Terry 22, Butler 13; Cha: Thomas 22, Wallace 16, Jackson 14

    San Antonio Spurs-Indiana Pacers 122-109

    • S.A.: Duncan 23, Ginobili 22, Parker 20; Ind: Hibbert 28, Granger 26, Collison 19

    Denver Nuggets-Utah Jazz 110-88

    • Den: Anthony 23, Afflalo 22, Billups 14; Uta: Williams 17, Millsap 15, Bell 12

    Golden State Warriors-Houston Rockets 132-128

    • G.S.: Ellis 46, Curry 25, Lee 17; Hou: Scola 36, Martin 28, Hayes 16

    Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 88-98

    • Cli: Gordon 22, Griffin 20, Butler 16; Por: Roy 22, Aldridge 19, Batum 15
  • NBA 10/11: Analisi Southeast Division

    NBA 10/11: Analisi Southeast Division

    Il viaggio alla scoperta delle 30 squadre NBA prosegue con la Southeast Division, una delle più competitive divisioni delle Lega, quella, per intenderci, che vedrà protagonista i nuovi “Big Three” della NBA ovvero i Miami Heat di Dwyane Wade, LeBron James e Chris Bosh.

    Sarà una sfida non solo alle altre 4 avversarie divisionali, quella dei rinnovati Heat dell’Estate 2010, ma a tutta la Lega, a tutte le altre 29 franchigie, prime fra tutte Los Angeles Lakers ed i cugini degli Orlando Magic (anche loro inseriti nella Southeast Division).
    A prima vista Miami sembra inarrestabile ma bisognerà vedere come l’alchimia di squadra si svilupperà in questi mesi: molte volte il talento sopperisce alle eventuali lacune (anche se gli Heat sembrano non averne a prima vista), ma un nucleo di giocatori profondamente rinnovato ha bisogno del tempo necessario per ingranare la marcia giusta. Della squadra dello scorso anno sono rimasti solo i playmaker Chalmers ed Arroyo, la stella Wade ed i lunghi Udonis Haslem, Joel Anthony e Jamaal Magloire. Poi 10 facce nuove per riportare Miami ai vertici della Lega.

    Le avversarie non staranno a guardare, in primis gli orlando Magic: i cugini della Florida rispetto agli Heat hanno cambiato poco e investito i pochi soldi disponibili in modo oculato. La preseason sta dando ragione al G.M.Otis Thorpe con un record (fino ad ora) di 7-0. La regular season sarà tutt’altra cosa, però ad Orlando c’è moderato ottimismo per competere, in fondo in NBA nessuno ha un centro più dominante di Dwight Howard, cosa che molte volte porta le squadre che ne hanno uno a poter lottare per la vittoria del titolo. Non sono da sottovalutare neanche gli Atlanta Hawks, rimasti pressochè invariati rispetto allo scorso campionato ad eccezione del coach (via Woodson, dentro Drew), ed assieme ad Oklahoma City candidati ad essere la squadra più atletica della Lega. Charlotte cercherà di inserirsi nella lotta ma appare distaccata rispetto alle altre, anche se i buoni giocatori non mancano di certo nel North Carolina. In ricostruzione invece i Washington Wizards che hanno approfittato della fortuna nella sera della Draft Lottery (recapitato direttamente da Kentucky University il fenomeno John Wall, con un grandissimo colpo di fortuna a discapito dei Nets) per iniziare a costruire un futuro migliore. Cammino durissimo e che necessita di tempo ma le basi per lavorare bene ci sono tutte, fermo restando che anche nei prossimi Draft bisognerà reclutare qualche altro campioncino.

    ATLANTA HAWKS: Atlanta ha mantenuto invariato il nucleo di giocatori rispetto allo scorso anno: poche aggiunte e per lo più comprimari, per tentare di dare continuità ai risultati magari migliorando il cammino nei playoff. Sollevato dall’incarico di head coach il deludente Mike Woodson (che ha raggiunto record vincenti più per la crescita dei tanti giovani talentuosi accumulati nei Draft in cui Atlanta ha avuto scelte molto alte che per meriti propri) si è passati a Larry Drew al primo incarico come capo allenatore. Un coach tutto da verificare.
    Per quanto riguarda le mosse di mercato si è preferito rifirmare a cifre da capogiro il leader Joe Johnson, ottimo giocatore, ma un pò troppo in ombra nei finali di partita che contano, è arrivato via Draft il talentino Jordan Crawford (il ragazzo che qualche stagione fa in una esibizione schiacciò in faccia ed in testa a LeBron James ed il cui video della partita fu prontamente sequestrato dagli agenti Nike, preoccupati dalle conseguenze economiche del gesto dell’”incauto” ragazzino) ed i lunghi Josh Powell (dai campioni dei Lakers) ed Etan Thomas. Acquisti necessari dopo che per tante settimane si era in dirittura d’arrivo per chiudere l’ingaggio di Shaquille O’Neal che poi ha deciso di cambiare totalmente idee su Atlanta e firmare con i Boston Celtics (forse motivi economici?). Con Shaq nel ruolo di centro (anche non titolare) gli Hawks avrebbero avuto più chance di giocarsi un eventuale finale della Eastern Conference dato che se O’Neal da una parte è in declino per via degli anni, tuttavia la sua stazza sotto il canestro avrebbe permesso di tenere lontano dall’area i centri avversari. Il quintetto di partenza pare molto efficace, ma ciò che non convince degli Hawks è la panchina un pò corta: Mike Bibby nel ruolo di playmaker ancora è utile, Joe Johnson una sicurezza per i punti nelle mani, Williams ha mostrato miglioramenti nelle ultime partite in ala piccola, Josh Smith è il giocatore più talentuoso della squadra ed è chiamato ad esplodere definitivamente ( Cleveland avrebbe fatto carte false per prenderlo in sostituzione di LeBron James) mentre Horford è un centro che ha come unico limite qualche centimetro concesso agli avversari per quanto riguarda l’altezza. Dicevamo della panchina però: l’unico in grado di dare degno ausilio ai titolari sembra Jamal Crawford (che è anche in rotta con la dirigenza per il rinnovo del contratto). Il miglior sesto uomo dello scorso campionato pare una sicurezza potendo ricoprire i 2 ruoli di play e guardia tiratrice, poi quasi il nulla, per questo sarebbe stato importante l’arrivo di Shaq per dare man forte a Smith ed Horford nel reparto lunghi.
    Tuttavia Atlanta si giocherà il terzo posto nella Eastern Conference con i Boston Celtics, anche se sia Hawks che Celtics dovranno guardarsi attentamente da Chicago Bulls e Milwaukee Bucks che hanno operato benissimo sul mercato nell’Estate ed hanno messo in piedi squadre molto competitive. Sarebbe curioso tra l’altro se le prime 3 della Eastern Conference alla fine risulteranno (rigorosamente nell’ordine di pronostico) Miami Heat, Orlando Magic ed Atlanta Hawks: tutte e 3 squadre della Southeast Division, il che dimostra la competitività di questa divisione.

    Arrivi: Jordan Crawford (New Jersey Nets), Josh Powell (FA), Ethan Thomas (FA), Pape Sy (FA).
    Partenze: Damion Jones (New Jersey Nets).
    Scelte al draft: Damion Jones, Pape Sy
    Quintetto base: Mike Bibby (PG), Joe Johnson (SG), Marvin Williams (SF), Josh Smith (PF), Al Horford (C)

    ROSTER

    PG: Mike Bibby, Jeff Teague
    SG: Joe Johnson, Jamal Crawford, Jordan Crawford, Pape Sy
    SF: Marvin Williams, Maurice Evans
    PF: Josh Smith, Josh Powell, Etan Thomas
    C: Al Horford, Zaza Pachulia, Jason Collins
    Head Coach: Larry Drew

    CHARLOTTE BOBCATS: I Bobcats, non partono con i favori del pronostico, tuttavia sono una squadra molto equilibrata che basa tutto sulla forza difensiva (tipico marchio di fabbrica delle squadre targate Larry Brown). L’attacco sarà incentrato tutto sul talento di un fine realizzatore quale Stephen Jackson e sulla continuità di Gerald Wallace, ormai stella di prima grandezza dell’intera NBA. A dire la verità mancherebbe qualcosa nel ruolo di playmaker (dopo l’addio di Felton passato ai Knicks) ma D.J. Augustin promette scintille al suo terzo anno nella Lega (anche per questo è stato sacrificato Felton), e sotto canestro dopo la partenza di Tyson Chandler verso Dallas, anche perchè la contropartita tecnica ricevuta dai Mavs, Erick Dampier, è stata subito tagliata per motivi id salary cap. Kwame Brown (già compagno di Jordan a Washington) è stato chiamato e voluto proprio dal nuovo proprietario dei Bobcats per coprire il buco in pitturato ma le incognite su di lui permangono, visto che a 28 anni non ha mai rispettato le aspettative che c’erano su di lui quando i Wizards lo chiamarono con la prima scelta assoluta al Draft del 2001( e neanche dopo il suo passaggio ai Lakers di Bryant). E’ per questo che in area pitturata si chiederanno gli straordinari a Tyrus Thomas che nella seconda metà della scorsa stagione, dopo il suo arrivo dai Bulls, non ha sfigurato, anzi ha dato segnali confortanti per il suo futuro. Anche Boris Diaw sarà chiamato a rendere al meglio vista la sua duttilità che lo porta a poter giocare, all’occorrenza, in 4 ruoli differenti. Anche se coach Brown non è propriamente un amante di rookie e sophomore resta il fatto che dovrà dare più spazio sia a Gerald Henderson che a derrick Brown , 2 ragazzi che potrebbero rappresentare il futuro della franchigia (anche perchè quest’anno i Bobcats non hanno avuto nessuna scelta al Draft e gli unici ragazzi giovani restano loro).
    Obiettivo per Charlotte confermarsi tra le prime 8 e qualificarsi alla post season dopo la prima storica volta dello scorso campionato e vista la ritrovata competitività dell’Est l’impresa non sarà semplice.

    Arrivi: Eric Dampier (Dallas Mavericks), Eduardo Najera (Dallas Mavericks), Matt Carroll (Dallas Mavericks), Kwame Brown (Free agent)
    Partenze: Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Alexis Ajinca (Dallas Mavericks), Eric Dampier (tagliato)
    Scelte al draft: nessuna.
    Probabile quintetto base: D.J. Augustin (PG), Stephen Jackson (SG), Gerald Wallace (SF), Boris Diaw (o Tyrus Thomas) (PF), Kwame Brown (C)

    ROSTER

    Guardie: D.J. Augustin, Gerald Henderson, Matt Carroll, Sherron Collins, Stephen Jackson; Shaun Livingston.
    Ali: Derrick Brown, Boris Diaw, Dominic McGuire, Gerald Wallace, Eduardo Najera, Tyrus Thomas.
    Centri: DeSagana Diop, Nazr Mohammed, Kwame Brown.
    HEAD COACH: Larry Brown

    MIAMI HEAT: La squadra che da luglio in poi è sempre sulla cresta dell’onda (almeno mediaticamente), la squadra di cui tutti parlano e di cui tutti discutono. Un’accozzaglia di talento come è capitato di poter fare a Miami non si è mai vista nella storia della NBA (o almeno non da quando c’è stato l’ampliamento a 30 squadre). Una vera corazzata, almeno sulla carta, che non ha virtualmente limiti, salvo l’”assemblaggio” dei giocatori negli schemi e l’eventuale unità dello spogliatoio visto che le teste calde sono sempre pronte ad esplodere da un momento all’altro.
    Potenzialmente devastanti, sono candidati oltre a succedere ai Lakers campioni in carica, a diventare i dominatori della Lega per circa un decennio attentando se si vuole anche al super record di stagione regolare fatto dai Bulls di Jordan, Pippen e Rodman di “qualche” anno fa (72 vittorie e 10 sconfitte per la precisione). Non manca niente alla squadra: il più forte giocatore in NBA (LeBron James), Durant e Bryant permettendo; la guardia tiratrice più completa assieme proprio a Bryant (Dwyane Wade); la power forward più talentuosa tra tutte quelle che calcano i parquet della NBA (Chris Bosh); ed intorno a loro un nucleo di onesti comprimari che non chiederanno certo di prendere il posto dei 3 fenomeni. Formazione totalmente rinnovata, con 10 new entry e sole 6 conferme (di cui una, Jamaal Magloire sempre in procinto di essere tagliata). Rispetto allo scorso anno solo Joel Anthony, Arroyo e Chalmers sono stati confermati (a cifre minime), Wade ha trascinato invece i 2 amiconi James e Bosh a “South Beach” mentre Haslem ha dovuto decurtarsi di molto lo stipendio per restare nel team e dare la possibilitàdi pagare gli stipendi dei “Big Three”. Che alla fine non sono neanche faraonici rispetto al resto della Lega e rispetto a quelli di altri colleghi del momento (14 milioni di dollari annuali), ma hanno comportato degli enormi sacrifici per gli altri componenti del roster che sono tutti pagati al minimo salariale o quasi (solo Mike Miller ed Haslem hanno un contratto dignitoso). Insomma una vera rivoluzione che potrebbe (il condizionale, seppur non ci siano dubbi, è d’obbligo) portare all’inizio di una nuova era per il basket americano. Con buona pace delle altre pretendenti, Lakers Celtics e Magic ora, Oklahoma City Thunder per il futuro. A meno che qualcuno tra i fenomeni rimasti ancora in circolazione (e sparpagliati) nella Lega non decida di fare una riunione (come fatto da Wade-Bosh-James) consultarsi e decidere di unire le forze per formare un nuovo “Dream Team” che possa contrastare lo strapotere dei nuovi Heat di Pat Riley ed Erik Spoelstra (ogni riferimento ad un possibile trio Carmelo Anthony, Chris Paul ed Amar’è Stoudemire o ad un’accoppiata Kevin Durant-Dwight Howard, potenzialmente letale per tutti, è puramente casuale!).
    La squadra pare ben coperta in ogni ruolo, in regia si alterneranno Chalmers, Arroyo ed House (ma la regia più realisticamente la faranno o Wade o James che vorranno sempre il pallone in mano), Wade sarà inamovibile nel ruolo di guardia, James in quello di ala piccola (con Mike Miller pronto a subentrare ad uno dei 2 fenomeni vista la sua duttilità). Haslem invece sarà il primo cambio per Chris Bosh, con Illgauskas nel ruolo di centro e Juwan Howard, Joel Anthony ed il mastodontico Dexter Pittman a subentrare per far rifiatare il veterano e fido scudiero di James.
    In chiusura l’obiettivo per i Miami Heat è senza ombra di dubbio il titolo che deve essere necessariamente conquistato visto il valore del roster a disposizione. Altrimenti l’etichetta di fallimento sarà già dietro l’angolo a perseguitare ancora una volta il nome di LeBron James.

    Arrivi: LeBron James (Cleveland Cavaliers), Chris Bosh (Toronto Raptors), Zydrunas Ilgauskas (Cleveland Cavaliers), Mike Miller (Washington Wizards), Juwan Howard (Portland Trail Blazers), Eddie House (Boston Celtics), Patrick Beverley(Olympiacos), James Jones
    Partenze: Michael Beasley (Minnesota T-Wolves), Jermaine O’Neal (Boston Celtics), Daequan Cook (Oklahoma City Thunder), Quentin Richardson (Orlando Magic)
    Probabile quintetto base: Mario Chalmers (PG), Dwyane Wade (SG), LeBron James (SF), Chris Bosh (PF), Zydrunas Ilgauskas (C)

    ROSTER

    Guardie: Wade, Chalmers, Miller, House, Arroyo, Beverly.
    Ali: L.B.James, Haslem, J.Jones, J.Howard, Bosh, S.Randolph
    Centri: Ilgauskas, Magloire, J.Antony, Pittman
    Head Coach: Spoelstra

    ORLANDO MAGIC: I veri antagonisti degli Heat non solo per il predominio nella Division, ma anche (e soprattutto) per il primo posto nella Eastern Conference. Le 2 squadre della Florida si daranno battaglia fino all’ultimo, difficile fare pronostici perchè anche i Magic sembrano ben attrezzati per competere per il titolo NBA. Ad Orlando ci credono tutti, dirigenza, giocatori e tifosi, che aspettano l’anello più prestigioso dai tempi del duo “Penny”-Anfernee Hardaway-Shaquille O’Neal. Un’attesa lunga che si spera possa terminare presto, anche perchè la squadra finora ha dato prova di essere una delle miglior della lega: 7-0 il record in preseason quando ormai le partite sono agli sgoccioli. va bene dire che i match di prestagione non sono totalmente indicativi, ma qualcosa dimostrano pure: e ciò che hanno dimostrato dei Magic è una formazione costruita veramente con criterio. Team solido con Jameer Nelson in regia (Duhon sarà il cambio con Jason Williams sempre pronto ad entrare nei momenti difficili, Vince Carter sarà la guardia titolare con uno straordinario J.J. Redick pronto a subentrare. Nel ruolo di ala piccola si divideranno minuti e spazio Quentin Richardson e Mickael Pietrus, ed in ala grande Rashard Lewis dovrà necessariamente rifiatare per lasciare qualche scampolo di partita a Brandon Bass. Proprio Lewis sembra essere l’ago della bilancia per questi Magic: se Rashard gira allora tutto è più facile, se la giornata non è quella giusta, tutti ne risentono. Poi il talento e la fisicità di Howard sotto i tabelloni completeranno l’opera con Gortat sempre pronto a dare una mano quando il centro titolare sarà fuori se gravato da molti falli (cosa in cui, uno stoppatore eccezionale come Howard, incappa qualche volta). Inoltre c’è curiosità per quanto riguarda Daniel Orton, molto simile fisicamente ad Howard ma che ancora è molto grezzo tecnicamente per l’attacco (anche se gli specialisti dicono che in difesa già sia veramente bravo), un clase 1990 scelto alla fine del primo giro e che potrebbe essere un investimento per il futuro anche per giocare con Dwight quasi con uno schema a doppio centro (un pò come Duncan-Robinson negli Spurs che furono). Da non dimenticare il jolly Ryan Anderson molto utile in caso di infortuni o problemi di falli in partita come dimostrato lo scorso anno nei momenti critici. Il tutto sotto la guida sapiente di coach Stan Van Gundy, vero maestro delle panchine NBA, una sicurezza per chi lo assume nel ruolo di allenatore.
    Obiettivo per i Magic cercare di vincere il titolo NBA, anche se le insidie non mancano, a partire dalla Division che li vedrà opposti agli Heat del trio delle meraviglie. Ma per arrivare fino in fondo, ad Est, e non solo, tutti dovranno necessariamente fare i conti con questi Magic

    arrivi: Malik Allen (da Denver), Chris Duhon (da New York), Daniel Orton (da Kentucky University), Quentin Richardson (da Miami), Stanley Robinson (da Connecticut University)
    Partenze: Matt Barnes (ai Lakers)
    Scelte al draft: Daniel Orton (pick 29), Stanley Robinson.
    Probabile quintetto base:Jameer Nelson (PG), Vince Carter (SG), Quentin Richardson (SF), Rashard Lewis (PF), Dwight Howard (C)

    ROSTER

    Guardie: Vince Carter, Chris Duhon, Jameer Nelson, Jason Williams, J.J. Redick.
    Ali: Malik Allen, Ryan Anderson, Brandon Bass, Rashard Lewis, Mickael pietrus, Quentin Richardson, Stanley Robinson.
    Centri: Daniel Orton, Marcin Gortat, Dwight Howard
    HEAD COACH: Stan van Gundy

    WASHINGTON WIZARDS: La squadra più fortunata dell’ultima Draft Lottery riparte da un solo nome: John Wall, prima scelta assoluta e probabile All Star degli anni a venire. Sotto la guida di un coach di esperienza come Flip Saunders (4 finali di Conference in 13 anni di NBA), il giovane talento da Kentucky University potrà diventare uno dei “big” della Lega come Russell Westbrook, Derrick Rose, Chris Paul e Rajon Rondo, suoi diretti avversari nel ruolo di playmaker.
    Nella capitale hanno approfittato della clamorosa scalata nella Lottery per cercare di migliorare passo dopo passo e ricostruire in 2-3 anni una franchigia vincente. La base non manca, anche se si dovrà capire quale ruolo avrà Gilbert Arenas, se sarà ceduto, e se si, per arrivare a cosa?(giocatori pronto uso o scelte alte nei prossimi Draft per seguire l’esempio dei Thunder che nel giro di 4 anni hanno messo su una formazione talentuosa di rampanti ventenni).
    Tutti i principali giocatori di questa squadra hanno qualcosa da dimostrare in questa stagione. In primis Arenas: il suo talento non si discute, si parla di uno degli attaccanti più devastanti in NBA. I dubbi semmai sono altri, e sono sempre gli stessi da anni: saprà tenersi alla larga dai guai, comportandosi da leader in grado di rappresentare un esempio per i compagni? E il suo fisico fragile lo terrà lontano da quegli infortuni che lo hanno afflitto in continuazione tra il 2007 e il 2009?
    “Agent Zero” si è mostrato pentito per gli errori del recente passato, e assicura di voler dare una svolta positiva al suo atteggiamento. Ma mai come in questo caso, la risposta ai dubbi che lo circondano potrà darla il campo e lo stesso Arenas, che nel frattempo ha scelto di indossare il numero 9 al posto dello 0.
    Un altro veterano come Josh Howard ha tutta l’intenzione di tornare a recitare un ruolo importante. Scaricato da Dallas dopo anni di onorato servizio, Howard ha rassicurato tutti sulle sue condizioni fisiche, dichiarando che tra un paio di mesi sarà pronto a giocare.
    Diverso il discorso che riguarda i due lunghi titolari, Yi Jianlian e Andray Blatche. Yi ha mostrato di avere talento, mani educate e una buona propensione al rimbalzo. E’ un giovane che viene chiamato a disputare una stagione di alto livello, così come Blatche.
    Quest’ultimo venne scelto dai Wizards nel Draft del 2006, eppure è riuscito ad affermarsi come colonna della squadra solo nella stagione precedente. Nel corso degli anni gli erano stati preferiti giocatori più esperti come Antawn Jamison e Brendan Haywood, ma una volta partiti loro Blatche è divenuto il centro titolare.
    Il 24enne di Syracuse non ha un compito facile di fronte a sé: l’anno scorso nessuno si aspettava la sua esplosione, mentre quest’anno verrà tenuto maggiormente d’occhio dalle difese. Sarà uno dei sorvegliati speciali, questo è sicuro.
    Così come uno dei sorvegliati speciali sarà John Wall. Essere scelto come primo nel Draft lo investirà fin da subito di una grande pressione, ma Wall parte da una base più solida rispetto ad altri ragazzi che hanno avuto questo onore nelle precedenti stagioni.
    Arrivare in NBA e avere a fianco giocatori come Arenas, Howard, Yi e Blatche, senza dimenticare ottime riserve come Hinrich, Thornton e McGee, rappresenta una buona occasione per mettersi in mostra da subito, senza dover aspettare rinforzi per anni come è capitato a numerose prime scelte del passato.
    Giocatore veloce, ottimo nell’ attaccare il canestro, con una buona visione di gioco e altrettanto buone doti di passatore, con in più un fisico tosto per essere un playmaker (1.93 x 88 kg). Può far bene da subito, ha 20 anni ma il suo impatto sulla squadra verrà testato da subito.
    Obiettivo per i Wizards sarà migliorare il record dello scorso anno (26-56), ma cercando piano piano di rinforzare anche la squadra per tornare a primeggiare nel giro di pochi anni (o come sperano i tifosi, nel più breve tempo possibile).

    Arrivi: Kirk Hinrich (Chicago Bulls), Yi Jianlian (New Jersey Nets), Hilton Armstrong (Houston Rockets), Kevin Seraphin (Chicago Bulls)
    Partenze: Mike Miller (FA), Earl Boykins (FA), Randy Foye (FA), James Singleton (FA), Quinton Ross (Los Angeles Clippers)
    Scelte al draft: John Wall (pick 1), Trevor Booker (pick 23), Hamady N’Diaye (pick 56)
    Probabile quintetto base: John Wall (PG), Gilbert Arenas (SG), Josh Howard (SF), Yi Jianlian (PF), Andray Blatche (C)

    ROSTER

    Guardie: Gilbert Arenas, John Wall, Kirk Hinrich, Nick Young
    Ali: Josh Howard, Al Thornton, Yi Jianlian, Kevin Seraphin, Trevor Booker, Cartier Martin (FA), Adam Morrison (Los Angeles Lakers)
    Centri: Andray Blatche, Javale McGee, Hilton Armstrong,
    HEAD COACH: Flip Saunders

    ANALISI NORTHWEST DIVISION
    ANALISI PACIFIC DIVISION
    ANALISI SOUTHWEST DIVISION
    ANALISI CENTRAL DIVISION
    ANALISI ATLANTIC DIVISION

  • NBA: Shaquille O’Neal vicino ai Celtics

    Sembra proprio che i Boston Celtics siano vicinissimi all’acquisizione di Shaquille O’Neal.
    Nelle scorse settimane il giocatore era stato sotto stretta osservazione da parte degli Atlanta Hawks, ma l’accordo non era stato trovato e la trattativa era saltata.
    Pochi giorni fa si era vociferato di un possibile accordo con i Cleveland Cavaliers, sua ultima squadra in NBA. Ora invece la notizia di un accordo quasi fatto con la franchigia biancoverde che è alla ricerca di un lungo per sopperire all’assenza di Kendrick Perkins, fuori per un intervento ai legamenti del ginocchio. Lui e l’omonimo Jermaine occuperanno probabilmente il ruolo di centro fino al rientro del titolare.
    Pare che l’accordo sia stato trovato sulla base di 1,5 milioni di dollari, ma non è stata resa nota la durata che potrebbe essere anche di 2 anni e non solamente per uno.

    Per quanto riguarda le altre trattative, ottimo colpo degli Orlando Magic che riescono a rifirmare il playmaker Jason Williams che era andato in scadenza di contratto a fine giugno. I Magic completano così il loro roster per la prossima stagione, e sono la squadra con il monte ingaggi più alto assieme ai Los Angeles Lakers.

    I Minnesota Timberwolves invece tagliano la guardia Delonte West, appena acquisita dai Cleveland nello scambio che ha portato Ramon Sessions ai Cavs.

    Shannon Brown ha ricevuto una consistente offerta da parte dei New York Knicks: 4,5 milioni di dollari per giocare nella “Grande Mela” la prossima stagione, accordo che a meno di clamorose sorprese da parte dei Lakers, ultima squadra di Brown, pare in dirittura d’arrivo.

    Rudy Fernandez, talento spagnolo dei Portland Trail Blazers, pare molto vicino ai Chicago Bulls, a caccia di un forte tiratore perimetrale. Ai Blazers potrebbe approdare James Johnson ed una futura prima scelta al prossimo Draft dei Bulls per ottenere i servigi del giocatore iberico.

  • Tragedia nella NBA, è morto Lorenzen Wright

    Grave lutto nel mondo della NBA: Lorenzen Wright, ex centro di Los Angeles Clippers, Memphis Grizzlies, Atlanta Hawks, Sacramento Kings e Cleveland Cavaliers è stato rinvenuto morto in un bosco non lontano dal delta del Mississippi.
    Del giocatore si erano perse le tracce dallo scorso 19 luglio, la sorella aveva dato l’allarme contattando le autorità competenti, fino a quando non si è avuta la triste notizia, ovvero il ritrovamento del corpo senza vita del giocatore.

    Wright da Memphis avrebbe dovuto recarsi ad Atlanta con i suoi 6 figli (che abitano proprio nel Tennessee con l’ex moglie), ma da una decina di giorni aveva fatto perdere le sue tracce preoccupando così i familiari, che avevano giustamente allertato la polizia. Dopo una lunga ricerca, un corpo è stato ritrovato privo di vita e non c’è voluto molto per risalire all’identità. Wright, 34 anni, aveva chiuso la sua carriera NBA con la maglia dei Cavaliers nella stagione 2008-09. La polizia ha avvertito in primis il padre di Lorenzen, Herb, un ex cestista con un passato da professionista in Finlandia che dal 1983 anni è su una sedia a rotelle dopo essere stato colpito alla schiena da un proiettile proprio davanti agli occhi del figlio. Il decesso sarebbe dovuto a uno o più colpi di arma da fuoco ma per adesso le autorità non si sbilanciano.

    Le autorità di Memphis infatti ancora non sono sicure di nulla sulla vicenda che ha ancora dei lati molto oscuri: in un primo tempo infatti si sarebbe pensato al suicidio visto che Wright stava attraversando un momento difficile da un punto di vista economico (il governo federale aveva messo anche i sigilli sia sulla sua villa ad Atlanta sia sulla sua casa di Memphis a causa dei debiti contratti dal giocatore) e soffriva di forti crisi depressive.
    Tuttavia l’indagine sta portando a galla nuovi elementi come ad esempio il fatto che il 19 luglio sarebbe partita una telefonata al 911 dal cellulare del giocatore nella quale una centralinista avrebbe udito delle grida e almeno 10 colpi di pistola, prima della brusca interruzione della chiamata. La polizia si è trincerata dietro il solito “no comment” e non rivela se il decesso di Wright è avvenuto per un singolo colpo di pistola, avvalorando così la tesi del suicidio, oppure se il corpo del cestista presenta più ferite da arma da fuoco.
    Gli amici di Lorenzen e chi lo conosceva bene però propendono per la tesi dell’omicidio.
    Soltanto nelle prossime ore le autorità di Memphis scioglieranno i dubbi sul decesso. Per ora di sicuro c’è solo che non rivedremo più Lorenzen Wright, e a tutti mancherà il suo umorismo, la sua grande disponibilità ed il suo sorriso, tutti nella NBA ne portano un bellissimo ricordo, dai compagni, ai tifosi, passando per gli allenatori. Ciao Lorenzen…

  • NBA: Sessions ai Cavs, West ai T-Wolves e McGrady è vicino ai Bulls

    Ultime ore di mercato molto frenetiche in NBA.
    Nella notte si è concluso, dopo lunghissime trattative, lo scambio tra Minnesota Timberwolves e Cleveland Cavaliers, che ha visto il passaggio di Delonte West e Sebastian Telfair a Minneapolis e l’arrivo invece in Ohio di Ramon Sessions e Ryan Hollins. Inoltre i Cavs dovranno dare ai “Lupi” anche una seconda scelta al Draft (quella del 2013).
    In questo modo i Cavs iniziano a ricostruire il dopo LeBron James, anche se il roster appare sempre molto carente, i T-Wolves dal canto loro riducono drasticamente il loro monte ingaggi visto che i 2 giocatori, alla fine dell’anno, saranno free agent, ottima mossa visto che a Minneapolis stanno ricostruendo dai giovani di talento ma con contratti molto bassi. Ci vorrà del tempo (3-4 anni sicuramente) ma le basi per un buon futuro ci sono tutte.

    Intanto Tracy McGrady pare molto vicino ai Chicago Bulls, anche se voci dell’ultima ora dicono che l’ultimo allenamento ha visto gli osservatori dei “Tori” storcere il naso di fronte ad alcuni movimenti atletici dell’ex Houston Rockets. Tuttavia il basso ingaggio che chiederà T-Mac farà andare a buon fine la trattativa.

    E’ ufficiale la firma del lituano Linas Kleiza con i Toronto Raptors.

    I Boston Celtics stanno ripensando ad Eddie House, soprattutto ora che hanno perso Tony Allen. Sviluppi della trattativa nelle prossime ore.

    Shaquille O’Neal è tornato a parlare con gli Atlanta Hawks dopo che negli ultimi giorni era stato contattato dai Boston Celtics. Nonostante la firma di Josh Powell, ex Lakers, i “Falchi” paiono decisi a rinforzare ancora di più il reparto lunghi, vero tallone d’Achille della squadra della Georgia. L’accordo non dovrebbe essere poi così tanto distante.

  • NBA: Matt Barnes sceglie i Lakers

    Dopo aver rifiutato la corte dei Toronto Raptors, dei Cleveland Cavaliers, dei Miami Heat e anche di qualche altra franchigia che ha lavorato per lui sottotraccia, Matt Barnes ha finalmente deciso: giocherà nella squadra campione della NBA, ovvero i Los Angeles Lakers del nemico Kobe Bryant.
    Gran colpo per i californiani che mettono sotto contratto uno dei difensori più forti della Lega, probabilmente per contrastare lo strapotere offensivo dei Miami Heat in una ipotetica finale. Assieme a Bryant, Artest e Gasol dovrà limitare, se i pronostici verranno rispettati e la Finale NBA sarà tra le favorite Lakers ed Heat, il trio James, Bosh, Wade. Cosa non facile ma ora si può anche provare a farlo viste le attitudini difensive del roster dei campioni in carica.
    Barnes, come Artest lo scorso anno, decide di andare a giocare da uno dei più acerrimi rivali di sempre, quel Kobe Bryant che quest’anno lo ha punzecchiato durante le partite contro gli Orlando Magic, visto che la marcatura di Barnes ha sfiorato i limiti del legale. Ora si ritroveranno a giocare nella stessa squadra, come già un’anno fa è accaduto tra “Ron Ron” ed il numero 24: la convivenza tra loro 2 è stata ottimale ed ha portato al tanto agognato titolo, resta ora da vedere se anche questa situazione andrà a buon fine per lo squadrone gialloviola. Il contratto di Barnes sarà di 2 anni dietro un compenso di 3,6 milioni di dollari.
    Sempre per quanto riguarda i Lakers, dopo la perdita di Josh Powell, partito per Atlanta in direzione Hawks, i californiani hanno preso nello stesso ruolo Theo Ratliff: contratto per un anno al minimo salariale.

    Intanto per quanto riguarda le altre trattative Antoine Wright domani firmerà un contratto di un anno con i Sacramento Kings, molto probabilmente al minimo salariale.

    Kurt Thomas ha firmato per i Chicago Bulls: il centro, veterano, alla 15esima stagione NBA, sarà il cambio di Joakim Noah vista la partenza di Brad Miller andato agli Houston Rockets.

    I Boston Celtics hanno prolungato di un anno il contratto scaduto di Marquis Daniels, per lui un compenso di 2,5 milioni di dollari.