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  • NFL: Houston sorprende i Colts, Seattle a valanga e “giallo” a Chicago

    NFL: Houston sorprende i Colts, Seattle a valanga e “giallo” a Chicago

    Prima giornata di NFL che parte con il botto: dopo il gustoso anticipo tra i campioni in carica di New Orleans e i Minnesota Vikings del sempre eterno Brett Favre, terminato con la vittoria dei Saints, sorprende nella giornata odierna la caduta dei vice campioni degli Indianapolis Colts che cadono al cospetto di una straordinaria prestazione degli Houston Texans e del suo running back Arian Foster capace di mettere a segno 3 touchdown nella vittoria per 34-24 della franchigia texana correndo per ben 231 yards, nuovo record di squadra per i Texans. Sorprende il fatto che Foster sia un giocatore veramente sconosciuto, che non è stato draftato da nessuna squadra tra l’altro nella scorsa stagione (Houston lo ha preso da free agent sul mercato) e che ha passato quasi l’anno intero nella squadra delle riserve senza mettere assieme numeri rilevanti.
    Per i Colts strepitosa, quanto inutile, prestazione di Peyton Manning che completa 40 passaggi con ben 3 touchdown e 433 yards. Assolutamente incredibile il quarterback dei Colts che dimostra di essere sempre il migliore.

    Buona la partenza dei New England Patriots che si sbarazzano per 38-24 dei Cincinnati Bengals, rivelazione dell’ultima annata NFL. Benissimo il fenomenale quarterback Tom Brady che lancia per 258 yards complessive e 3 touchdown, 2 dei quali recapitati a Wes Welker. In chiaroscuro invece le prove di Chad Ochocinco e Terrell Owens per i Bengals, anche se Ochocinco mette a segno un touchdown.

    Sorridono i Miami Dolphins grazie alla vittoria per 15-10 sui Buffalo Bills, Jacksonville supera i Broncos per 24 a 17, mentre soffrono i Chicago Bears per vincere la strenua resistenza dei Detroit Lions, che lottano fino all’ultimo ma devono cedere il passo ai più quotati avversari (14-19 il finale). Episodio controverso nel finale quando Calvin Johnson, a tempo quasi scaduto, afferra il lancio del suo quarterback Shaun Hill: sembra un touchdown valido (e lo sarebbe anche, non solo lo sembrerebbe!) ma gli arbitri negano la segnatura giudicando il passaggio incompleto. Polemiche e Lions che tornano a casa beffati in tutto e per tutto.

    I New York Giants demoliscono i Carolina Panthers per 31-18, stesso discorso per i Tennessee Titans che seppelliscono sotto una valanga di punti i poveri Oakland Raiders (38-13, Chris Johnson mette a segno 2 touchdown, gran bel modo di aprire la stagione).

    Nella sfida tra “povere” e senza ambizioni (almeno per quest’anno a meno di clamorose quanto improbabili sorprese) i Tampa Bay Buccaneers hanno la meglio per 17-14 sui Cleveland Browns.

    Fatica più del previsto un’altra “grande” della NFL, ovvero i Pittsburgh Steelers (orfani per le prime giornate di Ben Roethlisberger), che battono gli Atlanta Falcons solo dopo un overtime grazie al touchdown di Rashard Mendenhal.

    Nelle partite serali invece facile vittoria per i Seattle Seahawks che demoliscono letteralmente i favoriti San Francisco 49ers per 31-6: un massacro per i “Niners” che non riescono a segnare se non su field-goal.
    Vittoria di prestigio ma in affanno per i Green Bay Packers che nella prima parte di gara sembrano poter vincere tranquillamente l’incontro con gli Eagles, salvo poi doversi ricredere di fronte al gran recupero di Philadelphia che alla fine cede 20-27.
    Arizona espugna il campo dei Rams grazie ai touchdown di Tim Hightower e del sempre fenomenale Larry Fitzgerald. Per Saint Louis invece debutto tra luci ed ombre per la prima scelta assoluta al Draft Sam Bradford, quarterback che alla prima gara in NFL lancia per 253 yards con un touchdown ma con la macchia di 3 intercetti.

    Dallas-Washington sarà trattata a parte, più tardi, alla fine dell’incontro

    Il monday night (domani sera) invece vedrà 2 partite in programma: prima i Baltimore Ravens faranno visita ai New York Jets (partita che è prevista all’una italiana), mentre qualche ora più tardi (alle 4.15 ora italiana) i San Diego Chargers sfideranno i Kansas City Chiefs.

    RISULTATI PRIMA GIORNATA NFL

    New Orleans Saints – Minnesota Vikings 14-9
    Tampa Bay Buccaneers – Cleveland Browns 17-14
    Buffalo Bills – Miami Dolphins 10-15
    New England Patriots – Cincinnati Bengals 38-24
    Jacksonville Jaguars – Denver Broncos 24-17
    New York Giants – Carolina Panthers 31-18
    Chicago Bears – Detroit Lions 19-14
    Pittsburgh Steelers – Atlanta Falcons 15-9 (overtime)
    Tennessee Titans – Oakland Raiders 38-13
    Houston Texans – Indianapolis Colts 34-24
    Seattle Seahawks – San Francisco 49ers 31-6
    Saint Louis Rams – Arizona Cardinals 13-17
    Philadelphia Eagles – Green Bay Packers 20-27
    Washington Redskins – Dallas Cowboys stanotte ore 2.20 italiana
    New York Jets – Baltimore Ravens domani ore 1.00 italiana
    Kansas City Chiefs – San Diego Chargers domani ore 4.15 italiana

  • NFL, NFC Conference: L’analisi completa della nuova stagione 2010-2011

    NFL, NFC Conference: L’analisi completa della nuova stagione 2010-2011

    Dopo aver esaminato le 4 division della AFC conference con l’analisi sulle sue 16 squadre, passiamo alla disamina dell’altra Conference della NFL ovvero la NFC. Proprio qui si trovano i campioni in carica, i New Orleans Saints che grazie ad una super difesa che si tramuta in attacco sono riusciti a trionfare lo scorso anno.
    Ma passiamo all’analisi delle squadre:

    NFC WEST

    La stagione 2010 nella NFC West si preannuncia combattuta, soprattutto per via della smobilitazione generale a cui sono stati sottoposti gli Arizona Cardinals, franchigia che negli ultimi anni aveva quasi dominato ad Ovest e che ora sembra essere stata scavalcata dai san Francisco 49ers arrembanti, pronti a riprendersi un titolo divisionale che manca ormai da diverso tempo; dietro a questa coppia, sono tutti da scoprire i nuovi Seattle Seahawks di Pete Carroll e i St.Louis Rams, che si presentano ai nastri di partenza con un Sam Bradford in più e tante nuove aspettative.

    Arizona arriva da due titoli divisionali conquistati in altrettante stagioni, ma cercare un tris che per la franchigia di Phoenix sarebbe di fatto storico sembra difficile, se non addirittura impossibile, viste le tante perdite che la squadra allenata da Ken Wisenhunt ha dovuto affrontare durante questa offseason, dove ha perso diversi tasselli della difesa e due importanti perni dell’attacco, su tutti, il quarterback veterano Kurt Warner. Anche la cessione di Anquan Boldin, perno dell’attacco e di Rolle, difensore di razza, sembra pesare moltissimo. A Phoenix Wisenhunt ha cominciato un rinnovamento che sembra essere quantomeno necessario, anche per dare la possibilità ai tanti talenti draftati in questi anni di emergere, in modo da garantire ai Cardinals di rimanere ai vertici della NFC West; ovvio, quest’anno, assicurarsi un biglietto diretto per i playoffs non sarà facile, ma nonostante le tante partenze di peso gli investimenti fatti nelle scorse stagioni e proseguiti quest’anno dovrebbero permettergli di lottare fino all’ultimo.

    Coach Mike Singletary è riuscito nell’intento di rendere nuovamente competitivi i Niners, che dopo qualche stagione non brillantissima sono tornati a chiudere in positivo il 2009, raggiungendo quota 8 vittorie, un risultato che mancava da tempo; un tempo in cui non sono mancate le rivoluzioni e le innumerevoli ricostruzioni, a cominciare dall’attacco, che ha cambiato per cinque volte offensive coordinator dal 2005 ad oggi.
    Migliorati rispetto alla passata stagione, grazie soprattutto agli innesti di due importanti lineman offensivi dal grande futuro e dalla solita produttività di Frank Gore, i Niners si presentano ai nastri di partenza come la formazione da battere all’interno della West, forti di un head coach che sembra finalmente aver le idee chiare sulla strada che dovranno percorrere a San Francisco per tornare in alto e ricongiungersi con la loro straordinaria storia; l’importante, ovviamente, sarà trovare quella continuità di prestazioni mancata nel recente passato.

    A Seattle comincia la nuova era di Pete Carroll, che dopo l’esperienza a New England e le numerose vittorie conquistate con Southern California ha deciso di rimettersi in gioco e darsi una nuova chanches in NFL, dove farà di tutto per ricostruire dei Seahawks in costante discesa dal 2005, anno della partecipazione al Superbowl e della vittoria nel Championship NFC, ad oggi.
    Per riprendere la strada interrotta negli ultimi due anni di gestione Holmgren, l’ex allenatore dei Trojans ha deciso di affidarsi, a sorpresa, su uno dei giocatori che con il suo predecessore ha giocato i suoi anni migliori, il quarterback Matt Hasselbeck, preferito ai tanti campioncini in erba presenti all’ultimo draft e confermato nonostante gli acciacchi non gli abbiano permesso di trovare quell’eccellenza riconosciutagli in passato.
    Compagine tosta ma comunque avviata ad una ricostruzione (con prospetti veramente interessanti quali i difensori Anthony McCoy e Russell Okung ed il forte ricevitore Golden Tate) che rischia di non essere tanto breve, i Seahawks proveranno a giocarsi le loro carte nella West, anche se è molto probabile che lotteranno con i Rams per non chiudere in coda alla division; il ritorno in NFL di Carroll, insomma, non si presenta per nulla facile, e dopo aver cercato in tutti i modi di creare una nuova Southern California ingaggiando tanti suoi ex talenti, da Bush a Leinart fino a Jarrett, si è dovuto arrangiare con quello, come si è soliti dire, che gli ha passato il convento, o meglio, che gli hanno concesso di prendere le altre squadre.
    Stagione di transizione, l’ex coach dei Trojans, l’idea è che il coach dei Trojans dovrà lavorare parecchio per riportare i Seahawks verso le vette toccate ad inizio dell’ultimo lustro.

    L’obiettivo per i ragazzi allenati da coach Steve Spagnulo è uno solo, fare meglio del 2009, e la cosa, sinceramente, non dovrebbe essere nemmeno troppo difficile, visto che per peggiorare la situazione occorrerebbe emulare i Detroit Lions versione 2008, che riuscirono a chiudere la regular season senza vincere nemmeno una partita, un rischio che ha riguardato i Rams da vicino già la scorsa stagione; un rischio plausibile, visto che dal 2007 ad oggi la franchigia del Missouri ha confezionato una fase calante da brivido, cominciando dalle 3 sole vittorie ottenute in quell’anno e passando per le 2 del 2008 fino ad arrivare all’unica, misera, affermazione, dello scorso campionato, quando la win conquistata proprio contro la compagine del Michigan ha contribuito a salvare la baracca e, molto probabilmente, lo stesso capo allenatore.
    Per invertire una tendenza al ribasso ormai divenuta una costante delle ultime stagioni, e per scongiurare l’ennesimo trasferimento per una squadra che sul finire del secolo scorso è già passata da Los Angeles, dove potrebbe tornare a breve, a St.Louis, il coaching staff ha deciso di dare un taglio netto al recente passato, lasciando partire il veterano Marc Bulger e puntando su una delle stelle più splendenti dell’ultimo Draft, il quarteraback da Oklahoma Sam Bradford, colui che avrà il compito di rilanciare i Rams. Nonostante siano ancora sottoposti ad una profonda ricostruzione, i Rams hanno accumulato, grazie anche ad una serie di annate pessime, un buon numero di talenti a roster, che se amalgamati e istruiti a dovere potrebbero riportare la franchigia del Missouri ben presto in vetta alla West; per quest’anno, ovvio, sarebbe importante cercare di stringere il solco che si è creato tra le sconfitte e le vittorie nelle ultime, sciagurate, stagioni, dando a Bradford il tempo di crescere per diventare quel campione che sembra destinato ad essere.

    NFC SOUTH

    La division dei campioni in carica dei New Orleans Saints, ma la nostra analisi passerà prima per gli Atlanta Falcons, la vera delusione della scorsa stagione. Con il QB Ryan reduce da un esordio eccellente e Smith con un anno di esperienza come head coach, e dopo un’ottima stagione 2008-2009 terminata solo al cospetto dei Cardinals futuri campioni della NFC, tutto sembrava andare nella direzione dei Falcons come forza giovane ed in piena ascesa della division, se non dell’intera conference.
    In più nel mercato il GM Dimitroff si era mosso al fine di portare a casa il TE più produttivo della lega Tony Gonzalez, che pareva il tassello mancante ad un attacco esplosivo.
    Invece le premesse non sono state rispettate, soprattutto a causa degli infortuni, e non è arrivata nemmeno la post season, anche se per la prima volta nella storia della franchigia si è avuta una stagione vincente in 2 anni consecutivi.
    La stagione 2010 ha premesse simili a quella appena conclusa, ma la squadra sembra più solida e matura, e quindi più capace di mantenerle.
    Partendo dal QB Matt Ryan, i report estivi parlano di come abbia speso molto tempo in palestra ingrossandosi e rafforzandosi, migliorando la palla profonda e non perdendo in mobilità, anzi, nella preseason ha fatto vedere dei miglioramenti nello scrambling.
    Insomma Atlanta è chiamata al pronto riscatto sui campi NFL, il talento non manca, la tenuta mentale sarà da valutare.

    Dopo anni in cui sono state deluse le aspettative, in cui la difesa vanificava gli sforzi di un attacco difficilmente arginabile, è arrivata la maturazione tanto attesa coronata con la vittoria del primo Super Bowl.
    La curiosità sarà ora quella di vedere se la maledizione del titolo sarà superata, visto che negli ultimi 5 anni, i campioni in carica hanno mancato i playoffs in 2 occasioni, e nelle altre 3 non sono mai andati oltre al divisional, quindi ben lontani anche solo all’avvicinarsi ad un repeat.
    Inoltre nessun team nella South ha mai vinto per due anni consecutivi la division, quindi almeno a livello di cabala, i Saints dovranno fare molta fatica per confermarsi a certi livelli.
    La perdita più rilevante è stata quella legata allo scambio dell’offensive tackle Jamaal Williams in direzione Washington. In questo caso è stata fatta una scelta prettamente economica. Williams ha saltato la scorsa stagione per infortunio, ma la OL ha sopperito alla sua mancanza con Jermon Bushrod che è stato un LT molto convincente, tanto da optare per il sacrificio di Williams e liberarsi soprattutto del suo contratto.
    Inoltre a fine secondo giro del draft è arrivato Charles Brown che è un’acquisizione molto importante che dà profondità e futuribilità al reparto, rendendolo ancora più talentuoso e completo.
    Ovviamente il lavoro della linea sarà fondamentale per i running backs. Reggie Bush è ormai chiaramente una delusione rispetto a quelle che erano le attese che si erano create il giorno in cui passò al professionismo.
    Attese mantenute solo nella sua stagione da rookie, purtroppo dopo non ha sviluppato il suo gioco rendendolo un RB capace di correre anche nel mezzo, e questo ne ha limitato l’impatto.
    Rimane però un giocatore importante nel sistema di Sean Payton perchè molto versatile e pericoloso anche in ricezione oltre che negli special teams, ed ecco perchè è stato confermato dai Saints nonostante sia ben lontano da ciò che credevano di aver draftato non più di 4 estati fa.
    Brees coordinerà tutto nel ruolo di quarterback. Se lo standard di rendimento si manterrà uguale, sarà difficile battere i campioni anche se le aspiranti a detronizzarli non mancano di certo.

    Tampa Bay ha lavorato molto bene in off season. Ha tagliato alcuni rami secchi ed ha condotto un draft solido, che ha portato ad una aggiunta di talento a basso rischio.
    Purtroppo la situazione di partenza del roster era così bassa che la prospettiva non cambia di molto rispetto alla stagione appena trascorsa, e così vedremo ancora la franchigia della Florida in ritardo rispetto alle avversarie.
    Il team è comunque giovane, quindi la consolazione è che la prospettiva di lungo periodo è piuttosto buona.
    Risulta difficile credere che questi giovani possano già esplodere ora, ma il futuro, se le promesse e le premesse verranno mantenute, potrebbe portare a nuovi successi dopo la conquista del titolo nel 2002 sotto la guida di Jon Gruden che ora sembra ai tifosi solo uno sbiadito ricordo.

    A Charlotte la parola d’ordine è invece ripartire. I Panthers 2 stagioni fa erano la prima potenza della division ed una delle corazzate della NFC, salvo calare sensibilmente le proprie quotazioni contestualmente alla caduta di Delhomme, che ha concluso l’anno malissimo ed ha cominciato il 2009 nella stessa maniera, finendo prima per perdere il posto e venendo tagliato poi. In estate è stato draftando Jimmy Clausen da Notre Dame.
    Il rookie si presenta come un QB già pronto a prendere in mano il timone di un team, discreta precisione, discreto braccio.. appunto, tutto discreto ma non eccelle in nulla. Meglio sotto il profilo delle letture perchè esce da una pro-style offence reale, e quindi presenta già una certa dimestichezza a digerire un sistema NFL. La squadra non può ambire alle posizioni di vertice, ma nell’arco del campionato è probabile che si tolga qualche bella soddisfazione.

    NFC NORTH

    Per l’ennesimo anno consecutivo Brett Favre ha facilitato il compito degli analisti NFL.
    Solamente dopo ferragosto il futuro hall of famer da Kiln, Mississipi, ha fugato ogni dubbio sul suo ritorno dopo che 3 compagni di squadra sono volati a casa sua e lo hanno trascinato al training camp.
    Quindi, anche la prossima stagione, il quasi quarantunenne, già nonno, tornerà per quella che sarà la sua 20esima e, forse, ultima stagione. Deve dirsi che Favre arriva da una delle migliori stagioni della sua carriera e i dubbi legati al ritorno erano per la maggior parte collegati alla salute di una caviglia maltrattata dai Saints lo scorso gennaio, seppur una certa dose di protagonismo non può escludersi.
    Quella ai nastri di partenza è una stagione nella quale la division in oggetto, per storia, tradizione e rivalità (una delle più accese e combattute), sembra ritornata ai fasti del suo glorioso passato.
    Forse, per la prima volta dopo molti anni, tutte le squadre si presentano con delle ambizioni e con delle interessanti prospettive.
    Con il ritorno dell’ex packers, i Vikings si presentano come la squadra favorita per lo scettro della divisione e non solo. La squadra è rimasta intatta ed è stata aggiunta anche profondità nelle secondarie.

    Iniziamo l’analisi dai Chicago Bears: Jay Cutler dovrà dimostrare di essere uno dei QB migliori della NFL. Ora o mai più dopo i fallimenti delle stagioni precedenti. L’importante movimento si è verificato a livello di coaching staff dove è stato ingaggiato come offensive coordinator uno degli allenatori più controversi degli ultimi anni, Mike Mart, chiamato a portare a Chicago il suo attacco pass-oriented in una franchigia sempre famosa per il suo running game.
    Quella da descrivere è una squadra che dal lato difensivo, se in giornata, non ha niente da invidiare a nessun altro NFL team. Può contare su una linea difensiva molto solida, guidata dall’aggressività di Tommie Harris con l’aggiunta del neo arrivato Julius Peppers, 81 sacks in otto stagioni e 25 nelle ultime due.
    Brian Urlacher e Lance Briggs costituiscono una coppia di LBs tra le più temibili, sperando che il veterano-giocatore franchigia abbia finalmente recuperato dall’infortunio al polso e dai problemi alla schiena. Roach e Tinoisamoa si combattono l’ultimo starting spot di un reparto comunque molto profondo. Le secondarie possono essere il punto debole della difesa e si è riparato alla perdita di Vasher con l’acquisizione di Tim Jennings dai Colts e con il ritorno di Chris Harris da Carolina.
    Prevedere il risultato finale di questa compagine è uno dei pronostici più difficili da fare in quanto ci sono tutte le possibilità di una stagione con molte vittorie e soddisfazioni ma anche il rischio di un crollo totale. Molto probabilmente tutto dipenderà dall’inizio perché un avvio positivo potrebbe aggiungere entusiasmo in una squadra dove il talento non manca in nessun ruolo.

    Detroit Lions: anno 2 dopo Millen. La strada intrapresa sembra quella giusta nonostante le 2 vittorie della stagione scorsa possano ancora sembrare pochine. Per il secondo anno successivo il nuovo GM Martin Mayhew ha concluso una offseason da applausi con un draft condito dalla gemma Suh e una free agengy aggressiva con aggiunte in quasi tutti i reparti.
    L’attacco riparte dall’ex rookie Matthew Stafford, proveniente da una stagione d’esordio sicuramente positiva impreziosita dal drive conclusivo contro i Browns. Da lui ci si aspetta un ulteriore salto di qualità: di sicuro i Lions, dopo anni, possono affermare di avere un quarterback attorno al quale costruire la squadra. A fargli da chioccia, come back-up Shaun Hill, appena arrivato da San Francisco.
    Cosa aspettarsi quindi dai Lions?
    Di sicuro non i playoff. Tuttavia dopo anni di mediocrità si può contare la presenza di giocatori nelle posizione chiave attorno ai quali costruire una squadra che potrebbe riportare alla postseason la franchigia della città della Ford. Quantomeno un aumento delle vittorie dovrebbe essere garantito.

    Green Bay Packers: Mike McCarthy in ginocchio dopo il fumble di Rodgers nel WildCard Playoff contro i Cardinals. Ecco da dove riparte la franchigia del Wisconsin. La squadra era riuscita a recuperare dopo una partenza a dir poco imbarazzante (17 a 0 nel primo quarto) e sembrava destinata a scontrarsi con l’amato-odiato ex idolo Brett Favre per un posto al Super Bowl ma il destino l’ha pensata diversamente.
    I “cheeseheads” si presentano praticamente invariati alle porte di un nuovo campionato che potrebbe riportarli ai vecchi fasti. Ted Thompson ha abituato negli ultimi anni ad una offseason molto calma ma quest’anno è riuscito addirittura a superarsi se si pensa che le uniche note degne di menzione sono solamente gli allungamenti ai contratti dati ai super veterani Tauscher e Clifton.
    L’attacco rimane, quindi, guidato da Aaron Rodgers e non potrebbe essere altrimenti dopo che l’ex golden bears ha fatto ricredere anche i critici più nostalgici. 30 TD pass conditi da 7 INT e 4 rushing Td sono solamente alcuni dei numeri che riassumono la scorsa stagione e che dimostrano che, nonostante la dipartita di Favre, il passing game al Lambeau non è passato di moda. Su di lui poggiano le speranze gialloverdi. In molti tra gli analisti vedono la franchigia del Wisconsin come possibile protagonista a Dallas il prossimo febbraio: molto, se non tutto dipenderà dal miglioramento della pass rush in quanto l’attacco ha dimostrato di poter mettere i punti a tabellone.

    Praticamente risolto l’unico dubbio della offseason con il ritorno dell’ex nemico Favre al comando dell’attacco, i Minnesota Vikings si presentano sulla carta come una delle candidate più autorevoli non solamente per arrivare al SuperBowl ma anche per portare a casa il Vince Lombardi Trophy.
    Un drive assurdo ha impedito alla franchigia di Minneapolis di sbancare New Orleans dopo che durante la partita si era data dimostrazione di superiorità nei confronti dei padroni di casa.
    La squadra si presenta intoccata nei punti di forza e dopo aver trascinato letteralmente Favre al training camp pronta a ricominciare la marcia proprio lì dove si era interrotta. Qualche perplessità viene suscitata da un coaching staff forse non all’altezza delle ambizioni anche se deve dirsi che Childress ha sempre aumentato ogni anno il numero delle vittorie.
    Come detto Brett Favre si ripresenta al comando di un attacco ormai non più monodimensionale arrivando da una delle stagioni più positive dell’intera carriera. Alla sue spalle l’ormai bocciato Tarvaris Jackson il quale, anche alla luce di come è stata condotta la vicenda Favre, vede al capolinea la sua esperienza ai Vikings. Importante sarà l’asse tra Favre ed il “talentissimo” Adrian Peterson, il miglior running back della NFL (assieme a Chris Johnson) ma che può giocare anche da ricevitore: un’arma formidabile che potrebbe risultare letale per gli avversari.
    Senza possibilità di essere smentiti si può affermare che tutto quello che arriverà che non sarà almeno una presenza all’atto conclusivo della stagione dovrà essere etichettato come fallimento o delusione.
    I Vikings si presentano come una squadra pronta a vincere e con tutte le carte in regola per andare fino in fondo. Destano qualche perplessità l’età in certe posizioni chiave e la situazione infortuni dei WR Harvin e Rice senza poi contare che lo stesso Favre torna dopo un intervento ad una caviglia malconcia.

    NFC EAST

    In questa division Dallas parte con i favori del pronostico ed ha un’opportunità colossale da non perdere (Super Bowl da giocare in casa!), mentre Giants, Redskins ed Eagles sono squadre che possono stravolgere la classifica, che dipenderà soprattutto dagli scontri diretti.

    Per Dallas dunque la possibilità è ghiotta ed irripetibile, la squadra sembra essere all’apice delle proprie possibilità di vincere un titolo con la gestione attuale, e la prospettiva di alzare il trofeo davanti al proprio pubblico è tutto quello che Jerry Jones desidera.
    I Cowboys giocheranno per la storia, per essere il primo team di sempre a vincere il Super Bowl nel loro impianto, e proprio per questo motivo l’impegno richiesto sarà massimo, e la pressione che l’organizzazione avrà addosso sarà molto alta, come d’altronde lo sarà quella vissuta da Wade Phillips, che potrebbe avere l’ultima opportunità di vestire i panni del capo allenatore sotto Jerry Jones, la cui pazienza potrebbe finire presto.
    I Cowboys riportano in campo uno degli attacchi più prolifici dell’intera Nfl, dotato di un passing game altamente efficace, e di un reparto running backs profondo e, si spera, finalmente in salute. Tony Romo è un quarterback rigenerato, maturo, reduce dal suo miglior football giocato in carriera , che in cifre è tradotto in 4.483, 26 touchdowns e solo 9 intercetti, che testimoniano il notevole miglioramento fatto a livello di decisioni prese.
    Per Dallas è l’occasione della vita, e le motivazioni saranno alte come non mai, se si aggiunge il riscatto nei confronti della disfatta allo scorso Divisional contro Minnesota: la squadra è riuscita a sfatare il mito della vittoria ai playoffs che non arrivava da dodici anni, ma a Jerry Jones serve ben di più per ritenersi soddisfatto, a maggior ragione in un anno dove i texani sono indicati per andare fino in fondo.

    I New York Giants del “generale” Tom Coughlin sono spesso stati indecifrabili: si è passati dalla squadra mai capace di andare troppo avanti nei playoffs attrezzata con un quarterback senza attributi a quella miracolosa capace di battere i Patriots semi-perfetti al Super Bowl, per poi ritornare nel mistero e deludere le aspettative che, date le circostanze, avrebbero chiamato molte di più delle 8 vittorie ottenute nel campionato passato.
    Eli Manning, nel frattempo, gli attributi li ha fatti crescere a dismisura dimostrando di essere capace di vincere e di mantenere la calma in situazioni particolarmente difficili e pressanti, chiudendo il 2009 con 4.021 yards, 21 passaggi vincenti e 14 intercetti nonostante un reparto ricevitori tutto nuovo e tutto da testare.
    E chi lo voleva per forza limitato al ruolo di fratellino sfigato di Peyton si è ricreduto presto, dinanzi a quello che è diventato un ottimo quarterback nel leggere le situazioni, capace di aggiustare le chiamate in corsa e leader vocale migliorato rispetto alle timidezze iniziali.
    Parte della colpa dei fallimenti recenti è stato un gioco di corse passato dall’essere il punto di forza estremo dell’attacco, a tratti incontenibile, alla quasi totale inefficacia dell’anno scorso, terminato al diciassettesimo posto della lega per yards medie a gara. Unito ad un’efficienza limitata in redzone, solo poco più del 48% delle opportunità trasformate in 6 punti, il fatto è simbolico nei riguardi di Manning e dei suoi ricevitori, che hanno prodotto comunque 402 punti, ottavo miglior risultato in assoluto.
    A New York, sponda Giants ovviamente, desiderano un veloce e pronto ritorno ai playoffs, che potrebbe trovare diversi ostacoli per il grande livello divisionale, e che potrebbe vedere i Giants partire in apparente svantaggio a causa di una difesa quasi completamente nuova, molto inesperta, che dovrà vivere sulle giocate dei defensive ends per mascherare le altre lacune.
    Eli Manning, che si scontrerà con Peyton alla seconda settimana di campionato, è pronto per guidare un attacco giovane ma collaudato, quindi per mantenere saldo il posto a Coughlin, che vive ogni anno sull’orlo del precipizio, servirà segnare almeno come l’anno scorso.

    I Philadelphia Eagles hanno definitivamente voltato pagina rinunciando ai servizi di Donovan McNabb, quarterback che è stato tra i migliori di sempre nella storia della franchigia, e giocatore simbolo di un periodo che ha visto Phildelphia arrivare ad un passo dal Vince Lombardi Trophy.
    L’organizzazione, tuttavia, è solida ed Andy Reid è un allenatore di grandissime capacità tattiche e gestionali, che faranno in modo di non far sentire ai caldi tifosi del Lincoln Financial Field questa annata come una ricostruzione, ma come una continuazione del progetto vincente portato avanti in tutti questi anni.
    Dopo 2 partecipazioni da titolare al posto di McNabb, comincia ufficialmente l’era di Kevin Kolb su lunga distanza, nel senso che sarà titolare per un anno intero e dovrà dimostrare di possedere le attitudini per restare saldamente al posto di comando.
    Kolb ha tutte le caratteristiche richieste per giostrare la West Coast della versione Reid, che è sbilanciata storicamente verso la fase aerea, può eseguire tutti i lanci con precisione sul medio-corto, e può innescare un discreto numero di armi, dato il talento presente a roster.
    L’intesa con il miglior ricevitore a disposizione, DeSean Jackson, era stata già lampante quando, nelle 2 gare citate, Kolb aveva trovato ugualmente il modo di imbeccare il miglior playmaker di squadra, responsabile di 8 mete da oltre 50 yards e di 12 totali, ottenute tra corse, ricezioni, ed azioni di special team.
    Inutile sostenere, in quanto già abbastanza ovvio, che l’annata degli Eagles sarà tanto più duratura quanto migliori saranno le prestazioni di Kevin Kolb, l’uomo nuovo della squadra ed il principale responsabile del funzionamento di un attacco che deve produrre tanto per limitare le concessioni di una difesa che è stata la 19esima della NFL per punti lasciati agli avversari. Reid ha l’esperienza e la bravura necessaria per guidare ancora in alto questa squadra, l’ha fatto in passato con registi di livello inferiore e potrebbe farlo ancora, visto che a Kolb, apparentemente, non manca nulla per dare continuità a questo grande e rispettabile ciclo vincente.

    Cosa dire dei Washington Redskins? Nella capitale è arrivato un gigantesco repulisti con qualche anno di ritardo di troppo, che ha portato a cambiamenti radicali nel modo di condurre la squadra a livello dirigenziale e tattico, con facce nuove in tutti i settori più importanti dell’organizzazione.
    Dan Snyder è rimasto il solito, vulcanico, proprietario con la sola differenza che ha finalmente capito di dover mettere a tacere la lingua in settori che non gli competono, e Vinnie Cerrato, co-autore dei disastri epici combinati in fase di mercato, è stato allontanato, così come lo è stato Jim Zorn, troppo gentleman per essere un head coach nella spietata NFL.
    Il nuovo general manager Bruce Allen avrà il compito di far rendere meglio il processo di draft attraverso lo dipartimento scouting ed effettuare decisioni più oculate, sulle quali avrà possibilità di intervenire anche il nuovo head coach, Mike Shanahan, l’uomo che ci voleva per predersi sulle spalle una squadra con simili tradizioni.
    La franchigia ha un volto nuovo anche all’interno del campo, con l’ex Eagles Donovan McNabb preso attraverso una trade per dare un impatto immediato ad un ruolo che non ha mai avuto un giocatore del suo spessore nelle ultime 2 decadi.
    L’ex rivale divisionale porterà la leadership che Jason Campbell, lasciato andare ad Oakland, non ha mai avuto.
    Il miglioramento è netto, sulla carta, ma tutto il lavoro svolto e digerito forzatamente in fretta, dovrà tradursi in vittorie in una division molto competitiva, che vede almeno 2 squadre avanti ai Redskins in termini di qualità e possibilità di fare i playoffs.
    Il progetto è senz’altro a breve termine, vista l’età di McNabb, ma l’opportunità per tornare agli antichi fasti è davvero vicina, specialmente se arriverà, dalla famiglia Shanahan, la continuità che questa squadra storica meriterebbe finalmente di avere a livello gestionale.

  • NFL: Ancora importanti colpi nella free agency

    Nate Burleson ha raggiunto un accordo con i Detroit Lions per un contratto da 25 milioni di dollari in 5 anni.
    I Carolina Panthers hanno tagliato il quarterback Jake Delhomme, una stagione dopo aver prolungato il contratto con il giocatore. I Panthers hanno anche rilasciato il veterano defensive tackle Damione Lewis salvando 5 milioni di dollari nel monte salari e decidendo di proseguire nel rinnovamento della defensive line (Juluis Peppers è già andato ai Chicago Bears).
    I San Diego Chargers hanno fatto la loro offerta sul running back Darren Sproles. Sproles dovrebbe guadagnare 7.3 milioni di dollari nel 2010 se deciderà di firmare. I Chargers avranno 7 giorni per pareggiare un’offerta se un altro team decidesse di firmare Sproles. Se decidessero di non pareggiare una eventuale offerta, San Diego riceverebbe una 1° e 3° scelta al prossimo Draft dal team che dovesse firmare Sproles. I Chargers hanno fatto offerte da 1° e 3° scelta come compensazione all’outside linebacker Shawne Merriman, al left tackle Marcus McNeill ed ai wide receivers Malcom Floyd e Vincent Jackson. San Diego ha anche deciso di rilasciare il veterano defensive tackle Jamal Williams ed il backup running back Michael Bennett.
    I New York Jets hanno raggiunto un accordo di principio sempre con i San Diego Chargers per acquisire il cornerback Antonio Cromartie. Secondo alcune fonti, i Jets cederanno ai Chargers una 3° scelta nel draft 2011 che potrebbe poi diventare una 2° scelta.
    Sempre i Jets hanno scambiato la safety Kerry Rhodes agli Arizona Cardinals per una 4° scelta nel prossimo draft e per una 7° scelta nel Draft 2011.

    Larry Foote e Willie Parker sono dei Washington Redskins, che avrebbero anche raggiunto un accordo di massima per 3 anni con Artis Hicks, ex guardia dei Minnesota Vikings.
    Cincinnati Bengals e Seattle Seahawks sono interessate al wide receiver Brandon Marshall, che è un restricted free agent e costerà alla squadra che lo prenderà una prima scelta al Draft di quest’anno. I Cleveland Browns hanno firmato il linebacker Scott Fujita e l’offensive lineman Tony Pashos, entrambi unrestricted free agents. Fujita percepirà 14 milioni in in 3 stagioni, di cui 8 milioni garantiti mentre Pashos ha firmato un contratto per 3 stagioni da 10 milioni.
    Aaron Kampman, due volte Pro Bowl defensive end, ha firmato con i Jacksonville Jaguars come unrestricted free agent. Gli Oakland Raiders hanno rilasciato il running back Justin Fargas, dopo 7 stagioni con il team, dopo che questi non aveva superato dei test fisici.
    I Saint Louis Rams hanno firmato il quarterback free agent A.J. Feeley.
    Gli Atlanta Falcons hanno firmato il free-agent cornerback Dunta Robinson, ex Houston Texans, con un contratto per 6 stagioni da 57 milioni.
    Gli Indianapolis Colts, finalisti al Super Bowl, hanno deciso di rilasciare la strating left guard Ryan Lilja, risparmiando così 2 milioni in bonus.
    Gli Oakland Raiders hanno tagliato il receiver Javon Walker ed il defensive end Greg Ellis.

    La free safety Ryan Clark ha deciso di rifirmare con i Pittsburgh Steelers anche se tentata dall’offerta dei Miami Dolphins. Clark avrebbe firmato a 14 milioni per 4 stagioni. Gli Steelers hanno anche rifirmato la free-agent safety Will Allen per 3 stagioni, a 4.5 milioni di dollari.
    I Buffalo Bills hanno firmato l’ex takle di Oakland, Cornell Green.
    Dopo aver firmato il free agent cornerback Jonathan Wade, i Lions hanno acquistato anche il cornerback Chris Houston da Atlanta cedendo una 6° scelta e scambiando le rispettive 5° scelte con i Falcons.
    Charlie Whitehurst, backup quarterback dei Chargers, è nel mirino dei Cardinals come restricted free agent. Il suo costo sarebbe una 3° scelta.
    Kansas City ha firmato il running back Thomas Jones. L’ex Jets, Bears, Tampa Bay e Cardinals riceverà 5 milioni per le prossime 2 stagioni.
    Il running back LaDainian Tomlinson, rilasciato dopo 7 stagioni dai San Diego Chargers, visiterà in settimana i Minnesota Vikings. I Vikings cercano un cambio per il titolare Adrian Peterson, dopo aver perso il free agent Chester Taylor andato ai Chicago Bears.

    I Cleveland Browns hanno rilasciato l’ex Pro Bowl quarterback Derek Anderson esattamente un giorno dopo l’acquisizone, tramite trade, del quarterback Seneca Wallace dai Seattle Seahawks. Anderson è ora seguito da Oakland Raiders, Arizona Cardinals e proprio Seattle Seahawks. Secondo una fonte riportata da ESPN.com, Anderson avrebbe già programmate due visite con i Seahawks e con i Cardinals.
    Il quarterback Jim Sorgi è stato firmato dai Giants per una stagione. Sorgi ha giocato in carriera 16 partite NFL, completando 99 passaggi su 156 per 929 yards, con 6 touchdowns ed 1 intercetto.
    I Vikings hanno firmato il kicker specialista in kickoff Rhys Lloyd ed hanno rifirmato il cornerback Benny Sapp.
    I Philadelphia Eagles hanno scambiato il wide receiver Reggie Brown ai Tampa Bay Buccaneers per una 6° scelta del Draft 2011.
    I New England Patriots hanno annunciato di aver raggiunto l’accordo con il running back Kevin Faulk. Secondo alcune fonti, l’accordo è per una sola stagione. Faulk dovrebbe percepire 1 milione di signing bonus con eventuali altri 2 milioni in salario ed incentivi.
    Il wide receiver Antonio Bryant ha firmato un accordo per 4 stagioni con i Cincinnati Bengals, per 28 milloni, da alzare a 29 milioni con incentivi. L’aggiunta di Bryant sembra ridurre le possibilità che i Bengals firmino l’unrestricted free agent wide receiver Terrell Owens.
    Secondo quanto riportato dal Washington Post, i Washington Redskins hano raggiunto un accordo con il free agent nose tackle Maake Kemoeatu, ex Carolina Panthers, reduce da un infortunio per cui ha dovuto saltare tutta l’ultima stagione. Kemoeatu riceverà 7 milloni anche se sembra che poco di questo salario sarà garantito. Sempre i Redskins avrebbero anche raggiunto un accordo con il veterano running back Larry Johnson.
    Nei prossimi giorni si preannunciano comunque altri colpi…

  • NFL, Monday Night 8 Giornata: Ancora una vittoria per i New Orleans Saints

    NFL, Monday Night 8 Giornata: Ancora una vittoria per i New Orleans Saints

    New Orleans SaintsIl monday night della ottava giornata della NFL viene vinto dai sempre più lanciati New Orleans Saints che, sul campo amico, superano gli Atlanta Falcons per 35-27.
    Strada sempre più in discesa per i Saints verso i Play Off (e forse verso il Super Bowl), nelle rimanenti giornate infatti la squadra della Louisiana dovrà affrontare avversari che in media hanno il 35% di vittorie in stagione, nessuno nella NFL ha un calendario più favorevole.
    Atlanta ha messo sul campo tutta l’energia possibile ma non è bastato per fare risultato pieno. E sono stati proprio i Falcons a chiudere in vantaggio il primo quarto per 14-7, frutto dei touchdown del runningback Michael Turner (una forza della natura) e del ritorno in end zone, dopo un fumble del quarterback dei Saints Drew Brees, di Biermann, intervallati dal momentaneo pareggio di Pierre Thomas.

    Ma è il secondo periodo a fare la differenza tra le due franchigie: 21-0 New Orleans grazie ai touchdown di Marques Colston, Reggie Bush e del ritorno da intercetto di Greer. Quinto ritorno della difesa trasformato in touchdown per i Saints, in 7 partite, migliore squadra NFL in questa categoria (quasi un attacco mascherato).
    Si va al riposo sul 28-14.

    Il terzo quarto è avaro di emozioni, a movimentarlo c’è solo White e la sua segnatura che accorcia le distanze sul 28-21. Ultimo periodo, infine, che vede il calcio piazzato di Elam portare i Falcons sul 28-24. Il touchdown ancora di Thomas (35-24) sembra spezzare le ali ad Atlanta ma un altro field goal di Elam aggiorna il totale sul 35-27. La squadra della Georgia si ritrova incredibilmente ad un touchdown (con correlata conversione da 2 punti) dal clamoroso pareggio quando manca un minuto alla fine. Il possesso della palla ovale però è dei Saints. La sorte vorrebbe aiutare Atlanta: infatti i padroni di casa perdono il possesso in una mischia a metà campo. 40 secondi di fuoco aspettano i tifosi nero-oro. Ma l’ultimo lancio della disperazione del quarterback Matt Ryan si spegne nelle mani della difesa.

    Termina qui uno dei più bei Monday Night della stagione. Soddisfazione per New Orleans che solo a metà stagione si trova quasi con la qualificazione alla post season. Atlanta ha tanto da recriminare, piccoli errori che sono stati pagati cari. In fondo, come disse qualcuno molto famoso: “Il football, come la vita, è una questione di centimetri…”.