Il mercato della Roma si sta muovendo in maniera importante, con acquisti notevoli vista la qualificazione diretta alla prossima Champions League.
Il 23 aprile passato il tecnico giallorosso in un’intervista dichiarò: “Voglio una squadra competitiva, capace di affrontare la prossima Champions League. Voglio giocarmi da protagonista il girone e arrivare alla seconda fase“. Il destinatario delle parole era sicuramente Walter Sabatini il quale ha sposato il pensiero dell’allenatore regalando, a pochi giorni dall’inizio del ritiro estivo, tre calciatori che di Coppa dei Campioni se ne intendono: l’ultimo in ordine di tempo ad entrare nei cancelli di Trigoria sarà Urby Emanuleson, ancora pochi giorni per poter effettuare le visite mediche per un calciatore che a 28 anni vanta 32 presenze nella massima competizione continentale per club.
Prima di lui hanno messo la firma sul contratto nella società giallorossa due atleti che in passato hanno già avuto il privilegio di poter alzare la coppa dalle grandi orecchie: uno è Seydou Keita che ha vinto la Champions ben due volte nel 2009 e nel 2011 con il Barcellona: il centrocampista maliano ha firmato un contratto annuale. Il secondo risponde al nome di Ashley Cole trionfatore con il Chelsea nel 2012: per il terzino inglese contratto biennale a quasi tre milioni di euro a stagione.
Il turco Salih Uçan ha già posato le foto di rito con la sciarpa della Roma e manca soltanto l’annuncio ufficiale per poterlo considerare un giocatore giallorosso. Il centrocampista turco arriva in prestito dal Fenerbahçe.
A Trigoria i dirigenti giallorossi hanno incontrato gli agenti di Samuel Eto’o, sembra che il camerunense potrebbe arrivare nella capitale con un contratto biennale da 4.5 milioni a stagione. L’intenzione di Sabatini è di trattare per 3.5 milioni di euro per un solo anno di contratto, con un’opzione per il secondo anno.
In uscita sono due i nodi da sciogliere: il primo è rappresentato dal futuro di Miralem Pjanić, il secondo dal futuro di Mehdi Amine Benatia: in attesa di capire se Benatia lascerà o meno la Roma durante questa sessione di mercato il D.S. Sabatini si guarda in giro: l’ultima idea porta a Diego Godin, il nazionale uruguaino reduce da una stagione esaltante tra le file dell’Atletico Madrid piace molto alla dirigenza capitolina. Mentre manca solo l’ufficialità del prestito del brasiliano Dodo all’Inter: biennale con diritto di riscatto fissato a 7 milioni di euro. Il difensore brasiliano ha superato perfettamente le visite mediche a cui si è sottoposto prima di firmare l’accordo che lo legherà all’Inter.
Se è vero che le vittorie sofferte sono le più belle, quella conquistata dall’Italia contro l’Inghilterra, che vale la semifinale contro la Germania, è stata veramente stupenda. Sofferenza, ovviamente, legata al fatto di non essere riusciti in 120’ a forzare il fortino inglese, complici legni, difetti di mira e quanto altro. Sofferenza anche per essere finiti sotto ai calci di rigore, per aver intravisto una grande beffa pari a quella che subì l’Olanda nell’Europeo del 2000 proprio contro l’Italia. E invece no, una volta tanto ha vinto chi ha meritato, chi ha giocato per quasi due ore ad una porta. Insomma, in Italia-Inghilterra si è visto veramente di tutto.
I Leoni hanno forse esasperato l’atteggiamento all’italiana, non vedendo mai la porta azzurra dopo un paio di occasioni iniziali. Merito di una Nazionale, quella di Prandelli dalla feroce generosità e dalla classe superba che ha messo alle corde gli inglesi, i cui timori della vigilia possiamo dire fossero veramente fondati. Gerrard che gira a vuoto e impallidito nella morsa dei centrocampisti azzurri, Rooney che non vede una palla contro Barzagli e Bonucci.
Chiari segnali questi, di come la squadra di Prandelli abbia demolito i britannici, duri però a morire, forse perché assistiti dalla dea bandata. Ma alla fine i rigori hanno dimostrato la vera essenza dell’Italia, in tutti i sensi. Il tiro fuori di Montolivo aveva fatto precipitare gli Azzurri, ma la follia di Pirlo, con un cucchiaio che tanto ricorda quello di Totti nella già citata Italia-Olanda del 2000 e la parata di Buffon su Cole segnano la svolta che poi diventa apoteosi al gol di Diamanti. L’Italia c’è e se la stanchezza non farà brutti scherzi contro la Germania ne vedremo delle belle.
INIZIO PALPITANTE – Prandelli e Hodgson non cambiano nulla rispetto a quanto preventivato alla vigilia. Negli Azzurri c’è Montolivo al posto di Thiago Motta. L’avvio vede un’Italia spumeggiante e già dopo un paio di giri di lancette potrebbe passare grazie a De Rossi che con una sventola dalla distanza fa tremare i pali della porta inglese. I britannici si scuotono, capiscono che nonostante il loro atteggiamento palesemente difensivo non possono difendere per tutti i 90’. E allora cominciano a spingere grazie anche alle sovrapposizioni costanti dei terzini, tanto che sfiorano il gol con Johnson il quale non sfrutta un’ottima palla gol in area azzurra grazie anche al bell’intervento di Buffon e Rooney che di testa manda di poco alto. Il momento d’oro degli inglesi finisce qui.
SAGRA DEGLI ERRORI – Da questo momento in poi è solo Italia. Tanto possesso palla grazie anche ad un centrocampo devastante, con De Rossi e Marchisio schegge impazzite, Montolivo a tutto campo e Pirlo solito regista, un esterno di difesa assai ficcante come Balzaretti, ma i varchi sono veramente pochi visto che l’Inghilterra è letteralmente asserragliata. Dunque tocca provare a scavalcarla e cosi ci pensa Pirlo che lancia sul filo del fuorigioco Balotelli il quale quasi incredulo di cotanta grazia si lascia rimontare da Terry che partiva alle sue spalle. Un film già visto contro la Spagna.
Il giocatore del City si potrebbe rifare poco dopo su una geniale imbeccata di Montolivo ma da posizione centrale calcia in bocca ad Hart. E Cassano? Per mezz’ora buona è il fantasma di se stesso. Esce dal torpore dopo mezz’ora abbondante quando di testa apparecchia per Balotelli che, tanto per cambiare, si fa anticipare. Quindi Fantantonio si mette in proprio con un bel tiro dalla distanza: Hart ci mette i guantoni. L’Inghilterra dal guscio ci esce una sola volta Welbeck ma i risultati non sono confortanti. Insomma un primo tempo che si chiude con il rammarico per le tante palle gol sprecate.
LA MUSICA NON CAMBIA – Nella ripresa l’Italia comincia come aveva finito il primo tempo. L’assedio continua e la prima ghiotta palla gol capita a De Rossi che servito da Marchisio spara fuori da posizione più che invitante. Intanto Abate comincia a spingere come non aveva fatto nel primo tempo e aumentano i grattacapi per Hodgson. Balotelli e Montolivo sprecano due grandi occasioni, il secondo a porta quasi vuota ma in equilibrio precario. Insomma l’Italia c’è, ma il gol non arriva.
SI CAMBIA – Hodgson capisce che cosi non va, perché non solo in difesa si soffre e solo un buon Terry tiene in piedi la baracca, ma in avanti Rooney e Welbeck sono oggetti misteriosi. Colpa anche di un centrocampo abulico, con un Gerrard totalmente irriconoscibile. L’allenatore britannico prova a dare la scossa con il gigante Carroll, chiamato a fare sponde (e falli) e lo sgusciante Walcott. Ma non cambierà, di fatto, proprio nulla. Dall’altra parte Prandelli lancia Diamanti al posto di un Cassano stanco. E’ questo l’unico cambio del tecnico azzurro che poco dopo si vede costretto a sostituire anche De Rossi e Abate con Nocerino e Maggio. I tre nuovi si riveleranno molto utili, con Diamanti che si affianca a Montolivo dietro l’unica punta Balotelli nello schema ad albero di Natale. Ma il risultato non cambia.
ULTIMI SFORZI AZZURRI – Nei supplementari Prandelli rimodula i suoi con il 4-4-2, con Nocerino largo a sinistra. Si continua ad attaccare a tutto spiano, con Diamanti che colpisce un altro palo su tiro cross e Nocerino che va in gol ma la sua gioia viene frenata dal guardalinee che sventola la bandierina: è fuorigioco. Intanto Maggio si becca, ingiustamente, un giallo pesante: essendo diffidato salterà la gara con la Germania. Finisce cosi 0-0, si va ai rigori.
DALL’INCUBO ALL’APOTEOSI – Solitamente chi domina nei tempi regolamentari viene beffato ai calci di rigore. E cosi sembra quando Montolivo, dopo i centri di Balotelli e Gerrard, calcia fuori. Un incubo per il centrocampista che scoppia in lacrime. Rooney legittima il vantaggio dei suoi aumentando la paura degli Azzurri che hanno un sussulto quando Pirlo si inventa un cucchiaio che tiene tutti con il fiato sospeso. Un gesto che forse scuote l’Italia e innervosisce gli inglesi. Young centra in pieno la traversa e le cose si rimettono in sesto. Nocerino non sbaglia a differenza di Cole che calcia male e Buffon non può far altro che bloccare la sfera. Il penalty decisivo capita sui piedi di Diamanti che spiazza Hart e fa esplodere l’apoteosi azzurra: l’Italia c’è, anche dagli undici metri. L’incubo di quattro anni fa con la Spagna è scacciato. Game over invece per l’Inghilterra. Con un cuore grande cosi nemmeno la corazzata Germania fa poi così tanta paura.
Italia-Inghilterra, le immagini:
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Sarà Italia-Inghilterra di questa sera a chiudere il quadro dei quarti di finale di Euro 2012. Sulla carta il più equilibrato, considerando che negli altri c’è stata una squadra che è riuscita ad imporsi sia per gioco che per risultato sull’altra. Stasera a Kiev però dovrebbe essere diverso: da una parte un’Italia che ha riacquisito brio e vitalità dopo il match con l’Irlanda e la qualificazione con brivido grazie al mancato biscotto tra Spagna e Croazia, dall’altra un’Inghilterra che o per scarsa autoconvinzione o per pretattica sembra affrontare questo match con un po’ di timore.
Fatto sta che anche i bookmakers, nonostante il buon cammino dei britannici nel girone eliminatorio, chiuso dai Leoni d’oltre Manica al primo posto, danno gli Azzurri favoriti. Un match indubbiamente affascinante tra due squadre che da più partite sono state considerate simili per il modo di giocare. Incontro del tutto particolare per Mario Balotelli, non tanto per lo sfogo della vigilia ma anche e soprattutto perché gioca in Inghilterra e si troverà davanti alcuni dei suoi compagni di squadra al Manchester City, Lescott su tutti. Ma sarà sfida a distanza, o se preferite derby di Manchester, con Wayne Rooney. Due grandi talenti vogliosi di ben figurare anche in nazionale. Formazioni quasi fatte, anche se c’è un dubbio che attanaglia Cesare Prandelli e forse lo farà fino a poche ore prima dell’inizio del match: è quello legato a Thiago Motta.
Il giocatore si è allenato a parte negli ultimi giorni e non appare al top, tanto che alla fine potrebbe sedere in panchina. Due i possibili sostituti: Nocerino e Montolivo. Quest’ultimo sembra essere favorito, anche perché più abituato a giocare dietro le punte a differenza dell’altro. Per il resto formazione confermata con Chiellini unico indisponibile causa infortuno. Nel 4-3-1-2 di Prandelli davanti a Buffon difesa formata da Bonucci e Barzali centrali mentre sulle corsie laterali sono confermati Abate e Balzaretti che bene hanno fatto contro l’Irlanda. Il trio di centrocampo è quello composto da Marchisio, Pirlo e De Rossi mentre Montolivo dovrebbe agire alle spalle di Cassano e Balotelli, con Di Natale che partirà dalla panchina ma che probabilmente troverà spazio nel corso del match.
Dall’altra parte invece Hodgson non cambierà il 4-4-2 che l’ha portato sin qui grazie al pareggio con la Francia e alle vittorie su Svezia e Ucraina. In porta ci andrà Hart. Davanti a lui Terry e Lescott con Johnson e Cole che avranno il compito di presidiare le corsie laterali. In mezzo al campo regia affidata a Gerrard e Parker con Milner e Young chiamati a spingere a supporto delle due punte Welbeck e Rooney, quest’ultimo autore di un gol all’esordio contro l’Ucraina.
Italia-Inghilterra, le formazioni: ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Abate, Barzagli, Bonucci, Balzaretti; Marichisio, Pirlo, De Rossi; Montolivo, Balotelli, Cassano. In panchina: Maggio, Giaccherini, Di Natale, De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Thiago Motta, Diamanti, Nocerino, Borini, Giovinco. Allenatore: Prandelli INGHILTERRA (4-4-2): Hart; Johnson, Terry, Lescott, Cole; Milner, Gerrard, Parker, Young; Rooney, Welbeck. In panchina: Green, Butland, Jones, Baines, Jagielka, Kelly, Downing, Henderson, Oxlade Chamberlain, Walcott, Carroll, Defoe. Allenatore: Hodgson
E’ davvero dura per Carlo Ancelotti lavorare al Chelsea, l’ambiente dei Blue è da qualche tempo più simile ad una polveriera che a quello di una società sportiva. Dagli scandali di gossip alle liti dirigenziali la squadra del magnate russo Abramovic riempe sempre più i giornali nelle sessioni di gossip e di cronaca che quelle sportive legate ai risultati.
L’ultima bravata arriva dal laterale sinistro Ashley Cole che ha pensato bene di usare un fucile ad aria compressa al campo di allenamento di Cobham. Dopo aver sparato qualche colpo ha preso di mira Tom Cowan, uno studente 21enne di Scienze dello Sport che sta svolgendo uno stage universitario presso la sede del Chelsea.
Lo studente colpito è stato soccorso sul posto dallo staff sanitario dei Blues. Per lui solo un pò di dolore e tanto spavento. Cole è stato richiamato dal Chelsea con un provvedimento disciplinare ma ora dovrà fare i conti con l’irreprensibile giustizia britannica e rischia fino a 5 anni di prigione.
Cresciuto sui fangosi campetti di Cardiff, il gallese Gareth Bale fu “assoldato” dai talent scout del Southampton, squadra con la quale ha debuttato in Premier. A sedici anni e mezzo l’esordio in nazionale maggiore (il più giovane di sempre). Nel 2007 il Tottenham sborsa 5 milioni di pounds per assicurarsi le sue prestazioni. Annovera un bagaglio tecnico sconfinato: specialista nei calci piazzati, riesce ad imprimere un effetto unico nel suo genere, per ulteriori informazioni chiedere al Derby Country.
A detta di Mourinho ha i numeri per diventare più forte di Ashley Cole. Velocissimo sulla fascia sinistra, può ricoprire le mansioni di terzino,centrocampista ed ala. Corrisponde all’identikit del moderno esterno”tuttofare”. Dopo alcune stagioni tribolate causa infortunio l’enfant prodige classe ’89, con quel look a metà tra Zac Efron e Cornelius de “Il pianeta delle scimmie”, è pronto a farci stropicciare gli occhi. Perché aspettare? Cominciate con questo:
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Si tratta del gol decisivo rifilato allo Stoke City nella seconda giornata di Premier appena conclusasi. La sua squadra ha vinto 2-1 e per la cronaca aveva segnato anche il primo gol. Ah,dimenticavo: oggi giocava in difesa.
La tormentata storia d’amore tra Ashley e Cheryl Cole si è conclusa poche settimane fa con l’istanza di divorzio. Cheryl non è riuscita a passar su alle tante scappatelle del laterale inglese.
Il giocatore comunque non ha perso tempo e prima di partire con la nazionale di Fabio Capello alle volta del Sudafrica ha iniziato una nuova liason amorosa con una lapdancer conosciuta qualche mese fa ad una festa del Chelsea.
Per i tabloid inglesi Sarah Purnell, la nuova fiamma, è la copia più giovane di Cheryl. Clicca per veder la sua gallery
Potrebbero contribuire ad una repentina accelerazione le dichiarazioni di Gerrard e Di Maria rilasciate rispettivamente a As e Marca mettendo alle strette i rispettivi club.
Il centrocampista del Liverpool, corteggiato anche dall’Inter, ha manifestato a chiare lettere la voglia di giocare alla corte di Mourinho nella prossima stagione. Pare che il Real sia disposto ad offrire 30 milioni di euro per aver il cartellino ma di contro c’è la volontà del Liverpool di non smembrare la squadra e perder ulteriormente valore.
L’esterno portoghese, invece, si è detto sicuro dell’ormai imminente approdo al Real. Pare che ci siano 5 milioni di differenza tra domanda e offerta ma anche qui le dichiarazioni del laterale portoghese e la consulenza di Jorge Mendes riusciranno a trovare l’accordo.
Sistemato il centrocampo, il Real e Mourinho si occuperanno della difesa con la ricerca serrata ad un laterale, Maicon in vantaggio su Cole, e ad un centrale di sicuro affidamento.
Florentino Perez è stato costretto a metter mano al portafogli per liberare Josè Mourinho dall’Inter e adesso ancor di più pretende dal portoghese il massimo. L’ambizione del numero uno madrileno è notoria e dopo un anno in sordina la prossima stagione deve per forza di cose esser quella del riscatto.
Mourinho avrà carta libera in sede di calciomercato e il portoghese si rivolgerà ancora all’Italia per ritentare la scalata alla vittoria della Champions League. Con in squadra gente del calibro di Cristiano Ronaldo, Kaka, Higuain e Benzema non può che esser la difesa il reparto da rinforzare.
Sembra certo il passaggio ai Blancos di Maicon, mentre per il ruolo di centrale potrebbe esser Chiellini il “Lucio” di Mourinho. Il difensore della Juventus e della nazionale sembra in procinto di cambiar maglia e l’avventura spagnola potrebbe prender corpo. Per la sinistra si parla anche di Kolarov anche se incombe alla presenza di Asheley Cole.
Per il centrocampo il sogno è Daniele De Rossi e capitan futuro ha aperto alla trattativa ma sarà difficile sdradicare ai romani un pezzo di cuore. Più plausibile le ipotesi che porta a Gerrard.
L’amore tra Ashley Cole e Cheryl è giunto al capolinea. La bellissima cantante e adesso giudice di X Factor non è riuscita a sopportare le relazioni extraconiugali della stella del Chelsea e della Nazionale inglese. Sono ben cinque le relazioni attribuite a Cole e tutte documentate da mms hot mandati alle sue amanti.
Ma nonostante la delusione Cheryl dimostra di aver classe e rispetto verso il lavoro del marito decidendo di accettare un divorzio lampo senza accaparrare pretese economiche proprio per permettere al giocatore di pensare solamente alla rassegna sudafricana.
Dalle rivelazioni del Sun il divorzio dovrebbe esser concluso prima del 12 giugno, giorno in cui l’Inghilterra di Fabio Capello debutterà in Sud Africa.
Storico successo per il Chelsea di Ancelotti che, a distanza di una settimana dalla conquista della Premier League, vince anche la Fa Cup (la Coppa d’Inghilterra) completando l’accoppiata campionato – coppa nazionale riuscendo li dove aveva fallito ai suoi tempi Mourinho. E Ancelotti diventa così sempre più Re Carlo.
In realtà si tratta del terzo trofeo per i Blues quest’anno se si conta anche il Community Shield vinto in estate (la supercoppa nazionale) che però viene poco considerato dagli inglesi.
A Wembley il Chelsea vince, come da pronostico, contro il Portsmouth dell’ex Avram Grant, fresco di retrocessione in Championship, solo 1-0 ma con il risultato che poteva essere più schiacciante: ben 5 i pali colpiti dai londinesi prima di passare in vantaggio con il solito gol del bomber Drogba al 58′ direttamente su calcio di punizione, questa volta aiutato dal “legno”. Eppure il Portsmouth aveva avuto la sua grande occasione soltanto due minuti prima con il rigore decretato a favore per atterramento di Belletti su Piquionne che Boateng aveva sprecato come peggio non poteva.
Più tardi anche Lampard fallisce un penalty ma poco importa perchè il Chelsea riesce ad alzare al cielo di Wembley la Coppa in una giornata in cui il numero 6 diventa legge: 6 come le Fa Cup conquistate dal club di Londra nella sua storia e da Ashley Cole nella sua carriera da calciatore (record), 6 come i legni colpiti dai Blues durante la gara, 6 come i gol di Drogba a Wembley, 6 come le squadre che prima del Chelsea erano riuscite nell’accoppiata campionato – Fa Cup (Preston, Aston Villa, Tottenham, Arsenal, Liverpool e Manchester United).