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  • Lippi: “niente prime donne in Nazionale”. Per fortuna Cristiano Ronaldo e Messi non sono italiani

    Le squadre vincenti devono essere formate da giocatori che abbiano il valore dell’aggregazione e che si mettano al servizio degli altri, non da chi si sente fenomeno o primadonna. “

    Anche senza nominare mai Antonio Cassano le dichiarazioni rilasciare dal commissario tecnico della Nazionale Marcello Lippi sembrano rivolte proprio al talento barese. L’ex allenatore della Juventus  ha ancora una volta ribadito di preferire il gruppo all’estro di giocatori che si sentono fenomeni non rendendosi cosi utili alla causa.

    Questa visione del calcio è vera fino a un certo punto però, il Milan di Sacchi ad esempio era una macchina perfetta dal punto di vista organizzativo tutti facevano la propria parte ed erano pronti ad aiutare i compagni, ma quel Milan era pieno di prime donne. Ma lo stesso Francesco Totti pupillo di Lippi tanto da volerlo convincere di tornare in azzurro non deve esser considerato una prima donna? Per fortuna il nostro tecnico ha esternato la sua visione altrimenti in futuro poteva ricevere l’incarico di selezionatore del Portogallo o dell’Argentina lasciando a casa Messi e Cristiano Ronaldo perchè non funzionali al gruppo.

    Marcello Lippi ha condotto gli azzurri a vincere il Mondiale nel 2006 e per questo merita fiducia e rispetto, ma ne meriterebbe di più se avesse il coraggio di dire il vero motivo per cui non convoca Cassano e cioè l’antipatia verso il talento di Bari Vecchia.

  • E’ crisi nera per il basket e la pallavolo italiana

    L’Europa ci fa le boccacce sul Bosforo, mandando oltre la barriera corallina della sopportazione una nazionale che era arrivata quarta alle Olimpiadi di Pechino. Un anno per andare a quel paese con uno degli sport di squadra che ci aveva regalato titoli mondiali, trionfi di ogni tipo, addirittura il titolo di squadra del secolo rappresentata da Lollo Bernardi che, probabilmente, vivrà le stesse amarezze del suo ex compagno di Nazionale, il Nano Anastasi che non era uno dei principi ai tempi di Velasco, ma serviva a tenere insieme un gruppo, almeno fino ai giorni in cui l’invidia fece cadere dalla sedia Julio Velasco, così come era accaduto nella pallanuoto con Ratko Rudic, così come fecero quelli del rugby con Georges Coste.
    Pensate un po’, erano i tre personaggi che Petrucci, il presidente del Coni, avrebbe voluto nella commissione speciale per lo sviluppo dello sport di squadra, quella dove adesso è entrato Arrigo Sacchi che qualcosa avrà da dire alla prima riunione sulle macerie, o almeno si spera che la carica non sia soltanto fumo negli occhi.
    fonte: il Giornale

    Casa diroccata per il 3-0 subito dalla Russia che ieri (dopo altre tre sconfitte) ci ha in pratica condannato a cercare oggi contro la Finlandia di non arrivare oltre il decimo posto che sarebbe il peggiore risultato della storia, un postaccio al freddo che non frequentavamo più dal 1975.
    C’è da piangere considerando che con due terzi di questa squadra sbriciolata in Turchia dovremo affrontare il mondiale e poi le qualificazioni europee del 2011. Certo a questo punto possiamo dire di stare davvero male a quota zero. Dopo i mondiali disastro dell’atletica, siamo davanti alla rupe dove è sprofondata la pallanuoto, guardando con terrore alla prossima stagione del rugby che si inizierà contro i più forti del mondo, Nuova Zelanda a San Siro e poi i campioni del Sudafrica ad Udine, ma che non promette niente di meglio del solito cucchiaio di legno per il Sei Nazioni.

    Nelle ore dello sconforto che hanno fatto gridare al tradimento perché Gianni Petrucci trova assurdo che tanti eccellenti tecnici italiani vadano a dare una mano ad altre nazionali, c’è gente che non riesce più a tacere. Al presidente del Coni ha risposto Fefè De Giorgi, altro personaggio splendido nell’età dell’oro di Velasco, oggi allenatore a Macerata, spiegando che non esistono segreti inviolabili da esportare. Certo che Prandi con la Bulgaria e Bagnoli con la Russia stanno correndo forte, ma quelli sono personaggi che alla pallavolo italiana hanno dato tutto e anche di più, certo che l’Europa è diventata più difficile, come prova a dire per consolarsi il presidente federale Magri, ma nella sostanza bisogna prendere atto di quello che Ettore Messina, dopo 4 anni di successi a Mosca, oggi al Real Madrid, ci ha detto a Bologna, davanti alla chiesa dove il mondo del basket dava l’addio al suo mentore, l’avvocato Porelli: «In Italia lo sport è sempre meno programmazione, c’è poca cultura sportiva. Le società sono sfinite. Devi vincere, ma hai sempre meno mezzi. Se perdi sono calci e allora uno se ne va via».

    Certo anche noi siamo andati diritti al cuore della conduzione tecnica: Recalcati, l’uomo dell’argento olimpico, lo consideriamo a fine corsa; Anastasi, vincitore dell’ultimo europeo di pallavolo, ma con la Spagna, richiamato a casa, adesso è davanti a fucili puntati. Un colpevole si trova sempre, ma è ora di rinnovarsi davvero o saranno soltanto estati per il poker e il fantasport.

  • Sacchi analizza il Milan:”il derby? Un incidente di caccia, i risultati arriveranno”

    Sacchi analizza il Milan:”il derby? Un incidente di caccia, i risultati arriveranno”

    arrigo sacchiMilanNews riesce ad intervistare in esclusiva uno degli artefici del grande Milan: Arrigo Sacchi. Lo stratega voluto da Berlusconi nel suo primo Milan è diventato subito un punto di riferimento nel nuovo modo di concepire il calcio cercando di amalgamare bravi solisti in un armonico complesso per far fare il salti di qualità alla squadra. Incalzato da MilanNews spiega quali sono i difetti di questo nuovo Milan e qual è la strada per risolvere ma tiene a precisare che il Milan ha una dirigenza competente e sarà quella a dar i frutti sperati.
    Ecco i punti piu salienti dell’intervista:

    • Lunedì si è chiuso il mercato e il terzino chiesto Leonardo non è arrivato, crede che il Milan possa competere con la squadra che ha?

    “Terzini adatti al gioco di Leonardo non ce n’erano sul mercato soprattutto nella fase finale. Conoscendo a fondo la dirigenza milanista credo che le valutazioni fatte per costruire una squadra competitiva possano far sperare in una stagione abbastanza positiva. Ovvio il Milan non parte da favorito ma ad agosto è troppo presto per dare giudizi”.

    • Un voto al mercato?

    “Voto 7.5 al mercato nella sua globalità, non del Milan ovvio, anche se è molto difficile dare un voto complessivo. Molte squadre han fatto molto bene, Geona in primis, Napoli, Juventus con l’arrivo di Diego, Inter con il trio Thiago Motta Milito ed E’to. Male la Roma, un’incognita il Milan anche se la scoperta di Thiago Silva unita al recupero di Nesta assieme a quello di Borriello ed all’arrivo di Hunteelar possa dare speranza ai tifosi”.

    • Dal confronto con l’Inter, il Milan ne esce davvero malconcio?

    “Assolutamente no, in primis un derby in agosto non si era mai visto quindi il caldo, la scarsa identità di squadra data dal poco tempo a disposizione di Leonardo per lavorare credo possano essere attenuanti valide per credere ancora nel Milan, siamo solo alla seconda giornata. Se il Milan non aveva diritto ad esaltarsi dopo la partita col Siena neanche l’Inter ha fatto bene a non piangere per il pareggio col Bari – dice Arrigo Sacchi a MilanNews -. Il Milan è lo stesso anche dopo aver perso il derby con una squadra in dieci, rattoppata, senza idee e con la coppia Pato Ronaldinho chiusi ottimamente dalla gabbia interista”.

    • Il Milan può ancora dire la sua per la vittoria dello scudetto?

    “Io credo che la battaglia sia a tre. Difficile dire chi fra Inter e Juventus al primo posto poi il Milan credo possa dire la sua. Non credo che la Roma possa avere chances per competere”.

    • Se dovesse scegliere un reparto, quale rafforzerebbe al Milan?

    “Più che rafforzare un reparto cercherei di dare ordine alla manovra. Ricordiamoci che un bravo solista suona bene ma non dà armonia, l’armonia la dà il collettivo. Il terzo goal dell’anticipo sono stati generati da un errato taglio in diagonale di Jankulovski ma la fascia dove Maicon giocava era altresì troppo libera: qualcosa a livello tattico va sistemato”.

    In Champions il Milan di solito si trasforma, questa volta può arrivare lontano?

    “L’ultima Champions del Milan è arrivata dopo un avvio stentato in campionato e dopo una fase preliminare. Di solito il Milan è abituato ai grandi appuntamenti, se riuscirà a recuperare psicologicamente alcuni giocatori , con spirito di gruppo e voglia di lavorare credo che possa dire la sua”.

    • Una speranza per i tifosi rossoneri che sono preoccupati dopo il mercato e il derby…

    “Ai tifosi posso dire che la dirigenza milanista è una delle più longeve in circolazione e di calcio ne capisce – spiega a MilanNews -. Considero l’aver perso il derby un incidente di caccia: spero di non sbagliarmi ma è presto per poter dare sentenze. Il Milan deve fare un mea culpa generale e ripartire con l’obiettivo di far bene: credo che i risultati arriveranno”.