Tag: ariedo braida

  • Ariedo Braida: addio al Milan dopo 28 anni

    Ariedo Braida: addio al Milan dopo 28 anni

    Dopo 28 anni di servizio, coronati da grandi successi, un altro dei più fidati collaboratori del Presidente Silvio Berlusconi lascia il club. Ariedo Braida (67) lascia la carica di Direttore Sportivo del Milan. (altro…)

  • Calciomercato Milan, caos attaccanti ma chi risolve i problemi di Allegri?

    Calciomercato Milan, caos attaccanti ma chi risolve i problemi di Allegri?

    L’inizio del 2013 non ha portato niente di nuovo in casa Milan. O quasi. Prosegue senza sosta il soggiorno di Adriano Galliani in Brasile, raggiunto nelle ultime ore anche da Mino Raiola, che cercherà di sbloccare definitivamente la trattativa per Robinho, con il Santos non intenzionato a concedersi ulteriori capricci sopra la quota di 7 milioni di euro, ultima offerta presenta dal Peixe alla società rossonera. Di ieri poi la notizia dell’accordo ormai raggiunto tra Corinthians e Milan per il trasferimento di Alexandre Pato al Milan. A rivelarlo durante un’intervista a Radio Globo l’agente del Papero, Gilmar Veloz, il quale ha confermato come la cessione del suo assistito al Timao debba considerarsi come realtà, con l’affare che si concluderà positivamente al 100%.

    Sfuma così la presunta volontà di Silvio Berlusconi di tenere uno tra Pato e Robinho, presunta perché la vendita dei due brasiliani rientra comunque nella politica di rinnovamento della squadra e del budget stipendi, con un risparmio da entrambi i calciatori di 8 milioni netti a stagione, circa 16 milioni lordi ogni 12 mesi.

    Ciò che si chiede il tifoso del Milan però è dove siano finiti i buoni propositi per gli altri due reparti della squadra. Al momento infatti, difesa e centrocampo appaiono essere più in difficoltà rispetto all’attacco, dove c’è un certo Stephan El Shaarawy, capocannoniere del torneo di Serie A fin qui.

    Ariedo Braida | ©Enrico Locci/Getty Images
    Ariedo Braida | ©Enrico Locci/Getty Images

    La stampa nazionale ed estera non sembra parlare d’altro di Balotelli o Drogba. I problemi del Milan però più che davanti sono dietro. A centrocampo per esempio, dove manca un vero leader che abbia la personalità di porsi davanti la difesa e gestire il pallone. Nonostante lo stesso Montolivo abbia più volte ribadito la disponibilità di giocare in quel ruolo, la soluzione sembra essere un’altra, diversa da quella proposta dall’ex calciatore della Fiorentina. Montolivo non ha né la fase difensiva né i piedi del compianto Andrea Pirlo, e neppure la forza fisica e la personalità di un Mark Van Bommel. Posto l’infortunio di De Jong a dicembre con tanti saluti alla stagione 2013-2014, è evidente come il Milan debba intervenire con decisione nel pacchetto di centrocampo. A riguardo Kevin Strootman può rappresentare l’elemento più idoneo per raccogliere l’eredità del suo maestro Van Bommel. Il costo di 10 milioni di euro è un ostacolo sì, ma fino ad un certo punto per una società che ha chiarito più volte di voler aprire un nuovo ciclo costruendo una squadra coi migliori giovani under 23 di tutta Europa e del mondo.

    Per non parlare poi del reparto difensivo. L’ultima partita contro la Roma e le continue amnesie nei calci piazzati hanno fatto scattare l’allarme nel quartier generale di Milanello. Yepes e sopratutto Mexes, oltre a Bonera e Zapata, sono elementi rispettabili per una squadra di medio-classifica, ma non per un club che vuole lottare per il secondo posto a fine stagione, così come dichiarato dallo stesso Galliani al termine della partita contro la Roma. Le voci su un centrale difensivo da affiancare a uno tra Yepes e Mexes sono letteralmente crollate dopo l’ultima intervista di Yanga M’Biwa, che dopo un’estate di tira e molla con il Milan ha detto a chiare lettere di volere soltanto il Manchester United. C’è poi anche il problema terzino sinistro, sebbene le ultime prestazioni di Kevin Constant sulla sua fascia di competenza lascino sperare ad un 2013 più tranquillo.

    Galliani e Braida, quali sono i propositi del nuovo anno?

  • Vlad Chiriches al Milan. Galliani pensa alla difesa

    Vlad Chiriches al Milan. Galliani pensa alla difesa

    La finestra del mercato invernale sta per aprirsi e sui giornali e siti web si fa a gara per trovare il nome nuovo da buttare in pasto ai tifosi. Ogni giorno circolano nomi nuovi, spesso messi in rete ad arte dalle società per distogliere l’attenzione sui reali obiettivi in modo da poter trattare i trasferimenti con maggiore discrezione e con minor concorrenza. Il Milan dopo un avvio di stagione al cardiopalma adesso sembra iniziato ad inanellare una serie di risultati positivi che lo proiettano all’inseguimento delle posizioni che contano. La rosa però sembra ancora non dare garanzie assolute a centrocampo, dove Allegri dovrà fare i conti con l’assenza di De Jong, e sopratutto in difesa dove a dire il vero la coppia Mexes Yepes inizia finalmente a dar più garanzie.

    Vlad Chiriches
    Vlad Chiriches obiettivo Milan | ©DANIEL MIHAILESCU/AFP/Getty Images
    Il primo colpo del calciomercato invernale in casa Milan però potrebbe esser proprio in difesa dopo Galliani e sopratutto Ariedo Braida hanno messo gli occhi sul forte e giovane difensore centrale dello Steaua Bucarest Vlad Chiriches che interessa molto anche a Juventus, Inter e Sampdoria in Italia mentre all’estero è lo Zenit ad esser l’antagonista più agguerrito. Classe ’89 Chiriches è un difensore centrale che all’occorrenza può adattarsi anche al ruolo di terzino destro, bravo nel gioco aereo e con una buona tecnica di base che permetterebbe ad Allegri una maggiore qualità in fase di impostazione.

    Secondo l’esperto di mercato Gianluca Di Marzio e Tuttosport il Milan avrebbe già fatto qualche sondaggio ma il presidente dello Steaua Becali al momento sembra tener duro sperando di far partire in asta intorno al suo talento. L’acquisto di Vlad Chiriches potrebbe inoltre permettere l’utilizzo di Acerbi come pedina di scambio per arrivare a Kucka o Nainggolan entrambi eredi designati di Nigel De Jong per il ruolo di metronomo davanti la difesa.

    Il costo del cartellino di Vlad Chiriches si aggira intorno agli 8 milioni di euro ma secondo gli esperti di mercato visto l’interesse di molte big sarà difficile portarlo via dalla Romania con una cifra sotto i dieci milioni di euro.

    Superbo gol di Vlad Chiriches dalla distanza
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  • Berlusconi punta sul Milan, Maldini e Baresi in Forza Italia 2.0

    Berlusconi punta sul Milan, Maldini e Baresi in Forza Italia 2.0

    Il disegno politico di Silvio Berlusconi è ormai chiaro: dopo aver fermato le primarie del Pdl imponendo la sua ricandidatura, dopo aver dato ordine di staccare la spina al governo Monti, la sua campagna elettorale è già iniziata e passa proprio da Milanello.

    La scelta di ritornare ad essere presidente-presente della squadra rossonera, con le visite settimanali al campo di allenamento con tanto di elicottero che scende dal cielo ed atterra sul campo verde, non è casuale. Del resto, è noto, ogni mossa di Berlusconi è studiata e pianificata da un team di esperti di comunicazione che suggeriscono, di volta in volta, gli aspetti su cui far leva. Dopo il colpo di teatro, o dinosauro dal cilindro, del “toglieremo l’Ici” che gli permise di vincere le elezioni del 2008, nel clima sommesso dell’Italia distrutta e avvilita dalla crisi le promesse hanno perso tutta la loro valenza e, dunque, Berlusconi si affida a quella che è l’unica fonte della propria credibilità: il Milan. Da quando si è riavvicinato alla squadra, il Milan ha ripreso a vincere facendo sì da considerare il presidente a metà tra un talismano ed uno psicoterapeuta dello spogliatoio, lustrando nuovamente la sua immagine appannata dagli innumerevoli scandali che lo hanno coinvolto negli ultimi anni.

    Berlusconi punta su Maldini e Baresi per Forza Italia 2.0
    Berlusconi punta su Maldini e Baresi per Forza Italia 2.0 | ©Claudio Villa/Getty Images

    E’ proprio per questo motivo che il presidente rossonero e candidato (per la quinta volta) a presidente del Consiglio, ha intenzione di costruire un nuovo partito “su misura” per dare una spallata definitiva a coloro che all’interno del Pdl gli hanno remato contro, ricalcando quello che era il modello di Forza Italia nata nel 1994, coinvolgendo in tale progetto Ariedo Braida, direttore sportivo rossonero, e due vecchie glorie milaniste, come Paolo Maldini e Franco Baresi, protagonisti proprio del Super Milan degli anni novanta, quello che anticipò la sua prima discesa in campo.

    Il grande Milan trionfatore in Italia e in Europa di Sacchi e Capello “tirò la volata” alla costruzione dell’immagine del Cavaliere vincente e sorridente, ed ora il vecchio (ma a quanto pare non stanco) presidente ricalca i suoi stessi passi per provare a risollevare le proprie quotazioni puntando sulla popolarità di candidati ben visti dall’opinione pubblica, tra cui anche il conduttore di punta di Mediaset Gerry Scotti che, però, al momento sembra aver declinato l’invito alla candidatura.

    Nel caso di Braida, Maldini e Baresi, invece, le possibilità di candidatura sono maggiori ed, in tal senso, Berlusconi sarà ancora una volta facilitato proprio dalle liste bloccate del Porcellum, la vecchia legge elettorale che consente al leader di coalizione di godere della massima discrezionalità nel comporre le liste dei candidati che potrebbero includere anche Flavio Briatore, lo stilista Cesare Paciotti ed il discusso direttore del Giornale Alessandro Sallusti.

    Se tali candidature dovessero essere confermate, dunque, non è arduo intuire quali saranno i temi portanti della campagna elettorale, che verrà basata sull’ormai nota battaglia anti-giudici, sui messaggi populistici del “no tasse” e sulle sopracitate “facce nuove della politica, che senza esperienza in tale campo potranno facilmente essere plasmati e prenderanno il posto dei vari Gasparri, La Russa, Cicchitto, ormai diseredati dal loro leader, già proiettato verso la nascita del Forza Italia 2.0, nell’ultimo – e disperato – tentativo di provare l’ultimo assalto alla presidenza del Consiglio, che gli permetta di completare il suo “disegno” interrotto nel Novembre 2011 dalla caduta del Governo.

  • Braida in Olanda per vedere da vicino van Rhijn e de Jong

    Braida in Olanda per vedere da vicino van Rhijn e de Jong

    Di rientro dal Sudamerica, il ds rossonero Ariedo Braida è stato avvistato nell’ultimo weekend in Olanda per dare nuovo slancio al calciomercato Milan. Due le partite visionate dal direttore sportivo. La prima di queste è stato il big match del sabato che vedeva affrontarsi Ajax e Psv. L’incontro è terminato con il netto successo dei padroni di casa per 3-1, bravi a sfruttare il momento negativo attraversato dagli ospiti di Dick Advocaat. Ajax-Psv è stata l’occasione per visionare da vicino due dei calciatori con più talento della squadra di De Boer, ovvero Ricardo van Rhijn e Siem de Jong, quest’ultimo autore del gol che ha sbloccato l’incontro di sabato sera. Se il secondo è già un giocatore ormai affermato e sul quale non ci soffermeremo specificamente in questo articolo, del primo si conosce relativamente poco e anche come operazione per le casse di Via Turati sarebbe più abbordabile.

    TERZINO DI PROSPETTIVA– Ricardo van Rhijn da quest’anno ha preso il posto di Van der Wiel, quest’ultimo trasferitosi al Paris Saint Germain. Già dalla scorsa stagione però il 21 enne olandese aveva spesso e volentieri scalzato nel girone di ritorno il titolare della fascia destra, complice anche un infortunio che aveva tenuto fuori Van der Wiel per un lungo periodo. Dotato di un fisico prestante, ha nella marcatura la sua qualità migliore. Rispetto a un De Sciglio o un Abate ha comunque meno spinta offensiva, sebbene il suo acquisto potrebbe aumentare l’affidabilità della retroguardia rossonera.

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    Ricardo van Rhijn mentre contrasta Balotelli | ©ANDREW YATES/AFP/Getty Images

    SUPERMERCATO VITESSE – Oltre ad Ajax-Psv, Braida è stato avvistato nella serata di ieri durante il match tra Vitesse e Roda, terminato con il punteggio di 3-0 in favore dei padroni di casa, autentica rivelazione della stagione in corso (primo posto in coabitazione con il Twente). In queste ultime settimane si è accostato spesso il nome di Marco Van Ginkel al club di Via Turati, specialmente in concomitanza con la visita di Marco Van Basten a Milanello. Il centrocampista offensivo del Vitesse è uno dei nomi nuovi del calcio olandese e di lui si dice un gran bene. Nonostante abbia soltanto 20 anni (compiuti sabato scorso), Marco Van Ginkel è già nel giro della Nazionale maggiore. In questa stagione ha segnato due gol, l’ultimo proprio ieri sera al Roda con Braida spettatore.

  • Braida in Brasile, conosciamo Felipe Anderson, Arouca e Rafael

    Braida in Brasile, conosciamo Felipe Anderson, Arouca e Rafael

    Prosegue la missione sudamericana di Ariedo Braida, sbarcato nel continente latino da oltre una settimana. Un viaggio finalizzato alla ricerca di nuovi nomi sia per il mercato di gennaio che per l’estate 2013. L’inizio della mission for talent ha avuto tinte albicelesti, con i vari Lisandro Lopez e Mugni finiti nella lente d’ingrandimento del direttore sportivo rossonero. Esauritosi il viaggio nelle Pampas, Braida si è trasferito nelle calde terre carioca. Accompagnato dal fido Serginho, l’ex terzino sinistro che ancora in tanti rimpiangono a Milanello, Braida in Brasile ha assistito sabato scorso al match tra Santos e Figueirense, conclusosi con il successo dei padroni di casa per 2-0. Tre gli osservati: Felipe Anderson, Arouca e Rafael Cabral. Conosciamoli meglio.

    FELIPE ANDERSON– Il nome del trequartista classe ’93 è diventato ormai di dominio pubblico già da un paio di settimane. Sconosciuto in Brasile fino alla scorsa stagione, Felipe Anderson ha conquistato il posto da titolare in contemporanea al declino fatto registrare di recente da Ganso (con quest’ultimo che ha lasciato il Peixe per approdare al San Paolo). Anderson non è però paragonabile all’ex leader del centrocampo della squadra di Ramalho. A livello tecnico vince ancora Ganso, ma fisicamente Anderson è molto più dotato rispetto al nuovo rinforzo del San Paolo. Le sue doti atletiche e i frequenti inserimenti in area di rigore proiettano Anderson nel calcio europeo. Calcisticamente il trequartista 19 enne è cresciuto nelle giovanili del Coritiba fino al 2007, prima di approdare nel mondo Santos. L’esordio nel Brasileirao 2010 fu durante il match Fluminense-Santos (vinto dagli ospiti per 3-0). Complessivamente furono 233 i minuti in cui Felipe Anderson venne impiegato. Nonostante il successo in Libertadores nel 2011, sarà il 2012 l’anno che verrà ricordato come lo “start” di una carriera potenzialmente luminosa. La doppietta contro il Gremio lo scorso luglio rappresenta ad oggi il primo passo di Felipe Anderson verso l’Europa.

    Brazil's Santos FC goalkeeper Rafael Cab
    Il portiere del Santos Rafael, osservato speciale di Braida in Brasile | ©KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images

    AROUCA – Marcos Arouca da Silva rappresenta una delle tante promesse del calcio brasiliano rimaste tali dopo anni di esperienza. Cresciuto nelle giovanili del Fluminense, Arouca ha debuttato al Maracana quando aveva 18 anni (2004 ndr). Dopo cinque stagioni Arouca si trasferisce al San Paolo. La parentesi nel club paulista si rivela abbondantemente sotto le aspettative. Dall’Europa non arriva la tanto agognata telefonata e per Arouca resta così il Santos, che lo acquista per 3 milioni di euro. Dopo un anno vincerà la Libertadores, il titolo fin qui più importante nella sua carriera. Normolineo, Arouca ricopre il ruolo di playmaker basso in mezzo al campo. Ad una tecnica non esattamente sopraffina, il calciatore del Santos ripiega con una presenza fisica discreta in marcatura. Sotto l’aspetto realizzativo, Arouca vanta uno score di 8 reti segnate dal 2004 ad oggi, una media di un gol ogni anno. Difficile ipotizzare un trasferimento di Arouca in Europa, sopratutto se l’altro club è il Milan.

    RAFAEL CABRAL – Anche lui extra-comunitario come Felipe Anderson, Rafael è il portiere titolare del Santos. La concorrenza non è sicuramente delle più accese per il 22 enne del Santos, divenuto improvvisamente prima scelta anche del ct verdeoro Mano Menezes. Nonostante l’acquisto di Gabriel la scorsa estate, il Milan ha quindi intenzione di comprare anche Rafael, mandando in pensione anticipata Abbiati e porgendo un cordiale arrivederci ad Amelia, per trasformare la porta rossonera a forti tinte verdeoro. Rafael si è guadagnato il posto titolare da subito, nel 2010, quando non aveva ancora compiuto 20 anni. In ogni caso, sebbene abbia tra le mani la maglia da titolare in Nazionale maggiore, non sono sporadici alcuni passaggi a vuoto dell’estremo difensore 22 enne, come ampiamente dimostrato dalle ultime Olimpiadi di Londra, durante le quali il neo rossonero Gabriel ha seriamente messo in crisi la sua leadership.

  • Tutti pazzi per Hachim Mastour tranne… Dolcetti

    Tutti pazzi per Hachim Mastour tranne… Dolcetti

    Quando una stagione non nasce sotto la buona stella. Quando la casella delle cessioni del calciomercato è più ricca di quella degli acquisti. Quando hai necessità di guardare oltre forse vien più facile attaccarsi alla speranza di aver trovato un ragazzino su cui riporre le speranze per il futuro. E’ singolare infatti l’attenzione mediatica che Hachim Mastour ha avuto sin dalla firma del contratto con il Milan. Il ragazzino di origine marocchine è un classe ’98 ma sul suo futuro sono praticamente pronti a scommettere tutti, classe cristallina, movimenti degni di uno dei migliori ballerini al mondo e un entusiasmante capacità di divertirsi con il pallone tra i piedi ne sono la conferma.

    Hachim Mastour è arrivato al Milan in estate grazie ad un suggerimento di Arrigo Sacchi e alla velocità di Adriano Galliani e di Ariedo Braida bravi ad intuirne il talento e soffiarlo all’agguerrita concorrenza dell’Inter in Italia ma anche di Manchester City e Barcellona. L’entusiasmo della firma davanti alle telecamere si era poi ulteriormente amplificato grazie ad una intervista concessa del ragazzo a Sky e qualche video diventato immediatamente virale che lo ritraeva in una sfida nei palleggi con El Shaarawy.

    Hachim Mastour esordio con la maglia del Milan. Video
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    La Mastour mania è però iniziata la scorsa settimana quando il ragazzo ha debuttato con gli Allievi di Pippo Inzaghi contro l’Albinoleffe regalando spunti interessanti e mettendo a segno due reti incredibili. Il ragazzo così appena quattordicenne ha avuto tanto clamore e in molti si sono chiesti perché Hachim Mastour non venga utilizzato nella Primavera o addirittura aggregato alla prima squadra. A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato però Aldo Dolcetti allenatore della Primavera rossonera che stupito da tanto clamore intorno al ragazzo ha deluso le attese negando la possibilità di vederlo con i ragazzi più grandi in questa stagione.

    hachim mastour firma il contratto Milan

    “Intanto vorrei precisare – dice Aldo Dolcetti alla Redazione di TMW – che il ragazzo si sta allenando con i Giovanissimi e queste immagini riguardano una partita con i pari età e non con gli Allievi. Anch’io ho visto le immagini e mai dal vivo. Dal mio punto di vista personale si sta facendo un clamore assurdo intorno al ragazzo, si stanno vedendo da quest’estate troppe immagini su di lui e per me questo non è una cosa buona, anzi molto negativa. Le cose devono fare il suo corso, solo il tempo e la crescita del ragazzo diranno quanto sia bravo, troppo trambusto porta più cose negative che positive. Certamente è un ragazzo molto dotato dal punto di vista tecnico, nel calcio ho visto tanti giocatori di prospettiva ma poi si sono persi per mancanza di maturazione. Lui deve crescere e secondo me deve crescere nel modo più equilibrato. Apprezziamolo per una partita ma senza troppo clamore”.

    Passare dai Giovanissimi agli allievi è già importante?
    “Il ragazzo è un 98 e se troverà spazio tra agli allievi regionali o nazionali spetterà ai mister Danese e Inzaghi decidere, vorrà già dire qualcosa. I calciatori hanno bisogno oggi di più attenzione rispetto al passato per non farli perdere”.

  • Difesa Milan, Braida torna su Nkoulou per gennaio

    Difesa Milan, Braida torna su Nkoulou per gennaio

    Il Milan, sotto la figura di Ariedo Braida, esce allo scoperto per il prossimo obiettivo di mercato, un difensore centrale di prima fascia. Le strade fin qui tracciate portano a tre calciatori. Il primo è il tormentone estivo Yanga-Mbiwa, il secondo è Benatia dell’Udinese, mentre il terzo è Nkoulou. Proprio per quest’ultimo le quotazioni sembrano essersi decisamente sollevate dopo la recente intervista che Braida ha rilasciato al quotidiano francese La Provence. Il ds del Milan ha rivelato come Nkoulou sia un giocatore tenuto sotto osservazione già dai suoi esordi con la maglia del Monaco nella stagione 2008-2009, anno in cui i monegaschi terminarono all’undicesimo posto. L’allora 17 enne si affacciava per la prima volta nel calcio professionistico e il suo fu un debutto straripante perché collezionò da subito 22 presenze da titolare in un campionato importante come la Ligue 1.

    Nkoulouimpressionò sopratutto per la sua personalità nello stare al centro della difesa e imporsi nel giro di poche partite come titolare inamovibile. Durante la stagione successiva il difensore camerunense consolida le proprie prestazione e partecipa da protagonista alla Coppa d’Africa 2010, raggiungendo i quarti di finale. La terza stagione al Monaco non è delle più esaltanti, con il club del Principato che retrocede in Ligue 2.

    Marseille's Cameroonian defender Nicolas
    Nkoulou il prescelto di Braida per la difesa del Milan | ©KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images

    Il valore di Nkoulou però rimane inalterato e il suo futuro sarà ancora in Ligue 1, stavolta con il Marsiglia di Didier Deschamps. L’attuale ct della Nazionale francese non ha esitazione nell’affidargli la difesa della squadra. Nkoulou continua a raccogliere consensi da più parti, anche vista la positiva esperienza (la prima) del ragazzo in Champions League, dove disputa tutte e dieci le partite compresa la doppia sfida con il Bayern Monaco ai quarti di finale, che sancisce l’eliminazione della squadra. Un Marsiglia completamente rinvigorito dalla cura Baup, ora leader in Ligue davanti al Paris Saint Germain, ha fatto schizzare la quotazione di Nkoulou, che adesso vale 8 milioni di euro. Qualora il Milan volesse acquistarlo dovrà sborsare una cifra non inferiore ai 10 milioni, prezzo che supera di gran lunga l’eventuale spesa per l’acquisto di Yanga-Mbiwa (che la prossima stagione si libera a costo zero).

  • Ibra e Thiago Silva al Psg, un’offerta che non si può rifiutare

    Ibra e Thiago Silva al Psg, un’offerta che non si può rifiutare

    La frase inserita nell’articolo è una delle più celebri di tutta la storia del cinema con Galliani a vestire, purtroppo per i tifosi rossoneri, i panni del c.d. “venditore” impotente che vorrebbe ribellarsi e combattere ma che deve inesorabilmente inchinarsi alla legge del più forte.

    Ma siamo veramente sicuri che al giorno d’oggi una simile proposta economica avanzata da parte di soggetti che usano i soldi come i comuni mortali usano i fazzoletti per potersi asciugare da questi giornate torride, indebolisca veramente il Milan?

    Dai conti fatti dai più autorevoli quotidiani nazionali il club di via Turati andrebbe a guadagnare e conseguentemente anche risparmiare dai due ingaggi dei giocatori, circa la bellezza di 170 milioni di euro che renderebbero il Milan la squadra regina del mercato futuro e sino alla sua chiusura del 31 agosto. Ovviamente la perdita più importante per il club rossonero è rappresentata dalla partenza del brasiliano Thiago Silva, considerato unanimemente il difensore più forte al mondo mentre per lo svedese, il suo procuratore Mino Raiola è volato subito in Svezia fiutando l’ultima grande occasione per poter strappare un ingaggio in doppia cifra per il suo assistito che per anni ha gridato ai quattro venti di voler vincere tutto e come sempre decide poi di preferire il vil denaro.

    Ibra e Thiago Silva in rossonero ©Claudio Villa/Getty Images

    Le occasioni sul mercato ci sono per poter almeno cercare di colmare le lacune in difesa, vedi Hummels del Borussia Dortmund ed il brasiliano Dedè mentre in attacco si potrebbe virare su un vecchio pallino di almeno tre estati fa e rappresentato da Edin Dzeko o magari fare uno sgarbo alla Vecchia Signora soffiandogli il montenegrino Stevan Jovetic.

    Adesso per Galliani e Braida arriva veramente il momento della verità, un bivio decisivo almeno per i prossimi cinque anni della storia milanista che deve comunque essere intrapreso nel più breve tempo possibile e cioè, decidere di tenere i due top player ed arrancare stancamente sino a fine agosto cercando di cogliere l’ennesimo occasione stile Nocerino 2011, oppure rivoluzionare e ringiovanire completamente una squadra che sicuramente sta risentendo più tutte del cambiamento economico e soprattutto sociale che sta vivendo il mondo del calcio italiano.

  • Giallo Thiago Silva: Braida smentisce ma Galliani vola a Parigi

    Giallo Thiago Silva: Braida smentisce ma Galliani vola a Parigi

    Come preannunciato ieri, Thiago Silva è ormai ad un passo dal dire oui al Psg. Leonardo può già rilassarsi, mentre Ancelotti dovrà mettersi presto al lavoro per modellare una squadra che si preannuncia ricca di stelle. Il club parigino sta ripercorrendo le tappe del Manchester City, con cui ha in comune i petroldollari. Primo anno senza colpi di scena, mentre dal secondo in poi liberi tutti, i soldi ovviamente. Il difensore brasiliano è nella capitale francese già da ieri, dove ha avuto modo di incontrarsi con la dirigenza del Paris Saint Germain intorno alle 18, mentre la Francia sfidava i Leoni d’Inghilterra. Galliani arriverà invece oggi, pronto per chiudere l’affare. Bene, tutti d’accordo quindi, tranne uno. Braida infatti ha voluto smentire la cessione di Thiago. L’ultimo profeta?

    CONTRATTO DA ROI – Nella giornata di ieri, durante l’incontro con gli uomini di Nasser Al-Khelaïfi, Thiago Silva ha ricevuto un’offerta da Roi di Parigi, 10 milioni di euro, più del doppio di quanto guadagni ora a Milano, cose che soltanto Messi e altri pochi eletti possono capire. Ed evidentemente nella casta dei top-player rientra di diritto anche il difensore del Milan, dopo tre stagioni “discrete” in Italia e con la Nazionale verdeoro.

    thiago silva | ©Claudio Villa/Image Sport

    VOLO GALLIANI – Alla seconda offerta proveniente direttamente dalla Torre Eiffel Galliani non c’ha più visto e si è diretto in fretta e furia a Parigi per concludere l’affare. Non capita tutti i giorni, sopratutto di questi tempi, che un club bussi alla tua porta con un assegno da 40 milioni di euro (+ altri 10 in bonus) per un tuo difensore, sia esso il più forte del mondo. Cifra che se paragonata con gli altri trasferimenti nel reparto difensivo non trova eguali. Un’offerta irrinunciabile anche per una società come il Milan, la quale aveva più volte dichiarato in passato che nessun calciatore sarebbe stato venduto per questioni economiche. Un altro mito dei rossoneri è così crollato.

    FUORI TEMPO – In tutto questo è quasi paradossale la posizione di Ariedo Braida, che stamattina ha ribadito l’incedibilità di Thiago Silva, sebbene in contemporanea il numero due di Via Turati prendeva a Linate l’aereo con cui avrebbe raggiunto neanche un’ora dopo la capitale francese, e stavolta non per assistere al Roland Garros. Il tempo delle pallate è finito, il tifoso rossonero non vuole più riceverle, ha bisogno di altro. Altro che corrisponda alla voce rinforzi, e non l’ennesimo gioco del mago Houdini, con l’assegno degli sceicchi fatto scomparire misteriosamente così come accadde per Kaka, quando gli oltre 60 milioni di euro incassati vennero utilizzati per ripianare il debito.

    PSICOLOGIA – Tornando a Thiago Silva, perché ha accettato l’offerta del Psg? Perché quello che è considerato universalmente uno dei più forti difensori centrali al mondo accetta di andare in Ligue One, campionato discreto ma non eccelso? Solo per soldi? Difficile, anche perché il Barcellona volendo avrebbe potuto avvicinare, e di molto, la proposta parigina. E allora, c’è dell’altro? Oui. Non è la bellezza della città, chiariamo subito. E’ una scelta dettata da quella che rappresenta forse la scommessa più affascinante dell’intero continente europeo. Il Barcellona ha perso l’appeal che fino a qualche tempo fa lo rendeva unico dopo i successi dell’era Guardiola. In Inghilterra il City non è più una scommessa da vincere. Resta il Psg, con Carlo Ancelotti in panchina e Leonardo nei piani alti della Torre Eiffel. Per una sfida internazionale alle super-potenze del calcio. Oggi Thiago Silva, domani Lavezzi, e poi potrebbe arrivare anche il turno di Dani Alves. C’è dell’altro?