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  • Adios Diego, mondo in lutto per la morte di Maradona

    Adios Diego, mondo in lutto per la morte di Maradona

    Una notizia tremenda ha sconvolto questo pomeriggio di fine novembre, intorno alle 17 il giornale argentino “El Clarin” ha twittato la notizia della morte di Diego Armando Maradona.

    Si è pensato, oppure forse sperato, fosse una Fake News (anche se la fonte era certamente molto seria ed attendibile) così però non è stato, il 2020 ha deciso di portarsi via la leggenda del calcio.

    Eternamente in lotta con Pelé per esser considerato il più forte calciatore della storia, Maradona sarebbe morto per arresto cardiocircolatorio all’età di 60 anni.

    Immediato il cordoglio di numerose società e di milioni di tifosi che hanno espresso il proprio dolore tramite i vari social.

    Nato a Lanus il 30 ottobre 1960 da una famiglia povera, il giovane Diego si mise subito in luce da giovanissimo tanto da esordire a soli 16 anni con l’Argentinos Jrs, squadra con la quale rimase 5 anni prima di passare un anno al Boca Jrs.

    Nel 1982/83 lo sbarco in Europa al Barcellona dove, anche a causa di un gravissimo infortunio, non rese al massimo.

    La sua esplosione avvenne al Napoli, dove arrivò nella stagione 1984/85, Diego entro subito nel cuore dei tifosi, per non uscirne mai più, grazie al suo talento e alla sua classe che permisero ai partenopei di conquistare un primo storico Scudetto nel 1986/87 (con anche la Coppa Italia) una Coppa Uefa nel 1988/89 ed anche un altro Scudetto nel 1989/90.

    Maradona con la maglia del Napoli | Foto Twitter

    La sua storia calcistica con il Napoli si chiuse nel marzo 1991 quando fu trovato positivo all’Antidoping e subì una lunga squalifica.

    Le esperienze successive tra Siviglia, Newell’s Old Boy e Boca Jrs non furono certo indimenticabili, la squalifica subita, ancora per positività all’Antidoping, ad Usa94 mise fine alla carriera da calciatore del Pibe de Oro.

    Oltre ai club certamente Diego Armando Maradona sarà ricordato per le sue prestazioni in nazionale, a Messico 1986 con la sua classe trascinò l’Argentina alla conquista del titolo.

    Indimenticabile la sfida nei quarti di finale contro l’Inghilterra quando Maradona segnò il gol considerato da molti come il più bello di sempre, partendo da metà campo e saltando gli inglesi come birilli ed anche per la famosa “Mano de Dios” ovvero il tocco con il pugno, non visto dalla terna, che permise al “piccolo” Maradona di superare il portiere Shilton in uscita alta.

    Diego Armando Maradona bacia la Coppa del Mondo appena vinta | Foto Twitter

    Non certo dello stesso livello è stata la sua carriera da allenatore che l’ha visto anche sedersi sulla panchina dell’amata Argentina.

    Non vogliamo parlare della sua vita fuori dal campo, uno stile che però l’ha portato diverse volta a far stare in ansia i propri tifosi, è di qualche giorno fa la notizia di un’operazione effettuata e riuscita con successo per la rimozione un edema cerebrale.

    Diego quindi ci lascia, o forse va semplicemente a trovare quel Dio che gli aveva dato quell’immenso talento, quell’estro che aveva fatto innamorare milioni di tifosi in tutto il mondo e che lo aveva reso una vera e propria divinità agli occhi dei propri tifosi.

    Il destino tra l’altro ha voluto accomunarlo ad un altro fenomeno del calcio dotato di genio e sregolatezza, ovvero George Best, morto anche lui il 25 novembre, di quindici anni fa.

  • Basket: la Spagna domina la finale e conquista l’oro mondiale

    Basket: la Spagna domina la finale e conquista l’oro mondiale

    Non basta il cuore e la grinta all’Argentina, la Spagna si dimostra troppo forte sin dalla palla a due e alla fine conquista l’oro nei mondiali di Basket di Cina 2019.

    Ci si attendeva una finale combattuta, la grinta dell’Argentina trascinata da Scola e Campazzo contro la classe degli spagnoli guidati da Marc Gasol e Ricky Rubio. 

    Una Spagna totalmente diversa da quella vista nel primo girone ed anche nella gara contro l’Italia nella seconda fase, una squadra che si è sbloccata con il successo sulla Serbia e che è cresciuta moltissimo sino alla sfida odierna. Dall’altro lato l’Argentina tutta aggressività e velocità che ha schiantato Serbia nei quarti e Francia in semifinale, non ha saputo imporsi ed ha dovuto giocare ai ritmi bassi tanto grati agli spagnoli.

    Sostanzialmente invece la squadra di Scariolo ha indirizzato la sfida verso la propria parte sin dall’inizio: 14-2 di parziale dopo meno di 5 minuti. Brussino riporta sotto i suoi ma come l’Argentina mette il fiato sul collo degli avversari, la Spagna preme sull’acceleratore e chiude i primi 10 minuti avanti sul 23-14.

    Anche il secondo quarto vede svolgersi lo stesso copione, spagnoli con la partenza migliore e Argentina a vedere il distacco dilatarsi sino al -15. Campazzo e Laprovittola però non ci stanno e con gli assist del primo ed i canestri del secondo, i sudamericani ritornano sino al -8. Negli spogliatoi si va però sul 43-31 Spagna con Scola ancora assente nella gara.

    Inizia il terzo quarto e nuovamente la Spagna prende il largo, Gasol, Rubio, Fernandez segnano, la difesa diventa insuperabile ed i ragazzi di Scariolo si portano agilmente sul +22 (55-33). Il primo canestro argentino arriva dopo quasi 5 minuti e sono due triple in successione di Deck e Campazzo che accorciano le distanze. E’ solo effimera illusione perché il distacco torna a dilatarsi. Scola si mette a referto segnando dalla lunetta ma il suo apporto è troppo minimo per poter variare l’inerzia della partita, il quarto si chiude sul 66-47 per la Spagna.

    Ad inizio dell’ultimo periodo gli argentini ci mettono tutto il cuore e tutta la grinta e con i canestri dei vari Campazzo, Deck e Laprovittola tornano sino al -12. Gli spagnoli però non si spaventano e rapidamente spengono ogni minimo tentativo di rimonta. L’Argentina si arrende, la Spagna vince 95-75 e mette così in bacheca il secondo titolo mondiale dopo quello vinto in Giappone nel 2006.

     

    ARGENTINA – SPAGNA 75-95 (14-23; 31-43; 47-66)

    Argentina: Caffaro, Vildoza 2, Scola 8, Campazzo 11, Laprovittola 17, Brussino 8, Fjellerup, Delia 2, Deck 24, Redivo 3, Garino, Gallizzi.

    Allenatore: Hernandez.

    Spagna: Colom, Fernandez 11, Ribas 5, Rubio 20, Claver 2, Gasol 14, W.Hernangomez 11, Oriola 6, Rabaseda, Llull 15, Beiran, J.Hernangomez 11.

    Allenatore: Scariolo.

     

     

  • Russia 2018: Mbappé e Cavani mandano a casa Messi e CR7

    Russia 2018: Mbappé e Cavani mandano a casa Messi e CR7

    Una prima giornata di ottavi nel mondiale di Russia 2018 davvero emozionante e con l’incredibile contemporanea doppia eliminazione dei due fenomeni Messi e Cristiano Ronaldo. 

    La Francia trascinata da uno straordinario Kylian Mbappé, che si è procurato il rigore del 1-0 ed ha messo a segno la doppietta che ha definitivamente indirizzato il match, ha eliminato con un pirotecnico 4-3 l’Argentina di Leo Messi, non certo brillantissimo, e del tecnico Sampaoli.

    Nella partita da segnalare anche due gol davvero di pregevole fattura, il momentaneo 1-1 di Di Maria ed il 2-2 siglato dal francese Pavard. 

    Salutato Messi, in serata ci si attendeva l’exploit di Cristiano Ronaldo ed invece anche il portoghese ha dovuto dire addio al sogno di conquistare il titolo mondiale.

    Tanto merito del successo dell’Uruguay e del conseguente k.o. del Portogallo, vanno al Matador Edinson Cavani che ha aperto le marcature su pregevole assist di Suarez ed ha riportato avanti i suoi, dopo il gol del 1-1 di Pepe, con un gran tiro a giro prima di lasciare il campo per infortunio.

     

    Veniamo al racconto del primo ottavo di finale di Russia 2018, Francia-Argentina.

    Partenza ottima per uno straordinario Mbappé che al minuto 8 con un’incursione centrale si conquista un bel calcio di punizione, batte Griezmann, Armani battuto, palla sulla traversa. Mbappè è in gran giornata ed al 12°con una ripartenza micidiale supera tutti gli argentini tranne Rojo che però lo stende in area, è rigore, stavolta Griezmann è più preciso e realizza il gol del vantaggio. Il numero 10 francese è incontenibile ed al 19° sfrutta un gran lancio di Pogba e si lancia verso la porta, Tagliafico deve fermarlo con il fallo appena fuori area, giallo e punizione, Pogba calcia alto. L’Argentina non riesce a costruire praticamente niente, la Francia dimostra di far paura con le ripartenze. Serve una gran giocata all’albiceleste per trovare il gol e infatti al 41° Di Maria riceve palla e da lontanissimo lascia partire un siluro imparabile per Lloris. Il primo tempo si chiude sul 1-1.

    Si riparte con un cambio nell’Argentina con Fazio che rileva Rojo. Al 48° l’Argentina trova un rocambolesco vantaggio, dopo un calcio di punizione la palla arriva a Messi che cerca il tiro sul secondo palo, sulla traiettoria c’è Mercado che la tocca quanto basta per spiazzare Lloris. La Francia prova a reagire ma l’Argentina con tanta grinta respinge. Al 55° Fazio ed Armani non si intendono e rischiano la frittata, Griezmann riesce a toccar palla ma mette sul fondo. Al 57° Hernandez dal fondo mette il cross in mezzo, la palla arriva a Pavard che colpisce al volo e prende l’angolo alto per il pareggio Blues. Al 63° ancora Hernandez, questa volta il cross è basso, prima conclude Matuidi, palla respinta poi arriva Mbappé che controlla e piazza la palla alle spalle di Armani. L’Argentina sembra accusare l’uno-due francese, Sampaoli prova a dare la scossa inserendo Aguero per Perez. Al 68° palla per Matuidi che vede libero Giroud, il centravanti innesca Mbappé che davanti ad Armani realizza la doppietta. L’Argentina è in tilt, al 70° Giroud ben servito da Pogba, spreca colpendo l’esterno della rete. Non c’è reazione, ci prova Messi con un’azione solitaria ma il suo destro è debole, blocca con facilità Lloris. Al 92° Messi piazza il cross perfetto per Aguero che incorna alle spalle di Lloris. Il gol da una piccola speranza ai sudamericani che però non riescono nell’impresa, vince la Francia, l’avventura di Messi e l’Argentina a Russia 2018 si chiude agli ottavi.

     

    FRANCIA – ARGENTINA 4-3 (13° rig. Griezmann (F), 41° Di Maria (A), 48° Mercado (A), 57° Pavard (F), 63°, 68° Mbappé (F), 92° Aguero (A))

    Francia (4-2-3-1): Lloris; Pavard, Varane, Umtiti, Hernandez; Kante, Pogba; Mbappé (88° Thauvin), Griezmann (83° Fekir), Matuidi (75° Tolisso); Giroud.

    Allenatore: Deschamps.

    Argentina (4-3-3): Armani; Mercado, Rojo (46° Fazio), Otamendi, Tagliafico; Perez (66° Aguero), Mascherano, Banega; Pavon (75° Meza), Messi, Di Maria.

    Allenatore: Sampaoli.

    Arbitro: Faghani.

    Ammoniti: Rojo (A), Tagliafico (A), Mascherano (A), Banega (A), Matuidi (F), Paavrd (F), Otamendi (A), Giroud (F).

     

    Passiamo ora alla seconda sfida odierna degli ottavi di Russia 2018, Uruguay-Portogallo.

    La prima conclusione della gara arriva al 5° ed ha la firma di Cristiano Ronaldo, Muslera blocca. Passano due minuti, Cavani effettua un cambio di gioco perfetto per Suarez, il pistolero controlla, punta l’avversario poi lascia partire un cross perfetto per lo stesso Cavani che di testa batte Rui Patricio. La reazione dei lusitani è piuttosto caotica, Muslera non corre pericoli. Al 22° Suarez si procura e calcia una punizione che passa in mezzo alla barriera ma non riesce a sorprendere Rui Patricio. La Celeste contiene i tentativi portoghesi e nel recupero rischia pure il raddoppio con Cavani che controlla bene ma non riesce a trovare la porta. Il primo tempo si chiude sul 1-0.

    Si riparte con gli stessi 22 interpreti in campo. La partita prova a farla il Portogallo con un Uruguay attento che aspetta pazientemente. Al 55° su azione da corner Pepe, con un perfetto stacco, anticipa la disattenta difesa Celeste e con un gran colpo di testa pareggia. Il gol cambia l’inerzia della gara con il Portogallo più deciso ed un Uruguay più in sofferenza. I campioni però sanno fare la differenza e al 62° Cavani, su ottimo assist di Bentancur, lascia partire un tiro a giro che vale il 2-1. Al 70° Muslera in uscita perde il pallone, Bernardo Silva prova a coordinarsi ma mette alto. Al 73° l’Uruguay perde Cavani per infortunio. Il Portogallo spinge, la difesa di Tabarez fatica ma tiene. Il finale è un assedio portoghese ma l’Uruguay tiene ed ottiene i quarti di finale di Russia 2018, dopo Messi anche CR7 lascia i mondiali.

     

    URUGUAY – PORTOGALLO 2-1 (7°, 62° Cavani (U), 55° Pepe (P))

    Uruguay (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, Laxalt; Nandez (80° sanchez), Vecino, Torreira, Bentancur (63° Rodriguez); Suarez, Cavani (73° Stuani).

    Allenatore: Tabarez.

    Portogallo (4-4-2): Rui Patricio; Pereira, Pepe, Fonte, Guerreiro; Bernardo Silva, Carvalho, Adrien Silva (65° Quaresma), Joao Mario (85° M.Fernandes); Ronaldo, Guedes (73° André Silva).

    Allenatore: Fernando Santos.

    Arbitro: Ramos.

    Ammoniti: Cristiano Ronaldo (P)

  • Russia 2018, Rojo salva l’Argentina nel finale

    Russia 2018, Rojo salva l’Argentina nel finale

    Dalla delusione tremenda di un eliminazione alla gioia di una qualificazione quasi insperata agli ottavi di Russia 2018, tutto questo grazie al gol di Marcos Rojo al minuto 86° di Nigeria-Argentina.

    Nella serata in cui Messi è tornato al gol, è servito il colpo del difensore che ha riportato in vantaggio la squadra di Sampaoli con una conclusione al volo da centro area, riportando avanti i suoi dopo il momentaneo pareggio siglato da Moses dal dischetto.

    In caso di contemporaneo successo dell’Islanda la vittoria Argentina non sarebbe servita a molto. La squadra nordica però non è riuscita a trovare il vantaggio nel primo tempo ed anzi ad inizio ripresa è andata sotto per la rete di Badelj, nel finale il rigore segnato da Sigurdsson aveva riaperto una piccola porta verso gli ottavi, Perisic al 90° però l’ha richiusa siglando il gol del definitivo 2-1 per la Croazia.

    Nessuna sorpresa nelle gare del pomeriggio, Danimarca e Francia hanno messo in scena un noioso 0-0, il primo del torneo, che le ha qualificate entrambe agli ottavi di finale. Nell’altra gara, un coriaceo Perù ha cancellato ogni speranza di qualificazione dell’Australia battendo 2-0 i Socceroos.

    Francia-Argentina e Croazia-Danimarca saranno quindi gli scontri agli ottavi di Russia 2018.

     

    Veniamo al racconto delle gare del Gruppo C di Russia 2018, partendo da Australia-Perù.

    La partita inizia con ritmi blandi con gli australiani a cercare di tenere il pallino del gioco ma al 18° è il Perù a passare in vantaggio con un gran conclusione al volo di Carrillo su assist di Guerrero. Al 27° grande giocata per Rogic che arriva al tiro ma trova pronto Gallese alla risposta. L’Australia continua a spingere ma la difesa sudamericana riesce a cavarsela.

    Ci si attende un’Australia all’attacco ed invece al 49° arriva il raddoppio del Perù con la girata vincente a centro area del capitano Guerrero. Van Marwijk inserisce l’eterno Cahill ed il giovanissimo Arzani ma il Perù si chiude bene. Non accade molto altro, il Perù controlla agevolmente e porta a casa il primo successo del proprio torneo, con qualche rimpianto per le prime due gare. Delusione per l’Australia che oltre ad aver perso la possibilità di raggiungere gli ottavi di Russia 2018, chiude ultima nel Gruppo C.

     

    AUSTRALIA – PERU’ 0-2 (18° Carrillo, 49° Guerrero)

    Australia (4-2-3-1): Ryan; Risdon, Sainsbury, Milligan, Behich; Mooy, Jedinak; Leckie, Rogic (72° Irvine), Kruse (58° Arzani); Juric (53° Cahill).

    Allenatore: van Marwijk.

    Perù (4-2-3-1): Gallese; Advincula, Ramos, Santamaria, Trauco; Tapia (63° Hurtado), Yotun (46° Aquino); Carrillo (79° Cartagena), Cueva, Flores; Guerrero.

    Allenatore: Gareca.

    Arbitro: Karasev.

    Ammoniti: Jedinak (A), Yotun (P), Arzani (A), Rogic (A), Hurtado (P), Milligan (A).

     

    Veniamo ora all’altra gara del Gruppo C ovvero Danimarca-Francia. 

    La partita deve farla la Danimarca ed infatti nei primi 10 minuti si vede un Braithwaite imperversare in mezzo alla difesa transalpina. La notizia del vantaggio del Perù rende, se possibile, i ritmi ancora più bassi. Il comando del gioco lo prende la Francia ma sempre senza creare occasioni. Si va al riposo sullo 0-0.

    Al rientro in campo arriva la notizia del raddoppio peruviano che rasserena totalmente la Danimarca. Se nel primo tempo qualche potenziale occasione si era vista, nella ripresa si assiste veramente a poco almeno sino al 70° quando Fekir, appena entrato, lascia partire un tiro che finisce di poco fuori. L’unico a provarci è sempre Fekir che al 82° costringe Schmeichel alla parata. Finisce così, arriva il primo 0-0 del torneo che permette alla Francia di vincere il Gruppo C e di qualificarsi agli ottavi insieme alla Danimarca.

     

    DANIMARCA – FRANCIA 0-0

    Danimarca (4-3-3): Schmeichel; Dalsgaard, Kjaer, Christensen, Stryger Larsen; Delaney (92° Lerager), M.Jorgensen, Eriksen; Sisto (59° Fischer), Cornelius (75° Dolberg), Braithwaite.

    Allenatore: Hareide.

    Francia (4-2-3-1): Mandanda; Sidibé, Varane, Kimpembe, Hernandez (50° Mendy); Kanté, Nzonzi; Dembelé (78° Mbappé), Griezmann (69° Fekir), Lemar; Giroud.

    Allenatore: Deschamps.

    Arbitro: Ricci.

    Ammoniti: M.Jorgensen (D).

     

    Passiamo adesso al Gruppo D, partendo dalla delicatissima sfida tra Nigeria ed Argentina.

    La tensione non aiuta l’Argentina all’inizio tant’è che si fa preferire la Nigeria. Al 14° palla geniale di Banega per Messi che controlla di coscia e poi lascia partire il destro vincente che non lascia scampo a Uzoho. Il gol scioglie gli argentini che approfittano di una non reazione della Nigeria e vanno vicini al raddoppio con l’inserimento di Higuain, bravo Uzoho in uscita bassa. Al 34° gran punizione di Messi ma il portiere nigeriano la sfiora quanto basta per metterla sul palo. La Nigeria prova a creare qualcosa ma la difesa argentina tiene. Si va al riposo sul 1-0 per Messi e compagni.

    Si riparte con un’emozione, al 50° Mascherano trattiene Balogun, per Cakir è rigore, dopo molte proteste argentine Moses si presenta dal dischetto e realizza il pareggio. Il gol dà convinzione alla Nigeria e crea confusione nell’Argentina. L’albiceleste prova il forcing ma le super aquile in contropiede sanno far paura. Al 76° spavento per l’Argentina, Musa crossa verso Ighalo, Rojo tocca con il braccio, Ighalo va comunque al tiro ma calcia fuori Cakir però ha dei dubbi e va a verificare al VAR, alla fine decide di non assegnare il rigore. Al 80° grande occasione per Higuain ma il Pipita calcia alto da buona posizione. Al 84° gran punizione di Etebo ma la palla finisce sull’esterno della rete. Al 86° Rojo si fa trovare pronto con il perfetto inserimento e colpisce al volo per il nuovo vantaggio argentino. La sofferenza dura sino al 95° ma l’Argentina resiste e può festeggiare il passaggio agli ottavi di Russia 2018.

     

     

    NIGERIA – ARGENTINA 1-2 (14° Messi (A), 51° rig.Moses (N), 86° Rojo (A))

    Nigeria (3-5-2): Uzoho; Balogun, Ekong, Omeruo (90° Iwobi); Moses, Etebo, Obi Mikel, Ndidi, Idowu; Musa (92° Simy), Iehanacho (46° Ighalo).

    Allenatore: Rohr.

    Argentina (4-4-2): Armani; Mercado, Otamendi, Rojo, Tagliafico (80° Aguero); Perez (61° Pavon), Mascherano, Banega, Di Maria (72° Meza); Messi, Higuain.

    Allenatore: Sampaoli.

    Arbitro: Cakir.

    Ammoniti: Balogun (N), Mascherano (A), Banega (A), Obi Mikel (N), Messi (A).

     

    Concludiamo con l’altra sfida del Gruppo D di Russia 2018, Islanda-Croazia.

    La partenza della gara è su ritmi soft, non si segnalano grandi occasioni. I minuti scorrono ed arriva la notizia del gol di Messi, l’Islanda si trova fuori dal mondiale e quindi comincia a fare la gara. Le occasioni vere e proprie arrivano nel finale, al 40° una gran conclusione di Finnbogason lambisce il palo e finisce sul fondo. Nel primo minuto di recupero Bjarnason è lesto a lanciarsi sulla corta respinta di pugno del portiere Kalinic ma la sua conclusione viene respinta, con i piedi, proprio dal portiere croato. Passa un minuto e Kalinic è nuovamente protagonista, questa volta su conclusione di Gunnarson, palla deviata in corner. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    Si riparte e nel momento in cui arriva la notizia del pareggio della Nigeria, arriva il vantaggio della Croazia con Badelj che in mezzo al’area colpisce al volo la palla che rimbalza sul terreno e s’insacca. La reazione islandese è immediata e prima Ingason vede il suo colpo di testa salvato da Kalinic in corner e subito dopo ancora Ingason ma stavolta è la traversa a dirgli no. Al 73° Bjarnason spreca su una disattenzione della Croazia. Al 76° però l’Islanda trova il pareggio, fallo di mano di Lovren, Lahoz non ha dubbi è rigore, G.Sigurdsson trasforma. Al 90° Perisic si presenta in area e con la conclusione batte il portiere islandese per il gol che chiude la gara.

     

    ISLANDA – CROAZIA 1-2 (53° Badelj (C), 76° rig. G.Sigurdsson (I), 90° Perisic (C))

    Islanda (4-2-3-1): Halldorsson; Saevarsson, Ingason, R.Sigurdsson (70° Sigurdarson), Magnusson; Gunnarsson, Halfredsson; Gudmundsson, G.Sigurdsson, Bjarnason (94° Traustason); Finnbogason (85° A.Gudmundsson).

    Allenatore: Hallgrimsson.

    Croazia (4-2-3-1): L.Kalinic; Jedvaj, Corluka, Caleta-Car, Pivaric; Modric (65° Bradaric), Badelj; Pjaca (70° Lovren), Kovacic (81° Rakitic), Perisic; Kramaric.

    Allenatore: Dalic.

    Arbitro: Lahoz.

    Ammoniti: Pjaca (C), Halfredsson (I), Finnbogason (I), Jedvaj (C), Saevarsson (I).

  • Russia 2018, disastro Argentina, trionfo Croazia

    Russia 2018, disastro Argentina, trionfo Croazia

    Una serata dagli stati d’animo totalmente opposti, quella appena conclusasi ai Mondiali di Russia 2018, gioia per la Croazia che vola in paradiso, disperazione per l’Argentina che sprofonda all’inferno.

    Ci si aspettava la rinascita di Messi, dopo l’errore dal dischetto con l’Islanda ed invece anche contro la Croazia la pulce è stata una vera e propria delusione.

    Il via al disastro l’ha dato Caballero che, ad inizio ripresa, ha completamente sbagliato un tentativo di rinvio ed ha servito un cioccolatino a Rebic che al volo ha spinto la palla in rete.

    Di lì in poi non c’è praticamente stata reazione, la Croazia ha sfruttato due contropiedi ed ha chiuso con un 3-0 pesantissimo. Croazia agli ottavi, Argentina a forte rischio eliminazione.

    Nelle altre gare di giornata alla Francia, buona nel primo tempo, bruttina nel secondo, basta il gol di Mbappé per battere il Perù e volare agli ottavi.

    Australia e Danimarca si dividono la posta e rimangono in corsa per il secondo posto del girone, il Perù invece saluta i mondiali.

     

    Veniamo al racconto della prima gara di oggi a Russia 2018.

    La partenza è davvero divertente e dopo due colpi di testa su calcio piazzato, uno per parte, finiti alti, la Danimarca passa al 6° minuto, palla in profondità per Jorgensen che tocca per l’accorrente Eriksen, il numero 10 calcia al volo e batte Ryan. L’Australia non ha una grande reazione e Sisto al 22° ha una buona occasione, blocca Ryan. Al 36° su azione di corner Leckie colpisce di testa, la palla sbatte sul braccio di Poulsen, l’arbitro fa proseguire ma viene richiamato dal VAR, riviste le immagini il direttore di gara assegna il rigore. Dal dischetto Jedinak trasforma. Al 41° gran riflesso di Ryan che salva sul tentativo di autogol di Sainsbury. Il primo tempo si chiude sul 1-1.

    Si riparte e la prima occasione ce l’ha al 51° Pione Sisto ma il suo tiro finisce fuori. La gara si mantiene sul filo dell’equilibrio, entrambe le squadre sembrano poter trovare il vantaggio ma sono solo occasioni potenziali, di concreto si vede poco. Al 72° non male il tiro di Rogic ma Schmeichel blocca. Risponde Sisto, tiro a giro che finisce sul fondo. L’Australia ci prova con un paio di occasioni nel finale ma Schmeichel è sempre attento. Finisce così, un 1-1 che sorride più alla Danimarca che mantiene sempre più viva la possibilità di raggiungere gli ottavi di Russia 2018.

     

    DANIMARCA – AUSTRALIA 1-1 (6° Eriksen (D), 38° rig. Jedinak (A))

    Danimarca (4-3-3): Schmeichel; Dalsgaard, Kjaer, Christensen, Stryger Larsen; Delaney, Schone, Eriksen; Poulsen (59° Braithwaite), Jorgensen (68° Cornelius), Sisto.

    Allenatore: Hareide.

    Australia (4-2-3-1): Ryan; Risdon, Sainsbury, Milligan, Behich; Jedinak, Mooy; Leckie, Rogic (82° Irvine), Kruse (68° Arzani); Nabbout (75° Juric).

    Allenatore: van Marwijk.

    Arbitro: Lahoz.

    Ammoniti: Poulsen (D), Sisto (D).

     

    Veniamo adesso al secondo incontro della seconda giornata del gruppo C di Russia 2018.

    Parte meglio il Perù che si crea una buona occasione al 6° con un gran tiro da lontano di Cueva che prova a sorprendere Lloris, palla fuori sopra la traversa. La risposta francese è sui piedi di Griezmann che si libera bene ma calcia male. La Francia cresce e crea occasioni con Pogba da lontano e con Varane di testa su azione da corner, il pallone esce sempre di poco. Dopo una bella parata di Gallese su Griezmann, si rivede al 31° il Perù con Guerrero che va al tiro da dentro l’area, si salva Lloris. Al 34° la Francia passa in vantaggio, palla filtrante di Pogba per Giroud, l’attaccante calcia ma un difensore sporca la conclusione, la palla scavalca Gallese, da due passi arriva Mbappé che deposita in gol. Il primo tempo si chiude con la Francia avanti 1-0.

    Si riparte con un doppio cambio nel Perù che va vicino al gol al 50° con un missile di Aquino, dalla distanza, che colpisce l’esterno dell’incrocio dei pali. E’ una Francia un po’ troppo rilassata mentre il Perù ci prova con più decisione. Al 68° buona occasione per Advincula ma il suo tiro esce non di molto. Dembelé entrato da poco prova a chiudere la partita al 81° ma il suo sinistro sfila sul fondo. Il Perù cala d’intensità, la Francia controlla agevolmente e porta a casa un importante successo che vale gli ottavi di Russia 2018. Eliminazione per i sudamericani.

     

    FRANCIA – PERU’ 1-0 (34° Mbappé)

    Francia (4-2-3-1): Lloris; Pavard, Varane, Umtiti, Hernandez; Pogba (89° N’Zonzi), Kantè; Mbappè (75° Dembelè), Griezmann (80° Fekir), Matuidi; Giroud.

    Allenatore: Deschamps.

    Perù (4-2-3-1): Gallese; Advincula, Ramos, Rodriguez (46° Santamaria), Trauco; Aquino, Yotun (46° Farfan); Carrillo, Cueva (82° Ruidiaz), Flores; Guerrero.

    Allenatore: Gareca.

    Arbitro: Hassan.

    Ammoniti: Matuidi (F), Guerrero (P), Aquino (P), Pogba (F).

     

    Arriviamo adesso all’ultima gara di giornata, la prima sfida della seconda giornata del Girone D di Russia 2018.

    La partenza è favorevole alla Croazia che, sfruttando un’Argentina non proprio concentrata e non nelle giuste posizioni, va al tiro con Perisic, Caballero si allunga e devia. Pian piano la squadra si Sampaoli cresce e si costruisce una buona occasione con Meza al 13°, palla respinta. Al 22° un cross sbagliato di Acuna mette i brividi ai tifosi croati, la palla infatti bacia la parte alta della traversa ed esce. Alla mezz’ora clamoroso pasticcio della difesa croata, la palla giunge a Perez che calcia a porta vuota, mette però clamorosamente sul fondo. La risposta croata arriva al 35° sulla testa di Mandzukic, il 17 croato effettua un inserimento perfetto ma colpisce male e spreca tutto. Nel finale grossa chance per Rebic che viene lanciato verso l’area argentina ma sbaglia il controllo e poi il seguente tiro finisce abbondantemente sul fondo. Si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con gli stessi 22 in campo e dopo una chance per Aguero, blocca Subasic, la Croazia sfrutta un incredibile errore di Caballero in disimpegno e con la conclusione al volo di Rebic passa in vantaggio. Per diversi minuti l’Argentina pare totalmente in tilt e priva di idee. Al 63° Higuain dal fondo mette un bel pallone dietro per Meza, arriva anche Messi ma Rakitic salva tutto. Passano 3 minuti e Vrsaljko serve a Mandzukic il pallone del 2-0 ma Tagliafico alla disperata ostacola il croato che non trova la porta. Sampaoli si gioca anche la carta Dybala ma è la Croazia ad avere più occasioni ed al 80° al termine di una ripartenza Modric punta Otamendi poi lascia partire un tiro da fuori che gonfia la rete alle spalle di Caballero. Al 86° Rakitic pennella una punizione che si schianta sulla traversa. Al 91° contropiede perfetto orchestrato da Rakitic che va al tiro, salva Caballero ma Kovacic è lesto a recuperare e a servire ancora Rakitic che facilmente cala il tris. Finisce così, è paradiso Croazia, inferno Argentina.

     

    ARGENTINA – CROAZIA 0-3 (53° Rebic, 80° Modric, 91° Rakitic)

    Argentina (3-4-3): Caballero; Mercado, Otamendi, Tagliafico; Salvio (56° Pavon), Mascherano, Perez (68° Dybala), Acuna; Messi, Aguero (54° Higuain), Meza.

    Allenatore: Sampaoli.

    Croazia (4-2-3-1): Subasic; Vrsaljko, Lovren, Vida, Strinic; Rakitic, Brozovic; Rebic (57° Kramaric), Modric, Perisic (82° Kovacic); Mandzukic (93° Corluka).

    Allenatore: Dalic.

    Arbitro: Irmatov.

    Ammoniti: Rebic (C), Mercado (A), Mandzukic (C), Vrsaljko (C), Otamendi (C), Acuna (C), Brozovic (C).

     

     

  • Russia 2018, Messi stecca, l’Islanda ferma l’Argentina

    Russia 2018, Messi stecca, l’Islanda ferma l’Argentina

    Ieri era stata la notte di Cristiano Ronaldo, oggi al Mondiale di Russia 2018 doveva essere la giornata di Leo Messi ma l’argentino non è riuscito ad emulare il rivale portoghese.

    Nella gara dell’Argentina contro l’Islanda, la Pulce non è riuscito a trovare il gol ed ha pure fallito il calcio di rigore, parato da Halldorsson, che avrebbe dato il 2-1 ai suoi. Grande impresa dell’Islanda che è riuscita a fermare sul pareggio per 1-1 l’albiceleste portando a casa un prezioso punto.

    Prima dell’Argentina era scesa in campo la Francia che ha avuto l’onore di vedersi assegnato il primo rigore con il VAR ma ha fatto molta fatica per sconfiggere 2-1 l’Australia.

    Nelle altre gare della giornata uno sfortunato ed impreciso Perù è stato sconfitto per 1-0 da una Danimarca cinica in attacco e molto concentrata in difesa.

    In serata è stato il turno della Croazia che con un Mandzukic gran protagonista, autogol causato e rigore procurato, ha sconfitto per 2-0 la Nigeria.

     

    Veniamo al racconto della prima gara di questa terza giornata dei mondiali di Russia 2018.

    Ci si aspetta una Francia d’assalto ed invece, dopo una buona occasione di Mbappe nei primissimi minuti, i Blues non riescono a rendersi praticamente mai insidiosi nella prima frazione. I francesi giocano ad un ritmo basso contro una Australia che si chiude ed al 18° avrebbe la grossa chance, Tolisso tenta di anticipare Sainsbury e devia nella propria porta, Lloris con un super intervento salva i suoi. Si va al riposo sullo 0-0.

    La ripresa è decisamente frizzante, al 57° Griezmann cade in area, l’arbitro fa proseguire ma viene richiamato dal VAR, il direttore di gara decide di andare a verificare al monitor ed assegna il primo storico rigore VAR. Dal dischetto Griezmann trasforma. I francesi avrebbero subito la palla del 2-0 ma la sprecano e al 62° Umtiti commette un ingenuo fallo di mano in area, è rigore per l’Australia, Jedinak spiazza Lloris e pareggia i conti. La partita sembra scivolare sul 1-1 ma al 81° Pogba e Giroud scambiano in velocità, il centrocampista arriva al tiro, Behich devia la conclusione che sbatte sulla traversa e rimbalza in rete con la Goal Line Technology che conferma. Finisce così, la Francia con sofferenza porta a casa i primi 3 punti a Russia 2018. 

     

    FRANCIA – AUSTRALIA 2-1 (58° rig. Griezmann (F), 62° rig. Jedinak (A), 81° Pogba (F))

    Francia (4-3-3): Lloris; Pavard, Varane, Umtiti, Hernandez; Tolisso (78° Matuidi), Kante, Pogba; Dembelé (70° Fekir), Mbappe, Griezmann (70° Giroud).

    Allenatore: Deschamps.

    AUSTRALIA (4-2-3-1): Ryan; Risdon, Sainsbury, Milligan, Behich; Jedinak, Mooy; Leckie, Rogic (72° Irvine), Kruse (84° Arzani); Nabbout (64° Juric).

    Allenatore: van Marwijk.

    Arbitro: Cunha.

    Ammoniti: Leckie (A), Risdon (A), Tolisso (F), Behich (A).

     

    Passiamo ora alla partita d’esordio dell’Argentina a Russia 2018.

    La partenza vede l’Argentina provarci su un paio di punizioni calciate in mezzo da Messi e l’Islanda rispondere con una buona palla calciata però a lato da posizione favorevole da Bjarnason. Al 19° l’Albiceleste la sblocca con Aguero che sfrutta una conclusione di Rojo e da dentro l’area trafigge il portiere Halldorson. La risposta islandese è immediata, la difesa di Sampaoli pasticcia e Finnbogason è lesto a lanciarsi sul pallone vagante in area e a calciarlo in rete per il pareggio. L’Argentina cerca di spingere per ritrovare il vantaggio, l’Islanda si chiude e nel finale ha pure la possibilità di trovare il 2-1 ma Caballero è bravo a respingere il diagonale di Gylfi Sigurdsson. Si va al riposo sul 1-1.

    La ripresa è equilibrata con l’Argentina che con il passare dei minuti prende campo, al 63° Meza viene messo giù in area, Marciniak concede rigore, dal dischetto va Messi ma Halldorsson respinge. L’Albiceleste ci prova con un tiro di Messi, fuori di poco, ed un cross di Pavon, ben respinto da Halldorsson. Sampaoli inserisce anche Higuain a 5 minuti dalla fine ma l’Islanda tiene e porta a casa un pareggio pesante ed importante contro una deludente Argentina.

     

    ARGENTINA – ISLANDA 1-1 (19° Aguero (A), 23° Finnbogason (I))

    Argentina (4-2-3-1): Caballero; Tagliafico, Otamendi, Mascherano, Rojo; Salvio, Biglia (54° Banega); Di Maria (75° Pavon), Meza (84° Higuain), Messi; Aguero.

    Allenatore: Sampaoli.

    Islanda (4-5-1): Halldorsson; Saevarsson, R.Sigurdsson, Arnason, Magnusson; Gudmundsson (65° Gislason), G.Sigurdsson, Gunnarsson (76° Skulason), Hallfredsson, Bjarnason; Finnbogason (88° Sigurdarson).

    Allenatore: Hallgrimsson.

    Arbitro: Marciniak.

     

    Passiamo ora alla seconda gara del girone C di Russia 2018.

    Le due squadre sentono la pressione del match e partono piano poi al 13° una conclusione di Carrillo costringe Schmeichel alla grande parata. Al 29° ancora pericoloso il Perù ma Kjaer è bravo a deviare il tentativo di Farfan. Al 44° diventa protagonista il VAR che segnala al direttore di gara di verificare il contatto in area Poulsen-Cueva. Viste le immagini l’arbitro assegna il rigore, dal dischetto va lo stesso Cueva che calcia altissimo. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    La ripresa si apre senza cambi e senza emozioni, almeno sino al 57° quando il Perù non riesce a sfruttare una buona giocata di Cuevas, con Flores che conclude a lato da buona posizione. Al 59° però è la Danimarca che passa: ripartenza di Eriksen, il Perù è posizionato male, Poulsen si presenta davanti a Gallese e lo batte sul primo palo. La risposta sudamericana è immediata e serve un super Schmeichel per salvare sul tiro di Flores. Il Perù va vicino più volte al pari ma in ogni occasione per un po’ di imprecisione la palla non entra in porta. Al 79° gran colpo di tacco di Guerrero, palla fuori di niente. Al 84° ancora Schmeichel con un super riflesso è pronto a dire no a Farfan. Sull’altro fronte Gallese nega ad Eriksen il gol del 2-0. Finisce così, la Danimarca batte il Perù 1-0.

     

    PERU’ – DANIMARCA 0-1 (59° Poulsen)

    Perù (4-2-3-1): Gallese; Advincula, Rodriguez, Ramos, Trauco; Tapia (87° Aquino), Yotun; Carrillo, Cueva, Flores (62° Guerrero); Farfan (85° Ruidiaz).

    Allenatore: Gareca.

    Danimarca (4-3-3): Schmeichel; Dalsgaard, Kjaer, Christensen (81° M. Jorgensen), Stryger Larsen; Kvist (35° Schone), Eriksen, Delaney; Poulsen, N.Jorgensen, Sisto (67° Braithwaite).

    Allenatore: Hareide.

    Arbitro: Gassama.

    Ammoniti: Tapia (P), Delaney (D), Poulsen (D).

     

    Arriviamo adesso all’ultima sfida di questa intensa terza giornata di Russia 2018.

    Non molte emozioni nella prima parte di gara, le squadre non creano molto se non un bel tiro di Perisic, su sponda di Mandzukic, alto non di molto. Al 32° la Croazia passa in vantaggio, su azione di corner Mandzukic colpisce di testa, la palla sbatte su Etebo e finisce in gol. Non si assiste ad una reazione nigeriana, anzi è Kramaric a sfiorare il 2-0. Si va al riposo con i croati avanti 1-0.

    La ripresa vede una Nigeria più propositiva ma senza grosse occasioni nel primo quarto d’ora. Al 70° Ekong, su un calcio d’angolo, trattiene Mandzukic in area, l’arbitro non ha dubbi, è rigore che Modric trasforma. La Nigeria tenta una d’orgoglio che però non crea grossi grattacapi alla difesa croata. Finisce 2-0, la Croazia vola in testa al gruppo D di Russia 2018.  

     

    CROAZIA – NIGERIA 2-0 (32° aut. Etebo, 71° rig. Modric)

    Croazia (4-2-3-1): Subasic; Vrsaljko, Lovren, Vida, Strinic; Rakitic, Modric; Rebic (78° Kovacic), Kramaric (60° Brozovic), Perisic; Mandzukic (86° Pjaca).

    Allenatore: Dalic.

    Nigeria (4-2-3-1): Uzoho; Shehu, Balogun, Ekong, Idowu; Ndidi, Etebo; Moses, Obi Mikel (88° Simy), Iwobi (62° Musa); Ighalo (73° Iheanacho).

    Allenatore: Rohr.

    Arbitro: Ricci.

    Ammoniti: Rakitic (C), Ekong (N), Brozovic (C).

  • Paulo Dybala firma con adidas Football per Russia 2018

    Paulo Dybala firma con adidas Football per Russia 2018

    Paulo Dybala e adidas Football annunciano il loro legame lavorativo: il giovane attaccante dell’Argentina e numero 10 della Juventus durante la FIFA World Cup 2018 vestirà ai piedi adidas.
    Claus-Peter Mayer, VP Global Sports Marketing di adidas Football, ha dichiarato: “Siamo lieti di firmare uno dei più brillanti giovani talenti del calcio mondiale in questo momento. Paulo Dybala è uno dei giocatori più creativi che calcano i campi di gioco e sono queste le caratteristiche che lo rendono il giocatore perfetto per far parte del team adidas. Non vediamo l’ora di vedere Paulo lasciare il segno sulla FIFA World Cup“.

    Alle parole di Mayer hanno fatto seguito quelle di Dybala, il quale conferma:
    Sono felice di far parte della famiglia adidas, unendomi al marchio sportivo leader e spingendo i confini della creatività dentro e fuori dal campo. Sono entusiasta di vedere cosa riserva il futuro e cosa siamo in grado di creare insieme“.

    Dybala, reduce dalle 22 reti stagionali con la maglia bianconera, si appresta al debutto del Mondiale in Russia con la maglia albiceleste che scenderà in campo sabato 16 giugno nella partita contro l’Islanda.

    Paulo Dybala firma con adidas Football

    Per ulteriori informazioni è possibile visitare adidas.com/football o seguire @adidasfootball su Instagram o Twitter per partecipare alla conversazione.

    adidas è il brand leader del panorama calcistico globale. Oltre a essere sponsor e fornitore ufficiale dei più importanti tornei del mondo – FIFA World Cup™, FIFA Confederations Cup, UEFA Champions League, UEFA Europa League e UEFA European Championships –, sponsorizza squadre del calibro di Manchester United, Real Madrid, FC Bayern Monaco, Juventus e AC Milan. In più, è il marchio indossato da alcuni dei campioni indiscussi del calcio internazionale, quali Leo Messi, Paul Pogba, Gareth Bale, Karim Benzema, Roberto Firmino, Thomas Müller, Luis Suárez, James Rodríguez, Diego Costa, Mesut Özil, Renato Sanches e Julian Draxle

  • Il cuore del Cile si prende la Coppa America

    Il cuore del Cile si prende la Coppa America

    New York e il MetLife diventano il teatro della sfida finale della centesima edizione della Coppa America. Argentina e Cile sono le migliori formazioni del continente americano e dopo un agguerrito torneo sono arrivate in fondo per aggiudicarsi la prestigiosa edizione del massimo titolo continentale.

    L’accesso delle due formazioni alla finalissima è stato differente, l’Argentina arriva qui dopo una sfida agevolmente vinta per 4-0 sui padroni di casa degli Stati Uniti, mentre il Cile ha dovuto sudarsi il 2-0 contro un’ottima Colombia che fin dalle prime battute del torneo ha suscitato molte buone aspettative ed ha conquistato il terzo posto di questa Coppa America superando gli Stati Uniti nella “finalina” con una rete di Bacca.

    Una “Copa del Centenario” che ha fatto registrare un gran successo con oltre un milione di biglietti venduti e una media spettatori di oltre 42000 presenti a match. Gli Stati Uniti cercavano un gran ritorno mediatico per ulteriormente lanciare il “soccer” e ci sono riusciti alla grande mostrando un degno spettacolo per il paese.

    Il MetLife di New York gremito per la finale di Coppa America | Foto Twitter
    Il MetLife di New York gremito per la finale di Coppa America | Foto Twitter

    Motivi differenti per le due formazioni e approdo alla finale come detto altrettanto diverso. L’Argentina cerca la vendetta dopo aver perso l’ultima edizione proprio contro il Cile ai rigori, mentre la “roja” vuole confermare la sua supremazia in America. Assente per l’Argentina l’ex-napoletano Lavezzi, mentre nel Cile rientra Vidal che aveva saltato la semifinale per infortunio. Tanti comunque i conoscenti della nostra Serie A in campo.

    Non passa nemmeno un minuto che l’Argentina, come visto contro gli Stati Uniti, si fa subito vedere. Banega recupera un pallone che sembrava perso e spara da fuori area, il tiro esce fuori di poco.

    Nei primi venti minuti di gioco si capisce che le due squadre si temono ma per indole si attaccano colpo su colpo con un ritmo elevato. L’Argentina pressa e si prende il pallino del gioco, ma il Cile scappa quando può e mette paura. Al 22° Medel fa un errore i controllo clamoroso, Higuain ruba la sfera e s’invola solo davanti a Bravo, l’attaccante del Napoli però effettua un pallonetto che esce largo sull’uscita del portiere cileno. Un minuto dopo da una punizione di Messi, Otamendi colpisce di testa mettendo sull’esterno della rete la sfera.

    L’Argentina con Messi e Di Maria continua a mettere in difficoltà la difesa cilena e in meno di mezz’ora Diaz commette due falli su Leo Messi che costringono l’arbitro brasiliano Lopes ad estrarre due volte il cartellino giallo e di conseguenza il rosso. L’Argentina così si ritrova ad avere a disposizione sessanta minuti di gioco con un uomo in più e se l’attacco prima veniva portato con un certo peso, adesso la pressione sul gioco cileno diventa asfissiante. Il match s’incattivisce, il gioco viene frammentato dai numerosi falli e poco dopo vengono ammoniti Mascherano, Vidal e Messi.

    Ad Aranguiz (Chi) è stato mostrato il cartellino rosso, così come a Rojo (Arg) ma solo il secondo uscirà dal campo | Foto Twitter
    Ad Aranguiz (Chi) è stato mostrato il cartellino rosso, così come a Rojo (Arg) ma solo il secondo uscirà dal campo | Foto Twitter

    Mentre sul finale di primo tempo viene espulso direttamente Rojo per una brutta entrata da dietro su Vidal. Si va al riposo sullo 0-0 ma con una partita emozionante e piena di colpi di scena anche se per i due tecnici completamente da ricostruire.

    Nella dinamica dell’espulsione per Rojo l’arbitro Lopes ha mostrato il rosso a due giocatori, uno era Rojo appunto, mentre l’altro era un giocatore del Cile, Aranguiz, che aveva avuto una reazione dove poi ne era scaturita una piccola rissa. Tuttavia ad uscire dal campo è stato solo Rojo tra le proteste argentine mentre Aranguiz è rimasto in campo dimenticato da Lopes. Un’altra pagina di questa Coppa America dove il direttore di gara diventa determinante qualunque sia l’esito finale.

    La ripresa inizia senza cambi per le due formazioni ma è il Cile che sembra più attivo mentre l’Argentina si preoccupa più a coprirsi. Al 56° Isla dopo un’azione prolungata del Cile ci prova da fuori area ma il tiro è largo. Martino prova a controllare meglio la partita inserendo Kranevitter per un Di Maria uscito un po’ dal gioco.

    La partita rimane bellissima perché il Cile tiene il pallino del gioco e si prende grossi rischi per le ripartenze albicelesti, l’Argentina sembra sonnecchiare segno che tra le due espulsioni quella che ha pesato di più è stata quella di Rojo. In una delle folate in contropiede argentine viene ammonito Aranguiz che per fermare Messi lo stende, Martino cambia l’attacco e al posto di Higuain inserisce Aguero, segno che la chiave che vuole cercare l’Argentina per sbloccare il match è la velocità di scambio e di corsa palla al piede.

    80° bel contropiede cileno innescato da Sanchez che lancia lungo Vargas che una volta entrato in area dalla destra tira in porta in modo potente, Romero respinge poi Mascherano libera l’area. Quattro minuti dopo Messi dopo uno dei tanti slalom sulla trequarti passa ad Aguero che con un tocco salta l’avversario e solo defilato sulla destra davanti allo specchio spara alto.

    Nell’ultimo minuto dei tempi regolamentari si vede lo specchio della partita, grande azione corale del Cile che con Beausejour scende sulla sinistra, mette rasoterra in mezzo per Sanchez un pallone che deve essere solo spinto in porta, l’ex-Udinese s’inceppa e l’Argentina riparte velocissima, la palla arriva a Messi che ne salta tre e poi da fuori area spara fuori. Si va ai tempi supplementari.

    I supplementari non vedono cambi per nessuna delle due squadre e si inizia sempre con i nervi tesi, nei primi minuti si vedono contrasti duri e sempre lo stesso canovaccio Cile che palleggia con calma e prova l’attacco mentre Argentina pronta a ripartire in contropiede.

    Al 99° grande discesa di Puch sulla sinistra che mette in mezzo una palla d’oro per Vargas che colpisce di testa dal limite dell’area piccola, strepitoso Romero a bloccare in volo plastico. Un minuto dopo da una punizione battuta da Messi, salta Aguero che devia verso la porta, Bravo con un incredibile colpo di reni devia in angolo.

    Occasione d'oro per Aguero che di testa poteva segnare il gol che valeva la Coppa America | Foto Twitter
    Occasione d’oro per Aguero che di testa poteva segnare il gol che valeva la Coppa America | Foto Twitter

    Martino si gioca durante il secondo tempo supplementare anche la carta Lamela al posto dello stanchissimo Banega autore di una buona gara. Finisce comunque 0-0 e come nell’ultima edizione della Coppa America decidono i calci di rigore con una partenza shock, Vidal e Messi i primi due rigoristi sbagliano entrambi.

    Lucas Biglia si fa parare il rigore che regala la Coppa America al Cile | Foto Twitter
    Lucas Biglia si fa parare il rigore che regala la Coppa America al Cile | Foto Twitter

    Raul Bravo para il rigore di Lucas Biglia, mentre Silva non sbaglia portando il Cile in paradiso esattamente come un anno fa. La Coppa America è della “Roja”. Continua la maledizione di Lionel Messi che con l’Argentina non ha ancora vinto qualcosa di importante.

    ARGENTINA-CILE 3-4 d.c.r. (0-0 p.t./0-0 s.t.)

    Argentina (4-3-3): Romero 6,5; Mercado 6,5, Otamendi 6,5, Mori 7, Rojo 4,5; Biglia 6, Mascherano 7, Banega 6 (dal 111° Lamela s.v.); Messi 5, Higuain 6 (dal 70° Aguero 5,5), Di Maria 5,5 (dal 56° Kraneviter 6).

    C.T.: Gerardo Martino 6,5

    Cile (4-3-3): Bravo 7; Isla 7, Medel 6, Jara 7, Beausejour 6; Vidal 7, Diaz 4,5, Aranguiz 6,5, Fuenzalida 6,5 (dal 80° Puch 6), Vargas 6 (dal 109° Castillo s.v.), Sanchez 7 (103° Silva s.v.).

    C.T.: Juan Antonio Pizzi 6,5

    Arbitro: Heber Lopes (Bra) 4,5

    Ammoniti: Diaz (CHI), Diaz (CHI), Mascherano (ARG), Vidal (CHI), Messi (ARG), Beausejour (CHI), Aranguiz (CHI),Kranevitter (ARG).

    Espulsi: Diaz (CHI), Rojo (ARG)

  • Volley: la tarantella italiana batte il tango argentino

    Volley: la tarantella italiana batte il tango argentino

    Non poteva essere titolo più azzeccato per definire la splendida vittoria della Nazionale di volley femminile guidata da Marco Bonitta che supera con una bella dimostrazione di forza anche l’Argentina. Il volto bello, fresco e giovane delle azzurre porta i nomi di Cristina Chirichella e Antonella Del Core entrambe napoletane ed entrambe protagoniste del match contro l’Argentina. Ma non solo loro, strepitosa anche Paola Cardullo che ormai ha superato in pieno i guai fisici che l’hanno tenuta lontano dai palazzetti per quasi un anno intero, benissimo anche Centoni e Costagrande. Il gruppo delle azzurre è compatto, coeso e soprattutto determinato.

    Il primo set è combattuto con le azzurre che studiano le avversarie ribattendo colpo su colpo, Chirichella tiene bene a muro e piazza battute vincenti, nella fase centrale invece è Costagrande che mette nel sacco punti importanti per una fuga italiana che poi diverrà impossibile da recuperare per le sudamericane. Bonitta fa girare le ragazze, dentro Diouf e Ferretti per dare respiro a chi ha giocato di più ed è proprio Valentina Diouf che diventa protagonista sul finire del set, prima dando ben nove set-point all’Italia e poi chiudendo il parziale per 25-17.

    Paola Cardullo | Foto Twitter
    Paola Cardullo | Foto Twitter

    Anche il secondo set parte bene per le azzurre che al primo time-out tecnico sono davanti per 9-5, qualche sbavatura in più ma come nella prima frazione la squadra di Bonitta prende prima il largo ma poi subisce il ritorno delle argentine fino al 20-17. In questa fase rientra Diouf ma è un bel muro di Del Core a rimettere l’Italia in carreggiata, poi l’ace di Nadia Centoni e un altro muro di Del Core portano le azzurre con sette set-point di vantaggio e con un errore delle avversarie si chiude di nuovo sul 25-17.

    Il terzo set evidenzia un calo delle argentine che subiscono velocemente un parziale di 17-11, ma qui l’Italia si riposa un po’ uscendo dalla partita, la regia di Lo Bianco mette in mostra qualche sbavatura, ma la difesa tiene bene con Cardullo e compagne. Passata questa fase le azzurre guidate ancora da un’ottima Del Core riprendono le redini e si portano sul 22-16, Lucia Bosetti e un errore albiceleste portano l’Italia in vantaggio con otto match-point. Il muro azzurro chiude la partita con il parziale di 25-16 ed il match 3-0. L’Italia ora è solissima e quasi inarrivabile alla testa del suo girone dove seguono la Repubblica Dominicana che ha battuto 3-2 la Croazia e proprio la Germania vittoriosa oggi sulla Tunisia. Al quarto posto c’è la Croazia e chiudono il girone a quota 0 punti Tunisia e Argentina.

    Sabato sfida alla Germania per continuare a sognare.

    ITALIA-ARGENTINA 3-0 (25-17 / 25-17 / 25-16).

  • Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Una partita tesissima, equilibrata, decisa da un gran gol nel secondo tempo supplementare di un giocatore entrato dalla panchina e molto criticato in patria per le prestazioni nelle gare precedenti: Mario Gotze.

    Il giovane attaccante del Bayern Monaco ha trovato, al 113°, il guizzo vincente sul gran cross di Schurrle, per superare Romero spezzando l’equilibrio e permettendo alla Germania di diventare per la quarta volta campione del mondo.

    Il capitano Lahm solleva la coppa
    Il capitano Lahm solleva la coppa

    Una nota di merito va a Schweinsteiger, giocatore indistruttibile, che nonostante una stanchezza dovuta ad una partita a tutto campo ed una ferita sotto l’occhio nel secondo tempo supplementare è voluto rimanere in campo e continuare a combattere.

    La delusione di questa finale ha un nome e cognome: Leo Messi.

    Il numero 10 argentino ha avuto l’occasione di diventare ancora più grande, di incidere il suo nome nella storia del calcio ma ha fallito, giocando una partita decisamente sottotono e fallendo una grande occasione ad inizio secondo tempo.

    Per quanto riguarda le formazioni, non ci sono novità, Low schiera il suo 4-3-3 con Klose centravanti appoggiato da Ozil e Muller, perde però Khedira che viene sostituito da Kramer.

    Sabella mette in campo i suoi con un 4-3-3 che si trasforma in 4-4-2 con Lavezzi che può agire sulla fascia ma anche appoggiare le due punte.

    Si parte e come prevedibile è la Germania a far la gara con l’Argentina pronta a colpire in contropiede. Al 20° gravissimo errore di Kroos nel retropassaggio di testa ma Higuain, dopo aver controllato bene il pallone, fallisce incredibilmente. Passano 10 minuti e Higuain segna ma il gol è annullato per fuorigioco dell’attaccante. E’sempre la Germania a fare la gara ma l’Argentina con le ripartenze veloci prova a spaventare i tedeschi. Low al 31° è costretto al cambio con Kramer stordito da un violento contrasto con Garay, che lascia il campo per Schurrle. Nel recupero del primo tempo Howedes colpisce un palo a Romero battuto con un colpo di testa su corner di Kroos, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con la sostituzione a sorpresa di Lavezzi, autore di un ottimo primo tempo, lasciato negli spogliatoi per far spazio ad Aguero. Al 47° subito occasione per Messi ma il suo diagonale è largo non di molto. 60°, la partita si mantiene in equilibrio senza grosse occasioni. Passa qualche minuto e la gara si accende a fiammate con i contrasti che si fanno anche più rudi. Niente da fare le due squadre non riescono a superarsi, si va ai supplementari.

    Pronti via e chance enorme per Schurrle ma Romero si salva d’istinto, al 97° risponde Palacio ma il suo pallonetto su Neuer esce. La Germania fa la gara ma l’Argentina è sempre pronta con il lancio lungo e contropiede ma nessuna delle due riesce a sbloccare la gara ed il primo tempo supplementare si chiude sullo 0-0.

    Mario Gotze
    Mario Gotze

    Nel secondo tempo supplementare la fatica sembra farla da padrona, i tedeschi si arrabbiano per due mancati gialli (che sarebbero diventati rossi) non sventolati da Rizzoli a Mascherano ed Aguero. Al 113° arriva la svolta della gara con Schurrle che dal fondo piazza la palla per Gotze che controlla e batte Romero per il vantaggio tedesco. L’Argentina si butta in avanti a testa bassa ma non produce nulla, l’ultima chance ce l’ha Messi ma la punizione calciata dalla Pulce finisce altissima. Dopo quasi 3 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine certificando così il trionfo della Germania.

    In Germania si fa festa,è la vittoria di un gruppo compatto, di una nazionale che ha espresso buon gioco, guidata dall’ottimo tecnico Joachim Low.

     

    GERMANIA – ARGENTINA 1-0 (0-0 al 90°) (113° Gotze)

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Kramer (31° Schurrle), Kroos; Muller, Klose (88° Gotze), Ozil (120° Mertesacker).

    Allenatore: Low.

    ARGENTINA (4-3-3): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Perez (86° Gago), Mascherano, Biglia; Lavezzi (46° Aguero), Messi, Higuain (77° Palacio).

    Allenatore: Sabella.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Schweinsteiger (G), Howedes (G), Mascherano (A), Aguero (A).