Poche ore ancora e i riflettori saranno tutti puntati sull’andata dei quarti di finale di Champions di scena all’Allianz Arena: di fronte i padroni di casa “ammazza campionato tadesco“, il Bayern Monaco (altro…)
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Conte, attenzione all’Inter: “Niente calcoli per il Bayern”
Il momento è di quelli topici, cruciali, elettrizzanti ed il vivo della stagione si avvicina sempre più: dopo la sosta per la Nazionale la Juventus di Conte riprende il suo cammino con due appuntamenti di primo livello, fra campionato e Champions League. (altro…)
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Rinnovo Conte, clausola rescissoria e 5 milioni
Quello tra Antonio Conte e la Juventus, la sua Signora (dopo la moglie Elisabetta Muscarello, ndr), è un matrimonio di grande armonia destinato a proseguire ancora a lungo nonostante le voci che, nelle scorse settimane, avevano suscitato non poche preoccupazioni nei tifosi bianconeri (altro…)
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Matri fissa gli obiettivi: “prima il campionato, poi il sogno”
Nella settimana di sosta dal campionato per lasciare spazio alla Nazionale, in casa Juventus i pochi rimasti a disposizione a Vinovo continuano a lavorare con mister Conte per rifinire la propria preparazione prima di calarsi nuovamente in clima campionato e Champions League, ormai alle porte. E’ un po’ come la quiete prima della tempesta, modificando il titolo della celebre poesia di Leopardi, che rende importanti questi giorni preparatori prima della sempre affascinante sfida di campionato contro l’Inter in programma sabato a San Siro, e della gara d’andata dei quarti di Champions League contro il Bayern Monaco di martedì 2 Aprile. In tal senso, Alessandro Matri – ritrovato protagonista dell’attacco juventino – parla degli obiettivi della squadra mettendo in testa quello più “a portata di mano”, ossia il campionato, per poi pensare al sogno più grande: “il primo obiettivo è il campionato, siamo partiti da favoriti e siamo in testa con nove punti di vantaggio. Abbiamo un buon margine ma prima dobbiamo assicurarci lo scudetto e poi col secondo obiettivo iniziamo a sognare”.
Alessandro Matri © Giuseppe Bellini/Getty Images Sognare, appunto, è il termine adatto a proposito di una competizione che, per la Juventus, ha assunto troppo spesso i caratteri di una sorta di “tabù”, anche negli anni in cui all’organico bianconero non mancava nulla per competere con le tradizionali big d’Europa. E’ sempre mancato quel quid di fortuna ed esperienza che, in questi casi, fa la differenza. Nel caso della squadra di Conte, capace di compiere la straordinaria impresa di vincere lo scorso campionato e di dominare senza rivali quello in corso, non è consentito scoraggiarsi o avere timori reverenziali ma, al contrario, l’imperativo categorico resta quello di camminare a testa alta in Europa, con l’orgoglio di quanto mostrato finora e della credibilità continentale ricostruita e ritrovata, provando a lasciare ancora il segno, con il proprio gioco e la propria mentalità. Ovviamente, l’avversario Bayern Monaco è una di quelle montagne alte ed impervie da scalare, e la gara che si disputerà fra soli otto giorni è un match da brividi, ma non sarebbe giusto partire battuti in partenza. Per questo motivo, a chi gli chiede se la sfida ai tedeschi del Bayern Monaco vale come una finale, Alessandro Matri risponde in maniera pragmatica e concreta sottolineando che “vale un quarto di finale, perchè alla fine questo è”.
Si ridimensiona, così, almeno a parole la portata della sfida attribuendole il giusto peso pur considerando inevitabilmente la straordinaria forza e l’esperienza in questa competizione dell’avversaria, “una delle prime tre squadre in Europa”. La Juventus, però, deve trovare i giusti stimoli – e questi di certo non mancheranno – affidandosi alle sue doti caratteriali per cercare di giocarsela e, poi, “vinca il migliore”.
La vetrina europea sarà, dunque, un’importante banco di prova sia per la squadra bianconera che sta attraversando in queste due stagioni un percorso di crescita accellerato, sia per Alessandro Matri che solo in questa stagione ha conosciuto il sapore dei gol europei nella competizione più ambita e importante.
Un percorso importante anche sul piano personale, che Matri ha tutta l’intenzione di continuare, anche per provare a proiettarsi in ottica Nazionale italiana: “voglio dimostrare di avere delle qualità utili per far parte del progetto-Nazionale”.
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Conte Juventus, ecco il piano di Beppe Marotta
Conte Juventus – Dopo le dichiarazioni non certo rassicuranti di Antonio Conte al termine della partita contro il Bologna e riguardanti un suo possibile futuro all’estero abbandonando di fatto la panchina bianconera, Beppe Marotta sta correndo ai ripari per poter assicurare al mister bianconero la migliore rosa possibile per poter ambire a traguardi sempre più grandi e che hanno però un solo nome, Champions League. È opportuno precisare che il desiderio di Conte è quello di avere un calcio più tranquillo e sereno e dai toni decisamente più pacati dopo i fattacci di Napoli e Bologna e che il rapporto con la squadra di Corso Galileo Ferraris è ottimo, ma le sirene inglesi e precisamente quelle di Roman Abramovich e del suo Chelsea, fanno tentennare il tecnico leccese sempre alla continua ricerca della vittoria.
Stefan Jovetic, obiettivo numero uno bianconero ©ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images Ecco perché Beppe Marotta deve assolutamente non sbagliare la prossima campagna acquisti che sarà sempre incentrata alla ricerca del tanto sognato Top player. Il nome è sempre quello, Stefan Jovetic, il montenegrino potrebbe lasciare Firenze e la Fiorentina qualora la compagine viola non riuscisse a raggiungere il traguardo Champions e la cifra richiesta dal Patron Della Valle per lasciare partite il suo gioiello è sempre quella di 30 milioni. Marotta ha la convinzione di poter abbassare le pretese economiche della Fiorentina magari inserendo nella trattativa quel Fabio Quagliarella che in questa stagione sta facendo bene ma che si merita decisamente un posto da titolare che al momento la Vecchia Signora non può assolutamente garantirgli dopo l’arrivo in estate anche dello spagnolo Llorente.
Con il possibile arrivo di Jovetic la Juventus avrebbe quella qualità in più nel reparto offensivo che al momento può garantire solo il suo connazionale Mirko Vucinic ed andrebbe a colmare forse, l’unica lacuna in una rosa che sembrerebbe al momento praticamente perfetta.
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Buffon apre a Totti ed elogia Conte: “è il numero uno”
Dopo una full immersion nel campionato e nelle competizioni europee per il club, è ora di rituffarsi nella parentesi-Nazionale e per capitan Gigi Buffon è l’occasione per parlare a tutto tondo, come è solito fare, con la schiettezza e la profondità d’analisi di sempre, spaziando da argomenti calcistici legati alla Juventus ed alla Nazionale, alle questioni stringenti legate all’attualità italiana. In primis, Gigi Buffon affronta la questione ritorno di Francesco Totti in Nazionale, una possibilità che il ct Prandelli non ha escluso nonostante siano trascorsi sette anni dall’ultima presenza del numero dieci romanista in maglia azzurra, ossia nella finale mondiale del 2006 vinta contro la Germania. Per Totti fu quello il momento di lasciare al top della sua carriera, ma in questi anni ha continuato a lavorare seriamente e a stupire tutti per la sua condizione attuale, come lo stesso Buffon sottolinea, elogiando colui che lui considera da sempre “suo compagno di Nazionale” considerando che ha vissuto con Totti tutta la trafila dall’Under 15 alla Nazionale maggiore.
Buffon apre al ritorno di Totti in Nazionale e elogia Conte | © Claudio Villa/Getty Images Da un grande del calcio italiano ancora in piena attività ad un altro ex calciatore che, da qualche anno a questa parte, sta bruciando le tappe della propria carriera in panchina: Antonio Conte. Gigi Buffon parla, così, del suo tecnico, colui che lo scorso anno ha regalato al popolo juventino una delle più intense soddisfazioni sportive, lo scudetto delle rinascita. Secondo il portierone non c’è alcun pericolo di dover prendere in considerazione l’ipotesi di un addio a Conte (legato alle dichiarazioni del mister juventino dopo la guerriglia contro il pullman a Bologna, ndr) soprattutto perchè “tutti sappiamo quanto mister Conte è legato a questa maglia” e, in tal senso, non potrebbe mai considerare altre ipotesi finchè non riterrà completato il suo percorso con la Juventus. Inoltre, secondo Buffon, il valore di Conte è inestimabile e, dovendo paragonarlo agli altri allenatori con cui ha lavorato nella sua lunga carriera, Buffon lo colloca addirittura al primo posto, davanti a “totem” del calcio come Marcello Lippi e Fabio Capello, Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti, solo per citarne alcuni. Il discorso-Conte richiama, poi, per analogia il discorso-Juventus e, in particolare, il cammino bianconero in Europa, con i quarti di finale di Champions League quasi alle porte ed un avversario come il Bayern Monaco che aspetta al varco la Signora, un avversario assolutamente fortissimo, tra le prime “3-4 squadre in Europa”. Per Buffon il cammino Champions dev’essere preso “come abbiamo fatto finora, sperando di farci apprezzare per un gioco propositivo e di riconquistare il rispetto degli avversari”. Un rispetto che in Europa è già cresciuto grazie al percorso compiuto finora, e che in Italia si è trasformato in “attenzione negativa” perchè è difficile riconoscere i meriti altrui maturati sul campo, senza più alcun alibi com’era stato in passato quello di Calciopoli.
Dalla Juventus alla Nazionale, Gigi Buffon affronta il discorso azzurro in prospettiva Mondiali Brasile 2014 ed in connessione al progetto-giovani promosso dal ct Cesare Prandelli: in tal senso, la prossima amichevole con il Brasile è un banco di prova stimolante contro un’avversaria top, con la quale non si può sfigurare “anche perchè ci apprestiamo a giocarci la Confederations cup”. In tal senso, il discorso ricade su uno dei protagonisti più attesi, ossia Mario Balotelli, che secondo capitan Buffon “ora è più sereno perchè gioca con continuità”.
Infine, una considerazione sull’attualità del nostro Paese, sul cambio di rotta che la politica sta tentando con un rinnovamento dei costumi e delle abitudini, e che anche lo sport italiano vuol seguire, con l’iniziativa del Coni dell’abolizione delle tessere gratis ai parlamentari: “sono segnali che fanno ben sperare e capire che ogni tanto ci si ferma e si pensa”.
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Juventus, la più amata o la più odiata d’Italia?
La grande stagione sin qui condotta dalla compagine bianconera ha sicuramente fatto felici i quasi 16 milioni di tifosi sparsi per tutt’Italia, ma sicuramente il clima che aleggia attorno la squadra allenata da mister Antonio Conte in queste ultime settimane non è certamente dei migliori. L’esultanza dell’allenatore leccese al termine della partita vinta al Dall’Ara di Bologna contro la quadra rossoblù ha riacceso le vecchie antipatie che da sempre la Vecchia Signora si porta dietro, frutto della sua storia ricca di successi e dalla macchia indelebile che Calciopoli ha portato nella storia di una delle squadre più conosciute e prestigiose al Mondo. Sicuramente non molti avrebbero scommesso della rinascita juventina con a capo uno dei suoi capitani e giocatori simbolo dell’era targata Marcello Lippi e questa situazione, accompagnata dall’euforia di Conte, in alcuni casi forse un po’ troppo eccessiva, ha spinto ad episodi deprecabili come gli assalti ai pullman bianconeri sia a Napoli che a Bologna.
Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images Gli episodi accaduti a Napoli e Bologna fanno sicuramente parte di quella gran parte di tifoseria italiana, purtroppo in netta maggiorana e in continua crescita che nulla ha a che fare con lo spirito che ogni competizione sportiva dovrebbe portare e che vediamo sempre quando gioca la nazionale di rugby al torneo del “Sei Nazioni”. Tuttavia dobbiamo purtroppo sottolineare che l’odio sportivo che la Juventus suscita va decisamente oltre la normale decenza umana e questo ha spinto Conte a pensare di lasciare l’Italia per andare ad allenare all’estero dove lo sport è vissuto con altri ideali, dove si può portare la famiglia allo stadio e con una cultura decisamente più elevata di quella italiana.
Sicuramente non sta a chi vi scrive dire se la Juventus deve essere amata o odiata ma sicuramente non si può non apprezzare come una società che nemmeno sette anni fa giocava in serie b, sia riuscita a tornare in vetta al campionato ed in Europa, una situazione questa che ovviamente ai tanti “non tifosi” bianconeri non fa certamente piacere.
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Marotta: “Conte resterà a lungo, Ibra non arriva”
Le parole di delusione e rabbia di Antonio Conte dopo la vittoria con il Bologna di sabato sera, riferite al clima di tensione ed astio respirato nella città emiliana e avvertito “bruscamente” con tanto di pietre lanciate contro i vetri del pullman della Juventus che si accingeva a entrare allo stadio Dall’Ara, potevano suscitare preoccupazione in molti tifosi juventini. Inevitabilmente, infatti, nelle ore successive a quelle dichiarazioni, la temperatura delle preoccupazioni per l’ipotesi di un addio di Conte a fine stagione (direzione estero) era salita notevolmente. Lo sfogo a caldo del mister salentino, però, oggi viene chiarito con precisione e lucidità da Beppe Marotta in un intervento a Radio Anch’io che mira a rassicurare il popolo bianconero sul futuro di Antonio Conte, una figura in cui i tifosi juventini intravedono la “guida sicura”, il “condottiero” e, soprattutto, l’uomo pragmatico che sul campo ha dimostrato fin qui il proprio valore. In tal senso, secondo Marotta lo sfogo di Conte è stato condizionato dal clima pesante attorno alla partita, una reazione istintiva. Pertanto, non sembra esservi alcuna nube all’orizzonte che possa condizionare la sua permanenza “più a lungo possibile” sulla panchina bianconera, anche se non vi resterà a vita come Alex Ferguson al Manchester United, ma “sono certo che nei prossimi anni avremo Conte ancora con noi”.
Marotta rassicura: “Conte resterà a lungo” | © Valerio Pennicino/Getty Images In riferimento alla situazione pesante attorno alle trasferte della Juventus lontano dal proprio stadio, però, anche Beppe Marotta decide di intervenire in maniera forte sottolineando il clima di assurda tensione che contraddistingue ogni pre-partita, una situazione che sta progressivamente degenerando e che sta divenendo insostenibile al punto da indurlo ad un paragone molto forte, definendolo un clima da “guerriglia urbana” che risponde perfettamente alla frase latina “mors tua, vita mea” e che affonda le sue radici nella deriva dei valori della società, che andrebbero in qualche modo recuperati fin dall’educazione dei giovani. Ma, se tale tipo di discorso si riconduce inevitabilmente ad un processo lungo e complesso da portare avanti, esiste un’altra questione fondamentale da affrontare in connessione a tale aspetto.
In tal caso, il riferimento è alla polemica scatenata dal tecnico del Bologna Stefano Pioli dopo l’esultanza di Conte a fine gara: una polemica che ha infastidito notevolmente l’ambiente juventino che, in questo caso, si sente “parte lesa” in una situazione di tensione legata alle proprie trasferte. Beppe Marotta, pertanto, esprime il suo punto di vista in difesa della libertà di esprimere le proprie emozioni, perchè “il calcio è contenitore di sentimenti che non vanno repressi” ma che, ovviamente, devono essere espressi nel rispetto degli avversari così come ha fatto Conte rivolgendo la propria esultanza solo ai tifosi della Juventus presenti.
Oltre alla questione legata al futuro di Antonio Conte sulla panchina bianconera e al problema guerriglia in trasferta, l’attenzione di Marotta – in veste di ds juventino – non può, poi, tralasciare uno dei temi caldi dell’attualità bianconera, ossia le voci sul possibile ritorno di Ibrahimovic alla Juventus nel mercato estivo ed, in tal senso la risposta di Beppe Marotta è perentoria ed esclude ogni ombra di possibilità: “non verrà alla Juventus”.
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Lo sfogo di Conte: “troppo odio contro la Juve”
Dopo due stagioni sulla panchina della Juventus, è ormai possibile riuscire a interpretare gli stato d’animo di Antonio Conte dopo un match, a seconda che il risultato del campo sia una vittoria oppure la gara abbia un esito differente: gli si legge negli occhi la gioia o la delusione cocente, che smaltisce con difficoltà e lentezza, come lui stesso ha ammesso diverse volte. Questa volta, però, la situazione appare diversa e, nonostante la grande gioia e la soddisfazione per una fondamentale vittoria come quella di ieri contro il Bologna, le parole prevalenti nella conferenza stampa del post-partita sono la delusione e l’amarezza. Non per il risultato del campo, ovviamente, un netto 0-2 che permette di portarsi provvisoriamente a +12 sul Napoli prima inseguitrice, ma per il contorno nel quale è maturato. E’ uno sfogo amaro e sincero che non può lasciare indifferenti considerando il fatto che capiti molto raramente che il mister bianconero lasci trasparire così evidentemente uno stato di insofferenza ma, probabilmente, la misura è ormai colma. La Juventus, infatti, anche ieri ha vissuto momenti di tensione e apprensione prima di poter accedere con il proprio pullman allo Stadio Dall’Ara, con bastoni e pietre a colpire il bus, e i tifosi avversari pronti a rivolgere le più becere offese: un copione già noto, accaduto anche a Napoli e Firenze, verso il quale Antonio Conte non riesce più a celare grande fastidio e insofferenza.
Conte si sfoga: “troppo odio contro la Juve” | © Claudio Villa/Getty Images Il suo sfogo è, dunque, una sorta di denuncia, un’affermazione forte e decisa che lo induce a rivelare la sua volontà di “cambiare aria” anche se non nel breve periodo, andando all’estero per fuggire ad un clima tanto esasperato, che gli impedisce di recarsi tranquillamente in diverse città italiane insieme alla sua famiglia: “mica siamo in guerra, questo è uno sport e allora uno dice mah e uno prende e se ne va, fa prima”.
Uno sfogo chiarissimo e inequivocabile, che non lascia spazio a diverse interpretazioni e che viene innescato dalla polemica con il tecnico Bolognese Stefano Pioli, che aveva accusato a fine gara Antonio Conte di aver esultato in maniera vistosa, caricando il pubblico con le braccia alzate urlando “Andiamo!”
Il tecnico bianconero, però, non ci sta e “mette i puntini sulle i” per precisare il motivo della sua esultanza e della sua gioia e fine gara per il risultato importante ottenuto dai suoi. Antonio Conte non voleva provocare nessuno e la sua esultanza era rivolta alla parte di curva e di tribuna in cui erano presenti i numerosi tifosi bianconeri: “se non posso esultare neanche con i tifosi della Juve, allora…” sottolineando, poi, che la sua gioia non era altro che il frutto della soddisfazione per il lavoro compiuto e per “la base importante che stiamo mettendo con la squadra per rivincere lo scudetto”.
Un modo per precisare il livello di assurdità connesso all’odio contro la sua squadra da parte delle altre tifoserie, e all’astio diffuso che si manifesta in situazioni di violenza e di assoluta anti sportività, che non può essere più giustificata con il semplice termine di antipatia sportiva, perchè finisce sempre per sfociare in qualcosa di più grande, in senso negativo ovviamente. Probabilmente “fa male perdere” – afferma Conte – ma queste sono cose “che portano grande amarezza”.
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Juventus tra urna di Nyon e Bologna
Dopo la vittoria contro il Catania ottenuta in extremis nello scorso turno di campionato ed il conseguente +9 sul Napoli, prima inseguitrice, la Juventus di Conte prosegue la sua corsa in campionato preparando la prossima “finale” per usare il termine adoperato dallo stesso mister Conte per definire l’importanza delle gare che separano la squadra fino alla fine della stagione, quando verranno emessi i verdetti finali ed inappellabili. La prossima finale è, dunque, quella con il Bologna in programma allo stadio Dall’Ara sabato sera, quando la Juventus dovrà dare continuità al suo momento positivo, concentrando tutta l’attenzione sull’impegno contro i rossoblu ed evitando ogni tipo di distrazione connessa alla Champions League, pur considerando che nella giornata di Venerdì si conosceranno gli accoppiamenti per i quarti di finale. Ovviamente, il momento è dei più cruciali, con una forte attenzione all’urna di Nyon che potrebbe andare a determinar le possibili sorti del cammino europeo della Signora, con alcune mine vaganti da evitare, ossia le big “tradizionali” come Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco, ma anche la grande sorpresa di questa edizione, la vera outsider, il giovane e fresco Borussia Dortmund che ha finora incantato tutti con il suo gioco frizzante.
Juventus, tra urna di Nyon e Bologna | © Valerio Pennicino/Getty Images In attesa di conoscere l’esito dell’urna, la situazione del gruppo bianconero sembra essere positiva sia in termini fisici che psicologici, al punto che anche un “sergente di ferro” come Antonio Conte all’inizio di questa settimana ha concesso un turno di riposo al gruppo, per permettergli di rigenerarsi dal punto di vista mentale, grazie anche alla possibilità di lavorare senza impegni infrasettimanali da preparare.
La squadra sembra averne beneficiato e, pertanto, mister Conte contro i rossoblu emiliani di mister Pioli dovrebbe schierare la Juventus-tipo, la formazione ideale che vedrà anche il ritorno di Arturo Vidal dal primo minuto, rientrante dopo la squalifica, al posto dell’ottimo Paul Pogba che dovrebbe ritornare in panchina per rispettare le “gerarchie” presenti sulla carta, mentre potrebbe esserci un ballottaggio tra Peluso ed Asamoah sulla corsia esterna considerando che il ghanese sta cercando di recuperare la migliore condizione dopo gli impegni dispendiosi dei mesi scorsi in Coppa d’Africa e che, di contro, l’ex atalantino ha ben figurato nelle ultime uscite in cui è stato chiamato in causa, anche in Europa, dimostrando una buona capacità di adattamento agli schemi di gioco di Conte dopo un periodo iniziale di assestamento.
In ogni caso, indipendentemente dagli uomini che andranno in campo al Dall’Ara, mister Conte sta facendo lavorare in maniera molto scrupolosa il gruppo durante questa settimana di sedute di allenamento, concentrando l’attenzione soprattutto sugli aspetti tattici, cercando di approfittare di questi giorni di “calma” per oliare ancor meglio i meccanismi e gli ingranaggi del gioco bianconero. Il momento in casa Juventus è definibile come la “tranquillità prima della tempesta”, dove il termine “tempesta” è da intendersi, però, in un’accezione sostanzialmente positiva, in riferimento all’importanza dei prossimi banchi di prova che attendono il gruppo, che ovviamente si prospettano al cardiopalma e, per questo motivo, la società con i suoi uomini di primo piano, l’ad Marotta e il ds Paratici su tutti, ha scelto di “star vicina” alla squadra, presentandosi a Vinovo ad osservare gli allenamenti a bordo campo, un modo per ribadire ulteriormente lo slogan che contraddistingue l’unione all’interno dell’ambiente: uno per tutti, tutti per uno.