Lo Juventus Stadium riapre i battenti dopo poco più di 48 ore per ospitare questa volta la prima partita ufficiale della Juventus targata Antonio Conte. A sfidare la Vecchia Signora è quel Parma che nella scorsa stagione segnò con un roboante 1-4 all’Olimpico lo sparti acque tra le due stagioni bianconere.
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Juventus-Parma ultime e probabili formazioni
Un Conte visibilmente emozionato ma carico ha confessato ieri di aver ancora qualche dubbio di formazione ma seguendo la logica dovrebbe affidarsi a chi è riuscito ad assimilare meglio i suoi schemi. La formazione assomiglierà molto a quella della scorsa stagione con Krasic e Pepe esterni anche se questa volta d’attacco, in mezzo con Pirlo ci sarà Marchisio in avanti resta da scegliere il partner di Vucinic con Del Piero che sempre in leggero vantaggio su Matri. In difesa Barzagli sarà il compagno di Chiellini. Probabile formazione Juve (4-2-4) Buffon, Lichsteiner, Barzagli, Chiellini, De Ceglie; Marchisio, Pirlo; Giacchierini, Vucinic, Del Piero, Pepe. A disp.: Storari, Bonucci, Sorensen, Vidal, Krasic, Elia, Matri. All.: Conte Nel Parma Colomba recupera e convoca al fotofinish Floccari e Santacroce e l’attaccante calabrese potrebbe vincere addirittura il ballottaggio con Pellè prendendo il posto da titolare al fianco di Giovinco. Per il resto formazione annunciata con centrocampo folto con Valiani, Morrone, Galloppa, Modesto. Difesa con Zaccardo e Rubin esterni, Lucarelli e Paletta centrali. Sarà sicuramente la partita di Giovinco anche quest’anno vicinissimo al ritorno in bianconero su richiesta di Antonio COnte. Probabile formazione Parma (4-4-1-1): Mirante; Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Rubin; Valiani, Morrone, Galloppa, Modesto; Giovinco; Floccari. A disp.: Pavarini, Santacroce, Brandao, Blasi, Nwankwo, Crespo, Pellè, Biabiany. All. ColombaAntonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images -
Juventus-Parma: dubbio Vucinic-Del Piero. Out Floccari e Krasic
Dopo la grande serata di ieri con la presentazione del nuovo stadio bianconero, la compagine di Antonio Conte è pronta a bagnare il debutto in Campionato proprio fra le mura amiche contro il Parma di mister Colomba, vittorioso per due anni di fila, sotto la Mole. Nell’amichevole contro il Nott’s County Antonio Conte non ha rischiato i giocatori che avevano disputato le partite con le rispettive nazionali di mercoledì, ma con ogni probabilità, lo svizzero Lichsteiner sarà titolare sulla fascia destra mentre dubbi vi sono sia per Mirko Vucinic che per Milos Krasic.
Conte sembra intenzionato a preferire Giaccherini sulla corsia di destra dato che il serbo è comunque reduce da un affatticamento muscolare non del tutto smaltito, mentre il Montenegrino è ancora alle prese con la distorsione alla caviglia rimediata in nazionale ma sarà convocato. A questo punto, qualora Vucinic dovesse alzare bandiera bianca, ecco capitan Del Piero che ha dimostrato una buona condizione in tutto questo lunghissimo pre campionato. In casa Parma l’unico assente illustre sarà Sergio Floccari che non ha recuperato dall’infortunio e che andrebbe, così ad aggiungersi, agli indisponibili Gobbi, Valdes e Palladino. Graziano Pellè andrà quindi ad affiancare in attacco l’ex sempre rimpianto Sebastian Giovinco, sempre pronto a castigare la Vecchia Signora. Ecco le probabili formazioni: JUVENTUS: Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Chiellini, De Ceglie; Marchisio, Pirlo; Elia, Del Piero, Matri, Giaccherini Panchina: Storari, Bonucci, Sorensen, Vidal, Pepe, Krasic, Vucinic PARMA: Mirante; Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Rubin; Valiani, Morrone, Galloppa, Modesto; Giovinco; Pellè Panchina: Pavarini, Santacroce, Brandao, Nwankwo, Blasi, Biabany, Crespo©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images -
Conte “nuovo stadio rilancio per la mia Juve”
Il grande giorno dell’inaugurazione dello stadio della Juventus è arrivato, e mister Antonio Conte, uno che – da giocatore prima, da capitano, e da tecnico oggi – i colori bianconeri li sente impressi a fuoco sulla pelle, non può sottrarsi dal commentare un’occasione tanto importante e speciale. Un evento che verrà ricordato, e che vorrebbe segnare un confine netto fra le stagioni di “costruzione” e di transizione, e quelle del rilancio, del ritorno ai fasti del passato, almeno nelle intenzioni di inizio stagione.
Il nuovo stadio, secondo mister Conte, è il nuovo che avanza in Italia, ma anche una scommessa o, meglio, un esame, per la società e per i tifosi: è necessario, infatti, un cambio di mentalità nei comportamenti da stadio, sul modello inglese, in primis per la mancanza di protezioni fra gli spalti ed il terreno di gioco, con una distanza davvero ridotta, di soli 7,5 metri. I tifosi, dunque, saranno protagonisti di questa nuova pagina della storia bianconera, e Conte li invita a “stare dalla nostra parte”, poichè solo così la vicinanza dei tifosi al campo di gioco potrà essere tramutato in un grande vantaggio per la squadra ed in uno svantaggio per gli avversari, come accade negli stadi inglesi, in cui il fattore campo è tradizionalmente un elemento molto rilevante. Ecco perchè, in tal caso, secondo mister Conte, “il nuovo stadio ci darà una mano”. Tante aspettative e tanti buoni propositi, però, conducono inevitabilmente a tante responsabilità per il nuovo mister: Conte lo sa bene, ne è perfettamente consapevole e non ha alcuna intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità: anzi, si definisce onorato di poter dimostrare qualcosa di importante sulla panchina della sua Juve, a casa sua, un’ esperienza che sarà certamente “diversa e speciale”.Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images -
Juve, enigma Vidal. Difensore, ala o centrocampista?
Si è sempre detto che i giocatori duttili fanno la fortuna degli allenatori, se in parte tal pensiero mi trova d’accordo c’è anche da dire che la differenza la fa sempre il professionista del ruolo. Poi, vedi Marchisio lo scorso anno con Del Neri, nell’esser spostato da domenica in domenica in ogni zona del campo non permette al giocatore di prender confidenza con la posizione non potento mai diventare un punto di riferimento certo all’interno della squadra.
Finalmente questo week-end si partirà ed uno dei tanti dubbi dei tifosi bianconeri proverà a toglierlo Antonio Conte. Il tecnico bianconero al momento della presentazione di Vidal lo ha collocato in mediana al fianco di ANdrea Pirlo, in realtà il cileno nelle poche amichevoli disputate in bianconero per diversi motivi si è prima adattato al ruolo di esterno sinistro d’attacco per poi finire da trequartista. In nazionale poi Vidal nelle ultime presenze è stato addirittura schierato da centrale in una difesa a tre naturalmente non demeritando ma creando ancora più dubbi sulla sua effettiva collocazione. Alla chiusura del mercato mi trovai ad analizzare il caso Inter, con un allenatore che fa del 3-4-3 il suo cavallo di battaglia e la conseguende posizione di Sneijder (Gasp, Sneijder dove lo metti?) e lo stesso discorso forse andrebbe fatto per Conte che con Pirlo in mediana e due ali d’attacco fa temere ai tifosi di esser un pò troppo vulnerabili in difesa e nelle ripartenze. Toccherà a Conte smentirci e forse a Vidal imporsi in un ruolo definito.Vidal lotta con Boateng @copy;Alberto Lingria/Getty Images -
Conte carica la Juve “Crediamoci”
La conclusione del calciomercato ha consegnato ad Antonio Conte una Juve extralarge per via della mancate cessione e forse con qualche buco in difesa ma l’ex capitano e neo mister pur riconoscendo l’inferiorità attuale rispetto alle rivali in Italia e in Europa si dice pronto a lottare e a dare il massimo per la società che senta sua. Conte ha la pelle bianconera e lo si capisce da come interagisce con la stampa, dalla sintonia assoluta con i tifosi e da come interegisce ottendo fiducia e stima dallo spogliatoio. In una bella intervista concessa a Tuttosport e in edicola questa mattina il mister non si tira indietro non dando voti alla campagna acquisti ma promettendo impegno, idee, sudore e risultati. La JUve di Conte prima di diventare una perfetta macchina da guerra sopperiva al gap delle rivali proprio grazie a doti caratteriali fuori dal normale ed una grinta che incuoteva timore agli avversari. Di seguito vi proponiamo qualche stralcio dell’intervista tratta da Tuttosport.
Antonio Conte, la critica ha promosso il mercato della Juventus e anche i tifosi, seppure con qualche riserva, hanno dato la sufficienza. Lei che voto dà? «L’unico voto che conta è quello che darà il campo. Inutile che commenti adesso: non servono altre parole, contano i gol». Beh, ma sarà soddisfatto o insoddisfatto? «Quello che si può dire è che è stato un mercato difficile per tutti, fotografia di un momento critico del calcio italiano: i campioni vanno via e non si riesce a ricomprarli. Questo vale per tutti, non solo per la Juventus. Nessuno può permettersi di spendere 30/40 milioni: non sono arrivati Ibrahimovic, non sono arrivati Messi… Anzi, sono andati via Eto’o e altri giocatori importanti». La Juventus però ha investito molto e comprato, numericamente, tanto. «Abbiamo operato nel modo in cui era giusto operare per la Juventus, che significa costruire il presente guardando al futuro. Per esempio abbiamo chiuso operazioni con giocatori giovani ma nazionali, come Elia che ha 24 anni e costa il giusto, anche sotto il profilo dell’ingaggio. Abbiamo puntato tutto sulla voglia di ragazzi come Giaccherini o come Estigarribia che hanno tanta fame, non hanno mai calcato palcoscenici importanti e da questo punto di vista sono una sicurezza perché ci metteranno sempre l’anima». Una filosofia molto “Juve di Lippi”. «È la filosofia dell’umiltà. Lo dico sempre ai ragazzi, ci vuole l’umiltà di una provinciale, quella cattiveria, quella corsa, quella bava alla bocca». I maligni direbbero che anche la rosa è da provinciale… «In questo momento una società italiana non può permettersi di comprare un giocatore da 40 milioni. A livello economico non abbiamo la forza di offrire soldi ai club e ai campioni. I giocatori ce li comprano, non li compriamo…». Come se ne esce? «Con un bagno di umiltà che coinvolga tutti quanti e provando a percorrere altre strade. Non dobbiamo pensare di essere ancora i più bravi, perché Inghilterra e Spagna sono più avanti, inutile nasconderselo. E con lo scoprire valori trascurati, come la cultura del lavoro e di trovare il risultato attraverso il gioco. Perché la cultura del solo risultato non basta più: dobbiamo iniziare a pensare al cambiamento per inseguire gli altri. Guardate le prime uscite di coppa… Anche i tifosi devono capirlo». Cosa? «Che è meglio avere una squadra che gioca a calcio e il risultato sarà una conseguenza. Perché viceversa, pensando solo al risultato, ti può andare bene una volta, due, tre, ma alla fine il trucco non funziona se non ci sono impianto di gioco e collettivo». Che definizione si dà come allenatore? «Un grande lavoratore di campo. Io ho bisogno del campo, è il mio habitat naturale. E il mestiere di allenatore per me è totalizzante». Quando non fa l’allenatore cosa fa? «Penso a come fare l’allenatore ancora meglio. Mi rendo conto che in questo modo trascuro anche la famiglia… Forse è per questo che mi definiscono rompipalle. Io chiedo il massimo a me stesso e quindi pretendo il massimo anche dagli altri». È vero che è maniacale nell’applicare le sue teorie? «Quando uno ha un’idea di calcio cerco di proporla ed esserle fedele, soprattutto perché nel passato questa idea mi ha portato a conquistare due promozioni in serie B su quattro che ho disputato… Ma il campo rimane l’unica filosofia. È sul campo che cerco di convincere i giocatori a seguirmi. Dico loro: non eseguite quello che vi dico perché lo chiedo io, ma perché ci credete e se non siete convinti chiedetemi. Per me è fondamentale che loro mi chiedano».Antonio Conte | ©Claudio Villa/Getty Images -
Juve, qualcuno fermi Marotta. Mercato incompleto e troppi esuberi
I tanti tifosi bianconeri, sparsi in tutta Italia e nel mondo, speravano vivamente che la campagna acquisti dello scorso anno del dg Beppe Marotta e del suo fido Fabio Paratici condita da troppi giocatori mediocri ed alcune scommesse al limite dell’immaginazione collettiva, fosse condizionata dall’inesperienza del direttore sportivo a guidare un top club. Beh, se la Juventus adesso non è più un top club, lo deve in gran parte anche all’ex ds della Sampdoria che anche in questa sessione di calciomercato ha compiuto una strategia di acquisti e cessione veramente incomprensibile ed in alcuni tratti, denotata da segnali di assoluta incompetenza.
Tre mesi per fare il mercato e quasi 80 milioni spesi, e la squadra di Corso Galileo Ferrari incomincerà la stagione con il reparto difensivo incompleto. Sembra impossibile ed invece Marotta non è riuscito nemmeno ad acquistare un tappabuchi all’ultimo minuto come fece l’anno scorso con Traorè e Rinaudo arrivando addirittura a poter acquistare Andreolli, giocatore che non trova spazio nemmeno nel Chievo e scarto dell’Inter da parecchi anni. Per invogliare la campagna abbonamenti, come se il tifoso medio juventino fosse stupido, il buon Marotta promise l’arrivo di due o tre Top Player. Adesso possiamo dirlo, di Top Player sotto la Mole nemmeno l’ombra ma come l’anno scorso, tanti ma tanti buon giocatori che alzano sicuramente il livello medio qualitativo della squadra (ci voleva poco!) ma che non avvicinano minimamente la squadra bianconera alle corazzate milanesi ed al Napoli, senza considerare le romane. Finisce il calciomercato ed Antonio Conte si ritrova con Krasic che non ascolta i dettami tattici dell’ex capitano bianconero, Ziegler, acquisto a parametro zero, messo fuori rosa per aver rifiutato il trasferimento al Tramzonspor e bocciato sin dal primo allenamento da Conte, un parco attaccanti che potrebbe far invidia all’Inter dei bei tempi in quanto ad inutilità, con tre giocatori (Amauri, Toni e Iaquinta) che probabilmente vedranno il campo con il lumicino. Si è cercato fino all’ultimo un difensore ed arriva un giovane portiere dell’under 21 croata, come se i vari Storari, Manninger e Branescu, giovane promessa rumena non fossero dei portieri ma semplici spettatori da accomodarsi in panchina ed in tribuna. Ma quello che preoccupa i tanti tifosi è la gestione umana di Beppe Marotta dei suoi giocatori, Amauri, fischiato sin dal primo allenamento non ha avuto nessun aiuto dalla società indispettendo il brasiliano che alla fine ha rifiutato il trasferimento all’Olympique Marsiglia, liberandosi a parametro zero l’anno prossimo, gli acquisti e le cessioni a centrocampo risultano, in alcune situazioni, folli: via Melo e Sissoko dentro Pazienza e Vidal, cambio di marcia? Sicuramente no e Marchisio, futuro capitano bianconero dove giocherà? Quasi 30 giocatori in rosa con il solo campionato da giocare e la Coppa Italia da onorare risultano essere un enormità. Come l’anno scorso, anche quest’anno toccherà all’allenatore cercare di sbrogliare la matassa Marottiana con scarse possibilità, sin da ora, di rividere la Juventus in Champions League il prossimo anno e con l’assenza preoccupante della proprietà bianconera oramai situazione abituale e consolidata nel tempo.©Claudio Villa/Getty Images -
Juve, Conte riabilita Grosso. Ziegler va in Turchia
E’ durata poco più di un mese bianconera di Reto Ziegler. Il terzino svizzero arrivato a parametro zero dalla Sampdoria non ha convinto del tutto Antonio Conte finendo anzitempo sul mercato alla ricerca di una ghiotta plusvalenza. Il tecnico bianconero nella sua posizione infatti gli ha sempre preferito il ritrovato De Ceglie più dinamico nell’accompagnare l’azione d’attacco ma sicuramente meno propenso alla fase difensiva.
Ziegler andrà ai turchi del Trabzonspor per una cifra vicina ai quattro milioni di euro e sfiderà l’Inter nella prossima Champions League. Sull’ex doriano negli ultimi giorni era salito l’interesse del Paris Saint Germain e del Galatasaray ma l’offerta del Trabzonspor è stata giudicata come la più allettante per il ragazzo e per la Juve. Sul binario di sinistra adesso è stato rimesso in rosa il veterano Fabio Grosso ma prende sempre più corpo l’idea di un Chiellini dirottato come terzino anche se lui stesso oggi ha confessato in una intervista a Repubblica di non gradire quella posizione. Sul fronte partenze sono ore cruciali per il trasferimento di Storari al Chelsea in una trattativa che potrebbe portare Alex o Malouda in bianconero, Amauri con il Parma sempre alla finestra, e le piste russe per Iaquinta, Pepe e Bonucci.©Gabriele Maltinti/Getty Images -
Chiellini: tre motivi per credere nella Juve
Non si considera un calciatore viziato, non si sottrarrà dal pagare il contributo di solidarietà ed è molto amareggiato per lo sciopero dello scorso weekend. Giorgio Chiellini è un difensore roccioso, ma anche un ragazzo lungimirante, di grandi capacità intellettive e di analisi, d’altronde è uno dei pochi “Dottori” della serie A, ed è attualmente impegnato nel corso di studi specialistici in Business Administration, che conta di portare a termine “in due o tre anni, di certo prima di chiudere la carriera”.
Ecco perchè Giorgio Chiellini esprime chiaramente il suo disappunto per la mancanza di programmazione connessa alla chiusura del mercato il 31 Agosto, che costringe i tecnici ad assemblare la squadra al fotofinish, appena qualche giorno prima dell’esordio ufficiale della stagione. Sarebbe meglio, invece, che le operazioni di mercato venissero ultimate già a Luglio, come accadeva in precedenza, per consentire la preparazione della stagione con un organico già formato, che abbia il tempo di amalgamarsi gradualmente e di consolidare i meccanismi di squadra. Ora, invece, a tre giorni dalla chiusura ufficiale del calciomercato, Giorgione non conosce ancora il nome del suo prossimo compagno di reparto al centro della retroguardia bianconera. Inevitabile, poi, affrontare il discorso Juve. Una squadra nuova, da consolidare, che deve sperimentare e trovare un equilibrio per il gioco di mister Conte, spregiudicato quanto spettacolare, ma che Giorgio Chiellini già elogia, se non altro per lo spirito di novità che ha portato nello spogliatoio. Uno spirito che dovrebbe essere coniugato con la mentalità vincente, che fino a qualche anno fa apparteneva naturalmente alla Signora, ma che nelle ultime stagioni è stato a dir poco appannato da prestazioni deludenti e stagioni sottotono, che hanno escluso la Juve dalla Champions League, prima, e poi anche dall’Europa “minore”. Ecco perchè il presidente Andrea Agnelli ha voluto strigliare soprattutto la vecchia guardia, chiamata a dare di più, ed a riporrtare, se non altro, in auge quei valori bianconeri che pareva conoscere molto bene prima del terremoto del 2006. Giorgio Chiellini si sente chiamato in causa in prima persona, ed ha analizzato le cause delle sue difficoltà nella stagione scorsa. Non le rivela, ma le conosce, ed assicura che non hanno connessioni con il ruolo ricorperto in campo, anche perchè assicura che la sua posizione ideale è al centro della difesa, pur rendendosi sempre disponibile a giocare da terzino, nell’evenienza. In un clima di grande realismo, però, Chiellini conclude con una nota di ottimismo inerente le potenzialità della squadra bianconera, che riassume in tre punti. In primis, la presenza di un giocatore di “un altro pianeta”, Andrea Pirlo, in grado di trascinare la squadra con la sua immensa qualità. In secundis, lo spirito guerriero di Antonio Conte, che ha rinvigorito la passione dei tifosi, molto delusi dalle stagioni precedenti, ma speranzosi che il tecnico salentino possa dare una svolta alle ambizioni bianconere. E, last but not last, la voglia di rivincita dei calciatori, che farebbero di tutto per conquistare una vittoria importante, poichè consapevoli che “vincere alla Juve non avrebbe lo stesso valore di vincere altrove”. Determinazione e voglia di rifarsi, dunque, sono i punti chiave da cui ripartire.Giorgio Chiellini | © Valerio Pennicino/Getty Images -
Juve-Betis senza reti ma il bicchiere è mezzo pieno. Video
Per la prima volta della stagione la Juventus incontrava una squadra speculare che fa del possesso palla il proprio cavallo di battaglia e come era prevedibile si sono visti i primi problemi.
Il 4-2-4 di Conte è concepito proprio per gestire la manovra dando a piacimento intensità al match, quando però gli avversari ti costringono a rincorrere la mediana a 2 senza l’aiuto degli attaccanti e degli esterni si fa fatica. Se c’è da tirare le somme per la Juventus di Conte il bicchiere è sicuramente mezzo pieno per non aver preso gol nonostante un avversario più organizzato e pimpante, per aver Buffon e Storari già in formissima, cosi come Krasic anche se il biondo cieco pecca ancora di lucidità nel momento topico dell’azione e sopratutto si è potuto apprezzare un insolito Pirlo a tutto campo bravo nell’impostare ma anche nel rincorrere l’avversario. Da rodare la coppia in avanti Matri-Vucinic mentre Paasquato a sinistra continua a riscuotere complimenti. Il più pericoloso come al solito in casa bianconera è capitan Del Piero. [jwplayer config=”240s” mediaid=”92086″]©Jeff Zelevansky/Getty Images -
Juve, in attesa di Lugano si tenta il brasiliano Alex
L’arrivo di Mirko Vucinic alla Juventus ha prodotto due principali effetti, un giocatore che potrà fornire ad Antonio Conte diverse alternative di utilizzo nello schema bianconero e, cosa ancora più importante, un notevole risparmio sui soldi da investire sul mercato. Adesso Beppe Marotta si trova con la possibilità di poter ancora contare su una cifra vicina ai 15 milioni ed è ovvio che adesso, sia da curare il reparto difensivo con l’acquisto di un centrale affidabile e di esperienza. In pole position rimane il capitano dell’Uruguay Diego Lugano, troppo allettante la prospettiva di potersi accaparrare il forte centrale a parametro zero qualora il Fenerbache, la squadra che detiene il cartellino, venisse retrocessa nella serie B turca a causa del suo presunto coinvolgimento nello scandalo scommesse.
Ma qualora la pista Lugano dovesse affievolirsi, ecco che Marotta ha pronta l’alternativa, Alex del Chelsea, il forte centrale brasiliano 29enne accantonato da Villas Boas a vantaggio del più giovane connazionale David Luiz. Si può chiudere per una cifra vicina ai 10 milioni anche se, sulle piste del brasiliano, ci sono anche Real Madrid e Bayern di Monaco compagini queste che, possono contare su un budget e su un appeal internazionale, sicuramente al momento nettamente superiore rispetto a quello rappresentato dalla Vecchia Signora.Alex | ©Shaun Botterill/Getty Images