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  • Europa League: Sfuma il sogno Juve, la finale sarà Siviglia-Benfica

    Europa League: Sfuma il sogno Juve, la finale sarà Siviglia-Benfica

    La Juventus c’ha provato ma gli sforzi bianconeri non sono bastati, il Benfica ha retto, ha provato qualche ripartenza ed alla fine ha portato a casa quello 0-0 che sommato al successo ottenuto per 2-1 nella gara d’andata a Lisbona ha permesso ai portoghesi di conquistare la finale e di ritornare quindi tra 13 giorni allo Juventus Stadium per cercare di conquistare quell’Europa League che gli è sfuggita lo scorso anno.

    Conte ha messo in campo la migliore formazione recuperando Vidal a centrocampo e inserendo Caceres nel trio difensivo al posto di Barzagli, davanti Tevez e Llorente.

    Jorge Jesus schiera il suo 4-2-3-1 con Oblak scelto in porta al posto di Arthur, Amorim e Perez in mediana con Gaitan, Rodrigo e Markovic sulla trequarti alle spalle della punta Lima.

    Il Benfica mette subito un brivido alla Juventus dopo un minuto con una conclusione respinta da Lichtsteiner, poi provano a cresce i bianconeri che iniziano a premere andando vicino al gol prima con una conclusione di Pirlo alta, poi con una sponda di Bonucci sulla quale Tevez arriva con un decimo di secondo in ritardo, altri pericoli per il Benfica li crea Vidal che con un paio di giocate prima sfiora la porta difesa da Oblak poi si vede salvare la palla sulla linea da Luizao, il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    Juventus, caccia al record
    Juventus, caccia al record

    Nella ripresa sempre miglior partenza portoghese con una potenziale occasione creata ma è di nuovo la Juventus a riprendere in mano il gioco, anche se Rodrigo mette i brividi a Buffon calciando alto da pochi passi. Pirlo ci prova su punizione ma il portiere respinge, poi arriva quella che potrebbe essere la svolta della gara il Benfica rimane in dieci per il doppio giallo di Perez. Così non è, la Juve ci prova, Lichtsteiner sbaglia uno stop semplice davanti al portiere, Osvaldo segna ma l’azione è fermata per fuorigioco di Pogba. Nel finale i portoghesi giocano anche con il cronometro, gli animi si scaldano ed al 96° Oblak salva su un colpo di testa  di Caceres, certificando così la finale del Benfica. La Juventus è fuori, i bianconeri dovranno riprovarci nella prossima stagione.

     

    JUVENTUS – BENFICA 0-0

    Juventus (3-5-2):  Buffon 6; Caceres 5,5, Bonucci 6 (73° Giovinco 5,5), Chiellini 6,5; Lichtsteiner 5,5, Vidal 6,5 (79° Marchisio sv), Pirlo 6, Pogba 6,5, Asamoah 6; Tevez 5,5, Llorente 5 (78° Osvaldo sv).

    Allenatore: Conte.

    Benfica (4-2-3-1): Oblak 6,5; Pereira 6, Luisao 7, Garay 6,5, Siqueira 6,5; Amorim 6,5, Perez 5,5; Markovic 6,5 (86° Sulejmani sv), Rodrigo 6 (69° Almeida 6), Gaitan 6,5 (76° Salvio sv); Lima 5,5.

    Allenatore: Jesus.

    Arbitro: Clattenburg.

    Ammoniti: Asamoah (J), Rodrigo, Perez, Oblak, Salvio (B).

    Espulsi: 66° Perez (B), 89° Vucinic (J) e Markovic (B) dalla panchina.

     

    L’altra gara è stata una beffa ancora più atroce, prima della gara sembrava scontato il passaggio del Siviglia, che partiva dal vantaggio di 2-0, al 94° invece dopo una remuntada clamorosa sembrava il Valencia, che si era portato sul 3-0 grazie ai gol di Feghouli e Jonas nel primo tempo e Mathieu nella ripresa, destinato a volare a Torino ed invece al 94° è arrivato il colpo di scena incredibile, quando nessuno ci credeva quasi più, Mbia ha trovato la zuccata che ha gelato il Mestalla ed ha permesso al Siviglia di staccare il biglietto per la finale del 14 maggio allo Juventus Stadium.

    VALENCIA – SIVIGLIA 3-1 (2-0) (14° Feghouli (V), 26° Jonas (V), 69° Mathieu (V), 94° Mbia (S))

    Valencia (4-2-3-1): Alves 6,5; Pereira 6, Costa 6, Mathieu 6,5, Bernat 6,5; Parejo 7 (78°Javi Fuego sv), Keita 6; Feghouli 7,5, Vargas 5,5, Piatti 5 (dal 61’ Fede Cartabia 6), Jonas 6,5 (85°Barragan sv).

    Allenatore: Pizzi.

    Siviglia (4-2-3-1): Beto 5; Coke 5,5, Pareja 6, Fazio 5, Navarro 5 (71° Moreno 6,5); Mbia 6,5, Carriço 5; Vitolo 5, Rakitić 5, Reyes 5 (79° Marin 6); Bacca 5,5 (66° Gameiro 6).

    Allenatore: Emery.

    Arbitro: Mažić.

    Ammoniti: Bernat (V), Feghouli (V), Alves (V), Mathieu (V), Carriço (S)

     

     

  • Napoli-Juve fuori dal campo: si parla anche di soldi

    Napoli-Juve fuori dal campo: si parla anche di soldi

    Napoli-Juve è sempre una grande sfida sul campo e ieri ciò è stato dimostrato nel 2-0 a favore dei partenopei. Purtroppo Napoli-Juve è anche lanci di bottigliette e di uova, di insulti e di odi reciproci tra tifoserie. Ma c’è stato spazio anche, ovviamente, alle parole dei due allenatori e, soprattutto, del presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis, che si è mostrato soddisfatto del risultato, ma non ha perso l’occasione di parlare della Juventus, ma sul fronte economico. Tutto in realtà era partito nella conferenza prepartita di Rafa Benitez, che aveva detto che “Ho fatto anche il  manager e so che si deve guardare la spesa di un mercato. È ovvio che quando vendi l’attaccante più forte  perdi qualcosa e devi investire i soldi guadagnati per acquistare altri giocatori. Se guardiamo i maggiori campionati europei vengono vinti dalle squadre col fatturato più alto. Oggi mancava Tevez, ma la Juve aveva Vucinic e Quagliarella in panchina e questi giocatori non si tengono in panchina parlandoci, ma bisogna pagarli”. Il discorso è stato poi continuato allora da de Laurentiis, anche per giustificare i 17 punti di svantaggio dal primo posto: “La Juve possiede 150 milioni di fatturato, più di noi e, se mi date questa differenza, vinco gli scudetti per i prossimi 10 anni.”.

    Il presidente del Napoli de Laurentiis insieme a Maradona
    Il presidente del Napoli de Laurentiis insieme a Maradona

    Parte di questo fatturato che ha la Juve deriva anche dallo Juventus Stadium: uno stadio di proprietà porta più soldi e per questo molte squadre stanno prendendo la “casa” dei bianconeri come modello; tra queste anche il Napoli. Ne ha parlato proprio de Laurentiis, che però ha definito questa faccenda “un discorso troppo lungo. Oggi  incontrerò De Magistris – ha continuato il patron partenopeo- per capire bene se dovrò andarmene in Inghilterra con Benitez e coi miei calciatori. Mi sono stancato, sono una persona che dice le cose come stanno, vuol dire che se non faremo lo stadio giocherà con Auricchio in porta ed in Serie C. Quando dall’altra parte ho dei sordi devo solo prendere atto ed andarmene. Di progetti come quello dello stadio della Roma ve ne posso portare circa ventimila. I bagni del San Paolo resteranno chiusi fin quando non saranno aggiustati dal Comune”.

    Dopo la partita Conte aveva risposto a de Laurentiis e parlato della partita: “Ogni tanto fa bene subire lezioni di calcio, ma ricordiamo che ce l’ha data una squadra costruita per vincere lo scudetto ma si trova a 17 punti da noi, eliminata dall’Europa e ha solo la ciambella di salvataggio della Coppa Italia. Ricordo che la Juve ha investito 24 milioni in estate, il Napoli più di 10, questo dimostra che Benitez non parla di fatti, ma butta solo un po’ di fumo. Noi siamo così tanto davanti in classifica, perché abbiamo avuto un percorso più continuo”. 

    Non ci sta de Laurentiis e allora il botta e risposta è continuato oggi alla presentazione della nuova località in cui il Napoli andrà in ritiro:“Conte dice che loro hanno speso solamente 20 milioni all’anno, allora mi spieghi come arrivano a 300 di fatturato. Dalla Juventus a noi del Napoli ci mancano 150 milioni di differenza. C’è qualcosa che non va, ma ripeto anche qui che con quel fatturato io vinco per 10 anni consecutivi”. 

     

  • L’ambizioso Parma alla verifica dello Juventus Stadium

    L’ambizioso Parma alla verifica dello Juventus Stadium

    Per presentare questa gara bastano i numeri alla mano, sono le due squadre che nel girone di ritorno hanno fatto meglio. La prima della classe, la Juventus, che proprio dal girone di andata, match contro la Fiorentina al “Franchi“, non ha più fatto un passo falso. Dall’altra parte il Parma che proprio dal match dell’andata contro i bianconeri al “Tardini” non ha più perso.

    Questa sera sarà una verifica importante per entrambe.  La Juventus deve capire fisicamente come sta, uscita indenne dalla “battaglia” di Catania con il terzo risultato utile consecutivo raggiunto con il minimo scarto e ancora una volta non mostrando quella brillantezza e vivacità che la ha contraddistinto in precedenza sarà al cospetto della squadra più brillante e vivace della Serie A in questo momento.

    Il Parma ha tolto ogni velo alla sua “voglia d’Europa” e trainata dal genio ribelle di Cassano e dalle micidiali incursioni di Biabiany e Parolo vuole verificare la sua maturità contro i primi della classe. Donadoni non lo ha nascosto, affrontare la Juventus in uno stadio che ribolle di passione e che è sempre pieno deve dare gli stimoli per fare una partita al 110%.

    Roberto Donadoni | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Roberto Donadoni | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Ancora indisponibile Gargano, al suo posto sarà confermato Acquah, che nella partita contro il Genoa ha fatto bene, il resto potrebbe essere la conferma della formazione classica con magari una maggiore copertura sugli esterni a scapito della punta centrale di riferimento (Amauri).

    Conte, nonostante l’allontanamento dalla panchina di Catania, potrà essere regolarmente a condurre i suoi uomini dal bordo campo.  Infatti sia lui che Maran, entrambi allontanati domenica sera sono ammoniti e diffidati e la squalifica potrà arrivare se il loro comportamento scorretto verrà reiterato in futuro.

    Il tecnico pugliese vuole raggiungere al più presto possibile il record dei cento punti e per farlo deve limitare i passi falsi anche se lo scudetto sembra ormai cosa fatta e ci sarebbe bisogno di far rifiatare qualcuno in vista del rush finale in Europa League, entrata nell’animo dei tifosi, come secondo obbiettivo stagionale, dopo il fallimento in Champions.

    Antonio Conte metterà molto probabilmente in campo quindi la squadra titolare in partenza, con l’innesto di Caceres a sostituire l’acciaccato Barzagli. Poi sugli sviluppi della partita si faranno le staffette per recuperare le energie.

    PROBABILI FORMAZIONI:

    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Vidal, Asamoah; Tevez, Llorente.

    All.: Antonio Conte

    PARMA (3-5-2): Mirante; Cassani, Paletta, Lucarelli; Biabiany, Marchionni, Acquah, Parolo, Molinaro; Cassano, Schelotto.

    All.: Roberto Donadoni

  • Fiorentina-Juventus, l’Europa in una notte

    Fiorentina-Juventus, l’Europa in una notte

    Fiorentina-Juventus significa Europa, prestigio, superiorità sull’avversaria storica. La notte del Franchi (il tardo pomeriggio, a dir la verità considerando il fischio d’inizio delle 19) porterà con sè tutto questo, e anche di più. (altro…)

  • Juventus, calo o solo un grande bluff?

    Juventus, calo o solo un grande bluff?

    Genoa-Juventus ha lasciato poche certezze e molti dubbi sul rendimento bianconero in quest’ultimo scorcio di stagione (altro…)

  • Chiellini ricorda Scirea. Marzo decisivo per la Juve

    Chiellini ricorda Scirea. Marzo decisivo per la Juve

    Giorgio Chiellini, uno dei pochi “dottori” della serie A in forza della sua Laurea in Economia, si trasforma in scrittore e racconta nel libro “C’è un angelo bianconero” il suo rapporto “a distanza” con Gaetano Scirea, mitico difensore della Juventus scomparso troppo prematuramente: una persona speciale per molti tifosi bianconeri ed anche per  Chiellini che lo associa ai suoi ricordi di bambino. Una persona inarrivabile, paragonabile ad un angelo, come lo stesso titolo del libro riporta, un esempio per tutti, portatore di valori importanti che – ancora oggi – sono rimasti “dentro” lo spogliatoio della Juventus. Ecco perchè la presentazione del libro su Gaetano Scirea è anche l’occasione per Chiellini per spaziare su altre tematiche che, in queste ore, sono divenute tristemente d’attualità. In primis, la continua proposta da parte di alcuni esponenti del tifo ultrà di molte squadre di striscioni e cori beceri: dagli insulti antisemiti, al “-39” che si riferisce alla tragedia dell’Heysl, alle offese alla memoria dei morti di Superga.

    Episodi deplorevoli, ma non solo: Mariella Scirea, infatti, ha annunciato che, qualora dovessero ripetersi, potrebbe chiedere alla Juventus di cambiare il nome della curva oggi dedicata a suo marito, per evitare l’associazione tra il nome di Gaetano Scirea e la provenienza di questi episodi, quando essi partono da quel settore dello stadio. Un messaggio netto e deciso, cui si è anche associato il presidente Andrea Agnelli e che Chiellini riprende: “Gaetano Scirea era un esempio per tutti, per i nostri tifosi in primis. Per questo la Curva porta il suo nome. Ultimamente sono successe troppe cose che non c’entrano col calcio. Mariella Scirea ha già richiamato i tifosi all’ordine, viviamo il calcio e lasciamo fuori tutto il resto”.

    Chiellini ricorda Scirea
    Chiellini ricorda Scirea

    Vivere il calcio, dunque, è l’imperativo per Chiellini che – di ritorno dallo stop muscolare – ha partecipato alla vittoria di campionato con la Fiorentina, “antipasto” della duplice sfida europea che inizierà giovedì 13 Marzo. A tal proposito, la testa dell’ex Chiellini è già proiettata alla gara di giovedì dichiarando di tenere molto alla competizione europea e puntando a superare il turno. Il suo sogno è quello di poter disputare una finale tutta italiana contro il Napoli, proprio nella casa juventina: per questo, forse, l’eliminazione Champions e la neve di Istanbul potrebbero esser stati un “segno del destino”.

    In ogni caso, il futuro di Chiellini sarà in bianconero, ed in tal senso il difensore livornese afferma: “spero e credo ci sia la volontà da parte mia e della Juve di proseguire il nostro rapporto insieme” rivelando che in passato – dopo i due settimi posti consecutivi – aveva avvertito la necessità di andar via per trovare nuovi stimoli. Fortunatamente per lui e per la società, tale situazione non si concretizzò e, di questo, Giorgio Chiellini è oggi molto felice: “avrei avuto un grande rimpianto”.

    In ultimo, inevitabile un pensiero sul lavoro fin qui svolto da mister Antonio Conte, colui che è stato capace di risollevare la Juve da quel pantano, dalle sabbie mobili di metà classifica, dalla propria crisi d’identità, regalando al popolo bianconero due scudetti consecutivi e – “al 50%” – anche il terzo. Per Chiellini non è immaginabile un futuro prossimo senza il mister salentino, “e credo che questa sia la visione di tutti, quello che percepiamo ogni giorno”.

    Dopo tante parole così ispirate, dunque, per Chiellini è tempo di rituffarsi nel tran-tran quotidiano degli allenamenti e della preparazione delle gare: obiettivo Fiorentina, dunque, ma con il campionato sempre in mente, perchè non si può mollare fino alla fine. La Roma crede ancora nello scudetto e Marzo sarà un mese decisivo, con una gara ogni tre giorni e l’insidia della trasferta di Napoli. Il “gorilla” Chiellini, dunque, preferisce mantenere un basso profilo e continuare a lavorare duramente: la filosofia di Conte e il dna juventino traspare anche in questo.

  • Juventus di Conte a caccia dei record

    Juventus di Conte a caccia dei record

    Record su record, è questo il leit motiv della Juventus di Antonio Conte vittoriosa contro la Fiorentina ed, ora, a +14 sulla Roma seconda in classifica fermata dal Napoli. (altro…)

  • Conte contro Prandelli per convocazione Chiellini

    Conte contro Prandelli per convocazione Chiellini

    A muso duro, come sempre. Anche dopo una vittoria fondamentale come quella appena ottenuta contro il Milan a San Siro, soffrendo e sudando, con la capacità di mostrarsi squadra unita e di rispolverare i colpi di teatro delle individualità di Tevez e Llorente. Antonio Conte, però, non guarda mai al compito svolto, ma a quello che sarà: la conferenza stampa post-partita si accende improvvisamente e non per aspetti legati al match appena giocato. Il bersaglio è un “collega”, ma non si parla di Capello, bensì di Cesare Prandelli. L’accusa al cittì della Nazionale che si appresta a preparare l’amichevole di mercoledì contro la Spagna è molto chiara e netta, quasi pungente: non aver chiesto il suo parere (nè quello della Juventus) in merito alla convocazione di Giorgio Chiellini, fuori da tre settimane a causa di un fastidio muscolare e che solo ieri sera era rientrato in panchina effettuando solo un breve riscaldamento nel finale di gara.

    Conte contro Prandelli | foto da web
    Conte contro Prandelli | foto da web

    Non ha usato toni velati – come suo costume – Antonio Conte, definendo Prandelli “poco educato, poco garbato e poco rispettoso”, sottolineando quanto fosse importante per Chiellini poter recuperare in allenamento durante la settimana, anche in vista dei prossimi importanti impegni contro la Fiorentina in campionato e in Europa League. Inoltre, Antonio Conte non ha dimenticato di evidenziare come la sua Juventus sia stata sempre molto generosa nei confronti della Nazionale Azzurra, considerando che gli juventini convocati fissi di Prandelli sono molto numerosi: “dai tanti giocatori alla Nazionale e ti fanno anche questo, non lo trovo giusto”.

    Dello stesso parere sulla questione è Beppe Marotta anche se il dg juventino adopera toni e termini ben differenti rispetto a quelli di Antonio Conte: “siamo meravigliati per questa convocazione, ci vorrebbe più comunicazione. Chiellini è fuori da tre settimane e ha fatto sempre allenamenti differenziati, questa convocazione ci pare strana”. Appare, dunque, evidente come il problema di comunicazione ci sia stato, eccome.

    Il tutto appare ancor più insolito dato il low profile di Cesare Prandelli ed il suo consueto stile impeccabile nel curare i rapporti e le relazioni con club e calciatori. Probabilmente il cittì Prandelli avrà valutato prioritaria la convocazione di Chiellini piuttosto che chiedere il parere della società anche – e soprattutto – poichè era quantomeno probabile che la Juventus avrebbe spinto per la non partenza del suo difensore, appena rientrato dopo un lungo stop. Ecco perchè la pronta replica di Prandelli non si è fatta attendere e si è riferita proprio alla sua rivendicazione di convocare chi voglia: “Quando un giocatore è a disposizione ho il diritto di chiamarlo, sono io che mi aspettavo una telefonata dalla Juve. Ieri sera alle 23.22 il medico della Juventus ha mandato un messaggio al nostro medico dicendo che tutti i calciatori stavano bene e che Giorgio aveva fatto riscaldamento”.

    Nell’anno dei Mondiali, auguriamoci che questi strappi possano ricucirsi in fretta. Il clima di tensione non è, di certo, costruttivo.

  • La Juventus nella tana del Diavolo, stop o allungo?

    La Juventus nella tana del Diavolo, stop o allungo?

    Il big-match della 26esima giornata di Serie A è senza dubbio il posticipo di questa sera alle 20:45, Milan-Juventus. (altro…)

  • De Laurentiis ambizioso: scudetto il prossimo anno

    De Laurentiis ambizioso: scudetto il prossimo anno

    L’ambizione, in questi, giorni sembra essere la parola tormentone: in politica come nel mondo sportivo. Dopo Renzi, presidente incaricato del Consiglio, anche Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. In una lunga intervista concessa a Fox Sports non si nasconde e, anzi, le sue parole appaiono come un fiume in piena. De Laurentiis parla un po’ di tutto, del passato, presente e futuro del suo Napoli, senza dimenticare di citare coloro che in questi anni lo hanno accompagnato nell’avventura partenopea. Iniziando dal capitolo allenatori, il passato si chiama Mazzarri, il presente si chiama Benitez: del tecnico livornese ha un ottimo ricordo, “è sempre nel cuore”, ma con Benitez “è stato amore a prima vista”. Un amore che il tecnico spagnolo sembra ricambiare e fra i due l’armonia regna sovrana: condivisione totale anche sulle scelte di mercato.

    Il capitolo mercato, poi, porta il presidente De Laurentiis a due affermazioni “categoriche”: no a Balotelli, no a Lamela. Due nomi, due perchè diversi. Il primo, perchè non reggerebbe lo stress e le pressioni di stare nella città partenopea (probabilmente, in tal caso, il riferimento indiretto è alla questione aperta con Raffaella Fico e con la recente paternità riconosciuta della piccola Pia, ndr); per il secondo, invece, De Laurentiis afferma che il Napoli si è già rinforzato nel ruolo di Lamela e, per questo, il giocatore “non fa più parte dei nostri progetti”.

    De Laurentiis ambizioso: scudetto prossimo anno | foto da web
    De Laurentiis ambizioso: scudetto prossimo anno | foto da web

    Rinforzarsi, però, sarà un imperativo per la prossima estate per provare a concretizzare quelle ambizioni che il presidente De Laurentiis di certo non nasconde: “in estate costruiremo la vera squadra da scudetto“, senza nascondere un ritorno che avrebbe del clamoroso: non Cavaniche non rimpiango”, ma Lavezzi “che può tornare se Benitez lo vorrà”. Con i dovuti e opportuni rinforzi, dunque, il Napoli del prossimo anno secondo De Laurentiis potrà puntare allo scudetto ma, per ora, “è meglio pensare  a superare la Roma e a raggiungere la Juventus”. Un po’ come affermare che l’obiettivo scudetto è faccenda del prossimo anno ma che, se dovesse arrivare in anticipo, sarebbe altrettanto gradito, se non altro per mantenere alta la concentrazione della squadra. 

    Pensando sempre al futuro, e ragionando in termini Europei, il presidente De Laurentiis parla, poi, anche delle competizioni continentali soffermandosi su quella che, a suo parere, dovrebbe essere la configurazione dei tornei per club: “la Champions dovrebbe essere allargata e diventare una sorta di campionato europeo per club con la soppressione dell’Europa League”.

    Inevitabile, poi, una battuta sul caso Conte-Capello: un po’ a sorpresa, il presidente De Laurentiis prende le difese dell’attuale tecnico bianconero elogiandone il gran lavoro fatto finora ed affermando che “è necessario pensar di più prima di fare certe affermazioni” riferendosi, inequivocabilmente, all’ “uscita” di Capello a proposito della decisione di Conte di annullare il riposo del Lunedì per “punire” i suoi calciatori dopo il pareggio di Verona.

    Infine, un riferimento a Diego Armando Maradona, presente allo stadio durante la gara di Coppa Italia con la Roma e “portafortuna” oltre che totem assoluto. Per questo motivo, e in virtù del viscerale amore che lega Diego Maradona alla città di Napoli, il presidente potrebbe proporgli il ruolo di ambasciatore della squadra azzurra nel mondo, per rappresentare il Napoli fuori dai confini italiani, facendo sì che quel legame tanto forte possa essere sfruttato anche in termini di “marketing” o, più romanticamente, in termini “romanzeschi”, con un bel lieto fine per la tanto intensa love story tra Maradona ed i tifosi partenopei, interrotta bruscamente dalle vicissitudini del Pibe de Oro ma che, ora, pian piano sta riaccendendosi di nuova luce. D’altronde, il presidente De Laurentiis è pur sempre uno dei maggiori produttori cinematografici italiani.