Tag: antonio conte

  • Milan – Juve, dopo Mexes prova TV anche per Muntari?

    Milan – Juve, dopo Mexes prova TV anche per Muntari?

    Era prevedibile già dal 27′ della partita di ieri dello scontro diretto tra Milan e Juve, quello che doveva in parte ritagliare un’importante fetta di scudetto, che in settimana avremmo sentito molto parlare di episodi, di prove tv, di colpe e di responsabilità. Ed infatti ci troviamo ancora a parlare di tutto questo. Certamente il gol fantasma di Muntari non visto dalla terna arbitrale ha condizionato la partita non solo dal punto di vista del gioco e del risultato, ma anche degli animi. Poco importa se la ditta Tagliavento-Romagnoli ha ovviato al danno del primo tempo con l’annullamento del gol a Matri, i fatti dicono che a uscirne con il morale a terra, e anche i nervi, sia stato solo il Milan.

    Alla fine del primo tempo, ormai i fatti sono noti a tutti, Galliani, dg del Milan, si trovava già all’imbocco del tunnel degli spogliatoi ad attendere Tagliavento per riferire tutta la sua rabbia per la rete di Muntari non vista; di li a poco, all’arrivo di esponenti bianconeri (Albanese, responsabile delle relazioni esterne del club ed Antonio Conte), l’animo del direttore generale della società di Via Turati si sarebbe surriscaldato ulteriormente tanto che lo stesso non farà più ritorno in tribuna per un problema legato alla pressione.

    Sullay Muntari e Marco Borriello – Milan Juve | Valerio Pennicino/Getty Images

    Cosa ci si poteva aspettare nella ripresa dopo tanto nervosismo? Una stretta di mano tra giocatori e dirigenti? Niente di tutto questo ma, anzi, una situazione non facile da gestire per la terna arbitrale, ancor meno per i giocatori, soprattutto rossoneri, che hanno pagato con un eccesso di nervosismo la prestazione della seconda metà di gara. Nervosismo che è sfociato in un pugno poco sportivo di Mexes verso il suo ex compagno di squadra Borriello, una rissa sfiorata tra giocatori, anche compagni di Nazionale, a fine partita. Infine, secondo le ricostruzioni delle moviole dell’ultima ora, un altro episodio che certamente finirà al vaglio del giudice sportivo per la prova TV: Muntari si supera di una serie ripetuta di colpi, pugni o manate, contro il mal capitato di turno, Lichtsteiner. Grazie ad un video postato su YouTube da un tifoso e soprattutto grazie alle telecamere Sky, si vede all’85’ il tentativo del difensore bianconero di marcare il ghanese che con mestiere, neanche fosse il mitico Muhammad Ali, sferra all’avversario una serie di colpi fino a stenderlo al tappeto “verde”.
    Certamente il compito di domani del giudice sportivo sarà quanto mai arduo e chissà che martedì, giorno in cui si avranno notizie sulla decisione dell’episodio di Mexes e forse anche di Muntari, non ci siano ancora proteste su giudizi vergognosi.

    Video Youtube Muntari pugni a Lichtsteiner

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  • Milan – Juventus 1-1, una notte per cuori forti

    Milan – Juventus 1-1, una notte per cuori forti

    E’ una notte come tutte le altre notti, è una notte con qualcosa di speciale… 25 febbraio 2012, Milan – Juventus, “la scala per il paradiso” come l’hanno definita, è “la notte dei desideri”, come direbbe Lorenzo Jovanotti. La notte dei desideri, dei sogni, delle ambizioni, dell’adrenalina per chi la vive da tifoso e per chi la gioca, per i campioni in campo e per gli allenatori in panchina.

    Una gara che poteva essere trampolino di lancio verso il sogno tricolore anche se c’è ancora molta strada da percorrere fino al termine del campionato: quest’anticipo di primavera favorisce l’atmosfera da grande sfida, da match decisivo.

    Era la notte dell’assenza di Zlatan Ibrahimovic, punto di riferimento dell’attacco rossonero, ma senza Ibra il Milan aveva già dimostrato di poter far bene con un attacco più imprevedibile e dinamico, senza punti fissi, che avrebbe potuto far male alla difesa bianconera, solida ma a volte troppo statica. Così è stato, infatti, con un ottimo Robinho ed un grande El Sharaawy, subentrato a Pato, e – di contro – un Bonucci in grande confusione, autore del passaggio sbagliato che ha favorito il gol di Nocerino (peraltro, anche deviato, ndr).

    Era la notte del ritorno (dopo la gara d’andata di Coppa Italia, ndr) di Andrea Pirlo a San Siro, nello stadio che lo ha venerato ed adorato per un decennio, applaudendo i suoi colpi di genio e le sue deliziose pennellate: la maglia bianconera, dopo solo una stagione, sembra gli stia molto bene indosso e per i tifosi bianconeri è stato colpo di fulmine. Andrea, però, nella notte milanese ha subìto le difficoltà della Juventus e non ha brillato particolarmente nel suo ex stadio.

    Era la notte della sfida, dalla panchina, fra due ex grandissimi protagonisti delle sfide del passato recente, Alessandro Del Piero e Filippo Inzaghi, prima compagni di squadra nella Juve di fine anni ’90, con un pizzico di rivalità all’interno dello spogliatoio, e poi avversari dopo il passaggio di SuperPippo in maglia rossonera, anche nella notte di Manchester, amara per i bianconeri e, di contro, dolcissima per i rossoneri, che conquistarono la Champions League 2003. Per loro c’era la speranza di giocare qualche scampolo di gara, sognando di mettere la firma – probabilmente l’ultima – su questa sfida tanto affascinante che conoscono alla perfezione: una speranza, però, resa vana dalle ragioni tattiche imposte dal match, con la necessità di recuperare lo svantaggio per la Juventus e di mantenere il gol di superiorità da parte del Milan.

    E’ una notte che rievoca tante altre notti con gli stessi colori in campo, ma con diversi protagonisti, dalle sfide epocali degli anni ’90, quando i due club dominavano in Italia ed in Europa guidati da Marcello Lippi e Fabio Capello, rendendo il campionato un vero e proprio duopolio, che lasciava poco spazio alla sorpresa ma che offriva grande spettacolo in campo, con campioni che hanno scritto pagine di storia del nostro calcio: Gianluca Vialli, Roberto Baggio (che giocò con entrambe le maglie), Paolo Maldini, Ciro Ferrara, Van Basten, Didier Deshamps, Boban; e poi, negli anni immediatamente successivi, Zizou Zidane, Shevchenko, Edgar Davids, Clarence Seedorf, Alex Del Piero, Pippo Inzaghi.

    Van Bommel e Pirlo | © Valerio Pennicino/Getty Images

    E’ stata la notte della sfida in panchina tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri, diversi per carattere, stile, personalità e modo di condurre la squadra, il primo caratterizzato dalla proverbiale grinta con cui affrontava da giocatore ogni match e dall’assoluta concentrazione in ogni istante, maniacale nella cura dell’allenamento e della preparazione settimanale che conduce alla gara. Il secondo in apparenza più rilassato, più scanzonato nei modi di fare “scapigliati” e tipicamente “toscanacci”, ma che ha già dimostrato di poter condurre vittoriosamente un grande gruppo alla conquista di traguardi importanti, come lo scudetto dello scorso anno.

    Doveva essere uno scontro fra due diverse impostazioni di calcio, per tradizione e per vocazione, che si confrontano dialetticamente in campo, riflettendo anche le diverse personalità dei loro condottieri: il Milan estroso,  tutto “genio e sregolatezza”, in cui svettano due uomini simbolo come Prince Boateng ed Ibrahimovic, grandi assenti di questa sera, e la Juventus corsa e dinamicità, pressing e velocità, in cui i singoli trovano la loro massima espressione nella forza del collettivo e dei suoi indispensabili corridori, senza, però, rinunciare alla qualità di alcuni interpreti d’eccezione, di un altro pianeta, come Pirlo e Buffon. Il campo, però, ha mostrato un volto diverso del Milan, inedito finora, caratterizzato da grinta ed aggressività tipicamente bianconere: la foga agonistica dei rossoneri ha mandato in confusione per gran parte dell’incontro gli Juventini, sorpresi dall’atteggiamento degli avversari ed incapaci di reagire, almeno fino al pareggio di Matri, salvati soltanto dal grande orgoglio.

    Gli errori arbitrali hanno condizionato il match, almeno così pare, con il gol negato a Muntari che – secondo la versione rossonera – sarebbe più grave del fuorigioco (inesistente) fischiato a Matri: quel che è certo, però, che dallo scontro diretto la Juventus esce con la consapevolezza dello “scampato pericolo”, galvanizzata dall’imbattibilità preservata. Il Milan, da parte sua, ha mostrato una grinta eccezionale, inattesa, ed una superiorità sul piano del gioco, ma è stato palese il calo fisico nei minuti finali, di cui la Juventus è stata brava ad approfittare, mostrando una tenuta fisica eccellente ed un grande cuore.

    Peccato per il grande nervosismo in campo, con il pugno (da prova tv) sferrato da Mexes a Borriello, il fallaccio da espulsione di Vidal, e la mini rissa finale, all’imbocco del tunnel degli spogliatoi. E’ stata, dunque, una gara al cardiopalma, intensa e tesissima, per soli cuori forti: basti pensare che Adriano Galliani, a fine primo tempo ha lasciato San Siro per problemi di pressione.

    Il duello, dunque, continua: la gara ha lasciato importanti indicazioni per entrambi i club, dalle quali ripartire subito, nella speranza che la vis polemica non prenda il sopravvento sulle questioni di campo.

  • Milan – Juventus, polemiche e veleni con rissa finale

    Milan – Juventus, polemiche e veleni con rissa finale

    Non si placano le polemiche dopo la sfida scudetto tra Milan – Juventus di ieri sera, conclusasi con il risultato di 1-1. La rete annullata a Muntari nel corso del primo tempo, che avrebbe portato i rossoneri sul 2-0, ha acceso gli animi dentro e fuori dal rettangolo di gioco, con la rissa finale che ha coinvolto Chiellini e Ambrosini.

    Galliani ha incarnato all’ennesima potenza il malcontento del Diavolo, rendendosi protagonista di un intervallo da censura negli spogliatoi di San Siro. Nel post-partita Allegri si è servito dell’ironia per l’episodio incriminato, sebbene non si sia fatto scappare una frecciata al rivale bianconero. Dall’altra parte Conte ha cercato di stemperare le tensioni, sottolineando però come gli errori dell’arbitro si siano bilanciati con l’annullamento della rete di Matri prima che lo stesso attaccante segnasse la rete del pareggio. Infine Berlusconi ha invocato l’utilizzo della tecnologia, dicendosi dispiaciuto del risultato ma rimanendo ottimista sul futuro in campionato.

    FURIA GALLIANI – Pochi secondi dopo il fischio finale del primo tempo, Galliani è sceso giù negli spogliatoi inveendo contro Nicchi (il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri) per poi scagliarsi contro il responsabile della comunicazione bianconera, Claudio Albanese, colpevole secondo l’amministratore delegato rossonero di chiamare i giornali per lamentarsi degli arbitri. In seguito è arrivato il turno di Conte, al quale Galliani si è complimentato ironicamente per le sue lamentele contro la classe arbitrale nelle ultime settimane. Infine il numero due della società di Via Turati avrebbe inveito su Tagliavento. Per quest’ultimo episodio l’a.d. della Juventus Marotta ha fortemente protestato, domandando ad Albanese se in quegli istanti fosse presente qualcuno della Procura federale.

    rissa milan juventus | © Dino Panato/Getty Images

    RISSA CHIELLINI-AMBROSINI – Se non bastasse alla fine della partita il capitano del Milan si è lanciato contro il difensore bianconero per regolare i conti, con i due che sono finiti ben presto alle mani e neanche l’intervento di Conte è riuscito a sbollire la tensione fra i due giocatori. La rissa ha visto coinvolti anche Van Bommel e Mexes. Il francese rischia una lunga squalifica per il pugno rifilato a Borriello durante i secondi 45′ minuti di gioco, quando ha assestato un pugno al proprio ex compagno di squadra alla Roma senza essere visto dalla terna arbitrale. Non è del tutto remota anche una squalifica sia per il capitano del Milan e il difensore centrale della Juventus.

    ALLEGRI E CONTE – L’allenatore dei rossoneri si è mostrato sorridente difronte ai giornalisti al termine della partita, dicendosi in ogni caso soddisfatto della prova dei suoi uomini, affermando però che il risultato della gara sia stato falsato dall’errore del guardalinee Romagnoli (lo stesso che annullò una rete regolare di Seedorf nel match pareggiato al Franchi contro la Fiorentina quest’anno per un fuorigioco inesistente). Sempre Allegri ha dichiarato che “è sempre meglio star zitti”, riferendosi apertamente sia a Beppe Marotta che Conte. Il tecnico dei bianconeri ha glissato sull’episodio che l’ha visto coinvolto con Galliani, al quale avrebbe risposto “da che pulpito, qui è la mafia”, cercando di abbassare i toni della polemica e facendo in primis autocritica per il clima incandescente venutosi a creare nei giorni precedenti la sfida.

    BERLUSCONI VUOLE LA TECNOLOGIA – Dispiaciuto sì ma non arrabbiato. Questo in sintesi il Berlusconi-pensiero al termine del big-match di ieri sera, iniziato con le dichiarazioni riguardo la squalifica di Ibrahimovic (“decisione non ingiusta ma vergognosa”). Sul gol-fantasma di Muntari il patron rossonero ha invocato l’aiuto della tecnologia per gli arbitri, in modo che le partite non possano venire falsate. Si è poi complimentato con la propria squadra, considerate anche le numerose assenze, e ha rivelato di non essere entrato negli spogliatoi della Juve come negli ultimi anni proprio per via della violenta diatriba mediatica scatenata dalle polemiche juventine nelle scorse settimane. Infine ha bacchettato Gigi Buffon, affermando che un portiere della Nazionale dovrebbe mostrare ben altro fair-play. Il numero uno bianconero aveva dichiarato in precedenza di non essersi accorto che il pallone fosse entrato, ma in ogni caso non avrebbe aiutato l’arbitro Tagliavento nel correggere la decisione a favore del Milan.

    VIDEO RISSA AMBROSINI CHIELLINI 

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  • Milan – Juve 1-1, Matri beffa il Diavolo

    Milan – Juve 1-1, Matri beffa il Diavolo

    Finisce in parità la sfida al vertice tra Milan e Juve, un pareggio però che non accontenta tutti ma lascia l’amaro in bocca ai rossoneri vittime di un gol fantasma e ai tifosi in generale che al termine della partita hanno assistito ad uno spettacolo imbarazzante. Ma andiamo con ordine.

    Con una formazione dettata più dalle numerose assenze che dalle scelte tattiche, Allegri, orfano di Ibrahimovic e Boateng, affida il reparto offensivo a Pato e Robinho con Emanuelson a supporto. Conte invece si inventa un 3-5-2 lasciando a riposo la coppia d’attacco titolare, Matri-Vucinic, per dare spazio a Quagliarella e Borriello. La scelta si rivelerà quanto mai infelice visto che al 15′ a passare in vantaggio è il Milan con Nocerino. A facilitare la strada al rossonero è l’imbarazzante erroraccio di Bonucci che durante un disimpegno regala palla a Robinho, assist per Nocerino che trova la deviazione dello stesso difensore che spiazza Buffon.

    La partita per la Juventus si mette in salita anche perchè l’errore di Bonucci non sarà un episodio singolare in tutto il match, infatti sarà il Milan a fare la partita con un ottimo Robinho capace di lasciare in ombra il rientrante Pato. Al 26′ il fattaccio: su calcio d’angolo Buffon si supera su colpo di testa di Mexes ma sul tap-in di Muntari il numero uno bianconero respinge quando la sfera aveva già nettamente oltrepassato la linea di porta, l’arbitro Tagliavento convalida la rete solo per un attimo perchè tratto in errore dalla segnalazione dell’assistente Romagnoli che prende un abbaglio non vedendo il gol facendo gridare tutti allo scandalo. Sulla ripartenza dell’azione ci prova in contropiede Estigarribia con un sinistro che costringe Abbiati a salvarsi in calcio d’angolo. Per tutto il primo tempo ci sarà solo Milan e bianconeri in affanno con un ottimo Barzagli che cerca di mettere sempre una toppa.

    Il gol fantasma di Muntari | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Si va negli spogliatoi, dove gli animi sembra si siano animati con l’intervento di Galliani a redarguire Tagliavento prima e inveire contro Conte poi, ma di quanto successo realmente non è lecito sapere. Conte cambia subito inserendo Pepe per Estigarribia mentre Allegri sostituisce uno spento Pato per El Shaarawy. Di li a poco ci sarà il pugno di Mexes a Borriello, l’arbitro non vede perchè di spalle ma quasi sicuramente il francese non si potrà sottrarre al giudizio della prova TV.

    Con l’ingresso in campo di Vucinic che ha rilevato Borriello, la Juventus sembra prendere più fiducia tanto che sfiora il pareggio con Quagliarella su invito proprio del montenegrino. Di li a poco Conte deciderà di sostituire Quagliarella per dare spazio a Matri. L’attaccante risolve i guai di Antonio Conte ed evidenzia in modo ancora più evidente la scelta non felice del Mister di farlo partire dalla panchina trovando subito il pari a dieci minuti dal termine ma la sua rete viene annullata per un offside inesistente dell’attaccante rilevata dallo stesso Romagnoli che nel primo tempo non aveva visto il gol di Muntari. La Juve ci crede e il Milan evidenzia segni di stanchezza infatti al 38′ della ripresa Pepe crossa e Matri, che brucia Thiago Silva, salva l’imbattibilità della Juventus. Finisce 1-1 con la Juve in 10 uomini per l’espulsione di Vidal a seguito di una entrata da dietro ai danni di Van Bommel. Sul triplice fischio finale è accenno di rissa tra Chiellini e Ambrosini, una partita giocata sull’orlo di una crisi di nervi e segnata dagli episodi arbitrali.

  • Milan – Juventus, la sfida scudetto senza Ibra e Boateng

    Milan – Juventus, la sfida scudetto senza Ibra e Boateng

    Il giorno della verità è arrivato, questa sera allo Stadio San Siro si giocherà una grossa fetta di questo campionato: Milan – Juve, ancora una volta, come ai vecchi tempi, si contenderanno il titolo in una sfida che vale la stagione.
    E’ in forma la Juve, che si trova dietro ai rivali ad una lunghezza ma con una partita in meno. In formissima il Milan che nonostante i problemi in infermeria è reduce da importanti risultati sia in campionato che in Champions League.

    I rossoneri dovranno fare a meno di Zlatan Ibrahimovic, che nella giornata di giovedì ha ricevuto il rifiuto da parte del giudice sportivo alla riduzione della pena per il buffetto ai danni di Aronica nella sfida contro il Napoli. Benchè la società di via Turati si sia affrettata a definire il verdetto come “un grave errore giuridico“, il tecnico Allegri non ha scuse e dovrà preparare al meglio l’attesa gara al vertice che nelle sfide precedenti ha sempre visto sorridere i bianconeri.

    Altro assente illustre nelle fila rossonere, oltre allo svedese, è Boateng alle prese ancora con problemi muscolari, a quello del ghanese si aggiungono i forfait di Maxi Lopez, Seedorf e Aquilani. Si scenderà in campo probabilmente con un 4-3-1-2 con Abbiati tra i pali, in difesa Thiago Silva sarà affiancato da Mexes, preferito a Nesta, con ai lati Antonini e Abate. A centrocampo si rivede dal primo minuto Van Bommel, Nocerino e Muntari con Emanuelson che darà supporto alla coppia d’attacco tutta verdeoro formata da Pato e Robinho.

    Zlatan Ibrahimovic | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    A differenza del collega, Antonio Conteha tutta la squadra al completo e di conseguenza maggiori possibilità di scelta. A meno di eventuali cambiamenti all’ultim’ora la Juventus dovrebbe scendere in campo con il 3-5-2 con Buffon tra i pali, il terzetto difensivo formato da Chiellini, Barzagli e Bonucci. Lichtsteiner si posizionerà a destra ed Estigarribia, variazione dell’ultima ora preferito a Pepe, a sinistra mentre il centrocampo è affidato a Vidal, Marchisio e l’ex illustre Pirlo. In attaccatto Conte potrebbe schiarare a sorpresa Quagliarella e l’altro ex rossonero, Marco Borriello.

    PROBABILI FORMAZIONI MILAN JUVENTUS

    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Mexes, Thiago Silva, Antonini; Nocerino, Van Bommel, Muntari; Emanuelson; Pato, Robinho. All.: Allegri

    A disp.: Amelia, Bonera, Nesta, Mesbah, Ambrosini, Inzaghi, El Shaarawy.

    Squalificati: Ibrahimovic

    Indisponibili: Maxi Lopez, Boateng, Cassano, Gattuso, Merkel, Strasser, Seedorf, Aquilani

    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Estigarribia; Quagliarella, Borriello. All.: Conte
    A disp.: Storari, Caceres, De Ceglie, Pepe, Del Piero, Vucinic, Matri.
    Squalificati: nessuno
    Indisponibili: Marrone

    Arbitro: Tagliavento

  • Verso Milan Juventus senza Ibra sarà tridente?

    Verso Milan Juventus senza Ibra sarà tridente?

    Adesso è ufficiale. Zlatan Ibrahimovic salterà il match scudetto Milan Juventus. Il ricorso presentato dal legale rossonero, l’avvocato Cantamessa, non ha convinto la commissione disciplinare ritenendo la condotta dello svedese inappropriata e violenta. Rabbia dall’entourage di via Turati che considerano la decisione un “grave errore giuridico” per aver considerato il buffetto ad Aronica come una condotta violenta non tenendo conto delle attenuanti derivanti dall’atteggiamento del difensore nei confronti di Nocerino. La cabala però dice che il Milan senza lo svedese è ancora più vincente e memore della goleada nella scorsa stagione contro l’Inter i tifosi rossoneri possono fare gli scongiuri. Per chi poi crede alle coincidenze per Allegri può esser una ottima chance per invertire la tendenza nei confronti della Juventus di Conte dalla quale in questa stagione ha subito due sconfitte in due match.

    Milan Juventus senza Ibra e Boateng

    Allegri senza Ibra per Milan Juventus| ©Anteprima/AFP/Getty Images
    Allegri avrà comunque preparato la partita considerando l’eventualità di non aver Ibra in campo cercando di caricare i suoi nell’effettuare una partita ancora più corale. Nei precedenti match il Milan soffrì l’asfissiante pressing dell’attacco e del centrocampo bianconero affidandosi esclusivamente al lancio per Ibra chiuso però dalla difesa a tre orchestrata da Antonio Conte. La mancanza di Ibra può però esser una soluzione per l’attacco evitando di dar punti di riferimento ai difensori bianconeri riuscendo cosi ad allargarne le fitte maglie della difesa. A tal proposito Allegri proverà fino all’ultimo a recuperare il Principe Boateng la cui presenza potrebbe garantire ulteriore dinamicità all’attacco dei “piccoletti”. Il ghanese, come dimostrato ancora una volta nel match contro l’Arsenal, garantisce quei cambi di passo letali per le difese avversarie ma le sue precarie condizioni fisiche consigliano un utilizzo centellinato e graduale.

    Non è escluso dunque che Allegri possa far ricorso al tridente di leggeri affiancando a Robinho e Pato, dato in netto vantaggio su Maxi Lopez, il piccolo faraone El Shaarawy in modo da sfruttare la velocità dei tre e metter in difficoltà la difesa bianconera. Ovviamente i tre davanti dovranno far gli straordinari per aiutare il centrocampo in cui dovrebbero prender posto Van Bommel e Nocerino sicuramente mentre la terza maglia è in ballottaggio tra Emanuelson, Ambrosini e Muntari. L’olandese comunque finalmente entrato nei meccanismi rossoneri ha molte chance anche nel ruolo di trequartista.

    Leggi anche:
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    Niente sconti Ibra salta Milan Juventus

  • Juve, Suarez obiettivo per l’attacco

    Juve, Suarez obiettivo per l’attacco

    La sfida scudetto contro il Milan a San Siro tra poco più di 48 ore non distoglie lo sguardo di Beppe Marotta e dei suoi fidi collaboratori dalle questioni fuori del rettangolo verde di gioco, ovvero dal calciomercato. La Juventus, che è ormai lanciata verso la partecipazione alla prossima edizione della Champions League indipendentemente da come finirà la corsa al tricolore, è molto attiva e lavora in prospettiva ingaggiando giovani talenti da aggregare alla Primavera con l’intento e la speranza poi di farli sbocciare in prima squadra, è il caso del centrocampista olandese di origini marocchine, di cui si dice un gran bene, della scuderia di Mino Raiola Ouasim Bouy, prelevato dall’Ajax che il potente procuratore ha voluto “regalare” a Nedved, di Stefano Beltrame, arrivato a Torino in estate dalla Primavera del Novara che si è messo in luce nell’ultima edizione del Viareggio segnando anche il gol che è risultato decisivo nella finale giocata contro la Roma e del mediano del Manchester United, in scadenza di contratto a giugno, Paul Pogba, considerato il nuovo Vieira, ad un passo dal club bianconero.

    Non solo i giovani, quelli che un giorno prenderanno il posto in campo dei vari Pirlo e Del Piero, il dg e il suo braccio destro Fabio Paratici stanno anche setacciando il mercato per reperire quei rinforzi adatti per competere sin da subito in Champions League, soprattutto in attacco dove si necessita di un innesto importante e di qualità da affiancare agli attaccanti già presenti in rosa per alzare il tasso tecnico del reparto. Il nome che circola con particolare insistenza da alcune settimane è quello di Luis Suarez.

    Luis Suarez © Michael Steele/Getty Images

    L’attaccante della nazionale uruguagia è ormai in rotta con il Liverpool dopo lo spiacevole doppio episodio che lo ha visto coinvolto nei confronti di Evra, prima rivolgendogli insulti razzisti che gli sono costate 8 giornate di squalifica e poi rifiutandosi di stringere la mano allo stesso terzino dei Red Devils a due mesi di distanza dal fattaccio. Secondo il tabloid britannico Daily Star, la Juve starebbe preparando l’assalto al forte attaccante 25enne ex Ajax approfittando degli attriti venutisi a creare tra il giocatore e il club inglese che non ha gradito affatto il comportamento  del suo teserato e mettendo sul piatto della bilancia ben 30 milioni di sterline, poco più di 35 milioni di euro, per assicurarsi le prestazioni del Pistolero.

    Suarez sarebbe l’attaccante perfetto per Antonio Conte, non solo fa un grandissimo movimento svariando su tutto il fronte offensivo ma fa anche uno straordinario lavoro di sacrificio aiutando la squadra in fase di ripiegamento oltre che ad essere un eccellente finalizzatore, tutte doti queste che rientrano nel target di attaccante ideale del tecnico della Juventus. Il club bianconero ha ritrovato l’appeal smarrito nelle ultime due annate dopo il brillante campionato disputato fin qui, ragion per cui difficilmente l’attaccante uruguagio rifiuterebbe il trasferimento a Torino.

    Come scrive il Daily Star per Suarez c’è da battere però la concorrenza del Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti che, dopo i rifiuti incassati a gennaio da Tevez e Pato, potrebbe “rifarsi” con l’attaccante campione del Sudamerica con la Celeste scatenando un’asta pericolosa per la Juve dal momento che il club parigino possiede una disponibilità economica al pari del Manchester City e con la quale la Vecchia Signora non potrebbe proprio competere.

  • Milan Juventus la prima decisiva post Calciopoli

    Milan Juventus la prima decisiva post Calciopoli

    Che Milan Juventus non sia mai stata una partita come le altre è cosa risaputa, anche se negli ultimi 5 anni le due squadre hanno lottato per obiettivi totalmente diversi, con i bianconeri a barcamenarsi fra posizioni poco nobili della classifica e i rossoneri a cercare di contrastare, fino alla scorsa stagione inutilmente, lo strapotere dei cugini interisti. L’ultima volta che la sfida fra le due squadre ha rappresentato un vero e proprio match point per il campionato era il lontano maggio del 2005, in quell’occasione gli uomini di Capello s’imposero per 1-0 grazie ad un gol di Trezeguet che sfruttò al meglio un assist splendido in rovesciata di capitan Del Piero. L’anno successivo a San Siro l’undici bianconero subì una pesante sconfitta che però non pregiudicò la vittoria finale in campionato. Sappiamo poi che quegli scudetti non rimasero a lungo nella bacheca della Vecchia Signora, che dopo un anno di purgatorio in serie B, a seguito delle sentenze di Calciopoli, tornò in serie A speranzosa di riconquistare il posto che una società del proprio rango meritava.
    Purtroppo per le due squadre però a far da padrone in quegli anni in campionato e lo schiacciasassi interista e alle due nobili del nostro calcio non restava che spartissi le briciole, nel primo incontro post-calciopoli il risultato fu uno sciatto 0-0 a San Siro.  A fine anno la Juventus riuscirà a precedere il diavolo (solo quinto) in classifica piazzandosi al terzo posto e qualificandosi per la Champions.

    L’anno successivo fu ancora un pareggio nella sfida a Milano fra le due squadre con Iaquinta e Seedorf autori dei due gol della serata.
    Il risultato ancora una volta però non cambierà il corso del campionato che rimarrà a Milano, sponda nerazzurra e che vedrà juventini e milanisti accontentarsi rispettivamente di secondo e terzo posto.

    Video Milan Juventus Iaquinta e Seedorf
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    Quella del 2009-2010 è la peggiore stagione del post calciopoli per la squadra torinese, conclusasi con un misero settimo posto e che nello scontro diretto con i rossoneri l’ha vista soccombere in entrambe le gare per mano soprattutto di Ronaldinho che sia a Torino sia a Milano punì la squadra allora guidata da Ferrara e Zaccheroni.

    Milan Juventus, Ronaldinho protagonista
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    Nella scorsa stagione quella del primo scudetto non interista dopo il 2006, gli scontri fra le due squadre si sono chiusi alla pari, con una splendida vittoria bianconera in casa del diavolo, grazie alle reti di Quagliarella e di Capitan Del Piero, vittoria che però ha illuso la squadra di corso Galileo Ferraris, che a fine stagione chiuderà nuovamente al settimo posto rimanendo fuori dalle coppe e vedrà i milanisti guidati dall’ex Ibrahimovic e dal neo tecnico Allegri, conquistare lo scudetto, il 18 della propria storia.

    Milan Juventus, Quagliarella e Del Piero illudono la Vecchia Signora
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    Quest’anno però finalmente sembra che per la Juventus sia arrivato l’ora di cominciare a lottare per piazze più importanti di settimi posti e la sfida contro l’attuale capolista Milan, rappresenta un crocevia importante per il proseguo della stagione. La squadra di Conte arriva carica e motivata al big match di San Siro, aspettando di conoscere se Ibra sarà della gara e dall’alto della propria imbattibilità in campionato, senza contare che nei due incontri precedenti, l’ultimo in coppa Italia, i bianconeri hanno dimostrato di essere più affamati di vittoria, sopperendo così ad un minore tasso tecnico. Dal canto loro gli uomini di Allegri hanno recuperato da un periodo di parziale appannamento e dopo la vittoria di Udine, in rimonta e quella fenomenale in Champions arrivano alla sfida carichi e con qualche arma in più, come il recupero di Pato che potrebbe sopperire all’eventuale assenza del grande ex Ibrahimovic. Di sicuro ci sarà da divertirsi sperando in qualche altra prodezza come questa:

    Il gol scudetto di Trezeguet su assist di Del Piero
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  • Andrea Agnelli risponde ad Abete “Su Conte parole inopportune”

    Andrea Agnelli risponde ad Abete “Su Conte parole inopportune”

    La settimana di avvicinamento a Milan – Juventus di sabato prossimo prosegue condita da qualche polemica di troppo, che coinvolge gli esponenti dei due club ai vertici della classifica di Serie A.

    Il fuoco polemico, questa volta, non riguarda i tecnici o i giocatori, bensì “vertici più elevati”, ed in particolare la sponda juventina con il presidente bianconero Andrea Agnelli che ha risposto in maniera piccata ad alcune dichiarazioni dei giorni scorsi espresse dal presidente della Figc Giancarlo Abete. Per comprendere, dunque, le ragioni alla base del “botta e risposta”, è necessario compiere un passo indietro.

    Il numero uno della Federazione Italiana giuoco calcio, nei giorni scorsi, aveva commentato negativamente le parole espresse dal mister bianconero, Antonio Conte, nel post-partita della gara fra Parma e Juventus, in occasione dei due calci di rigore non concessi in favore della Juventus dal direttore di gara Mazzoleni.

    In quell’occasione, infatti, Conte si era mostrato infastidito per gli errori commessi a discapito della sua squadra, rilevando, inoltre, che ai bianconeri durante l’intera stagione era stato concesso soltanto un calcio di rigore, nonostante la sua squadra fosse solita “imbastire” numerose manovre nell’area avversaria.

    Il presidente Abete, però, non ha mostrato di gradire particolarmente le parole di Antonio Conte, definendole “abbastanza forti, anche se lui stesso ha evidenziato che fa parte del calcio rappresentare situazioni meritevoli di attenzione“. Inoltre, il presidente Abete aveva anche analizzato quali sono i “problemi di fondo” connessi alle lamentele della Juventus a proposito delle designazioni effettuate da Braschi e Nicchi. La Juventus, infatti, nella persona del dg Marotta, si era lamentata di essere raramente diretta da arbitri esperti o internazionali, che darebbero maggiori garanzie in campo. A tal proposito, il presidente Abete aveva ritenuto opportuno precisare che “il problema di fondo sta nel meccanismo delle designazioni, pensate per ruotare i diversi direttori di gara ed evitare che gli stessi dirigano troppo spesso le stesse squadre“: pertanto alla luce di tale meccanismo non è pensabile per nessun club (e neppure per la Juventus, ndr) di essere diretto sempre da fischietti internazionali.

    andrea agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Dopo le parole di Abete, però, non si è fatta attendere la replica del presidente bianconero Andrea Agnelli, che ha ritenuto “inopportune” le parole del numero uno della federazione. L’inopportunità, in particolare, sarebbe legata al fatto che Giancarlo Abete avrebbe deciso di commentare (e bacchettare) soltanto le parole proniciate da Antonio Conte, non mostrando, quindi, equità di giudizio. In particolare, le parole del presidente Andrea Agnelli in merito alla questione sono state le seguenti: “Abete, in quelità di presidente della Federazione, o decide di commentare ogni settimana tutte le dichiarazioni degli allenatori sugli arbitri, oppure non mi sta bene che commenti solo quelle del nostro tecnico“.

    Il riferimento di Agnelli, tra le righe (ma non troppo, ndr) sarebbe rivolto ai commenti ironici del tecnico del Milan Allegri, pronunciati nel post Cesena – Milan, quando il tecnico livornese aveva sollevato qualche dubbio circa la regolarità del gol segnato da Chiellini contro il Catania, criticando l’atteggiamento degli juventini che “si lamentano solo se capitano episodi a loro sfavore, mentre tacciono se gli errori arbitrali li avvantaggiano“.

    La controrisposta di Abete, comunque, non si è fatta attendere molto: il presidente della Figc, infatti, ha voluto subito chiarire di non aver intenzione di creare alcuna polemica, ritenendo di “aver fatto riferimento solo ad un problema generale, senza aver alcun intento polemico“. In tal senso, dunque, il presidente Abete ha mostrato di non aver gradito affatto quella che, dal canto suo, sarebbe stata una “strumentalizzazione ad hoc delle sue parole“, poichè il suo intento era, e rimane, quello di mantenere – in ragione del ruolo ricoperto – rapporti di grande equilibrio con i grandi club e le loro dirigenze.

  • Deschamps spalanca le porte di Marsiglia a Del Piero

    Deschamps spalanca le porte di Marsiglia a Del Piero

    Dopo Didier Deshamps, Ciro Ferrara ed Antonio Conte, per Alessandro Del Piero potrebbe esserci il “poker”: ossia, la quarta volta nella propria carriera ad essere allenato da un ex compagno di squadra, e nel caso particolare, per la seconda volta proprio da Didier Deschamps, ex veterano dello spogliatoio bianconero ai tempi di Marcello Lippi, ed in seguito tecnico della Juve in serie B, nella più funesta annata della sua storia terminata, però, con una brillante promozione nel maggio 2007.

    Didier, ora, è il tecnico del Marsiglia che affronterà nell’ottavo di Champions League la traballante Inter di Claudio Ranieri e sta compiendo un buon lavoro con la sua squadra, l’Olympique Marsiglia, che proverà a tendere qualche trappola ai nerazzurri: Deschamps, d’altronde, ha un “conto aperto” con Ranieri, considerando che – proprio dopo la sua ottima annata sulla panchina bianconera – venne sostituito dal tecnico romano, lasciando la società in maniera non propriamente idilliaca.

    Per ora, mister Didier è, dunque, pienamente concentrato sul prossimo ed imminente impegno in campo ma nelle interviste preparatorie al match non si sottrae dal rispondere a qualche domanda attinente il suo futuro e, soprattutto, il futuro della sua squadra, individuando un “rinforzo da sogno”, proprio nella persona di Del Piero, che a fine stagione vedrà scadere il suo contratto bianconero.

    In tal senso, in merito all’ipotesi di un prossimo futuro di Alex nella Ligue 1, la prima divisione transalpina, Didier si lascia scappare un auspicio ed un annuncio rivolto proprio al numero 10 bianconero: in un’intervista rilasciata alla Rai, infatti, sostiene di aver grande stima nei confronti di Del Piero e della sua carriera, precisando che – fermo restando che sarà Alex a decidere il futuro della sua carriera – sarebbe onorato di accoglierlo all’OM, e lo farebbe “a braccia aperte“, proprio perchè “è un campione ed un grande uomo ed ho avuto la fortuna di conoscerlo come compagno di squadra e poi come giocatore“.

    Didier Deschamps | © David Cannon/Getty Images

    Parlare di Alex, poi, rimanda automaticamente il discorso alla situazione in casa bianconera, proprio nella settimana più delicata ed importante della stagione in cui si sta vivendo la “marcia di avvicinamento” al big match di San Siro contro il Milan. A proposito della Juventus di Conte, altro suo ex compagno di spogliatoio nella Juventus anni ’90 che vinse a iosa scudetti, Coppe nazionali ed europee. Didier Deschamps, dunque, invia un consiglio amichevole all’indirizzo di Antonio Conte , invitandolo a non preoccuparsi troppo del contesto che sta intorno alla sua squadra, ossia ai giornali, televisioni e radio, ma di pensare esclusivamente alle questioni di campo, lavorando per provare ad ottenere grandi risultati con la Juventus.

    Le parole di Deschamps appaiono come un suggerimento all’indirizzo dell’amico Conte, per provare a distoglierlo dal clima di polemiche innescato dagli episodi arbitrali delle ultime settimane, dai commenti piccati, dalle battute ironiche di Allegri e dall’attesa per la decisione del giudice sportivo circa l’eventuale riduzione delle giornate di squalifica nei confronti di Zlatan Ibrahimovic.

    Preservare la serenità dello spogliatoio bianconero secondo Deschamps è la chiave fondamentale, che potrebbe consentire di proseguire sulla positiva strada fin qui intrapresa. Un cammino importante quello della Juventus di Conte, che – secondo Didier – “è partito favorito dal fatto di conoscere bene l’ambiente, la società, la mentalità e la città“, ma oltre a tali elementi, ve ne sono altri che costrituiscono un importante “plus” che potrebbe fare la differenza: il calore dello Juventus Stadium, con il suo ambiente caldissimo, ed una società che ha investito tanto e che sta lavorando bene.

    In un contesto di tale “idillio bianconero”, dunque, l’ex centrocampista della Juve non può sottrarsi dall’azzardare un paragone fra la squadra di Conte e quella di Lippi: quella di mister Marcello “era forte ed ha fatto molto bene, ma anche questa ha i mezzi per andare lontano e per regalare grandi soddisfazioni“.