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  • Una grande Juve bastona il Napoli. Il Milan ora è più vicino

    Una grande Juve bastona il Napoli. Il Milan ora è più vicino

    Un altro ostacolo superato, un’altra sfida insidiosa affrontata così come doveva essere, e un altro segnale forte a chi sta ancora li davanti. La Juventus, come una vera macchina da guerra, mette al tappeto il Napoli che forse senza troppa convinzione era giunto allo Juventus Stadium per tirare un brutto Pesce d’Aprile ai milioni di tifosi bianconeri. Pesante la sconfitta subita, 3-0, in chiave Champions alla luce dello stop di ieri della Lazio contro il Parma e pesante anche la vittoria dei padroni di casa che con i 3 punti accorciano le distanze dal Milan fermato ieri al Massimino dal Catania.

    In uno scenario che anche oggi ha registrato il tutto esaurito parte forte la Juventus che scende in campo con il 3-5-2 che vede l’esclusione dagli undici titolari di Pepe e Matri. Conte sceglie di schierare Bonucci al centro della difesa affiancato dai soliti Barzagli e Chiellini con i laterali De Ceglie e Lichtsteiner a supporto dell’eroico Vidal, Pirlo e Marchisio. In attacco preferita la coppia Vucinic-Borriello. Per Mazzarri invece formazione tipo con l’unica variante Zuniga a sinistra al posto di Dossena e il solito tridente Hamsik-Cavani-Lavezzi con Gargano e Inler in mediana.

    Parte subito forte la Juventus con Borriello che già nei primi minuti sciupa un’occasione fornita da Pirlo. Qualche minuto più avanti sarà Vidal a non inquadrare la porta di testa e poco più avanti toccherà a Pirlo, solito faro del gioco bianconero, a pungere con una punizione dai 35 metri che finisce di poco alto sulla traversa. La sensazione, dopo appena 20′ di gioco è che la Juventus crea tantissimo, domina il campo ma non punge, complice anche il poco supporto delle due punte.

    Juve-Napoli Vidal e Bonucci | © Marco Luzzani/Getty Images

    Per vedere il primo guizzo degli azzurri si deve attendere il 15′ quando Hamsik si trova a tu per tu con Buffon, lo supera ma lo slovacco si allunga il pallone sul fondo. Sfortunato Mazzarri al 25′ perde Maggio per il solito problema muscolare che lo ha colpito anche contro il Chelsea. Spazio per Dossena con Zuniga costretto a cambiare fascia. Il primo tempo termina sullo 0-0 con una Juventus che da l’impressione di avere una condizione fisica migliore rispetto ai partenopei e lo dimostra subito nella ripresa quando la squadra di Conte entra in campo con la caparbietà giusta per trovare la via del gol.

    Rete che si concretizza al 9′ della ripresa sugli sviluppi di una punizione Pirlo mette in mezzo per Vucinic, il montenegrino calcia verso la porta trovando sulla traiettoria della conclusione il ginocchio di Bonucci che devia quel tanto che basta per mettere fuori causa De Sanctis. Il vantaggio porta serenità e ancor più cattiveria tra i bianconeri che subito troverebbero il raddoppio con Vucinic se solo Orsato non avesse segnalato un fuorigioco che la moviola ha poi rivelato inesistente. Conte prova l’inserimento di di Caceres per Lichtsteiner mentre Mazzarri prova ad aggiustare la squadra inserendo Pandev per Inler e in effetti l’ingresso del macedone sembra dare una scossa per gli azzurri che durerà però giusto qualche minuto perchè a chiudere le speranze del Napoli ci pensa Vidal che trova il raddoppio con una super azione: entra in area e con una serie di finte alla Ronaldo disorienta Campagnaro lasciando partire un sinistro sul secondo palo che batte De Sanctis.
    Sul finale c’è spazio anche per Alex Del Piero che rileva un altalenante Vucinic e appena il tempo di toccare il primo pallone che con un assist preciso manda in rete Quagliarella entrato poco prima del capitano a rilevare Borriello. L’ex di turno taglia definitivamente le gambe e anche il morale agli uomini di Mazzarri costretti anche nel finale a giocare in 10 uomini per l’espulsione di Zuniga per una gomitata rifilata a Chiellini. La seta di gol della Juve non si placa neanche sul risultato ormai acquisito del 3-0 e infatti continui sono i tentativi per calare il poker: ci prova ancora da fuori Marchisio e anche lo stesso capitano che di dimostrare il suo valore in campo sembra non poterne fare a meno.

    La Juventus conquista 3 punti d’oro per la corsa allo scudetto, il Milan ora farà sogni meno tranquilli con una rivale a -2 che ha ancora una volta dimostrato di essere la squadra più in forma del campionato. Il Napoli invece non riesce ad agganciare il terzo posto rimanendo ancora a 3 punti dalla Lazio. La squadra sta probabilmente pagando il dispendio di energie in Champions League, questa sera il trio delle meraviglie non ha brillato e, come nelle ultime precedenti partite, anche negli altri reparti qualcosa sembra si sia inceppato. Ne sono la prova le statistiche rilasciate a fine gara che evidenziavano la netta supremazia dei bianconeri con 19 tiri totali al cospetto dei 5 registrati dai partenopei e di questi nessuno indirizzato verso la porta. Buffon? Spettatore non pagante.

  • Juventus – Napoli, le formazioni. Matri o Borriello, Cavani c’è

    Juventus – Napoli, le formazioni. Matri o Borriello, Cavani c’è

    La Juventus continua la cavalcata verso il sogno scudetto e per riuscirci dovrà superare, nel posticipo serale della 30° giornata, l’ostacolo Napoli che dal canto suo continuerà la sua marcia di avvicinamento al terzo posto che significherebbe qualificazione alla prossima Champions League. La sfida è resa ancora più interessante grazie ai passi falsi registrati ieri da Milan e Lazio bloccati rispettivamente da Catania e Parma.

    Come di consueto ormai lo Juventus Stadium registrerà l’ennesimo tutto esaurito per questa sfida che nessuna delle due squadre può fallire, anche un pareggio sarebbe una sconfitta, per questo entrambe le formazioni giocheranno una partita aperta e all’insegna dello spettacolo. All’andata al San Paolo finì per 3-3 con i bianconeri capaci di riacciuffare il pari sotto per 3 reti a 1.

    La Juventus si affiderà al 3-5-2. Tanti i dubbi per Antonio Conte che dovrebbe partire con Bonucci titolare al centro della difesa insieme a Barzagli e Chiellini. Due i nodi da sciogliere, entrambi sulle corsie laterali. per il tecnico bianconero: a destra il ballottaggio è tra Caceres e Lichtsteiner con lo svizzero, al rientro dalla squalifica, che sembrerebbe in vantaggio sull’uruguagio mentre a sinistra si giocano una maglia da titolare Pepe e De Ceglie. In attacco, accanto a Vucinic, Matri è favorito su Borriello, con l’opzione Del Piero che in questa parte di stagione è in grandissima forma. A centrocampo gli intoccabili Pirlo, Vidal e Marchisio.

    Edinson Cavani © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Mazzarri può contare su una vasta scelta avendo a disposizione l’intera rosa, per la sfida contro i bianconeri ha recuperato Campagnaro, Maggio e Grava, fatta eccezione per Donadel ancora nella lista degli infortunati. Il tecnico Toscano si affiderà al solito 3-4-1-2 e manderà in campo tutti i titolari con Cannavaro e Inler, che domenica scorsa contro il Catania partivano dalla panchina, al posto di Fernandez e Dzemaili.
    Maggio al rientro in campo dopo l’infortunio prenderà il posto di Dossena con Zuniga che verrà dirottato a sinistra mentre in attacco non ci saranno dubbi, spazio al trio delle meraviglie formato da Hamsik, Lavezzi e Cavani che proveranno in tutti i modi a portare i tre punti a casa e a far registrare la prima sconfitta stagionale ai bianconeri.
    Arbitrerà il signor Orsato.

    Queste le probabili formazioni di Juventus Napoli

    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Pepe; Matri, Vucinic. A disposizione: Storari, Caceres, De Ceglie, Giaccherini, Quagliarella, Del Piero, Borriello. All. Conte.

    NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Zuniga; Hamsik; Lavezzi, Cavani. A disposizione: Rosati, Fernandez, Britos, Dossena, Dzemaili, Pandev, Vargas. All. Mazzarri.

  • Chiellini fra Napoli e futuro: la Juve aprirà un ciclo

    Chiellini fra Napoli e futuro: la Juve aprirà un ciclo

    Le sensazioni positive ci sono, così come la voglia di far bene: due ingredienti già importanti per la Juventus di Antonio Conte, di cui Giorgio Chiellini è uno degli uomini più importanti, sia in campo che nello spogliatoio. Uno della “vecchia guardia”, nonostante la giovane età (classe 1984, ndr), un elemento imprescindibile per la difesa bianconera, uun gladiatore, come spesso lo definiscono.

    Ecco perchè, alla vigilia di Juventus-Napoli in campionato (posticipo di domenica sera alle 20.45, ndr) le parole del “Dottor” Chiellini hanno più che mai un grande peso ed una grande importanza, considerandole come una fotografia dell’umore dell’ambiente bianconero, proiettato verso il finale di stagione, con nove partite ancora da disputare in campionato, ed una finale di Coppa Italia, già “prenotata” contro gli stessi partenopei.

    La gara di domani contro il Napoli sarà un test sicuramente arduo per gli uomini di mister Conte, che metterà a dura prova proprio la difesa, il reparto di Chiellini, considerando l’immenso potenziale offensivo degli uomini di Mazzarri, con i tre tenori Lavezzi-Hamsik-Cavani sempre difficili da contenere. Iniziando ad analizzare le questioni prettamente di campo, Chiellini parla proprio del trio offensivo azzurro, rivelando le caratteristiche più temibili di ognuno: Lavezzi per la sua rapidità, che lo rende micidiale nell’uno contro uno; Cavani per la sua resistenza fisica, che gli consentirebbe anche di “fare atletica”; Hamsik per la sua capacità negli inserimenti, che lo rende molto difficile da marcare.

    La gara contro il Napoli, dunque, sarà un “antipasto” della sfida di Coppa Italia del 20 Maggio prossimo, ma per la Juventus – già nell’immediato – i punti in palio avranno un valore enorme: il sogno scudetto rimane sempre lì, nascosto ma presente, e per coltivarlo gli uomini di Conte non devono mollare nulla, considerati i quattro punti di ritardo dal Milan, che quest’ oggi giocherà in anticipo allo stadio Massimino di Catania, contro gli uomini allenati da Montella. A proposito dell’impegno dei rossoneri contro gli etnei, Giorgio Chiellini rivela con il sorriso di “confidare in Nicola Legrottaglie“, suo ex compagno di squadra e di reparto per molti anni, anche se – come lo stesso Chiellini precisa – “la verità è che, qualunque cosa faccia il Milan, dobbiamo pensare solo a noi stessi, e a vincere”.

    Guardando al lungo periodo, poi, Chiellini si sbilancia sulle prospettive future della Juventus, motivando la sua sensazione con paragoni importanti ed elogiando il lavoro fin qui svolto dal tecnico: la squadra costruita da Antonio Conte, secondo il difensore livornese, ha ricevuto dal suo allenatore uno straordinario imprinting psicologico, plasmata a sua immagine e somiglianza, con un ritrovato dna vincente.

    Chiellini |©ALBERTO PIZZOLI/Getty Images

    Ma non solo: il lavoro di Conte, oltre che psicologico, si è focalizzato molto sulla tattica e sull’organizzazione di gioco e ciò ha permesso di acquisire meccanismi ed automatismi che rendono molto più agevole in compito degli interpreti in campo: con riferimento alla fase difensiva che lo vede protagonista, Giorgio Chiellini rivela che – dal suo punto di vista – è proprio grazie alla maniacale cura dei dettagli da parte del mister che la Juventus, finora, è stata la difesa meno perforata della serie A, e l’unica squadra mai battuta del campionato.

    Tutti questi elementi positivi, dunque, consentono di guardare al futuro con fiducia ed ottimismo, così come ritiene il difensore bianconero, consapevole del fatto che “questa squadra può aprire un ciclo, perchè l’età media è bassa e si ha la possibilità di migliorare ancora”.  

    Per alcuni aspetti, la Juventus di Conte ricorda quella di Capello, ma – al contrario di quella squadra zeppa di campioni già affermati – “questa Juve è all’inizio di un grande progetto, che può e deve maturare negli anni”.

  • Del Piero, un momento d’oro. Basterà a far ricredere Agnelli?

    Del Piero, un momento d’oro. Basterà a far ricredere Agnelli?

    Una settimana da incorniciare, indubbiamente tra le più belle delle sua carriera. Un gol al Milan che è servito per conquistare la prima finale post calciopoli, una rete agli acerrimi rivali dell’Inter che ha consentito ai bianconeri di continuare a sperare nel primo posto e mettere in cassaforte una gara sbloccata poco prima da Caceres. Forse, sette giorni fa, Alessandro Del Piero non poteva augurarsi di meglio guardando alla settimana da affrontare. Quello siglato contro i nerazzurri è stato il gol numero 186 in Serie A, ad appena due reti dall’ottavo posto nella classifica marcatori di tutti i tempi occupato attualmente da Beppe Signori.

    Un obiettivo decisamente alla portata del capitano bianconero. In carriera ha già siglato 318 gol, ben 287 quelli in maglia bianconera. Una leggenda insomma. Del Piero è ormai un campione osannato non solo dai propri tifosi, ma rispettato anche da quelli altrui. Roba non semplice di questi tempi, come non è semplice trovare bandiere come lui. Finito nel dimenticatoio per buona parte della stagione, Conte lo ha rispolverato in quest’ultimo periodo, complice le difficoltà realizzative della sua squadra negli ultimi tempi, ma anche a seguito di una promessa fatta in estate e secondo la quale Del Piero avrebbe disputato da titolare tutte le partite di Coppa Italia.

    Alessandro Del Piero © Claudio Villa/Getty Images

    Il risultato? Un gol importantissimo contro il Milan in Coppa e un altro contro l’Inter in campionato, quando Antonio Conte ha levato dal campo Matri, il miglior realizzatore stagionale della Juventus, per far entrare lui. I suoi tifosi, in tutto questo tempo, non lo hanno mai abbandonato. E lui non lo ha fatto con la Juventus, nonostante le parole del presidente Andrea Agnelli che mesi fa annunciò l’interruzione del rapporto tra le parti a fine stagione. Una decisione unilaterale e non appoggiata né dai supporters bianconeri né dallo stesso Del Piero, che più volte ha dichiarato di voler continuare a giocare. Ci sarà un’inversione di rotta da parte del presidente juventino con il prolungamento, anche di una sola stagione, o a fine anno ci sarà la separazione tra le parti?

    Sarà il tempo a dirlo, ma intanto Antonio Conte in vista del rush finale di stagione si ritrova in rosa un giocatore che nonostante l’età vuole ancora continuare a stupire. E chissà che da semplice sparring partner Del Piero non possa ritagliarsi uno spazio ancora più importante. «Sono felice di aver segnato in entrambe le partite – dichiara Del Piero al sito ufficiale della Juventus riferendosi alle gare con Milan e Inter -, mi riempie di orgoglio, perché erano molto importanti per noi. Oggi vincere era fondamentale per rimanere nella scia del Milan. Ora dobbiamo continuare con l’acceleratore premuto – continua il capitano – siamo in finale di Coppa Italia e secondi, a quattro punti dal Milan. Se vogliamo essere grandi non dobbiamo mollare. Il mio futuro? La partita con il Napoli… Voglio godermi questo momento e continuare a lottare partita dopo partita».

    Insomma al momento non si vuole guardare troppo in avanti, bensì concentrarsi sugli imminenti impegni. E il primo si chiama Napoli: una sfida che Del Piero affronterà dall’inizio stavolta? Staremo a vedere.

  • Inter all’inferno Juventus in Paradiso

    Inter all’inferno Juventus in Paradiso

    Non riesce l’impresa dell’Inter di Ranieri di infrangere l’imbattibilità della Juve proprio allo Juventus Stadium, proprio per mano del nemico numero uno, quella rivalità che l’era Calciopoli non ha fatto altro che rafforzare. E proprio a Calciopoli era chiaro il riferimento della coreografia sugli spalti della squadra ospite. Un grande scudetto bianconero centrale che faceva da spartiacque su tutti gli scudetti, ventinove, conquistati sul campo dalla Vecchia Signora come a voler ribadire da parte dei supporters che sulla questione, forse, non si potrà mai voltare pagina.

    La Juventus aveva l’arduo compito di portare a casa i tre punti per continuare a rimanere sulla scia del Milan che anche ieri nell’anticipo contro la Roma ha chiaramente confermato che di mollare non ne ha nessuna intenzione; salvare l’imbattibilità stagionale che da settimane ormai fa gola a tante squadre (si è discusso molto alla fine di Juve – Milan in Coppa Italia sulla questione “imbattibilità infranta o no“), salvare l’imbattibilità proprio contro il rivale numero uno di sempre. Conte ci riesce, porta a casa i tre punti battendo per 2-0 i nerazzurri. Fondamentale la mossa di richiamare in panchina Pepe e un poco lucido Matri per l’inserimento di Bonucci e Del Piero. Proprio il capitano chiuderà il match facendosi ancora una volta trovare pronto alla chiamata del mister.

    Nella Juventus si parte con il 4-3-3 con Conte che propone in attacco il tridente formato da Pepe-Matri-Vucinic; centrocampo affidato ai soliti Vidal, Marchisio e Pirlo. In difesa, recuperato Barzagli, si completa il reparto con Chiellini, De Ceglie e Caceres a lavorare sulle fasce. L’uruguagio accenderà le luci dello Juventus Stadium risultando tra i migliori in campo della serata assieme a Del Piero, Buffon e Arturo Vidal.
    Ranieri invece si affida al 4-4-2 con Milito e Forlan sul reparto avanzato, in difesa con Lucio, Samuel, Nagatomo e Maicon; centrocampo affidato invece all’instancabile Zanetti, Poli, Stankovic e Obi con Cambiasso spedito in panchina.

    Parte bene la Juve che riesce a spingere sulla destra trovando da subito due ghiotte palle gol che Matri sciupa malamente, dapprima colpendo centralmente di testa poi sparando alto di destro. Tanti errori dei padroni di casa creano tante occasioni per le ripartenze degli ospiti che sfruttano al meglio le verticalizzazioni. L’ultimo quarto del primo tempo è tutto a favore dei nerazzurri che sulla loro strada trovano il sempre attento Buffon: al 29′ il numero uno para sul colpo di testa di Forlan, qualche minuto più tardi dice no a Milito, al 35′ è il sinistro di Obi ad esaltare ancora una volta il portierone e cinque minuti più tardi tocca anche a Stankovic passare per i “guantoni di Super Gigi“. Poca Juve sul finale complice anche il pressing asfissiante di Poli su Pirlo e il confronto tra Vucinic e Maicon nettamente vinto dal brasiliano.

    Alessandro Del Piero © Giuseppe Cacace/Getty Images

    Si va negli spogliatoi e subito è Pepe a sprecare un contropiede che probabilmente farà accelerare la scelta di Conte di cambiare qualcosa in campo. Si passa dal 4-3-3 al 3-5-2 con Pepe e Matri che faranno posto a Bonucci e Del Piero. La mossa si rivelerà vincente e, subito dopo il gran tiro di Marchisio che Julio Cesar devierà in calcio d’angolo, arriva il vantaggio bianconero. Dalla bandierina Pirlo scodella un cross perfetto per la zuccata di Caceres che si trova inspiegabilmente solo in mezzo all’aria, dimenticato da Lucio. Per l’Inter la partita finisce con il gol dell’uruguagio, accusa il colpo moralmente anche con la complicità dello Stadio che diventa una bolgia, Ranieri capisce il momento no dei suoi e immediatamente cambia passando al 4-3-1-2 con Pazzini, al posto di Obi, che andrà a fare la terza punta insieme a Forlan e Milito e Faraoni che prenderà il posto di Poli. Per il tecnico nerazzurro però i cambi non avranno gli stessi effetti positivi come per il collega bianconero e infatti al 25′ Del Piero metterà a segno il suo 318esimo gol in carriera, il nono all’Inter e il secondo in cinque giorni, dopo il momentaneo 1-0 al Milan in Coppa Italia, legittimando il risultato. Il gol nasce da una palla dello stesso numero 10 bianconero per Vucinic, ma il montenegrino sbaglia clamorosamente a tu per tu con Julio Cesar. L’azione non finisce e sul proseguo Vidal recupera palla e fintando un tiro riesce a servire un pallone perfetto per il capitano che batte in uscita Julio Cesar. Linguaccia per i 40mila allo stadio e stessi cori che abbiamo sentito martedì sera in Coppa Italia contro il Milan.
    Sul 2-0 l’Inter smette di lottare e rischia anche di subire il colpo del 3-0 con Maicon che salva sulla linea su tiro di Quagliarella servito da Chiellini e lo Julio Cesar che nega la gioia del gol allo stesso difensore bianconero.

    La Juventus riesce a mantenere il passo del Milan lasciando invariata la distanza di 4 punti in classifica. Complice gli interventi sempre perfetti di Gigi Buffon che in questa stagione si fa trovare sempre pronto nelle poche occasioni in cui la difesa non si dimostra attenta e di Alex Del Piero, quel giovanotto appena trentasettenne che una volta chiamato in causa rispolvera le sue scarpine capaci di accendere lo Stadio. In settimana sentiremo tantissimo parlare di rinnovo contratto e recriminazioni sul suo poco utilizzo in questa stagione, soprattutto alla luce dei 14 pareggi dovuti alle innumerevoli occasioni sprecate dal reparto avanzato. Per l’Inter, che incassa la dodicesima sconfitta in campionato, la corsa al terzo posto si complica visto che il divario con la terza in classifica (Lazio) è ormai a 10 punti. L’obiettivo su cui riparare potrebbe essere quello dell’Europa League, anche se la concorrenza non è affatto scontata. Ciò che stasera potrebbe risultare diverso dalle altre sconfitte dell’undici nerazzurro è che per almeno un’ora, tuttavia, si è vista in campo una buona squadra.

  • Juventus – Inter, Matri nel tridente. Gioca Forlan

    Juventus – Inter, Matri nel tridente. Gioca Forlan

    Continua la caccia della Juventus alla capolista Milan e per farlo questa volta deve battere i rivali di sempre dentro e fuori dal campo dell’Inter.
    A spiegare ai microfoni di Sky cosa significhi questa partita, soprattutto dopo Calciopoli, è stato Chiellini: “L’Inter rimane sempre la grande rivale. Forse si avverte meno pressione mediatica su questa sfida, ma posso assicurare che nel nostro spogliatoio resta una partita che ha un significato particolare“.

    La Juventus per continuare a sperare nel sogno scudetto deve fare bottino pieno contro la squadra nerazzurra approfittando del fatto che la gara si giocherà allo Juventus Stadium, ci sarà il tutto esaurito e un inferno attenderà i nemici storici.  L’Inter, che non è in un gran periodo di forma, ha  registrato una sola vittoria nelle ultime nove partite di campionato, ma sicuramente venderà cara la pelle e a confermarlo sono le parole di Pazzini: “Gli stimoli in partite come questa vengono da soli la Juve ha più da perdere e noi vogliamo fare bene anche per Moratti, che ci è sempre stato vicino. E’ una fortuna avere una persona come lui che ci spinge, ci sprona e ci dà fiducia“.

    Una Juventus che giocherà contro l’orgoglio di una squadra ferita, fischio d’inizio alle ore 20.45, arbitro Andrea De Marco di Chiavari. A Torino l’unico assente sicuro sarà lo squalificato Lichtsteiner sostituito sulla corsia di destra dall’ottimo Caceres, e Giaccherini, fermato da un attacco influenzale; Conte recupera Barzagli che sarà a disposizione del tecnico ma difficilmente sarà rischiato dal primo minuto. La difesa dovrebbe essere quindi completata da Chiellini-Bonucci come centrali e da De Ceglie laterale sinistro.
    A centrocampo giocheranno i “soliti” Vidal-Pirlo-Marchisio mentre in attacco rispetto alla gara di Coppa Italia contro il Milan giocherà Matri che sarà affiancato sulle corsie laterali da Vucinic e Pepe. Vedremo dunque una Juve che si posizionerà in campo con il 4-3-3.

    Juventus – Inter © Claudio Villa/Getty Images

    E’ importante per l’Inter almeno tanto quanto per la Juve portare a casa i 3 punti per un duplice motivo. Rimanere aggrappati alla speranza in chiave qualificazione Champions e riuscire a fregiarsi di aver infranto l’imbattibilità della Juve proprio allo Juventus Stadium. Queste le parole di Ranieri al riguardo:

    Rischia di più la Juve  perché perdendo vede allontanarsi sempre di più il Milan. Inoltre, hanno anche il timore che l’Inter sia la squadra che la riesce a battere in casa violando il loro stadio e facendogli perdere la prima partita. Noi lotteremo su ogni pallone. Affrontiamo la Juve ora e alla penultima giornata il Milan, penso che loro due lotteranno fino in fondo per lo scudetto per cui noi potremmo essere l’ago della bilancia. Non aver nulla da perdere aiutera? Me lo auguro, nelle ultime partite siamo stati più leggeri, siamo pronti ad affrontare questa Juve che sta facendo molto bene. Non partiamo favoriti e mi dispiace, ma è una grande gara e dobbiamo cercare di vincerla, come sempre. Anche se ripeto: sono stato dall’altra parte e so cosa vuol dire questa gara. E data la classifica, rischiano più loro“.

    In casa Nerazzurra è confermato il modulo del 4-4-2, il tecnico Ranieri recupera Chivu e Stankovic, con il serbo in ballottaggio con Cambiasso per chi dei due giocherà al fianco di Poli a centrocampo. Nagatomo prenderà posto in difesa al posto del Rumeno; l’altro ballottaggio sarà tra chi affiancherà Milito in attacco, il dubbio è tra Forlan e Pazzini con l’Uruguaiano in vantaggio sull’ex doriano, mentre Ranieri dovrà fare sicuramente a meno di Alvarez e Sneijder, che anche ieri si sono allenati a parte.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – INTER

    JUVENTUS (4-3-3): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Vidal, Pirlo, Marchisio; Pepe, Matri, Vucinic. A disposizione: Storari, Barzagli, Padoin, Giaccherini, Del Piero, Quagliarella, Borriello. All. Conte.

    INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Poli, Cambiasso, Obi; Milito, Forlan. A disposizione: Castellazzi, Ranocchia, Chivu, Faraoni, Stankovic, Zarate, Pazzini. All. Ranieri.

  • Ranieri e Derby d’Italia: la pressione sarà sulla Juve

    Ranieri e Derby d’Italia: la pressione sarà sulla Juve

    La vigilia del Derby d’Italia, partita di ritorno, quest’anno appare tranquilla, fin troppo, senza polemiche nè frecciatine tra i due club. Una situazione alquanto inedita, soprattutto se si pensa ai pre-Juventus-Inter del post-Calciopoli, in cui i bianconeri volevano riscattare sul campo i veleni ricevuti dal club nerazzurro, e con le parole al vetriolo di Mourinho sempre ricche di spunti interessanti. In quegli anni, sulla panchina bianconera sedeva Claudio Ranieri, colui il quale, a detta di Morinho, “era troppo vecchio per acquisire una mentalità vincente”. Eppure, quella Juventus di mister Ranieri, sul campo riuscì a vincere contro quell’Inter stratosferica, a San Siro, così come è già accaduto anche quest’anno nella gara d’andata alla Juventus di Antonio Conte.

    Sulla panchina nerazzurra, già lo scorso 29 Ottobre, sedeva Claudio Ranieri, così come accadrà domenica sera, allo Juventus Stadium, nel ritorno del derby d’Italia: una partita sempre importante e determinante, anche se – quest’anno – la situazione pare essersi capovolta. Non è più l’Inter a giocarsi lo scudetto, afflitta dagli innumerevoli problemi della stagione, bensì la Signora a dover centrare il massimo risultato per rimanere in corsa tricolore, sperando in un passo falso del Milan, prima o poi.

    Ecco perchè Claudio Ranieri, da tecnico navigato ed esperto, alla vigilia del big match cerca di riversare tutte le pressioni della gara sui bianconeri, che – secondo il suo giudizio – temono di poter subire la prima sconfitta stagionale, perlopiù nel tempio dello Juventus Stadium, ad opera degli eterni rivali nerazzurri. Pressione che si aggiunge a pressione, per la Juventus, che non può permettersi passi falsi per evitare che il Milan divenga imprendibile: la squadra di Ranieri sarà, dunque “l’ago della bilancia” del campionato considerando il fatto che affronterà domani la Juventus e poi il Milan alla penultima giornata, in un derby che si preannunciua già da ora incandescente.

    Claudio Ranieri © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Dal suo punto di vista, inoltre, mister Ranieri si augura che la pressione sulla Juventus sia un punto a favore per i suoi uomini, che giocheranno “a cuor leggero” anche se “non è giusto dire che non abbiamo nulla da perdere”, considerando il fatto che “un risultato positivo nel match con la Juve potrebbe darci la scintilla per far bene nel finale di stagione”.

    Un finale di stagione che sarà decisivo anche per le sorti dello stesso Claudio Ranieri che, ad oggi, pare avere ben poche chance di restare in nerazzurro nella prossima stagione, considerando i magri risultati di quest’anno, sia in campionato che in Champions league, con la cocente eliminazione subita da parte del Marsiglia di Didier Deshamps. Tuttavia, Ranieri preferisce non preoccuparsi del prossimo futuro, rimanendo concentrato solo sul presente: anche se non lo dice apertamente, per lui battere la Juventus sarebbe una soddisfazione personale, una rivincita preziosa dopo gli screzi con la società (in particolare con Jean Claude Blanc, ndr) che lo costrinsero ad andar via, nonostante una gestione nel complesso positiva, che gli consentirebbe un parziale riscatto oltre che una grande soddisfazione personale.

    Potrebbe esser anche vero che la Juventus rischierà di più nella gara contro l’Inter, ma la pressione sui nerazzurri non sarà affatto assente: Juventus-Inter, d’altronde, è sempre e comunque il derby d’Italia.

     

  • Juve, Krasic “Pentito di non essere andato via a gennaio”

    Juve, Krasic “Pentito di non essere andato via a gennaio”

    E’ uscito dal cuore dei tifosi bianconeri con la stessa velocità con la quale era entrato, Milos Krasic tra qualche apparizione in campo ma soprattutto tanta panchina e tribuna quest’anno è finito forse troppo frettolosamente nel dimenticatoio. Sembra ieri quando il biondo serbo era ormai diventato idolo della curva bianconera ed arma letale a disposizione dell’allora allenatore Gigi Del Neri con le sue discese sulla fascia destra che lasciavano sul posto il malcapitato avversario di turno e con i suoi gol e assist per i compagni trascinando la Juventus nelle zone alte della classifica, tanto da essere paragonato, questa sì in maniera troppo frettolosa, ad un certo Pavel Nedved, uno dei giocatori simbolo della recente storia della Vecchia Signora.

    A distanza di pochi mesi il rapporto tra l’esterno ex Cska Mosca e la Juventus si è ormai logorato in maniera irrimediabile. Ad inizio stagione sulla panchina della Juventus non c’è più Del Neri ma il capitano di un tempo, sotto la gestione Lippi, Antonio Conte: tra i due non c’è feeling, lo si intuisce sin dalle prime amichevoli estive. Il tecnico chiede al giocatore maggiore sacrificio e più disciplina tattica ma il serbo non riesce ad assimilare gli schemi di Conte rimediando solo prestazioni al di sotto della sufficienza come se i dettami tattici dell’allenatore ne avessero limitato il potenziale. Nove presenze e solo una rete a Catania è il bilancio stagionale del serbo che a gennaio ha la possibilità di andare via: prima il Tottenham e poi lo Zenit San Pietroburgo di Spalletti si fanno avanti per il serbo che però rifiuta le destinazioni per giocarsi le ultime chance in bianconero, lui che aveva sognato di indossare quella maglia tanto da pagarsi di tasca propria un aereo pur di arrivare puntuale a Torino per non arrivare neanche un minuto in ritardo alla conferenza stampa prevista per la sua presentazione.

    Milos Krasic | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Dopo tanta frustrazione, oggi lo sfogo di Krasic al quotidiano di Belgrado Vecernje Novosti al quale confessa di essere pentito per non essere andato via da Torino e di non aver intrapreso una nuova avventura fuori dai confini italiani:

    E’ ormai chiaro che sono fuori dai giochi alla Juventus, non c’è spazio per me e tutto quello che posso fare è continuare a lavorare per mantenermi in forma per un nuovo club la prossima stagione. C’erano offerte dallo Zenit San Pietroburgo e dal Tottenham per un prestito, ma io ho preferito rimanere alla Juve perché pensavo che avrei avuto un’altra possibilità. Ovviamente col senno di poi è stata una decisione sbagliata, e sarebbe andata molto meglio se fossi partito. Certo, lasciare la Juve mi rende triste, nessuno sarebbe felice di lasciare un club così importante in queste circostanze, ma Conte non mi vede ed è meglio per tutti se me ne vado“.

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    Vucinic salva imbattibilità Juve? E’ caos nel web

    Oltre alla finale di Coppa Italia conquistata, Conte può sorridere anche per un altro aspetto, l’imbattibilità della Juventus continua. I numeri non sono tutto, ma a volte riescono a spiegare abbastanza bene la stagione di una squadra. In Italia non accadeva da anni che un club arrivasse a marzo inoltrato senza aver subito una sconfitta. Se lo ricorderanno i tifosi del Milan, che all’inizio degli anni ’90 firmò la striscia record di 58 risultati utili consecutivi in campionato. Nel frattempo in internet impazza la polemica fra le due tifoserie di Juve e Milan in merito al match di ieri sera che ha visto i rossoneri chiudere i primi 90′ minuti avanti per 2-1. Il Diavolo recrimina, le statistiche però sono a favore dei bianconeri.

     

    CARTA CANTA – Il regolamento parla chiaro e gli esempi a riguardo sono particolarmente significativi. L’imbattibilità della Juventus è salva perché le statistiche del calcio non si interrompono al 90° quando il match in questione prevede lo svolgimento anche dei tempi supplementari o i rigori. Quindi l’incontro andato in scena a Torino fra Juventus e Milan verrà registrato negli almanacchi come 2-2 d.t.s. , e non 1-2 per la squadra di Allegri. E’ un concetto razionale, lo esige la logica. Se ad esempio noi volessimo sfogliare la bibbia del calcio e conoscere il risultato di Italia – Germania, non vedremo mai l’1-1 dei primi 90′ minuti, ma leggeremo il leggendario 4-3 maturato durante i tempi supplementari.

    La stessa partita di ieri sera mostra un altro concetto fondamentale, ovvero che i 30′ minuti aggiuntivi non costituiscono una partita a sé ma continuano ad essere considerati il prolungamento naturale dei 90′ minuti di gioco. Infatti qualora il Milan avesse segnato un gol nei tempi supplementari, sarebbero stati i rossoneri a conquistare il pass per la finale, grazie alla regola dei gol segnati in trasferta. Nel caso i supplementari fossero giudicati una partita isolata, la gara si sarebbe conclusa ai calci di rigore se i rossoneri avessero risposto al gol di Vucinic.

    mirko vucinic | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    MONDO SCOMMESSE – Le scommesse sportive la pensano invece in maniera totalmente differente, poiché le puntate valgono soltanto per i 90′ minuti di gioco, anche qualora la partita dovesse proseguire con i tempi supplementari. Tutti coloro che avevano puntato sul 2 del Milan hanno regolarmente vinto, dal momento che il punteggio al termine dei 90′ era fissato sul 2-1 per il Diavolo, mentre hanno perso gli scommettitori che hanno puntato sul pareggio. Però ai fini delle statistiche del calcio le scommesse non contano, e quindi l’imbattibilità della Juventus è salva.

    CHI MEGLIO DELLA JUVE? – In Serie A c’è però chi ha fatto ancora meglio della squadra bianconera. E’ il Milan degli Invincibili, targato Sacchi prima e (sopratutto) Capello poi. Iniziò tutto al termine della stagione ’90-91, l’ultima (o quasi) di Sacchi in rossonero, per poi sfociare nell’incredibile annata successiva con Capello nel ’91-92, dove il Milan vinse il campionato senza subire una sola sconfitta. La striscia positiva proseguì anche all’inizio della stagione ’92-93, e fu l’attaccante del Parma Asprilla a mettere fine all’incredibile sequenza di 58 risultati utili consecutivi degli uomini di Capello (il destino volle che il gol realizzato dal colombiano entrasse in porta al 58° minuto dell’incontro, Milan Parma 0-1).

    SEMPRE MILAN JUVE – E’ sempre Milan – Juve. Lo scontro sull’imbattibilità bianconera è soltanto l’ultimo di una lunga serie. Galeotto fu quel gol fantasma di Muntari nel corso del primo tempo del big match disputato a San Siro un mese fa. Antonio Conte non ha mai nascosto il proprio orgoglio nell’essere ancora imbattuto, ricordandolo anche dopo il pareggio di Bologna che ha permesso al Milan di allungare in classifica. I tifosi rossoneri possono mettersi il cuore in pace, mentre i tifosi della Juve possono anche segnarsi un altro dato statistico: nessuna squadra che ha pareggiato 15 volte nell’arco dello stesso campionato ha poi vinto lo scudetto (i bianconeri sono fermi a quota 14). Però in fondo si sa, il calcio non è soltanto una questione di numeri.

  • Juventus Milan Coppa Italia, a Roma nel segno di Del Piero e Vucinic

    Juventus Milan Coppa Italia, a Roma nel segno di Del Piero e Vucinic

    Che sarebbe stata una partita importantissima lo avevano fatto capire i due tecnici alla vigilia, Juventus e Milan si sono dati battaglia per ben 120′, regalando emozioni a tutti i tifosi. Alla fine ad uscire col sorriso dallo Juventus Stadium è Antonio Conte che porta i suoi ragazzi in finale di Coppa Italia migliorando le statistiche (2 vittorie e 2 pareggi) a suo favore contro il rivale Allegri.
    In uno stadio che come prevedibile ha registrato il tutto esaurito è la Juventus che si dimostra più squadra compatta e tenace, grazie al prezioso lavoro dei singoli, grazie ad un capitano che risponde sempre nel migliore dei modi quando il Mister lo chiama. Grazie a quello che si sta rivelando l’uomo in più di queste ultime partite e che risponde al nome di Mirko Vucinic.

    Allegri prova a giocarsi il tutto per tutto recuperando un febbricitante Ibrahimovic, affidandosi all’esperienza di Seedorf e alla sicurezza difensiva di Thiago Silva. Conte invece parte con Alex Del Piero e Mirko Vucinic, affidando la regia del centrocampo a Pirlo con Giaccherini e Vidal a supporto. In difesa si rivede Chiellini.

    Vucinic e Del Piero protagonisti di Juventus Milan Coppa Italia | ©Getty Images

    Al fischio d’inizio è il Milan che prova a fare la partita per ribaltare il risultato d’andata mentre i bianconeri sviluppano il gioco sulle ripartenze. Per il primo guizzo della gara si dovrà aspettare il 20′, quando è Ibrahimovic ad impensierire Storari con un tentativo di cross che si trasforma poi in tiro. Il portiere tocca quel tanto per far cambiare traiettoria al pallone. Al 28′ capovolgimento di fronte, Pirlo lancia Lichtsteiner dalla trequarti, lo svizzero crossa per il capitano che si fa trovare pronto e superando Amelia ribadisce in rete. E’ l’1-0 che accende gli animi dei tifosi sugli spalti, quello di Allegri che reclama per il modo in cui Del Piero si libera di Mexes e soprattutto accende quello dell’undici di Conte che a testa bassa continua a spingere per trovare il colpo del ko. I rossoneri soffrono sopratutto le ripartenze di Vucinic, infatti dai suoi piedi partono tutte le occasioni più importanti della gara. Il Milan accusa il colpo e si non contiene il nervosismo, ne sono prova i brutti interventi di Aquilani su Vucinic e di Muntari su Lichtsteiner. Al 45′ si va negli spogliatoi con la Juventus in vantaggio per 1-0 e la qualificazione in pugno.

    Nella ripresa è tutta un’altra partita. Ibrahimovic non rientra dagli spogliatoi e al suo posto ritroviamo Maxi Lopez. Ma al 6′ è Mesbah che, dimenticato da Pepe, trova la rete del pareggio con un colpo di testa su cross di Mexes. La Juventus sembra accusare il colpo, il Milan trova lo spirito giusto per la rimonta pur non essendo mai veramente pericoloso. Anzi al 68′ è ancora la Juve a rendersi pericolosa con Vucinic il cui tiro va fuori di poco. Al 73′ Conte decide di concedere la standind ovation a Del Piero, acclamato e applaudito da tutto lo stadio che intonerà fino alla fine del match “Un Capitano…”. A prendere il posto del numero 10 sarà Borriello. Allegri risponde alla mossa del collega prelevando Aquilani per Nocerino. All’81’ toccherà a Maxi Lopez impietrire lo Juventus Stadium: dribbling su Bonucci dal limite gran tiro sotto il sette che diventa imparabile per Storari. Allo scadere la palla che potrebbe chiudere il match è per Borriello che sfuma una ghiotta occasione di contropiede concludendo su Amelia. Sul capovolgimento di fronte è Inzaghi a impensierire i 40mila supporters della Vecchia Signora ma il suo tiro viaggia per tutta l’aria piccola bianconera prima di essere spazzata via dalla difesa. I 90′ si chiudono con il vantaggio rossonero.

    L’inizio dei supplementari è tutto per la Juventus che dimostra ancora una volta quanto ha a cuore prenotare la finale a Roma. Va vicina al gol in due occasioni, la prima con Marchisio che sciupa una ribattuta di Amelia su gran tiro di Vucinic, e la seconda con Giaccherini che si fa anticipare in uscita da Amelia. A questo punto è ancora Vucinic che sale in cattedra siglando la rete del 2-2 che da l’accesso alla finale: il montenergino riceve palla sulla trequarti e con un gol capolavoro da 30 metri trova la strada per il boato dello Juventus Stadium. Il Milan è battuto, non nel risultato, non nella qualificazione alla Finale del Cup Tim, ma nella resistenza tra le due squadre a non mollare mai. I rossoneri sono stati cinici come al solito nello sfruttare le due occasioni ghiotte, la Juventus, nel confermarsi una sciupona in fase offensiva dimostra ancora una volta di avere grande forza, carattere e cuore.

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