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  • Juventus – Atalanta 3-1, Gol di Del Piero, la festa perfetta

    Juventus – Atalanta 3-1, Gol di Del Piero, la festa perfetta

    Nel giorno della festa scudetto e dell’ultima partita in maglia bianconera di Del Piero allo Juventus Stadium è il capitano il vero protagonista di questa chiusura di campionato. La Juventus è campione d’Italia, lo è già dal 6 Maggio scorso e oggi lo è con una soddisfazione in più: chiude da imbattuta, unica squadra a raggiungere questo record nel campionato a 20 squadre.

    In uno Juventus Stadium gremito Antonio Conte regala, doverosamente, l’ingresso in campo dal primo minuto ad Alex Del Piero affiancato da Giaccherini e Borriello. Ampio spazio quindi a chi nella stagione ha trovato poco spazio come Padoin e Marrone al fianco di Pirlo, in difesa invece viene schierato Estigarribia sulla sinistra.

    Si Parte con una grande coreografia tricolore sugli spalti e i padroni di casa che fanno il loro ingresso in campo con i propri figli o i nipoti per mano. Fischio d’inizio e già al primo minuto di gioco si registra il primo brivido di paura con Del Piero che nel tentativo di partire in contropiede rimane per terra dopo un contrasto. Il capitano eroicamente rimarrà in campo anche se le sue condizioni non sembrano ottimali, forse, eh si perchè dopo poco lo stesso capitano serve un pallone invitante per Borriello che però alza di poco la mira. Siamo al 10′ e Borriello si fa notare per una bella azione personale condita da un tocco di tacco per Marrone, il baby in campo fa centro e sblocca il risultato, 1-0 e palla al centro.

    Del Piero | © GIUSEPPE CACACE / Getty Images

    Siamo al 28′ e qualcuno teme per l’incolumità dello Juventus Stadium che reagisce con una vera esplosione al gol del suo Capitano: un centro che è il 5° stagionale tra campionato e Coppa Italia, segna di destro e la squadra e i suoi tifosi lo avvolgono in un abbraccio affettuoso. Finisce sul risultato di 2-0 il primo tempo con i gol siglati da quello che potrebbe diventare il futuro bianconero e colui che invece è tutto, colui che è ormai Leggenda.

    Si rientra dagli spogliatoi e al 12′ arriva il momento che ogni calciatore spera per la propria carriera e quello che ogni tifoso non vorrebbe arrivasse mai. Antonio Conte richiama Del Piero per regalargli l’ultima standing ovation allo Juventus Stadium, brividi, emozioni e rammarico, suscita tutti questi sentimenti l’ultima celebrazione per il giocatore: vedere i giocatori attorniare il loro capitano (fanno tenerezza le lacrime di Marrone) e sentire il rimbombo dei cori dei supporter che accompagnano l’uscita dal campo del numero 10 e un applauso di oltre un minuto ma che vale 19 stagioni è qualcosa che in Italia poche volte abbiamo visto. Alex si risiede in tribuna accanto ai suoi compagni ma il pubblico continua ad incitarlo e per questo lui, che per i suoi tifosi non si è mai risparmiato, concede un lungo ed emozionante giro di campo, quasi a voler salutare uno per uno i suoi tifosi. Di quello che succede in campo poco sembra interessare sugli spalti e anche a Gigi Buffon, che da bordo campo, non vuole perdersi neanche per un attimo ciò che dalle curve viene riservato al Capitano: “Del Piero grazie di tutto” è la frase che viene intonata.

    Intanto in campo si continua a giocare e si dovrà attendere il 37′ del secondo tempo per riaprire la gara: su cross di Bonaventura Lichsteiner tocca quel tanto la palla da deviarla nella propria porta. Ma il vero pericolo si registra al 43′ quando Chiellini scivola sul terreno e si fa male. Per lui si sospetta uno stiramento alla coscia destra e gli italiani tengono il fiato sospeso fino a domani, giorno in cui si conoscerà l’entità dell’infortunio del difensore, in vista degli imminenti Europei. Giorgio lascia il posto a Barzagli che troverà gloria di li a poco, infatti Gava concederà ai bianconeri un calcio di rigore e, su invito di tutto lo Juventus Stadium, sarà proprio Barzagli a portarsi sul dischetto e sancire il definitivo 3-1. Andrea Barzagli sarà il 20° giocatore bianconero ad andare a segno in questa stagione. Triplice fischio finale e la Juve può finalmente dare sfogo alla gioia e ai festeggiamenti per un’annata praticamente quasi perfetta, quasi perchè adesso l’attenzione è rivolta a Roma per il 20 Maggio.

    LE IMMAGINI DELLA PREMIAZIONE SCUDETTO JUVE E ILTRIBUTO A DEL PIERO

  • Juventus – Atalanta, il giorno di Del Piero

    Juventus – Atalanta, il giorno di Del Piero

    La Juventus Campione D’Italia scenderà in campo allo Juventus Stadium alle ore 15 contro l’Atalanta, e nonostante la matematica conquista dello scudetto mister Conte manderà in campo la migliore formazione per chiudere nel migliore dei modi il campionat, i bianconeri vogliono entrare nella leggenda e vincere il campionato a 20 squadre da imbattuti, il Milan ci riuscì nella stagione 91/92 ma con il campionato a 18 squadre.

    Grande festa allo Juventus Stadium che si appresta ad accogliere i Campioni d’Italia con il tutto esaurito prima di riversarsi per le strade di Torino. Dopo la partita contro l’Atalanta appuntamento intorno alle 20 a Porta Susa per l’avvio ufficiale della parata bianconera sul pullman scoperto, con circa 100 mila tifosi sparsi per le vie della Città pronti ad accogliere gli eroi bianconeri. La festa si concluderà intorno alle 22 presso il parco del Valentino.

    Alessandro Del Piero | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Assenti sicura della sfida saranno De Ceglie infortunato e Vidal squalificato dal giudice sportivo, mentre sono da valutare le condizioni di Lichtsteiner dopo la brutta botta alla testa subita a Trieste nel giorno della conquista dello scudetto, lo svizzero ieri si è allenato regolarmente, anche Caceres è in preallarme. Quasi sicuramente Giaccherini sostituirà lo squalificato Vidal, mentre in attacco sembrano non esserci dubbi, a fare coppia con l’intoccabile Vucinic ci sarà il capitano di mille battaglie, Alessandro Del Piero, Conte ha già annunciato la passerella di addiodel capitano allo Juventus Stadium proprio davanti ai suoi tifosi. Non sono stati convocati Elia e Krasic per scelta tecnica.

    Anche l’Atalanta onorerà la stagione giocando con la migliore formazione cercando di battere i freschi Campioni d’Italia. Mister Colantuono dovrà fare a meno di Consigli per un problema alla spalla, al suo posto in porta confermato Frezzolini. Al centro della difesa mancherà Stendardo, squalificato, al suo posto ci sarà Lucchini. L’unico dubbio è in mezzo al campo, dove Carmona è alle prese con il mal di schiena, se non dovesse farcela, spazio a Cazzola. In avanti, confermato Denis con Moralez in appoggio. Arbitrerà il signor Gabriele Gava, di Conegliano, assistenti La Rocca e Carretta, quarto uomo Palazzino.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – ATALANTA

    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Marchisio, Pirlo, Giaccherini, Pepe; Del Piero, Vucinic. A disposizione: Storari, Caceres, Padoin, Estigarribia, Quagliarella, Matri, Borriello. All. Conte.

    ATALANTA (4-4-1-1): Frezzolini; Bellini, Lucchini, Manfredini, Peluso; Schelotto, Cigarini, Carmona, Bonaventura; Moralez; Denis. A disposizione: Polito, Ferri, Carrozza, Raimondi, Cazzola, Minotti, Gabbiadini. All. Colantuono

  • Juve, con Van Persie anche Kolarov?

    Juve, con Van Persie anche Kolarov?

    La prossima sarà una settimana importante per la Juventus fresca vincitrice dello scudetto per quello che riguarda il mercato. Con il campionato che si concluderà domenica e con il terzo e ultimo obiettivo stagionale ancora da centrare, oltre al ritorno in Champions League e lo scudetto c’è da disputare ancora la finale di Coppa Italia (20 maggio contro il Napoli allo stadio Olimpico di Roma), i dirigenti bianconeri dovranno cominciare a delineare le strategie per arrivare ai giusti rinforzi per la prossima stagione e, soprattutto, richiesti da Antonio Conte.

    Il primo passo è proprio il rinnovo del tecnico artefice del miracolo sportivo di quest’anno, non ci dovrebbero essere particolari problemi in questo senso perchè entrambe le parti sono ansiose di allungare il rapporto contrattuale; al momento il mister è legato alla Juve fino al 30 giugno del prossimo anno, il nuovo accordo prevede, secondo diverse indiscrezioni, un prolungamento per altre due stagioni fino al 2015 con ingaggio raddoppiato, passando dal milione e mezzo percepito quest’anno ai 3 milioni netti a stagione a partire dal prossimo.

    Blindato Conte, la “nuova triade” Marotta, Paratici e Nedved ascolteranno le sue esigenze in sede di mercato cercando di soddisfare tutte le sue richieste. Il primo obiettivo e anche quello principale, inutile nasconderlo, è l’attaccante, il regalo della famiglia Agnelli per la conquista dello scudetto: l’identikit tracciato dal tecnico porta a Edinson Cavani ma l’elevato costo del cartellino, non meno di 40 milioni, e la volontà del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis di tenersi stretto il suo gioiello più brillante ne complicano ogni sorta di trattativa. Per questo colui che è salito in cima alla lista della spesa di Marotta è Robin Van Persie, quest’anno capocannoniere della Premier League con l’Arsenal. L’olandese dei Gunners ha fatto sapere di non avere ancora deciso cosa farà in futuro, se rinnovare il contratto con i londinesi in scadenza la prossima estate o se affrontare una nuova avventura, non solo in un nuovo club ma anche in un nuovo campionato.

    Robin Van Persie © Bryn Lennon/Getty Images

    Le squadre più attive sono il Manchester City, che si appresta in questo week-end a vincere il suo terzo titolo di campione d’Inghilterra a distanza di quasi 45 anni dall’ultimo se dovesse battere il Queens Park Rangers o fare lo stesso risultato dei cugini dello United che saranno impegnati in trasferta contro il Sunderland, il Real Madrid campione di Spagna, il Barcellona che si trova a dover affrontare il dopo Guardiola, e appunto la Juventus. Mancini, Mourinho e Vilanova hanno richiesto espressamente l’attaccante che ad agosto compirà 29 anni e al momento sono in leggero vantaggio sui bianconeri per la maggiore forza economica di cui dispongono Citizens, Merengues e Blaugrana potendo offrire un ingaggio più elevato di quanto possa farlo la Juve anche se La Stampa svela alcuni importanti retroscena scrivendo di una proposta dei bianconeri che si aggirerebbe sugli 8 milioni di euro a stagione per l’olandese, non molto distante dai 10 offerti dal City. Van Persie nella settimana che verrà dovrà decidere se rinnovare con l’Arsenal, di cui ne è anche il capitano, o comunicare ad Arsene Wenger la sua volontà di cambiare aria e firmare il contratto sotto il profilo economico più importante della sua carriera calcistica. Prezzo del cartellino 25 milioni di euro.

    Ma con Van Persie a Torino potrebbe arrivare un altro rinforzo dall’Inghilterra, si tratta di Aleksandar Kolarov. Il terzino attualmente in forza al City ed ex Lazio non ha trovato moltissimo spazio da titolare in queste due stagioni trascorse a Manchester chiuso in quel ruolo da Clichy, per questo motivo il serbo potrebbe decidere di trovare un posto da titolare altrove, e questo la Juve potrebbe garantirglielo. Difficile però che il City “svenda” il suo calciatore avendolo pagato 18 milioni di euro alla Lazio nell’estate del 2010 così come è altamente improbabile che i campioni d’Italia pareggino quella cifra contando di chiudere con un’offerta che si aggiri sui 10 milioni.

  • Conte “Ora il sogno è il rinnovo”

    Conte “Ora il sogno è il rinnovo”

    Antonio Conte ha le idee chiare. Dopo le parole della scorsa settimana, frasi che  hanno fatto tremare i tifosi bianconeri (“Quest’ anno alla Juventus è  stato solo il mio punto d’ inizio”), il tecnico pugliese ha rasserenato gli animi degli ultras bianconeri.

    Conte vuole solo la Juve. Non ha in mente altro. E’ chiaro che il tecnico salentino immagini una carriera contornata da grandi successi. In lui si rivedono le gesta di Cappello, Trappattoni, Lippi insomma grandissimi professionisti, i quali però non hanno legato il loro percorso solamente ai colori bianconeri. La domanda è una sola dunque, che cosa vorrà fare da grande Antonio Conte? Vorrà diventare un’ icona perenne del panorama bianconero, oppure vorrà costruire una carriera da allenatore sulla scia dei più granadi di sempre? Non sembra difficile rispondere a questa domanda, anche perchè la risposta l’ ha già data lo stesso allenatore la settimana scorsa: ” Ho sempre saputo che  sarei diventato un allenatore, è questa la mia strada”. 

    Antonio Conte © Valerio Pennicino/Getty Images

    Parole forti e decise, ma non per questo suonano come un addio futuro ai colori bianconeri. E se Conte fosse il primo allenatore-manager del calcio italiano? Se fosse proprio Conte il nuovo Fergusson del panorama calcistico internazionale? E’ difficile pensarlo in quanto la mentalità del calcio italiano è assai diversa da quella inglese. In Italia il primo passo falso (anche un secondo posto per intenderci), viene condannato con la parola “fallimento”. Per questo una figura manageriale alla Fergusson rimane un’ utopia per la nostra mentalità calcistica.

    Tornando al presente Conte ha dichiarato che il suo primo e unico desiderio, oltre alla conquista della Coppa Italia, è quello di rinnovare il contratto con il club bianconero. “Ora il mio sogno è il rinnovo del contratto”. Parole d’ amore verso la società torinese e verso quei  tifosi che lo hanno osannato prima da calciatore e capitano, ora da condottiero della rinascita bianconera.

     

  • Juve ritorno Giovinco, il Parma alza il prezzo

    Juve ritorno Giovinco, il Parma alza il prezzo

    Con lo scudetto ormai conquistato, il pensiero alla festa scudetto contro l’Atalanta, e la Coppa Italia nel mirino, la Juventus inizia a pensare a come rafforzare la propria rosa in vista della prossima stagione che, in ogni caso, sarà differente da quella che è in procinto di concludersi, se non altro per la partecipazione alla Champions League, che imporrà alla dirigenza bianconera qualche innesto importante. Fra questi, un capitolo a parte lo merita la questione Sebastian Giovinco, fantasista classe 1987, in comproprietà con il Parma. La formica atomica in questo campionato in Emilia ha saputo mettersi in gran luce, realizzando 15 gol e conducendo il Parma ad una salvezza più che tranquilla, mostrando un processo di crescita assolutamente significativo, soprattutto in termini di continuità di rendimento: Antonio Conte non ha mai nascosto la sua stima e la sua grande considerazione per il talentino cresciuto nelle giovanili bianconere, anche perchè lo considera molto ben adattabile alla sua concezione tattica.

    Sebastian Giovinco | © Claudio Villa/Getty Images

    La Juventus, dunque, avrebbe tutta l’intenzione di riscattare Giovinco, anche se – considerando gli altri investimenti che dovrà compiere sul mercato – non vorrebbe spendere una cifra eccessiva per il cartellino. D’altro canto, il Parma sembra intenzionato a realizzare un buon guadagno dall’operazione, così come ha confermato lo stesso d.s. Leonardi che ha annunciato che “la Juventus non avrà vita facile nel riscattare Giovinco”. La questione economica è la seguente: il Parma valuta 20 milioni di euro il cartellino complessivo di Sebastian Giovinco e, dunque, la Juventus dovrebbe versare 10 milioni per il completo riscatto; la Juventus vorrebbe spendere molto meno anche se, d’altra parte, vorrebbe evitare il pericolo di giungere “alle buste” perchè, in tal caso, ci sarebbe il rischio di lasciarsi scappare il giocatore, che il Parma potrebbe poi vendere al migliore offerente, considerando che le pretendenti non mancano affatto. In molti, infatti, accostano il nome di Giovinco al Napoli di De Laurentiis, anche alla luce di alcune dichiarazioni sibilline di Claudio Pasqualin, procuratore di Giovinco, che qualche mese fa ebbe un incontro con Riccardo Bigon, in cui il dirigente partenopeo volle mostrare tutta l’ammirazione e la considerazione da parte del Napoli nei confronti del giovane attaccante; in tal senso, il procuratore di Giovinco rivela che: “Un giorno ne parlammo, fu una chiacchierata, quanto bastò per sapere che c’era stima nei confronti del ragazzo.

    L’apertura al Napoli, potrebbe esser considerata come una pista di disturbo, un modo per “metter pressione” alla Juventus ed indurla ad affrettare i tempi e a rivedere le considerazioni economiche per evitare che l’operazione Giovinco possa sfumare: una circostanza che,  nel club di Corso Galileo Ferraris vogliono evitare fermamente soprattutto perchè – nel caso in cui l’addio di Alex Del Piero divenisse malauguratamente realtà  – l’arrivo (anzi, il ritorno) di Sebastian Giovinco sarebbe una soluzione primaria, anche considerando che, al contrario di quanto accaduto nella sua prima esperienza in maglia bianconera, non sarebbe più considerato “vice”, secondo nella gerarchia dei fantasisti al “totem-Alex”, ma potrebbe giocarsi le sue carte ad armi pari con gli altri attaccanti in rosa, considerando e facendo leva proprio sull’unicità delle sue caratteristiche tecniche, oltre che sulla sua voglia di “tornare a casa” dimostrando di essere diventato grande.

  • Conte, allenatori si nasce “lo scudetto è mio”

    Conte, allenatori si nasce “lo scudetto è mio”

    La sua gioia nelle immagini catturate nello spogliatoio di Trieste era il simbolo della tenacia con cui ha affrontato questa stagione, questa sfida bianconera che ha coinciso con il suo “ritorno a casa” anche se in veste diversa. Antonio Conte è il simbolo di questo scudetto, conquistato con la forza del gruppo e la determinazione di chi ha fame di riscatto, di conferme, di vittorie. E’ stato un motivatore ed un tattico, un amico ed una guida, duro ed equilibrato, maniacale nella cura di ogni dettaglio, sia sul campo che fuori. Il suo discorso in allenamento – quando la Juventus era ancora inseguitrice del Milan – ha lasciato piacevoli sensazioni nella mente dei tifosi bianconeri, che hanno riconosciuto nelle parole del tecnico quella grinta necessaria a dare una svolta, per scrivere finalmente un’altra pagine di storia “superstraordinaria” come lo stesso mister ha sottolineato.

    I suoi meriti sono indiscutibili, e questo traguardo raggiunto lo ripaga di tutto il lavoro svolto dalla preparazione estiva ad oggi, mostrando che – nonostante la sua inesperienza sulla panchina di una squadra di primissimo livello – “allenatori si nasce”.

    Un messaggio inequivocabile, che mister Conte ha voluto sottolineare nella sua intervista a Sette, l’inserto del Corriere della Sera, affermando che, per lui, allenare “è una vocazione”, e lo è stato da sempre, fin dai tempi in cui giocava nella Primavera del Lecce ed allenava la squadra di suo fratello. In particolare, ciò che lo rende assolutamente a proprio agio nei panni del tecnico è la capacità di “dare un indirizzo, un metodo, prendere delle decisioni”. La sua fermezza ed il suo mostrarsi “tutto d’un pezzo” sono, poi, qualità aggiuntive che gli consentono di “farsi sentire in mezzo a 60 mila persone, ma senza urlare”, anche se molto spesso ha terminato la gara senza un filo di voce perchè la priorità è che i calciatori lo percepiscano sempre, creando un contatto continuo, affidandosi al fatto che il loro tecnico è lì con loro.

    Antonio Conte | © AFP/Getty Images

    Nonostante questo scudetto conquistato in maniera tanto convincente lo abbia consacrato nell’Olimpo dei grandi, mister Conte non dimentica i suoi inizi, e non tralascia di ringraziare colui che ha rivestito un ruolo chiave nel suo percorso di crescita sportiva, proprio in concomitanza con il suo approdo alla Juventus dei primi anni ’90, in veste di centrocampista di belle speranze: Giovanni Trapattoni, mister bianconero di quegli anni, per Antonio Conte è stato “come un padre, ha capito le mie difficoltà e restava dopo gli allenamenti per migliorarmi nella tecnica”. I risultati, poi, si sono riscontrati sul campo, considerando che per lunghi anni Antonio Conte ha vestito la maglia numero 8 del centrocampo bianconero, divenendone uno degli uomini simbolo, oltre che il capitano pre-Del Piero.

    Come ci si potrebbe attendere da un uomo pragmatico come lui, però, la felicità e la soddisfazione del momento non sono altro che un antipasto, un preludio ed uno stimolo a continuare a lavorare duramente, per crescere ancora, per “continuare a stupire me stesso e gli altri”.

    Gli obiettivi sono già fissati, anche perchè il prossimo 20 Maggio lo attende già la finale di Coppa Italia contro il Napoli che gli potrebbe consentire una straordinaria “doppietta” all’esordio in serie A, un’impresa che riesce soltanto ai grandi, e che gli consentirebbe di eguagliare un altro suo maestro, ossia Marcello Lippi.

    In ogni caso, dunque, questo tricolore juventino non è un punto di arrivo, poichè “tutto per me è un punto di partenza”. Non a caso, la Juventus avrebbe già pronto per lui il rinnovo contrattuale fino al 2016, con conseguente adeguamento, per affidargli anche un ruolo di più ampio, anche manageriale, in stile Ferguson, in cui potrebbe partecipare direttamente alle decisioni di mercato, collaborando con Beppe Marotta, Paratici e Pavel Nedved.

    Il bello deve ancora venire, parola di Antonio Conte.

  • Del Piero e lo scudetto del “Noi c’eravamo”

    Del Piero e lo scudetto del “Noi c’eravamo”

    Le gioie più grandi sono quelle che partono da lontano, quelle che si attendono, che si sognano, che sembrano utopie: per Alessandro Del Piero questo trentesimo scudetto vinto sul campo è stato tutto ciò. E’ stato una rincorsa partita da Rimini, dal campionato 2006-2007, dal pomeriggio che Alessandro ricorda per “l’odore di pop corn e di piadina attorno allo stadio” e che, in campo, segnò l’inizio di una scalata durata sei anni, fra pendii ripidi e pareti scivolose. Sensazioni che può comprendere solo chi le ha vissute e che, insieme al Capitano, è passato dall’esultanza di un Mondiale vinto al sacrificio della serie B: Gigi Buffon e Mauro Camoranesi, ma anche David Trezeguet, Pavel Nedved e tutti gli altri comprimari che hanno partecipato alla caduta “senza sapere che fine avremmo fatto” e che, quando l’hanno saputo, insieme al tecnico Deschamps, “l’hanno accettato lottando per rialzarsi”.

    Un vero Capitano non dimentica nessuno e, soprattutto, non chi ha corso al suo fianco, in questo percorso ad ostacoli costellato di momenti in cui l’orizzonte della rinascita sembrava offuscato da nubi plumbee, che rendevano quasi impossibile “ritrovare la strada”. Quella strada che, dopo la promozione dalla serie B conquistata in scioltezza nonostante i punti di penalizzazione, sembrava agevole da percorrere e che, invece, ha nascosto tante insidie e difficoltà, soprattutto dopo il buon terzo posto del primo campionato di Ranieri, cui sono seguiti cambi di allenatori (Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Del Neri), campionati deludenti, esclusioni dalle competizioni europee.

    D’improvviso, però, le luci dell’alba hanno iniziato a rischiarare il cielo, fin dall’inizio di questo campionato 2011-2012, partito con l’emozione dell’inaugurazione della “Casa bianconera”, con i due simboli della Storia juventina al centro del campo dello Juventus Stadium, seduti su una panchina a rievocare il momento della nascita della Vecchia Signora: Giampiero Boniperti ed Alessandro Del Piero, il passato ed il presente, per ritrovare – da dentro – l’essenza di questa maglia, lo spirito dell’essere vincenti. Uno spirito mostrato fin da subito, grazie alla grinta di Antonio Conte in panchina, che ha permesso di ritrovare la via maestra: una guida pragmatica, che ha incarnato fin dall’inizio i valori che servivano a questo gruppo, ossia l’unione di intenti e lo spirito di squadra. Con mister Conte allenatore, dopo le prime partite di inizio campionato, Alessandro Del Piero ha accettato di sedere in panchina, accontentandosi delle “briciole” dei minuti finali, mentre fuori dal campo il presidente annunciava all’Assemblea degli azionisti il suo addio a fine stagione.

    Alessandro Del Piero | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    E’ rimasto nel silenzio più composto e dignitoso, da vero capitano, trovando dentro di sè la forza per continuare a esser presente fino alla fine, dando il suo contributo proprio nel momento topico della stagione, ponendo la sua firma nella partita contro l’Inter e, poi, sulla punizione che ha regalato la fondamentale vittoria contro la Lazio nei minuti finali. La sua esultanza, la sua linguaccia, la sua corsa liberatoria di quella sera di Aprile hanno significato tanto, hanno racchiuso le sensazioni di un uomo che ha portato nel cuore questi colori per tutta la vita, che ha deciso di vivere la Juventus in tutto e per tutto, che ha fatto dello stile Juve il suo stile: ecco perchè, dopo la serata emozionale del 6 Maggio, Alessandro Del Piero scrive sul suo sito che “questa è la nostra festa, conquistata fino all’ultima goccia di sudore”, rivolgendosi anche ai tifosi, quelli veri, che sono rimasti vicini alla squadra nonostante le difficoltà, e che hanno esultato per un gol in serie B così come per il gol scudetto. Le sue parole vengono da lontano, e sono il simbolo di un cerchio che si chiude nel migliore dei modi: “Io c’ero, voi c’eravate. Noi c’eravamo. E ci siamo, finalmente”. Anche se, a ben guardare, i tempi verbali adoperati sono solo il passato ed il presente, senza alcun riferimento al futuro, al domani così incerto per lui.

    Dopo una tale gioia il momento dei saluti e degli “Arrivederci” appare ancora lontano anche se, ad oggi, è distante solo due partite, la prossima contro l’Atalanta e la finale di Coppa Italia: la tristezza non deve prendere il posto della gioia incontenibile di queste ore, anche se i segnali della proprietà non sembrano rassicurare coloro che sperano ancora in un prolungamento, in un’altra firma “nero su bianco” del Capitano, considerando che il Presidente Agnelli lo ha definito uno dei simboli della Storia Juventina, augurandogli di concludere la sua ventennale avventura anche con la conquista della Coppa Italia, lasciando poco spazio alle illusioni di chi spera in un suo gesto che, oggi più che mai, sembra assolutamente dovuto.

    Ecco perchè il tempo più importante, come Alessandro stesso ha ricordato, è solo il presente, per non lasciare che nulla possa rovinare l’intensità di questa gioia tanto agognata, assaporando al massimo ogni momento, per lasciarlo impresso nella memoria, per sempre.

  • Scudetto Juventus, le parole dei protagonisti da Del Piero ad Agnelli

    Scudetto Juventus, le parole dei protagonisti da Del Piero ad Agnelli

    E’ la vittoria di tutti, dell’ allenatore, del gruppo dei tifosi. Tutti sono stati fondamentali per riportare sul tetto d’ Italia i colori bianconeri e riproporre dopo 6 anni l’ accoppiata Scudetto Juventus. Al triplice fischio finale è esplosa la gioia del popolo bianconero, quella gioia regressa per 6 lunghi anni e finalmente ritornata alla ribalta. Scudetto meritato per i valori espressi sul campo, per il gioco, per l’ imbattibilità che va avanti da 41 partite, per la cattiveria agonistica mostrata dagli uomini di Antonio Conte.

    “E’ lo scudetto numero 30”, ha commentato Leonardo Bonucci. Il centrale difensivo, partito in sordina e poi esploso nel finale di campionato, ha messo in risalto il sacrificio del gruppo, soffermandosi sui numeri da capogiro di questa squadra. Di fatto, sono solo 16 i goal subiti dalla Juventus in questo campionato, numeri che regalano ai bianconeri lo scettro di miglior difesa d’ Europa. Allegro e sereno anche Alessandro Del Piero, intervistato nel post partita. Il capitano, ha dribblato le domande sul futuro, affermando che il suo unico obiettivo attuale è la conquista della Coppa Italia, rimandando i discorsi contrattuali a fine mese. “E’ uno scudetto bellissimo, come tutti gli altri del resto, sono emozioni uniche se penso a 6 anni fa”.

    Antonio Conte © ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Gioia indescrivibile anche per il tecnico Antonio Conte, artefice di un’annata straordinaria. Il tecnico pugliese ha colto l’occasione per rendere omaggio agli sconfitti, definendo il Milan avversario di grande rispetto e di grande valore. Grande felicità anche per il portiere della Nazionale Gianluigi Buffon, il quale al termine della partita ha affermato di aver temuto il peggio dopo l’ errore della partita contro il Lecce. “Devo essere onesto, sono stati i 3 giorni più brutti della mia carriera. Pensavo che il mio errore potesse incidere sul morale dei miei compagni, per fortuna non è stato così”. Il portierone ha poi colto l’occasione per dedicare il successo ai suoi vecchi compagni Trezeguet e Camoranesi, i quali hanno diviso con lui il paradiso degli scudetti e l’inferno della Serie B, solo per una questione di amore per la maglia bianconera.

    Il presidente Andrea Agnelli ha esaltato il lavoro del tecnico bianconero, definendo il successo numero 30, come base per altri trionfi futuri. Sul capitolo Del Piero ha dichiarato: “Credo che se Del Piero andasse via dalla Juve con due trofei, sarebbe un’ apoteosi anche per lui”. Ma ne siamo proprio sicuri caro presidente?

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  • Juventus campione d’Italia, tifosi in delirio nelle piazze di Torino

    Juventus campione d’Italia, tifosi in delirio nelle piazze di Torino

    E’ esplosa al triplice fischio finale la gioia del popolo bianconero. Juventus campione d’Italia per la trentesima volta (28 esima per chi vede la questione sotto un’altra ottica). E’ il trionfo di un gruppo solido, di un allenatore che ha saputo trasmettere la sua impronta di gioco, il suo carisma, la sua passione per i colori bianconeri. Un trionfo meritato se si guardano i numeri di questa stagione : 41 gare senza sconfitte, 16 goal subiti (miglior difesa d’ Europa), prima squadra europea come conclusioni verso lo porta avversaria. Insomma tanto di cappello a questa Juventus.

    I tifosi bianconeri accorsi a Trieste, hanno capito che il sogno avrebbe preso forma quando Milito ha gelato le speranza rossonere con il goal del 3-2, derby poi suggellato dal 4-2 di Maicon. 2-0 e 4-2, per gli amanti delle statistiche e delle fatalità, sono i medesimi risultati del 5 maggio 2002. Festa bianconera quindi. Giocatori entusiasti al triplice fischio finale, Chiellini e De Ceglie portati in trionfo dai tifosi sul terreno di gioco.

    Grande atmosfera anche a Torino. Migliaia di tifosi presenti all’ aeroporto di “Caselle” hanno atteso  i Campioni d’ Italia al rietro da Trieste. Il primo a sfilare nel “sentiero umano” è stato il mister Antonio Conte, osannato dai propri tifosi con il solito coro “Alè Alè Alè Antonio Conte, senza di te non andremo lontano, Antonio Conte il nostro capitano”. Brividi, emozioni, lacrime di gioia, tutti i giocatori hanno sfilato dinanzi ai propri supporters, accolti dal boato e dal calore umano.

    Anche le piazze della città sono state prese d’assalto dai tifosi bianconeri. Piazza San Carlo e Piazza Castello hanno fatto registrare il tutto esaurito. Fiumi di spumante, caroselli, il popolo juventino ha così festeggiato quel momento atteso 6 lunghi anni. Dalla Serie B alla terza stella. C’ è tutto in questi festeggiamenti andati avanti per tutta la nottata. Da segnalare nessuna nota stonata per quel che riguarda l’ ordine pubblico, e questo è un grande segnale sia per il calcio italiano, sia per tutti quelli che credono fortemente nel tifo “sano e pulito”. Che la festa continui…

    Il video dei festeggiamenti dei tifosi nelle piazze

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  • Il sogno è realtà Juventus Campione d’Italia

    Il sogno è realtà Juventus Campione d’Italia

    Il sogno è diventato realtà: la Juventus è Campione d’Italia regalando ai suoi milioni di tifosi le gioie negate sei anni fa, perchè a tanto risale l’ultimo tricolore conquistato dai bianconeri e cancellato poi dallo scandalo calciopoli. Conte ha portato a termine la sua missione siglando l’ennesimo risultato positivo battendo il Cagliari per 2-0 nella serata che registra il crollo milanista control’Inter.

    In una Trieste piovosa che ha accolto gli oltre 20 mila tifosi che hanno sfidato la distanza e i prezzi proibitivi dei biglietti imposti dalla società sarda, è subito la Juventus a sbloccare il risultato con Vucinic che sul filo del fuorigioco sfrutta un lungo lancio di Bonucci e trafigge con un diagonale preciso Agazzi in uscita. Il Cagliari subisce il colpo e la Juve cerca di aprofittarne sfiorando il gol prima con Pepe e poi con Marchisio. Al 15′ arriva il gran boato al Nereo Rocco, l’Inter passa in vantaggio sul Milan e la Juve è momentaneamente Campione d’Italia, sugli spalti è gran festa che però viene interrotta dal grande spavento per Lichtsteiner costretto ad uscire in barella per un brutto colpo in testa durante uno scrontro con Pinilla e poi per un tiro dello stesso giocatore sardo che sfiora il palo e addirittura fa gridare al gol il telecronista Sky. Si chiude con il vantaggio dei bianconeri e il risultato di parità tra Milan e Inter la prima parte di gara.

    Cagliari Juventus 0-2 – Juve Campione D'Italia | © Giuseppe Bellini / Getty Images

    Nella ripresa piomba la notizia del vantaggio dei rossoneri sull’Inter grazie al gol di Ibrahimovic e ciò basta per mettere pressione ai giocatori di Conte che sembrano più nervosi e faticano più del solito a creare gioco. Il Cagliari prova a fare la partita e i cambi di Ficcadenti dimostrano l’intento dell’allenatore di provare a fare il colpaccio. Tuttavia non ci sono pericoli da segnalare dalle parti di Buffon. A spianare la strada della Juve ci pensano anche le buone notizie che arrivano da Milano, Milito pareggia su rigore e ipoteticamente si comincia a rivedere nuovamente il tricolore dalle parti di Torino. Al 78′, aiutata da un pizzico di fortuna, la Juventus mette in cassaforte il risultato portandosi sul 2-0 grazie ad un autorete di Canini che beffa Agazzi nel tentativo di anticipare il neo entrato Borriello. Sugli Spalti è esplosione dovuta anche alla notizia della tripletta rifilata da Milito ai cugini lombardi. All’85’ Maicon travolge il Milan con il definitivo 4-2 consegnando ufficialmente lo scudetto nella mani di Conte: il Mister può finalmente urlarlo ai suoi giocatori “E’ scudetto“. Si attende solo il fischio finale, la Juventus si laurea ancora Campione d’Italia, con una giornata di anticipo e, questa volta, senza subire neanche una sconfitta in campionato.

    CAGLIARI JUVENTUS 0-2
    Cagliari (4-3-3): Agazzi 6,5; Ariaudo 6, Canini 5, Astori 6, Pisano 6; Ekdal 5,5, Conti 6, Nainggolan 6,5; Thiago Ribeiro 5 (4′ st Cossu 6), Pinilla 56, Ibarbo 5 (17′ st Larrivey 5,5). A disp.: Avramov, Bovi, Perico, Dessena, Nené. All.: Ficcadenti 5,5
    Juventus (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 7, Bonucci 7, Chiellini 7,5; Lichtsteiner 7 (25′ Caceres 7), Vidal 7 (8′ st Giaccherini 7), Pirlo 7, Marchisio 7, Pepe 7; Matri 7 (26′ st Borriello 7), Vucinic 7. A disp.: Storari, Estigarribia, Del Piero, Quagliarella. All.: Conte 7

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