Tag: antonio conte

  • Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    La dura conferenza stampa di Antonio Conte e dei suoi legali il giorno dopo la sentenza della Corte d’Appello continua a far parlare scomodando chi per professione e attinenze è spesso apparentemente lontano dal “ludico” mondo del calcio. I toni perentori, la rabbia del mister della Juventus per molti è comprensibile se paragonata all’ingiustizia scritta nelle 13 pagine della sentenza. Per altri nonostante Antonio Conte avesse ragione da vendere i toni e le parole usate in conferenza stampa non sono state ritenute adeguate al blasone del club che lo ospitava e che ha deciso di appoggiarlo. Un ultima parte, a dir la verità più esigua, difende l’operato dei giudici criticando Andrea Agnelli e Antonio Conte per l’ennesima protesta.

    Di questa ultima frangia fa parte Marco Travaglio che questa mattina ha deciso di dedicare l’editoriale de Il Fatto Quotidiano proprio ad Andrea Agnelli ed Antonio Conte scrivendo una fantomatica lettera a John Elkann dicendosi vergognato, da juventino, del teatrino orchestrato dall’attuale società. Di seguito vi riportiamo qualche stralcio del lungo editoriale:

    Marco Travaglio critica Antonio Conte e Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    “Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino – il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli – ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa.

    Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello – fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea – è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “t i fo s i ” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?).”

  • Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Le motivazioni della sentenza sullo scandalo scommesse della Corte Federale d’Appello in merito alla squalifica di Antonio Conte ha riportato in auge l’ultima partita del campionato 2010/2011 Albinoleffe-Siena vinta dai bergamaschi allora allenati da Emiliano Mondonico e per gli inquirenti combinata con l’intento di favorire i padroni di casa. Mossi dalla curiosità e con la voglia di farci una nostra idea abbiamo iniziato il nostro cammino a ritroso cercando di ricostruire la vicenda iniziando con le immagini della partita (che vi proporremo a fine articolo), contestualizzandola poi nel campionato e aggiungendoci poi le motivazioni della sentenza, le confessioni di Filippo Carobbio, di Salvatore Mastronunzio e infine valutando la posizione di Antonio Conte.

    Cosa c’è scritto nella sentenza della Corte Federale d’Appello?

    Leggendo e rileggendo le tredici pagine della sentenza di appello la prima cosa che salta all’occhio è l’unicità dell’argomento: Antonio Conte. Una Corte Federale non può seguire la volontà popolare ma deve esser più completa possibile per sostenere la propria indipendenza e imparzialità. Nella sentenza invece si parla solo e soltanto del caso Conte omettendo ad esempio le motivazioni che hanno portato a rigettare il ricorso di Palazzi all’assoluzione di Pepe, Bonucci e Di Vaio. Andando avanti comunque cerchiamo di capire il perché dei 10 mesi di squalifica al tecnico della Juventus nonostante l’assoluzione per la partita Novara-Siena. Secondo i giudici Carobbio non è credibile per la partita Novara-Siena ma lo è per Albinoleffe-Siena e ad inchiodare Antonio Conte (“che non poteva non sapere”) ci sarebbero le posizioni di Stellini (suo collaboratore) e di Salvatore Mastronunzio.

    Filippo Carobbio: Si legge sulla sentenza “La teoria, elaborata dalla difesa del Conte, secondo la quale Carobbio sarebbe un soggetto che avrebbe, in modo quasi scientifico e peraltro a freddo, costruito un vero e proprio castello di menzogne al fine di causare un gravissimo pregiudizio alla società del Siena e al sig. Conte, non convince affatto. Non si vede per quale ragione la versione dei fatti, fornita da Carobbio e fatta propria dalla Disciplinare, sarebbe inattendibile, in quanto il predetto soggetto non avrebbe parlato di Conte quando si trovava in carcere o agli arresti domiciliari ma, più tardi, quando era stato rimesso in libertà. Di solito si sospetta della veridicità delle versioni, fornite da un soggetto quando si trovi in stato di restrizione della libertà personale in quanto si pensa che, al fine di ottenere la rimessione in libertà, un individuo sarebbe disposto a tutto, anche a mentire per compiacere, per così dire, la pubblica accusa”.

    Salvatore Mastronunzio per i giudici si rifiutò di combinare Albinoleffe-Siena | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Stellini più di Carobbio La posizione di Stellini oltre ad avvalorare la tesi di Carobbio dimostra, sempre secondo i giudici, che Conte “non poteva non sapere”. Stellini in quanto collaboratore e uomo di fiducia di Antonio Conte confessò di aver mandato proprio Carobbio e Terzi al termine della gara di andata a parlare con Bombardini e Garlini per tener buoni i rapporti in vista della gara di ritorno.

    La “vipera” Mastronunzio Ultimo cardine è la posizione di Salvatore Mastronunzio messo a detta dei giudici fuori rosa per essersi rifiutato di combinare la partita contro l’Albinoleffe per non aver ottenuto lo stesso trattamento per la partita contro l’Ascoli (nonostante la lunga militanza nell’Ancona) squadra sfavorita dalla vittoria dei bergamaschi.

    Video Albinoleffe-Siena 1-0 28 maggio 2011

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  • Gianni Petrucci: “Rispetto per la giustizia sportiva”

    Gianni Petrucci: “Rispetto per la giustizia sportiva”

    Dopo la conferma della squalifica per 10 mesi, Antonio Conte ha voluto dare la propria spiegazione dei fatti, andando anche a richiamare quanto esposto dal sito della FIGC, la quale ha voluto mettere in prima pagina tutti i motivi per cui la decisione è stata approvata. A richiedere la conferenza stampa è stato proprio il club di Torino, dando così a Conte il modo di rompere il silenzio dopo un lungo periodo nel quale ha preferito lasciare che ognuno compiesse il proprio lavoro: arrivato ad oggi però l’ex allenatore bianconero si è presentato ai giornalisti con tanti sassi da togliersi dalle scarpe. In particolare il tecnico si è voluto soffermare su Sandulli e su Carobbio, ma soprattutto ha ribadito di non aver mai scommesso in vita sua.

    Le dichiarazioni di Conte non sono passate di certo indifferenti a tutti coloro che vivono nel mondo del calcio ma soprattutto sembrano aver toccato nel profondo il presidente del Coni Gianni Petrucci, il quale ha voluto rispondere a tono ai continui dibattiti che da mesi fanno da protagonisti nei casi del calcioscommesse:

    Il presidente del Coni Gianni Petrucci | ©Getty Images

    “Ora è arrivato il momento di dire basta a questi continui attacchi ai giudici e alla giustizia sportiva, in queste settimane ho assistito a esibizioni muscolari che mostrano il lato peggiore di uno sport che non merita mortificazioni. Sembra che l’unico colpevole sia Palazzi e non chi ha commesso illeciti, così non si può andare avanti: non si può vivere senza regole o in spregio di quelle esistenti approfittando di casse di risonanza mediatiche superiori a quelle degli altri sport che invece rispettano le regole e i verdetti anche nei settori professionistici. Bisogna cominciare a rispettare i giudici, gli arbitri e quanti sono preposti al rispetto delle regole, altrimenti sarà solo caos e questo il Coni non può consentirlo”.

    Uno sfogo apparentemente senza destinatario quello del presidente del Coni, ma che tutti hanno inteso come una chiara risposta alla conferenza stampa della Juventus dove Antonio Conte ha messo a nudo molte problematiche passando punto su punto tutte le motivazioni che la FIGC ha elencato nel documento riguardante le motivazioni della squalifica.

  • L’ira funesta di Conte “Carobbio aggiustatore di presunta giustizia”

    L’ira funesta di Conte “Carobbio aggiustatore di presunta giustizia”

    E’ un fiume in piena Antonio Conte nella conferenza stampa che ha seguito la conferma in appello dei dieci mesi di squalifica decretati dalla commissione disciplinare. Decisione questa che come prevedibile ha mandato su tutte le furie il tecnico della Juventus, il quale è subito passato all’attacco nei confronti del suo grande accusatore, quel Filippo Carobbio che grazie alle sue dichiarazioni, ma senza alcuna prova tangibile, ha di fatto portato alla condanna il trainer bianconero.

    Io, più che un collaboratore di giustizia, lo considero un aggiustatore di presunta giustizia – ha affermato Conte –. Mi sono sempre comportato in maniera corretta, nonostante il dolore e la consapevolezza di aver subito grandissime ingiustizie e di aver subito accuse infamanti per fare di me lo spot di uno scandalo calcioscommesse. Ma io non ho mai scommesso in vita mia. E sono più credibile di chi come Carobbio si vendeva le partite, se stesso e la sua famiglia da tre anni. E’ una vergogna“. Parole durissime dunque quelle di Conte nei confronti del centrocampista, il quale negli ultimi giorni oltre che dell’ex allenatore del Siena è finito nel mirino anche di qualche suo collega, come ad esempio Pesoli, condannato a tre anni.

    Antonio Conte © ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Proprio quest’ultimo, come Conte, ricorreranno al Tnas, ultima strada per ottenere l’assoluzione. E proprio a proposito di quest’ultima si è espresso anche Conte, ritornando cosi al famoso patteggiamento, definendolo una vergogna, un ricatto. Ha voluto esternare tutta la sua rabbia Conte, sottolineando di non aver mai scommesso, e facendolo soprattutto verso quei tifosi juventini che tanto lo stanno sostenendo in questi giorni. Poi un monito ai colleghi, ai quali l’allenatore bianconero dice di stare attenti perché un domani, all’improvviso, potrebbero essere coinvolti in situazioni simili alla sua. Infine un attacco diretto ad un componente della commissione giudicante.

    Sono rimasto allibito – spiega Conte – dall’intervento di un componente della commissione che mi ha giudicato, qualcosa di grave e mai visto. Reputo questo comportamento improprio e fuori dalle regole. Dovrebbe far rispettare le regole, invece fa dichiarazioni quantomeno inopportune. Non so se parla da tifoso. Sono dichiarazioni inopportune che mi fanno pensare che forse c’è qualcosa di personale nei miei confronti“.

    Video conferenza stampa Antonio Conte
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  • 10 mesi per Antonio Conte. Assolti Pepe e Bonucci

    10 mesi per Antonio Conte. Assolti Pepe e Bonucci

    Continua il calvario giuridico mediatico per l’allenatore della Juventus Antonio Conte che si è visto confermare dalla Corte di Giustizia Federale, la squalifica di 10 mesi emessa dalla Commissione Disciplinare in primo grado.

    Sospiro di sollievo, per il momento, per Simone Pepe e Leonardo Bonucci, assolti anche nel secondo grado della giustizia sportiva e sconto di due mesi (squalifica di otto ridotta a sei) per Angelo Alessio vice di Conte alla Juventus ed al Siena in merito all’omessa denuncia della presunta combine della partita Albinoleffe – Siena.

    Dopo una lunghissima Camera di Consiglio, la Corte di Giustizia Federale ha quindi così confermato la squalifica di 10 mesi per l’allenatore bianconero. I giudici hanno evidenziato la loro indecisione sulla sorte di Conte essendo rimasti sino all’una di notte per prendere comunque una decisione che farà molto discutere. Non si capisce infatti perché ridurre la squalifica ad Angelo Alessio, vice di Conte anche al Siena, e confermare i 10 mesi di stop al tecnico leccese, saranno quindi molto interessanti le motivazioni che i giudici Federali presenteranno nei prossimi giorni.

    Antonio Conte ©ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Respinti quindi i ricorsi della Procura Federale relativi a Pepe, Bonucci, Belmonte e Salvatore Masiello, che restano prosciolti per Udinese-Bari. Respinto anche l’appello per Portanova e Di Vaio in relazione a Bologna-Bari (restano i sei mesi per omessa denuncia a Portanova). Il Lecce ha visto la conferma della sua esclusione dal campionato di B mentre è stato accolto il ricorso del Grosseto che resta nella serie cadetta. Confermato il proscioglimento di Vives mentre non è stato accolto il ricorso di Pesoli che si era incatenato sotto la Federcalcio. Per lui resta la squalifica di primo grado.

    Adesso per Antonio Conte rimane il ricorso al Tnas (Tribunale nazionale dell’arbitrato sportivo) dove la FIGC non sarà più organo inquirente e giudicante (anomalia assurda nel panorama della giustizia sportiva), ma sarà semplicemente parte con il sospetto che il giudici d’appello non abbiamo apportato lo sconto di pena a Antonio Conte in questo grado di giudizio, convinti invece di una forte riduzione che comunque ci sarà nel terzo grado davanti al CONI ed evitare così una clamorosa assoluzione del tecnico bianconero che avrebbe il sapore di beffa per la giustizia sportiva italiana, desiderosa come non mai di vedersi confermata una “condanna” esemplare.

  • Conte “Pentito per il patteggiamento, ma ho fiducia dei giudici”

    Conte “Pentito per il patteggiamento, ma ho fiducia dei giudici”

    Alla vigilia della decisione della Corte di Giustizia Federale dopo l’appello proposto a seguito dei dieci mesi di squalifica decretati dalla Commissione Disciplinare, Antonio Conte parla di quanto accaduto sin qui e delle amarezze cui a dovuto far fronte in tutti questi mesi. E lo fa in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, la quale si apre con il tecnico bianconero che si dice pentito di aver accettato, anche se controvoglia, quel patteggiamento poi respinto per via di una pena non congrua. Ammette che sono stati i legali ad averglielo consigliato dunque, ma tornando indietro non lo rifarebbe, considerandolo così come un errore.

    Si dice fiducioso, Conte, dei giudici, augurandosi allo stesso tempo che riescano a leggere per bene tutte le carte presentate dalla difesa, ma allo stesso tempo sottolineando quella che è una delle pecche più grosse della giustizia sportiva, ovvero la mancanza di possibilità di potersi difendere in maniera ottimale vista la ristrettezza delle tempistiche dovute all’inizio dei campionati. “Il fenomeno del calcioscommesse va stroncato – afferma l’allenatore della Juventus – , ma non si può squalificare una persona in questo modo. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque. Per questo quando le Procure avranno finito le indagini, penso che la Federcalcio debba chiedersi se le regole attuali del processo sportivo siano rispettose della difesa di un tesserato e delle società quotate in Borsa“.

    Antonio Conte © Claudio Villa/Getty Images

    Conte spazia su tutto, raccontando anche alcuni dettagli della perquisizione fatta a casa sua quando però lo stesso era assente visto che in quel momento nella residenza del tecnico bianconero si trovavano solo suocera e figlia, affermando che è stato quello il tratto più amareggiante di tutta la vicenda. L’ex tecnico del Siena ha poi ringraziato la società bianconera per la fiducia che ha avuto sempre nei suoi confronti, e lui stesso non avrebbe mai pensato all’ipotesi delle dimissioni, e non mancano nemmeno le frecciatine a quegli avversari, Mazzarri e Zeman in particolar modo, che si augura di incontrare presto sui campi e non di vedere dalla tribuna. Corte di Giustizia Federale e Palazzi permettendo.

  • Calcioscommesse, Antonio Conte punta al proscioglimento

    Calcioscommesse, Antonio Conte punta al proscioglimento

    Inizia oggi il processo d’appello del secondo processo sul calcioscommesse che vede come protagonista ed imputato d’eccezione, l’allenatore della Juventus Antonio Conte. Chiamati a difendersi anche il vice di Antonio Conte, Angelo Alessio nonché i giocatori della Juventus, Simone Pepe e Leonardo Bonucci, quest’ultimi assolti in primo grado dalla Commissione Disciplinare ma richiamati in causa dall’Appello presentato da Stefano Palazzi.

    Sarà un appello velocissimo, il tutto si dovrà concludere necessariamente prima dell’inizio del Campionato e le difese avranno oggi, cinque o al massimo dieci minuti di tempo per tentare di ammorbidire le sentenze di primo grado.

    Ovviamente la difesa più attesa sarà quella di Antonio Conte che più che difendersi vuole assolutamente giocare in attacco puntando addirittura al proscioglimento. L’allenatore della Juventusè fermamente deciso ad andare fino in fondo dopo la rottura con gli avvocati juventini che hanno puntato sin da subito ad un patteggiamento.

    Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images

    L’allenatore bianconero non vuole pagare per colpe, secondo lui, non sue e non vuole, ovviamente pagare in quanto sopratutto allenatore della Juventus. Gli avvocati della Vecchia Signora hanno attuato sino ad ora la stessa strategia usata durante lo scandalo Calciopoli che ha finito poi per essere una tattica suicida considerate le intercettazioni uscite anni dopo.  Adesso l’avvocato di punta per Antonio Conte sarà Giulia Bongiorno, esperta di diritto penale che tenterà di trovare la via giusta per ottenere l’assoluzione dell’allenatore leccese puntando in primis sulle numerose contraddizioni del pentito Filippo Carobbio nelle sue dichiarazioni. Anche l’accusa non starà certo a guardare, il procuratore federale Stefano Palazzi è fermamente deciso a dare un senso alle sue attività avendo in proprio possesso, dei nuovi elementi a sostegno delle tesi dell’accusa.

    Oggi quindi spazio alle difese con Antonio Conte in aula, mentre le sentenze d’appello dovrebbero arrivare tra due giorni in tempo per l’inizio del Campionato di serie A che avverrà sabato 25 agosto.

  • Trofeo Berlusconi, occhi puntati su Zapata e Pogba. Gara particolare per Matri

    Trofeo Berlusconi, occhi puntati su Zapata e Pogba. Gara particolare per Matri

    Arriva ad una settimana dall’inizio del campionato il più classico dei tornei estivi italiani. Il trofeo Berlusconi in programma alle 21 a San Siro tra Milan e Juventus però sarà parecchio diverso dall’ultima edizione. E forse si può anche affermare che mai come nell’ultimo anno di cose, tra un’edizione e l’altra del memorial intitolato al padre del presidente milanista Luigi, ne sono cambiate. Innanzitutto per ciò che riguarda la differenza con la passata stagione: dodici mesi fa infatti l’ambiente rossonero, reduce da quello scudetto che ha interrotto la lunga egemonia dell’Inter, era molto carico, e sognava in grande per l’Italia e l’Europa.

    Dall’altro lato vi era una Juventus piccola piccola, incapace pochi mesi prima di qualificarsi perfino in Europa League, e che vedeva alla guida un Antonio Conte alla prima avventura con una grande squadra. Insomma qualche piccola speranza c’era, ma minore rispetto ai grandi timori causati dalle annate precedenti. Tra fine 2011 e inizio 2012 è successo quello che tutti sanno, ovvero la Juventus capace di ritornare sul tetto d’Italia e il Milan secondo che in estate ha praticamente smantellato una squadra, non solo per via delle clamorose cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, ma anche causa l’addio di tanti veterani, sovvertendo cosi quella che era la situazione dell’anno precedente. Stavolta infatti è la Juventus che sembra avere qualcosina in più, almeno sulla carta.

    Alessandro Matri © Valerio Pennicino/Getty Images

    Ma non sempre, storicamente, ciò viene considerata una cosa positiva al trofeo Berlusconi: nel corso degli anni infatti ha preso piede una questione scaramantica. Tantissime volte infatti chi ha perso questo incontro, ha poi vinto il campionato. E’ successo perfino la scorsa stagione, quando la Juventus usci sconfitta nonostante il gol di Vucinic, grazie ai gol rossoneri di Boateng e Seedorf. Per ciò che riguarda la condizione delle due squadre vi è da dire che sarà un match dove non ci saranno alcuni dei protagonisti più attesi. Nella squadra bianconera infatti out Chiellini, Caceres, Isla, Pirlo e Buffon. Va meglio ad Allegri che deve fare a solo di Ambrosini e Mexes.

    Al rientro dopo l’esperienza con la nazionale brasiliana Pato, ma ci sarà spazio anche per Constant e Zapata, quest’ultimo osservato speciale in vista della stagione che comincerà presto. Esordio a San Siro anche per Montolivo, mentre non ci sarà, almeno dall’inizio Cassano. Nella Juventus invece la curiosità dei tifosi è rivolta verso Pogba, talentuoso francese chiamato a sostituire Pirlo.

    Situazione paradossale invece per Matri, il quale scenderà in campo con la maglia bianconera ma che presto potrebbe trovarsi a vestire quel rossonero che in serata affronterà d’avversario. Spazio anche per un ritrovato De Ceglie oltre che per Lichtsteiner, negli ultimi giorni nel mirino del Paris Saint Germain. Per le due compagini sarà la prima volta sul campo in sintetico-misto di San Siro che l’Inter ha voluto già collaudare. Per Conte invece le ultime prove tecniche di collegamento con la panchina sulla quale siederà Massimo Carrera.

    Milan – Juventus, le probabili formazioni:
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Bonera, Zapata, Antonini; Flamini, Montolivo, Constant; Boateng, Robinho, Pato. Allenatore: Allegri
    JUVENTUS (3-5-2): Storari; Lucio, Bonucci, Barzagli; Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Asamoah, De Ceglie; Vucinic, Matri. Allenatore: Carrera

  • Palazzi crede a Masiello, impugnate le sentenze della Disciplinare

    Palazzi crede a Masiello, impugnate le sentenze della Disciplinare

    Ci avevano creduto. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha aspettato gli ultimi cinque minuti utili per impugnare le sentenze della Corte Disciplinare presieduta da Sergio Artico costringendo così gli avvocati di Ferdinando Coppola, Roberto Vitiello, Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Nicola Belmonte, Salvatore Masiello, Daniele Portanova, Marco Di Vaio, Giuseppe Vives ad un ferragosto di lavoro. Il procuratore a differenza da quanto sostenuto dalla Disciplinare ritiene attendibile le confessioni (spontanee e non) di Andrea Masiello sullo scandalo calcioscommesse e di conseguenza alle prove di combine delle partite AlbinoLeffe-Siena (del filone di Cremona), Udinese-Bari, Bologna-Bari e Bari-Lecce (del filone di Bari). L’appuntamento per tutti è all’ex Ostello della Gioventù dove lunedì inizierà il processo d’appello dinanzi alla Corte di Giustizia federale presieduta da Gerardo Mastrandrea.

    Stefano Palazzi riapre il processo calcioscommesse
    Bonucci e Pepe ancora nell’occhio del ciclone Non c’è nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria della Supercoppa Italiana che per Leonardo Bonucci e Simone Pepe torna l’incubo della squalifica. Come detto in precedenza Stefano Palazzi crede fedelmente alle dichiarazioni di Andrea Masiello rimettendo al vaglio la partita Udinese-Bari e chiedendo quindi la squalifica dei tesserati. Cadono a questo punto le indiscrezioni sulla tesi difensiva dell’avvocato Giulia Buongiorno per la difesa di Antonio Conte. Nella giornata di ieri infatti, sui social network e forum bianconeri si era sparsa la voce della volontà di utilizzare i proscioglimenti di Pepe e Bonucci per evidenziare la disparità di trattamento con mister Conte. I 10 mesi di squalifica secondo il collegio difensivo (ma anche per molti opinionisti) sono eccessivi rispetto al capo d’imputazione a carico dell’allenatore bianconero che ricordiamo è solo per omessa denuncia e non per illecito sportivo.

    Dall’attendibilità di Andrea Masiello passerà anche il futuro di Marco Di Vaio e Daniele Portanova tirati in ballo per la presunta combine durante la partita Bologna-Bari. Palazzi poi, chiede di rivalutare, anche il coinvolgimento di Vives ritenuto determinante nella combine nel derby Bari-Lecce e di conseguenza la società salentina rischia un ulteriore coinvolgimento per responsabilità oggettiva

  • Squalifica Conte, Zeman tuona. Marotta e Prandelli rispondono

    Squalifica Conte, Zeman tuona. Marotta e Prandelli rispondono

    Finite le Olimpiadi, in Italia tornano ad essere grandi protagoniste le polemiche. Si va dalla partita di Supercoppa italiana vinta dalla Juve con il Napoli che diserta la premiazione reo di aver subito gravi torti arbitrali, e si finisce con il calcioscommesse in particolare la squalifica di 10 mesi inflitta all’allenatore della Juve Antonio Conte. Bene, se la squalifica del tecnico bianconero ha alimentato le polemiche dei tifosi juventini, facendo gongolare conseguentemente gli anti-juventini, c’è ancora qualcuno però a cui sembra non bastare. E chi se non Zdenek Zeman, anti Juve per antonomasia, poteva avere da ridire in merito alla squalifica di Antonio Conte? L’allenatore della Roma quando c’è da parlare della Juve non si tira mai indietro e nella conferenza stampa di fine ritiro austriaco ha detto la sua riguardo alla vicenda del suo collega.

    Zdenek Zeman © Dino Panato/Getty Images

    Il boemo anche se non fa il nome di Conte, ha dichiarato apertamente che se ad un allenatore viene inflitta una squalifica lunga non è giusto che questi alleni. Il riferimento chiaramente è ad Antonio Conte e Beppe Marotta prontamente è sceso in campo per difendere il suo allenatore: Come uomo di calcio e amministratore delegato della Juventus ritengo che sia stata un’uscita inopportuna, quella di Zeman. Anche se non ha fatto il nome di Conte era chiaro il riferimento. O era una boutade o era mirata, lui stesso ha detto di non aver letto le carte”. Il dg bianconero poi rincara la dose: “C’è un regolamento che dice che un allenatore può dirigere l’allenamento e non andare in partita, cosa che noi abbiamo fatto. Sono gravi le accuse che Zeman lancia verso un collega, spero che l’associazione allenatori ne prenda atto”.

    Oltre a Marotta anche il commissario tecnico della nazionale Cesare Prandelli si è espresso in merito alla dichiarazione di Zeman. Il ct italiano ha spiegato di non essere d’accordo con il boemo in quanto è già molto penalizzante allenare senza andare in panchina. Insomma né Marotta né Prandelli sono d’accordo sull’ultima uscita di Zeman, uscita che il boemo poteva sicuramente risparmiarsi concentrando le sue attenzioni sulla sua nuova avventura romana.