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  • Fabio Capello liberato dalla Russia, insidia per Conte?

    Fabio Capello liberato dalla Russia, insidia per Conte?

    La notizia circolava nell’aria da tempo, i rapporti tra Fabio Capello e la Federcalcio russa non erano più idilliaci da un bel po’. Tuttavia c’erano, a saldare un rapporto logoro, degli accordi remunerativi che, come spesso capita nel calcio, blindano entrambe le parti a tentennare prima di ufficializzare il divorzio.

    Fabio Capello era entrato nel calcio sovietico con un progetto importante, quello di traghettare l’emergente Russia verso i Campionati del Mondo che si terranno proprio lì nel 2018 con l’obbiettivo di alzare ulteriormente il livello già discreto messo in mostra a Brasil 2014. Tuttavia durante questo percorso una serie di eventi, sia legati al calcio che non hanno rovinato e minato la possibilità per l’ex tecnico di Milan, Real Madrid, Juventus e Roma di compiere l’ambiziosa missione.

    Fabio Capello | Foto Twitter
    Fabio Capello | Foto Twitter

    La Federcalcio russa con un comunicato ufficiale ha dichiarato di aver rescisso in modo consensuale il rapporto di lavoro con il C. T. a più di tre anni dalla sua scadenza naturale del contratto. Cosa può comportare il rientro o la semplice rimessa in gioco di Fabio Capello nel panorama del calcio internazionale?

    Il tecnico friulano ha molti estimatori, nonostante le ultime apparizioni poco convincenti della Russia, soprattutto in Premier League dove però i posti più appetibili sono tutti assegnati, seppur con qualche scricchiolio, e poi c’è quella parentesi alla guida della Nazionale inglese che non ha riscosso grandi consensi tra il pubblico d’oltre manica.

    La base su cui si può trattare a livello economico per l’ingaggio è alta, quindi PSG e Monaco a parte e con i posti da tecnico assegnati non c’è possibilità in Ligue 1. La Spagna è una roccaforte sicura, Capello ha allenato e vinto con il Real Madrid e si è trovato benissimo tuttavia blancos e blaugrana sono a posto, ci può essere qualche idea bizzarra in qualche club di seconda fascia che sta emergendo ma anche in questi casi ci sarebbe da aspettare il fallimento di qualche collega e nessuna garanzia tecnica. Capello in squadre di club difficilmente prenderebbe un cavallo in corsa se non per qualcosa di veramente appetibile.

    E allora ecco che il pensiero non può non essere rivolto ad una Nazionale, si ma quale? Perché per convincerlo ci vuole un ingaggio alto e un progetto ambizioso. Ecco che allora viene automatico pensare alla Nazionale azzurra, che vive un momento più di bassi che di alti. Come aveva previsto qualcuno, noi per esempio, l’effetto Antonio Conte aveva la possibilità, dopo le prime due brillanti prestazioni del nuovo corso, di evaporare per due motivi. Il primo legato alla scarsa collaborazione dei club per gli stage azzurri, il secondo, legato al primo, perché il tecnico pugliese ha sempre fatto della “presa” sulle sue squadre il suo punto di forza, tanto che da molti è stato definito un “martello continuo“, ed era ovvio che senza stage e in una Nazionale questo inevitabilmente veniva meno.

    Antonio Conte e Carlo Tavecchio | Foto Twitter
    Antonio Conte e Carlo Tavecchio | Foto Twitter

    Oltre a questi fattori il rapporto tra Conte e la F.I.G.C. si è incrinato con le recenti rivelazioni dell’inchiesta riaperta per il calcioscommesse, per ora Tavecchio e Lotito hanno difeso il C.T., tuttavia anno fra le mani un boomerang che scotta e che mina la già pericolante credibilità del sistema calcio. In pratica è già da qualche mese che se ne parla, le strade di Antonio Conte e della Nazionale potrebbero separarsi per malumori reciproci.

    Finora Conte si è dovuto difendere, sui nomi che sono stati accostati alla panchina azzurra, da o tecnici che dovevano essere liberati dai rispettivi contratti o da tecnici con un’esperienza ed un palmares più scarso confronto al suo, con Fabio Capello però tutto cambia.

    Ecco che quindi l’humus per una crisi interna all’entourage azzurro è fertile e lo si è visto dalle recenti dichiarazioni delle parti in causa, impegnate sempre a tranquillizzare l’ambiente ed ecco che ora c’è anche un nome sul quale Carlo Tavecchio e Claudio Lotito possono lavorare sottotraccia per togliersi le castagne dal fuoco, almeno su quel fronte. Staremo a vedere.

  • Townsend rovina il ritorno di Conte, allo Stadium è 1-1

    Townsend rovina il ritorno di Conte, allo Stadium è 1-1

    Il ritorno di Antonio Conte, applaudito dal pubblico, allo Juventus Stadium poteva avere anche la gioia del successo. Al gol di Pellè nel primo tempo ha infatti risposto Townsend nel finale di gara, andando a cancellare una possibile vittoria azzurra.

    Antonio Conte | Foto Twitter
    Antonio Conte | Foto Twitter

    L’Italia, contro un avversario di prestigio, se pur si trattasse di un’amichevole, ha mostrato dei passi in avanti rispetto alla scialba prestazione di sabato scorso a Sofia contro la Bulgaria. Il primo tempo è stato più di marca azzurra mentre nella ripresa la freschezza di Barkley e Townsend ha messo in difficoltà l’Italia portando al meritato pareggio inglese. Da segnalare anche il positivo il debutto di Valdifiori, elogiato anche dal mister a fine partita.

    Veniamo al racconto della gara.

    Conte opta per il suo classico 3-5-2 dando le chiavi del centrocampo a Valdifiori e puntando sulla coppia d’attacco Pellè-Eder.

    Hodgson risponde con un 4-3-1-2 che vede Rooney agire alle spalle del talento Kane e dal rapido Walcott.

    Si parte ed ovviamente i ritmi iniziali sono blandi senza strappi ne azioni pericolose. Al 10° si vede la prima conclusione verso la porta, ci prova Parolo da lontano, Hart alza in corner. Al 17° buona percussione di Darmian che mette in mezzo per Eder che viene anticipato all’ultimo istante da Jagielka. Al 21° si vedono anche gli inglesi, Rooney va al tiro, la conclusione è sporca e di controbalzo, Buffon è battuto ma il pallone colpisce la traversa. Al 29° l’Italia passa in vantaggio, bel cross di Chiellini, svetta Pellè che colpisce il pallone mandandolo dove Hart non può arrivare. Non si vede una grande reazione inglese, l’Italia si limita a controllare e a provare qualche veloce ripartenza. Si va al riposo con gli azzurri avanti 1-0.

    Prova a partire forte l’Inghilterra ma è l’Italia a sfiorare il gol al 50° prima con Eder, bravo Hart a respingere, poi con Pellè che, sulla ribattuta, calcia fuori. I bianchi di Hodgson però provano a rendersi pericolosi, prima con Kane, devia Chiellini in corner, poi con Gibbs che spara sull’esterno della rete da buona posizione. La gara devono farla gli inglesi, non accade molto però, almeno sino al 71° quando Buffon neutralizza un’insidiosa conclusione di Rooney. Al 79° arriva il pareggio, Townsend controlla e dal limite lascia partire un diagonale che non lascia scampo a Buffon. L’Italia va in difficoltà ed il portiere azzurro è costretto a salvare, con un gran intervento, su conclusione di Rooney. La risposta degli uomini di Conte arriva con Antonelli che, al 84°, lascia partire un diagonale che si spegne di poco a lato. Nel finale c’è solo tempo per un tiro di Kane bloccato da Buffon in due tempi, finisce in parità, a Torino Italia-Inghilterra è 1-1.

     

    ITALIA – INGHILTERRA 1-1 (29° Pellè (It), 79° Townsend (In))

    Italia (3-5-2): Buffon; Ranocchia, Bonucci, Chiellini (72° Moretti); Florenzi (60° Abate), Parolo, Valdifiori (67° Verratti), Soriano, Darmian (72° Antonelli); Pellè (60° Immobile), Eder (60° Vazquez).

    Allenatore: Conte.

    Inghilterra (4-3-1-2): Hart; Clyne (46° Walker), Smalling (44° Carrick), Jagielka, Gibbs (88° Bertrand); Delph (69° Townsend), Jones, Henderson (74° Mason); Rooney; Kane, Walcott (55° Barkley).

    Allenatore: Hodgson.

    Arbitro: Brych.

    Ammoniti: Gibbs (In), Pellè (It)

  • L’oriundo Eder salva l’Italia, in Bulgaria finisce 2-2

    L’oriundo Eder salva l’Italia, in Bulgaria finisce 2-2

    La polemica sugli oriundi aveva acceso la vigilia ed alla fine è stato proprio un oriundo, Eder, a trovare quel gol che ha salvato l’Italia consentendo agli azzurri di riagguantare la Bulgaria sul 2-2 che è stato poi il risultato finale.

    Non è stata una bella Italia, gli uomini di Antonio Conte sono partiti molto bene trovando subito il vantaggio ma poi hanno subito l’uno-due bulgaro che ha mandato al tappeto, almeno nel primo tempo, la nazionale italiana.

    Eder | Foto Twitter
    Eder | Foto Twitter

    Nella ripresa gli azzurri non sono stati certamente brillanti ma hanno provato a mettere in crisi la Bulgaria, che in difesa ha palesato parecchi limiti. Nel finale di gara si è rivista la buona Italia dei primi minuti del primo tempo ed è arrivato il giusto pari. L’assalto finale non ha portato al successo, finisce in parità, Antonio Conte dovrà lavorare perchè questa sera si è visto troppo poco, l’Italia ha fatto l’Italia per soli 20 minuti sui 90 totali.

    Veniamo al racconto della gara.

    Il Ct bulgaro Petev schiera i suoi con un 4-2-3-1 affidandosi a Micanski unica punta supportato dal trio Milanov, Popov, e M. Aleksandrov.

    Conte dopo aver rinunciato a Pasqual, Florenzi e Marchisio, è costretto a fare a meno all’ultimo minuto all’influenzato Buffon, al suo posto gioca Sirigu. A centrocampo spazio a Bertolacci a fianco di Verratti e Candreva. In attacco la coppia Immobile-Zaza.

    Si parte e dopo pochi secondi Immobile ha subito una chance ma la sua conclusione è deviate in corner. Il gol però è nell’aria e al 4° Bertolacci lascia partire un cross su cui Mihaylov è piuttosto incerto Minev cerca di anticipare Zaza ma spinge la palla nella sua porta. Sembra tutto facile per gli azzurri ma all’undicesimo Popov sfrutta un’errata uscita di Bonucci e lascia partire il tiro che s’infila alle spalle di Sirigu. La Bulgaria sembra essersi tolta il timore iniziale e al 17° da una palla persa da Zaza a centrocampo parte l’azione dei padroni di casa finalizzata dal colpo di testa di Micanski per il gol del vantaggio. L’Italia avrebbe subito la palla del 2-2 ma Immobile spreca da pochi passi. Gli uomini di Conte sembrano in difficoltà specialmente nel contenere uno scatenato Popov. E’ proprio il numero 10 bulgaro a spaventare gli azzurri con un calcio di punizione al 37° che pizzica la traversa prima di uscire. Con qualche azione, più confusa che ragionata, l’Italia cerca il pari nel finale di primo tempo che però non arriva.

    Si riparte senza cambi ed è subito la Bulgaria a spaventare la difesa dell’Italia con una punizione dalla destra che sfila pericolosamente. Conte si gioca la carta Eder al 57°, poco dopo, al 60° si vede la prima conclusione verso la porta, un tiro di Verratti che però esce distante. Buona chance per l’Italia al 67° quando Bertolacci si trova sui piedi il pallone, dopo una corta respinta della difesa bulgara in seguito ad un tiro parato ad Immobile, ma il centrocampista del Genoa calcia a lato. Il Ct Conte prova a modificare lo schema inserendo Gabbiadini per provare a sfruttare il tridente. Al 83° quando sembra vincere la confusione rispetto alle idee, Eder s’inventa il tiro a giro che s’infila in rete per il gol del pareggio. L’Italia ci crede e al 86° Gabbiadini spreca la palla del sorpasso. Gli azzurri ci provano ma i padroni di casa si salvano, al fischio finale è 2-2.

     

    BULGARIA – ITALIA 2-2 (4° aut. Minev (B), 11° Popov (B), 17° Micanski (B), 83° Eder (I))

    Bulgaria (4-2-3-1): Mihaylov; Manolev, Bodurov, A.Aleksandorv, Minev; Gadzev, Dyakov; Milanov (88° Vasiliev), Popov (84° Slavchev), M.Aleksandrov; Micanski (73° Bojinov).

    Allenatore: Petev.

    Italia (3-5-2): Sirigu; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Candreva, Verratti, Bertolacci (71° Soriano), Antonelli (77° Gabbiadini); Immobile, Zaza (57° Eder).

    Allenatore: Conte.

    Arbitro: Skomina.

    Ammoniti: Dyakov (B), Immobile (I), Soriano (I), Darmian (I)

  • Juve, meglio Allegri o Conte?

    Juve, meglio Allegri o Conte?

    All’indomani del passaggio del turno di Champions League i tifosi della Juve si sono sentiti fare questa amletica domanda, soprattutto alla luce di quanto si stia vedendo in casa bianconera in questa stagione e dopo aver vissuto quest’estate le contestazioni di parte del popolo Campione d’Italia al tecnico designato per succedere ad Antonio Conte.

    Ebbene la verità come spesso accade è sempre nel mezzo, ci sono condizioni nelle quali i due tecnici si sono trovati a lavorare diametralmente opposte e due squadre, che seppur hanno avuto poche modifiche in rosa sono cresciute in modo diverso.

    Antonio Conte approdava alla Juventus a furor di popolo, già l’anno precedente il tifo bianconero lo voleva sulla panchina ma venne scelto Delneri che alla fine chiuse la stagione al settimo posto. Per la società fu quasi una scelta obbligata perché Benitez rifiutò il progetto propostogli da Agnelli e Conte in modo rapante riportava il Siena in Serie A, dimostrando dopo l’esperienza di Bari di essere un vincente. Alla squadra di Delneri vennero aggiunti i primi tre pilastri della Juventus che domina da quattro anni il nostro calcio Pirlo, Vidal e Bonucci più Vucinic che Conte considerò come il Top Player del team. Il primo anno è stata un’esaltante cavalcata sul Milan, proprio di Max Allegri, il secondo una conferma condita dai quarti di Champions League e il terzo anno un dominio assoluto in campionato con 102 punti all’attivo ma un flop nella massima competizione europea ratificato dall’uscita in Europa League contro il Benfica. Alla squadra iniziale del triennio si sono aggiunti Llorente, Asamoah, Tevez, si è scoperto e consacrato il talento Paul Pogba, hanno contribuito alla causa bianconera nomi diversi come Giaccherini, Borriello, Toni, Ogbonna, Quagliarella etc..  ma si sono anche susseguiti i flop voluti e cercati dal tecnico salentino Peluso, Giovinco, Isla oltre agli oggetti misteriosi Anelka e Bendtner che hanno fatto pensare tutti, per avere avuto questi non poteva restare Del Piero? Tutti spremuti e sfruttati da Antonio Conte che quindi ha dettato anche linee di mercato in un certo senso precise. Basta pensare che quest’anno la Juventus a gennaio non ha chiuso un colpo di questo tipo pur sapendo di restare senza Giovinco lo ha rimpiazzato con Matri, attaccante di cui ne conosce pregi e difetti e dall’ingaggio equo.

    Antonio Conte | Foto Twitter
    Antonio Conte | Foto Twitter

    Conte ha trasformato la squadra da settima a Campione d’Italia e poi a dominatrice incontrastata utilizzando tantissime pedine diverse e alla fine della stagione scorsa voleva un ulteriore cambiamento in rosa e qui viene la famosa scissione con la società. In effetti a pensarci bene ora è tutto chiaro, dopo l’eliminazione ai quarti contro il Bayern di due anni fa proprio Conte disse che la Juventus non poteva competere con le superpotenze europee, tutto vero, ma non un concetto da Juve che ha nella sua storia e nel suo dna un solo obbiettivo. Quando alla fine della scorsa stagione il tecnico ha chiesto il rinnovamento di una decina di elementi se un tifoso ci pensa bene e ha un minimo di conoscenza della realtà delle casse bianconere sa che c’erano solo due strade. O prendere i tanti talenti sparsi per l’Italia, come Zaza, Immobile, Berardi, Leali, Rugani etc.. e prendere almeno un paio di Top Player soluzione preferita da Conte ma molto dispendiosa in termini economici e considerando che lo stesso Conte in convinzione partiva battuto rispetto ai Top Team europei. Oppure cambiare tecnico, fare un discorso chiaro e progettare un futuro più europeo.

    Il famoso gol di Muntari | Foto TV
    Il famoso gol di Muntari | Foto TV

    La scelta della società la conosciamo e la chiave di volta pure, è stata la scelta della cessione di Ciro Immobile e ora veniamo a Max. L’ex milanista ha trovato subito il muro dei tifosi, che si ricordavano bene la dialettica antijuventina usata dal livornese in passato e poi il come si sia comportato da delegittimato in casa Milan non è passato inosservato con una visione mediatica da eccessivo aziendalista che ha fatto scacciare Pirlo senza nemmeno opporsi o addirittura caldeggiando la scelta del Milan. In parole povere per il pubblico bianconero è apparso il fantasma di un tecnico antipatico in grado di distruggere una squadra partendo dal centrocampista della Nazionale.

    Allegri quindi partiva con un piede di traverso a fargli lo sgambetto ma è stato bravo e coraggioso a prendersi l’eredità lasciata da Conte senza stravolgere subito l’impianto, anzi come stiamo vedendo ultimamente anche ad usare e tenere buono il modulo contiano per i casi di emergenza. Con lui la Juventus è cresciuta nel livello del gioco e ha imparato ad usare abitualmente un modulo con la difesa a quattro ed un centrocampo a tre più un trequartista all’occorrenza. Inoltre considerando che fisicamente i bianconeri non hanno quasi mai potuto avere a disposizione il vero Vidal e Barzagli e che in estate gli unici innesti titolari vero in rosa sono stati Pereyra ed Evra si deve pensare ad un’ulteriore crescita della squadra. Tevez con lui è esploso sfatando anche il tabù Europa. Allegri ha molto probabilmente già vinto il campionato e approda ai quarti di Champions League con una squadra abbordabile da affrontare, il Monaco, ma la cosa interessante è che non parte battuto e con il vantaggio che ha sulla seconda in campionato può permettersi di preparare le partite di coppa con calma e sa modulare la squadra in base all’avversario.

    Massimiliano Allegri | Foto Twitter
    Massimiliano Allegri | Foto Twitter

    Insomma, le strade dei due tecnici si sono incrociate, ma sono due cose molto diverse, unico filo conduttore è un gruppo di calciatori che da professionisti si calano sempre nella parte a loro più congeniale con abnegazione e una società che comunque ogni passo che fa è ponderato. Questa è sempre l’unica garanzia vera per i tifosi bianconeri.

    Il tributo a Conte dei tifosi della Juventus | Foto Twitter
    Il tributo a Conte dei tifosi della Juventus | Foto Twitter

    E ora veniamo proprio a loro, il pubblico juventino è dal palato fino ma ha dimostrato di accettare le decisioni della società anche controvoglia in passato, ma non esita a contestarle quando poi i fatti gli danno ragione. Nel caso di Allegri è ovvio che la parte contestatrice abbia preso una cantonata ma come fare per un pubblico che ha voluto un condottiero come Conte spiegargli che si può vincere anche con più aplomb e classe e mostrando meno i muscoli? Semplice, fare come ha fatto Allegri, lavorando e conquistando la gente con i risultati. Il tempo per madama non passa mai, quando appare in una crisi di nervi si rifà il trucco e ricompare più bella che mai, proprio come i suoi tifosi. Dopo il tributo a Conte è lecito aspettarsi presto anche un tributo per Allegri.

  • Okaka regala il successo all’Italia sull’Albania

    Okaka regala il successo all’Italia sull’Albania

    Un colpo di testa di Stefano Okaka, deviato da Salihi, a meno di dieci minuti dal termine, ha permesso all’Italia di conquistare il successo contro l’Albania nella gara amichevole di Genova.

    Un’Italia sperimentale quella mandata in campo da Conte che ha saputo superare momenti di difficoltà, creare qualche buona occasione e come già detto concretizzare nel finale con l’attaccante della Sampdoria. La nazionale non ha dominato il gioco ma sostanzialmente esce da Marassi con la consapevolezza di aver disputato una buona gara.

    Dall’altra parte l’Albania, spinta dal proprio numeroso e caloroso pubblico, non si è limitata a chiudersi in difesa ma anzi ha sfruttato alcuni svarioni della retroguardia azzurra per rendersi molto pericolosa, tutto sommato Gianni De Biasi può ritenersi soddisfatto della prova dei suoi.

    Veniamo al racconto del match.

    L’Italia sperimentale fatica a mettersi in moto, la squadra albanese invece dimostra voglia e nei primi minuti prova a far la gara, chiudendosi bene e ripartendo rapidamente. Gli azzurri prendono le misure e con Cerci costruiscono una buona palla gol, bravo Berisha a respingere in corner. L’Italia grazie ad un buon Cerci, nonostante qualche problema muscolare, prova a crescere e a prendere in mano il gioco costringendo l’Albania sulla difensiva. Al 37° dopo una serie di minuti con possesso palla dell’Italia, il match si accende, prima arriva l’errore di De Silvestri che involontariamente serve Cikalleshi, l’attaccante albanese va al tiro e colpisce l’incrocio dei pali, la palla arriva a Memushaj che calcia al volo fuori di niente. La replica italiana è di Bertolacci, la sua conclusione di sinistro costringe Berisha ad un gran intervento. Il finale di tempo si dimostra frizzante anche se la frazione si chiude sullo 0-0.

    Stefano Okaka
    Stefano Okaka

    Nella ripresa subito una chance per Giovinco, sul fronte opposto errore di Sirigu che serve i calciatori albanesi che però non sfruttano. Ad ogni azione dell’Italia, come quella che al 61° vede la conclusione di Destro uscire di poco, risponde l’Albania che sfrutta le incertezze della retroguardia azzurra. Okaka appena entrato ha una buona chance ma Berisha si supera e salva. La gara viene interrotta da diverse, pacifiche, invasioni di campo dei tifosi albanesi. Si susseguono i cambi e al 82° gli azzurri passano in vantaggio con il colpo di testa di Okaka, deviato da Salihi, che supera Berisha. Nel finale gli ospiti si buttano in avanti a capofitto ma sostanzialmente Perin non deve compiere alcuna grande parata. Al 94° arriva il fischio finale, l’Italia batte l’Albania 1-0.

     

    ITALIA – ALBANIA 1-0 (0-0) (82° Okaka)

    Italia (4-4-2): Sirigu (72° Perin); Antonelli, Moretti, Bonucci (81° Acerbi), De Silvestri; Bertolacci (70° Bonaventura), Parolo, Aquilani, Cerci (77° Gabbiadini); Giovinco (65° Matri), Destro (65° Okaka).

    Allenatore: Conte.

    Albania (4-5-1): Berisha; Hysaj (74° Ajeti), Cana, Mavraj, Agolli; Lila (90° Rama), Abrashi (71° Shala), Kukeli (67° Roshi), Memushaj, Lenjani (86° Balaj); Cikalleshi (78° Salihi).

    Allenatore: De Biasi.

    Arbitro: Arkam.

  • Italia-Croazia finisce in parità, a San Siro è 1-1

    Italia-Croazia finisce in parità, a San Siro è 1-1

    Alla fine le squadre si spartiscono il bottino, un pareggio che sostanzialmente accontenta entrambe in un match non certamente spettacolare ed interrotto nel secondo tempo per un continuo lancio di fumogeni dei tifosi ospiti. I croati hanno sostanzialmente fatto la gara, gli uomini di Conte hanno avuto la bravura di saper concretizzare la prima occasione avuta nel primo tempo ma il difetto di regalare subito il pareggio per un errore di Buffon. Nota positiva El Shaarawy che dal suo ingresso in campo ad inizio secondo tempo ha dato vivacità alla squadra. C’è da lavorare perchè a tratti la Croazia ha costretto l’Italia a schiacciarsi sulla difensiva, al primo vero impegno l’Italia di Conte non si può definire promossa ma nemmeno bocciata, si può e si deve migliorare se si vuole provare a costruire un gruppo vincente che riesca attraverso il gioco ad imporsi su qualsiasi avversario.

    Veniamo al racconto del match.

    Conte schiera la formazione sostanzialmente annunciata, un 3-5-2 con Darmian nel trio di difesa e De Sciglio-Pasqual sugli esterni. Coppia d’attacco Zaza-Immobile. 

    Kovac risponde con il 4-2-3-1 che vede inizialmente Kovacic in panchina con Modric-Brozovic in mediana, Perisic-Rakitic-Olic sulla trequarti alle spalle di Mandzukic.

     

    I primi 10 minuti sono un totale monologo croato con la squadra di Kovac che controlla la partita e si rende molto insidiosa su azione da corner. Poi, sostanzialmente dal nulla, arriva il vantaggio azzurro con Candreva che riceve il tocco di Zaza e da poco fuori area piazza la conclusione precisissima nell’angolo basso. Il gol sembra stordire le Croazia che non riesce a girar palla come ad inizio gara. Al 15° però è un errore di Buffon a rimettere in corsa gli ospiti, il tiro di Perisic non sembra insidioso ma il portiere azzurro si fa sorprendere e la palla finisce in rete per il pareggio. Il gol ribalta la situazione psicologica e la Croazia torna a comandare gioco. Al 27° i tecnici sono costretti ad un cambio per due distinti infortuni, nell’Italia Pasqual deve lasciare il posto a Soriano, nella Croazia entra l’interista Kovacic per Modric. I cambi sembrano pesare più per la Croazia che vede la manovra inceppata, l’Italia dopo la mezz’ora cresce e con un paio di cross ben piazzati spaventa la retroguardia biancorossa. Brivido per gli uomini di Conte nel primo dei quattro minuti di recupero, Mandzukic anticipa Buffon, che chiede il fallo, la palla finisce ad Olic che colpisce a botta sicura ma Ranocchia quasi sulla linea salva in corner. Si va al riposo sul 1-1.

    Il fumo generato dai fumogeni lanciati dai tifosi croati
    Il fumo generato dai fumogeni lanciati dai tifosi croati

    Si riparte senza cambi e con il copione che non cambia, sono sempre i croati a far la gara con l’Italia che si fa vedere solo con una conclusione di Zaza bloccata dal portiere. L’Italia è in difficoltà, la Croazia tiene palla con un continuo palleggio che non lascia respiro agli azzurri che non riescono mai a ripartire. Come nel primo tempo, dal nulla arriva una bella giocata azzurra ma la conclusione di El Shaarawy al 67° esce di poco sopra la traversa. Al 75° per il continuo lancio di fumogeni da parte dei tifosi croati l’arbitro Kuipers è costretto a sospendere momentaneamente la gara. Dopo circa 10 minuti di stop si riparte ed è l’Italia ad avere una migliore ripartenza con El Shaarawy che prova a trascinare i suoi compagni con una serie di conclusioni. Al 88° brividi per gli azzurri, Perisic s’invola verso l’area, lascia partire il diagonale che esce di un soffio. Le due squadre paiono accontentarsi del pareggio e nei minuti di recupero non si assiste ad emozioni, a San Siro Italia-Croazia finisce 1-1.

     

    ITALIA – CROAZIA 1-1 (1-1) (11° Candreva (I), 15° Perisic (C))

    ITALIA (3-5-2): Buffon; Darmian, Ranocchia, Chiellini; De Sciglio, Candreva, De Rossi, Marchisio, Pasqual (27° Soriano); Zaza (63° Pellè), Immobile (52° El Shaarawy).

    Allenatore: Conte.

    CROAZIA (4-2-3-1): Subasic; Srna, Corluka, Vida, Pranjic; Brozovic, Modric (27° Kovacic); Perisic, Rakitic, Olic (68° Kramaric); Mandzukic.

    Allenatore: Kovac.

    Arbitro: Kuipers.

    Ammoniti: Kovacic (C), Immobile (I), Perisic (C)

  • Azzurri contro la solida Croazia e Balotelli a casa

    Azzurri contro la solida Croazia e Balotelli a casa

    Appuntamento importante per gli azzurri di Antonio Conte, che affrontano quella che, assieme alla Norvegia, rappresenta il principale ostacolo alla supremazia del girone di qualificazione per i prossimi campionati europei, la Croazia. Martedì invece appuntamento a Genova contro l’Albania, per un match amichevole organizzato per raccogliere fondi da devolvere per le persone colpite dall’alluvione nello scorso ottobre e nuovamente messe sotto torchio dal mal tempo ieri.

    La scossa ed il leitmotiv di queste due partite è stato finora la convocazione di Mario Balotelli, che certamente non per merito è stato chiamato da Conte ed altrettanto sicuramente è giunto nuovamente in azzurro quale talento inespresso del nostro calcio al quale si deve dare un’opportunità. La storyline però è finita ieri, quando il tecnico e tutto lo staff hanno trattato Balotelli esattamente come tutti gli altri, infatti acciaccato è stato rispedito a casa insieme ad Ogbonna. Su questo almeno Conte è stato coerente, non ci sono privilegiati.

    Antonio Conte | Foto Twitter
    Antonio Conte | Foto Twitter

    Da una prima impressione sembra che Antonio Conte sia abbastanza legato in questi due match nelle formazioni. Infatti contro la Croazia sembra orientato ad appoggiarsi alla vecchia guardia, mentre a Genova vedremo una sorta di passerella per il pubblico genovese dei convocati rossoblucerchiati.

    I punti di forza della Croazia sono rappresentati dai militanti della nostra Serie A Vrsaljko e Kovacic oltre che ovviamente dall’attaccante Mandzukic che gioca nell’Atletico Madrid, il trequartista Modric del Real e la coppia difensiva Corluka e Lovren che hanno fatto benino al Brasil 2014 insieme all’esterno Srna. Insomma si tratta di una compagine ben assortita in tutti reparti ma con una spiccata attitudine difensiva ed una buona manovra di rimessa. Osservato speciale del match sarà Perisic seguito ultimamente dal Napoli.

    Out Barzagli (infortunio), Bonucci (squalificato) e infine anche Ogbonna, la linea dei tre centrali dovrebbe essere affidata a Moretti, Ranocchia e Chiellini mentre a centrocampo Verratti si sistemerà tra Marchisio e De Rossi, davanti tra gli azzurri c’è maggiore scelta tuttavia Immobile dovrebbe essere coadiuvato da Pellè, ultimamente più in palla di Zaza del Sassuolo.

    ITALIA-CROAZIA LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Italia (3-5-2): Buffon; Moretti, Chiellini, Ranocchia; Darmian, De Rossi, Verratti, Marchisio, De Sciglio; Immobile, Pellè.

    All.: Antonio Conte

    Croazia (4-3-2-1): Subasic; Srna, Lovren, Corluka, Vrsaljko; Modric, Rakitic, Kovacic; Perisic, Mandzukic; Olic.

    All.: Niko Kovac

     

  • Pellè regala il successo ad una brutta Italia a Malta

    Pellè regala il successo ad una brutta Italia a Malta

    Una brutta Italia fornisce una prestazione per nulla convincente ma riesce, grazie al gol di Pellè nel suo esordio in nazionale, a portare a casa tre punti preziosissime che permettono alla nazionale di Antonio Conte di mantenere la vetta del proprio girone a punteggio pieno.

    Sicuramente una serata non indimenticabile, ci sarà da lavorare, sul piano del gioco in queste ultime due gare è stato fatto un passo indietro e sopratutto c’è da pensare che a novembre ci sarà da ospitare la Croazia che questa sera ha inviato un bel messaggio agli azzurri con il netto 6-0 rifilato all’Azerbaijan.

    Veniamo al racconto del match di questa sera.

    Conte non rinuncia al suo 3-5-2 ma modifica alcuni interpreti, spostando Darmian in difesa con Bonucci e Chiellini ed inserendo dal primo minuto Verratti, Pellè, Candreva e Pasqual, dando un turno di riposo a De Sciglio, Pirlo, Ranocchia e Zaza.

    Ghedin opta per lo stesso modulo, un 3-5-2 che però è più un 5-3-2 con il Bomber Mifsud e Schembri a guidare l’attacco.

    Graziano Pellè
    Graziano Pellè

    L’Italia prova a partire forte ma dopo i primissimi minuti Malta si sistema e si chiude bene ed anzi con Failla sfiora il vantaggio al 15° con un tiro che sfiora il palo. Gli azzurri si svegliano e prima prendono la traversa con Pellè e sul successivo corner Chiellini scheggia il palo. Al 23° però il gol arriva, calcio d’angolo, palla che rimane in area e dalla mischia risolve Pellè con un tocco da pochi passi. Al 26° altra svolta della gara, Mifsud commette un’entrata rude su Florenzi e si prende il rosso diretto. Si pensa ad un’Italia all’arrembaggio per chiudere la partita ed invece il primo tempo si trascina senza altre emozioni sino al fischio dell’arbitro.

     

    La ripresa riparte senza cambi e con l’Italia che tenta un approccio con più ritmo anche se le occasioni da gol continuano a latitare. Gli azzurri avanti di un gol e di un uomo sembrano accontentarsi e non spingono con grande convinzione. Conte si gioca anche le carte Aquilani e Giovinco per Florenzi ed Immobile ma il copione non cambia, il portiere Hogg non viene sostanzialmente mai impegnato. Al 73° si ristabilisce la parità numerica con Bonucci che si prende il rosso diretto per fallo su Schembri con l’arbitro che considera la chiara occasione da gol. Dopo una lunga serie di palleggi dell’Italia, che sembra aver timore di una possibile beffa, arriva al 91° l’azione di Giovinco con il diagonale del numero 10 azzurro che centra il palo. Malta non si butta all’attacco e l’Italia non concede praticamente niente sino al fischio finale che certifica la vittoria azzurra.

     

    MALTA – ITALIA 0-1 (0-1) (23° Pellè)

    MALTA (3-5-2): Hogg; Agius, Camilleri, Z. Muscat; Fenech, Failla (93° Bezzina), Briffa, R. Muscat, Mintoff (72° Baldacchino); Mifsud, Schembri (85° Cohen).

    Allenatore: Ghedin.

    ITALIA (4-4-2): Buffon; Darmian, Chiellini, Bonucci; Pasqual, Verratti, Florenzi (59° Aquilani), Marchisio, Candreva; Immobile (65° Giovinco), Pellè (76° Ogbonna).

    Allenatore: Conte.

    Arbitro: Haltegan.

    Ammoniti: Briffa (M), Darmian (I).

    Espulsi: Mifsud (M), Bonucci (I).

  • Fa tutto Chiellini, l’Italia rischia ma batte l’Azerbaijan

    Fa tutto Chiellini, l’Italia rischia ma batte l’Azerbaijan

    Terza partita, seconda nelle gare di qualificazioni ad Euro2016, per l’Italia di Antonio Conte e terzo successo se pur arrivato con modalità diverse rispetto alle due precedenti gare.

    Giorgio Chiellini
    Giorgio Chiellini

    Gli azzurri comandano il gioco per quasi tutta la gara, costruiscono e sprecano tanto e alla mezz’ora del secondo tempo rischiano la beffa.

    Protagonista assoluto del match è stato sicuramente Giorgio Chiellini che sul finire di primo tempo ha sbloccato la gara con un colpo di testa anticipando l’uscita del portiere. Al 75° ha causato, in collaborazione con Buffon, l’autogol che aveva regalato il pareggio agli ospiti e poi qualche minuto dopo, grazie ad un altro colpo di testa, stavolta su perfetto cross di Giovinco, ha trovato il gol del definitivo 2-1.

    Veniamo al racconto della gara.

    Conte non cambia il suo consueto 3-5-2, inserendo Pirlo dall’inizio con Marchisio e Florenzi al suo fianco, Ranocchia-Bonucci-Chiellini nel pacchetto difensivo, Darmian e De Sciglio sugli esterni, Zaza ed Immobile coppia d’attacco.

    Berti Vogts schiera i suoi con un 4-4-2 piuttosto prudente, delegando alla coppia Dadasov-Aliyev il compito di gestire l’attacco.

    E’ l’Italia a fare subito la partita, al 5° già una ghiotta occasione per Marchisio che si inserisce su tocco di Immobile ma calcia alto. Al 9° anche Florenzi non inquadra la porta ma c’è solo una squadra in campo, l’Italia. Per diversi minuti gli azzurri non riescono a trovare spazio e l’occasione arriva da corner con un colpo di testa di Bonucci bloccato dal portiere. L’Italia non trova spazio sulle fasce e quindi diventano importanti i calci piazzati, su un corner al 36° è Ranocchia a sfiorare il gol. E proprio da un corner al 43° arriva la rete: calcia Pirlo, Chiellini stacca bene, anticipa il portiere e di testa fa 1-0. Risultato con il quale si va al riposo.

    Il secondo tempo riparte con lo stesso copione, azzurri in avanti con Zaza che prova per due volte in acrobazia a cercare il gol. I minuti passano senza pericoli per Buffon e con il solito Zaza che va altre due volte vicino al gol, la porta però per lui pare stregata. Al 75° arriva come un fulmine a ciel sereno il pareggio dell’Azerbaijan: calcio d’angolo degli ospiti, pasticcio della difesa azzurra con Chiellini che la tocca nella sua porta rendendo vano il tentativo di Buffon. Lo Shock per gli azzurri dura solo pochi minuti perchè al 81° Giovinco pennella per la testa di Chiellini, sempre lui, che insacca il nuovo vantaggio. Nel finale si accende Giovinco che prima si scatena in un azione personale non riuscendo a servire Immobile e qualche minuto dopo centra la traversa. Dopo 3 minuti di recupero arriva il fischio finale che certifica il successo, se pur con qualche sofferenza, per gli uomini di Conte.

     

    ITALIA – AZERBAIJAN 2-1 (1-0) (43°, 81° Chiellini, 75° aut. Chiellini)

    ITALIA (3-5-2): Buffon; Chiellini, Ranocchia, Bonucci; Darmian (81° Candreva), Florenzi (76° Giovinco), Pirlo (73° Aquilani), Marchisio, De Sciglio; Immobile, Zaza.

    Allenatore: Conte.

    AZERBAIJAN (4-4-2): Agayev; Allahverdiyev, Guseynov, Sadygov, Qirtimov (46° Ramaldanov); Abdullayev, Qarayev, Amirquliyev (86° Nadirov), Nazarov; Dadasov (59° Huseynov), Aliyev.

    Allenatore: Vogts.

    Arbitro: Gocek.

    Ammoniti: Dadasov (A), Pirlo (I), Sadygov (A), Zaza (I).

  • Zaza illumina l’Italia, Norvegia annientata

    Zaza illumina l’Italia, Norvegia annientata

    Buona anche la seconda per Antonio Conte, per la sua nazionale è il secondo 2-0 di fila, con la stessa conferma: Simone Zaza. Il classe ’91 nato a  Policoro, giocatore del Sassuolo ma in orbita Juventus, ha giocato un’altra partita eccezionale, gol, traversa, cucchiaio salvato sulla linea. Ha dimostrato di nuovo di essere pronto per giocare ad alti livelli e la coppia con Ciro Immobile, oggi a secco, continua a funzionare. Le ali corrono e crossano, Bonucci inventa, lancia e fa anche gol. L’Italia è la fotocopia della Juventus di Conte, ma con interpreti nella maggior parte dei casi diversi.

    Simone Zaza esulta dopo il gol
    Simone Zaza esulta dopo il gol

    All’Ullevaalstadion di Oslo parte subito bene la squadra del tecnico pugliese: lancio sul filo della linea di fondo per Darmian che riesce a metterla dentro in scivolata tenendola in campo, ma Zaza non riesce a intervenire. Al 16° minuto esplode il 23enne di Policoro: prova ad accentrarsi, ma è costretto ad allargarsi sulla sinistra, calcia ugualmente e trova una deviazione di Nortveit, che spiazza il portiere: gol dell’1-0. L’Italia continua a crescere e non concede nulla agli avversari, poi va a chiudere il match con Leonardo Bonucci: cross perfetto di Pasqual per la testa del centrale bianconero. Dopo il 2-0 altre due-tre occasioni per gli azzurri: ancora Zaza che sfrutta un grande velo di Immobile e si invola verso la porta: traversa. Sul tap-in successivo Florenzi si tuffa di testa, ma trova la parata di Nyland. Poi altra chance: retropassaggio sbagliato della Norvegia e Zaza vince l’1 contro 1 con l’avversario, supera il portiere con un tocco morbido ma trova la respita sulla linea di Forren. Dopo 3 minuti di recupero finisce il match, primi 3 punti per l’Italia di Conte.

    NORVEGIA: Nyland 5.5, Elabdellaoui 5.5, Forren 6, Nordtveit 5.5, Flo 5.5, Nielsen 5 (49° Elyounoussi 6), Johansen 6, Jenssen 5.5 (69° Tettey 6), Skjelbred 5.5, Daehli 5.5, King 6

    ITALIA: Buffon 6, Ranocchia 6, Bonucci 7, Astori 6.5, Darmian 6.5 (60° Pasqual 6.5), Florenzi 5.5 (86° Poli sv), De Rossi 6.5, Giaccherini 6, De Sciglio 6, Zaza 7 (75° Destro sv), Immobile 6.5

    NORVEGIA-ITALIA 0-2 (15’ Zaza, 60’ Bonucci)

    Ammoniti: Florenzi (I), Astori (I), Nordtveit (N), Forren (N).

    Nelle altre due partite del girone la Croazia ha battuto comodamente Malta, mentre la Bulgaria ha faticato sul campo dell’Azerbaigian. Di seguito sono riportate tutte le partite di oggi:

    KAZAKISTAN-LETTONIA 0-0
    AZERBAIGIAN-BULGARIA 1-2 (14° Mikanski [B], 54° Nazarov [A], 87° Hristov [B])
    REPUBBLICA CECA-OLANDA 2-1 (22° Dockal [RC], 55° De Vrij [O], 90° Pilar [RC])
    ISLANDA-TURCHIA 3-0 (18° Bodvarsson, 76° Sigurdsson, 77° Sigthorsson)
    ANDORRA-GALLES 1-2 (6° rig. Lima [A], 22°, 81° Bale [G])
    BOSNIA-CIPRO 1-2 (6° Ibisevic [B], 45°, 73° Christofi [C])
    CROAZIA-MALTA 2-0 (46° Modric, 81° Kramaric)
    NORVEGIA-ITALIA 0-2 (16° Zaza, 62° Bonucci)