Tag: antonio conte

  • Conte, audizione da Palazzi: la storia non si ripete

    Conte, audizione da Palazzi: la storia non si ripete

    Il rapporto tra il tecnico della Juventus Antonio Conte ed il procuratore federale Stefano Palazzi non è nato, di certo, tra i migliori auspici nella calda estate 2012 targata dallo scandalo Scommessopoli, sfociata poi nella lunga squalifica per il tecnico juventino accusato di “omessa denuncia” in riferimento alla sua esperienza in panchina a Siena, e costretto a scontare un lungo stop lontano dai campi e dalla propria panchina, dal 10 Agosto al 9 Dicembre 2012. Un rapporto ovviamente conflittuale tra Conte e la Procura, reso ancor più aspro dal temperamento caldo e impulsivo del tecnico salentino, evidenziato perfettamente dalla conferenza stampa del 24 Agosto scorso, al fianco del suo avvocato Giulia Bongiorno e del suo vice Angelo Alessio, quando mister Conte ripetè con forza e decisione le parole “Agghiacciante”, “E’ una vergogna” in riferimento alla conduzione dell’inchiesta Scommessopoli ed ai suoi esiti finali che lo condannavano. Una conferenza stampa che, tra l’altro, diede grandi spunti anche al comico Maurizio Crozza che studiò con attenzione quell’invettiva di mister Conte e riuscì poi a riproporla nei suoi sketch ironici, con tanto di “chapeau” finale.

    Conte audizione da Palazzi | © Valerio Pennicino/ Getty Images Sport
    Conte audizione da Palazzi | © Valerio Pennicino/
    Getty Images Sport

    Come se tutto ciò non bastasse, mister Conte nella giornata di ieri è tornato in Procura per essere ascoltato nuovamente, proprio dal procuratore federale della Federcalcio Stefano Palazzi, che contrariamente alle sue abitudini ha svolto personalmente un’audizione con un tesserato, durata ben tre ore. Un tempo molto lungo, ovviamente, che non può non scatenare grande curiosità circa i contenuti della discussione tra i due, anche se all’uscita dalla Procura le parole del tecnico salentino sono state perlopiù orientate ad un sostanziale ottimismo circa i risvolti futuri: “non temo in alcun modo un nuovo deferimento”.

    E’ bene precisare che la nuova convocazione di mister Conte fa riferimento alla necessità di chiarimenti in merito alla sua esperienza sulla panchina del Bari (antecedente a quella sulla panchina del Siena), quando alcuni suoi giocatori promosero le ormai note combine per concordare i risultati delle gare contro Treviso e Salernitana. Una circostanza della quale mister Conte ha negato durante la suddetta audizione di essere mai venuto a conoscenza, precisando che il rapporto all’interno dello spogliatoio con i suoi calciatori è sempre stato orientato a essere di tipo “formale” e, per questo, il tecnico salentino non vive le questioni dello spogliatoio che riguardano i rapporti tra calciatori in maniera diretta, tranne che nei momenti propriamente legati alla preparazione delle partite.

    Per questo, e sommando gli altri pezzi del mosaico che si riferiscono alla posizione di Antonio Conte in merito alla sua esperienza sulla panchina del Bari, questa volta non dovrebbe esserci realmente nulla da temere, e lo spettro dell’omessa denuncia non sembra aleggiare come accaduto nella scorsa estate poichè gli elementi in mano alla Procura federale non sembrano essere affatto sufficienti a configurare un reato sportivo per Antonio Conte. D’altronde, lo stesso attuale tecnico della Juventus ha voluto ribadire la serenità del suo stato d’animo, evidenziando di non aver provato imbarazzo nel trovarsi nuovamente di fronte agli uomini della procura dopo le parole forti espresse in estate, perché “quando uno parla con il cuore non può provare imbarazzo”.

  • La Juventus di Pogba e Giaccherini: individualità e collettivo

    La Juventus di Pogba e Giaccherini: individualità e collettivo

    La vittoria della Juventus ottenuta contro il Catania è stata definita da molti come “un ulteriore passo verso lo scudetto”, un risultato che vale un quarto di tricolore, anche alla luce del contemporaneo stop della prima inseguitrice, il Napoli, contro il Chievo. Per capire se tale previsione sarà confermata, è necessario attendere ancora qualche settimana, ma di certo è possibile asserire che sia stata una di quelle vittorie che per chi le conquista regalano le maggiori soddisfazioni, perchè sofferte e sudate, e conquistata soltanto al 91’, grazie ad un gol di un “gregario”, Emanuele Giaccherini, subentrato dalla panchina.

    In questi casi, dunque, è d’obbligo parlare della forza del gruppo, di umiltà e sacrificio di chi lavora nelle retrovie e cerca di farsi trovare pronto al momento opportuno, cercando di farsi ricordare con gesta come quelle di ieri e ritagliandosi un ruolo comunque importante, anche soltanto per una domenica.

    Juventus, Pogba e Giaccherini i due volti | © Valerio Pennicino/Getty Images
    Juventus, Pogba e Giaccherini i due volti | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Nella Juventus di Antonio Conte è ormai ben noto che chi lavora e si sacrifica viene sempre premiato, in un modo o nell’altro: era successo lo scorso anno con Marco Borriello, autore di una rete decisiva per la conquista del tricolore in quel di Cesena, è successo ieri con Giaccherini, “Jack” come viene soprannominato dai compagni. Una soddisfazione grande come l’importanza della sua rete, che gli è valsa l’abbraccio di tutta la squadra e l’esplosione dello Juventus Stadium, finalmente di nuovo gremito e caloroso nei confronti della squadra. Una soddisfazione che, per chi ha poco spazio in campo e non vive sotto i riflettori, può essere ancora più intensa.

    Ma nella ventottesima giornata del campionato bianconero, oltre ad Emanuele Giaccherini passato da gregario a uomo-copertina, è bene sottolineare ancora una volta anche la prestazione di Paul Pogba, che non è più considerabile una “novità” o una “scoperta” ma che, soprattutto in questa ultima parte della stagione, si sta rivelando un elemento essenziale, riuscendo a colmare anche quelle – rarissime – giornate opache del centrocampo bianconero, in cui la stella di Andrea Pirlo non brilla come sempre e la sostanza di Claudio Marchisio non è all’altezza delle aspettative.

    L’importanza del francesino classe ’93 è racchiusa tutta nell’ azione determinante della gara, con un aggancio delizioso in area, una parabola che costringe Andujar ad un’affannosa respinta che si rivelerà, poi, imprecisa e giungerà nei pressi di GIaccherini che realizzerà il decisivo 1-0. E’, dunque, una Juventus dai due volti quella che si conferma leader indiscussa del campionato, caratterizzata, da un lato, dal gruppo di cemento e dallo spirito di sacrificio e dall’altro dalle preziose individualità di qualità, capaci di esser determinanti anche con una sola giocata.

    A ben vedere, però, il primo aspetto tende sempre a prevalere sul secondo, coerentemente con la filosofia di mister Conte che, anche a fine partita, non ha perso occasione per spendere parole di elogio per il goleador di giornata Giaccherini e di moderata soddisfazione per la prestazione di Pogba, rimproverandogli un “primo tempo non del tutto soddisfacente”, ed affinchè “continui a pedalare” e rimanga con i piedi per terra, perché la forza di questa Juventus targata Conte deve rimanere il collettivo, sempre e comunque.

  • Giaccherini avvicina lo scudetto alla Juventus

    Giaccherini avvicina lo scudetto alla Juventus

    Una vittoria cercata e sudata. E forse da scudetto. La Juventus piega in pieno recupero il Catania e complice il ko del Napoli a Verona contro il Chievo conquista tre punti d’oro nella lotta al primato. Nove lunghezze a dieci giornate dalla fine sono un bottino non indifferente nonostante la Champions League di mezzo. Decisivo Giaccherini, gregario da sempre pupillo di Conte e che ha ripagato il tecnico della fiducia accordatagli con un gol importantissimo. Tre punti in ogni caso meritati contro un Catania rimaneggiato ma che ha retto per quasi tutto il match, aiutato in parte anche dalla fortuna. Un gol, quello di Giaccherini, frutto di una grande giocata di Pogba, tra i migliori in una Juventus che in mezzo al campo non ha particolarmente brillato. Nessuna sorpresa nei due undici iniziali, con Conte e Maran che schierano le formazioni previste alla vigilia.

    Nel primo tempo la Juventus non è riuscita a costruire gioco come al solito, complice un centrocampo, quello siciliano, piuttosto folto e che non ha permesso a Pirlo di agire con la consueta classe e visione di gioco. La chance più ghiotta pertanto capita a Vucinic il cui tiro, favorito da una disattenzione di Bellusci e Almiron, colpisce il palo. I bianconeri, complici gli spazi ristretti, ci provano anche da fuori, ma Marchisio non riesce ad inquadrare il bersaglio grosso. Nella ripresa Conte prova a cambiare le carte in tavola: dentro Matri per Giovinco, Quagliarella per Vucinic e soprattutto Giaccherini per Asamoah. Ci prova Marchisio il cui allungo sugli sviluppi di una punizione calciata da Pirlo finisce a lato, poi è Pogba a prendersi carico della manovra offensiva prima provando a calciare a rete da fuori e poi fornendo a Giaccherini, con in mezzo una smanacciata di Andujar, la palla del gol decisivo. Quagliarella, di lì a poco, mancherà di un soffio il 2-0. E per la Juve la strada verso lo scudetto, da stasera, sembra essere un po’ più in discesa.

    Giaccherini abbracciato dai compagni © Valerio Pennicino/Getty Images
    Giaccherini abbracciato dai compagni © Valerio Pennicino/Getty Images

    LE PAGELLE DI JUVENTUS-CATANIA
    Bonucci 7: Se il Catania dalle parti di Buffon non ci arriva mai, gran parte del merito è suo.
    Giaccherini 6,5: Entra, si fa ammonire per simulazione dopo una bella incursione, realizza il gol della vittoria. Quindici minuti di fuoco per lui.
    Pogba 6,5: Prende in mano il centrocampo, reparto nel quale è il più brillante insieme a Marchisio. La sua invenzione porta al gol del successo.
    Giovinco 5: Impalpabile in attacco. Occasione sprecata per la Formica atomica.
    Lodi 5,5: Si aspetta qualche giocata interessante e illuminante, invece si perde senza fare grandi cose.
    Gomez 5,5: Servito poco e male, corre tanto senza però riuscire ad incidere.

    IL TABELLINO DI JUVENTUS-CATANIA
    JUVENTUS (3-5-2): Buffon sv; Barzagli 6, Bonucci 7, Chiellini 6; Lichtsteiner 6, Pogba 6,5, Pirlo 5,5, Marchisio 6,5, Asamoah 5,5 (30′ st Giaccherini 6,5); Vucinic 6 (31′ st Quagliarella 5,5), Giovinco 5 (20′ st Matri 6). In panchina: Storari, Rubinho, Peluso, De Ceglie, Marrone, Isla, Padoin, Anelka. Allenatore: Conte 6,5
    CATANIA (3-5-2): Andujar 5,5; Bellusci 6, Spolli 6 (41′ st Rolin sv), Alvarez 5,5; Izco 5,5, Lodi 5,5, Almiron 6, Biagianti 6 (36′ st Salifu sv), Marchese 6; Gomez 6 (38′ st Cani sv), Castro 5,5. In panchina: Frison, Terracciano, Augustyn, Potenza, Sciacca, Ricchiuti, Doukara, Barrientos, Keko. Allenatore: Maran 5,5

  • Juventus-Catania, Conte conferma Pogba

    Juventus-Catania, Conte conferma Pogba

    Dopo la formalità del ritorno degli ottavi di Champions contro il Celtic, la Juventus si rituffa nel campionato e alle 15 ospita allo Stadium il Catania. Gli etnei, reduce dal clamoroso tonfo interno contro l’Inter dopo che erano andati in vantaggio di due reti, vogliono rialzarsi per continuare a sognare un piazzamento in Europa League. Conte si presenta all’appuntamento con un’assenza pesante in mezza al campo, quella del cileno Vidal, squalificato per un turno. Lo stesso si va cosi ad aggiungere agli infortunati Caceres, Pepe e Bendtner, mentre ci sono da registrare i recuperi di De Ceglie e Anelka, i quali cominceranno comunque dalla panchina. Rispetto a mercoledì sera tutta via saranno diversi i rientri: Chiellini, Lichtsteiner, Marchisio, Vucinic e Giovinco, tutti rimasti a riposo in Champions, torneranno dal 1’, cosi come Asamoah che contro il Celtic aveva giocato uno spezzone di gara.

    Nel Catania out per squalifica l’ex di turno Legrottaglie, mentre causa infortunio resteranno fuori Capuano e Bergessio. Convocati, ma in panchina, Barrientos e Ricchiuti: per loro comunque appare difficile un impiego nella sfida contro i torinesi. Moduli speculari i due tecnici che puntano decisi sul 3-5-2. Nella Juventus solito trio difensivo davanti a Buffon, ovvero quello composto da Barzagli, Bonucci e Chiellini. In mezzo al campo Pogba prenderà il posto di Vidal con Pirlo e Marchisio che agiranno accanto a lui mentre le corsie laterali saranno presidiate da Lichtsteiner e Asamoah. In attacco Vucinic e Giovinco. Dall’altro lato davanti ad Andujar, retroguardia composta da Bellusci, Spolli e Rolin. In mezzo al campo Izco, Lodi ed Almiron con Alvarez e Marchese sulle corsie laterali. Gomez e Castro formeranno il tandem offensivo.

    Paul Pogba titolare contro il Catania © Valerio Pennicino/Getty Images
    Paul Pogba titolare contro il Catania © Valerio Pennicino/Getty Images

    Le probabili formazioni di Juventus-Catania
    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Marchisio, Asamoah;Vucinic, Giovinco. In panchina: Storari, Rubinho, Peluso, De Ceglie, Marrone, Isla, Padoin, Giaccherini, Matri, Quagliarella, Anelka. Allenatore: Conte
    CATANIA (3-5-2): Andujar; Bellusci, Spolli, Rolin; Alvarez, Izco, Lodi, Almiron, Marchese; Gomez, Castro. In panchina: Frison, Terracciano, Augustyn, Potenza, Sciacca, Biagianti, Salifu, Ricchiuti, Doukara,Barrientos, Cani, Keko. Allenatore: Maran

  • Mancini elogia Conte e analizza Balotelli

    Mancini elogia Conte e analizza Balotelli

    In questi giorni in cui in casa Juventus si vive sulle ali dell’entusiasmo per la qualificazione ai quarti di Champions League dopo sette anni di assenza, ed in cui si prova a tener i piedi per terra pensando al campionato ed al consolidamento del primato in classifica concentrandosi sull’ impegno con il Catania di domenica prossima, giungono dei paralleli importanti promossi da personaggi di spicco del calcio italiano ed europeo. In particolare, il tecnico del Manchester City Roberto Mancini intervistato da Sky Sport ha speso parole di grande elogio nei confronti della Juventus e di Antonio Conte, sottolineando i meriti del tecnico salentino, autore di una “costruzione” importante soprattutto dal punto di vista psicologico nei confronti del gruppo con cui “sta facendo un ottimo lavoro”. Secondo Mancini, l’aspetto più caratterizzante di questa squadra è, infatti, la mentalità importante che il tecnico ha saputo infondere, e che ricorda in maniera inequivocabile la Juventus del primo periodo di Marcello Lippi, la squadra che nella seconda metà degli anni novanta fece man bassa in campionato e che riuscì anche ad arrivare sul tetto del Mondo, conquistando l’allora Coppa Intercontinentale.

    Mancini elogia Conte e analizza Balotelli | © ANDREW YATES/Getty Images
    Mancini elogia Conte e analizza Balotelli | © ANDREW YATES/Getty Images

    Un paragone senz’altro importante, considerando soprattutto tutti quei successi che quella squadra – di cui faceva parte lo stesso Antonio Conte – ha saputo cogliere,  sia in Italia che in Europa considerando che anche l’ultima Champions League nella bacheca juventina risale proprio a quel periodo “felice” ed in particolare al 1996. Un sogno che ovviamente si continua a coltivare ancora considerando che sono ormai trascorsi diciassette anni, facendo leva proprio sulla fame e sugli stimoli del gruppo attuale, così come accadeva in quella prima Juventus di Marcello Lippi che veniva da un periodo buio e che trovò la forza di volare tanto in alto.

    In prospettiva quarti di finale e ad una settimana dall’estrazione dall’urna dei fatidici “accoppiamenti”, secondo Roberto Mancini, è dunque tutto possibile: “adesso è tutto aperto, in due partite può succedere di tutto e non è detto che vinca la squadra più forte dell’altra”.

    In tal senso, gli esempi proposti da Mancini analizzano quanto accaduto al Milan in questa edizione, considerando che “nessuno pensava che battesse il Barcellona”, ma anche al Chelsea dello scorso anno che “dopo il 3-1 di Napoli nessuno poteva ipotizzare potesse vincere”. Le parole di Roberto Mancini, dunque, vogliono trasmettere un messaggio di “possibilismo” per le ambizioni della Juventus, considerando il fatto che spesso nella Coppa dalle grandi orecchie anche le outsider riescono ad imporsi e che “la Champions League è una storia particolare” e, quindi, tutto è possibile.

    Oltre al discorso Champions League, poi, Mancini affronta anche il tema Balotelli considerando il suo addio burrascoso al City conseguente ai troppi litigi ed alle tensioni accumulate nello spogliatoio ed anche con lo stesso Mancini, nonostante il tecnico jesino inizialmente lo avesse accolto sotto la sua ala protettrice. Tuttavia, l’analisi di Mancini risulta molto lucida nel considerare che “difficilmente Balotelli cambierà, gli errori che commette oggi li farà anche a 30 anni perché lui è così”. Nonostante questo, però, Mancini invita Mario Balotelli a dare sempre il massimo, perché da lui ci si attende questo.

    In tal senso, dunque, Mancini dimostra di aver ancora a cuore il futuro di Balotelli e smentisce una volta per tutte quelle voci sollevate dai tabloid di uno “scontro fisico” in allenamento tra SuperMario e Mancio, paragonato a quello tra Cassano e Stramaccioni, spiegando di averlo semplicemente “preso per la maglia e mandato via dopo che aveva commesso un fallo di gioco su un suo compagno di squadra”. 

  • La Juventus torna tra le migliori otto

    La Juventus torna tra le migliori otto

    Tutto come previsto. La Juventus non sbaglia e conquista i quarti di finale di Champions League a distanza di sette anni dall’ultima volta. Forti del 3-0 dell’andata, i bianconeri gestiscono in tranquillità il match contro il Celtic e grazie alla coppia d’attacco scelta da Antonio Conte, quella formata da Matri e Quagliarella, affondano definitivamente gli scozzesi. Ottavi passati facilmente e adesso i tifosi possono sognare, anche se indubbiamente ad aprile si ritroveranno davanti una squadra dal tasso tecnico superiore a quella allenata da Lennon. Che ci ha messo buona volontà allo Juventus Stadium, ma nulla più. Qualche occasione creata, possesso palla sterile. La Juve, ben chiusa per un tempo e più propositiva nella ripresa, ha gestito facilmente la gara.

    Conte, come previsto alla vigilia, applica un moderato turnover: dentro Marrone, Padoin, Peluso, Pogba, Quaagliarella e Matri, fuori Chiellini, Lichtsteiner, Asamoah, Marchisio, Vucinic e Giovinco, mentre c’è dal 1’ Vidal, diffidato ma che durante la gara conterrà la consueta foga agonistica gestendo il proprio match con intelligenza. Dall’altra parte Lennon lascia il combina guai dei primi 90’ Ambrose in panchina ma getta nella mischia Samaras, assente all’andata. Il Celtic parte discretamente ma di spazi non ne trova. A differenza della Juve che a metà tempo passa grazie ad una azione cominciata da Barzagli e conclusa a porta sguarnita da Matri, con l’intermezzo del tiro di Quagliarella respinto corto da Forster. Dall’altra parte il Celtic ci prova con un tiro terminato da poco a lato, con un traversone basso e per finire con una chance targata Hooper il quale devia sottomisura un tiro di Commons senza fare però i conti con un super Buffon.

    Nel secondo tempo Quagliarella mette il sigillo al match sfruttando un assist al bacio di Vidal. Conte continua nel proprio turnover dando spazio anche a Isla e Giaccherini oltre che ad Asamoah. Il Celtic prova a trovare il gol della bandiera ma non ci riesce, anche se sulle tribune i tifosi scozzesi fanno festa comunque. Ma per loro è l’ultima tappa nel tour europeo della stagione 2012/2013. Giro che la Juve continuerà ad aprile, con la speranza che duri il più possibile. Come l’imbattibilità del proprio capitano Buffon.

    Juventus festeggia copy; AFP/Getty Images
    Juventus festeggia copy; AFP/Getty Images

    LE PAGELLE DI JUVENTUS-CELTIC
    Buffon 7: Splendida la deviazione su Hooper nel primo tempo, ma si dimostra sempre attento nelle uscite. D’altronde se in Europa è imbattuto da quasi 500’ un motivo ci sarà.
    Barzagli 7: Solita grandissima prova condita dalla discesa che vale il gol dell’1-0.
    Marrone 6,5: Si disimpegna abbastanza bene non soffrendo l’importanza di un ottavo di Champions League.
    Quagliarella 7: Sembrava essere finito nel dimenticatoio ed invece prima ci mette lo zampino sul primo gol e poi realizza, facilmente, il secondo.
    Matthews 6: Lì dietro è tra i pochi a combinare qualcosina di buono.
    Samaras 5: Grandi aspettative su di lui, ma alla fine non incide particolarmente.

    IL TABELLINO DI JUVENTUS-CELTIC
    JUVENTUS (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 7, Marrone 6,5, Bonucci 6; Padoin 6, Vidal 6,5 (21′ st Isla sv), Pirlo 6,5 (24′ st Giaccherini sv), Pogba 7, Peluso 6 (13′ st Asamoah 6); Quagliarella 7, Matri 6,5.In panchina: Storari, Chiellini, Vucinic, Giovinco. Allenatore: Conte 7
    CELTIC (4-3-2-1): Forster 5,5; Matthews 6 (7′ st Forrest 6), Kayal 5, Wilson 5, Izaguirre 5; Wanyama 5 (1′ st Ambrose 6), Mulgrew 5,5, Ledley 5,5; Commons 5,5 (28′ st Lassad 5,5), Samaras 5; Hooper 5. In panchina: Zaluska, Miku, Stokes, McGeouch. Allenatore: Lennon 5,5

  • Conte carica la Juve: “con il Celtic antenne dritte”

    Conte carica la Juve: “con il Celtic antenne dritte”

    La gara di questa sera contro il Celtic è uno di quei match che, pur semplici sulla carta alla luce del risultato dell’andata degli ottavi, può avere alcune insidie insite nella sua stessa semplicità. I pericoli in agguato per la Juventus sono soprattutto di natura psicologica, nell’approcciarsi ad una gara alla quale si arriva forti dello 0-3 dell’andata in terra scozzese e, dunque, potrebbe esservi il rischio  di sottovalutarla in termini di impegno e concentrazione. Il condizionale, però, è d’obbligo proprio perché si tratta della Juventus e, in particolare, di Antonio Conte che fa della carica, della fame agonistica e dell’intensità i suoi dogmi. Pertanto, non bisogna meravigliarsi del fatto che nella conferenza stampa della vigilia le parole da lui adoperate risultano essere improntate alla necessità di “mantenere le antenne dritte”, definendo il match con il Celtic “un importante banco di prova per tutti”. I pericoli maggiori, secondo mister Conte, possono provenire proprio dalla determinazione e dall’orgoglio degli scozzesi, che hanno tutta l’intenzione di provare a cancellare la debacle subita al Celtic Park o, perlomeno, provare a rimediare fornendo una prestazione di grinta e sostanza, anche perché – ovviamente – le qualificazioni “si devono conquistare in 180 minuti”.

    Conte carica la Juventus | © Valerio Pennicino/ Getty Images Sport
    Conte carica la Juventus | © Valerio Pennicino/
    Getty Images Sport

    Andando maggiormente nel dettaglio, secondo mister Conte il Celtic è una squadra pericolosa ed insidiosa soprattutto sulle palle inattive, considerando le doti fisiche dei suoi uomini e, dunque, sarà indispensabile prestare attenzione in tal senso, perché i pericoli non vanno sottovalutati nonostante la seria ipoteca messa nella gara d’andata e perché “il calcio può sempre riservare sorprese” e, sembra scontato sottolineare, che in tal caso non sarebbero affatto gradite. Perciò mister Conte non molla di un centimetro e mantiene il suo consueto piglio deciso e determinato, non soltanto perché lo impone il “copione”.

    Oltre al tema Champions League, la conferenza stampa di mister Conte tocca altre tematiche “di attualità”, connesse anche alla corsa-scudetto ed in risposta alle dichiarazioni di Adriano Galliani che, interpellato in merito, ha sentenziato che la Juventus “abbia già vinto lo scudetto”. Antonio Conte, da uomo scaramantico e pragmatico, non sembra aver gradito la “previsione” che potrebbe apparire anche come una “gufata”, e sottolineando il fatto che “mancano ancora undici gare al termine e lo stesso Milan un anno fa era a +7 sulla Juventus che ha poi vinto lo scudetto”. Per tal ragione, Conte non trascura “di fare gli opportuni scongiuri” ringraziando Galliani per la stima e sottolineando il fatto che “lui in fondo è juventino e se la Juve dovesse ripetersi sotto sotto sarà contento”.

    Galliani ma non solo, Antonio Conte risponde anche alle parole del tecnico del Napoli Walter Mazzarri che ha affermato che la sua squadra avrebbe meritato di vincere lo scontro diretto di Venerdì sera. Conte la pensa diversamente e sottolinea, in tal senso, soprattutto la carica e la forza psicologica del suo gruppo, capace di non lasciarsi intimorire dal clima di tensione che si respirava prima della gara, con tanto di pietre lanciate contro il pullman e con tre vetri rotti.

    La Juventus al San Paolo è scesa in campo e ha dimostrato di essere “sempre sul pezzo”, una caratteristica che infonde fiducia anche in prospettiva della gara contro il Celtic che ha intenzione di andare a Torino “non da semplice visitatore”.

  • Conte e la tentazione Chelsea, i tabloid sognano

    Conte e la tentazione Chelsea, i tabloid sognano

    I tabloid inglesi si stanno sempre di più scatenando attorno alle indiscrezioni circa il futuro di Antonio Conte in Premier League e, in particolare sulla panchina del Chelsea, alla luce di quello che sarebbe il desiderio più volte espresso da parte dello stesso tecnico salentino di poter intraprendere un’esperienza all’estero. Tuttavia, considerando il particolare momento stagionale ed il fatto che mister Conte è totalmente concentrato sul lavoro con la Juventus per poter lottare al meglio per gli obiettivi da raggiungere, queste voci – che si stanno diffondendo sempre con maggiore insistenza – potrebbero risultare come una sorta di “azione di disturbo” che, di fatto, non si fonda su nessun elemento concreto. Quelle di mister Conte, infatti, non sono altro che un desiderio ipotetico, una volontà che non deve avere necessariamente riscontro a breve termine, anche perchè il progetto Juventus è ciò che si sposa al meglio con il suo modo di pensare e lavorare, considerando il suo forte ascendente sul gruppo costruito in un anno e mezzo di lavoro quotidiano, intenso e certosino.

    Conte al Chelsea, i tabloid sognano | © Valerio Pennicino/ Getty Images Sport
    Conte al Chelsea, i tabloid sognano | © Valerio Pennicino/
    Getty Images Sport

    Il Daily Star Sunday, però, ha voluto “forzare” le interpretazioni e sollevare un polverone su qualcosa che, in realtà, ad oggi sembra non esistere e che appare più come un “sogno” da parte della stampa inglese piuttosto che qualcosa di concreto e reale. Se è vero che  l’entourage del Chelsea ha avuto modo di apprezzare le capacità di Conte durante il girone di Champions League, quando la Juventus conquistò un ottimo pari a Stamford Bridge e diede una lezione di calcio allo Juventus Stadium provocando la fine dell’esperienza di Di Matteo sulla panchina dei Blues, è altrettanto vero che nel futuro della panchina del Chelsea del dopo-Rafa Benitez non vi sono certezze.

    In tal senso, lo stesso bene-informato agente Fifa Vincenzo Morabito esprime la sua previsione in proposito, sottolineando che nelle mire del presidente Abramovich potrebbe esservi  un altro tecnico italiano: Luciano Spalletti, che sarebbe pronto a lasciare lo Zenith per trasferirsi a Londra. I tifosi juventini, dunque, per ora possono star tranquilli.

  • La Juve fa un altro passo verso lo Scudetto

    La Juve fa un altro passo verso lo Scudetto

    Probabilmente con il pareggio maturato al San Paolo la Juventus fa un deciso passo in avanti lo Scudetto. L’ostacolo rappresentato dalla squadra azzurra poteva almeno sulla carta presentarsi come l’ultimo scoglio da aggirare prima di condurre in porto una classifica proficua ed anzi riservare energie importanti anche per il prosieguo in Champions League. E’ pur vero che la matematica al momento non consegna il tricolore ai bianconeri e che ci sono ancora ben 11 giornate di campionato da giocare, ma la squadra di Conte ha rivelato le qualità per confermarsi ai vertici del calcio italiano. Dal suo canto il Napoli ancora una volta ha dimostrato di essersi svegliato tardi dal suo torpore di stagione e che alla squadra di Mazzarri manca ancora un pizzico di cinicità e del passo decisivo per puntare allo Scudetto. E questo Napoli-Juventus lo ha evidenziato.

    Il duello Chiellini-Cavani ha animato Napoli-Juventus | ©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images
    Il duello Chiellini-Cavani ha animato Napoli-Juventus | ©ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    La Juventus nella dinamica della gara ha meritato ampiamente il pareggio. Nella ripresa ha sofferto, come era logico che fosse, la veemenza del Napoli, trascinato dal suo San Paolo stracolmo, ma nella prima frazione di gioco avrebbe potuto chiudere il match con le sortite letali di un impreciso Vucinic, dopo il vantaggio di Chiellini. Il Napoli, invece, ha dato il meglio di sé dopo aver trovato il pareggio anche fortunoso con Inler, coadiuvato da una deviazione decisiva di Bonucci, stringendo d’assedio la porta di Buffon. Anche se i bianconeri hanno dimostrato nella circostanza nervi saldi per portare a Torino un pareggio pesantissimo.

    La Juve rimane dunque saldamente in vetta, ma l’impressione è quella già emersa da qualche settimana. La squadra di Conte è brillante soltanto a tratti e non ha l’intensità della manovra e la confidenza con il gol della passata stagione. Ad ogni modo, la Juventus questo Scudetto può soltanto perderlo, anche perché il Napoli ha rivelato i limiti di cui si era già a conoscenza. Gli azzurri hanno giocato bene nel secondo tempo, lamentando però ancora troppe amnesie difensive e pause di gioco che non si possono concedere in occasioni così importanti. Oltretutto la squadra di Mazzarri ha denunciato ancora una volta la sua Cavani-dipendenza e non potrebbe essere altrimenti. L’uruguagio ha abituato i suoi tifosi ad una frequenza realizzativa inarrivabile, ma il Matador soffre di una logica stanchezza e gli episodi sottoporta non lo aiutano neanche. Edinson fa comunque sempre paura, anche perché Chiellini ha provato a tenerlo addirittura per i capelli, costringendo l’uruguagio a reagire con una gomitata. Orsato di Schio lo ha punito con il giallo, ma tutto sommato ha tenuto bene le redini della gara. Il vero vincitore della serata partenopea è stato proprio lui, l’arbitro Orsato. Con meno ed inutili polemiche il calcio italiano sarebbe ancora spettacolare, proprio come la partita di ieri del San Paolo.

  • Chiellini: Napoli-Juventus da tripla

    Chiellini: Napoli-Juventus da tripla

    Il suo rientro in campo viene considerato un fattore essenziale per la Juventus, soprattutto considerando il momento importante e delicato della stagione, nel giorno della sfida-scudetto con il Napoli e nella settimana prima della gara di ritorno degli ottavi di Champions League contro il Celtic. Giorgio Chiellini è un pilastro della retroguardia bianconera ed ha fatto di tutto per esserci, superando il problema fisico al polpaccio e la botta alla caviglia rimediata nei pochi minuti disputati contro il Siena, rispondendo “presente” a gran voce insieme agli altri due compagni di reparto Barzagli e Bonucci a far da scudo a Gigi Buffon. Ma, oltre alla tematica del suo rientro, le parole di Giorgio Chiellini nell’intervista rilasciata a Sky Sport affronta altri argomenti “caldi” legati, in particolare, al match del San Paolo ed alla sua importanza in termini di “decisività”.

    Secondo la previsione di Giorgio Chiellini, il match sarà una gara “da tripla” intendendo, in tal senso, proprio il fatto che il match sarà apertissimo ad ogni risultato – 1, x,2 – e che saranno i singoli episodi a deciderlo. Secondo Chiellini, in concordanza con quanto dichiarato dal tecnico Antonio Conte, poi, il match è importantissimo e “non può essere decisivo perchè il campionato è ancora lungo, ma può essere importante per entrambe le squadre”. Parafrasando, dunque, quanto ha dichiarato il ct della Nazionale Cesare Prandelli, Napoli-Juventus può fornire un importante indirizzo al campionato e determinare, così, la strada che le due squadre potranno percorrere da qui al termine della stagione.

     

    Chiellini: Napoli-Juventus da tripla | ©  ANDREAS SOLARO AFP/Getty Images
    Chiellini: Napoli-Juventus da tripla | © ANDREAS SOLARO
    AFP/Getty Images

    In ogni caso, però, questo Napoli-Juventus è una sfida dal sapore sempre particolare, soprattutto per chi come Giorgio Chiellini l’ha vissuta molto intensamente nel corso degli ultimi anni, passando anche per gli scontri in serie B nella stagione più buia e complessa della storia recente della Juventus: le due squadre, poi, si sono ritrovate insieme a risalire in Serie A e, da allora, hanno iniziato gradualmente il proprio percorso di crescita e ripresa, con esiti alterni nelle stagioni precedenti e, poi, dallo scorso campionato, hanno ritrovato un ruolo di primo piano, da vere protagoniste.

    In tal senso è fondamentale ricordare la finale di Coppa Italia vinta dal Napoli, la “rivincita” della finale di Super Coppa Italiana vinta dalla Juventus a Pechino e gli emozionanti scontri diretti in campionato sia lo scorso anno che nel girone di andata di questa stagione.

    In tal senso, Giorgio Chiellini ricorda il 3-3 del San Paolo della scorsa stagione, con la grande rimonta della squadra di Conte che riuscì a “risollevarsi” ben due volte con due reti di svantaggio, prima dallo 0-2 e poi dall’ 1-3, riuscendo ad agguantare il risultato di parità che si rivelò, poi, determinante nella conquista del titolo da parte della Juventus.

    Da allora, secondo Giorgio Chiellini, è cresciuta notevolmente soprattutto la consapevolezza della Juventus, che da allora ebbe la carica e la convinzione necessarie per vincere lo scudetto, “un sogno che sembrava molto lontano e che, poi, è diventato realtà”. Un sogno che ancora oggi passa proprio dallo stadio San Paolo e che entrambe rincorreranno con tutte le forze.